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Orgia

Racconto 7 – Gloria e Marco. Fantasticando dopo un film.

By 10 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

RACCONTO 7 ‘ Gloria e Marco. Fantasticando dopo un film (ovvero, facciamo il punto della situazione).

E’ sera, fuori una forte pioggia ha fatto scendere la temperatura, l’inverno &egrave alle porte.
Sono rientrati presto. Gloria ha preparato una cena leggera e veloce, poi sono corsi in bagno per uno dei loro passatempi preferiti: sauna e vasca idromassaggio (attrezzatura che entrambi avevano voluto e che amavano utilizzare spesso, specie d’inverno).
Erano distesi nell’acqua caldissima della vasca a due posti, abbracciati. Si massaggiavano a vicenda, rilassati, parlavano.
G- Con tutto il lavoro che abbiamo avuto, saranno almeno 2 o 3 mesi che non facciamo uno stacco. Potremmo anche organizzarci un bel week end.
M- E’ vero, anche se l’ultimo stacco, come dici tu, &egrave stato quando siamo andati in Liguria per un fine settimana ed abbiamo incontrato quel tipo.
(Marco si riferiva ad un uomo che avevano incontrato in una camera d’albergo e con il quale Gloria aveva, per la prima volta da sposata ed in presenza del marito, sperimentato un atto sessuale completo.)
G- Si, non &egrave stata una vera vacanza, però ci era piaciuto, &egrave stata forse l’esperienza più intensa che abbiamo provato nei nostri’come dire’.giochi?
M- (ridendo) Chiamali giochi.., no sto scherzando. E’ vero, &egrave stata un’esperienza per molti versi coinvolgente.
G- E’ un po’ che non ne parliamo, siamo stati troppo occupati, tu come stai?
M- Io? Sto bene, ma forse vuoi dire qualcos’altro.
G- Si, lo sai.
M- Sto bene, se ti senti pronta a riprendere il gioco, sono qui. Parliamone.
G- Sarà per questo tepore, per l’acqua calda o per le tue carezze, ma mi stanno venendo certe fantasie’
M- (ridendo ed abbracciandola) Bene, parliamone.
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Più tardi, nel loro letto, rilassati ed asciutti, tornarono sull’argomento.
M- Tornando ai discorsi di prima, cos’hai in mente?
G- Nulla, mi stavo chiedendo quale &egrave stata la situazione che ti ha eccitato di più tra quelle vissute.
M- Difficile a dirsi. Tutte. Vederti spogliata e toccata da uno sconosciuto mi eccita terribilmente. L’ultima volta quando lui ti ha preso ed io ti ho visto godere tenendoti tra le braccia, beh, &egrave stata un’esperienza molto forte, bellissima, però forse non la più eccitante. Ero troppo vicino, troppo dentro l’azione per cogliere la visione generale che &egrave quella che scatena le mie fantasie su di te. E tu?
G- In parte anch’io. L’ultima esperienza &egrave stata la più intensa, tanto &egrave vero che sono venuta più volte ed in modo più forte del solito, potrei ripeterla nelle condizioni adatte, ma mi erano piaciute anche le prime, me le ricordo bene, forse perché erano, appunto, le prime e tutto ci sembrava così trasgressivo.
Allora cosa organizziamo questa volta? La pura e semplice esibizione &egrave facile da realizzare, molto più difficile costruire le situazioni che ci intrigano.
M- Lo so, hai ragione. Ok, la sfida &egrave lanciata, pensiamoci sopra.
”””””””””..
Il week end successivo era ancora brutto tempo, dopo un giro di telefonate con gli amici, non avendo trovato nulla di interessante da fare, decisero di noleggiare dei film per la sera ed il pomeriggio della domenica.
Di uno di essi Gloria aveva sentito parlare molto, ma non erano riusciti a vederlo al cinema. Quando lo trovò sugli scaffali del negozio decide di prenderlo, il film era EYES WIDE SHUT con Nicole Kidman a il suo ex marito Tom Cruise.
Lo guardarono la sera stessa, c’erano alcune scene di nudo, di grande classe. Lei era bellissima, ma quello che li colpì maggiormente fu la festa nel castello. Quegli splendidi corpi nudi, dal volto velato, esibiti ed offerti a tutti coloro che avessero voluto approfittarne, ma pur sempre in un gruppo selezionato ed in un ambiente protetto.
Terminato il film, che piacque ad entrambi, cominciarono a parlarne.
M- Devo dire che in questo film ho trovato molti punti di contatto con le mie fantasie.
G- Lo sapevo, ma ha colpito anche me.
M- Tu te le sentiresti di vivere una situazione simile?
G- (ridendo) Che dire, all’orgia non avevo mai pensato.
M- No, non pensare all’orgia, focalizzati sul contesto. Non pensare ai dettagli ora.
