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Orgia

Parigi

By 3 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Appena arrivate a Parigi Sofia conobbe il figlio del proprietario dell’hotel e quasi subito si rinchiusero in camera, io volevo godermi un po la città, così dopo aver passato la notte in giro per locali a bere e farci offrire da bere in cambio di baci e palpatine, il giorno dopo decisi di andare a prendere il sole, anche se non era ancora stagione c’era un bel sole e l’amico di Sofia mi aveva suggerito un solarium, dove si poteva prendere il sole in tranquillità. Nel pomeriggio c’erano solo due uomini sulla quarantina e una specie di bagnino, io mi misi in bikini, sbottonai il pezzo di sopra per non avere il segno e sciolsi i laccetti di quello di sotto, mi addormentai quasi subito. Fui svegliata da un tocco leggero che premeva verso il solco della mia figa, aprii gli occhi e uno dei due uomini mi stava toccando mentre l’altro stava i piedi a guardare, quello che mi toccava aveva letteralmente la bava alla bocca, era bruttino chissà da quanto non vedeva una figa da così vicino, decisi di lasciarlo fare e gli sorrisi per incoraggiarlo a continuare. Quel mio sorriso fu di incoraggiamento anche a quello che se ne stava in piedi che si chinò su di me e sulle mie tette’non ci volle molto per far volare via il mio reggiseno, visto che si era fatto sera e il solarium era deserto e poco illuminato mi lasciai andare ancora, allargai le gambe favorendo la penetrazione del dito di quello che mi stava massaggiando la figa.
I due uomini poi si arrestarono di colpo, il bagnino si era avvicinato e avevo urlato qualcosa in francese che io ovviamente non capii, pensai allora di sorridergli mi voltai verso di lui misi una mano sul suo pacco e lo cacciai fuori accogliendolo subito in bocca’diventò duro in bocca tanto che quasi soffocai. I due uomini allora ripresero con più foga, quello che stava sulla mia figa si chinò per leccarla e quello che stava sulle tette prese a baciarle mordicchiando i capezzoli di tanto in tanto. Quello che stava leccando la figa mi allargò le gambe e si posizionò in mezzo tirò i miei piedi sulle sue spalle e mi penetrò in un colpo solo. Quello che era sulle mie tette mi fece stendere e si inginocchiò vicino a me passando la punta del suo cazzo sulla mia faccia, mi voltai e iniziai a spompinare anche lui, il bagnino si posizionò dal lato opposto della mia faccia e così alternavo il bocchino prima a l’uno tenendo l’uccello dell’altro in mano. Poi il bagnino si stese a terra e i due uomini mi aiutarono a impalarmi su di lui, mi alzarono letteralmente di peso e fecero scivolare l’asta del bagnino nella mia figa’mentre il bagnino si muoveva sotto di me i due uomini mi ficcarono entrambi gli uccelli in bocca. Finché si dissero una cosa fra loro, l’uomo che stava a destra si mise dietro di me e iniziò a spalmarmi la l’olio per il sole sul buchetto di dietro, infilando prima 1 poi due dita e facendole roteare all’interno. Poi mi fecero alzare e mi misero il cazzo del bagnino nel culo facendomi scendere piano dall’alto mentre lui lo teneva ben fermo con entrambe le mani, quello che ancora non mi aveva scopata si posizionò sopra di me e prese a scoparmi dando il ritmo al bagnino sotto. Non mi ero mai sentita così piena, eppure continuavo a pensare a quello che non mi stava penetrando, gli feci capire di stendersi vicino a noi così potevo segarlo. Il bagnino fu il primo a venire, quello che mi stava scopando in figa si fermò uscì e mi fece posizionare a pecora, mentre pulivo il cazzo del bagnino entrambi gli uomini si svuotarono nel mio culo (non so chi per primo perché non li vedevo). Solo allora mi venne in mente di controllare l’orario perché si stava facendo davvero molto tardi, così misi il copricostume senza perdere tempo a rimettere il costume e mi fiondai verso la fermata giusto in tempo per prendere l’ultimo pullman per l’albergo. Mi sedetti sui sediolini in fondo, nel pullman notai subito il conducente che era un bel ragazzo sui trent’anni biondino con gli occhi chiari, un vecchio seduto subito dietro di lui (in pratica mi guardava in faccia) e un barbone avrà avuto una quarantina d’anni una pancia enorme una canotta bianca che col tempo era diventata nera e bucherellata come la sua pelle sporca interamente di terra. Lo sperma dal mio culo iniziò a colare fuori, pensai che potevo togliermi qualche sfizio visto che non ero venuta prima’così allargai le cosce e misi una mano per massaggiarmi, mi abbandonai a godermi di quel ditalino chiudendo gli occhi finché sentii un odore acre alla mia sinistra, il barbone si era spostato e si era messo proprio di fronte a me e si godeva lo spettacolo. Pensai che mi ero spinta un po troppo oltre così mi alzai e mi misi tra il vecchio che sonnecchiava e l’autista che sembrava completamente concentrato a guidare. Il barbone mi seguì e si mise dietro di me, la sua mano scivolò inevitabilmente sotto il copricostume, io accennai una protesta ma l’autista si voltò verso di me e sorridendomi mi fece l’occhiolino così