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Poesia Erotica

Senza Me

By 8 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo avverti anche tu mia compagna?
Sei consapevole di quale suono il nostro udito vibra, nefasto e cupo come l’arpa della notte che suonando dopo il crepuscolo tutto s’avvolge nella placida Oscurità.
Solo Tu a me vicina così forse per diletto, forse perchè in me rivedi una te stessa afflitta e le tue più cupe paure nel divenire quanto io sono e per questo attratta dalla mia voce, dai miei modi, dal mio corpo disfatto, poiché ci attrae quanto in verità ci ripugna.
Non importa il motivo, non è mai importato.
Mostri negli occhi il fuoco che anch’io posseggo e mostri le mille maschere che ogni giorno cambiamo a nostro piacimento per compararci ad esseri a noi simili nel corpo ma non nello spirito, alieni, creature oniriche che invero Noi dovremmo meritare tale appellativo essendo Noi ben diversi da come Iddio creò l’uomo.
Amica mia più di ogni altra forma o persona che nonostante bella come natura giustamente t’ha creata spendi il tuo tempo nel contemplare con me le gioie negate e che per me più hanno senso,
tremo al pensiero di quando infine giungerà la tua lontananza, un amore che giungerà lieto con ali dorate prenderà quel tuo cuore rinchiuso per troppo tempo nel peccato a me più vicino, e sempre su quelle rapide ali, volerai agiata verso alte e nuove sponde.
Oh gioco crudele vuole osare il mio animo nel soprassedere a tale profetica verità, l’amore trova sempre la bellezza ed anche se questa è destinata a sfiorire, il Fato non lascerà te così prodiga verso il tuo unico desiderio vivo e sentito, insoddisfatta e perduta come invece sarà di me.
Io che con solo me stesso a riflesso delle gioie vissute e più ritrovate, rimarrò infine lontano dalla tua vicinanza, tu Stella di quel peccato che tanto amiamo e che a noi corrompe più del potere e del denaro del quale potremmo desistere.
Quando invero avverrà quanto detto Tu cara tra i cari mi toglierai il poco benessere che con sorriso ti rimostrerò a te che gioirai per cotale trattenuta ascesa, buon per te amica diletta saprai di certo avere cura di colui che accanto a te saprà infine non stancarti ed apprezzarti, lui che bello come l’aurora del freddo sole d’autunno saprà darti cose che non credevi a te possibili e mai ben sperate.
Questo io ti prometto e questo al mio cuore preparo anche se so che tale preparazione sarà vana e di lui sentirò i tristi suoni della rovina, come cristalli infranti.
Per ora giaci con me nei miei pensieri, io che forse t’amai conoscendoti troppo e troppo affondo, scavai nella nostra amicizia confidando nel mio cuore parole di astinenza e di ritegno verso un qualcosa di impronunciabile per colpa del mio volto e del corpo, come una stella che guarda le sue vicine gemelle nel cosmo infinito, capace di vederle ma mai di raggiungerle io con te sarò lo stesso, poiché il limite che ci separa e che io non ignoro, mai potrà essere varcato, ne dai sentimenti ne dall’amato Peccato.
Consapevole di questo so che tu stessa sei, ed il tuo effimero quanto dolce sorriso esprime quella tua sapienza che gia mi precede nel nostro giocare, oh bella delle belle non solo nel corpo ma appetibile al pari di Virtù e Discernimenti, questa è la tua vera bellezza e così dovrai restare, te ne prego, almeno finché quella creatura non ti porterà dove meriti di elevarti dalle ombre nelle quali giacciamo.
Il Bello è quanto più importa, la sua presenza è possibile concepirla a chi ha occhi per guardare anche laddove invece si vedrebbe solo lordura, e creando accostamenti sinistri tu invero persegui nello starmi accanto e rallegrare il mio cuore disperso, fallo per quanto hai voglia e per quanto ti aggrada bellissima Me, poiché io in te rivedo quanto più ardentemente l’anima mia vorrebbe essere, e tu in me rifuggi quanto più le tue paure ti mostrano l’orrore di quanto saresti potuta essere.
Con questo insulto ed inchino a noi stessi, viviamo come due stelle che nel gelido buio si guardano, e nell’abisso che le separa mai s’incontreranno.

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