Skip to main content
Orgia

Pronto pizza

By 30 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Lavoravo, all’epoca, in una pizzeria come cameriera.

Non era un locale grosso, così molte delle pizze vendute erano in realtà consegnate a domicilio. Di solito era un altro ragazzo che si occupava delle consegne, ma quella sera era tardi e lui era già andato via, così chiesero a me di occuparmi della cosa. “Consegna la pizza e poi vai a casa”, mi aveva detto il mio datore di lavoro.

Mi reco all’indirizzo segnato sulla nota e mi apre un ragazzo di circa trent’anni. Mi fa entrare, ci sono altri tre ragazzi. In televisione c’è una partita, capisco qual è il motivo del ritrovo. Appoggio le pizze sul tavolo e chiedo i soldi. Il tizio che aveva aperto la porta mi paga, poi mi chiede se ho altre consegne dopo.

“No, è l’ultima”, dico.

“Bene. Senti, quanto vuoi per fermarti a bere qualcosa qui con noi?”. Io rimango stupita, poi gli dico che non so, ma che non posso perchè mi stanno aspettando degli amici. Mi sembra un’ottima scusa, per di più è anche vero.  

 “Beh, tu sei al lavoro, può capitare di avere una consegna lunga, un ritardo…se ti dò 10 euro, puoi avvisarli e dire che arrivi dopo, no?”, insiste.

Ci penso qualche secondo, poi dico che va bene e allungo la mano. Lui mi porge i 20 euro, io prendo il telefonino e chiamo la mia amica Francesca. Ha il telefono spento. Allora chiarmo Fabio, il suo ragazzo, ma non mi risponde. Provo con Anna, ma anche lei ha il telefono spento.              

“Sembra che i miei amici si siano dimenticati di me”, dico. Mi invitano a sedere e mi offrono da bere. Dopo qualche minuto, il padrone di casa rilancia.  

“Senti, quanto vuoi per rimanere in biancheria intima?”

 “Stai scherzando?”        

“No, per nulla”

“Ma non se ne parla neppure!”

“Perchè? Non vai in spiaggia? Eppure lì ti metti in bikini, presumo, ed è una cosa normale”

“Infatti, in spiaggia è normale, qui no!”.

“Sono d’accordo. Infatti è questo il motivo per cui, per vederti in intimo, ti possiamo dare anche 50 euro”.

Effettivamente non ha torto, quanta gente mi ha vista in costume da bagno? Mica mi sono mai fatta dei problemi in spiaggia. E poi 50 euro non sono pochi, di questi tempi.

“Va bene”, dico.

Mi sfilo la camicetta, le scarpe e i jeans. Era estate, non avevo altro addosso. Rimango in perizoma e reggiseno neri…mi siedo nuovamente sulla poltrona. E’ estremamente strano essere in biancheria intima in casa di un quasi estraneo, mi sento a disagio. Tutti mi guardano, e mi sento imbarazzata. c’è la televizione accesa….qualcuno commenta le immagini.

Poi il padrone di casa torna alla carica. “Senti, quanto vuoi per rimanere in topless?”

Io mi metto a ridere: “Ma figurati!”

“Veramente! L’avrai fatto no, nella vita?”

“Sì, ma che c’entra”

“Allora dimmi quanto vuoi”

“Troppo, non ne vale la pena”

“Dimmi quanto vuoi”

Io sparo:”cento euro!”

Lui non si scompone. “Non c’è problema”

Prende 100 euro e me li porge. Io resto come interdetta…tutti mi guardano.

“Dai, coraggio!”, mi dice uno di loro. 

Mi tolgo il reggiseno e lo lascio accanto a me, sulla poltrona. Combatto contro l’istinto di coprirmi…ho i capezzoli duri rimango solo con il perizoma. Ho gli occhi di tutti su di me.

“Perfetto. Ora ti faccio una proposta io. Ti dò altri 100 e ti togli anche il perizoma”.

Per quanto tutto sia pazzesco, sono tentata….chiaro, non è una differenza da poco tra essere in topless o nuda.

“Sì,ma…io ero venuta solo per consegnare una pizza!”, dico.

“Non sei obbligata a fare nulla….stiamo solo parlando di affari, in un certo senso. Se ti va, ci sono altri 100 euro per te. Se no ti rivesti e te ne vai, anche se ora il ghiaccio è già stato rotto”.

Non rispondo, anche se leggo negli sguardi degli altri come stiano pendendo dalle mie labbra. “Suvvia…sono 250 euro in una serata, non è male”, mi dice. E’ vero, sono un sacco di soldi.

“Va bene”, gli dico. Mi porge i soldi, e io mi sfilo il perizoma.

Mi sento incredibilmente nuda, tutti mi guardano come un oggetto…un paio stanno addirittura fumando come se fossero allo stadio.

“Vedi che non è difficile? Ora alzati in piedi e metti le mani dietro alla nuca”.