lasciai fare al barbone che passò dal culo ai fianchi e mi sollevò il copricostume, mentre con la sinistra lo teneva su con le destra si insinuava nella fessura, io piegai un po le gambe affinch&egrave l’autista potesse vedere la mia fighetta, lui si girò e sorrise di nuovo, il barbone allora mi tolse completamente il copricostume, la sinistra stavolta stringeva interamente il mio seno mentre con la destra mi penetrava il culo, ricacciava le dita sporche di sperma e me le portava in bocca, io iniziai ad ansimare tanto che il vecchietto si svegliò e dopo un attimo di sbalordimento si accarezzò la patta dei pantaloni che si era leggermente ingrossata’allora il barbone mi spinse con la faccia fra le gambe dell’uomo, fu piuttosto brusco tanto che il vecchietto rimase interdetto, io allora mi lasciai trasportare dalla situazione sbottonai il pantalone e presi quel piccolo cazzo rugoso in bocca’c’era parecchia pelle in eccesso però in bocca lo sentivo cmq duro. Il barbone nel frattempo mi teneva le braccia dietro la schiena, mentre si abbassava la zip dei pantaloni e piantava il suo cazzo fra le mie chiappe, poi tenendomi per i polsi mi spinse verso di lui facendo entrare con non poca facilità il suo cazzo piccolo ma parecchio doppio’era tanto tempo che non veniva me ne accorsi perché dopo alcuni colpi mi sentii riempire l’intestino. Il vecchio prese la mia testa e me la spinse tutta in fondo, un piccolo getto di sperma mi colpì in gola, anche lui era già venuto ma io ero ancora a bocca asciutta. Il barbone se ne accorse mi fece sedere sulla sedia di fronte al vecchio posizionò una mia gamba sul sediolino del vecchio e l’altra lungo l’asta che serve per sorreggersi, ero oscenamente divaricata ed esposta, lui si chinò mi allargò le grandi labbra con quelle sue mani sporche, cacciò fuori la lingua e dal buco della figa fino al clitoride spingeva la sua lingua in profonde leccate, finch&egrave mi aggrappai al sediolino e venni schizzandogli addosso tutto il mio piacere. Il vecchio nel frattempo si stava segando, il barbone mi fece inginocchiare fra le gambe del vecchio e stringendomi le guance mi fece capire di aprire la bocca’un altro piccolo getto di sperma mi arrivò sulle labbra il barbone lo raccolse con il dito e me la portò alla bocca, gli succhiai il dito come fosse un cazzo. L’autista si fermò, mise le 4 frecce e disse qualcosa al barbone che mi fece alzare e mi portò da lui, aveva un cazzo magnifico lungo liscio con qualche venatura e una cappella lucida, mi sedetti a cavalcioni su di lui e muovevo il mio bacino in alto e in basso e ogni volta che scendevo lo spingevo avanti e indietro per godermi tutta la lunghezza di quel cazzo, quando iniziai a pensare che forse non gli piacesse lui mi spinse il cazzo fino in fondo aumentando la velocità riempiendomi del suo sperma. Quando ebbe finito il barbone mi prese di peso mi fece sedere sui sediolini più ampi e mentre l’autista riprese la sua corsa il barbone mi scopò affannandosi sopra di me’provavo disgusto e per le dimensioni di quel cazzo non sentivo alcun piacere, pensando però all’autista incrociai le gambe dietro la schiena del barbone e iniziai a godere seguendo con il bacino i suoi movimenti, venni urlando e abbracciandolo fortissimo, l’autista gli disse d nuovo qualcosa, così lui mi ridiede il copricostume mi spinse a sedermi su un sediolino un po più isolato ma con lo specchietto retrovisore proprio sopra (notai che l’autista di tanto in tanto sbirciava). Salirono delle persone sull’autobus e mi rimisi il copricostume e lui me lo strappò proprio all’altezza dei seni, mi allargò le gambe e senza farsi troppo notare mi masturbava tenendomi la punta del cazzo sulla spalla, ogni tanto me lo puntava verso la bocca dicendomi qualcosa che non capivo, io ogni volta giravo la faccia verso il finestrino, e lui ogni volta che lo facevo mi pizzicava il clitoride, dopo quasi un quarto d’ora che mi massaggiava così la figa, mi ficcò tre dita dentro tutto di un colpo e io fui ricoperta di sperma, la quantità maggiore finì sulle tette ma anche la mia faccia ne fu ricoperta, lui mi spalmò sulle tette quello che mi era caduto sul petto e quello della faccia me lo portò tutto in bocca. Ormai l’autobus era arrivato alla mia fermata, quando Sofia mi vide le sorrisi e le dissi che se voleva sapere quello che mi era successo doveva venire con me il giorno dopo’

