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Orgia

VENEZIA CHE CARNEVALE

By 3 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

VENEZIA, CHE CARNEVALE!
Fino a quel giorno quel carnevale a Venezia non era stato niente di memorabile, eppure nell’aria c’era qualcosa che mi spingeva a pensare che quel giorno non l’avrei dimenticato facilmente. E così fu!
Dicevamo allora niente di memorabile pur tenendo conto che a Venezia il carnevale &egrave sempre un po’ speciale. Alloggiavo in un albergo di Treviso io e la mia amica Clara, almeno per i primi giorni, fino a quando Clara non ha incontrato un cavaliere nero, che alloggiava a Venezia e non si &egrave fatta alcuno scrupolo di lasciarmi sola pur pagando la sua parte del soggiorno in albergo.
Ormai era l’ultimo giorno che prendevo il treno per Venezia, nuvoloni e vento freddo così mi accoglieva la città in quel martedì grasso.
Passeggiando per le calli facevo il bilancio della breve vacanza, un’amica che mi abbandona, coriandoli fino dentro gli slip, un gavettone intorno a mezzanotte che già faceva spazio ad una crescente raucedine, pochi ricordi e molto confusi dalle sonore bevute, nei bar di piazza San Marco e nei sottoporteghi di piazzale Roma, non era quello che mi aspettavo ma poteva andare peggio’..e così fu!
Travolta nei balli al mercato del pesce pensavo a Clara, che non vedevo da una settimana, ed al suo cavaliere nero, aspettando che il mio telefonino squillasse per poter fare insieme, almeno, il viaggio di ritorno e raccontarmi le sue avventure carnascialesche. Il telefono restava muto mentre la notte si riempiva di luci e musiche non so come mi trovai davanti al casinò, non l’avevo cercato era lui che mi aveva trovato quindi decisi di entrare. D’Asta Sonia’.anni 32′.Roma, biascicava il cassiere con in mano il mio documento’bene, guardi sopra la mia testa’ok può entrare, con l’ingresso qualche fiches per giocare e un viaggio omaggio per la stazione. Entrai intorno a me slot machines, tavoli da black jack e’eccola la roulette, mi ritoccai il trucco, un po’ di profumo nel notevole decoltee, una rapida stirata alla gonna e cominciai ad osservare i giocatori; lo sguardo fisso sulla pallina’4’nero’pair’, non potei non notare una signora di circa quarant’anni vestita elegante ed il viso imbellettato con una squillo di alto bordo, non fu il suo aspetto a colpirmi ma il fatto che per vederla in faccia dovevo alzare lo sguardo al di sopra di cinque torri di fiches, stasera, pensai, potrebbe anche permettersi di far riposare la figa, la signora! Però non sarebbe male ribaltare l’andazzo della serata con un bel gruzzolo in tasca, un pensiero un azione’mi cambia 100 euro’ed ora tocca a me, cara la mia troia a cinque stelle. Mi avvicino e forse le caratteristiche simili fecero si che mi venne fatto posto proprio a fianco della squillo fortunata. Una torre sul 32 un’altra sul pair’aspetto poi colloco le mie misere dieci fiches, equamente divise nelle stesso modo sul tavolo verde, la troia m’incenerisce con uno sguardo’la pallina gira’si ferma 32’rosso’pair; ullalà una puttana davvero fortunata ed io come lei.
Il gioco continua, mezz’ora e sono al punto di prima, vinco si e no dieci euro ed anche le torri della mia nuova amica hanno subito una mezza disfatta, uno scatto la squillo si alza lascia la sua vincita in custodia al croupier e si avvia dietro una tenda di spesso damasco rosso, la manovra mi ha distratto, salto un giro, poi percepisco nettamente una mano sulla mia gamba, ai fianchi due uomini decisamente anziani, li guardo loro mi ignorano non riesco a capire che dei due’un commesso si avvicina da dietro le spalle mi consegna un biglietto”visto che ha deciso di imitarmi lo faccia fino in fondo, si alzi e segua il commesso. firmato un’amica”adesso si fa a capelli, penso, mi volto, il commesso &egrave nei pressi del damasco rosso, esito poi mi alzo, raccolgo le fiches e lo seguo. Scostata la tenda lo spettacolo che mi trovo di fronte &egrave di quelli che date le circostanze non mi sorprende affatto, la troia &egrave in ginocchio davanti alle brache aperte di un uomo pelato e decisamente non giovane, lavora di lingua sul pene dell’uomo e ad ogni tanto l’uomo fa un cenno ad un ragazzo che lancia una fiches nel vestito della donna in corrispondenza del delta del seno, l’amica, seppur impegnata, senza guardare, tasta il terreno e cerca di raccogliere le fiches che non vanno a bersaglio. Il vecchio alza gli occhi, mi guarda e fa un cenno al ragazzo che lancia una fiches vicino ai miei piedi. L’assurdità della scena viene sublimata dal commesso che io ho seguito, il quale mettendosi sull’attenti davanti al vecchio, lo avverte in maniera affettata: ‘la sua signora chiede se rientra a casa stasera’, l’uomo incurante del delicato e professionale lavoro di lingua della mia nuova amica lo congeda con: ‘le dica che non posso prevederlo ancora’. Mi volto, ho già visto troppo, ma alle mie spalle arriva un commesso seguito da un’altra signora, mi blocco: ‘porco ‘ sibila la nuova venuta – poi rivolta a me, e lei che fa guarda?
