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Orgia

La prima volta al privè

By 8 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

1/
Il sogno di tutte le donne, specie di quelle disinibite e fantasiose come te. E’ da tempo che ti rigira nella mente un desiderio, di volta in volta più forte: chissà come dev’essere un club priv&egrave. Quanto meno, tu sai bene come dovrebbe essere per poterti piacere. Lo immagini come un luogo intimo, anonimo e spregiudicato; un posto dove nessuno ti conosce e dove tutti per te sono sconosciuti; un luogo dove sbizzarrirti senza limiti, lasciandoti andare ad ogni cosa, anche la più lasciva e peccaminosa, e perciò eccitante e invogliante.
Sondi il terreno con il tuo amico, quello al quale oramai hai raccontato ogni cosa di te, anche la più intima e segreta. Sondi il terreno, magari ne conosce qualcuno. L’importante &egrave che sia lontano da casa, si eviterebbero incontri imbazzanti.
Tra il dire e il fare si fa presto: te ne propone un paio, scovati su internet, il primo immerso nella campagna pugliese, il secondo nel silenzioso centro storico di una cittadina marchigiana. Scegli quello che ti pare più tranquillo e più “peccaminoso”. Per il resto, concordate ben poco: il tuo amico verrà con te, più per darti sicurezza che per vederti “all’opera”. Scegliete data, orario, partenza, albergo, e via: si va.
La tua scelta &egrave stata condizionata dal tipo di party che il sito internet del priv&egrave offriva per questo fine settimana: “Una contro tutti”, un titolo di sicuro effetto. Per te, sicuramente. Eccolo, il sogno che hai voglia di veder realizzato: entrare in un club ed essere l’unica donna a disposizione di un gruppetto di uomini pronti a… scommettere su di te!
Sabato sera, sette e mezza di sera. Entrate nel cortile di un bel palazzo d’epoca, nel centro storico di un paesino dell’entroterra pesarese. Piuttosto defilato, per essere in un centro storico, ma pensi che alla fin fine &egrave anche meglio. Ci sono una decina di auto, devono essere entrati già tutti. Vedi una donna uscire a passo svelto: sta andando via, meglio così, pensi. Ha dei jeans e un corpetto, &egrave molto alta, capelli castani ramati, dei lineamente molto raffinati.
Entrate anche voi, e ti sorprende il fatto che dentro di te non c’&egrave esitazione o timore. Solo curiosità, una fortissima attrazione che ti spinge dentro a passo svelto.
Ti ritrovi in un bel salone arredato con gusto: mobili e divani antichi, alcuni elementi moderni. Ci sono un paio di uomini sui 40, che vedendoti ti vengono incontro per presentarsi. La tua mente comincia a pregustare ciò che avverrà di lì a poco: un gruppetto di 4/5 persone, tu da sola alle prese con i due tipi che hai appena conosciuto, più il tuo amico, se capiterà.
Il tempo di metterti comoda, tra loro due, su un divano color avorio, a chiacchierare di argomenti più o meno ammiccanti. Ad un tratto, si aprono le due porte che sono nel fondo del salone. Entrano in 4 o 5, diverse età, diverso aspetto fisico, tutti distinti e apparentemente affidabili. Non sai se allarmarti o eccitarti: non avresti pensato di farlo con un gruppo di una decina di uomini, come prima volta potrebbe essere eccessivo. Capisci che non hai grande scelta, visto che ci sei. D’altronde, non &egrave che l’idea ti dispiaccia, anzi. Sono tutti molto carini, simpatici, divertenti, gentili: veri galantuomini, non ci saranno problemi, pensi tra te e te.
Mentre valuti il da farsi, alcuni di loro (quelli che ti sedevano vicino sin dall’inizio) cominciano a prendersi cura di te. Ti sbottonano la camicetta e la gonna, e tu li lasci fare volentieri. Sei seduta su un comodo divano antico, a braccia e gambe aperte, attorniata da uomini sorridenti: chi l’avrebbe mai detto!
All’unisono, alcuni di loro ti si avvicinano, e ti sorge il sospetto di aver fatto un cenno involontario per invitarli a farsi avanti. Ragioni poco, c’&egrave altro da fare: i tre giovanotti ti porgono i loro pantaloni sbottonati, vogliono che siano le tue mani ad infilarsi lì dentro.