La sera crollai per il sonno e il mattino dopo ero talmente stanca da non riuscire ad alzarmi dal letto’fui svegliata a metà pomeriggio dal respiro affannoso di Sofia, aprii un occhio per vedere cosa succedeva, vidi Sofia stesa affianco a me in il viso aveva un espressione di godimento e il suo ragazzo francese sopra di lei, lei mi fece cenno di far finta di nulla, così fingendo di continuare a dormire mi gustavo la scena con gli occhi socchiusi’Sofia si era tirata tutto il lenzuolo e non potevo masturbarmi altrimenti il francese se ne sarebbe accorto, sperai solo che finissero presto per poter godere anche io. Intanto vedevo il francese contrarre tutti i muscoli nello sforzo di piantare il suo cazzo sempre più in fondo alla mia amica, continuò così fino a quando la prese per le spalle e lasciandosi a un grido le venne dentro, quando estrasse il cazzo rimasi allibita, era enorme una cappella lucida che sporgeva su quell’asta lucida di umori di Sofia e sperma, avrei voluto leccarglielo fino a farlo indurire di nuovo per essere sbattuta anche io, ma non potevo far nulla. Sussurrò qualcosa a Sofia si rivestì la baciò ed uscì. Appena sentii la porta chiudersi presi la testa di Sofia e la diressi contro la mia figa, avevo bisogno di godere anche io e Sofia sembrava averlo capito benissimo, come solo lei sa fare mi diede piacere muovendo la sua lingua frenetica fra le labbra della figa, penetrandola ogni tanto, credo di essere venuta in pochi secondi, l’orgasmo esplose e con esso anche il mio grido liberatorio, le gambe mi tremavano e sembravo essere in estasi, la goduria non mi abbandonava, così mentre Sofia mi spiegava che jean (il francese) non voleva scopare perché io stavo nella stanza e lei l’aveva rassicurato che non mi sarei svegliata, io le misi medio e l’anulare nella figa a cercare lo sperma che le rimaneva dentro, ma non volevo farla godere perché non mi aveva fatto partecipare così appena finì di raccontare io estrassi le dita e le leccai gustandomi tutto quel misto di sapori. Quella sera decidemmo di andare in giro per locali da sole’Sofia voleva avere la mia stessa esperienza sull’autobus’magari saremmo state fortunate!
Finimmo i soldi quasi subito, così decidemmo di fare dei veri e autentici spettacolini per farci offrire da bere. Iniziammo con qualcosa di soft, salite su un tavolo ballavamo in modo provocatorio, poi Sofia si mise dietro di me e stringendomi per i fianchi mi dava il ritmo per ancheggiare’le sue mani scesero dai fianchi all’inguine, mi allargò le cosce, avevo messo degli short che sembravano una culottes (infatti avevo messo le calze a rete e niente mutandine) sopra portavo un top che si allaccia dietro con i nastrini e ovviamente non avevo messo reggiseno, quindi le mie tette ballavano e si muovevano libere. Sofia invece aveva il vestitino a tubino nero che mi aveva fatto mettere per la mia prima inculata, un perizoma di pizzo nero e niente reggiseno.
Quando Sofia mi allargò le cosce metà dei uomini del locale ormai ci stava fissando’io alzai la testa all’indietro poggiandola sulla spalla di Sofia e mi girai a leccarle il collo, Sofia intanto salì di nuovo verso la mia pancia fino all’elastico degli short, li spostò un poco e infilò la mano dentro, io le sussurrai all’orecchio ‘di già?’ lei tolse la mano e me la portò alla bocca, leccai le sue dita guardando in modo provocante un paio di maschietti che si erano accalcati sotto il tavolo a fare il tifo, mi voltai verso Sofia e ci baciammo facendo vedere in modo inequivocabile le nostre lingue che si intrecciavano, feci scendere le mie mani dai fianchi al culo e le alzai leggermente il vestito, una marea di fischi e urli ci incitavano a continuare, invece mi fermai e feci segno che volevo da bere’ci fu subito offerta una bottiglia di rum, l’afferrai passai attorno la lingua come se fosse un cazzo e me la misi in bocca simulando un pompino’Sofia nel frattempo mi aveva sbottonato il top e i miei capezzoli si indurirono all’istante, cacciai la bottiglia dalla bocca e lasciai scorrere un po di rum dalla mia bocca sulle tette Sofia si fiondò a leccarmele, quando ebbe finito di raccogliere fino all’ultima goccia io mi sedetti sul tavolo in modo da avere la testa all’altezza della figa di Sofia, lei capì subito cosa avevo intenzione di fare, allargò le gambe e mi mise la figa in faccia, io con i denti le ruppi il perizoma, un uomo molto elegante le alzò il vestito per far vedere cosa stavo facendo, così cacciai tutta la lingua fuori e feci vedere come la penetravo, poi presi la bottiglia bevvi un sorso e baciai quell’uomo passandogli il rum, Sofia si allargò le labbra con le mani ed espose la sua figa al pubblico io colsi l’occasione per penetrarla con la bottiglia, lei chiuse gli occhi e si accovacciò sul tavolo tenendo la bottiglia sempre dentro, io gliela tenevo sul tavolo mentre lei scopava saltellandoci sopra. L’uomo elegante divenne più intraprendente, si mise dietro di me facendomi appoggiare con le spalle sul suo petto e mi palpava il seno. Sofia si allungò verso di me e ci baciammo a quel punto il proprietario del locale ci chiese di contenerci, io di tutta risposta gli presi la mano e gliela misi sulla figa di Sofia, che a quel tocco venne come al suo solito schizzando sul tavolo e facendo scivolare parte del rum fuori, io mi fiondai a leccare sul tavolo e per farlo mi misi a quattro zampe, Sofia allora mi abbassò gli short esponendo il mio culo, si mise cavalcioni su di me e mi palpava il culo allargandomi le chiappe ed esponendo il mio buchetto, intanto parecchie mani palpavano le mie tette come se fossi una vacca da mungere, Sofia prese di nuovo la bottiglia e me la piantò nella figa tenendola alzata in modo da far scendere il rum nella mia figa e si chinò per leccare il liquido, per