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Poesia Erotica

LA FIGLIA DELLE PERLE

By 12 Febbraio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La figlia delle perle
nacque un giorno di aprile
tanto tempo fa,
desideravo tanto averle
e me le diede,
racchiuse in un forziere.
Mille antiche primavere
brillavano in lei,
dai bei capezzoli
ornati d’oro
e dai piedi scalzi
decorati d’argento.
Volle posare senza veli,
racchiusa in una conchiglia,
le palpebre socchiuse,
come se aspettasse un bacio.
Le tamerici selvagge e turchine
inebriavano le sue nude membra,
mentre stuoli allegri
di puffi bianchi e celesti
le danzavano intorno,
facendo a girotondo.
Intonavano melodie di mare
e di tempeste,
erano i lieti amici delle feste
anche se quelle cantilene
forse erano un po’ meste.
Un brutto giorno
la figlia delle perle
incontrò il pirata,
dalla barba unta ed atra,
ah, anima disperata!
Le afferrò il braccio
e la trattenne, fino a che
non l’ebbe stuprata.
Ah, il miele prelibato
di una fica profanata!
Ricordo la meravigliosa
racchiusa in uno scrigno
di rocce,
tutta ricoperta di belle foglie,
gialle, rosse, blu e vermiglie.
Una pioggia di magiche scintille
l’ammantava, ardentemente,
come se davvero solo e sempre
si potesse vivere e gioire
senza sapere di dover morire.
Canti,
promesse,
vanità
ed istanti,
ghirlande verdi e ramoscelli d’aranci
facevano il suo incanto,
quando tutta appassionata
decise di sposare il mare.
Il suo sposo
venne a lei
con forme di venusto uomo,
dalle braccia forti
e dai capelli scarmigliati
e folti,
il ventre cinto di lauro.
Carne sposò carne,
piacere sposò piacere,
sesso candido
sposò sesso irsuto,
allorché
il tempo vago sposava l’eternità
e ogni voglia misteriosa e sepolta
trovava il suo concento.
Un gabbiano amico dei marosi
giocò con i lunghi capelli
della figlia
delle perle,
per poi pettinarglieli
col becco adunco
ed involarsi così verso la duna
da sempre cara amica della luna.

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