Skip to main content
Racconti Gay

Black’s power

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia che sto per raccontare risale alla metà del giugno scorso e mi ha in certo senso cambiato al vita e di molto. Sono un ragazzo di 25 anni e vivo in una piccola cittadina di provincia del centro Italia. In quel periodo ero al settimo cielo per la recente chiusura delle scuole e le tanto sospirate vacanze; dopo i primi giorni di sbrago totale, avevo deciso per passare le mattinate di andare al parco cittadino per rilassarmi e per fare un po’ di footing tra i viali alberati e le panchine.

Un bel mattino, era di martedì lo ricordo perfettamente, stavo facendo il mio solito giretto di corsa quando su una panchina notai un signore di colore sulla quarantina ma assolutamente ben portati. Infatti, si vedeva chiaramente che si manteneva in forma in palestra e che curava la propria persona con attenzione Vestiva con molta eleganza, pantaloni di lino nero, camicia di seta grigia scura e un bel paio di mocassini di cuoio nero; indossava, inoltre, degli occhiali da riposo per leggere il libro che aveva in mano, dandogli una certa aria da intellettuale.

Rimasi a fissarlo quasi stregato per cinque-sei secondi, rischiando anche di andare a sbattere contro una siepe; con la coda dell’occhio vidi perfettamente che se n’era accorto e che aveva anche abbozzato un sorriso di compiacimento. Tengo a precisare che fino a quel momento non avevo mai avuto nessuna inclinazione omosessuale e che anzi avevo anche scherzato pesantemente sui gay con gli amici, raccontando fior di barzellette e di battute; avevo, infatti, avuto le mie normali esperienze con le donne, anche se non ero certo un Casanova. Ma quell’uomo, con il suo portamento maestoso e nobile, mi aveva a dir poco ipnotizzato.

Cercai, comunque, facendo mente locale di togliermelo dalla testa e di continuare il mio giro di corsa ma finivo sempre per ripassare in quel vialetto dove di trovava seduto quell’uomo. Dopo essere passato lì ripetutamente sentii una voce, la sua voce, rivolgersi a me:

– Sembri affaticato, perché non vieni a sederti qui vicino a me? ‘

Se il sua aspetto mi aveva colpito, il suono della sua voce di aveva addirittura stregato, non

era alta ma era decisa e dura, con un tono che non ammetteva replica. E così, con le gambe che praticamente si erano mosse da sé, mi ritrovai seduto sulla panchina accanto ad un perfetto sconosciuto, io che di natura ero sempre stato assai diffidente e sospettoso. Dopo un paio di secondi che mi era parsi infiniti, mi disse:

– Ho notato che mi guardavi, ti ho per caso colpito?-

– Si ‘ riuscì a balbettare.

– E cosa ti ha colpito di me in particolare?

– Tutto signore, lei mi sembra quasi un Dio ‘

– Bene, bene, era proprio quello che pensavo. E dimmi, ti piacerebbe diventare un mio fedele servitore? ‘

A quella domanda, avrei dovuto alzarmi e andarmene di corsa ed invece non solo rimasi ma risposi anche senza esitazione di sì.

– Ora dimmi la verità! E’ nel tuo interesse, hai mai avuto esperienze di sottomissione con un Master?-

– No signore, ma mi piacerebbe provare ‘

– Bene, da questo momento sarai ai miei ordini. Vedrai, saprò trasformarti in una lurida cagna sempre affamata di cazzo! ‘

Raccolse tutte le sue cose e mi disse di seguirlo alla sua macchina, dove avrei avuto la mia prima lezione. Mentre stavamo camminando, esclamò a voce abbastanza alta, in modo che anche altri potessero sentire:

– Che sciocco, ho una nuova troietta e non gli ho nemmeno dato un nome. Da adesso tu sarai Luana. Ti piace, piccolo bastardo?-

– Si, padrone ‘ risposi meccanicamente senza nemmeno pensare.

– Bene, vedo che stai imparando, io per te sarò il padrone o il signor Kalim, a seconda delle circostanze. Siamo intesi? ‘

Riuscì solo ad annuire con la testa, senza rispondere e senza riuscire a guardarlo negli occhi. Poi aggiunse:

– Comincia a farmi vedere la mercanzia che hai da offrire al tuo signore, scopriti il culo e sculetta come la puttana che sei’

Lo feci senza curami che qualcuno potesse vedermi, cosa che comunque non avvenne per fortuna. Senza troppi complimenti si mise un dito in bocca e poi me lo ficcò direttamente nel buco del culo senza alcun preavviso.

– Interessante, non solo hai un gran bello culo da troia ma lo hai anche vergine: Sarà una vera goduria spaccartelo ‘

Dopo aver giocato con il mio sedere per un po’, ordinandomi di continuare a camminare, tirò fuori il dito che, naturalmente, si era tutto sporcato.

