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Orgia

il giorno dopo:la cena

By 27 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando mi sedetti in’auto mi pareva che il grosso culo si allargasse:nonostante
i kleenex avessero asciugato avvertivo che da dietro
usciva ancora qualcosa e
sperai di non sporcare il sedile.
Tornata a casa mi llavai ma evitai di
portare le mani lì, di osservarmi allo specchio,sperai di non dover…cagare,ma
era impossibile:
difatti al mattino,come milioni di italiani mi sedetti per
assolvere tutte le funzioni che,se non si fanno, ecco che le cose allora vanno
male.
Volevo andare subito in banca e aprire un libretto.Pregai che nessuno mi
telefonasse,mi riferisco ai tre uomini di affari e fui accontentata,
almeno per
un po’.
Forse mi ero fatta condizionare da Rosangela, non lo so, ma mi sentivo
lo stesso a disagio: mi pareva di essere osservata, che tutti e tutte mi

guardassero lì, il culone.E’ vero, ce l’ho grande, ma lo sentivo ancora più
grande o forse era proprio così.
Notai infatti che il direttore di banca,appena
mi vide, mi sorrise, ma poi pensai che anche il giorno prima,al bar aveva fatto
lo stesso:lasciai
perdere e ricambiando il sorriso feci cenno con la mano
perch&egrave capisse che volevo parlare con lui.
Mi fece accomodare e siccome entrai
davanti a lui,mi pareva che osservasse il didietro,il mio didietro:ma era
l’impressione.
Lui:”Prego signora,si sieda e mi dica:che cosa posso fare per
lei?”
Io:”Ecco, vorrei aprire un libretto, depositare dei soldi, e so che non
danno interessi e non rendono un tubo,ma sa se …”
Lui:”Capisco, se c’&egrave
qualche possibilità non sarebbe male vagliarla e ,rapidamente,approfittarne.
Dico bene, signora Piacentini?”
Io:”Dice bene direttore.Ho qui con me 10mila
euro e penso, a breve, per un po’ di dover versarne altri.Piuttosto cosa si sa
della storia
della coop e del ragionier Colombo?”
Lui:”Ancora niente ma presto
ci saranno sorprese e ,se vuole un consiglio,tolga tutti i soldi che ha nel
conto personale e li metta in un libretto,
diverso però da quello che vuole
aprire ora, per evitare collegamenti o dover dare spiegazioni:faccio preparare
il tutto, poi mette un paio di
firme e siamo a posto. (Mi stavo per alzare
quando lui disse) Ho il suo numero di cellulare, per caso?”
Io:”No, ha il
numero di casa che poi &egrave anche quello dell’ufficio,&egrave lo stesso visto che lavoro
da casa:lo sa vero?Se le serve &egrave 348……..
Se mi fa preparare il tutto così
lascio i soldi me mi sento meglio.”
Lui fece una chiamata e mi disse di andare
alla cassa numero 3: qui mi accolse con un sorriso,inspiegabile per me che
conoscevo
il tizio, il ragioner F.
F:”Buon giorno signora Piacentini.Versa
10mila euro, ecco firmi qui e poi laggiù e anche dietro (nel dirlo sorrise)

per lì non collegai niente ma in futuro, ripensadoci avrei dovuto capire.

Quando andai via pensai che mi stessero tutti osservando:il fatto &egrave che era
proprio così.

