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Poesia Erotica

pensando ad Olga

By 16 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi accende guardarti,
vorrei strapparti a questa dimensione
e penetrare in un tempo solo nostro.

Sei vestita di nero,
maga dei miei istinti,
sei un angelo dalle ali tentatrici;
nessuno attorno a noi può nulla,
la tua presenza &egrave totale, mi rapisce.

Se un giorno ti trasformassi in angelo,
i bianchi vestiti indossati griderebbero
a tutti le tue forme,
ed ogni altro angelo impazzirebbe
di desiderio e violenza di averti.

Esplodono le mie fantasie, le voluttà.

In un antro sconfinato,
tra volte e tende di veli,
noi
per terra,
siamo circondati da lumi e alte e basse candele,
dove ogni fiammella risponde solo e soltanto ai tuoi gemiti.
Trema innanzi a te il mio respiro,
&egrave affannato, &egrave stanco di desiderarti;
possessione eterna, solo quella voglio.
Davanti a me,
schiudi le gambe e mi guardi,
ti guardi il sesso,
guardi il mio attraverso i vestiti,
mi chiedi di carezzarti dolcemente
con baci e vellutati colpi di lingua;
il tuo profumo mi giunge delicato,
la tua lascivia &egrave pronta a incontrare le mie labbra:
ti accontento.

Sfiorarti vuol dire morire e rinascere,
vuol dire toccare me stesso nel profondo;
la trasparente camicia nera, adesso, &egrave aperta,
un meraviglioso reggiseno mostra il meglio di te,
mentre i tuoi occhi non smettono di guardarmi
e sorridermi;
continuo il mio compito,
le fiamme ballano, ondeggiano, si fanno intense.

Il tuo canto mi stordisce,
non ricordo più il mio nome,
solo perch&egrave sono qui,
con te.

Seduta con le gambe di fianco
mi accarezzzi il viso,
poi sfiori le mie labbra,
non riesco a muovermi,
riesco solo a baciarti;
le tue mani corrono dietro,
alle spalle,
ciò che ti copriva
adesso
diviene leggero
e scompare alla mia vista,
bruciato dalla luce delle candele;
accompagni il mio viso,
che tra immenso calore,
giunge sulla morbidezza dei tuoi seni,
la carne liscia e tiepida
mi accoglie,
mi rilassa,
eccitandomi.

Mi chiedi
ancora una volta
di leccarti,
di prendermi cura del tuo corpo,
di dimostrarti quanto mi piaci;
e tu mi piaci.

basta un attimo,
una sola candela si spegne,
ché tutto il mio controllo
si spegne con essa;
ti ritrovi a terra,
le mani chiuse
le braccia piegate lungo i fianchi,
abbandono i miei vestiti
e salgo su te;
&egrave una Atomica il contatto dei nostri mondi,
&egrave l’apocalisse del sentimento,
il parto dell’egoismo.

Viaggio su te
in un ritmo tribale
incessante
impetuoso
maleducato
scontroso.

le fiamme
via via
si spengono
così come i tuoi singhiozzi,
che aumentano.

nel viso,
che vedo appannato,
delle smorfie si susseguono a inespressivi sorrisi,
come mai te ne ho visti in volto;

io vivo,
mi sento,
mi chiamo per nome
e sudo la mia timidezza
e la mia sonnolenza,
che mi abbandonano,
via.

in quella tormenta
riconosco il tuo corpo
muoversi insieme al mio,
invitarmi quasi
a continuare
ad essere me stesso,
a dichiararti chi sono
e come ti voglio.

il fulmine
scende con tremiti e spasmi,
ed anche tu ne sei percossa
insieme a me,
insieme.

lentamente mi afferri per le braccia
e mi strattoni su te,
ti strofini,
tutta quanta,
godi
nel sentire i nostri sudori mescolarsi;
mi sussurri cose immense
sconfinate
indimenticabili,
sei una donna nobile,
una maga sincera,
e le tue parole
sono messaggere di virtù.

si strappa questa realtà,
ci riporta in mezzo agli altri;
la tua camicia, adesso, &egrave più sbottonata
e luccicanti perle di piacere ti bagnano,

dove si sfiorano i seni costretti,
dove l’occhio indugia
e si perde nelle ombre,
nelle ombre del desiderio che offusca tutto,
ragione e vista.

mi saluti sorridendo,
mimi,
con le labbra ancora gonfie dei recenti ricordi,
-alla prossima-
ed io annuisco,
tremo,
saluto.

— per eventuali impressioni, consigli ed altro non esitate a contattarmi, grazie —

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