– Forza, Luana, fai la brava e pulisci con la tua lingua vogliosa il dito del tuo padrone ‘

Questa volta ebbi delle titubanze a farlo e mi costò assai caro, infatti subito mi diede due sonore sberle sul sedere, ancora scoperto, che mi fecero trasalire.

– Questo per insegnarti che i miei ordini vanno eseguiti subito. Ed ora datti da fare, finocchio! ‘

In questa seconda circostanza non ebbi più il coraggio di protestare e cominciai a pulirgli il dito con sopra la mia merda. Finalmente arrivammo alla sua macchina, questa si trovava in una piccola piazzola del parco, circondata completamente da alti alberi che la rendevano praticamente invisibile dall’esterno, tranne che per lo stretto passaggio di ingresso. Aprì la macchina e mi ordinò di salire e di spogliarmi completamente, tranne che per le scarpe da ginnastica; cosa peraltro non difficile visto che ero solo con pantaloncini e T-shirt da footing. Quando rimasi nudo scoppiò in una sonora e prolungata risata e finalmente sghignazzò:

– Sfido io che ti piace fare il frocio, con quel cazzettino quando le fai godere le donne. Il mio pisello &egrave molto più grande ma devi guadagnartelo prima di poterlo assaggiare ‘

Le umiliazioni ricevute mi avevano tremendamente eccitato ed ormai ero disposto praticamente a tutto. Infatti, esclamai subito:

– Cosa devo fare per meritarmelo, padrone ? ‘

– Comincia a leccarmi i piedi, poi si vedrà, merda! ‘

Gli sfilai con la bocca i mocassini e cominciai a baciargli e a leccargli i piedi; per agevolarmi il lavoro tirò dietro il sedile del guidatore per avere più spazio per il suo cane da lecco, così mi apostrofò. Dopo circa un quarto d’ora che mi ero inebriato tra i suoi splendidi piedoni neri, il signor Kalim disse:

– Bene, può bastare; ora Luana la puttana, ti sei meritata una bella dose di cazzo con relativa sborrata finale ‘

Detto questo mi fece inginocchiare sul mio sedile e si slacciò i pantaloni e si tirandoseli giù alle ginocchia insieme ai boxer. Tra le gambe gli svettava un cazzo sontuoso, lungo sui 23 cm e abbastanza largo, inoltre aveva due palle grosse e gonfie, dure come il marmo; ora capì la risata di prima, il mio cazzo era ridicolo in confronto al suo.

– Metti la testa a posto, troia, e fammi un bel lavoretto di bocca ‘

Cominciai ad adorargli il pisello come se fosse una reliquia, inoltre visto che era il mio

primo bocchino gli chiesi di guidarmi con la voce su quello che dovevo fare per farlo godere di più, cosa che fece non senza risparmiarmi una montagna di insulti. Quando finalmente venne, sembrava un fiume in pieno; il primo fiotto di sborra mi inondò la bocca, arrivandomi fino in gola, poi il signor Kalim volle sfilarmi il cazzo dalla bocca e finire di venirmi sul viso, aiutandosi con le mani. Mi sporcò tutta la faccia fino alla punta dei capelli. Poi mi ordinò di alzarmi di guardarmi nello specchietto retrovisore, per vedermi come mi aveva conciato e disse:

– Guardati che maiolona che sei, piena di sborra. Ora toglietela con le dita e leccatela tutta da brava puttanella ‘

Finito di pulirmi, mi disse di scendere e di inginocchiarmi, nudo come ero, fuori dalla

sua macchina; la accese e fece manovra in modo da mettersi tra me e l’ingresso in modo che nessuno potesse vedermi, non tanto per il mio pudore quanto piuttosto per non rischiare di dover interrompere il gioco a causa di qualche curioso di passaggio. Dopo essersi rivestito, si accese una sigaretta e mi disse:

– Come bocchinara vali poco Luana, comunque avrai tempo di rimediare, le occasioni non ti mancheranno. Visto che &egrave la prima volta comunque ti concedo di segarti, davanti al tuo nuovo dio ‘

Non mi feci ripetere la cosa due volte, visto che ero eccitatissimo; ero talmente arrapato che

venni praticamente in due minuti, mentre lui mi osservava divertito mentre fumava. Poi mi chiese il mio numero di cellulare e poi mi disse:

– Ti chiamerò presto, piccola cagnetta in calore, a presto ‘

Mi tiro in faccia i mie vestiti e partì a razzo con la macchina.

I giorni seguenti furono piuttosto intensi sotto il profilo cerebrale; infatti, non facevo che ripensare all’accaduto nel parco e chiedermi cosa mi avesse mai spinto a fare una cosa del genere, senza un’apparente ragione e contro quelle che erano le mie idee sessuali fino a quel momento. Comunque, l’unica cosa certa era che ogni volta che pensavo ai fatti del martedì precedente sentivo una profonda eccitazione e finivo inevitabilmente per segarmi per sfogare i miei bollenti spiriti; tentavo di negarmelo ma mi era piaciuta tremendamente quella strana avventura.