farlo si mise anche lei a quattro zampe sopra di me esponendo i suoi buchini, parecchi se ne approfittarono mettendo le loro mano ovunque, non so più quante mani avevamo addosso, ma era fantastico. A quel punto il proprietario del locale ci chiede di andare via. Noi eseguiamo a malincuore, ma una decina di uomini ci seguirono fuori, decidiamo allora di andare nel vialetto dietro il locale e loro continuano a seguirci, non ricordo come erano e comunque c’era poca luce per sapere se erano giovani vecchi belli o brutti. Io e Sofia ci stendiamo su una panchina io da un lato e lei dall’altro in modo che le nostre teste erano vicine e con le gambe aperte pronte ad accontentarli tutti, loro si mettono quasi in fila e uno per volta ci scopano in figa tutti, alternandosi tra me e Sofia, 2 di loro mi vennero nella figa e 5 addosso, a Sofia invece vennero in bocca e qualche goccia di sperma finì anche sul mio viso. Sofia si allungò il vestito sistemandosi meglio che poteva, io mi alzai gli short e cercai il top ma non lo trovai. L’uomo elegante era l’unico rimasto, si offrì di darci un passaggio ma noi declinammo l’offerta, non potevamo fidarci di entrare in auto con uno sconosciuto. Lui allora uscì in strada e ci chiamò un taxi, ringraziammo e io coprendomi i seni con un braccio gli diedi un bacio sulla guancia’salimmo nel taxi e dopo aver dato l’indirizzo ci ricordammo di essere senza soldi, così dopo aver detto ‘no money’ all’autista lui si stoppò e si girò a guardarci, era un uomo sulla cinquantina, con la barba incolta, brizzolato, le mani piene di calli. Io allora spostai il braccio dalle tette e gonfiai il petto, poi mi voltai verso Sofia le allargai le gambe facendo vedere all’autista che non portava le mutandine, lui si passò la lingua sulle labbra e abbassò il suo sediolino e quello vicino al suo, si sbottonò il pantalone e si massaggiò il cazzo, Sofia scivolò sul sediolino affianco al suo io mi allungai su di lei e le leccai la figa l’autista si avvicinò con il cazzo alla mia faccia e io lo accolsi fra le mie labbra gustandomelo e bagnandolo con la saliva, intanto continuavo a massaggiare la figa di Sofia, quando fu completamente in tiro l’autista si spostò fra le gambe di Sofia e la penetrò, mentre la scopava io continuavo a leccarle il clitoride e leccavo anche la parte del suo cazzo che usciva fuori prima dell’affondo’quando stava per venire l’autista mi prese per la nuca e mi spinse la faccia verso il suo ventre’lo sperma mi colpì direttamente la gola, tossii per quanto il getto fosse forte, ma ciò non mi impedii di finire il lavoro e pulirlo completamente. Quando il suo cazzo fu di nuovo pulito e lucido si sedette di nuovo al volante e guidò verso l’albergo, Sofia andò a prendere le chiavi della stanza mentre io corsi verso l’ascensore coprendomi i seni, quando le porte dell’ascensore si aprirono il cameriere dell’ascensore mi fece un largo sorriso, Sofia mi raggiunse subito disse il piano e salimmo, quando lui ci chiese la mancia io spostai il braccio dalle tette e gli sorrisi, lui fece per allungare la mano ma le porte dell’ascensore si richiusero prima che potesse toccarmi. Appena entrate in camera io e Sofia ci addormentammo senza nemmeno andarci a lavare, eravamo veramente stanche, però che fantastica serata!
Quando ci svegliammo eravamo veramente ridotte da schifo’decidemmo di farci una doccia veloce e calmarci un poco andando in giro per musei’infondo eravamo a Parigi e dovevamo goderci la città’quando tornammo era ormai già sera, il portiere ci disse che c’era un signore che ci aspettava, indicò un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta, brizzolato e molto curato nell’aspetto, ci avvicinammo e lui ci salutò prendendoci per mano e dandoci un bacio sulla guancia ad entrambe’poi ci disse in un italiano incerto che si era fatto dare l’indirizzo dell’hotel dal tassista’allora ci ricordammo era stato l’uomo gentile che ci aveva pagato il taxi. Ci disse che voleva proporci una serata particolare e che era disposto anche a pagare’Sofia quando sentì questo si mostrò parecchio interessata, lui spiegò che a casa aveva due signore che l’avevano cresciuto, ora avevano una certa età e non uscivano più tanto spesso di casa, però cercavano sempre qualche bella signorina disposta a rallegrare le loro serate. Sofia si illuminò ‘non c’&egrave problema’ disse con il suo solito sorriso malizioso’io in realtà ero parecchio spaventata’ ‘vengo tra due ore’ ci disse l’uomo andandosene. Sofia mi afferrò per mano con l’entusiasmo di una bambina mi disse ‘andiamo a prepararci!!’. Ci mettemmo entrambe un vestito leggero con una fantasia a fiori e sandali con tacco 15 un misto fra innocenza e sensualità’a me come al solito stringeva sul seno e sui fianchi mentre a lei scendeva a pennello…alle 20.30 bussò alla nostra porta jean Sofia non mi diede nemmeno il tempo per risponderle che aprì la porta ed uscì’e adesso che avrei dovuto fare l’uomo elegante sarebbe venuto tra una mezz’ora e io non volevo andarci da sola, ma non sapevo nemmeno come si chiamava come potevo avvisarlo??
