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Poesia Erotica

Sono una monella

By 7 Novembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi guardo allo specchio, con questa lunga maglietta verde militare,
che mi arriva ai polpacci nudi. Sotto c’è solo un tanga nero.
Che bella troia che sono, mi scopro il fondoschiena,
abbasso il tanga. Questo culo è per voi uomini. Fateci ciò che volete.
Sono una monella che vuole essere inculata.
Scopatemi dietro, sono molto puttana, coi capelli corti,
a maschiaccio, con le cosce da fata e questa passerina pelosa,
che aspetta di essere penetrata con foga.
Ma ho anche voglia di amore, voglio essere baciata, da più uomini.
Voglio essere maltrattata, perchè questo merito.
Sono una monella infedele.
Oggi guardando un uomo in facoltà e parlandoci,
mi è venuta voglia di farmi scopare questo sederino piccolo e dolce,
all’insaputa del mio ragazzo.
Fremevo dalla voglia di essere leccata,
avrei voluto concedergli questo mio bel culetto,
per il momento mi accontento di penetrarlo con le dita, pensando che sia lui.
Chiudo gli occhi e apro la bocca. Godo come una troia.
Mentre mi guardo allo specchio della stanza di mia madre,
mentre faccio entrare le dita sempre più dentro, tanto da farmi male.
In uno dei cassetti di mia madre cerco i suoi attrezzi del piacere,
un fallo di gomma trasparente di venti cm.
Lo inumidisco con la bocca, come se stessi facendo un pompino al mio amante,
con l’altra mano gioco con la passerina, bagnata, profumata.
E’ lì che faccio entrare quel grande cazzo di gomma trasparente,
facendolo entrare fin dentro. Occhi e bocca spalancati,
un dolore che man mano si allieva, e mi guardo.
Sono stupenda quando godo.
Faccio entrare e uscire quel pene di gomma, sognando che sia lui,
che mi dice che sono una puttana, ma anche la più bella,
quella più importante per lui.
Mordo il labbro inferiore, continuando a guardarmi in quello specchio.
Spingendo quel pezzo di gomma dentro di me sempre con più violenza.
E mi stupisco.
Mi stupisco come possano penetrarmi tutti e 20 cm.
Respiro con affanno, mi manca il respiro, quasi piango.
Piango per il piacere. Libero qualche urlo,
e non mi interessa se il vicino possa sentirmi,
al massimo si spara una sega, e sborra pensando a me. Eccitante.
Questo cazzo di gomma che fino a quel momento aveva penetrato mia madre,
adesso penetra me. Non avevo mai pensato di poter arrivare a questo.
Come avere lo stesso amante. Sto impazzendo, dico ad alta voce. Lo ripeto,
mentre penetro il fallo con un ritmo sempre più rapido,
ho voglia di piangere, ho le lacrime agli occhi,
qualcuna mi solca il viso.
Poi arriva il momento del massimo piacere, con un unico grido di piacere,
e poi solo mugolii. Lo sfilo lentamente da dentro me,
è coperto dei miei liquidi, lo guardo. Lo infilo in bocca,
per sentire il sapore della mia fica.
Con la lingua raccolgo tutti i miei umori e li ingoio.
Sono una troia. Se fossi un uomo mi scoperei ripetutamente.
E invece il mio ragazzo mi scopa una volta al mese, al massimo due.

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