Il minimo squillo del mio cellulare, visto che il signor Kalim aveva il mio numero, mi faceva trasalire alimentando false speranze di proseguire quel gioco erotico, anche se la mia parte razionale mi diceva di chiudere subito quella strana vicenda. Finalmente, il venerdì in tarda serata arrivò la telefonata tanto attesa:

– Come sta la mia piccola troietta?-

– Bene, padrone, non ho fatto che pensarti ‘ gli confessai subito.

– Ne sono contento, ma ora devi decidere se fermarti o diventare veramente la mia cagna, Luana ‘

– Voglio andare avanti con la seconda lezione, signor Kalim, ti prego! ‘

– Lo sapevo che eri una grande zoccolona! Bene, bene, hai trovato quello che cerchi: cazzo a volontà! ‘

Detto questo, mi spiegò dove abitava e mi disse di recarmi a casa sua la domenica mattina successiva, avvertendomi di tenermi libero tutto quel giorno e che l’addestramento sarebbe stato ben più duro della volta precedente; naturalmente ciò non mi spaventava, anzi, sotto sotto era quello che volevo e che sognavo, anche se non facevo che chiedermi cosa mai mi avrebbe potuto fare.

Finalmente arrivò il giorno fatidico e mi presentai all’appuntamento di quella mattina al settimo cielo, dopo che mi ero fatto in quattro per curare la mia persona e che mi ero scervellato per ore su cosa indossare per fare bella figura, fatica completamente inutile visto quello che sarebbe successo di lì a poco.

Il signor Kalim abitava nella periferia della nostra città, in quello che si dice normalmente un quartiere bene; era infatti proprietario di una graziosa villetta a due piani, tipica di quella zona, con un grazioso giardinetto, delle siepi ad altezza uomo che facevano da confine con le due case vicine e una dependance ad uso garage che avrei imparato a conoscere molto bene.

Dopo aver suonato il campanello, non senza aver pensato per una frazione di secondo di lasciar perdere tutto ed andarmene, mi venne ad aprire. Era completamente nudo salvo che per i boxer da notte che indossava, evidentemente si era svegliato da poco; la sua pelle nera risaltava ancora di più con il sole, facendo sì che il suo aspetto fosse ancora più maestoso di quello che ricordavo dall’esperienza nel parco; gli occhiali da riposo gli davano una splendida aria distinta e da gentiluomo che si sposava perfettamente con il suo aspetto fisico da persona curata ed in forma. La volta precedente avevo avuto occasione di vedergli, e soprattutto di usare, solo il suo pisellone nero ma anche il resto era magnifico, gambe muscolose ma non sgraziate, braccia grosse e forti, torace senza pancetta e con addominali abbastanza definiti; rimasi a guadarlo per qualche secondo estasiato finch&egrave la sua voce, dura e sprezzante, mi fece trasalire:

– Entra forza, merda! Mica posso stare tutto il giorno qui ‘

– Scusa, padrone, e che sei così splendido svestito, sei un vero splendore ‘

– Bene, cagna, ho apprezzato molto i tuoi complimenti e per questo ti concedo di salutarmi, baciandomi ‘

Istintivamente mi avvicinai a lui contentissimo e feci per baciarlo sulle guance ma un sonoro ceffone mi colpì in volto, facendomi indietreggiare di circa un metro e provocandomi qualche lacrima, mentre egli esclamava visibilmente arrabbiato:

– Cosa cazzo pensavi di fare, sei stupido oltre che frocio! Ti ho detto di baciarmi ma non certo in faccia, gli schiavi baciano i piedi dei loro padroni, forza al lavoro, troia!-

E cosi mi ritrovai per terra ad adorargli i piedi, cercando di impegnarmi al massimo per fargli passare la terribile arrabbiatura che gli avevo fatto venire. Dopo circa dieci minuti mi disse che poteva bastare, fortunatamente si era calmato; inoltre mi disse di spogliarmi subito completamente e di ammucchiare i miei merdosi cenci, come li chiamò, dentro il portaombrelli all’ingresso; quando ebbi finito mi disse:

– Ho una gran voglia di romperti il culetto, Luana, ma prima devo trasformarti in una troietta più femminile, ti piacerebbe, piccola maiala in calore? ‘

– Si padrone, ne sarei onorato ‘

– Allora seguimi, ci sarà da lavorare ma i risultati si vedranno ‘

Indossò una maglietta e delle pantofole e ci dirigemmo verso il suo garage che costituiva una struttura a sé rispetto alla casa; per raggiungerlo bisognava fare una ventina di metri di vialetto ma per fortuna la strada era tutta nascosta dalle siepi; prima di uscire, però, mi disse con tono perentorio:

