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Orgia

In vacanza con la collega

By 3 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ un sabato di metà giugno, mia madre mi telefona dicendomi che aveva appena vinto un buono di 400 Euro presso un’agenzia viaggi. Mi disse che lei &egrave mio padre avevano già organizzato le loro vacanze, mi chiese così se volessi utilizzare il buono, visto che valeva solo fino a settembre. La ringraziai, dicendole che ci avrei pensato’
In effetti non avevo previsto viaggi per l’estate, se non qualche eventuale ‘fuga’ dal week-end.
Non ho molti amici e qualche volta ero già andato in vacanza da solo, ma questa volta l’idea non mi attirava molto; dovevo trovare qualcuno che venisse con me’ Dopo aver chiesto a qualche amico e a un paio di cugini, con esito negativo, mi domandavo cosa fare’ Avevo voglia di andare in vacanza, ma non da solo come le ultime volte’
Pensai così ai colleghi d’ufficio’ anche se a dire il vero, al di là del rapporto lavorativo, non conoscevo bene nessuno di loro. In ufficio siamo in dodici (7 uomini, 5 donne), una mattina, appena tutti erano arrivati in ufficio chiesi l’attenzione e spiegai la cosa, chiedendo se qualcuno fosse interessato a partire in vacanza con me. Come immaginavo tutte le risposte furono negative, chi parlava di vacanze già organizzate, chi partiva con la famiglia, chi temeva problemi con il fidanzato, eccetera.
All’uscita dall’ufficio a mezzogiorno Paola, una collega, mi chiama in disparte dagli altri e mi dice: ‘Sai, la proposta della vacanza, un po’ mi interessa’ in fondo non ho previsto nulla di particolare per l’estate, ma avrei voglia di una bella vacanza” Si sentiva da come parlava che era molto titubante’
Paola ha 23 anni e, a dispetto della sua origine slava, fisicamente sembra piuttosto una nordica, alta, magra, capelli biondi naturali lunghi fino sotto le spalle, occhi scuri (l’unico particolare non tipicamente nordico), seni non abbondanti ma belli sodi e un culetto tondo.
Fino a 5 minuti prima, andare in vacanza con Paola poteva sembrare un sogno irrealizzabile, ora invece era molto vicino alla realizzazione e non volevo perdere l’occasione. Non sapevo se e cosa sarebbe potuto succedere, per ora mi importava aver trovato qualcuno con cui andare in vacanza, il fatto che questa persona fosse Paola, lo consideravo una specie di ‘bonus’.
Quindi le risposi: ‘beh’ l’offerta l’ho fatta, basta che tu dica di si e possiamo partire” ma c’erano alcuni problemi da risolvere, che mi elencò: ‘&egrave che ci conosciamo poco all’infuori del lavoro’ e poi come reagirà il mio fidanzato se gli dico che vado in vacanza con un collega’ e non da ultimo devo valutare l’aspetto finanziario” Avevo capito che il problema principale era il fidanzato, che io avevo conosciuto una volta di sfuggita.
Risolti questi problemi (sembra che al fidanzato abbia detto che partirà con un’amica) ci trovammo a scegliere la destinazione, eravamo concordi di recarci al mare, la meta prescelta furono le Canarie, Tenerife per la precisione. Ci recammo in agenzia per prenotare, scegliemmo un albergo a 3 stelle abbastanza economico e naturalmente prenotammo due camere singole. Dedotto il buono, la spesa si aggirava attorno ai 300 Euro a testa.
Venne finalmente il giorno del viaggio. La partenza fu un po’ laboriosa, in quanto il suo fidanzato volle a tutti i costi accompagnarla in stazione; dovemmo chiedere a una sua amica di fingere di partire con Paola, io sarei salito alla stazione successiva’ Il resto del viaggio (circa 2 ore di treno e 2 ore e mezza di aereo) trascorse sereno, ne approfittammo per conoscerci meglio.
Arrivammo in albergo verso le 18:30 (ci assegnarono due camere vicine) abbastanza provati dal viaggio e dal caldo delle Canarie. Ci prendemmo un oretta di tempo per rinfrescarci e disfare i bagagli prima di andare a cena. Mangiammo in una taverna nei pressi dell’albergo e, vista la stanchezza, ritornammo subito alle rispettive camere dandoci appuntamento per il mattino successivo.
