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Orgia

I soldati sul treno

By 14 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Il viaggio si prospettava noioso, 4 ore ininterrotte di treno fino ad arrivare al suo appartamento a Berna, dove studiava. Valerina era una delle tante studentesse universitarie che quasi ogni weekend compiva quel lungo e noioso pellegrinaggio dal Ticino alla città universitaria scelta nella svizzera. Era una tiepida serata primaverile quando salì su quel treno che a sua insaputa la stava per portare verso una delle più eccitanti e sfrenate avventure sessuali della sua vita. Indossava un paio di jeans attillati che facevano risaltare il suo bellissimo sedere e una felpa che la proteggeva dal freddo serale oltre che dalla feroce aria condizionata del convoglio. Una volta nel vagone notò come essi erano stati sostituiti da un modello piuttosto vecchio a scomparti, ne trovò uno vuoto e si mise in un angolo sistemando la valigia e la borsa. Incrociava le dita per un viaggio in solitaria, senza nessun adolescente/vecchietto/bambino a romperli i coglioni durante il viaggio ma purtroppo dopo pochi minuti la porta dello scomparto si aprì ed entrarono una coppia di anziani svizzeri tedeschi che dopo averla cordialmente salutata si sistemarono vicino al finestrino e presero a parlare tra di loro. Pazienza, si mise le cuffiette e facendo partire un po’ di musica e tirò fuori un libro cominciando a legge. Senza neppure accorgersene arrivò alla prima stazione, Bellinzona e con sua grande sorpresa la coppia scese. Incredula della sua fortuna del trovarsi solitaria in uno scomparto tutto per se si mise comoda e in breve tempo con la musica nelle orecchie e il lieve dondolio del treno si assopì.
A svegliarla fu un improvviso aprirsi dello scomparto. Aprì gli occhi e vide tre ragazzi in divisa entrare nello scomparto. Erano fermi ad Airolo, i tre erano evidentemente soldati che entravano in servizio in svizzera intera. Sistemarono il loro bagaglio e si accomodarono, due nei sedili di fronte a lei e uno accanto. All’inizio scocciata da quell’intrusione prese a guardare meglio i nuovi arrivati che discutevano tra di loro bevendosi una birra. Erano dei bei ragazzi, uno più degli altri, occhi blu scuro, capelli castani, spalle larghe, atteggiamento sicuro di se. Di colpo gli lanciò un occhiata associata a un sorriso e lei subito distolse lo sguardo imbarazzata per essersi fatta sgamare a osservarla. Riprese a leggere riuscendo a lanciare sguardi furtivi agli altri due, quello accanto non lo vedeva bene ma quello di fronte era anche un biondino niente male, un po’ più esile dell’altro ma comunque con dei bei lineamenti e degli occhi castani particolari.
Il viaggio continuava monotono e Vale decise di guardarsi un film ma purtroppo il portatile era nella valigia che la sovrastava, allora alzandosi e girandosi (con una buona dose di ingenuità) prese la valigia. Immediatamente notò che nello scomparto era piombato un silenzio e si rese conto che stava sventolando il suo fondoschiena in faccia a degli sconosciuti. Avvampò diventando rossa e cercò di fare svelta ma la valigia era molto pesante.