– Adesso, per punizione della cazzata di prima, non solo camminerai nuda, Luana, ma lo farai a quattro zampe da vera cagnetta, vero? ‘

– Si, signor Kalim, ho meritato questa punizione, grazie ‘

Feci una discreta fatica a raggiungere il garage in quel modo, sotto lo sguardo divertito del padrone che naturalmente non perse l’occasione di insultarmi pesantemente per la mia posizione da animale e la mia andatura pesante e goffa. L’interno della dependance era adibito a parcheggio per la macchina del padrone ed a rimessa per gli attrezzi di casa ma notai subito sul fondo una porta che conduceva evidentemente in un’altra stanzetta. Il signor Kalim, estraendo da un cassettino nascosto la chiave per quella porta misteriosa, disse:

– Stai per varcare il confine della stanza delle meraviglie, Luana, da adesso si farà sul serio! Entra svelta, puttana bianca! ‘

Mi ritrovai in una specie di camera da letto con un’altra porta che dava in un piccolo bagno di servizio; l’ambiente non era certo di classe ma era comunque abbastanza suggestivo, non c’erano finestre ma c’era una lampadario a sei luci leggermente rosse che creavano un’atmosfera da privee. C’era, inoltre, un bel lettone matrimoniale con accanto da una parte un grosso specchio a muro e dall’altra un piccolo comodino con tre scompartimenti; c’era inoltre una specie di scrivania piena di trucchi, profumi e gioielli di chiara bigiotteria e con un piccolo specchio circolare per le prove; inoltre in un angolo c’era un armadio a due ante semiaperto dentro cui si vedevano numerosi vestiti e scarpe da donna.

Al mio comprensibile stupore il signor Kalim decise di darmi alcune spiegazioni, dicendomi che erano ormai quindici anni che faceva il Master con giovani ragazzi e ragazze bianche, che quello era tutto l’equipaggiamento che aveva raccolto nel corso delle sue avventure erotiche e che quella era la stanza in cui si consumavano alcuni dei suoi giochi di sottomissione. Ad un certo punto, dopo aver guardato l’orologio, disse:

– Dobbiamo muoverci, puttanella, per renderti scopabile c’&egrave parecchio da fare, ti pare? ‘
– Si, padrone, &egrave vero, come troia sono proprio un disastro ‘
– Prima di cominciare a sistemarti, dobbiamo cominciare ad allargarti il culo! –

Si diresse, quindi, verso un cassetto del comodino vicino al letto e ne estrasse un cazzo di gomma, naturalmente nero, di circa 15 cm che mi piazzò, dopo avermelo fatto leccare, nel sedere. Naturalmente, essendo la prima volta, mi faceva un male cane e facevo per questo delle evidenti smorfie di dolore; il padrone, notata la cosa, sghignazzò:

– Non ti preoccupare, culattone, avrai tempo per abituarti!-

Effettivamente aveva proprio ragione; infatti, nonostante lì ci fosse tutto il necessario, ci vollero più di due ore per depilarmi, tingermi i capelli di biondo come piacevano a lui, truccarmi, farmi indossare un favoloso completino intimo bianco e dei sandali sempre bianchi con un tacco vertiginoso. Finito il lungo make-up, il padrone mi ordinò di fare una breve sfilata in mezzo alla stanza per fargli vedere il risultato di tanti sforzi e poi mi disse:

– Adesso, vacca, sei degna di far godere un cazzo nero!-

– Grazie, padrone, non aspettavo altro di darti piacere ‘

– Comincia a toglierti il tanga, bestia! Voglio vedere il tuo ridicolo cazzettino mentre mi sbocchini ‘

Si spogliò completamente anche lui e si posizionò davanti allo specchio a muro con il suo cazzone in tiro; mi ordinò poi di inginocchiarmi davanti a lui e, facendomi segno con la mano, di darmi da fare con la bocca; naturalmente, mi precipitai al volo a succhiarglielo in quanto ne avevo una voglia matta; inoltre il cazzo finto in culo più il mio travestimento da puttana mi avevano mandato in estasi, cercai di mettere in pratica i suggerimenti che mi aveva dato nel primo incontro, concentrandomi sulla sua grossa cappella, veramente gustosa, e sulle sue palle, grosse come prugne. Dopo un po’ esclamò con tono di disprezzo:

– Guardati allo specchio mentre me lo ciucci, guarda quanto sei affamata di cazzo!-

