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Orgia

La capanna

By 17 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero a ballare in quel locale insieme ad alcuni amici. Non ero proprio con loro, diciamo che ci eravamo trovati lì, perché io ero con la mia macchina in assoluta indipendenza. Mi chiamo Luca, ho vent’anni e sono un ragazzo carino, alto oltre un metro e ottanta, capelli neri abbastanza lunghi e fisico snello. Quella sera indossavo un paio di jeans aderenti e una camicia chiara, ma di questo a nessuno importa, nemmeno a me, soprattutto dopo la vista di quelle che io amo chiamare dee. Due ragazzi del mio paese, più grandi di me, si tenevano per mano insieme a queste due splendide ragazze. Non le vidi in maniera precisa, ma attiravano gli sguardi di tutti i clienti. Riuscii a osservarle meglio poco dopo, quando li trovai poco distante il bancone del bar. Stavano chiacchierando e facendo finta di nulla passeggiai loro vicino e Daniele, uno dei due ragazzi che abita poco distante casa e che ha 26 anni, mi salutò. Mi fermai da loro e dopo aver salutato Marco, l’altro ragazzo che di mestiere faceva il poliziotto e aveva già 31 anni, mi presentarono le due signorine. In quei pochi istanti di presentazione cercai di concentrarmi al meglio per studiare ogni minimo particolare delle due donne. La prima si chiamava Manuela, una ragazza alta e bionda, viso molto carino, con un vestito nero e bianco che le lasciava scoperte le spalle ma le copriva la scollatura, e che arrivava quasi fino alle caviglie, e ai piedi un paio di zeppe con la base in paglia, alte quasi 15 cm. Dal vestito si vedeva che non aveva molto seno, ma questo mi fece arrapare ancora di più, insieme alla scollatura vertiginosa che lasciava la sua schiena completamente scoperta e che lasciava percepire la totale mancanza di reggiseno. La seconda ragazza si chiamava Nadia, lei invece era mora e leggermente più bassa e rotondetta di viso, indossava una maglia bianca molto particolare e dei jeans molto attillati che le fasciavamo in maniera molto seducente le cosce e i polpacci, per arrivare alle caviglie contenute in un paio di sandali bianchi dal tacco paurosamente alto e a spillo. Marco mi diede uno schiaffetto sul volto dicendomi di svegliarmi. Non mi resi conto che erano già parecchi minuti che le fissavo. ‘ Vacci a prendere da bere piuttosto, tieni i soldi. ‘ Li accontentai e andai a fare la lunghissima coda davanti alla cassa. Mentre aspettavo mi giravo a guardarli, ridevano e si accarezzavano mentre io ero in coda al posto loro. Rimasi per parecchio tempo ad aspettare i loro drink e faticai non poco per portargli integri. Ma al mio arrivo quasi mi insultarono per il tempo impiegato. Daniele iniziò a rendermi partecipe dei loro discorsi, ma quando meno me l’aspettai tirò fuori un argomento che era rimasto segreto per parecchio tempo. Raccontò loro che tempo prima mi avevano pizzicato mentre facevo un pompino imboscato tra le boscaglie in un campo del mio paese. I tre si misero a ridere soprattutto Marco, che un po’ mi conosceva ma questo aneddoto gli era fino ad ora sfuggito. Poi Manuela disse qualcosa nell’orecchio di Marco che annuì, poi diede le chiavi della macchina a Daniele e rimase solo con me. ‘ Senti Luca, hai qualcosa da fare ora? ‘ No, perché? ‘ Ti va di venire con noi? Le ragazze vogliono divertirsi anche con te. Se ti va ti aspettiamo a casa di Daniele, tanto sai dove abita, ma mi raccomando, ti vogliamo vestito bene. Capisci? Non con questa camicetta del cazzi, mettiti su qualcosa di più sexy, un bel vestitino da troia. Ok? ‘ Feci un cenno con la testa ed annuii. Tornai a casa molto velocemente, non volevo perdermi nemmeno un secondo di quella serata. Fortunatamente non avevo sudato tanto e quindi non ci fu il bisogno di