G- Beh, se ti riferisci all’ambientazione, era magica. Mi &egrave piaciuto anche quel modo di vivere il sesso con un po’ di distacco, ghiaccio e fuoco, sai che così mi piace.
M- Ok, facciamo un gioco allora. Chiudi gli occhi. Pensa ad un atmosfera simile, calati in quel contesto. Io ti farò un elenco delle possibili opzioni che potresti trovarti di fronte, tu prova ad immaginarle, pensa di essere veramente in quel castello e rispondi sinceramente se ti sentiresti di affrontarle o no.
G- Tu sarai sempre presente?
M- Certo, io sarò sempre vicino a te.
G- Va bene, allora, proviamo.
Gloria si distese sul divano, in una posizione comoda. Marco spense le luci, avevano acceso il caminetto per la prima volta quest’anno ed il chiarore del fuoco bastava a creare l’atmosfera giusta per il gioco che stavano incominciando. Marco si sedette vicino a lei, senza però toccarla.
M- Stai bene? Sei comoda?
G- Si.
M- Allora cominciamo?
G- Si.

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>>>>>>>> M- (parlando con voce calda e bassa, da molto vicino a lei). Siamo in auto, fuori sta piovendo. Stiamo andando ad una festa cui siamo stati invitati. Non sappiamo chi ci ha invitato, non conosciamo chi sarà presente. Sappiamo solo che sarà una festa molto particolare, in un posto speciale. Abbiamo ricevuto una busta, qualche settimana fa, all’interno c’era un invito, un numero di cellulare e delle foto, le foto di una splendida casa di campagna. Il biglietto diceva che eravamo invitati ad una festa in quella casa, se interessati avremmo dovuto chiamare quel numero.
Dopo qualche incertezza abbiamo deciso di telefonare. Ha risposto una donna, dalla voce bassa e sensuale. Ci ha spiegato che qualcuno ci aveva visto e che ci voleva a quella festa. Sapeva tutto di noi, delle nostre abitudini, dei nostri impegni, dei nostri”giochi. Non abbiamo capito come lo avesse saputo. Ci ha detto di non preoccuparci, sarebbe rimasto un segreto. Il loro era un club molto selezionato, le loro feste solo su invito. Erano feste particolari, dove tutto o quasi, sarebbe stato permesso. In qualità di ospiti, per la prima volta, saremmo stati liberi di decidere se partecipare ad una delle varie attività oppure di guardare soltanto oppure, ancora, di andarcene. Nel caso ci fosse piaciuto e noi fossimo piaciuti a loro, saremmo stati automaticamente entrati a far parte del club.
La donna aggiunse che ci lasciava il tempo per pensarci. Se avessimo deciso di partecipare alla festa avremmo dovuto richiamarla entro 3 giorni, ci avrebbe comunicato i dettagli, il luogo ed alcune regole da rispettare. >>
>>>>>>>>Le parole di quella donna ci lasciarono inquieti per un po’ di tempo, chi era, o meglio, chi erano queste persone? Come sapevano di noi? Chi ci aveva visto ed aveva chiesto che fossimo invitati?
Tuttavia, parallelamente ai quesiti, una certa curiosità cominciò a farsi strada, come sarebbe stata la festa? Cosa sarebbe successo in quella casa? Saremmo stati al sicuro?
Più passava il tempo e più questa curiosità aumentava e, conseguentemente, gli assilli che ci attanagliavano passavano in secondo piano. Fu quasi naturale, alla scadenza del 3′ giorno decidere di richiamare. Non c’era quasi stato bisogno di parlarne, eravamo arrivati insieme alla stessa decisione: ci saremmo andati.
La seconda telefonata fu più breve, ma molto più ricca di dettagli: era richiesto un abito da sera lungo per le signore, smoking o completo scuro per gli uomini. Accessori adeguati. Tutti avrebbero indossato una maschera che avrebbe coperto il volto completamente, lasciando scoperta la sola bocca ed il mento. Le maschere sarebbero state tutte uguali e non avrebbero dovuto essere mai tolte durante la permanenza nella casa. Parlando di intimo erano banditi i collant, quindi autoreggenti o calze con reggicalze. Si chiedeva, sia nell’abbigliamento esterno che nell’intimo, di privilegiare colori scuri e sobri. La festa sarebbe cominciata alle 22,00 del 12 dicembre seguente (un sabato di 2 settimane dopo), avrebbero ricevuto un pacco con le maschere e le istruzioni per raggiungere la casa. Dalla loro città la distanza era di circa 180 kilometri. Per i membri del Club erano a disposizione delle camere all’interno della casa, ma loro non lo erano ancora, per cui si suggeriva di prenotare un hotel nelle vicinanze di A’… una cittadina di provincia nei cui dintorni si trovava, appunto, la casa. Seguirono i saluti ed un morbido’Vi aspettiamo.