Siccome la vita continua mi dedicai al lavoro ma ero proprio intenta a
rispondere a un fax quando
vidi sul telefonino un numero, quello della banca:
erano passati circa dieci giorni, il buchino brunito
sembrava essersi richiuso
e ricomposto, e non mi sentivo più osservata anzi,a volte sì ero proprio
io che
osservavo i deretani altrui e facevo supposizioni se quella lì l’aveva preso o
meno e quando.
Ero diventata scema ,forse, ma avevo ancora vive nella mente le
parole di Rosangela, che aveva
stimato in una setttimana il ricordo delle
sodomizzazioni e dell’ultima in particolare: ero così presa
da quei pensieri
che avevo già fatto fare quattro squilli al telefonino:
Io: “Sì pronto ,con chi
parlo?”
Lui: “Sono A. il direttore della banca, credevo non potesse rispondere
signora Piacentini.Come sta?”
Io: “Bene direttore, perch&egrave me lo chiede? ”
Lui:”
Vede avrei piacere di parlare con lei di alcune cose e mi chiedevo se ,per
caso, fosse libera per
l’ora di cena. Non mi dica che deve fare chissà che
cosa perch&egrave si tratta di qualcosa di importante.
Facciamo alle 9 ?”
Io:”Se
proprio insiste.Va bene.Ma dove, pero?”
Lui: “Passo a prenderla a casa, tanto
so dove abita.Alle 9 sarò da lei. A stasera”
Chissà che cavolo vuole questo
rompicoglioni,pensai.E pensai anche a cosa mettermi,ma poi mi dissi
che non me
ne importava niente, ma anche che sono una donna e …quindi andai a mangiare
da Renato
ossia un bar dove trovavo pronte verdure grigliate e non i soliti
panini o insalatone: ero così vicina alla
mia parrucchiera dove mi feci fare
la piega. Mentre ero lì che mi facevo massaggiare la cute, sentii una
signora
che parlava con la shampista.La signora,non più giovane, forse non ancora
sessantenne, le
diceva che una donna del posto si era fatta prestare dei soldi
in cambio di sesso;che lei queste cose
le aveva sentite dire dal marito che
parlava al telefono con una persona.E aggiungeva dei particolari che
solo chi
era stato lì e aveva visto o partecipato poteva conoscere. Un ristorante in
collina:&egrave vero ne esistono
diversi e poi da noi le colline circondano la zona:
ma la storia che poi l’avrebbero lasciata lì e che hanno
consegnato i soldi ai
camerieri? E che poi voleva rinunciare e loro l’hanno convinta,in qualche modo
a
ripensarci?E poi che cosa vuol dire in prestito? Quei soldi io li avevo
guadagnati! Dicendomi queste parole
mi stavo dando della puttana,lo so:ma in
effetti ero andata in banca e…
Ora le cose cominciavano a quadrare e anche la
cena di stasera poteva far parte di un piano preciso.
Ero così assorta nei miei
pensieri che non mi ero accorta che dovevo solo pagare e andare via.
Ripensai
al prestito: non poteva essere così. Ma ero preoccupata perch&egrave non avevo ancora
ricevuto
nessuna chiamata. Ecco ,lo sapevo,non dovevo pensare a queste cose
perch&egrave proprio in quell’istante
squillò il telefono, ed era M.
Io: “Pronto?”
M:”
Signora che piacere sentire la sua voce…&egrave un po’ che non ci sentiamo,vero? Ma
sa,per esperienza so
che dopo certe cose,e lei sa quali, bisogna far “riposare
un po’ la parte” sopratutto se poi qualcuno ha
deciso di approfittare ah ah ah
ah”
Io:”Che cosa vuole?Pensavo a questo punto che ci dovessimo rivedere fra un
mese!Non &egrave così?”
M:”No, infatti,non &egrave così.Volendo anche tutti i giorni, ma
appunto occorre far riposare le parti dolenti, anche se
bisognerà che poi ci si
abitui.Dopotutto si tratta di resistere ancora 150 più o meno e poi sarà del
tutto libera
e con tutti i soldi.Anzi quelli li avrà anche tutti prima,ma c’&egrave
solo il mese in più e solo perch&egrave lei ha fatto da
cattiva ah ah ah ah Signora
Piacentini.”
Io: “Allora si può sapere che cosa vuole?”
M:” Stasera lei deve
andare a cena con una persona che entrambi conosciamo,Ebbene ,non si neghi e
faccia
ciò che le verrà chiesto di fare. Glielo dico come amico: non faccia la
stronza!”
Io:”E’ questo che volevate lei e i suoi due amici?Che facessi la
puttana per voi!”
M:”Ascolti signora,lei non &egrave nemmeno così bella e attraente
come crede.E’ pure stagionata.Ma ci sono degli
estimatori di forme generose e
poi c’&egrave il piacere ,il sapore del proibito.Vuol mettere una puttana qualsiasi,

anche non di quelle da strada, con l’andare a letto e fottersi la Signora
Piacentini di turno?Quella tutta riservata
che fa le smorfie e,appunto, si nega?
No, non ha prezzo la cosa e noi abbiamo delle persone,con cui dobbiamo