alcuna doccia e nemmeno di depilarmi, visto che l’avevo fatto il pomeriggio stesso. Corsi subito all’armadio in cerca di un vestitino. Presi su un bell’abito blu elettrico che mi copriva fino a meta coscia e la scollatura. Misi su un bel completo intimo nero di pizzo e un paio di autoreggenti. So che non era il massimo mettermi le calze, ma non avendo proprio delle gambe snelle e femminili non volevo sfigurare fin da subito. Poi ai piedi misi un paio di tacchi che avevo comprato apposta per quell’abito, erano un paio di decolleté blu con la punta arrotondata alte una decina di centimetri. Mi pettinai un po’ i capelli e mi incamminai velocemente verso casa del mio amico. Mi aprì pochi minuti dopo lo stesso Daniele, che mi fece accomodare felicemente in salotto. Stavano già bevendo qualcosa e mi servirono subito un bel bicchiere pieno di alcool. Mi riempirono di complimenti e le stesse ragazze furono sorprese di vedermi in quelle vesti, non sembravo nemmeno io. Nadia mi prese a braccetto e mi portò in un’altra stanza mentre i miei due amici dedicarono le proprie attenzioni alla fortunata rimasta. ‘ Ti dico la verità, sei proprio bella così. Sembri davvero una bella troia. Ce l’hai un nome? ‘ Mi piace Carolina. ‘ Si è carino, Carolina la troia. Suona bene. Ora torniamo di la e ci fai un bello spettacolo vero? Ci fai arrapare come bestie giusto? ‘ Come vuoi Nadia. ‘ Tornammo in sala e la donna mise alzò la musica e si sedette di fianco agli altri che nel frattempo si erano liberati di qualche peso. Mi incitarono ad iniziare lo show e io li accontentai subito. Cercai di ballare il più sinuosamente possibile, aiutandomi con le sedie e il tavolo della sala. Mi stesi anche per terra gattonando in giro e ancheggiando il sedere. Intanto gli animi sul divano si erano scaldati a sufficienza, tanto che iniziarono a spogliarsi e a toccarsi furiosamente. Mi ordinarono di continuare e di non provare ad avvicinarmi, così mi tolsi il vestito rimanendo in intimo, calze e tacchi. Avevo una voglia pazzesca di assaggiare i loro cazzi, e le due donne lo capirono alla svelta quando videro i miei occhi ipnotizzati sui loro cavalli. Gli tolsero i pantaloni e iniziarono a succhiargli il cazzo, facevano apposta a farmi vedere tutto. riuscivo ad ammirare le loro lingue esperte carezzare le loro cappelle e lucidare quei due pali di carne. Gemetti piano, ma loro mi sentirono e mi dissero di masturbarmi per loro. ‘ Toccati il cazzo troia. Tanto abbiamo capito che ti piace guardare. ‘ Facci vedere come spruzzi, vogliamo vederti tutta bagnata troia. ‘ Continuavano a chiamarmi così, e più lo facevano più io impazzivo. Le loro voci mi erano entrate nel cervello, insieme agli spasimi dei due ragazzi. Alternavano leccate a offese, e poi piccoli ordini, e poi ancora leccate, e poi ancora ordini. Non capivo più nulla, volevo solo che quel momento non finisse mai. Poi le due donne si alzarono e si impiantarono sui loro cazzi. Erano sedute sulle loro gambe con il viso rivolto verso di me, mentre i due compagni dietro di loro si guardavano e si ammiravano in tale situazione. ‘ Lo vorresti anche te vero? ‘ Dicci la verità troia, vorresti anche te uno di questi bei pali conficcati nel culo? ‘ Feci cenno di si con la testa. ‘ Alza la voce troia, ci devi rispondere. Non penserai mica che stiamo attente ai tuoi segnali di merda. Abbiamo delle bestie conficcate nello stomaco. Rispondi a voce alta. ‘ Si cazzo. ‘ Manuela mi lanciò una bottiglietta di anti-zanzare che aveva nella borsetta. Era un tubetto cilindrico che assomigliava abbastanza ad un pisello. Lo bagnai un po’ con la mia saliva e scostando un poco le mutandine mi infilai la bottiglietta nel buchino. Stavo seduta su una sedia di fronte a loro e la posizione mi permetteva di infilarmela abbastanza facilmente