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Orgia

Cristina e il capo – Prima parte

By 11 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Ore 12:50 di un caldo giorno di inizio settembre. Cristina era sposata, aveva un figlio, anche il suo amante era sposato e in quel momento erano al telefono ognuno dai rispettivi uffici di due diverse città a 40 km da casa. Erano eccitati e si stavano masturbando. Lei indossava una gonna palloncino bianca a fiori colorati e una canotta bianca ed era seduta con le gambe distese e i piedi appoggiati al tavolo. Le cosce erano chiuse e una mano era in mezzo, serrata tra di esse, e con movimenti lenti e misurati Cristina strisciava il suo sesso coperto dalle mutandine contro il dorso della mano procurandosi piacere. Non si era accorta che dalla porta il suo capo la spiava assieme ad un suo collega di un’altra città; infatti al telefono diceva: “Tra un po’ vengo’ ti sto succhiando adesso, ti lecco tutto”.

Poi, mentre il capo si affacciava sporgendo la testa lei proseguiva dicendomi: “Prendimi da dietro adesso… si, ti sento tutto”. Il capo allora è entrato dentro e lei si è bloccata così; lui non le ha dato il tempo di togliere le gambe dalla posizione in cui erano e l’ha bloccata con le mani.

“Cristina, se non vuole ripercussioni gravissime per il suo comportamento adesso farà quello che le dico”

Lui mette giù il telefono e poi lo solleva per staccare la linea, chiede al suo collega di chiudere la porta a chiave e poi dice

“Continui pure, mi faccia vedere come viene”

“Ma ingegnere, la prego, no”

Lo sguardo di lui le fa capire che non c’è scelta; lei vorrebbe mandarlo a quel paese ma non ci riesce per due motivi: il primo è che lui è il capo e potrebbe licenziarla per questo, il secondo motivo è che è bagnata, sta quasi per godere e quella mano calda sull’esterno della sua coscia completamente scoperta non le dispiace del tutto. Senza sapere come decide di lasciarsi andare, che forse sarebbe stato meglio così, sarebbe giunta all’orgasmo o avrebbe finto e poi avrebbe in qualche modo spiegato dopo. Ha quindi continuato quindi il movimento ad occhi chiusi, presa da una vergogna indicibile ma anche da una sensazione di eccitazione smodata che mai aveva provato così intensa. Il capo le carezzava la coscia mentre lei si muoveva e reclinava la testa all’indietro ad occhi chiusi, veramente sentiva di dover venire e poi farla finita ma l’altro uomo si era posto quasi alle sue spalle ed aveva estratto il cazzo dalla patta poggiandoglielo sulle labbra. Lo lasciò fare, non aveva considerato l’altro ed ebbe paura. Dischiuse le labbra di poco ma l’altro lo prese come un invito e spinse la testa del suo cazzo, già quasi del tutto ritto, nella bocca di lei che passivamente si lasciò penetrare. Cominciò allora a succhiare mentre il suo capo le apriva le cosce e la sditalinava. Cedette completamente, sentì che le piacevano quelle dita sul suo sesso e la consistenza del cazzo nella sua bocca le davano l’esatta percezione che lei in quel momento era bellissima e desiderabile, sexy e la sensazione di essere una puttana da monta in balia di due uomini eccitati invece di bloccarla esaltava i suoi sensi e ciò che provava. Si lasciò quindi sditalinare dal capo mentre succhiava con impegno il cazzo dello sconosciuto, tirandolo con la mano, mentre l’altra mano teneva il polso del capo. Il movimento delle dita e il loro sfregamento sul clitoride e sulle labbra del suo sesso le procuravano un piacere crescente che sfociò in un orgasmo abbastanza intenso da farla distaccare dal cazzo che aveva in bocca e mugolare degli “Aahhh” profondi ed eccitantissimi. Così eccitanti da indurre il capo a sbottonarsi e presentargli a breve distanza dal viso il suo cazzo gonfio e teso. Accettò di prenderglielo in bocca mentre l’altro si segava. Alternò nella sua bocca i due cazzi per un po’, poi lo sconosciuto si inginocchiò e le sfilò le mutande e prese a leccarle il sesso. Era bravo, Cristina se ne rese conto subito, e lo lasciò fare; usava le dita per tenerla aperta e leccava in profondità, spingendo spesso la punta della lingua sul clitoride, lappandolo con intensità e decisione. Il capo le titillava un capezzolo mentre il suo cazzo entrava ed usciva dalla bocca e proprio mentre glielo leccava dalla base fino alla punta e poi tirava tutta la pelle all’insù per infilare la lingua nel prepuzio e laccare la cappella lui emise un rantolo inequivocabile e poi disse

“Bravissima Cristina, ma dove hai imparato?”

Sentì un altro orgasmo impossessarsi di lei e concesse allo sconosciuto lo spettacolo di una apertura di cosce strepitosa e la sua mano spinse la testa di lui contro la sua figa grondante, mollando il cazzo del capo. Dopo questo secondo orgasmo i due concessero a Cristina il tempo di sedersi normalmente, riassettarsi la gonna e riavviarsi i capelli. Lei credette che fosse finita li, ma il capo chiese al collega di aprire la porta e condusse Cristina nel suo studio; una volta dentro e chiusi a chiave Cristina si ritrovò in piedi con il suo capo in piedi di fronte a lei e l’altro alle spalle. Il capo la baciava in bocca e l’altro le leccava il collo e le orecchie; tutti e due le toccavano le cosce sollevando la gonna e poi il capo prese la mano di Cristina e la portò sul suo cazzo; lei prese allora la prima iniziativa e con l’altra mano afferrò anche il cazzo dello sconosciuto e cominciò a segarli mentre il capo le sditalinava la figa e l’altro il buco del culo. Poi il capo si sedette e la fece accomodare su di lui a gambe aperte. Lei introdusse il cazzo nella figa e cominciò a muoversi mentre lui la teneva per i fianchi. L’altro si masturbava a breve distanza.

Venne ancora Cristina, seduta sul suo capo, dopo un paio di minuti, al che lui la fece sollevare e l’altro le cominciò a leccare il buco del culo e resolo morbido, disse al capo

“E’ tutto tuo, impalala”

Il cazzo scivolò facilmente nell’ano di Cristina che abbandonata all’indietro si reggeva sull’uomo alle sue spalle mentre il capo con il pollice le stimolava il clitoride. Fu allora che Cristina cominciò a venire ma stavolta con violenza, quasi urlando, dimenticando che dall’altra parte della porta i suoi colleghi erano tornati e potevano ascoltare ciò che accadeva. Dopo che il capo fu contento dell’inculata la sollevò e le introdusse di nuovo il cazzo in figa e fu l’altro a prenderla da dietro. Il piacere divenne parossistico per Cristina, che non aveva mai provato una cosa simile. Dopo 5 minuti di questo trattamento l’uomo sconosciuto alle sue spalle le venne in culo e il capo fece scendere Cristina e le venne sul viso mentre lei, inginocchiata, leccava l’asta, ancora scossa dal piacere sconvolgente che l’aveva fatta godere più e più volte nei 5 minuti precedenti. Fu allora che Cristina capì che quello era il modo con cui avrebbe fatto sesso da allora in poi!

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