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Poesia Erotica

MARCIA FUNEBRE PER UNA STREGA DEFUNTA

By 15 Febbraio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Don, don, don,
don, don, don,
la voce degli angeli
chiamava a raccolta,
a raccolta’
Chiamava a raccolta,
per colei che era morta.
Don, don, don,
gli uomini della terra
le avevano costruito una tomba.
Don, don, don’
Scavata era nella roccia.
E la campana
chiamava sempre
a raccolta.
La strega era morta,
don, don, don’
L’avevano bruciata
a notte fonda. Don, don’
E quando se n’era andata
aveva squillato forte
la dorata tromba.
Su di una barca
l’avevano portata
sull’altra sponda,
per metterla nella sua tomba.
La voce degli angeli
chiamava a raccolta.
Una strega era morta.
Qualcuno diceva
che fosse bionda
ed avesse
settecentonovantatré anni
appena compiuti,
la pelle di fanciulla,
il corpo da dea.
Aveva ereditato
i suoi poteri magici
dagli spiriti del bosco,
che l’avevano posseduta
a lungo e carnalmente,
oh, sì, assai, assai ardentemente!
Ricordo soltanto
la lingua biforcuta
del boscaiolo,
sulla sua vulva irta e nuda,
erano avvolti entrambi dalla bruma
che saliva dal torrente,
la bella era tutta fremente,
i lunghi artigli scarlatti
carezzavano la schiena curva
del suo uomo.
Ma non provò niente di nuovo.
Le labbra sue
gli avevano torturato
il membro, poi, quel tuono’
La voce sua bruciava più del fuoco,
parole di passione,
parole del destino,
parole del vento
erravano nell’ombra,
il giorno del seppellimento.
Ma lei non era morta.
Tutta allegra e molto accorta
bevuto avea il suo filtro magico
prima di andarsene
e, la prima notte di plenilunio,
aperto avrebbe la sua bara
per ritornare ai vivi dalla nuda terra,
onde baciare
e stregare ancora.

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