Avevamo due settimane per ripensarci, ma non accadde, anzi, praticamente dalla stessa sera incominciammo a pensare a come organizzarci, come presentarci, le maschere, gli abiti, l’hotel da prenotare. Eravamo irriconoscibili, i timori, la prudenza che erano stati sempre prioritari per noi, sembravano scomparsi. > M- (continuando) La data si avvicinava. Io avrei indossato un smoking comperato un paio di anni prima per una matrimonio, tu, dopo aver passato in rassegna il guardaroba, decidesti di acquistare qualcosa di nuovo. Una sera, rincasando, mi venisti incontro dalla camera con uno splendido abito lungo, di un blu scurissimo, che aderiva al tuo corpo, modellandolo. Il decolt&egrave, le spalle e le braccia erano velate da un tulle dello stesso colore. L’abito scendeva diritto sino ai piedi. Mentre davanti l’abito era chiuso e solo la trasparenza del tulle e la linea aderente del taglio facevano intuire le forme del tuo corpo, dietro c’erano due spacchi: uno, in alto, partiva da un piccolo gancio dietro il collo e scendeva sino alla cintura senza interruzioni, lasciando la tua schiena completamente scoperta (sarebbe bastato aprire quel piccolo gancio per denudarti facilmente sino alla vita), l’altro incominciava dietro le ginocchia e scendeva sino a terra, consentendoti di camminare agevolmente. Le scarpe erano in tinta, con un tacco medio. Eri splendida.
Ricevemmo il pacco promesso. Le maschere erano semplici, quasi severe nella linea. Ricordavano quelle del teatro comico veneziano, il naso adunco per la mia, nera. Guance rotonde e nasino per la tua, bianca. Coprivano interamente il viso, dalla radice del naso all’attaccatura dei capelli, ai lati arrivavano sino alle orecchie ed alla mascella. La bocca ed il mento scoperti.
Arrivò il Sabato. Partimmo alla volta di A”, nel primo pomeriggio prendemmo possesso della camera in un hotel della città. Usciti per fare due passi decidemmo di cercare la strada per la casa seguendo le istruzioni, sarebbe stato più facile con la luce che non di notte. Le istruzioni erano chiare, dopo circa 20 minuti di guida su strade di campagna, trovammo la stradina privata che segnalava l’ingresso della proprietà. A giudicare dalle dimensione e dall’imponenza del cancello si doveva trattare di una antica dimora nobiliare. La casa non era visibile dalla strada, di fianco al cancello c’era una guardiola con un custode in uniforme.
Non ci fermammo e dopo poco eravamo di nuovo in città. Stava incominciando a piovere, faceva freddo. Decidemmo per una cena leggera, abbastanza presto, per poter avere il tempo di prepararci ed arrivare puntuali.
Alle 20 eravamo già tornati in camera, un certo nervosismo, incominciammo a prepararci.
Ti vidi uscire dalla doccia, mi sorridesti tesa (ormai ti conosco bene), ti guardai indossare le calze autoreggenti velatissime con la fascia di pizzo alta, poi delle minuscole mutandine di pizzo, molto sgambate, tutto di colore blu notte. Niente reggiseno, l’abito non lo consentiva. Eri bellissima, misteriosa, sexy. Io indossai lo smoking.
Tu avevi una giacca di seta imbottita ed una stola per ripararti dal freddo, io un cappotto nero da sera. Alle 21,30 partimmo dall’albergo. La strada era già nota. Durante il tragitto non parlammo quasi, eravamo immersi nei nostri pensieri e molto, molto nervosi.
Ora siamo qui, davanti al grande cancello. E’ chiuso, in compenso la guardiola &egrave illuminata e dentro ci sono 2 uomini in divisa. Ci avviciniamo. Uno dei due esce, abbasso il finestrino e gli dico- Abbiamo un invito per le 22,00.
Lui- Potrei vedere l’invito, signore? Glielo mostro. Lui risponde con un- Grazie, passate pure.
Fa un cenno e l’altro uomo aziona l’apertura del cancello. ‘ Seguite la strada- aggiunge il primo.
La strada sale sul fianco della collina, la tenuta deve essere molto grande, dopo circa 1 kilometro vediamo la casa, uno splendido palazzotto ottocentesco, in condizioni superbe, molto grande. Davanti alla casa un ampio slargo, attorno un parco immenso. Un uomo con l’ombrello &egrave in piedi al termine della strada, ci ferma e ci dice di svoltare a destra e di lasciare l’auto nel parcheggio laterale, avremmo trovato un camminamento coperto che ci avrebbe portato all’ingresso sud.
Parcheggio, ci sono circa una ventina di altre auto già ferme. Ci guardiamo, mi baci, tremi leggermente. Per farti coraggio, ti dico- Se non ci dovesse piacere ce ne andremo subito, promesso!
Dobbiamo indossare le maschere, le istruzioni erano molto chiare, e toglierle solamente quando saremmo stati di ritorno nella nostra auto. Ti guardo, ho un brivido di eccitazione.
