Io che ho sempre amato la stessa,
io che per lei sforzai le mie ossa,
io che con lei sfiorai cotanta luce,
prendo di un’altra l’ardente brace.
L’amor va avanti, seppur si tace
anche a diversa d’affetto foce.
Tradir’è dolore, carn’è debole.
spirit’è forte, non amorevole.
L’amor vola e tace, l’amor vaga
di forte passione i corpi lega,
non sempre l’amor ogni cosa vince,
trafigge il cor d’infiammate lance
io che son del dolor la causa,
piango col cor di tal storia chiusa.
l’una gode l’amor e il suo salmo,
l’altra abbandonai in freddo talamo
Solo al freddo in pioggia d’inverno,
l’autunno di fretta, andò, via corse.
rimembro la gioia , stagioni scorse,
l’amor finito, l’amor non eterno.
Col sesso lei mi sfiorava la mano,
col membro io la toccavo a fondo
carogna l’altro, tale all’immondo,
il suo amor tentai di tener invano.
E’ il dolor per me, tradito da lei,
che mi fa pensar “d’amor brucerei”.
Scordata di me, gran male mi fa,
ma ormai lontana e felice di già
Il racconto nasce dall'unione di alcune esperienze sessuali e relazionali che ho vissuto. Celeste esiste, ma non è quello il…
Pazzesco..sarebbe bellissimo approfondire la sua conoscenza..
Mi piace pensare sia un racconto reale..se ti andasse di parlarne scrivimi a grossgiulio@yahoo.com
Molto interessante, è realtà o finzione? Dove è ambientato?
Felice che le piaccia. Le lascio il beneficio del dubbio…