Così quando arrivò io andai con lui, ero tesissima, lui cercava di parlare ma non capivo nulla di quello che mi diceva’ogni tanto quando lui rideva io gli sorridevo e pensavo alla situazione in cui mi ero cacciata. Arrivammo in una piccola villetta antica su due piani e con un piccolo giardino, lui parcheggiò e mi venne ad aprire la portiera dandomi la mano per uscire dall’auto.
Appena entrati c’era un piccolo disimpegno e le scale, lui mi fece segno di salire e mi fece entrare in una stanza con un largo divano a semicerchio appoggiato al muro, di lato al divano un tavolo stile giapponese e sull’altro lato dei comodini in legno, di fronte al divano una grande tv. Rimasta sola mi sedetti sul divano in attesa che venissero le due signore, remavo e avevo paura di quello che sarebbe potuto succedermi. La porta cigolò ed entrarono due signore bassine sulla sessantina, una bionda l’altra con i capelli grigi-bianchi raccolti. Io di riflesso mi alzai loro mi sorrisero e vennero da me ai lati mi misero le mani sulle spalle e mi accarezzavano i capelli per tranquillizzarmi, ci sedemmo contemporaneamente sul divano e la bionda che stava alla mia sinistra spostandomi i capelli iniziò a baciarmi il collo, incredibilmente mi accorsi di essere già un lago. Quella con i capelli grigi le si avvicinò e la baciò, tirandola a se, lei si alzò e si posizionò in ginocchio tra le sue gambe le sbottonò il vestito e si fiondò a baciarle le gambe arrivando a sfiorare anche la figa. Io rimasi a guardare la scena, non riuscivo a staccare gli occhi, allora amelie (quella con i capelli grigi) mi prese la mano e se la portò sulla leggera peluria della sua figa, fu suzanne (la bionda) a indirizzarmela mostrandomi come la dovessi muovere, mi fece passare il medio nella fessura e poi mi fece vedere come tenere aperte le sue labbra molli, mentre io tenevo le labbra della figa di amelie, suzanne si fiondò a leccargliela, mi mostrava tutta la sua lingua che scorreva sulla figa e quando iniziò a mugolare di piacere vidi il clitoride crescere e suzanne iniziò una sorta di pompino. Il mio respiro si affannò allora amelie mi prese la testa e mi passò la lingua dal mento fin sulle labbra io risposi baciandola come facevo con Sofia. Ero fuori di me, la testa mi girava e iniziai a perdere il controllo. Suzanne allora si staccò dalla figa di amelie e si posizionò fra le mie gambe mi sfilò un sandalo e mi infilò il tacco in bocca io di riflesso lo succhiai come fosse un piccolo e sottile cazzo’intanto amelie mi fece scendere il vestito e sganciò il reggiseno, le mie tette saltarono fuori, suzanne afferrò le mutandine e me le sfilò via insieme al vestitino. Ora ero nuda con un sandalo in bocca una signora che giocava con le mie tette impastandole e l’altra che mi massaggiava la figa tenendo un mio piede in bocca’aprii la bocca per gemere di piacere e il sandalo mi cadde’suzanne l’afferrò e mi piantò il tacco nella figa, urlai di paura, pensavo mi facesse male e invece la mia figa si strinse attorno accogliendolo e spingendolo più a fondo. Amelie nel frattempo si alzò e aprì un comodino prendendo diversi vibratori, uno a forma di ovetto me lo posizionò subito sul clitoride, scariche elettriche che mi partivano dal basso ventre mi fecero sobbalzare dal divano, suzanne estrasse il sandalo dalla figa e se lo portò alla bocca seguendo il rivolo di umori gelatinosi che dal tacco portarono la sua bocca alla mia figa’lappava avidamente il mio buchetto, mentre io ancora mi contorcevo di piacere amelie mi mise due pinze attorno ai capezzoli’il freddo me li fece indurire ancora più e non capivo se mi facevano male per quanto fossero duri o per le pinze, poi improvvisamente sentii un leggero formicolio che si intensificava sempre più fino a diventare delle vere e proprie scariche elettriche era fastidioso ma la mia figa reagiva ad ogni scarica rivolta ai miei capezzoli bagnandosi sempre più’quando ero all’apice del piacere stavo urlando suzanne si staccò con la faccia dalla mia figa e infilò di colpo un vibratore nella mia figa, emisi un urlo fino a farmi bruciare la gola, amelie me lo sfilò e ne approfittò che tenevo la bocca aperta per infilarmelo in golae suzanne prese un vibratore più largo e me lo fece entrare più dolcemente in figa, scopandomela. Fino a quando scivolò fuori insieme agli schizzi della mia figa’
Ero stremata, loro mi tolsero tutti gli oggetti che avevo addosso e io ne approfittai per stendermi e riprendermi un po’, intanto il signore elegante entrò sempre impeccabile nel suo vestito e mi offrì un bicchiere con del liquido, non so bene cosa fosse ma di sicuro era alcolico’appena lo finii di bere mi sentii di nuovo piena di forze, amelie mi passò una cintura in pelle nera a forma di mutanda con davanti un fallo di gomma, io la indossai e prima che l’allacciassi suzanne mi fece piegare in avanti mi fece colare dell’olio nella spaccatura del culo abbondando sui miei buchetti e infilò nella figa un cazzo di gomma pieno di venature e con la cappella’era un vero e proprio cazzo, nel culo invece infilò uno più piccolo il ferro liscio e gelido, li azionò e mi allacciò la cintura. Suzanne e amelie si misero sul divano piegate a pecora, mostrandomi i loro culi e allargarono le chiappe io potei vedere i loro buchi sfondati’