I due seduti accanto a te, nel frattempo, si stanno dilungando a prendersi cura delle tue tette. Ti hanno lasciato indosso il reggiseno, scostandone le coppe e lasciando affacciarsi i tuoi capezzoli e le tue aureole larghe. Ognuno te ne succhia uno, poi lo mordicchia, poi lo tira un po’ all’insù, poi lo accarezza con la mano, poi lo bagna ben bene con la lingua e ritorna a succhiartelo a lungo. Esattamente come piace a te.
Intanto un altro di loro ti si &egrave inginocchiato davanti, ti ha scostato i bordi del tuo intimo e ha cominciato a leccartela con tutta calma. Riesci ad accorgertene soltanto sentendo la sua bocca, attorniata come sei da così tanti uomini in cerca di piacere. Per aiutarlo, allarghi ben bene le gambe affinch&egrave guadagni la posizione migliore per spingersi fin dentro di te.
I due che ti porgevano i loro pantaloni rigonfi salgono in piedi sul divano, alla tua destra e alla tua sinistra. E provvedono loro a liberarsi degli indumenti superflui. Afferri con le mani i loro due uccelli, hai voglia di prepararli al meglio. Noti che sono tutti, non solo quelli che hai nelle mani, ben levigati, scolpiti, depilati, morbidi. Insomma, molto invoglianti.
Ti giri un po’ verso l’uno, un po’ verso l’altro, per seguire con lo sguardo il su-e-giù delle tue mani. Ti &egrave sempre piaciuto guardarteli, i tuoi partner, mentre li “tieni in pugno”. E sai anche che &egrave una delle cose che ti vengono meglio…
Passano altri cinque minuti, sempre in quella posizione e con quella compagnia: i due dei quali impugni gli uccelli, i due che stanno giocherellando con le tue tette, e il tipo che ha il volto ormai intriso dei tuoi umori.
Poi, cambiate posizione. Ti fanno girare, in ginocchio sul divano, a gambe bel divaricate e schiena inarcata in avanti. I due che prima afferravi ti si pongono di fronte: &egrave l’ora di succhiarli entrambi, non potrebbe essere altrimenti. Con le mani li hai preparati bene, sono durissimi, pulsanti e ben scoperti. Gli altri si alternano dietro di te, entrando e uscendo senza lasciarti libera nemmeno un istante: mentre l’uno sta per scivolare fuori, basta uno sguardo d’intesa e ce n’&egrave già un altro che vi si infila deciso, spesso senza neanche attendere che il precedente sia uscito del tutto.
A un tratto il tuo amico ti viene vicino. Sfila letteralmente con una mano l’uccello che in quel momento stai degustando e ti sussurra nell’orecchio: “Ne vuoi uno molto più grande?”.
Lo vuoi, certo che lo vuoi. L’hai già provato, quella volta a casa di Sergio e Francesca, ed &egrave andata benissimo. Gli fai cenno di sì con la testa, mentre lasci che il tuo dirimpettaio immerga di nuovo il suo uccello tra le tue labbra, tutto intero, fin giù, fino in fondo.
Il tuo amico predispone un avvicendamento, poi torna al tuo fianco, accarezzandoti i capelli con la mano e sistemandoteli compostamente dietro alle orecchie. Lo guardi, lui ti guarda e ti sorride. Un istante dopo, senti qualcuno premere dietro di te. 2/
Capisci subito che la sorpresa sarà particolarmente grossa, in ogni senso, ma non vuoi ancora girarti a guardare di che tipo &egrave. Gli altri uomini che finora si sono presi cura di te, e ai quali hai offerto le tue cure generose, si dispongono tutt’intorno.
Li vedi un po’ tutti: chi &egrave andato a sedersi su una poltrona tenendosi compagnia da solo; chi &egrave seduto proprio affianco a te; chi &egrave venuto a sistemarsi di fronte a te, a portata di bocca; chi ti porta una tua mano sul suo uccello, desideroso di cure; chi prova a raggiungere i tuoi capezzoli stimolandoli con le dita. Due di loro sono in piedi, alla destra e alla sinistra dei tuoi fianchi, e ti tengono il bacino fermo con le loro mani, allargando il più possibile la tua apertura.
Senti premere, ma non ti giri. Capisci che sarà meglio rilassare del tutto ogni muscolo del tuo corpo, per riuscire a provare piacere oltre che a darlo. Senti entrare dentro di te un membro che dev’essere enorme, una sensazione di pienezza, di riempimento che dopo poco si trasforma in un incredibile appagamento.