concludere degli affari e lei fa al caso nostro. Quindi &egrave chiaro?”
Io:”Ho
capito e non mi negherò. C’&egrave altro? Mi dovrei preparare e non vorrei fare
tardi”
M:”Beh una cosa c’&egrave.Si prepari perch&egrave &egrave messo meglio di noi tre che ha
già conosciuto.Anzi di noi quattro visto che
si &egrave fatta sodomizzare anche dal
cameriere. Non si preoccupi,so queste cose perch&egrave giochiamo a tennis e sa sotto

la doccia si vedono anche i cazzi degli altri. E ,un’altra cosa: credo che non
verrà da solo, quindi …”
Chiuse la comunicazione e mi ritrovai ad aprire la
porta di casa con il pensiero di quello che poteva succedere: e non
solo
quella sera ma nei giorni successivi, da lì in avanti,fino a passare tutti quei
mesi .Quanti cazzi avrei dovuto prendere
ancora?Mi chiedevo se ne valesse
davvero la pena, se potevo e come fare dietrofront e le conseguenze di un no.
Beh
quelle già le conoscevo: in strada e casa in affitto e forse difficoltà
nel lavoro ,data la potenza di quelle persone e, alla
luce delle persone che
avrei dovuto soddisfare, dei loro amici e clienti.Mi avrebbero rovinato e non
solo il culone, ma
mi avrebbero impedito di vivere. Forse avrei dovuto
sfruttare meglio la situazione e farmi venire in mente qualcosa ma
non quella
sera.
Erano quasi le nove quando sentii il citofono.
Io:”Sì chi &egrave?”
Lui: “Sono
A. il direttore.Che fa scende?”
Io:”Mezzo minuto e sono giù”
Lui:”Si sbrighi
perch&egrave ho la macchina in doppia fila”
Scesi come un fulmine e lui mi aprì lo
sportello della sua 320.
Mi accomodai e gli chiesi come va e dove saremo andati.
Lui mi rispose che andava bene e che saremo andati in
un ristorante in
collina. Sbiancai quando mi disse il nome del ristorante e gli dissi perch&egrave non
al ristorante del porto o
altrove,ma lui mi disse che aveva prenotato e che
andava sempre lì dato che gioca a tennis nei campi collegati con il
ristorante :
anzi a breve aprirà come centro benessere e infatti ci sono camere e palestre e
altri servizi. Così a malincuore
mi avviavo verso un luogo in cui speravo di
non rivedere n&egrave Rsy n&egrave Antò, che fossero di riposo. Ma non fu così e proprio

Antonio,che fece finta di non riconoscermi e Rosangela, ci servirono la cena in
una stanza riservata al piano superiore.

fine prima parte La cena fu semplice, come sempre in questi casi &egrave un pretesto.Per cui volli
andare anch’io al sodo e gli chiesi.
Io: “Allora caro direttore, cosa c’&egrave di
tanto importante che ha voluto che venissi a cena con lei?”
Lui:”Mia cara
signora Piacentini, vede so che ha versato quei soldi e so che ne verserà altri
e,se proprio vuole saperlo, so
più o meno quando li verserà.Allora la persona
che lei ha visto al bar e con cui poi &egrave stata qui a pranzo, ho fatto in modo
di
presentargliela io.Ricorda quando &egrave andata in banca?Al mattino?Il cassiere ,
il giornale aperto proprio lì a quella pagina, il
ragionier
Io:”Colombo”

Lui:” Sì ,esatto.E io che vi ho lasciato soli ,lei ed M, per parlare.Riesce a
capire? Ecco, vede , loro devono far sparire dei soldi:
stanno facendo la prova,
con lei, con 10 mila ,adesso…ma se lei si mostra la persona adatta, la
metteranno qui a dirigere il
centro, dove altri uomini e donne,come loro ,
verranno qui, si faranno fare i massaggi,magari approfitteranno un po’ di lei o
di
altre come lei, ma siccome pensano di non potersi fidare di chiunque, o del
primo o della prima venuta, devono testarla e …
in tutti i sensi. Capisce un
po’ di quello che dico?
Feci di sì con la testa e lui proseguì: “Che cosa
centro io con questa storia se lo può immaginare.Che cosa voglio da lei, più

tardi, lo sa già: quello che hanno già preso M e gli altri,compreso Antonio.
Immagino che sia d’accordo e che non farà storie.
Piuttosto, poi più tardi,
verso le dieci ,ci raggiungerà il ragioniere …dato che &egrave anche lui della
partita,dovrà soddisfare anche lui.”
Io:”Capisco bene e non mi tirerò indietro.
Ma posso farle anch’io qualche domanda? Le piaccio davvero così tanto?O cosa
le
piace di me?Sempre che voglia rispondere, io non la obbligo a farlo”
Lui:”
Sarò sincero, ma il suo culo &egrave splendido Signora e ,mi deve credere che diverse
volte &egrave stato argomento di conversazione
in banca, almeno con il ragionier F,
che poi conoscerà meglio sì ,lei ci piace. Poi ci siamo anche fidati, per dirla
tutta, dei consigli
di M che ci ha detto meraviglie su di lei, sul suo culone.”