Il signore elegante uscì e io mi diressi con il mio nuovo arnese nella figa di amelie, mentre mi chinai per leccare i buchi di suzanne, quando amelie iniziò a godere lo sfilai e lo piantai nel culo di suzanne, lubrificato a dovere dalla mia lingua, e mi chinai su amelie per leccarle gli umori’intanto i vibratori nel mio culo e nella mia figa non mi davano tregua e io continuai a scopare il culo di suzanne finché persi i sensi’
Quando ripresi i sensi ero in braccio all’uomo elegante nell’ascensore del mio albergo e notai che il cameriere dell’ascensore (quello che premeva il piano) sbirciava fra le mie gambe, mi voltai verso lo specchio e mi resi conto che avevo il vestito alzato e la figa esposta, l’uomo elegante si fece aiutare ad aprire la porta della mia camera mi mise sul letto si tolse la giacca poggiandola sulla sedia tolse la cravatta sbottonò la camicia e si calò i pantaloni alle caviglie. Io non avevo la forza di reagire, non riuscivo nemmeno a più a urlare di piacere, lui si posizionò fra le mie gambe scopandomi e svuotando le sue palle dentro di me. Poi si rivestì lasciò una busta sul mobile e uscì io crollai addormentandomi’quando mi svegliai il mattino dopo mi guardai allo specchio e allargando le gambe vidi la mia figa violacea, mi faceva un male incredibile, il mio culo invece era sporco di sangue’Sofia ancora non era tornata così decisi di prendere la busta con 2000 euro dentro e tenerla per me. Ero stanchissima così dopo la doccia decisi di aspettare Sofia a letto senza nemmeno rivestirmi’Sofia tornò a ora di pranzo, aveva due panini e jean al seguito. Lui era in forte imbarazzo, ma io come se fossi vestita inveivo contro Sofia perché mi aveva lasciata sola la sera prima con uno sconosciuto che lei stessa aveva assecondato nelle sue fantasie. Lei si mise a ridere fregandosene e abbracciò jean tranquillizzandolo. Io allora allargai le gambe e le urlai ‘guarda mi fa ancora male’ dissi indicando la mia fighetta, jean che non capiva una parola di quello che dicevo, sorrise e sedendosi sul letto vicino a me disse ‘bella’ e mi mise una mano afferrandomi la figa. Io guardai Sofia e scoppiai a ridere, mi sedetti vicino a jean e lo baciai mettendogli la lingua in bocca, Sofia si sedette vicino a me e mi afferrò le tette, jean esclamava parole in francese, molto probabilmente erano insulti, io mi spostai in modo che fosse lui a centro fra noi due. Mentre baciava Sofia io gli sbottonai i pantaloni e li tirai giù, afferrai il tuo grosso pisello direttamente tra le mie labbra, si ergeva durissimo, dritto come un’asta, ‘vedrai’ mi sussurrò Sofia cacciando la lingua come per richiedermi il permesso di succhiare’io mi spostai un pochino e incrociammo le nostre lingue attorno al cazzo di jean che intanto si lasciò cadere sul letto, io allora spostai Sofia e mi piantai seduta cavalcioni sul suo cazzo, lui si rigirò e iniziò a scoparmi con colpi vigorosi, pensavo che se iniziava già così forte si sarebbe stancato e invece pompava sempre più forte, Sofia si era spostata fra le nostre gambe e leccava alternandosi le sue palle e la mia figa martoriata. Ad un certo punto accelerò e mi afferrò per i fianchi tirandomi verso di lui, fece un urlo soffocato e uscì dalla mia figa colpendo in viso Sofia con la sua sborra. Io mi chinai a leccare il viso di Sofia mentre lui si rivestiva. Quando finii di ripulire tutto il suo viso jean ci fece capire che la sera ci sarebbe stata una festa e noi eravamo invitate. Lo salutammo e prendemmo appuntamento per la sera. Alla festa c’erano parecchi amici di jean e stranamente anche qualche ragazza’io e Sofia eravamo convinte che saremmo state le uniche! In compenso c’era parecchia birra, iniziammo con il gioco della bottiglia, ma in modo diverso, il pegno era bere e l’ultimo che beveva doveva stabilire quanti bicchieri avrebbe bevuto il prossimo che sarebbe uscito con il giro della bottiglia’ovviamente i bicchieri erano quelli piccoli del liquore, quando qualcuno si scocciava o non voleva pù bere si alzava e smetteva di giocare. Quando rimanemmo io Sofia e jean decidemmo di andare a ballare. A un certo punto mi ritrovai jean addosso che mi metteva le mani ovunque, cercai Sofia per coinvolgerla ma non la trovavo, jean mi prese per i fianchi e mi fece sentire il rigonfiamento del suo cazzo da sotto la patta dei pantaloni strusciandomelo tra le chiappe, allora gli chiesi di Sofia e lui mi indicò un tavolo, Sofia stava giocando a strep poker. Attorno al tavolo i ragazzi erano molto interessati e le ragazze erano infastidite. Raggiunsi Sofia che era ormai rimasta con un autoreggente le decolt&egrave col tacco e l’intimo, la baciai prima sulla spalla e poi sulle labbra, l’alzai e la portai via. Andammo al centro della stanza a ballare, ovviamente era uno dei nostri soliti balli, fatto di bacini e strusciamenti, tato che io iniziai a bagnarmi e anche a Sofia si notava una chiazza sulle mutande. 