‘Aspetta, ti aiuto io’ Era stato molto silenzioso oppure l’imbarazzo le aveva otturato le orecchie. Il soldato più muscoloso si era materializzato dietro di lei, allungò le mani verso la valigia e con facilità la levò dal sostegno posandola nel sedile accanto a lei. Lei si girò e gli fece un timido sorriso, era vicino, tanto più vicino di quanto le normali convenzioni sociali permettessero. Quegli occhi profondi così vicini la colpirono ma mai quanto il suo profumo, era indescrivibile, piacevole ma allo stesso tempo di’ maschio! La travolse completamente, rapendola. Lui la guardava incuriosito e lei si rese conto di quanto era ridicola, in piedi, con la bocca semi spalancata a fissarlo, avranno pensato che fosse una ritardata! Mormorò un grazie e sotto il suo sguardo divertito si risedette abbassando lo sguardo e cercando il portatile nella valigia cercando di ignorare la lieve risata che era scaturita attorno. Che cavolo le era successo? Di sicuro non era una femme fatale ma non era nemmeno una da fare la figura dell’imbranata davanti a un bel ragazzo! Non capiva le emozioni che le giravano dentro, era un misto di vergogna, rabbia per la figura fatta e’ era eccitata? Ok, le dovevano venire le sue cose nei prossimi giorni, ok era a secco da più di due settimane, ok i ragazzi i divisa erano praticamente il suo feticcio ma’ non poteva essersi eccitata per essere stata vicino a un ragazzo, un bel ragazzo, con due spalle robuste, un torace ampio, due occhi blu da attore americano, un viso ben rasato e’ si, dovette ammettere a se stessa che era probabilmente uno dei ragazzi più eccitante che abbia visto nell’ultimo tempo. Aprì il portatile meccanicamente mentre continuava a pensare e a sentire il calore che le si diffondeva a livello del basso ventre. In quel momento la sentì, la sua voce interiore, nei film si vedeva il classico angelo e diavolo sulla spalla che consigliavano, lei aveva un solo consigliere, la sua mignotta personale, era quella vocina che le diceva che era un ottima idea fare un pompino a uno sconosciuto nella sauna del centro benessere, farsi sesso selvaggio col suo ex incontrato per caso a una festa, a fare una piacevolissima sveltina nei cessi della biblioteca col suo attuale compagno tra una sessione di studio e l’altra. Era quella voce interiore che trasformava una bella e dolce studentessa universitaria in una calda e sensuale gatta vogliosa di sesso. Incominciò a fantasticare sul ragazzo che aveva di fronte, immaginò le sue forti mani sul suo corpo aggraziato, immaginò le sue calde labbra sulle sue che la baciavano. No! Basta! Doveva pensare ad altro, distrarsi! Era in uno scomparto con ben tre ragazzi, non era il caso di alimentare la fornace della sua libido con ulteriore combustibile, meglio concentrarsi sul film. Ma la voce continuava a insinuare la sua mente ‘tre ragazzi Vale, TRE! Quando ti ricapita?’ ‘Ohhh chissà che grossi fucili nascondono sotto quella divisa’ ‘Con quei muscoli sicuramente saprà montarti come il più esperto dei fantini’. E lei continuava a dirsi no, no, no! Ma si bagnava sempre di più, non riusciva a fare a meno di immaginarsi mezza nuda, coi jeans calati alle ginocchia assieme alle mutandine mentre quel bel ragazzo la possedeva da dietro, le sue mani sul suo corpo che la afferravano, il suo profumo che la avvolgeva’ Basta, non ce la faceva, stava valutando di cambiare scomparto, mise via di nuovo il computer che tanto veniva bellamente ignorato e richiuse la valigia. La sollevò a fatica e cominciò a sollevarla a fatica. Il soldato si materializzò alle sue spalle afferrandole le braccia sollevandole. Quel profumo. La sollevò le braccia fino a mettere la valigia sul portabagagli. Non poté fare a meno di sentire nell’ultimo tratto, quando lui si spinse avanti per dare l’ultima spinta alla valigia, il suo corpo contro la sua schiena e più in basso, proprio sul suo bel sederino, un grosso e duro bozzo.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso si girò improvvisamente tra le sue braccia, i loro corpi aderivano perfettamente. La Io-mignotta con la violenza di una fiera spezzò le esili Valene che ancora la trattenevano e prese il sopravvento del suo cervello. Lei era una donna e aveva voglia di sesso, subito.