Io: “Ma &egrave una fissa quella del culo eh?Sopratutto se &egrave un culone vero?”
Lui:”Si
ci piacciono,sopratutto se sono vergini o quasi, se poco usati ah ah ah”
Io:”
Allora perch&egrave non vi prendete quello di Rosangela?Lei &egrave vergine nel lato B!”

Lui:”Sul serio?Mi sa che mi ha dato un’idea.Chissà che stasera non lo sarà più!
Mi aspetti che torno subito, vado alla toelette!

Tornò dopo pochi minuti e poco dopo fece il suo ingresso Rosangela che prese
gli ordinativi ,che erano solo i due caff&egrave.
I caff&egrave li portò,però, Antonio,che
fu seguito da F, il ragioniere ,che era appena arrivato.Il direttore della
banca A chiese a F
se anche lui gradisse un caff&egrave e lui disse di sì.
Antonio
sparì alla nostra vista ma vidi che fece l’occhiolino al direttore.Intuii che
qualcosa doveva succedere ma non sapevo
cosa: forse gli sarebbe stato concesso
di partecipare anche questa volta ma già da subito?Chissà.Ma bastava aspettare
e
avei avuto soddisfazione.
Poco dopo, neanche cinque minuti, la porta si
riaprì e entrò con passo lento Rosangela con un vassoio con la tazzina del
caff&egrave
per F.Dietro di lei ,come un’ombra, Antonio che richiuse la porta e ,
appena Rosangela ebbe poggiato il vassoio, lui come un
fulmine le mise un
grande tovagliolo come bavaglio.
Antonio, rivolgendosi a lei, le fece segno con
il dito indice davanti alle labbra per dirle di tacere.Lei aveva il viso
meravigliato e
con gli occhi,improvvisamente diventati grandi, mostrava
sorpresa: solo la mole le aveva impedito di fuggire o far cadere dal
tavolo
qualcosa: io pure mostravo sorpresa e mi alzai ma la mano di F mi spinse verso
la sedia, obbigandomi a stare ferma.
Fu A il direttore a parlare e,con le sue parole di certo mi attirai l’ira di
Rosangela.
A:” Ho saputo che lei, Rosangela, si &egrave divertita una decina di
giorni fa, proprio in questa stanza: &egrave vero?”
E visto che non rispondeva il
direttore insistette: “E’ vero? Sì o no? O devo chiedere ad Antonio o
preferisce
che chieda alla signora Piacentini, quì presente?Visto che &egrave proprio
con lei che ,mi pare,si sia divertita .”
La donna, che avrà avuto una
quarantina d’anni fece di sì con la testa. Antonio se la rideva in cuo suo

pensando che avrebbe potuto,finalmente, sodomizzare la collega che ,per
rispetto e convenienza, non
aveva mai potuto profanare il grosso deretano.
Cominciavo a capire il piano di A, ossia mettere me in
cattiva luce o far
ricadere “la buga” su di me, ma poi sfondare a dovere i culoni di entrambe.
Ignoravo che
poteva esserci anche qualche imprevisto o variante.E così A
completò il quadro dicendo: “Vede Rosangela
in effetti era previsto,come già &egrave
accaduto anche tempo fa e anche con la Signora qui presente, che alcune
persone
si siano divertite e come fuori programma ci siano state delle persone,come lei,
che si sono …
posso dire “accodate” e che hanno raccolto,come lei e Antonio,
le briciole. Vede, la signora qui presente,
la Piacentini, &egrave stata sodomizzata
la prima volta dopo tanto tempo, sverginata nel didietro, proprio sul divano