7 ragazzi compreso jean si misero attorno a noi e ci incitavano a continuare, mentre il resto degli invitati se ne andava infastidito, qualche ragazza lanciò anche qualche insulto, ma non riuscii a capire perché era in francese. Poi un ragazzo ci propose un nuovo gioco, avremmo fatto due squadre maschi da una parte e femmine dall’altra, dovevamo lanciare delle palline da ping pong in dei bicchieri sul tavolo, 20 dal lato nostro e 20 dal lato loro, se avessimo sbagliato non centrando il bicchiere dovevamo spogliarci invece se centravamo il bicchiere la squadra avversaria doveva bere. In men che non si dica io e Sofia ci ritrovammo nude e con quasi tutti i bicchieri vuoti, mentre i ragazzi avevano ancora buona parte dei bicchieri pieni, col bere infatti io e Sofia avevamo perso lucidità e quindi mira. Allora fu Sofia a proporre atti sessuali fra me e lei ogni volta che dovevamo pagare pegno. Sofia lanciò e sfiorò un bicchiere e partì un bacio con la lingua, io lanciai e colpii uno dei ragazzi e Sofia mi diede il suo capezzolo da succhiare, Sofia sbagliò di nuovo e io mi misi a pecorina e lei mi infilò il medio dentro rigirandolo e poi portandoselo alla bocca, io lanciai e colpii un bicchiere che cadde rovesciando tutta la birra, così mi allungai strisciando la pancia sul tavolo verso i ragazzi e leccai sul tavolo tutta la birra che era caduta e Sofia ne approfittò per posizionarsi fra le mie pacche e leccarmi il buchetto del culo, io iniziai a desiderare di essere presa da uno qualsiasi di quei ragazzi così mentre leccavo il tavolo alzai lo sguardo verso di loro cercando di essere quanto più provocante possibile, uno di loro allora sbottonò il boxer e mise il cazzo sul tavolo all’altezza della mia bocca, iniziai a leccarlo e scappellarlo con la bocca, jean però gli si avvicinò e gli disse qualcosa all’orecchio, lui si spostò e andò dietro Sofia e in un colpo solo glielo piantò nel culo, io restai a guardare la scena esterrefatta, io volevo un cazzo non Sofia e invece’jean si stese sul tavolo completamente nudo e io lo presi come un invito e poggiai le mie labbra al suo cazzo, invece lui mi allontanò mentre il ragazzo che teneva il cazzo nel culo di Sofia la prese e la fece impalare sul cazzo di jean e un altro ragazzo le mise il cazzo in bocca’a questo punto pensavo che almeno uno degli altri quattro mi avrebbe scopata e invece si gustavano la scena ignorandomi completamente, io mi misi in ginocchio e decisi di spompinarli ma loro quando erano sul punto di venire mi allontanavano a volte semplicemente per prendere posto in uno dei buchi di Sofia, io allora ripulivo il cazzo che ne era appena uscito. Sofia a un certo punto iniziò a urlare per il dolore che sentiva alla figa mi disse che se la sentiva in fiamme allora jean disse ‘le dernier’ e allora tutti i ragazzi uscirono da lei io avevo capito che jean aveva chiesto l’ultima scopata, mentre due le mantenevano le gambe aperte a turno la scopavano riempiendola di sborra. Io mi fiondai sulle sue tette baciandole nel modo più dolce possibile in modo che provasse piacere almeno da lì e le carezzavo i capelli sussurrandole parole dolci. Quando anche l’ultimo ragazzo l’ebbe scopata ci lasciarono sul quel tavolo io presi un lenzuolo e coprii Sofia e la riportai in albergo, lei non ce la faceva nemmeno a camminare, era come svenuta, la misi nella vasca e la lavai. Poi la misi a letto e la lasciai dormire. Io intanto uscii a fare una passeggiata, anche se era molto tardi non volevo stare in albergo, avevo molta adrenalina e non ce la facevo proprio a dormire. Appena uscita dall’albergo mi sentii seguita, poi un odore rancido che mi sembrò familiare, quando feci per girarmi mi afferrò per le spalle spingendomi in una stradina prima poi mi fece camminare per non so quanto tempo e mi ritrovai in una specie di stazione, c’erano treno molto vecchi che non venivano usati da molto tempo. Mi fece salire in un vagone, mi sbottonò il pantalone sfilandomelo e mi tolse il top baciandomi le spalle, poi scese lungo la mia spina dorsale fino al mio culo, afferrò il perizoma tra i denti e me lo strappò via, io ero rimasta pietrificata, avevo capito che era il barbone della prima sera quello che stava sull’autobus e dal quale mi ero fatta scopare per