Lo baciò e se ne fregò di tutto, del fatto di essere in un treno, del fatto che c’erano altri due ragazzi li, la libido era l’unica cosa che contava in quel momento. Il bacio fu lungo e appassionato, baciava bene, le loro labbra aderivano perfettamente mentre le lingue vorticavano l’una nella bocca dell’altro. La stringeva, aveva sempre dato importanza al contatto fisico e sentire quel muscoloso corpo a contatto col suo la stava facendo impazzire. E le sue mani, due belle mani da pianista che le accarezzavano il collo, la nuca, la vita e scendendo più in giù, con una meno raffinata palpata al suo sedere. Sentiva i suoi piccoli seni spingere vogliosi contro quel petto muscoloso. Di colpo le afferrò la testa e con forza gliela spinse di lato, esponendole il collo come in uno di quei film sui vampiri e prese a baciarglielo dandole una scarica elettrica di puro piacere su tutto il corpo. I suoi denti sulla sua pelle la mordevano delicatamente mentre le sue labbra succhiavano dolcemente, il contrasto era così forte, la dolcezza del succhiotto contrastato alla virilità del suo corpo che la stringeva. Improvvisamente si staccò e lei lo guardò e approfittò della pausa per lanciare un’occhiata agli altri due che osservavano la scena: il biondino aveva un ghigno stampato in faccia e l’altro (che riconobbe come un moro dagli occhi castani anche abbastanza ben piazzato) con la bocca aperta completamente sbalordito. Nel vederlo scoppiò in una risata maliziosa e tornò a guardare il muscoloso. Lui le prese le braccia e gliele alzò e con frenesia le tolse la felpa, rivelando la canotta nera che portava sotto da dove sorgevano i profili dei suoi piccoli seni, e riprese a baciarla con passione, bacio ardentemente ricambiato da lei, mentre le sue mani ripresero ad accarezzarli il suo stupendo corpo fino a fermarsi sul suo culetto. Il bacio continuò per un periodo indefinito, il tempo distorto dal fuoco della passione che stava bruciando i due. Improvvisamente le sue mani si staccarono e la spinsero sul sedile e lui si avvicinò dall’alto, porgendole il bacino. Lei la guardò dal basso con i suoi bellissimi occhi azzurri, con aria interrogativa e lui, per tutta risposta, cominciò a slacciarsi in pantaloni. Lei era sorpresa da tanta sfacciataggine non pensava si fosse arrivata a tanto e cominciò a pentirsi, a pensare di essere andata troppo in là, che dopotutto erano in un treno, che era una ragazza seria ma’ tutti questi pensieri caddero quando estrasse il pene. Era lungo, non lunghissimo ma abbastanza sopra la media, ma la cosa impressionante era il diametro, largo ma senza scadere nella sproporzione o nel grottesco, aveva un colore rosa scuro con tutte le vene in rilievo sui lati e infine una cappella lucida, grossa e pulsante sulla cima. Come ipnotizzata lo prese in mano strappando un gemito di piacere al muscoloso e lo masturbò leggermente. Al tatto era morbido, con i rilievi vascolari che strofinavano contro il palmo della sua mano, ardente come il sole, ardente con la stessa intensità che si sentiva tra le cosce. ‘Dai, ora succhiamelo un po”’ e sentì la sua mano sul collo che la tirava verso quel grosso e duro uccellone fino al contatto con le sue labbra che al contatto con la cappella si schiusero accogliendo nella sua bocca il fallo. Chiuse gli occhi per valorizzare al meglio le sensazioni di quel grosso affare, sentiva come lentamente si faceva strada scivolando sulla lingua fino ad arrivare fino quasi all’ugola per poi tirarsi in dietro, premendo bene le labbra contro l’asta in un movimento armonioso e studiato, fino a ricacciarlo fuori quasi del tutto per poi riprenderlo tutto in bocca. Il pompino cominciò a prendere velocità e passione, ogni tanto tratteneva in bocca solo la cappella facendo un effetto vuoto che sValenava dei gemiti del ragazzo. Infine lo tirò fuori e sempre con gli occhi chiusi si strofinò quel meraviglioso cazzo contro le guance e infine prese a leccarne l’asta come avrebbe fatto con un grosso calippo lanciando un occhiata di sfrenata lussuria al ragazzo.