e di sentire bene il suo effetto su di me. ‘ Guardate la troia come gode. è proprio una vacca. ‘ Avrebbe bisogno di più attenzioni. Dai ragazzi fateci vedere come vi divertite con lei. ‘ I due non sembrarono molto felici della proposta, in un secondo si videro scappare due fighe da paura per far cambio con una travestita. Ma quella delle due ragazze non sembrava tanto una proposta quanto un ordine e i due ubbidirono velocemente. Mi vennero incontro e mi buttarono per terra spingendo violentemente la bottiglietta più in fondo. Daniele la teneva ferma mentre Marco mi venne davanti e una volta inginocchiatosi mi spinse il suo grosso cazzo in bocca. Fu un piacere per me leccare quel ben di dio. Era un palo molto duro e grosso. Venoso e piacevole sia al tatto che al gusto. Mi piaceva soffermarmi sulla punta, stuzzicandogli la cappella per poi scendere veloce fino alla base, chiudendoglielo in una morsa tra le mie labbra. Inoltre mi piaceva scendere fino ai testicoli massaggiandoli con le mani e portandomeli sulla lingua, per poi leccarli e succhiarli forte. Intanto le due donne si divertivano a guardarci e rimanevano sdraiate sul divano a titillarsi fra le gambe. ‘ Dai Daniele, mettiglielo nel culo. Fa sentire quel cazzone che hai tra le gambe. ‘ Daniele si premurò di lubrificarmi il buchino con un po’ di gel e poi mi spinse il suo pisello nel sedere. Entrò diretto, senza fermarsi, lo sentii subito farsi strada e aprirmi in due. Si fermò solo quando senti il suo addome scontrarsi contro il mio sedere. Mi ritrovai con le labbra penetrate fra la fitta boscaglia di peli del mio amico Marco, che non tardò a bloccarmi la testa tenendola in quella posizione molto piacevole. Con la lingua gli leccavo l’asta, cercando di farla andare su tutta la lunghezza, mentre tenevo le labbra fisse alla base del suo arnese. Intanto dietro il buchino si era abituato velocemente e con le sue mani agganciate ai miei fianchi, lo sentii spingere con foga dentro di me. ‘ Ora basta però, mi sono rotto il cazzo di sto frocio. Non voglio sprecare il mio sperma per questo qui. ‘ Detto ciò i ragazzi mi mollarono e tornarono alle ragazze molto divertite dallo spettacolo. Tutto ciò che avevo fatto non aveva in alcun modo placato la mia voglia di sesso. Ne volevo ancora, ma soprattutto volevo quella maledettissima sborra. Volevo godermela tutta io, ma non ci fu verso di averla. Lo ragazze l’avevano capito bene che la volevo. E come prima, si divertirono a stuzzicarmi. Mi si piazzarono davanti per farsi sborrare sul volto. Gli tenevano stretti i coglioni mentre loro si dimenavano facendo roteare i loro cazzi intorno ai loro volti. Il primo a venire fu Marco, che spruzzò una buona dose di sperma sul volto di Manuela. Lei chiuse le labbra e ricevette tutto il getto sul viso. Rideva mentre veniva bagnata e con le dite raccoglieva quella che colava dai lati. Marco continuò a menarselo anche dopo essere venuto, voleva regalargli anche l’ultima goccia del suo seme. Poco dopo venne anche Daniele, in una sborrata potente e violenta. I suoi schizzi volarono fin sopra i capelli di Nadia, inondandole oltre che l’intera faccia anche il petto e le spalle. Daniele farfugliava parole di cui non si capiva il significato, ma dopo la sborrata non riuscì a far altro che stendersi sulla poltrona. ‘ E bravi i nostri due cazzoni. Era proprio quello che ci voleva, una sana dose di sperma. Lo senti il sapore Carolina? Questo è sperma di uomo. Il tuo di cosa sa? Che sapore ha lo sperma di una troia? ‘ Capendo cosa volesse dirmi iniziai a segarmi forte. Ero ancora seduta su una sedia a gambe aperte. Avevo tutti i muscoli tirati e mi stiravo per velocizzarmi a godere. Quando diedi i primi segnali di cedimento Manuela mi prese il cazzo in mano e mi fece spruzzare tutto il mio seme in un