dove lei &egrave seduta ora (Rosangela era stata infatti costretta a sedersi), dove
lei e il suo collega avete trovato
la signora nuda e delle cui grazie poi avete
approfittato. Oggi tocca a lei,Rosangela , subire un trattamento
simile e con
le buone o con le cattive sarà nostra: la Signora Piacentini ci ha detto che
lei &egrave vergine di culo e
il suo collega,Antonio, ci ha confermato che &egrave vero,
che lei glielo ha confidato.Poi sa, di questi tempi, &egrave stato
sufficiente
allungargli 100 euro e ora si trova imbavagliata. Mi dica: preferisce essere
legata e imbavagliata
o collabora ?”
Per tutta risposta Rosangela fece segno di
sì,ma sia F che Antonio, che la conosceva meglio, stettero all’erta
e
intuirono le intenzioni della donna ,ossia voler fuggire.Per questo Antonio
chiuse a chiave la porta e si portò
dietro il divano, pronto a intervenire.
A:
” Signora Piacentini! Lei non &egrave una cameriera,&egrave vero, ma ci ha servito una
vergine di culo, e che culo, visto
che &egrave assai simile al suo,su un piatto
d’argento: a lei l’onore di prepararla per essere sverginata. La prepari
e la
posizioni come sa lei,visto che anche lei &egrave stata posizionata pancia sotto sul
bracciolo del divano. Se ha
bisogno chieda aiuto,credo che sia Antonio che F
non vedono l’ora di darle una mano.”
Ebbi quasi un ripensamento, quasi mi
pentii di quanto avevo rivelato , ma mi ricordai l’incitamento che la
donna
aveva riservato ad Antonio affinch&egrave mi lasciasse un bel ricordo.Tuttavia gli
dissi
Io: “E’ proprio necessario? Voglio dire che lo faccia io?”
A: “Lei ci ha
rivelato quel segreto e noi la ringraziamo, ma ora si sbrighi,abbiamo voglia di
sodomizzare Rosangela”
A malincuore mi alzai e andai verso la donna e le dissi:”
Avanti eviti dei brutti spettacoli e collabori: si spogli e
renderà le cose più
semplici a tutti…forza!”
Per tutta risposta ricevetti un calcio negli
stinchi, che mi fece urlare un Ahiiii: fu allora che mi scatenai e feci memoria

di come mi aveva apostrofato la prima volta. Perciò mi fiondai su di lei e la
invitai ad alzarsi prendendola per la
chioma ricciuta e rivolgendomi ad A gli
dissi: “Fra poco vedrete che ha la passera rasata la nostra cameriera”
E
chiesi, per evitare problemi , aiuto ad Antonio e a F: ” Se mi date una mano
d’aiuto facciamo prima”
I due non aspettavano altro e in attimo la donna
mostrò quanto fosse simile a me: la sua ciccia, ancora contenuta
nel reggiseno
e nella pancerina ,nonch&egrave il largo culone un poco piatto, restavano prigionieri
della biancheria intima.
A:”Avanti ora prosegua signora Piacentini, ci prepari
la donna,visto che ci stiamo preparando anche noi”
Vidi che anche gli uomini
si stavano spogliando e che Rosangela,come in trance restava immobile,
aspettando una mia
mossa che,infatti non tardò ad arrivare. Le andai dietro e
le slacciai il reggiseno che fece strabordare le grosse poppe,
cascanti,che si
mossero velocemente verso il basso;poi fu la volta della cintura di
contenimento per la pancia e i reni e che,
una volta liberata, fece scendere di
colpo la pancia,mostrando quanto fosse pienotta la nostra cameriera. I tre
avevano già
in tiro i loro arnesi che,dato che ero rivolta verso la donna io
non potevo vedere, e che di certo diventarono ancora più
grossi e duri alla
vista della figa implume e ,sopratutto quando feci sdraiare a pancia sotto sul
bracciolo, Rosangela.
La vista di quel culone grande e largo ,devo dire, mi
fece bagnare:ma forse il contatto con quella carne ,un po’ flaccida
e molle, fu
quello che mi eccitò.
Io: “Ora &egrave pronta direttore”
A:”Che cosa aspetta,Signora
Piacentini, a leccarla?Dopotutto lei ,Rosangela,mi pare abbia fatto lo stesso
con il suo
culone,e mi pare che fosse anche sporco di sperma di ben quattro
persone!Avanti ,anche lei non si faccia pregare”
E con uno spintone, improvviso
quanto violento, mi trovai inginocchiata,con il viso a contatto con quel
deretano che
già conoscevo e che fra poco, con mia grande gioia, sarebbe stato
violato per la rima volta.
Mi adoperai al meglio mentre il direttore A ,
rivolgendosi ad Antonio, disse:”Portami un po di olio,Rosangela &egrave troppo