Mi fece una strana impressione guardarmi mentre, travestito da donna, giocavo voglioso con il pisello di un semisconosciuto; lo spompinavo, infatti, con la voglia di un detenuto appena scarcerato e con una certa maestria, sembrava che non avessi fatto altro nella vita! Inoltre, guardandomi, avevo la netta sensazione che ormai ero diventato un suo giocattolo e che per di più ero completamente impotente e succube al volere del signor Kalim. Comunque, ci volle più di un quarto d’ora per farlo venire e quando lo fece fu come la volta precedente nel parco: una vera inondazione che si riversò tutta nella mia gola. Quando ebbi finito di ripulirlo per bene, leccando con avidità le ultime gocce della sua buonissima sborra, mi disse con aria soddisfatta:

– La piccola Luana sta imparando, bene, presto diventerai una gran bocchinara, cagnetta! ‘

– Grazie, signor Kalim, sono contento che il mio pompino le sia piaciuto ‘

– Si ma adesso dobbiamo passare alla parte più divertente, almeno per me! Prendimi un profilattico nel cassetto e mettimelo, frocio di merda! ‘

Mentre stavo facendo quello che mi aveva ordinato, il padrone mi precisò con aria di superiorità che aveva deciso di usare la protezione solo perché, essendo la mia prima volta, il sua cazzo si sarebbe sporcato di sangue, cosa che odiava; inoltre, mi disse che si era fatto fare un lavoretto di bocca solo per durare di più mentre mi faceva il culo. Prima di sverginarmi, mi fece mettere alla pecorina sul letto e mi fece togliere da solo il cazzo finto dal sedere, mi ordinò inoltre per ripulirlo con la lingua prima di rimetterlo a posto. Poi mi disse con tono perentorio:

– Cerca di rimanere rilassato, altrimenti ti fa ancora più male. E poi ti vieto di toccarti e di godere finch&egrave non avrò finito di fotterti. Capito?-

– Si, padrone ‘ risposi anche se sapevo di essere eccitatissimo.

Nonostante avessi avuto il cazzo finto dentro per quasi tre ore ormai, la penetrazione del padrone mi fece veramente male all’inizio; il suo membro era, infatti, molto più grosso del fallo di gomma e poi egli cercava di muoversi in tutte le direzioni per aprirmi di più; inoltre, dopo un inizio abbastanza lento per farmi abituare, lui adesso sembrava un toro scatenato, mi stava inculando con grande foga, sembrava uno stallone da monta in astinenza. Proprio quando le cose stavano migliorando, il dolore stava cessando e il piacere saliva, successe l’irreparabile: praticamente mi sborrai sotto, sporcando tutto il letto; quando se ne accorse, sbottò:

– Voi merde bianche tutte uguali! Appena vi si dà un po’ di cazzo, venite! Per questo sarai punito

duramente, piccolo bastardo figlio di puttana! ‘

Cominciò a incularmi con una forza spaventosa, dandomi colpi di bacino fortissimi; cominciò a tiralo fuori completamente e poi a rinfilarmelo dentro tutto fino in fondo, facendomi sbattere le palle contro le mie chiappe; in più, mi sculacciava di continuo con le mani non risparmiandomi una montagna di insulti. Pretese anche che lo prendessi a smorzacandela, cosa che &egrave sconsigliatissima per i novizi poiché serve un buchetto veramente largo. Finalmente dopo più di mezz’ora la sua rabbia si calmò e venne, cadendo stremato sul letto; mi ritrovai con un dolore allucinante nel culo e con le chiappe tutte arrossate per gli schiaffi ricevuti ma ero comunque soddisfatto della razione di pisello ricevuta e sollevato per la pena scontata. Mi ero, infatti, illuso di aver pagato il mio debito ma mi sbagliavo. Infatti, il padrone disteso sul letto mi ordinò:

– Levami il condom e puliscimi alla svelta, troia! ‘

Svolsi con vero piacere il mio compito, sotto lo sguardo appagato del signor Kalim che aveva capito di avermi completamente in suo potere, successivamente andai in bagno per buttare il profilattico usato e darmi una rinfrescata ma mi sentì chiamare:

– Luana, piccola cagna, vieni subito qui ‘
– Subito, padrone – risposi intimorito dalla sua voce.
– Devo ancora finire di punirti, cosa credi? Di scontarla così, maiolona? ‘
– No, padrone, hai ragione, sono solo una merdaccia che non sa controllarsi ‘ gli risposi tentando di rabbonirlo, senza esito.

– Sai cosa si fa dopo una bella sborrata? ‘

– ‘si fa pipi ‘ risposi con un filo di voce, temendo le conseguenze.

– Esatto, merda, e siccome il padrone non ha voglia di arrivare fino al bagno, lo schiavetto bianco lo aiuta, vero? Rotto in culo! ‘

– Si ‘ balbettai in preda al panico avendo capito cosa mi aspettava.

