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Orgia

Viaggio Infernale

By 28 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Mancavano 8 giorni alle feste natalizie e la mia ditta aveva proposto una cena di lavoro per tutti i dipendenti e coniugi per concludere l’anno.
Era stata una serata piacevole in un ristorante nell’entroterra regionale. Un pullman ci aveva portato fino al ristorante e ci avrebbe riportato al centro cittadino.
Io e o andata alla cena con il mio fidanzato.
Al ritorno eravamo tutti un po’ assonnati e il pullman era molto più silenzioso di quanto fosse stato durante il viaggio d’andata, tanto che ad un certo punto l’autista reputò giusto spegnere le luci interne.
Dovevamo essere circa a metà viaggio quando sentii il motore rallentare. Scrollai la spalla al mio fidanzato che si era assopito e gli chiesi come mai, secondo lui, facevamo quella sosta.
Credo se lo stessero chiedendo un po’ tutti perché notai i miei colleghi con il volto attaccato ai vetri scrutando l’esterno.
Fu in quel momento che vidi due uomini seduti nella prima fila di poltroncine che non avevo mai visto. Non erano con noi durante il viaggio di andata. Parlavano a bassa voce rivolgendosi frequentemente all’autista.
“si può sapere cosa succede?” disse a gran voce un mio collega dal fondo del pullman.
I due uomini in prima fila smisero subito di parlare e fece o uno strano cenno di assenso all’autista. Poi si alzarono.
In quel preciso momento il motore si spense del tutto e ci fermammo nel buio di una strada di mezza campagna.
“signori non &egrave il caso di allarmarsi – disse uno dei due uomini – se nessuno di voi crea agitazione nessuno si farà male”.
“questo &egrave un sequestro – continuò l’altro – ma vogliamo venirvi incontro… Siamo disposti a liberarvi tutti se uno di voi si offre per eseguire i nostri ordini per un’ora”.
Sul pullman non c’era più nessuno che dormiva,ci guardavamo tutti senza pronunciare una parola.
“forza – disse uno dei due spazientito – non vorrete far scegliere a noi?”
A tutti, tranne me, sembrava una bella idea far scegliere a loro. Io stringevo la mano al mio fidanzato, ammutolita e spaventata.
“come preferite – dissero. E iniziarono a percorrere il pullman osservandoci.
Io già lo sapevo, me lo sentivo … Ma sobbalzai quando con uno strattone mi fecero alzare dal mio sedile. Il mio fidanzato provò a protestare ottenendo come unico risultato uno schiaffo sul viso.
Mi trascinarono in testa al pullman.
“come prima cosa dovrai spogliarti completamente”.
Io li guardai esterrefatta. Il mio ragazzo provò ancora a protestare ricevendo un colpo secco alla spalla con il calcio della pistola.
“non vorrai mica che muoia qualcuno – mi dissero esortandomi a spogliarmi.
Vidi gli sguardi spaventati e iniziai a spogliarmi. Quando fui completamente nuda Mi fecero sedere per terra, gambe divaricate e diedero il secondo ordine “masturbati come una puttana”.
Sentivo il mio volto caldo, imbarazzato, mentre tutto il pullman mi fissava tra lo spavento e un po’ di eccitazione.
Iniziai a masturbarmi, e i due uomini iniziarono a urlarmi di non fare finta, di farlo come si deve, che dovevo gemere e grondare dei miei umori.
Osai bisbigliare che in quella situazione on riuscivo a fare di meglio.
“non riesci a fare meglio? – disse uno dei due ridendo – allora ti serve un aiuto. Chiama un tuo collega e chiedigli di leccarti la fica mentre ti masturbi. Vediamo se così ci riesci”.
Provai a indicare il mio fidanzato. L’uomo mi guardò, non sembrava contento. Mi afferrò un capezzolo e iniziò a stringere tanto da farmi male.
“ho detto un collega, Brutta puttana”.
Sospirai e indicai alla cieca qualcuno delle prime file.
Avevo indicato un uomo di mezza età, che i guardò con lo sguardo in parte imbarazzato e in parte eccitato. Si chinò davanti a me e affondò il viso tra le mie cosce.
Sentii subito la sua lingua calda e umida mettersi alla ricerca del mio clitoride. La sentivo svincolarsi tra le mia dita mentre continuavo a masturbarmi.
Finalmente ebbero ciò che volevano e iniziai a gemere.
“dillo ai tuoi colleghi che ti piace, che non &egrave così terribile!”.
Io annuii e tra un gemito e l’altro dissi ciò che avevano detto.
“perché non chiami un altro collega e ti prendi un bel cazzo grosso in bocca ?”.
Ero completamente fuori di me ormai e indicai nuovamente alla cieca. Si avvicinò un ragazzo sui trent’anni. Quando si fuori il suo pene dai pantaloni era già duro ed eccitato. Me lo infilò in bocca fin quasi alla gola e iniziò a scoparmi in bocca.
I due sequestratori eccitati di fronte a quella scena iniziarono anch’essi a &egrave palparmi ovunque. Sentivo le lo lingue alternarsi sul mio corpo, bagnandomi tutta.
“guarda il tuo fidanzato – Mi bisbigliò uno dei due – ti guarda mentre gemi come una puttana”.
Io non riuscivo a vedere e capire nulla, Ma sapevo che lui stava guardando impotente.
“sai perché abbiamo scelto un pullman – dissero a voce alta – &egrave un nostro giochino…ora lo scoprirai”.
Mi fecero alzare in piedi e arretrare di qualche passo.
Ero proprio affianco all’autista, in piedi.. Completamente nuda e fradicia.
“siediti” dissero.
Mi abbassai e il mio culo incontrò qualcosa che non avevo notato : la leva del cambio.
Sussultai appena e gli uomini sorrisero.
Uno si chinò per tenermi divaricate le chiappe mentre l’altro con una spinta secca sulle spalle mi sbatt&egrave a terra.
Sentii il buco del culo bruciare, poi subito si idratò dei miei umori.
Iniziarono sballottarmi su e giù aprendomi completamente… Ricominciai a gemere.
Ma il loro gioco non era ancora finito.
Uno ad uno sentii i miei buchi riempirsi tutti.
Il cazzo duro del giovane di trent’anni ricominciò a scoparmi in bocca, più eccitato di prima.
Poco dopo l’uomo che mi aveva leccato la fica si era tolto il cazzo dai pantaloni e stava premendo per sbattermelo fino in fondo alla fica.
Iniziai a gemere, eccitata.
finché il cazzo duro che avevo in bocca non esplose in una pioggia di sperma a ricoprire il io volto.
I due sequestratori ne approfittarono per spalmarmelo ovunque sul collo e sui seni.
Ora che avevo le labbra libere inizia a gemere ancora più forte fino a quando anche la fica non fu piena di liquidi altrui.
I due sequestratori sorrisero dicendo ai miei due colleghi di tornare a posto.
Mi fecero alzare. Dolorante e grondante di umori.
Pensavo che fosse finita, invece tenendomi bloccata per le spalle sentii nuovamente il Mio corpo riempirsi. Uno dei due mi penetrò d’un colpo nel culo già aperto. L’altro nella fica.
Non so per quanto tempo continuarono, probabilmente non molto poiché erano eccitati come animali.
A me parve un’eternità.
Vennero quasi contemporaneamente riempiendomi tutta ancora una volta. Poi con uno spintone mi rigettarono sul mio sedile e il pullman si rimise in moto.



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—-> L’antro di Giada

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