bicchiere di vetro. Dopo averlo riempito lo alzò facendolo vedere a tutti i presenti. ‘ Chissà che sapore ha lo sperma di un frocio. ‘ Ci avvicinò il naso per sentire l’odore. ‘ Sarebbe da provare, ma io ne ho già preso abbastanza. Quel bel cazzone di Marco mi ha assetata a sufficienza. Bevilo tu troia. Tu non hai ancora avuto niente e ho visto prima come colavi quando vedevi i loro cazzoni spruzzare vita nelle nostre bocche. ‘ Mi porse il bicchiere invitandomi nuovamente ad assaggiarlo. Lo avvicinai alla bocca e ne sentii il sapore. A me veramente piaceva sentire le cappelle esplodere sulla mia lingua, sentire i getti violenti colpirmi il viso, ma lo sperma è sperma e non potevo rifiutare un tale dono. Aprii la bocca e bevvi tutto in un solo colpo. Sentii la gola scaldarsi più di quando bevevo sambuca. Lo stomaco bollire e i battiti a mille. Un secondo dopo aver connesso di aver bevuto il mio stesso sperma, sentivo la voglia di ripetere l’operazione. ‘ Avete visto la nostra troia che brava? Si è bevuta i suoi umori. E ora dicci troia, come sono i tuoi umori da vacca? ‘ Sono buoni. Ne berrei ancora. ‘ Sei proprio una troia. Una grandissima troia. Pure il tuo sperma di sei bevuta. Troia! ‘ Le loro parole non facevano altro che riempirmi di fuoco. Avrei avuto ancora voglia dei loro cazzi e dei loro insulti ma non me ne diedero il tempo. ‘ Ora prenditi i tuoi quattro stracci e levati dal cazzo troia. Ti abbiamo fatto divertire abbastanza. Ora vogliamo farci sbattere da dei veri maschi. Ringraziaci del tempo che abbiamo perso con te e levati dai coglioni. ‘ Avete ragione scusate. Vi ringrazio per il tempo e per il divertimento. Buona serata. ‘ Mi spinsero a forza fuori di casa senza nemmeno darmi la possibilità di ricompormi. Erano le tre passate e cercai di sistemarmi alla meglio nascosta nel vialetto della casa. Nell’uscire dal giardino li vidi dalla finestre mentre avevano ripreso a giocare tra di loro. Quella a cui stavo assistendo era una scopata violenta, sentivo distintamente le loro urla agli attacchi di quei mastini del sesso. Vedevo le bocche delle due donne contorcersi ogni volta che ricevevano fino in fondo quei pali di carne. Passai una buona ora nascosta dietro la finestra a sbirciare i loro giochi. Sentivo il mio amico la sotto spingere contro il tanga di pizzo. Mi trattenni dallo sborrare in mezzo alla strada e mi contenni anche alla vista delle loro seconde colate di caldo sperma nuovamente sui loro candidi volti. Pensavo fosse finita lì, ma in realtà Daniele aveva pensato al modo per divertirsi con me. Non che gli interessassi veramente, lui era pieno di ragazze bellissime e disposte a tutto pur di fare sesso con lui. Cercava però qualcuno con cui potersi divertire nei momenti morti, ed io ero perfetto perché ero il suo vicino di casa. Mi invitò spesso a casa sua, sempre e solo per fare queste cose. Io lo sapevo e mi stava benissimo, mi piaceva potergli succhiare quasi tutti i giorni quel bellissimo cazzo. Un giorno andai a casa sua e ci chiudemmo in camera. Il mio compito era sempre lo stesso. Entrare in casa, fargli un pompino ed uscire. Quella volta però fu tutto diverso. Ero distesa sotto le lenzuola a succhiargli il cazzo. Gli piaceva vedere una figura femminile tra le coperte, così tutte le volte indossavo almeno l’intimo e delle scarpe. Tenevo apposto i piedi fuori dalle coperte in modo da farglieli vedere e farlo eccitare un po’ di più, e inoltre mi profumavo con fragranze femminili in modo da rendere il tutto più erotico. Dovevamo essere soli in casa, ma all’improvviso la porta si aprì e Daniele si spaventò tanto da saltare sul letto. ‘ Ciao Dani, oh scusa. Non sapevo avessi compagnia. Tolgo subito il disturbo. Comunque la tua amica ha delle bellissime scarpe. ‘ Disse tutto questo ridendo e se ne