– Allora apri la bocca da bravo cesso umano, mangiasborra ‘

Dopo avermi pisciato in bocca abbondantemente, mi disse di spogliarmi, struccarmi da solo ed andarmene, visto che si era stufato di una nullità come me. Dopo avermi restituito le mie cose, mi disse:

– Ti chiamerò ancora, voglio ancora divertimi con te ed ora fuori di qui! –

Tornato a casa dopo quel secondo incontro, mi ritrovai in preda ad un difficile conflitto cerebrale; da un lato, il fatto che il mio padrone mi avesse pisciato in bocca in modo così sprezzante mi preoccupava, e non poco; temevo infatti che il gioco erotico in cui mi ero trovato potesse degenerare, inoltre non mi sentivo ancora pronto per delle umiliazioni così cruente; dall’altro lato, sia il mio primo rapporto anale, ovviamente passivo, e sia il travestirmi da donna mi erano tremendamente piaciuti e speravo di poterli ripetere quanto prima.

Comunque, più i giorni passavano più mi scoprivo a desiderare di poter continuare quell’inebriante rapporto di sottomissione con il signor Kalim; l’attesa si era fatta infatti progressivamente sempre meno sopportabile tanto che la telefonata del padrone fu una vera liberazione:

– Ciao finocchio, come va il tuo culo rotto? ‘ mi disse il padrone sghignazzando.

– Ora bene, signore, ma ci sono voluti quattro giorni per far passare il dolore e l’arrossamento –

– Ti ci dovrai abituare, troia, ho intenzione di cavalcarti ancora ed a breve ‘

– A breve, padrone? E quando? ‘

– Ci vediamo questo mercoledì alle 15 a casa mia. Intesi? ‘

– Ma veramente’ –

– Non me ne frega un cazzo dei tuoi impegni di merda! Le puttane come te devono essere sempre a disposizione ‘ mi ordinò con quel tono che ormai sapevo non replicabile.

– Va bene signor Kalim, mi scusi ‘ piagnucolai.

– Ero sicuro che una maialona bianca non avrebbe rifiutato un po’ di cazzo. Ah, prima che di dimenticarlo, avremo compagnia: ho invitato anche un mio amico ‘

Stava succedendo proprio ciò che temevo, il mio padrone non si accontentava più di umiliarmi in privato ma voleva sfoggiare la sua nuova cagnetta bianca anche di fronte ai conoscenti, una sorta di riscatto razziale. Nonostante fossi consapevole di questo, avevo un gran voglia di rincontrarlo e di farci sesso e quindi dovevo per forza andare all’appuntamento, se non volevo perdere la mia dose di piacere; non ce la facevo più a masturbarmi furiosamente ripensando ai due passati incontri, volevo godere dal vero.

Il giorno fissato mi recai a casa del master puntuale, sforzandomi di immaginare cosa mi avesse preparato; sapevo infatti che le cose si sarebbe fatte sempre più crude ma non intuivo come e soprattutto non sapevo che ruolo avrebbe avuto quel suo amico e quanto avrebbe partecipato.

Suonai il campanello con il cuore in gola per l’eccitazione, pregustando lo splendido pomeriggio che mi avrebbe aspettato e fantasticando sulle cocenti umiliazioni che mi sarebbero toccate; la voce del padrone mi fece, però, trasalire bruscamente dai miei pensieri:

– Luana! Troia di merda, entra, la porta &egrave aperta; spero che tu sappia quello che devi fare altrimenti sono cazzi amari per te! ‘ mi disse strillando dal salotto.

– Si, padrone credo di aver capito ‘

Avevo intuito infatti che il signor Kalim era un tipo abbastanza abitudinario per quanto riguardava i suoi giochi erotici, quindi mi limitai a ripetere quello che avevo fatto la volta precedente, dopo quel terribile schiaffo in faccia per la mia inettitudine. Mi spogliai completamente, mettendo tutte le mie cose nel solito portaombrelli e lo raggiunsi a quattro zampe in salotto. Stava leggendo interessato una rivista, seduto sul divano, e non mi degnò neanche di uno sguardo; decisi comunque di avvicinarmi, sempre in posizione da cagnetta domestica, e di cominciare a baciargli e leccargli i piedi per trasmettergli la mia devozione. A quel punto esclamò soddisfatto:

– Vedo che cominci a imparare le buone maniere, frocetto ‘

Passai più di dieci minuti a venerargli i suoi splendidi piedoni neri, leccando accuratamente ogni dito e succhiandogli con avidità i pollici, finch&egrave finalmente non posò la rivista e mi disse:

– Stammi bene a sentire, puttanella! Ora hai due sole possibilità, alzarti ed andartene per sempre oppure assecondarmi completamente, tenendo presente che oggi sarò particolarmente duro ed esigente! ‘

– Ti prego, signor Kalim, permettimi di servirti fino in fondo ‘ risposi inebriato dalla voglia di essere schiavizzato e scopato.

– Bene, allora cominciamo subito a darci da fare! Oggi avremo una visita molto importante e dobbiamo fare bella figura , quindi massimo impegno, culattone!