Mi alzo in piedi e faccio quell che mi chiede.

“Allarga un po’ le gambe”. Lo faccio…mi sento una zoccola!

“Bene. Ora, claudia, quanto guadagni in un mese?”

“Dipende. Più o meno seicento”

“Ok. Se ti dicessi che puoi guadagnare l’equivalente di metà mese in qualche minuto, cosa ne diresti?”

“Ti chiederei cosa devo fare”

“E’ facile. ti devi masturbare”.

Accuso il colpo. “Ma sei matto?”

“No. 300 euro per masturbarti qui di fronte a noi. Oltre a quelli che hai già preso fino ad ora. Quasi il guadagno di un mese in meno di venti minuti, non è male, no?”.

 Tentenno: “Voi però non fate nulla, ok?”.

“Non ci alziamo neppure”.  Non mi sembrano pericolosi, anzi, due di loro sono anche carini. Faccio segno di sì con la testa.

“Lo faccio solo per i soldi, sia chiaro”, dico.  Lui prepara un assegno, poi mi indica il divano. 

Mi siedo, allargo le gambe e chiudo gli occhi.  Mi tocco lentamente, però la situazione mi eccita, così ansimo rumorosamente, e quando vengo quasi urlo, rannicchiandomi sul divano in posizione fetale. 

Riapro gli occhi.  Sono quasi tutti eccitati, si vede. 

“Brava, Claudia, sei bellissima e molto sexy. Ora, come puoi immaginare, ci piacerebbe andare oltre questo”. 

“Non se ne parla neppure. Sono fidanzata” 

“Eri fidanzata anche un attimo fa, eppure ti sei toccata davanti a noi. Quello che vogliamo da te, è che tu sia a nostra disposizione per un’ora” 

“Non esiste”, scuoto la testa.

“500 euro”.

“No”.

“600”.

“No, senti, ho già fatto troppo…”.

“700”.

 Resto zitta.  “Cosa volete che faccia?”.

 “Accetti?”.

 “No. voglio solo sapere cosa dovrei fare”.  

“Vogliamo venire con te. Quindi vogliamo da te bocca e figa”.

 “No, la figa no!”.  

“Sono 700 euro, più quelli che hai già preso. La figa si”.

“Con il preservativo, però”.

 “Ovvio”.

 “E poi niente più, ok?”.

 “Promesso”.  

Mi prepara un assegno, e poi mi fa inginocchiare.  Si alza e si abbassa i pantaloni. Lo tira fuori e me lo appoggia sulle labbra, e apro la bocca. Lo spompino così, di fronte a tutti, fino a quando viene. 

“Brava, dice, “Chi vuole ora?”.

Si alza uno con i capelli biondi e mi prende per mano. “Ragazzi, non me la sento davanti a voi”, dice.

Mi porta in camera da letto e mi fa sdraiare. “Tu sei sicura di non essere una prostituta?”, mi chiede mentre si spoglia.

“No, io consegno pizze. è la prima volta che mi capita una cosa del genere”.

“Però tiri su una paccata di soldi, e noi non siamo neanche così male, in fin dei conti”.

Gli dico di no. si mette su di me e mi scopa. Fortuna che lo spettacolo di prima deve averlo eccitato molto, perchè non dura tantissimo. Si riveste e chiede se può avere il mio numero di telefono, ma dico di no.

Giusto il tempo di uscire che entra un altro, quello basso. Lui non ha voglia di parlare: mi fa mettere a 90 e mi penetra dietro. Lui dura un po’ di più, poi anche lui si riveste.

Entra l’ultimo. Si sdraia accanto a me e mi chiede anche lui se non sono una troia. Gli giuro di no, allora mi chiede se mi sento tanto male a fare quello che sto facendo. Gli dico che nessuno mi ha obbligata e che alla fine sto guadagnando molto. Mi chiede se me la sento di andare con lui e gli dico di sì. E’ anche carino, non sarebbe un problema.

Si spoglia e mi fa montare sopra di lui. In questa posizione riesco finalmente a venire anche io, seguita un attimo dopo da lui. Lui si riveste e torniamo entrambi nel tinello, io ancora nuda.

Non è ancora finita l’ora, ma tutti concordano allora che posso chiudere così la serata. A quel punto c’erano ancora le pizze da mangiare, anche se fredde. Mi invitano a dividerle con loro; chiedo se posso rivestirmi, ma il padrone di casa mi dice di no.

Sono tutti molto gentili con me, scherzano, si informano, sembrano provare un senso di colpa per avermi fatto quello che hanno fatto. Io cerco di sembrare rilassata, ma effettivamente non lo sono.

Quindi mi alzo e me ne vado, non prima di avergli fatto promettere che mai e poi mai si sarebbe ripetuta la serata e che se per caso mi avessero incontrata per strada avrebbero dovuto fare finta di non conoscermi. 

Leave a Reply