andò come niente fosse. Sua madre la conoscevo, era una donna bionda sulla cinquantina, ben tenuta di fisico e molto invidiata dai vari vicini. Se non sbaglio un paio di anni prima si era pure rifatta il seno. Doveva essere il regalo per un anniversario di matrimonio. Provai a tirarmi su dal letto ma Daniele mi fermò. ‘ Dove cazzo vai? Non penserai di uscire? C’è mia madre fuori e comunque finché non godo tu non esci. Torna giù. ‘ Come sempre non ebbi ne la voglia ne la possibilità di ribattere. Mi rituffai sul suo bel cazzo e conclusi il pompino in pochi minuti. Non ero vestita proprio da donna, avevo un paio di jeans molto aderenti e un paio di tacchi vertiginosi. Sopra indossavo una normalissima maglietta e per rendere un po’ l’idea avevo preso anche una borsetta. Arrivata a casa ricevetti una telefonata. ‘ Ciao Luca, sono Sara, la mamma di Daniele. ‘ Salve, mi dica. ‘ Daniele è in doccia e mi ha chiesto di chiamarti. Se puoi venire qui. ‘ Mi cambiai in fretta mettendomi addosso qualche abito normale e tornai in quella casa. Nel parcheggio davanti a casa loro però non trovai la macchina di Daniele ma solo l’Alfa della madre e così mi preoccupai un pochino. Entrai in casa e la signora mi accolse facendomi sedere sul divano. ‘ Allora Luca, come stai? ‘ Bene grazie. Ma Daniele le ha detto anche il motivo della chiamata? ‘ Ah, ecco, Dani è uscito un attimo ma mi ha detto che tornava subito. Ma ci facciamo due chiacchiere noi intanto. Ti piace la casa? L’abbiamo arredata a nuovo da pochi mesi. L’avevi già vista? ‘ No, è parecchio tempo che non entro, saranno almeno un paio di anni. ‘ Sul serio? Che strano, mi sembrava di averti visto poco fa nel mio vialetto. Ma evidentemente mi sbaglio. ‘ Eh si, infatti. ‘ Sai avevo visto proprio una bella ragazza uscire da casa mia, deve essere stata una delle solite puttanelle che mio figlio porta in casa. ‘ Mi stavo pian piano spaventando per il verso in cui stava andando quel discorso. Non potevo immagine che Daniele avesse raccontato tutto a sua madre. Ma non capivo come lei potesse avermi visto. ‘ Ti stai chiedendo come ho fatto vero? ‘ Come scusi? ‘ Stai cercando nella tua testolina il punto in cui hai sbagliato e non lo trovi, giusto? Ti stai chiedendo come mai sei qui. Lo sai ma non lo vuoi ammettere. Non c’è problema Luca. Te lo dico io. Sei qui perché sei una troia. Ti ho visto benissimo quando te ne sei andato. E si sente ancora il profumo che ti sei messo su. Ma quanto te ne sei messo? ‘ Ero rosso di vergogna. Non sapevo cosa fare, o come comportarmi. Purtroppo o per fortuna lei aveva le idee abbastanza chiare. ‘ Ascoltami bene, questo fine settimana io sono a casa da sola, non prendere impegni. Ti presenti qui alle 10 di sabato, portati pure qualche cambio perché non andrai a casa, nemmeno per dormire. ‘ Daniele mi chiamò per una festa che si sarebbe dovuta svolgere proprio quel fine settimana, ma come ordinato da sua madre, rifiutai contro voglia. Venerdì lo passai interamente a sistemare le cose per il weekend, preparai un paio di abitini, i tacchi con le relative borsette e sabato mattina mi precipitai con il mio borsone a casa di Sara. ‘ Lascia pure li la borsa, dopo la controlliamo. Ora mettiti li in piedi e presentati. ‘ Mi chiamo Carolina e ho 20 anni. Mi piace fare sesso e soprattutto fare i pompini. Non sono vergine in nessun buco e mi sento molto troia. ‘ Brava, e che bel nome Carolina, proprio un nome da troia. Ti piace vero farti chiamare così? Ascoltami bene Carolina, io non sono tua sorella, io sono una signora, stai attenta alle parole che pronunci. Tu sei la mia troia, ma io non sono la tua signora. Sono una signora, punto. Hai capito? ‘ Si signora. Io sono la vostra troia. ‘ Brava Carolina, dammi sempre del voi. Mancami di rispetto e ti farò pentire di