‘Basta, se no finiamo troppo presto, ora tocca a te.’ Disse il muscoloso e la tirò di nuovo in piedi, girandola. Vide gli altri due con evidenti erezioni per lo spettacolo che si palpavano il pene da sopra i pantaloni mimetici e poi girò la testa per vedere cosa stava facendo il terzo che intanto si era piegato sulle ginocchia portando la testa all’altezza del suo sedere. Le mani del ragazzo si posarono sui fianchi e avanzarono fino ai bottoni dei suoi jeans attillati e prese a slacciarli e poi, insinuandosi con i pollici ai lati, molto lentamente, glieli abbassò. Sentiva il tessuto che scendeva piano piano dai suoi fianchi e poi dalle sue cosce, fin sotto le ginocchia e infine arrotolarsi alle caviglie. Il suo bel posteriore era ormai solo coperto dagli slip (ora rimpiangeva di non essersi messo un bel perizomino) e sulle sue natiche avvertiva il fresco del vagone, in così grande contrasto con il calore delle sue mani che ripresero a palpeggiarla e a strofinarla. Sentiva le mutandine completamente fradice dai suoi umori e dalla sua voglia e ogni volta che le sue mani passavano sul monte di venere gemeva senza ritegno. Sempre seduto sulle caviglie le sue mani la presero e la girarono e con forza la tirarono verso di se. Il muscoloso prese a leccarle prima la pancia, aveva la lingua calda e umida e si strofinava alternando piccoli baci e lecVale su tutto il suo pancino piatto, poi passò alle cosce mentre Vale prese ad accarezzarli la testa e a spingerlo con insistenza verso zone più centrali. Infine il ragazzo, finalmente, gli afferrò le mutandine da dietro e con lentezza studiata cominciò ad abbassargliele. Piano piano si ritrovò con le mutandine alle cosce e la lingua ruvida del ragazzo che le leccava prima l’attaccatura delle cosce, poi le grandi labbra e infine, dopo avergliele dilatate con le dita prese a giocare col suo clitoride gonfio e voglioso. In breve si ritrovò a gemere senza ritegno mentre la sua lingua e le sue labbra la leccavano e la succhiavano, sentiva la punta della lingua giocare col suo clitoride mentre le sue dita alternativamente si insinuavano dentro di lei dandole scariche elettriche di goduria. Gli altri due intanto davanti allo spettacolo avevano estratto i loro cazzi di buone dimensioni e si stavano masturbando rapiti dal vedere quella bella ragazza godere venendo leccata dal terzo. La posizione era scomoda e sentiva le sue gambe cominciare a cedere sotto il piacere della sua lingua e quindi si staccò e, dopo essersi sfilata pantaloni e mutandine si sedette e allargò in maniera oscena le cosce. Il ragazzo non perse tempo e si fiondò in quel caldo antro e riprese a leccarla con esperienza rimandandola in paradiso. Intanto mentre subiva quel divino trattamento vide il biondino alzarsi e, senza nemmeno tirarsi dentro il cazzo che spuntava dalla tuta mimetica, si sedette di fianco a lei e riprese a masturbarsi velocemente. Le mani di Vale che fino ad ora erano o sulla testa del leccatore o sui suoi seni cominciarono ad avvicinarsi ai suoi due vicini. A prendere l’iniziativa fu il bruno che gli prese il polso e gli disse ‘tieni, attaccati qui’ portandosela all’uccello. Lei gli afferrò il cazzo e lentamente prese a masturbarlo. Vedendo che lei non si sottraeva anche il biondino seguì il suo esempio anche se masturbare con la sinistra era molto più difficile. Oddio, pensava Vale, quanto era diventata porca, una lingua nella figa a cosce aperte e due cazzi, uno per mano. Riuscì a prendere un buon ritmo con entrambe le mani e i due cominciarono a gemere di piacere. Non si era mai considerata una segaiola ma doveva ammettere che il lavoro le stava riuscendo molto bene! Ma i due non si accontentavano solo delle sue mani, così, prima il