Entra dentro di te pianissimo. Dopo, capirai che &egrave stato il tuo amico a premurarsi che tutto avvenisse con la massima piacevolezza. Dopo, il tuo amico ti racconterà che &egrave stato lui stesso a condurre con le mani quel membro eccezionale dentro di te, con una tenendolo accostato a te e con l’altra allargando la tua umida entrata.
Non ti era mai capitato che ne entrasse così tanto. Largo sì, l’avevi provato, e avevi assaporato il piacere di sentirlo strofinarsi sulle pareti della tua passerina accogliente. Ma fino in fondo no. E soprattutto, mai avevi sentito uno infilarsi dentro di te così a lungo, interminabili instanti dal momento in cui la cappella cominciava a farsi strada a quello in cui sentivi il suo bacino poggiarsi contro il tuo, alla fine della ‘corsa’.
La cosa comincia a piacerti sempre di più. Non solo il fatto in sé che un uccello strepitoso ti stia scivolando dentro senza che tu neanche sappia a chi appartenga. Inizia a piacerti e ad eccitarti l’idea stessa che tutto ciò stia avvenendo: che tu sia lì, con le mani e la bocca di tanto in tanto impegnate, mentre da dietro un personaggio dotato e misterioso ti sta penetrando.
Per goderti ancora di più la situazione, lasci scivolare una mano tra le tue gambe, ponendo indice e medio all’imbocco della tua passerina. La trovi bagnata, non credevi a tal punto. La tua intenzione &egrave di toccarlo, per sentire quanto e come sia grosso.
Lui e coloro che da dietro lo stanno aiutando capiscono. Lui esce, si ferma un istante, poi riappoggia la cappella sulle tue dita. E lo spinge dentro, come in una moviola.
Attraverso le tue dita sta entrando dentro di te l’uccello più lungo, largo, duro e morbido che ti sia mai capitato. E neanche riesci a capire come possa entrare tutto intero, ma se ci sta riuscendo ‘ ti dici ‘ significa che c’&egrave posto. E questo pensiero ti fa eccitare ancora di più.
Decidi di voltarti a vedere chi &egrave il possessore di quelle dimensioni. Non l’avresti mai immaginato, hai quasi un tonfo al cuore: stai facendo sesso con una statua di colore che più bello non potevi trovarlo! Un nero meraviglioso, chissà se un indossatore, un gigolò, un attore. Chiunque sia, non potevano regalarti di meglio.
Contenta di ciò che hai visto, torni a guardare in avanti, sia perché ci sono gli altri che pure dovranno avere qualcosa da te, sia perché ti piace l’idea di non vedere cosa ti accada di dietro. Mentre ti giri in avanti, scorgi che il tuo amico, intento ad agevolare in ogni modo quella indimenticabile penetrazione, abbassa la testa avvicinandosi a pochissimi millimetri dal tuo bacino.
Non dai peso più di tanto alla cosa. Un istante dopo, capirai le sue intenzioni. Avverti che ha cominciato a bagnarti delicatamente tutt’intorno alla tua passerina: il canale posteriore, il monte di venere, e ogni angolo di pelle che rimane ancora intatto tra le tue gambe.
Sei sicura che sia lui: non soltanto perché lo hai visto avvicinarsi, ma anche perché avresti riconosciuto il suo tocco tra mille altri. Ti era capitato qualche settimana prima, e ti era rimasto impresso. Gli avevi permesso, nel bel mezzo di uno stanco pomeriggio lavorativo, di dare una sbirciatina tra le tue tette, e poi di infilarsi fino al tuo capezzolo, lasciando che te lo inumidisse come piace a te, e avevi apprezzato il modo gentile ed esperto con cui aveva adoperato la sua lingua e le sue labbra. Tu appoggiata al bordo di una scrivania, con le tette appoggiate sul tuo reggiseno di pizzo bianco, le tue mani sotto di loro per tenerle bene, e lui un po’ più giù, a giocherellare con la tua pelle chiara, le tua aureole larghe, i tuoi capezzoli sempre più duri che vedevi entrare e uscire continuamente dalle sue labbra, una serie infinita di succhiottini e leccatine. Aveva anche provato un altro giochino, il tuo amico, grazie alle dimensioni generose del tuo seno: aveva provato a farti allungare la lingua fin sul capezzolo sinistro, voleva che lo leccassi insieme a lui. Non ti era riuscito, avevi appena sfiorato le sue labbra, e tutto era finito lì. Ti era piaciuto, un giochino breve e gradevole da conservare in un cantuccio della mente.