Usciamo e ci incamminiamo verso la casa, poche decine di metri sotto un camminamento coperto e seminascosto dall’edera e da altre piante sempreverdi. Saliamo dei gradini e ci troviamo di fronte ad un portone illuminato, &egrave aperto, all’interno una grande porta a vetri. Dall’interno ci vedono e ci aprono. Entriamo in una grande anticamera, due uomini in livrea ci accolgono cortesemente, ci viene richiesto l’invito, glielo porgo.
L’uomo- Grazie signore, siete i benvenuti. Vedo che siete dei nuovi ospiti, mi consenta di chiamarle una guida. Così dicendo va ad un tavolo e parla brevemente ad un interfono. Pochi istanti dopo arriva una donna, &egrave alta ed ha dei bellissimi capelli color rame. Indossa un abito da sera verde scuro, ha le spalle e le braccia nude e la scollatura lascia indovinare un seno generoso. Indossa una maschera uguale a quella di Gloria.
Lei- Benvenuti, siamo onorati della vostra presenza. Venite, lasciate pure i cappotti e le borse al guardaroba, sarete più liberi. (Li accompagnò in una stanza vicina dove un altro addetto prese in consegna le loro cose e diede a Marco un numero di riconoscimento.) Seguitemi ora, &egrave giunto il momento di darvi delle spiegazioni.
La seguirono in un piccolo studio lungo il corridoio principale, intorno a loro arredi antichi, passatoie rosso cupo, quadri. Sedettero su un divano di cuoio, la donna prese posto di fronte a loro su una poltrona. Alcune lampade da tavolo diffondevano una luce calda e soffusa.
Lei- Innanzi tutto mi presento, sono la Segretaria. Qui non si usano i nomi reali, anche se diversi dai propri. Qui non c’&egrave bisogno di chiamarsi, di identificarsi. I contatti sono immediati e non destinati a durare. Solo due persone conoscono i nomi di tutti i membri: la Segretaria, cio&egrave la sottoscritta (per ovvi motivi organizzativi) ed il Presidente (che &egrave colui che ha inventato tutto).
Ma andiamo per gradi. Il Club nasce per iniziativa del Presidente (io sono la sua segretaria personale per gli affari privati da molti anni e gli sono devotissima), un uomo molto potente e ricchissimo, tutto qui gli appartiene. Circa 10 anni fa ha inventato, fondato ed organizzato il Club. I membri ne entrano solo su invito del Presidente che valuta le segnalazioni di altri soci. La selezione &egrave rigorosa e basata su un accurata raccolta di informazioni sui nuovi invitati. Il Presidente riesce ad ottenere ogni tipo di informazione dalle sue fonti. Se ritiene che le persone segnalate siano idonee, le invita ad una festa conoscitiva, senza alcun obbligo di partecipare alle attività.
Anche per voi &egrave andata così. Un membro del Club ha chiesto al Presidente di invitarvi e lui, dopo aver raccolto informazioni, vi ha ritenuto idonei, se interessati, a far parte del Club.
Non ci sono quote, tutto &egrave messo a disposizione dal Presidente per il piacere suo e dei suoi ospiti.
Non ci sono scadenze fisse per le feste, ma in genere passano al massimo 2 mesi tra un evento e il successivo. Lo scorso anno ne sono state organizzate 8 in tutto. I membri sono liberi di parteciparvi o no, chiunque non partecipi ad almeno 2 feste l’anno, viene estromesso dal Club.
Il Club può avere un massimo di 110 membri, solo coppie. Quando questo numero diminuisce si procede a dei nuovi inviti per ripristinare il numero stabilito. I membri ora sono 108, per questo siete stati invitati.
Questa sera ne saranno presenti 74, il Presidente sarà tra loro, ma nessuno lo conosce.
L’età varia molto, per le donne si va dai 22 anni della più giovane ai 62 della più anziana (la moglie del Presidente), per gli uomini si va dai 34 ai quasi 70. Tutti i membri devono essere in possesso della propria integrità sia fisica che morale, se momentaneamente non integri, o indisposti, si consiglia vivamente di non partecipare alle feste, capirete poi il motivo.
Le finalità del Club, come vi ho già detto sono puramente ludiche, le sue attività ruotano intorno ad attività di gioco e pratiche sessuali singole, di coppia e di gruppo, eterosessuali o saffiche. Pratiche omosessuali maschili ed ogni forma di violenza ed altre perversioni che prevedano costrizioni fisiche o dolorose, così come il SM ed attività connesse non rientrano nei gusti del Presidente, per cui non sono ammesse. Nessuno potrà mai essere forzato a fare qualcosa che non desidera. Chiunque può, in ogni momento, decidere di abbandonare la Festa, ovviamente questa scelta comporterà l’esclusione dal Club.
I membri hanno molte libertà e qualche obbligo, ma ora la festa sta per incominciare, venite, questa sera voi siete gli iniziandi ed io starò con voi per spiegarvi quello che succederà, poi sarete liberi di girare e guardare, di partecipare o di andarvene, a vostro piacimento. Avete domande?
