Senza fiato… resto, affannoso
il petto; sudore dalla fronte
le guance imperla come lacrime,
ma non di pianto, del godimento
il frutto. Le spalle, il petto,
gli ancora turgidi capezzoli grondano,
stillando rivoli di umori, il caldo
m’incalza e con esso il fallo.
M’investe, il caldo; mi piega e mi fa suo,
il tuo fallo, e io…sudo. Sudo il sangue
che succhi dalle vene mentre mi concupisci.
Le gambe molli si fanno sul disfatto letto,
tremando sbando e m’abbatto prono
al tuo volere, al mio peccato. Ti sento;
sento il tuo peso che piuma mi pare
per il diletto, che mi procuri, intenso.
Affanno, affanno, aria prendo a bocca
aperta, mentre affondi la lama
nella ferita fonda; la muovi, l’agiti,
la scuoti, caroti nelle visceri del mondo.
Oh, quanto, quanto ti ho aspettato…
mio esploratore oculato, mio strenuo,
solerte escavatore, mio bulldozer,
mio amico/nemico, mio tutto e solo
appaltatore dei lavori che in me si fanno!
Prendimi, sfaldami, lastricami, asfaltami,
come vuoi tu trasformami che io serva
al tuo scopo e tu produca in me
la sensazione perfetta di essere da te
costrutto al tuo piacere, al mio piacere
[indissolubilmente stretta e legata.
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…