essere nata. ‘ Mi aveva fatto capire da subito che era una persona autoritaria, già lo sapevo conoscendo lei e il resto della famiglia. I suoi figli non si permettevano mai di risponderle a tono e anche suo marito le permetteva molti sfizi, anche parecchio costosi. Il programma del fine settimana non lo conoscevo, sapevo solo che dovevo starmene buona e non farmi vedere dai vicini, cosa che non avevo nessuna intenzione di fare. Ci mancava solo che lo venisse a sapere tutto il paese. Però i progetti non tardarono a farsi più chiari quando verso mezzogiorno la signora rientrò dopo una mezz’ora scarsa, accompagnata da due uomini sulla trentina. Aveva un sorriso sgargiante e indossava un abito lungo color beige e bianco, che metteva in risalto la sua abbronzatura. Fece accomodare i due ospiti e come ordinato mi feci trovare all’ingresso con un paio di bicchieri di vino. Io non potevo bere, ma nemmeno parlare se non alle domande dirette. Per me questo era un vantaggio, perché amavo ascoltare i discorsi della gente. Fatto sta che dopo una chiacchierata su argomenti di lavoro di cui non capivo assolutamente nulla iniziarono a rivolgersi a me. ‘ Ascoltami Carolina, loro sono dei miei colleghi di lavoro e hanno pagato profumatamente questo incontro. Li vedi vero? Non sono i soliti coglioni a cui succhi il cazzo, li devi soddisfare altrimenti si arrabbiano. Vedi di farmi fare bella figura. ‘ Si signora. ‘ Grazie Sara, avevi proprio ragione, è proprio una bella troia. E ora alzati e vieni qui che ho bisogno di un massaggio al cazzo. ‘ Mi alzai e mi inginocchiai davanti a lui, gli tolsi i pantaloni e le scarpe, facendolo rimanere in maglietta. Aveva un bel cazzo scuro e grosso, era ancora moscio, ma si vedeva che era molto spesso. Rideva mentre mi vedeva imbambolata a tanta bellezza. Sotto di esso c’erano due palle enormi, che presi velocemente tra le mani iniziando a massaggiarle. Gli strofinai entrambe le mani fra le cosce un po’ sudate a causa del caldo, per poi stringerle sui testicoli e salire verso il cazzo. Lo massaggiavo con calma, godendomi ogni centimetro di quel palo. ‘ Bagnalo un po’ troia. ‘ Sorrisi alla sua richiesta ed alzai la testa sovrastandogli il cazzo con il viso. Raccolsi della saliva e la lasciai colare sulla punta. Poi con la mano la spalmai su tutta la lunghezza. E poi ne feci cadere ancora, e così via un paio di volte fino a che le mani scorrevano veloci. Sentivo dei gemiti uscire dalla sua bocca e le sue mani tenermi strette le spalle. Mi strinse forte ma senza farmi male, lo sentivo in mio possesso, sentivo quel cazzo pulsare e me ne diede conferma con le sue parole tremendamente oscene ed arrapanti. ‘ Sto per godere. Sara, questa troia è bravissima. Mi sta facendo impazzire. Vengo. Oh, si, vengo. Vengo! ‘ Non mi preoccupai delle sue parole e continuai il mio lavoro imperterrita. Dalla cappella uscirono dei dolci fiotti di sperma che lo colpirono sulla pancia. Le mani che scorrevano felici sulla sua asta si sporcarono un pochino del suo seme mentre la mia lingua finì a stuzzicare le sue palle ormai svuotate. Le tormentavo con la punta e ogni tanto le succhiavo tirandole forte. Rimasi parecchi minuti in una dolcezza impressionante con le mani ancora avvolte al suo arnese e con la bocca piena dei suoi testicoli. Sara mi accarezzò la testa. ‘ Ora basta Carolina, abbiamo capito che ti piace il cazzo. ‘ Con grande dispiacere lo mollai e mi alzai ripulendomi le mani con una salvietta. L’uomo si alzò avviandosi verso il bagno e sentimmo la doccia cominciare ad andare. ‘ L’hai proprio trattato bene il mio amico. Ora però voglio che tratti bene anche me. Fammi sognare con quelle belle manine da troia. ‘ Anche l’altro ragazzo aveva iniziato ad eccitarsi. Ma era un po’ più impulsivo tant’è che si spogliò da solo e