biondino, si sollevò e si mise in piedi sul sedile piegandosi in avanti per non picchiare la testa sul porta bagagli e porgendole il cazzo da succhiare. Lei non fece troppi complimenti e accolse quel bell’uccello, seppur più piccolo dell’altro ma comunque molto soddisfacente, nella sua bocca. In breve anche l’altro si alzò in piedi e Vale si trovò tra due fuochi. Cominciò ad alternare i due cazzi, quello che non aveva in bocca lo masturbava e ogni tanto li masturbava entrambi quando il terzo soldato la faceva godere troppo e sentiva il bisogno di gemere. Improvvisamente il ragazzo smise di leccarla e lei lo fulminò con lo sguardo. ‘Calma calma, ora ti do qualcosa di meglio’ e il muscoloso la fece alzare sedendosi al suo posto abbassandosi i pantaloni della tuta mimetica. Il suo cazzo grosso e duro svettava e Vale, afferrando il portabagagli sopra di se cominciò a calare dandogli la schiena sentendo la grossa cappella premere contro le sue labbra vaginali. Con una lentezza che era un supplizio quel grosso uccellone cominciò a penetrarla, sentiva quel fallo nodoso e venoso entrarle dentro. Oddio la sensazione era indescrivibile, l’abbondante lubrificazione rendevano l’ingresso scorrevole, poteva avvertire ogni singolo millimetro di quel cazzo meraviglioso spaccarla e riempirla completamente. Quando fu dentro del tutto restò ferma, sentiva un eccitazione incredibile avvolgerla, sarebbe potuta morire in quel momento senza rimorsi, era la sensazione più bella del mondo, un cazzo bello grosso piantato nella figa fino in fondo. In breve appoggiò i talloni sul sedile e facendo forza con le braccia prese a cavalcare quel cazzo. Fu una scopata selvaggia, entrambi godevano vistosamente anche se lo sforzo sia per cosce che per le braccia era notevole ma il piacere superava lo sforzo. Sentiva il ragazzo che le palpava le tettine e si insinuavano sotto la sua canottiera e il reggiseno toccando i capezzoli estremamente sensibili. Quella scena doveva essere anche molto eccitante per i due ragazzi ai suoi fianchi che ripresero ad avvicinarsi puntando i loro cazzi verso il suo viso. Lei, in tutta risposta si staccò dal porta bagagli e li riprese in mano masturbandoli. Non si capacitava di quanto era porca, un cazzone nella figa che la riempiva mentre altri due, vestiti di tutto punto in grigioverde si facevano segare da lei. Rallentando un po’ il ritmo cominciò a succhiare alternandosi i cazzi e ogni tanto soffocando urletti di goduria quando il terzo inarcava il bacino piantandole il cazzone ancora più dentro. Dopo quel trattamento Vale decise di voler assumere una posizione più comoda e si sfilò i cazzi dalla bocca e dalla figa alzandosi in piedi. Oddio l’assenza di qualcosa dentro quasi la faceva sentire vuota ma non ne poteva più così, senza dire una parola, si mise nella fila davanti piegandosi a pecora e mettendo in mostra il suo bellissimo sederino e guardando con lussuria i tre che guardavano lo spettacolo. Il biondino fu il più veloce e si avvicinò tastandole il sedere e in breve sentì una cappella strusciarsi sulle sue labbra da dietro e poi, con un colpo secco, quel bel cazzo gli si ficcò tutto dentro strappandoli un piccolo gemito. Cominciò a montarla da dietro con colpi secchi e precisi, come un ariete che cerca di abbattere le mura di un palazzo. Era bravo, aveva un buon movimento di bacino, ma purtroppo le dimensioni lo penalizzavano un po’ dopo il passaggio del suo amico più possente. Immaginava cosa avrebbe visto qualcuno che sarebbe entrato in quel momento nello scomparto, una bella ragazza nuda dalla vita in giù e un soldato che la scopava da dietro con violenza mentre due colleghi aspettavano il loro turno. Infatti dopo cinque minuti quando il biondino