compiacere quel gran figo dell’autista, ma ora proprio non volevo essere scopata da lui, poi lui mi allargò il culo per leccarmi il buco e con dei piccoli colpi di lingua mi penetrò facendomi venire una gran voglia di essere scopata all’istante. Lui sentendomi ansimare mi fece girare e mi ficcò la lingua in gola, un sapore di alcol e fumo mi fece risalire il vomito ma non ebbi nemmeno il tempo di pensarlo che mi sentii penetrare da due dita, il suo indice e medio erano affondati nella mia figa fino alla radice, venni meno nelle gambe e mi lasciai cadere per terra, lui mi alzò tirandomi per i capelli e mi portò il suo cazzo in bocca, dimenticai l’odore e la situazione per lasciarmi trasportare da quello che più volevo in quel momento, finalmente qualcuno mi voleva scopare! Strinsi quel cazzo tra palato e lingua rendendo l’ingresso alla mia gola più stretto possibile e muovevo la testa avanti e indietro, lui a un certo punto mi spinse di nuovo a terra e si posizionò tra le mie gambe mi tirò giù le spalline del reggiseno e le mie tette esplosero fuori e mentre me le afferrava mi infilò il cazzo nella figa, ansimavo molto forte tanto che a un certo punto entrarono altri due uomini nel vagone e si misero uno alla mia destra e uno alla mia sinistra, quello alla mia sinistra era magrolino e bassino aveva un cazzo lunghissimo e se lo segava come se fosse stato lui a scoparmi la figa, quello alla mia destra era più robusto aveva i baffi lunghi e una barba poco curata puzzava di birra e mi ricordo che faceva rutti a ripetizione, aveva il cazzo nel pantalone e se lo massaggiava gustandosi la scena, il vecchio barbone che mi scopava affondò la testa fra mie tette e preso il capezzolo destro in bocca lo stringeva a più non posso, meno male che non aveva i denti altrimenti me lo avrebbe staccato a morsi! A un certo punto sentii i suoi colpi farsi più potenti lasciò il capezzolo e mi leccò dal collo fino alla bocca e mentre mi baciava mi riempì la pancia con la sua sborra che sentii colare fra le cosce. Uscì da me e senza dirmi nulla si alzò e se ne andò. Allora il barbone che si stava segando si gettò sulle mie tette succhiandomele come un bambino, maman mi diceva passando da un capezzolo all’altro, poi si alzò sulle ginocchia e schizzò un sacco di sborra sul mio petto, infine si chinò a baciarmi in bocca anche lui, però il suo bacio fu molto più gentile. Non mi accorsi che il barbone alla mia destra già aveva preso posto fra le mie gambe e affondò il cazzo nella mia figa, sentendola ancora sporca dello sperma di quello precedente mi insultò quasi schifato e tirandomi le mie gambe fino all’altezza delle mie spalle, mi piantò il cazzo nel culo e mi scopò il culo con molta violenza’fortunatamente venne subito perché mi stava facendo parecchio male. Si alzò e se ne andò anche lui. Io mi addormentai così com’ero. Fui svegliata dal suono di un campanello da bici, era il guardiano, feci l’unica cosa sensata finsi di essere stata violentata e mi feci portare in albergo. Quando arrivai in albergo fuori albeggiava, era l’ultimo giorno a parigi. Mi venne una tristezza, poi trovai il ragazzo che preme il piano nell’ascensore aveva appena finito il turno, mi sorrise e anche io gli sorrisi, mi prese per mano e mi portò dove stavano gli alloggi dei camerieri, mi fece entrare in una stanzetta piccolina con un letto singolo e un piccolo bagno con un gabinetto e la doccia, mi feci una doccia e quando uscii trovai lui nudo steso sul letto con le mani dietro la testa, a vederlo bene adesso era proprio un bel ragazzo, occhi azzurri capelli castani corti spalle larghe e vita stretta e soprattutto un cazzo che già a riposo era grande. Iniziai a leccargli i piedi per poi risalire lentamente per le gambe e arrivare al suo cazzo lo presi in bocca mentre lui mi accarezzava la schiena e i capelli e il suo respiro si fece più forte, lo sentii indurirsi fra le mie labbra e quasi soffocai per le sue dimensioni. Lui rise e mi tirò verso di lui e mentre ci baciavamo lui mi entrò nella figa e mi scopava. Non fu la più eccitante scopata ma mi sembrò quasi magica era tutto molto naturale. Lui mi venne dentro e io mi stesi affianco a lui, era la prima volta che dormivo con un ragazzo. Mi svegliò baciandomi prima il naso poi le labbra, mi fece vedere l’orario, era pomeriggio, io gli sorrisi e lui mi accarezzò in viso, era molto dolce nei suoi modi di fare, io allungai una mano verso il suo cazzo e lo segai quel tanto che basta per potermi impalare sopra, mi rimisi cavalcioni su di lui e stavolta fui io a muovere il bacino mentre lui mi accarezzava i seni e la schiena, poi si lasciò andare un lungo sospiro e mi riempì di nuovo. Io lo baciai, mi rivestii e me ne andai. Ora ero finalmente soddisfatta del mio viaggio a Parigi.

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