mi mostrò subito un cazzone in tiro e voglioso di godere. Dopo un leggero pranzo Sara e i due uomini si ritirano in camera da letto. A me toccò pulire e sistemare la cucina, e mi toccò farlo con mio grande piacere in intimo e tacchi. A parte le scarpe che dopo un po’ incominciavano a darmi fastidio, il fatto di poter stare in tanta comodità mi faceva sentire bene. I vestitini per quanto sexy possano essere sono pur sempre stretti ed avvolgenti, invece l’intimo lasciava che l’aria fresca del condizionatore potesse accarezzarmi tutto il corpo. Dopo aver terminato le faccende fui chiamata al piano superiore da delle urla oscene. Entrai in camera e vidi un turbinio di carne avvolta tra le lenzuola. La testa di Sara emerse da un guanciale e la vidi sconvolta e distrutta. ‘ Troia del cazzo, non vedi che abbiamo bisogno di acqua? Non penserai che dobbiamo scendere noi vero? ‘ Corsi giù e presi un paio di bottiglie e dei bicchieri. Tornata su glieli porsi e vidi delle mani correre velocemente verso l’acqua e le bottiglie svuotarsi quasi all’istante. Essendomi avvicinata parecchio, potei vedere bene il corpo della signora ricoperto di sudore e pieno di quei fantastici cazzi. Si fermarono un momento per riprendere fiato ed ebbi l’occasione di parlare un po’. ‘ Oh, finalmente dell’aria. Per fortuna che si sono alzati. Ma quant’è che siamo qui? ‘ Un’ora signora. Un’ora abbondante. ‘ Porca troia. Non sono ancora venuti questi bastardi. Mi vogliono uccidere. ‘ Sara, ma perché non ci fate un bello spettacolino? Intanto che ci risolleviamo. ‘ No cari, mi dispiace. Sono già distrutta. Guardate come mi avete conciato. Ho una certa età io. Comunque ve la lascio volentieri. Forza Carolina, facci divertire. ‘ Mi passarono un fallo di gomma color carne. Era abbastanza grosso e largo. Seduta sul letto iniziai a bagnarlo e a spingerlo bene in fondo alla gola. Mi sentivo di nuovo una vera troia. Mi piaceva fare tutto questo ed essere guardata nel farlo. ‘ Ora basta, abbiamo capito che ti piace succhiare. Vogliamo vederti mentre ti inculi. Apriti quel culo da troia. Muoviti! ‘ Gli occhi degli spettatori si erano fatto seri, non ridevano più, volevano vedermi bene mentre mi aprivo il culo. Sara mi passò del gel e lubrificai al meglio il mio cazzone di gomma. Mi tremavano le mani, un po’ al pensiero di quel coso infilato dietro e un po’ per gli animi ormai bollenti dei due uomini. Aprii per bene le gambe e mi tolsi il tanga. Puntai la cappella sul buchino e spinsi piano. ‘ Si troia, così. Buttacelo dentro. Fallo sparire. ‘ Mi incitavano e mi applaudivano. Il viso mi si contorceva dalle emozioni intensissime. Ormai era dentro per metà e sentivo il sedere ormai diviso in due parti. Scorreva lento per evitare lacerazioni, e ogni tanto riprendevo a lubrificarlo con il gel. Mi guardavo ogni tanto il buchino, e lo vedevo oscenamente aperto. Vedevo proprio i lati aprirsi all’entrata di quel bastone e stringerlo in una morsa invincibile. I due si erano ormai ripresi e la loro voglia era di nuovo salita alle stelle. Presero la signora e la violentarono di nuovo, mentre io fui costretta a continuare una doppia piacevole sofferenza. Non capivo se godevo di più nell’avere il buco completamente occupato o nel vedere uno schianto di donna occuparsi in maniera sublime di due bellissimi cazzi. Quando anche io iniziai a gemere i due uomini diedero il premio che Sara si meritava. L’uomo rinchiuso tra le sue gambe si lasciò esplodere dentro la sua figa pulsante, mentre l’uomo di fianco a lei non riuscì a resistere dallo sborrargli sul petto. Sara rideva, era felice, e anche io. Mi ero fermata ad ammirarli, con il fallo ormai completamente introdotto, e la signora accasciata con i seni ricoperti di caldo liquido.

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