cominciò ad ansimare (non si sa se per l’orgasmo incombente o per la fatica) sentì il suo cazzo uscire e subito il suo posto preso dal moro. La scoparono in quella posizione tutti e tre, a turno, per molte volte, durò almeno una mezzora e i tre si diedero il cambio molte volte scopandola con forza. Il muscoloso era il migliore ma pure gli altri due erano molto bravi, compensando il deficit di dimensioni con entusiasmo, passione e movimento. Mentre era ancora il turno del biondino il muscoloso le se avvicinò e le chiese ‘ti va di provare qualcosa di estremamente eccitante?’ E Vale tra un gemito e l’altro annuì. Allora il biondino smise di fotterla e il muscoloso la mise in piedi sedendosi al suo posto e poi sdraiandosi per il lungo sui tre sedili. La girò verso di se in modo da poterla guardare in faccia e la fece sedere sul suo cazzo che le scivolò dentro la fighetta ormai quasi infiammata dall’abnorme utilizzo. Cominciò a cavalcarlo ma il muscoloso subito la fermò con le mani sulle chiappe. Il biondino era già dietro di lei, le mani le allargarono il culo e sentì il cazzo che le premeva contro lo sfintere anale. Non era una gran fan del sesso anale ma se già stava facendo sesso di gruppo voleva provare proprio tutto tutto, pure la doppia penetrazione. Il cazzo del biondino era ancora ben lubricato dall’averla scopata prima e quindi senza troppa difficoltà entrò dentro di lei. La sensazione era indescrivibile, ma purtroppo anche il dolore, aveva due cazzi piantati, uno in figa e uno in culo, prima volta in vita sua che si sentiva così riempita. Appena uno dei due si muoveva lei subito lo fermava dicendo che gli faceva troppo male. Piano piano però, specialmente il dolore del cazzo in culo cominciò a scemare e il piacere a salire e così smise di lamentarsi quando i due cominciavano a muoversi. Come un sassolino che cade da una montagna i due cominciarono a muoversi sempre più in fretta e in profondità, in breve trovarono un ritmo e lei riprese a godere, il dolore era completamente sparito e cominciò a gemere senza ritegno, almeno finchè il povero soldato che era restato all’asciutto si accontentò della sua bocca riducendo i suoi versi di godimento a sommessi gemiti. L’orgasmo cominciò a montarle dentro come un onda di marea, la sua fighetta cominciò a contrarsi ritmicamente finchè non le esplose nel cervello e fu felice di avere un cazzo in bocca se no tutto il treno l’avrebbe sentita. A sentirla godere così il bruno non resistette e venne pure lui eiaculando copiosamente in bocca a tradimento quasi soffocandola. Una volta che il cazzo gli si era sfilato di bocca lo guardò male e sibilò ‘stronzo!’ mentre quello si accasciava sul sedile di fronte. Ma gli altri due ne volevano ancora e non accennavano a smettere continuando la doppia penetrazione. Erano dei veri soldati duri, altro che il bruno, riuscì a raggiungere l’orgasmo altre due volte quando finalmente il biondino, sfilandosi dal suo culo, prese a masturbarsi e sentì il suo sperma bollente riversarsi sulla sua schiena e infine il muscoloso che con un grugnito cominciò a sborrarli dentro quello che le sembravano litri di liquido caldo e bollente nelle profondità della sua figa.
Seguì il rito di pulizia, in un silenzio imbarazzante, il biondino aprì la finestra per far uscire l’odore di sesso che impregnava lo scomparto. Con incredibile tempismo l’altoparlante annunciò che la stazione di Arth Goldau era vicina e i soldati raccolsero le loro cose e uscirono nel corridoio salutandole dando tre bacini sulla guancia tranne il muscoloso che l’abbracciò e gli diede un lungo bacio con la lingua e averle scritto sulla mano il suo numero di cellulare.

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