Marco guardò Gloria, poi si rivolse alla donna e disse- Veramente molte, forse troppe. Meglio seguirla.
Si alzarono e seguirono la donna lungo il corridoio, la passatoia ed i molti tappeti su cui stavano camminando spegnevano ogni rumore. Sentirono un brusio avvicinarsi e subito dopo oltrepassarono la soglia del salone principale della casa. Rimasero per un attimo bloccati, il salone era gremito di gente, evidentemente i 74 invitati, Il loro ingresso fu notato immediatamente, il brusio si spense e tutti si voltarono a guardarli.
Era imbarazzante, Gloria si strinse a Marco e gli sussurrò: Per fortuna abbiamo la maschera, sono arrossita.
Tutti indossavano abiti da sera e maschere uguali a quelle di Gloria e Marco.
La Segretaria li guidò in un angolo, vicino al tavolo dove era allestito un ricco buffet di cibi e di bevande.
Disse- Da qui vedrete meglio, guardate, sta per incominciare.
Da una porticina laterale entrò un uomo che indossava la stessa maschera degli altri ospiti ed un lungo mantello nero, con cappuccio. Era seguito da due camerieri che reggevano ognuno un vassoio con sopra un sacchetto nero.
Scese il silenzio. L’uomo si fermò al centro della sala e disse ad alta voce- Buonasera Signori, stiamo per incominciare, prendete posto per favore.
La Segretaria spiegò loro- E’ il Cerimoniere, ad ogni festa cambia e viene scelto, a rotazione, tra i membri con almeno 5 anni di appartenenza al Club, il suo compito &egrave dirigere la serata.
Alla sua richiesta, in silenzio, il gruppo di ospiti si dispose lungo i lati lunghi della sala in due file, da una parte le donne, di fronte gli uomini. Gloria e Marco guardavano affascinati, sembrava di essere nel film di Kubrick.
I due camerieri al suo seguito si portarono all’inizio di ogni fila e presero ad avanzare fermandosi di fronte a ciascun invitato. Ogni ospite infilava la mano nel sacchetto posato sul vassoio e ne traeva un dado colorato.
La Segretaria non lasciò loro il tempo di chiedere- Questa &egrave la parte più importante di ogni festa, &egrave la distribuzione dei ruoli. Nei sacchetti ci sono tanti dadi quanti sono gli ospiti.
4 dadi sono sempre neri (2 per ciascun sacchetto, quindi 2 per gli uomini e 2 per le donne) ed indicheranno i 4 Principi della festa, detti i NERI.
Gli altri dadi sono per metà rossi e per metà bianchi, egualmente divisi tra donne e uomini ed indicheranno rispettivamente il gruppo dei ROSSI e quello dei BIANCHI.
Ogni gruppo di colore sarà quindi costituito per metà da donne e per metà da uomini, sopra di loro i 4 Principi, 2 donne e 2 uomini.
Ora vi spiego i ruoli. Come vi ho detto prima, il Presidente ha inventato il Club per il piacere proprio e dei propri amici, i membri del Club. Da subito si rese conto che, data l’estrema eterogeneità del gruppo, in termini di età e di condizioni fisiche, se non avesse imposto delle regole per un equo svolgimento dei giochi, inevitabilmente i più giovani ed avvenenti tra i membri sarebbero stati quelli maggiormente avvantaggiati, mentre i più anziani ed i meno dotati da madre natura avrebbero rischiato di rimanere inattivi od, al più, si sarebbero dovuti limitare ad interagire tra loro.
Ecco il perché dei ruoli.
I BIANCHI sono il gruppo dominante.
I ROSSI quello soccombente.
Vale a dire che ognuno dei BIANCHI potrà, da solo o con altri dello stesso colore e per tutta la durata della festa, chiedere ad uno o più ROSSI di soddisfare ogni suo desiderio, fantasia o capriccio (nei limiti dettati dalle regole) e questi ultimi, non potranno sottrarsi, pena l’esclusione dal Club.
Sopra questi gruppi regnano i 4 NERI, che nel loro ruolo di Principi della serata, potranno chiedere e ricevere soddisfazione sia dai ROSSI che dai BIANCHI.
I ruoli sono stabiliti dalla sorte, per cui ognuno potrà, in eventi diversi, trovarsi ad occupare ruoli differenti. Tra i miei compiti c’&egrave quello di controllare che nessuno possa ricoprire il ruolo di NERO per più di una volta ogni 2 anni, in modo da garantire un’equa rotazione delle parti.
