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Poesia Erotica

Le tue dita d’avorio

By 21 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Le tue dita penetrano nelle mie viscere,
la tua mano sparisce nella mia fica slabbrata,
entra dentro di me, mi percuote, afferra il mio utero,
la mia anima.
Ho le gambe spalancate e le caviglie bloccate da legacci di cuoio,
il mio ventre si muove verso di te voglioso, con movimenti sconnessi,
ricolmo di te, pieno,
le mie carni pulsanti si stringono intorno alla tua mano.
Le mie labbra baciano il tuo polso,
goccie di sudore mi imperlano la fronte,
i capelli scomposti si perdono sul legno del tavolo a cui mi hai fissata,
brividi improvvisi mi percorrono le cosce,
sento la tua mano muoversi dentro di me e in un attimo la realtà perde ogni consistenza.
Sono completa, ricolma di te,
ho ingoiato la tua mano fino in fondo,
mi hai aperta come si fa con un’albicocca matura.
Ansimo come la troia qual sono,
e i gemiti mi inondano la bocca.
E’ come se un ferro rovente mi venisse conficcato nell’ombelico,
allora un urlo, un gemito, un orgasmo improvviso che mi squarta,
la tua mano dentro di me, ferma a raccogliere ogni goccia, ogni momento del mio piacere.
Mi hai reso folle, ho dentito le tua mano che mi afferrava il cuore,
lo hai sentito pulsare, hai preso tra le dita il segreto del mio esistere.
Toglimi tutto, toglimi il pane, l’amore,
toglimi anche l’aria se vuoi, proibiscimi di respirare: io lo farei.
Ordinami di smettere di esistere ed io diventerò la tua ombra.
Legami a te e poi mandami via, esaltami con parole dolci e subito dopo calpestami,
baciami, donami la tua aria: ne ho bisogno per vivere,
carezzami, schiaffeggiami, godi delle mie urla,
lecca le mie lacrime e fammi ingoiare il tuo sputo,
obbligami a leccare il mio sangue caduto e gli umori che colano dalla mia fica squarciata.
Usami ed insultami come un oggetto,
un pezzo di carne, una bocca da riempire di sborra.
Voglio essere tua, voglio donarti ogni cosa,
conoscerai tutto di me ed i miei segreti diventeranno motivo di scherno,
ti servirò la mia anima tra ferite insanguinate e lacrime cocenti.
Lascierò che la tua mano si faccia strada nel mio corpo.
Riduci la mia volontà ad un nulla,
punisci ogni mio scatto ogni mio moto di disappunto,
segna il mio corpo con cuoio e metallo,
rendimi inerme al tuo tocco.
Sarò la tua schiava, il tuo zerbino,
ti darò la mia anima,
ed ogni millimetro del mio corpo porterà il tuo sigillo.

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