Detto questo, mi ordinò di seguirlo nella stanzetta nella dependance, ovviamente sempre a quattro zampe da vera bestia, per travestirmi da donna. Il signor Kalim questa volta fu particolarmente scrupoloso nel truccarmi, nel tingermi i capelli di biondo, cosa che adorava, nel pettinarmi, nella scelta della bigiotteria da mettere, del completino intimo nero, con reggiseno imbottito, delle calze a rete nere, finemente decorate, e delle scarpe, di classe e con un discreto tacco che mi slanciava; evidentemente ci teneva parecchio a fare una buona impressione al visitatore misterioso che sarebbe arrivato di lì a poco. Mi fece indossare uno splendido tailleur grigio con una camicetta bianca; guardandomi allo specchio dovetti ammettere che non ero niente male come travestito; mi fece fare un giretto nella stanza per apprezzarmi meglio, cercai di sculettare il meglio possibile per compiacerlo, inoltre, la gonna elasticizzata, abbastanza corta ma non volgare, metteva in evidenza il mio culetto, rendendomi abbastanza attraente.

Anche il padrone era soddisfatto del mio aspetto tanto da farsi sfuggire, a suo modo, anche un complimento che mi fece molto piacere:

– Niente male, lo sai, Luana, che me lo hai fatto venire duro? ‘

– Ne sono contento, signore. Allora sono di tuo gradimento? ‘ esclami contento.

– Certo! Per dimostrartelo di concedo di succhiarmelo, schiavo –

Si sistemò quindi sul letto e mi disse di darmi subito da fare con la bocca; naturalmente non me lo feci ripetere due volte, aspettavo da giorni quel momento, gli slacciai la cinta, gli aprì i pantaloni e cominciai a leccargli il pisellone nero con ingordigia, non trascurando di mordicchiargli le palle come piaceva a lui. Mentre lo pompavo, mi disse sprezzante:

– Sei proprio un vacca affamata di cazzo, succhi come una ventosa ! ‘

Ero ormai immerso completamente nel mio pompino quando il cellulare del padrone squillò:

– Pronto, si &egrave tutto pronto, Patrick, puoi venire anche subito ‘

– Si, non ti preoccupare non farà storie ‘ guardandomi con aria di ammonimento.

– E’ stata una faticaccia ma adesso &egrave abbastanza presentabile. Ci divertiremo, vedrai ‘

Questo era quanto ero riuscito a sentire della conversazione: non preannunciava niente di buono e neanche mi chiariva la situazione. Comunque, il padrone mettendomi una mano sulla testa mi fece intensificare il ritmo del bocchino per farlo godere più in fretta, cosa che avvenne nel giro di cinque minuti. Dopo aver naturalmente bevuto tutta la sua sborra, abbondante e densa come al solito, ed avergli ripulito il cazzo con cura, mi disse.

– Dobbiamo fare una piccola verifica, vediamo se sei finalmente in grado di controllarti, maiolona! Ce l’hai duro? ‘ chiese con aria che non ammetteva bugie.

– ‘Si, padrone ‘ gli confessai arrossendo.

– Male, non lo devi fare! Ora sono costretto a farti stare buono con le cattive! Lo dovresti sapere che i culattoni devono avere il pisello sempre moscio –

Quindi, si diresse verso il comodino per prendere una pillola da una scatola di medicine che teneva lì proprio per questi casi; mi spiegò che le usavano i nudisti quando andavano al mare, per evitare spiacevoli situazioni, evitavano infatti l’erezione. Poi, mi disse, divertito:

– Tieni, così vediamo se il tuo minuscolo cazzettino bianco sta buono –

Mi misi in bocca la pasticca e stavo per dirigermi in bagno per prendere un bicchiere d’acqua quando mi ordinò di fermarmi e di inginocchiarmi.

– Aspetta, ti aiuto io a prenderla, troiona! Non ti serve l’acqua, ci penso io ‘

Si tirò di nuovo fuori il pisello e mi pisciò abbondantemente in bocca, ridendo di gusto e insultandomi.

– Dì, ti piace la medicina con la pipì del padrone? ‘

– Si, grazie signore ‘ dissi sull’orlo delle lacrime. Non mi aspettavo infatti un tale disprezzo.

Rientrammo così in casa per attendere l’arrivo del nostro ospite ormai imminente; il padrone mi catechizzò, ordinandomi di essere molto disponibile con Patrick e di eseguire con il massimo impegno tutti gli ordini.