sconvolta, e preferisco andare sul sicuro.Tu F controlla che la signora
Piacentini faccia del suo meglio. E lei, signora quando ha terminato di preparare quel culone
si spogli,
che poi toccherà anche a lei essere sodomizzata
a dovere”
Ormai il momento era arrivato ma l’odore delle sue intimità un po’ mi frenava:
non potevo tirarmi indietro dato che
avevo consegnato io stessa Rosangela ad A
e ai suoi amici.E chissà se in futuro pensavano di richiamarla e di

coinvolgerla in altre performance:ma non era un problema mia, il mio era solo
quello di resistere agli odori e godermi
poi la penetrazione della donna.
A
volte la vita cambia il carattere e ciò che fino al giorno abbiamo condannato o
disapprovato può fare parte di noi:
cercavo una vendetta o meglio mi sono
ritrovata a potermi ,in qualche maniera, vendicare di lei e l’ho fatto.
Per me le preoccupazioni erano date dal grosso sesso del direttore e dal
dovermi mostrare nuda a lui e
al cassiere,ad F.
Pensavo alle voci che potevano,
inevitabilmente, correre in tutta la città e nei dintorni:non mi ero scordata

ciò che avevo udito dalla parrucchiera, anzi dovevo scoprire e avrei cercato di
farlo, chi fosse quella donna,
di chi fosse moglie.
E il cassiere avrebbe
tenuto la bocca cucita? E il direttore?Se era vero ciò che aveva detto,e non &egrave
che avessi
grossi dubbi per non credergli, sarei divenuta complice di un
riciclaggio di denaro o di evasione fiscale, forse
anche di istigazione alla
prostituzione, ricatto ,violenza sessuale e altri reati simili: ma se non
avessi fatto ciò
per cui ero stata,in verità, contattata e anche pagata , ne
avrei pagato tutte le conseguenze e chissà in quale
maniera.
Non rammentavo
casi di donne scomparse,ma di qualcuna che si era trasferita, di attività
cessate all’improvviso
qualche rimembranza l’avevo, anche se riferita a mesi e
mesi addietro.
Mentre nella mia mente scorrevano questi pensieri la mia lingua
si dilettava ad assaporare e a stuzzicare il
suo buchino ancora chiuso: sentii
due mani che mi sollevavano la gonna, mi accorsi che cercavano di togliermi
il
collant, di farlo scendere verso il basso.
Entrambi i tentativi si fermarono,
con la mia mutanda, all’altezza del ginocchio:per completare l’opera avrei

dovuto alzarmi in piedi, togliermi le scarpe e far scivolare via il tutto: e
interpretando i desideri degli uomini
presenti,feci proprio così.
Rosangela
appariva inerme, il respiro lento forse le serviva come anestetico: sentirsi
aprire non per tutte &egrave un
piacere, anche a me non piaceva, ma 10 mila sono 10
mila, mentre per lei ci sarebbero stati solo cazzi e stop.
Lei non era
destinata a diventare organizzatrice di niente, sarebbe rimasta cameriera a
vita, mentre per me o
si aprivano altre possibilità economiche oppure si
sarebbero potute aprire le porte della prigione.
Mentre ero nuda notai che era proprio grande il cazzo di A mentre F lo aveva
decisamente
di dimensioni inferiori :quello di Antonio lo conoscevo già ed era
simile ma più sottile di
quello del direttore.
Antonio aveva portato dell’olio
ma F ebbe l’idea di farsi succhiare e bagnare per bene il
cazzo da me.
F:
“Scusa direttore, ma abbiamo quì due bocche tutte per i nostri cazzi…”
A:”Una
boccuccia se per caso ti riferisci alla Signora Piacentini …e un piccolo
forno se
invece parli di Rosangela ah ah ah ah: levale il bavaglio , voglio
sentire se grida… mi
piace quando supplicano di smettere”
F: ” Si ricorda
direttore di quella fruttivendola che voleva continuare ad andare in rosso?