Il ricordo di quel brevissimo incontro &egrave ancora impresso nei tuoi occhi, quando ti accorgi che dal fondo del salone si &egrave avvicinata al vostro gruppetto la donna che avevi intravisto all’ingresso. Sai che i patti erano chiari: niente sesso saffico. Ma presto ti tranquillizzi,e torni a rilassarti: la bella mora ha raggiunto il tuo amico, gli si &egrave inginocchiata affianco, e si sta dedicando a baciarlo, raccogliendo la lingua di lui ogniqualvolta si stacca dai tuoi fianchi.
La cosa, del tutto nuova, dura un bel po’. Più volte provi a immaginare cosa stia avvenendo dietro di te, nei brevi intervalli costanti non senti la lingua del tuo amico bagnarti il sedere. Metti insieme ciò che senti, non ti va di girarti a guardare. Immagini che il tuo amico continui ad assaporarti da dietro con la sua bocca, mentre la statua di colore prosegue con dedizione il suo avanti e indietro provocandoti l’ennesimo sussulto; che poi se ne allontani per baciare la nuova arrivata. E immagini anche che loro siano lì, con le lingue pronte, a raccogliere i tuoi interminabili umori dall’immenso uccello che continua a penetrarti senza sosta (ma quanto durerà?); che uno dei due glielo lecchi finch&egrave ritorna dentro di te. E non osi pensare chi dei due possa essere.
Il trattamento del tuo amico e della bella mora, accompagnato ai colpi sempre più appaganti dell’enorme uccello nero, hanno prodotto effetti indescrivibili anche nelle tue zone posteriori, quelle che credevi più delicate e sensibili. Quel canale si &egrave incredibilmente ammorbidito, dilatato, rilassato.
Molti di coloro che sono nel salone prendono posto dietro di te. Intuisci al volo, o almeno credi, il prossimo fotogramma dell’avventura eccitante che stai vivendo. Ti fanno inginocchiare per terra, hai il volto sui cuscini del divano, le braccia allargate sui lati e le mani aggrappate ai morbidi braccioli. Si inginocchia anche il nero statuario, il quale continuerà ancora a esplorare la tua passerotta. Lo aiuti anche, stavolta, accompagnando i suoi ingressi con movimenti del tuo bacino, in modo di permettergli di raggiungere gli angoli più reconditi e sensibili. Nel muoverti, inarchi la schiena innalzando i tuoi fianchi verso il gruppo che ti &egrave dietro.
La doppia penetrazione ti mancava, hai sempre avuto troppa sensibilità in certe zone. Ma ogni regola conosce le sue eccezioni, e quella di oggi ne &egrave un esempio perfetto. Entrano dentro a turno, senza difficoltà, immergendo uccelli sempre diversi nel tuo sederino mentre il compagno nero continua a deliziarti. Piace a tutti, quella situazione, e piace anche a te. Ti senti totalmente riempita, il tuo corpo interamente appagato, la tua testa libera da ogni pensiero, sei intenta unicamente a goderti quell’occasione irripetibile.
Vengono a turno dietro di te. Senti un liquido sempre più consistente scorrerti dentro. Sono venuti tutti, sarai davvero inondata, neanche osi girarti all’idea di quanto ne hai raccolto. Distratta: manca lui, la statua nera, il capolavoro che sembra fatto d’ebano se non fosse per le volte che ti ha fatto gemere di piacere. Arriva anche lui: lo tira fuori all’improvviso, fa giusto in tempo ad appoggiarlo sul sederino ormai accogliente, la cappella vi s’infila appena, e lo senti venire come un fiume in piena. Merito tuo, pensi, come tuo &egrave stato il merito per tutti gli altri che sono stati con te. Eviti di pensarci, ma nell’intimo la cosa ti inorgoglisce.
Finalmente puoi stringere un po’ i muscoli. Tutto il liquido può scivolare via, ti guardano mentre il tuo sederotto ne continua ad emettere senza sosta. Qualcuno provvede a ripulirti, a leccartelo per bene, una toilette accurata. Sei inebriata, stanca, completamente rilassata. Per la seconda volta non osi pensare chi possa essere stato, se il tuo amico (che ormai ti ha conosciuta in tutto), l’avvenente signora castana, il nero imponente o chi altro.

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