‘La signorina ha visto e capito’, mi volto a parlare era stato un giovane decisamente bruttino, basso e con uno sfregio sulla guancia, mi blocca le mani e mi bacia sulla bocca, mi libero, &egrave decisamente troppo, ma con mia sorpresa, scostata la tenda, mi accorgo che dietro, ora, c’&egrave una porta chiusa; non capisco e mi volto per porre fine a questo scherzo di cattivo gusto: la scena &egrave cambiata, l’anziana litiga con il ragazzo che lanciava le fiches e tenta di strappargliele di mano, la lite ha evidentemente distratto il vecchio, visto che la mia nuova amica che osservo di spalle ha preso ad usare anche le mani: ‘su su bello, che la maestra del pompino ha bisogno di altre fiches’. Il ragazzo bruttino torna all’attacco e mi stampa una mano sul culo, sto al gioco e l’apostrofo ‘ehi bello quante fiches hai per permetterti di fare questo’, spiazzato, lo sgorbio, comincia a crederci, si fruga in tasca, poi resta bloccato, il vecchio ha scansato l’amica troia ha preso le fiches al ragazzo, non vedo la scena ma la ricostruisco nel momento in cui sento la mia gonna alzarsi ed una pioggia di dischi di plastica viene infilata nei miei slip, il ragazzo brutto si allontana come un leone che ha perso la leonessa, fa un inchino e poggia le spalle al muro: due mani sulle spalle mi costringono a girarmi il vecchio &egrave di fronte a me e sibila: ‘come ha visto &egrave facile vincere da noi’. Rifletto la porta &egrave chiusa ma non siamo soli forse gridando potrei’invece non grido, mi tolgo gli slip e conto le fiches che in quel lasso tempo si erano collocate fastidiosamente nel buco del culo e nella figa. ‘Ottimo madame vedo che comincia a gradire”il vecchio parla ma non gli bado, conto 1500, 2000, 5000, 10000’balbetto, cosa vuole da me? ‘Niente, solo un gioco’dovrà impedirci di sborrare su queste puttane’. Non capisco ancora allora il vecchio fa mettere sul tavolo delle fiches ad occhio le stesse che mi ha dato e comincia: ‘Scommettiamo 100 fiches che il ragazzo non riesce a fare il culo a mia moglie?, la signora, improvvisamente obbediente si abbranca ai bordi del tavolo con una mano mentre con l’altra alza la gonna e sposta gli slip, il ragazzo delle fiches si posiziona alle sue spalle e punta il cazzo verso l’ano della signora, adesso tocca a lei signorina trovi il modo per impedire a mia moglie di farsi allargare le chiappe da questo servitore.
Il ragazzo decisamente ben dotato non pare molto deciso a compiere il lavoretto, la signora sporge in dietro il sedere ed allarga le gambe, mi muovo immediatamente il vecchio mi blocca: la sua puntata madame, se il cazzo penetra vincerà mia moglie in caso contrario &egrave tutto suo, la troia intuisce di essere fuori dal gioco, ma anche lei vuole la sua parte, si accosta alla vecchia si fa umettare un pollice con la lingua e si posiziona dietro le terga cominciando a stimolare e lubrificare lo sfintere, ho solo una speranza”tanto più tardi farò una doccia e saro un po’ più ricca’, mi precipito davanti al ragazzo e comincio a spompinarlo per bene, devo svuotarlo prima che cominci, il ragazzo gradisce, il suo cazzo cresce nella mia bocca, ma non ne vuole sapere di venire, la troia continua a lavorare il sedere della signora ora con il pollice allarga lo sfintere si gira verso il ragazzo e dice ‘via bello tocca a te!’. Il ragazzo esce dalla mia bocca, temo che il mio tentativo abbia peggiorato la situazione, ora quello che punta verso le chiappe rugose della signora &egrave un signor cazzo, duro e gonfio al punto giusto, il giovane riluttante, tirato per l’uccello dalla troia, inizia la sua lenta, ma temo inesorabile, penetrazione, la vecchia si irrigidisce, la troia gli accarezza il sedere per allentare la tensione, il ragazzo inizia a spingere, mi rendo di avere perso quando sento il grido della signora, la troia continua a lubrificarla ed allargargli il culo, il suo pollice spiana la strada al cazzo che ormai &egrave dentro fino a metà’pochi secondi ed un fiotto di sperma costringe la vecchia a stringere i denti, il ragazzo spinge con le reni e la troia mi guarda con la soddisfazione del vincitore. Finito. La troia e la signora si prendono le fiches. Il ragazzo mi osserva con uno sguardo dispiaciuto, ho ancora il sapore di quel cazzo che adesso un po’ per rabbia un po’ per schifo, quasi mi vergogno di aver tenuto in bocca’

NB PER NOTIZIA VI INFORMO CHE NEL 2002 HO INVIATO UN RACCONTO DAL TITOLO IL CAPOLINA ORA POSTATO SUL SITO CON IL NOME DI UN ALTRO AUTORE ADMIN (AMMINISTRATORE?). NELLA SPERANZA DI LEGGERMI VI SALUTO.

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