In questo modo, piuttosto semplice, il Presidente ha fatto si che chiunque, donna o uomo, giovane o vecchio, forte o debole, magro o grasso, possa trovare soddisfazione ai propri desideri e partecipare ai giochi con le stesse possibilità di ognuno. Quando l’estrazione dei dadi sarà terminata, i valletti distribuiranno ad ognuno una piccola coccarda dello stesso colore del dado estratto. La coccarda dovrà essere fissata all’apposita fessura che si trova sulla fronte di ogni maschera ed indicherà il ruolo di quella persona per la serata. Terminate queste operazioni i valletti ed i camerieri usciranno e le porte saranno chiuse. Nessuno a parte i membri del Club potrà assistere ai giochi.
La vera Festa potrà avere inizio.
Tutte le attività ed i giochi dovranno svolgersi in questo salone e nelle altre stanze collegate del piano terra (che &egrave molto grande) e del seminterrato, corridoi e bagni compresi. Tutti gli spazi sono aperti, non ci sono spazi chiusi o privati. Cibi e bevande sono a disposizione su questo buffet. Ci sono 5 bagni, ognuno dotato di docce, ovviamente non ci sono suddivisioni per sesso, ma sono aperti ed a disposizione di tutti i partecipanti. Inoltre nel seminterrato c’&egrave la piscina con 2 grandi vasche idromassaggio e la sauna. Troverete asciugamani ed accappatoi pronti.
I membri saranno liberi di lasciare la casa a partire dalle 3 del mattino, la Festa terminerà alle 5. Per chi ne avesse fatto richiesta in anticipo sarà a disposizione una camera nella casa dove riposare dopo la festa.
Mi sembra di aver detto tutto. Avete delle domande?
M- No, per adesso sembra tutto chiaro. Lei sarà reperibile se ne avessimo bisogno?
Lei- Certo, io sarò qui. Sono l’unica autorizzata, a causa dei miei compiti, ad essere presente come single.
M- Quindi lei non partecipa ai giochi.
Lei lo guardò sorridendo maliziosamente- In genere le varie incombenze mi tengono occupata per buona parte della serata, ma verso la fine della festa &egrave successo che mi sia fatta coinvolgere in qualche gioco.
Bene, ora vi lascio. Sentitevi liberi di andare dove volete, di guardare e di fare ciò che più vi aggrada. Questa sera avete una posizione molto privilegiata. Buon divertimento.
Detto ciò li salutò e si allontanò da loro.
G- Perché le hai chiesto se partecipa ai giochi? Ti interessa?
M- No, solo per sapere, comunque &egrave una bella donna. Dai, non fare la gelosa.
G- No, non preoccuparti, se fossi gelosa questo non sarebbe proprio il posto più adatto per passare una serata.
Intanto nella sala le varie operazioni erano terminate. Le file si erano sciolte e, a gruppetti, le gente stava spostandosi nelle sale adiacenti o verso il buffet.
M- Beh, non ci resta che cominciare l’esplorazione del labirinto. Ti va?
G- Si- disse, prendendolo per mano- Andiamo.
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Marco si avvicinò al tavolo del buffet e riempì due flute di champagne, ne porse uno a Gloria.
Si guardarono intorno. Il salone era piuttosto grande, soffitto molto alto, affrescato con dipinti, quadri antichi ricoprivano le pareti, pavimento di marmo e molti tappeti, lungo i lati divani, poltrone e tavolini creavano degli spazi più piccoli all’interno dell’enorme volume del salone. Il centro era vuoto. Su ognuno dei lati lunghi si aprivano 2 porte, erano tutte aperte. Su uno dei lati corti si apriva un corridoio, pure aperto, sul lato opposto, da dove erano entrati, c’era una grande porta che era stata chiusa, evidentemente portava verso la zona della casa occupata dalla servitù e dalle guardie.
Qualche gruppetto di ospiti si era accomodato nel salone, molti si erano spostati in altri ambienti.
Vicino a loro due uomini erano seduti su un grande divano, entrambi con la coccarda bianca sulla fronte, avevano fatto sdraiare tra di loro una donna dalla coccarda rossa. Era una giovane donna, intorno ai 33-34 anni, stava distesa e poggiava il capo in grembo ad uno di loro di qualche anno maggiore. Lui le teneva un braccio intorno alle spalle, in atteggiamento protettivo, con l’altra mano le accarezzava il mento e la bocca.
La donna indossava un abito nero chiuso al collo da un cinturino di raso, con un profondo spacco sul davanti che scendeva sino alla base del seno. La lunga gonna, stretta e fasciante dalla vita alle anche, si allargava poi scendendo sino alle caviglie in morbide pieghe.
A circa metà del divano stava un uomo molto più anziano, corpulento, quasi grasso. Costui era leggermente rivolto, con il busto, verso la donna e teneva, appoggiate sulle sue gambe, le gambe di lei.
Nessuno dei tre parlava. L’uomo più giovane continuava ad accarezzarle il volto, mentre l’altro, dopo aver appoggiato la mano destra sulla caviglia della donna, la stava facendo scorrere verso l’alto, facendo risalire la gonna lungo le gambe.