Certo che dovetti usare tutta la mia forza per tenerla ferma …ma come
strillava, come
strillava…meno male che era ora di chiusura ed erano andati
via tutti!”
Antonio: “La Signora Piacentini dovrebbe saperci fare anche con la
bocca: hai avuto una bella idea F! ”
A: “Voi fate come volete, userò i sistemi
tradizionali e se le farò male, pazienza!”
Mentre i due uomini si
posizionarono ai miei lati, entrambi mi presero le mani e le
portarono
all’altezza dei loro cazzi, già un po’ in tiro; vedere delle abbondanti nudità

fa un certo effetto,almeno sui maschi: così cominciai a stimolarli e con
noncuranza
cercai anche di vedere il momento clou della serata, ossia la
deflorazione anale di
Rosangela.
Rosangela per la prima volta, conscia che il
suo momento era arrivato e non più
rinviabile , disse con flebile voce:

“Direttore, la prego, faccia piano…come sa, sono vergine, non mi faccia
soffrire…
la prego…”
L’uomo era dietro di lei, le allargò i glutei e con
una gamba si fece spazio tra le
sue gambe divaricate: le avevo lasciate io
così per facilitare il movimento dietro
di lei.
Il suo culone appariva
appiattito per via del peso,della mole: vidi il cazzone di A
che ,tenuto come
una spada,come un cacciavite, pareva armeggiare nel pertugio
della donna.
Quasi
a voler essere sicuro di passare per la porta stretta, termine con cui i
maschi
definiscono il buco del culo delle donne.
Rosangela: “Ahhhhh fermo! fermo !
ahhhi aahhahah maledetti maledettiiiii!”
E pestava con i pugni, graffiava il
tessuto del divano,piangeva più di rabbia che
di dolore:eppure non era ancora
stata penetrata,non era ancora aperta, i suoi
glutei erano stretti,
intravedevo i muscoli contratti nello sforzo e che stringevano
la testa di quel
mostro di carne che,inevitabilmente, nel giro di poco tempo si
sarebbe fatto
strada tra le pareti anali.
Ahhhh ahahhahh ahhhhh furono i lamenti di Rosangela: ogni volta che sentivano
questi suoni
i cazzi dei due uomini pulsavano,diventavano più grandi e grossi,
o almeno alle mie mani venivano
trasmesse quelle impressioni.
Un lungo
ahhhhhahaahahah di Rosangela e una parte del cazzone di A era riuscito a
passare e
a superare la sua resistenza: ormai non era più vergine e solo dei
sospiri accompagnavano la
penetrazione.
Forse lei pensava che il peggio fosse
passato,ma in realtà doveva ancora arrivare:ero quasi certo
che lui l’avrebbe
messa carponi, che sarebbe entrato e uscito per intero dentro di lei, che non
le
avrebbe dato tregua.
Accadde tutto quello che avevo immaginato ma,come spesso succede,
la realtà
supera l’immaginazione e la fantasia:arrivò il mio turno.
Dopo aver visto
entrare e uscire più e più volte dal deretano di Rosangela
il cazzone di A,
dopo aver sentito decine e decine di Ahhh aahhai nooooo
vi pregooooo ahaahahah
uscire dalla bocca della donna, dopo aver osservato
il largo cratere lasciato
dal duro lavoro di A nel didietro della cameriera…
ecco che i nodi venivano
al pettine.
A:”Ora tocca a lei ,Signora Piacentini…&egrave per lei che ho
organizzato questo
incontro. Lei &egrave al corrente di alcune cose…”
Ero
intimidita avendo visto il suo arnese al lavoro: osservavo fuoriuscire
lo
sperma dal buco ormai largo e slabbrato di Rosangela e pensavo che
avrebbe
riservato a me lo stesso trattamento o anche peggio.
Confidavo che avrebbe
dovuto riprendersi e poteva pure stufarsi: ero
troppo ottimista,forse.
Difatti
mi chiese di dare una leccatina al buchino della cameriera e ,
precisò, giusto
per eccitarmi un po’, per riprendere vigore.
Cominciai ad avere paura e a chiedermi davvero dove fossi finita e che razza di persona stavo diventando.
Con la coda dell’occhio mi parve di vedere gli occhi, sorridenti, di Rosangela che forse pensava di godersi o di prendersi una piccola rivincita.
Da vittima poteva diventare complice di A oppure un’aguzzina.
Il tempo passava e tremavo:eppure avevo promesso a M di essere disponibile e che non avrei fatto storie…

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