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Orgia

La prima notte di nozze

By 19 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Dalla serata della mia prima doppia penetrazione erano passati 4 anni e di nottate di quel tipo ne avevo accumulate diverse, sempre però con Giovanni presente. Avevo trovato l’uomo che faceva per me: mi piaceva fisicamente, era simpatico e divertente non geloso e che condivideva con me ogni mia fantasia sessuale aiutandomi a metterla in pratica. Le serate speciali si erano ripetute frequentemente ed io avevo superato abbondantemente la soglia dei 20 cazzi diversi presi, avevo inoltre condiviso con Giovanni diverse passere. Ogni possibilità che ci capitava la prendevamo al volo senza lasciarne passare nessuna. Fu così che quando Giovanni iniziò a lavorare, la cosa più naturale fu che andassimo a vivere insieme e che, nel giro di un anno, ci sposassimo. Volevo che al giorno del matrimonio corrispondesse una scopata speciale per cui, sotto il vestito da sposa, avevo curato particolarmente la biancheria e gli accessori. Avevo indossato una guepiere grigio perla di seta molto fasciante, con calze velatissime dello stesso colore il tutto completato da un tanga con apertura anteriore. Conoscendo i gusti di mio marito mi ero inoltre rasata completamente la passera lasciando una sola chiazza di peli nella parte superiore a forma di freccia ad indicare, caso mai ce ne fosse bisogno, gli ingressi. Per completare il tutto mi ero fatta fare da un artigiano un paio di scarpe su misura, sempre color grigio perla, con il tacco a spillo alto 13cm. Il tutto coperto dal vestito che così rendeva invisibile anche l’ultimo tocco: una giarrettiera rossa. Il matrimonio era andato benissimo, io avevo scelto come testimoni una coppia di amici mentre Giovanni aveva scelto Carmelo e Francesco che avevo già ‘conosciuto’ anche se separatamente. La cerimonia si era svolta alle 17 ed avevamo ricevuto gli ospiti per il rinfresco in una villa del ‘700 fuori città. L’edificio disponeva anche di alcune camere da letto per gli ospiti che venivano da più lontano e la direzione, come omaggio per il pranzo di nozze, ci aveva regalato la stanza più bella per la prima notte. La cena finì verso mezzanotte e dopo aver salutato tutti gli invitati salimmo nella nostra stanza. Giovanni, nonostante mi conoscesse benissimo sembrava uno scolaretto il primo giorno di scuola ed avevo dovuto difendermi, per tutta la serata, dalle sue mani che sembravano tentacoli. Appena entrati nella stanza però cambiai atteggiamento e mi inginocchiai davanti a lui slacciandogli i pantaloni e cominciando a leccargli per bene l’uccello che nonostante il molto vino che avevamo bevuto entrambi, era già bello dritto. Dopo qualche minuto di bocchino volevo anche io la mia parte e così mi alzai e sulle note del bolero di Ravel feci un mezzo spogliarello togliendomi l’abito. Giovanni mi fu subito addosso e mi ricambiò il favore dandomi, attraverso la fessura delle mutande, una splendida leccata. Nel frattempo armeggiava con le mani ed aveva liberato i miei seni per strizzarli e pizzicarli sui capezzoli dandomi grossi brividi di piacere. Nel giro di pochi minuti Giovanni era nudo mentre io mantenevo la guepiere seppur slacciata e tutto il resto ad esclusione del vestito. Giovanni mi mise allora alla pecorina sul letto e cominciò a montarmi dapprima lentamente quindi con un ritmo sempre più sostenuto cominciando a farmi godere. Quando fui molto su di giri, Giovanni gridò ‘sorpresa’ e dall’armadio uscirono completamente nudi e con i cazzi diritti Carmelo e Francesco. Ero troppo eccitata per dire qualcosa ed in men che non si dica mi trovai il grosso arnese di Carmelo in bocca mentre quello di Francesco, leggermente più piccolo, in una mano. Devo dire che la sorpresa mi era piaciuta moltissimo, e dopo un attimo di assestamento presi il comando delle operazioni ordinando a Carmelo di sdraiarsi sul letto per poi impalarmi sopra di lui e cominciando una splendida cavalcata. Giovanni e Francesco intanto li avevo fatti mettere davanti a me ed alternavo i loro uccelli fra le mani e la bocca. Dopo pochi minuti avevo avuto un altro orgasmo e Francesco che aveva voglia di chiavare si era posizionato alle mie spalle ungendomi per bene il buco del culo con delle sapienti slinguate. Quando l’ano fu ben rilassato ci infilò prima un dito poi due e quindi il suo uccello. La doppia penetrazione proseguiva a meraviglia, nel frattempo Giovanni ci riprendeva provando la telecamera che avevamo ricevuto in regalo girando così il nostro primo filmino porno. Stimolati anche da questa circostanza eravamo ancora più eccitati e nel giro di pochi minuti entrambi i maschi vennero a svuotarsi le palle sul mio viso e sulle mie tette insultandomi dandomi della vacca, della gran mignotta e della zoccola succhiacazzi. Giovanni intanto, dopo aver ripreso la scena passò la telecamera a Francesco e venne anch’egli menandosi il cazzo e sborrandomi in faccia. Ma la serata non era ancora terminata. Andai in bagno a farmi una doccia, volevo provare qualcosa di nuovo e così, uscita dal bagno, comincia a succhiare i tre cazzi a rotazione finch&egrave non furono di nuovo pronti per chiavarmi. Questa volta Carmelo su mio desiderio prese in mano la telecamera e mi riprese mentre mi infilavo a spegnimoccolo rovesciato sul cazzo di Giovanni, quindi invitai anche Francesco ad entrare nella passera e piano piano riuscii a prendere quasi completamente due uccelli in figa. Ci mettemmo un poco di tempo a trovare la sincronizzazione dei movimenti ma quando la raggiungemmo cominciai a godere e non smisi per alcuni minuti; la cosa piacque anche ai due maschietti visto che nel giro di altri 10 minuti entrambi vennero in figa. A questo punto Carmelo disse che vista la serata speciale anche lui voleva darmi qualcosa di speciale e mi disse di mettermi culo all’aria. Il mio culo quella sera era già stato allargato da Francesco e così l’impresa che, in condizioni normali mi sarebbe sembrata impraticabile, mi parve possibile tanto da cercare di aiutarla. Lentamente e dopo essermi girata per far colare un pò di sborra dalla passera al culo a mò di lubrificante, Carmelo cominciò ad appoggiare il suo enorme arnese al mio sfintere ed un colpetto alla volta riuscì ad introdurre la cappella. Quindi dopo essere rimasto fermo per un paio di minuti ricominciò a spingere sempre lentamente fino a quando con un colpo secco mi infilò quasi metà del suo uccellone. Per un momento fu un dolore tanto lancinante da togliere il fiato ma poi, quando cominciò a pomparmi gradualmente, il buco cominciò a rilassarsi ed un grande calore mi saliva fin quasi al cervello ricominciando a farmi godere. Dopo 10 minuti di questo trattamento Carmelo eruttò quello che gli era rimasto nei coglioni dentro il mio ano con dei lunghi gemiti di godimento. Al termine di questa inculata crollai sul letto stanchissima e stravolta ma soddisfatta e mi addormentai in breve.

Al solito attendo commenti e suggerimenti al mio indirizzo nadiagang@cheapnet.it

Ciao
Nadia

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