Glorie e Marco rimasero a guardare a lungo, videro l’uomo più anziano scoprire completamente le sue gambe, sino al ventre. La donna aveva delle calze con reggicalze, non indossava intimo. Lo videro aprire le gambe di lei e rivelare completamente il suo sesso. L’altro uomo aveva, nel frattempo, scoperto uno dei suoi seni e lo carezzava lentamente. Videro l’anziano inginocchiarsi sul pavimento ed affondare il viso nel grembo della donna, lei ansimava.
Gloria e Marco si stringevano una mano, erano entrambi eccitati, Marco la spinse contro una parete e la baciò con passione- Ti amo. Ho già voglia di te.
G- Anch’io, ma aspettiamo, &egrave solo l’inizio. Vediamo qualcos’altro.
Tenendosi per mano si incamminarono verso una delle porte. Entrarono in un ambiente diverso, il soffitto più basso, le pareti completamente rivestite di legno scuro, il pavimento di cotto, molti tappeti anche qui, lampade da tavolo, tutto contribuiva a dare una sensazione di maggior calore ed intimità. Anche qui divani alternati a tavoli bassi e poltrone. Un caminetto era acceso. Di fianco alla porta, in piedi, un uomo stava baciando una donna. Poco più lontano, una donna sui 44-45 anni aveva di fronte a se, in piedi, un uomo più giovane. Lei ne impugnava il pene che spuntava, eretto, dai suoi pantaloni aperti e lo accarezzava con perizia. Vicino al caminetto, nella stessa stanza, due donne erano distese su un tappeto, baciandosi ed accarezzandosi con passione, mentre tre uomini sedevano intorno, guardandole.
Proseguirono il loro percorso di esplorazione. I giochi erano cominciati da poco più di mezz’ora e le persone che incontravano erano ancora, per lo più, vestite. Alcuni stavano parlando.
Mano a mano che proseguivano e si inoltravano in altre sale, potevano scorgere il ripetersi di situazioni simili o diverse: coppie, trii, gruppi più numerosi. Si poteva sempre comprendere, dal colore della coccarda, chi fossero gli ospiti al comando e quelli invece che venivano utilizzati per dare piacere.
Più il tempo passava e più l’atmosfera si surriscaldava. Ora cominciavano ad apparire corpi nudi, videro i primi amplessi. Notarono numerosi ospiti giovani, soprattutto donne, molti uomini maturi (nella fascia dai 40 ai 50) ed anche anziani. Le condizioni fisiche dei partecipanti erano, generalmente, buone, tra loro qualcuna in soprappeso e solo un paio decisamente grasse. Gloria rimase colpita dal vedere una donna, piuttosto anziana (forse la moglie del presidente ?) che si stava facendo leccare il sesso da un uomo di almeno 30 anni più giovane. Ma, lei era una BIANCA e lui un ROSSO, tutto sommato le regole del Presidente erano democratiche.
Proseguirono, trovarono una scala che portava al piano inferiore, era aperta ed un cartello la indicava come l’ingresso alla piscina. Scesero la scala e trovarono un piccolo corridoio che portava direttamente alle vasche, sul lato si apriva lo spogliatoio. All’interno 2 coppie stavano togliendosi i vestiti ed un uomo, ridendo, aveva infilato una mano tra le gambe di una donna, china in avanti, che appariva in difficoltà, intenta a sfilare lo stretto abito da sera.
La piscina era vuota, ma nelle vasche con idromassaggio c’erano delle persone. Ovviamente nude. Un uomo era seduto sul bordo ed aveva una donna inginocchiata davanti a lui, nell’acqua, aveva il suo pene in bocca e lo stava masturbando. Altre persone si limitavano a guardare, rilassandosi nell’acqua ribollente.
Decisero di prendersi una pausa, dallo spogliatoio uscirono le due coppie nude e si diressero verso le vasche. Una donna guardò Gloria e le tese la mano ‘ Vieni con noi- disse. Gloria le sfiorò le dita e rispose- Non ora, grazie.
Tornarono al buffet per bere qualcosa. Sulla via del ritorno l’attività era ora in pieno svolgimento. Amplessi singoli e multipli. Corpi allacciati, gruppi. Gente che sostava, guardando altri ospiti intenti ai giochi più vari. Altri che, non limitandosi a guardare, allungavano una mano per toccare un seno, una coscia, un sesso.
Arrivarono nel salone, presero da bere e trovarono un divano libero.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxM (cambiando leggermente il tono di voce)- Gloria, fermiamoci un attimo, facciamo una sosta. Dove sei?
G- Sono qui, non mi sono addormentata. Peccato ero talmente concentrata, in uno stato di semi-coscienza che, per alcuni istanti, mi &egrave sembrato davvero di essere li. Racconti proprio bene le tue storie.
M- Grazie, ma vediamo di fare un punto della situazione. Come ti senti? Come stai vivendo questa avventura?
G- Direi bene. E’ così eccitante essere al centro di quello che succede senza esserne toccati.