I primi tre giorni passarono tranquilli’ giornata al mare, cena in qualche ristorante tipico e serata tra bar, pub, discobar, discoteche, ecc’ Eravamo entrambi contenti di come procedeva la nostra vacanza’ Però avevo un tarlo che mi rodeva’ vedere Paola tutti i giorni in spiaggia con il suo bikini bianco, che quando era bagnato diventava semi-trasparente, era già sufficiente per farmi eccitare; a questo va aggiunto che inevitabilmente i nostri corpi entravano più volte in contatto, spalmandoci a vicenda la crema solare sulla schiena, nuotando e giocando nel mare, ballando la sera, schiacciati in un pub affollatissimo, ecc. Tutto questo contribuiva a far crescere l’eccitazione in me, e (ne ero convinto, pur non avendo la certezza) anche in lei.
L’apice fu raggiunto la terza sera, dopo cena ci recammo in un discobar, ballammo buona parte della serata ed eravamo forse anche un po’ allegri a causa di qualche birra’ verso fine serata il DJ aveva proposto alcuni lenti, l’ultimo dei quali lo ballai con Paola. Uscendo dal bar l’eccitazione in me era al culmine, anche lei pareva eccitata e probabilmente non solo a causa delle birre… Avrei voluto ‘saltarle addosso’, ma non volevo rischiare qualche azione avventata che compromettesse il resto della settimana. Decisi di spiegarle tranquillamente come stanno le cose e cosa sto provando nei suoi confronti. Mi disse: ‘Sono abbastanza confusa, anch’io provo delle sensazioni verso di te, ma devo anche ricordarmi che sono fidanzata, anche se non &egrave facile a 2000 km di distanza e con un’altra persona accanto’. Avrei voluto dirle ‘fregatene, qualunque cosa facciamo il tuo ragazzo non lo saprà’, ma (sempre per non rovinarci le vacanze) preferivo che fosse lei a prendere una decisione. Le dissi allora: ‘Ti lascio il tempo di rifletterci’ mi dirai qualcosa domani’ e per quella sera ci salutammo così.
Passai la notte insonne, pensando alla risposta che mi avrebbe dato e a come mi sarei comportato in base alla sua risposta. Seppi poi che anche lei non aveva dormito, pensando a come comportarsi, a cosa rispondermi.
La colazione del mattino successivo fu una ‘scena muta’, ci scambiammo appena un ‘ciao’. Prima di andare in spiaggia, mi chiese di fare due passi in un posto tranquillo per poter continuare il discorso della sera prima. Mi disse così: ‘Stanotte non ho dormito per riflettere su quanto mi hai detto e sono arrivata ad una conclusione. Tu mi desideri e devo confessare che in un certo senso ti desidero anch’io e poi devo anche dire che ultimamente con il mio fidanzato non va molto bene dal punto di vista sessuale. Non ti do completamente carta bianca, però possiamo lasciarci andare un po’ di più” Le risposi: ‘Ti ringrazio e se farò qualcosa che non ti va, potrai fermarmi in qualsiasi momento.’ Paola aggiunse ancora: ‘Però ricordati che questo vale solo durante questa settimana di vacanza, al ritorno amici come prima.’ Comprensibilissimo, ma sapevo che al ritorno (almeno per me) sarebbe stata dura.
Arrivati in spiaggia, come ogni mattina ci spalmammo vicendevolmente la crema solare sulla schiena, ma questa volta non mi limitai alla schiena, scesi a carezzarle il culo sopra il bikini; ebbe un leggero sussulto e mi sussurrò: ‘non approfittarne troppo però”, ma non oppose alcuna resistenza. Tra me e me pensai che era solo l’inizio’ Entrati in acqua, come gli altri giorni nuotavamo, giocavamo, eccetera, ma stavolta mi facevo meno problemi a toccarla. A un certo punto ci trovavamo immersi nell’acqua fino alle spalle e relativamente isolati dalle altre persone che erano in mare; con un gesto improvviso le slacciai il reggiseno del bikini e me ne impossessai, infilandolo nel mio costume per non perderlo. Istintivamente Paola si coprì i seni con le mani e mi disse: ‘Ti prego almeno non dove ci vedono tutti’ Mi guardai attorno, non c’era nessuno nel raggio di almeno 40-50 metri, inoltre i suoi seni rimanevano sott’acqua e davamo le spalle alla spiaggia, quindi praticamente nessuno ci stava vedendo. Le dissi: ‘come puoi constatare, non ci sta guardando nessuno” Mi portai alle sue spalle, la cinsi con le braccia, spostai le sue mani dai seni, sostituendole con le mie. Era visibilmente nervosa’ le vidi per la prima volta i seni completamente scoperti, erano di taglia media, belli sodi. Iniziai a massaggiarglieli con le mani, vedevo che si stava rilassando un poco; man mano che proseguivo il massaggio, aumentava il rigonfiamento nel mio costume, se ne doveva essere accorta visto che premeva contro il suo culo. Continuai il massaggio scendendo con le mani sul suo ventre fino ad arrivare all’orlo degli slip. Con un dito percorsi due o tre volte il contorno degli slip, poi tentai di infilarci una mano sotto, ma mi fermò dicendomi: ‘Ti prego fermati! Ti lascerò continuare quando saremo soli in albergo” le chiesi: ‘Promesso?’ con la testa fece un cenno affermativo, mi staccai allora da lei e le restituii il bikini.