M- Su dai, non scherzare. Voglio dire. Se questa storia fosse reale. Se noi fossimo realmente lì? Cosa ti sarebbe piaciuto, cosa ti avrebbe dato fastidio?
G- Beh, sai. L’ambientazione era superba. Direi che mi &egrave piaciuto tutto. L’organizzazione, libertà nelle regole, nessuna volgarità, molto stile. Mi lascia molto più perplessa il fatto che, chi accetta quelle regole poi non può più scegliere. Non so se ci riuscirei.
M- Hai in mente cose specifiche?
G- Si, molte. Non so se potrei accettare il fatto che 3 o 4 uomini mi scelgano e, dopo avermi spogliata, mi prendano contemporaneamente infilandosi nel mio ventre, nel mio sedere e nella mia bocca. Magari dandosi il cambio con altri che, passando da li, mi trovino di loro gusto. Oppure che una vecchia mi chieda di leccarle il sesso. Oppure ancora che un ciccione con una grossa pancia mi faccia sedere sulle sue ginocchia e, dopo avermi infilato la lingua in bocca, mi chieda di succhiargli il pisello. Tu cosa dici?
M- (ridendo) Capisco. E’ giusto. Quello che trovo interessante in questa storia &egrave che da una parte sento i tuoi dubbi come i miei. Anch’io, di fronte a certe situazioni, potrei avere delle incertezze e, forse, dei rifiuti. Dall’altra, pur in un racconto di fantasia, sento che questo modo di vivere il sesso &egrave quello giusto. Il superamento delle inibizioni e delle convenzioni &egrave il solo modo per essere liberi.
G- Il fatto di avere una maschera libera da molte inibizioni, senza dubbio, resta il fatto delle cose che ti ho detto prima. La repulsione, almeno istintiva, per certe situazioni rimane.
M- Appunto, però, istintiva. Come la metti se ci pensi a mente fredda?
G- A mente fredda potrei darti ragione, ma quando sei presa in mezzo a 3 o 4 uomini che ti spogliano, ti aprono, ti toccano, ti succhiano e poi si infilano dentro di te, riuscirei a mantenere questa freddezza di ragionamento? A reprimere le convenzioni e le inibizioni? A lasciarmi andare e godere di situazioni così al limite? Sinceramente non lo so. Cos’hai in mente?
M- Nulla di preciso. Nel racconto che ti ho fatto c’erano elencate o sottintese, praticamente tutte le possibili variazioni sul tema. Si tratta di scegliere quella che ci va di provare per prima. Io però terrei in considerazione un’esperienza che ci porti a superare i nostri modi di vedere le cose in termini di convenzioni e preconcetti, piuttosto che andare sempre alla ricerca del qualcosa in più sul piano fisico.
G- Vale a dire?
M- Vale a dire: meglio ripetere qualcosa di già fatto, ma in una situazione o con qualcuno di diverso piuttosto che cercare di fare di più però a condizioni invariate.
G- Non capisco bene.
M- Qualcosa che ci porti vicino ai limiti di ciò che prima hai definito ‘istintiva repulsione’. L’unico modo per vincerla &egrave affrontarla. Ad esempio, ripetere i giochi del primo incontro sembrerebbe facile, ma lo sarebbe anche se al posto dell’uomo incontrato ci fosse una donna, oppure un vecchio, oppure un ciccione e via così?
Sino ad ora abbiamo sempre pensato al passo in più, dando per scontato che ‘lui’ avrebbe sempre dovuto essere un uomo con determinate caratteristiche, sempre le stesse. Ma se cambiassero queste caratteristiche, anche la ripetizione di una esperienza già vissuta sarebbe diversa, non sei d’accordo?
G- Ma non facevamo queste cose per divertirci?
M- Si e no. E’ chiaro che farle ci diverte e deve essere così, ma la vera molla che ci ha spinto, e lo sai bene, &egrave la nostra curiosità, la nostra intelligenza. Quello che ci spinge, ogni volta, &egrave la ricerca di un nuovo limite, una piccola sfida a noi stessi (e questo &egrave il vero gioco), ma anche un arricchimento personale e di coppia. Sono certo che questi giochi, se ripetuti senza variazioni, alla fine non ci direbbero più nulla (e per variazioni non intendo le posizioni, ma le condizioni in cui avvengono)., perderebbero ogni attrattiva.
G- Io amo da morire la tua testa. Ma non potevo innamorarmi di qualcuno un po’ più tranquillo, magari noiosetto, ma più riposante?
M- No, non avresti potuto, sai anche questo.
G- Si, so anche questo. Allora, a questo punto fai delle proposte.
M- Non ora. Il messaggio &egrave stato lanciato, ne abbiamo parlato. Ora facciamo passare un po’ di tempo, continuiamo la nostra vita di sempre e lasciamo che il nostro subconscio lavori. Le risposte verranno da sole.
G- Ti amo.
M- Anch’io.

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