Il resto della giornata in spiaggia trascorse sereno, ma i nostri sentimenti erano contrastanti’ io avevo voglia di lei, ma d’altra parte non volevo esagerare con certi comportamenti per non rovinare la nostra amicizia. Lei aveva detto di starci, di aver voglia di me, ma non era convinta di voler arrivare fino in fondo.
Nel tardo pomeriggio rientrammo in albergo, entrambi sapevamo bene cosa sarebbe successo (o perlomeno quali fossero le mie intenzioni). Nel corridoio prima di arrivare alle camere le dissi semplicemente: ‘Camera mia o camera tua?’ naturalmente aveva capito cosa intendevo e mi rispose: ‘Preferisco in camera mia’.
Naturalmente dopo il bagno in mare ci voleva una bella doccia; la cabina della doccia non era grandissima, ma sufficiente per accogliere 2 persone. Ci spogliamo e dopo aver aperto l’acqua calda entrammo nella doccia; ci insaponammo a vicenda, ovviamente io mi soffermai soprattutto attorno ai suoi seni, alla sua vagina e al suo culetto e lei si soffermò sul mio membro che stava già avendo un’erezione niente male. Dovevo assolutamente penetrarla, ero stufo di attendere, le chiesi ‘sei pronta?’, avendo capito a cosa mi riferivo, con la voce un po’ tremolante mi disse: ‘non so’ proviamoci’. Non me lo feci ripetere due volte’ il suo buchino era già lubrificato dal sapone, l’operazione sarebbe stata semplice. Le feci appoggiare la schiena contro la parete, le sollevai le gambe tenendole sotto le ginocchia e con un solo colpo deciso la penetrai. Emise un grido, non capii se era di dolore, di godimento o di angoscia, ma preferii non chiederglielo. Rimasi qualche attimo fermo, per lasciare adattare il suo buco alle dimensioni del mio membro. Con la bocca succhiavo i suoi seni che erano diventati duri, sentivo che progressivamente si scioglieva, la tensione iniziale stava sparendo. Cominciai così a stantufarla dapprima lentamente poi sempre più velocemente fino a farla arrivare all’orgasmo che inondò il mio pene accompagnato da un urlo liberatorio, urlo che fece cadere le sue barriere morali che rimanevano, capii che da quel momento avrei potuto disporre di lei come volevo. Ma volevo godere anch’io, così continuai il movimento fino che venni anch’io e quasi contemporaneamente venne anche lei per la seconda volta. Uscii da lei, i nostri liquidi mescolati colavano lungo le sue gambe, ne raccolsi quanto possibile con la bocca e poi la baciai per farne assaporare anche a lei. Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo, nudo mi sdraiai sul suo letto, il mio membro dimostrava che avevo ancora voglia, Paola mi chiese: ‘Cosa vuoi fare adesso?’ Le risposi: ‘avvicinati e lo scoprirai”. Si sdraiò accanto a me, io mi spostai sopra di lei, cominciai a baciarle il collo, scesi verso il seno, le mordicchiai i capezzoli che sentivo indurirsi. Poi scesi continuando a baciarla lungo il ventre fino ad arrivare alla sua passera; con la lingua cercai il clitoride, cominciai a giocarci con la lingua e con le dita fino che lo sentii gonfio quasi da scoppiare. Paola si contorceva dal piacere, fu lei a chiedermi di prenderla. Entrai lentamente in lei, non volevo farla godere subito, così continuai a entrare e uscire da lei finché anch’io non fui vicino all’orgasmo, allora mi impegnai per cercare di venire contemporaneamente. Fu un orgasmo molto copioso per entrambi, mi chiedevo come i nostri corpi potessero contenere tutto quel liquido. Ci sdraiammo entrambi sfiniti sul letto. Paola sottovoce mi disse: ‘E’ stato bellissimo, il mio fidanzato non mi hai mai fatto godere in questo modo’, le risposi che avevamo ancora 3 giorni a disposizione per godere e per ringraziarla le diedi un bacio sulla bocca. Quella sera dopo cena rientrammo subito in albergo talmente eravamo stanchi. Abbiamo dormito nella stessa camera, rimpiangendo di non aver saputo dall’inizio come sarebbero andate le cose, in modo da risparmiare qualche soldo’
Il giorno successivo in spiaggia sotto l’ombrellone accanto al nostro c’erano due ragazze che facevano bella mostra del loro topless. Un po’ provocatoriamente chiesi a Paola di mettersi anche lei in topless ma si rifiutò. Scoprimmo così che anche le nostre vicine di ombrellone erano italiane e ovviamente avevano capito cosa avevamo detto. Anche loro intervennero a incitare Paola a togliersi il sopra del bikini e dopo un po’ di insistenza mia e loro, Paola cedette. Facemmo conoscenza con le due ragazze, si chiamavano Chiara e Sandra. Chiara &egrave alta circa 1.65, capelli castano scuro, lunghi fino a metà schiena, occhi marroni, leggermente in carne, il seno poco pronunciato. Sandra &egrave più alta (circa 1.75), capelli neri fino alle spalle, occhi azzurri, il seno di grandezza media, bello sodo e corporatura con delle belle curve.
Venne il momento di fare il bagno in mare, vennero con noi anche Chiara e Sandra. Io e Paola, dopo quanto successo la sera prima, eravamo ormai abbastanza disinibiti, le toccavo e massaggiavo ripetutamente i seni, il culo da sopra il bikini e tutto il corpo. Ottenni quanto speravo: le due ragazze si ingelosirono, Sandra disse a Paola: ‘ci fate ingelosire, ti dispiace se il tuo ragazzo presta qualche attenzione anche a noi?’ Paola rispose: ‘Non c’&egrave problema, tanto anche se sembra così, in realtà non &egrave il mio ragazzo’. Io non mi feci pregare, subito mi avvicinai a Sandra, la strinsi a me e la baciai con un intreccio di lingue, intanto portai le mani sul suo culetto, si avvicinò anche Chiara che desiderava pure le mie attenzioni. Mi accorsi però che alcune persone ci stavano osservando, quindi ci interrompemmo, ma promisi alle due ragazze che ci saremmo rivisti! A Paola la cosa non dispiaceva, le mie attenzioni non sarebbero più state rivolte esclusivamente a lei’ Detto fatto fissammo l’appuntamento per cena. Dopo aver cenato girammo qualche bar della zona’ con qualche drink in corpo il seguito della serata sarebbe stato più facile’ Tutti volevamo la stessa cosa, quindi usciti dai bar, trovammo un posto un po’ appartato sulla spiaggia, illuminata soltanto dalla luna. Chiara e Sandra che erano piuttosto ‘allegre’ a causa dei drink bevuti, mi saltarono letteralmente addosso e mi spogliarono completamente; io naturalmente lasciai fare. Sandra si dedicava al mio membro, prendendolo in bocca, cosa che mi provocò ben presto un’erezione; Chiara mi infilò la lingua in bocca che si intrecciò con la mia e nel contempo mi massaggiava il petto. Paola per il momento stava a guardare. Le due ragazze lasciarono il posto a Paola che immediatamente si impalò sul mio membro in erezione e quasi subito venne. Chiara e Sandra erano impegnate in uno stupendo 69 e a guardarle mi arrapavo in maniera pazzesca, tanto che stantufavo Paola come un forsennato e i nostri orgasmi si susseguivano numerosi e copiosi.
Gli ultimi 2 giorni di vacanza trascorsero allo stesso modo, io mi sentivo assolutamente privilegiato per avere 3 donne che mi dedicavano le loro esclusive attenzioni.
Al rientro Paola mi disse che stava pensando all’ipotesi di lasciare il suo ragazzo per me; con Sandra e Chiara ci scambiammo indirizzi e numeri di telefono con la promessa di nuovi incontri piccanti.

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