Finalmente suonò il campanello ed andai ad aprire la porta; mi trovai davanti un uomo sulla cinquantina, mulatto, quasi calvo, con la barba incolta ed abbastanza trasandato nel vestiario, con una discreta pancetta e nient’affatto alto. Insomma, uno spettacolo desolante, un ometto deprimente, lontano anni luce dalla bellezza statuaria del signor Kalim. Patrick, il quale era venuto con un grosso borsone da viaggio visibilmente pieno, mi disse:

– Tu devi essere Luana, la nuova puttanella di Kalim, vero? ‘

– Si, signore sono io, se si vuole accomodare faccio strada ‘

Mentre lo guidavo in salotto, sculettando vistosamente sui tacchi che portavo, notai che mi guardava a fondo e con marcato interesse; ad un certo punto mi sentì palpeggiare oscenamente il sedere e le cosce mentre mormorava soddisfatto all’indirizzo del mio padrone:

– Complimenti! Trovi sempre merce di qualità da propormi ‘

– Non esagerare, &egrave appena appena scopabile! ‘

– Dove l’hai trovata questa vacca da monta? ‘

– Al parco, figurati che dopo dieci minuti che l’avevo conosciuta già mi stava succhiando il pisello, questa checca di merda ‘ esclamò soddisfatto il mio padrone.

– Questi froci bianchi sono tutti uguali, basta un po’ di cazzo e fanno qualunque cosa –

Stavo per sbottare per via dell’atteggiamento arrogante di Patrick e delle libertà che si era preso ma lo sguardo severo del master mi fece desistere da ogni tentativo di reazione. I due uomini si misero a parlare allegramente delle loro vecchie avventure sessuali, spedendomi in cucina in malo modo a preparare qualcosa da bere e degli stuzzichini. Quando finalmente tornai, li sentii dire:

– Siamo sicuri che non ci siano problemi, Kalim? ‘

– No, non ti preoccupare l’ho educata a dovere ma comunque te lo dimostro subito ‘ esclamò sicuro di sé il padrone.

Mi ordinò quindi di inginocchiarmi e di baciargli i piedi; cosa che feci con il massimo impegno sotto lo sguardo divertito dei due uomini che non mi risparmiarono certo pesanti insulti, anche razziali.

– Bene, vogliamo cominciare allora? Direi di fare la classica scenetta della segretaria, tu che ne dici Kalim? ‘

– Sì, mi sembra perfetta, suggerirei di farla però nel mio studio di sopra, sarà più credibile ‘

– Allora io comincio a salire per preparare il tutto, ci vediamo tra dieci minuti ‘ disse, prendendo il suo bagaglio.

A quel punto regnavo nella confusione più totale, non capivo assolutamente cosa i due avessero in mente. Fortunatamente, il signor Kalim mi spiegò tutto; Patrick era un suo amico di lunga data sudafricano, di professione faceva il fotografo pornografico, realizzando anche piccoli servizi amatoriali, scoprì così che ogni tanto lo aiutava nel suo lavoro, offrendogli se stesso e i suoi schiavi come attori; inoltre aggiunse che sarebbe stato molto divertente come esperienza. Fu una rivelazione tutto sommato liberatoria, in quanto mi aspettavo molto di peggio; comunque tentai timidamente di protestare per il pericolo di essere riconosciuti da qualche lettore delle riviste hard.

– Non ti preoccupare, merdaccia! Innanzi tutto, Patrick collabora con giornali solo del suo paese quindi non pubblicati qui e poi ,conciata così, non ti riconoscerebbe nemmeno la puttana che ti ha cagato al mondo! ‘ mi disse duro e perentorio.

Naturalmente, le proteste mi costarono una notevole dose di sculacciate che il padrone mi diede in fretta sul divano per non far aspettare troppo il nostro ospite che stava montando l’attrezzatura al piano di sopra; ci recammo quindi nello studio dove Patrick aveva già preparato tutto. La mia parte era abbastanza semplice e scontata, dovevo infatti far finta di portare dei documenti al signor Kalim, seduto alla scrivania, il quale cominciava a palpeggiarmi ed a spogliarmi progressivamente, togliendomi il mio bellissimo tailleur e la camicetta, lasciandomi solo in reggiseno e calze. Era terribilmente arrapante far sesso sotto i riflettori e sapendo che altre presone in seguito ci avrebbero visti.

Il fotografo intanto ci girava attorno con la macchina fotografica e ci guidava con la voce su cosa fare, naturalmente non mi risparmiò una buona dose di insulti e pesanti apprezzamenti. Il servizio durò circa 45 minuti durante i quali il master, oltre naturalmente a farsi sbocchinare più volte, me lo mise in culo, variando molto spesso la posizione affinché Patrick avesse tutte le pose possibili per il suo lavoro. Una volta che il padrone venne copiosamente, mi costrinse a spalmarmi la sborra dappertutto per avere più scelta per le inquadrature.

– Bene, abbiamo finito ‘ disse Patrick, visibilmente soddisfatto del materiale raccolto.

– Allora io vado in bagno a rinfrescarmi, se vuoi la mia cagna &egrave a tua completa disposizione ‘

– Ne approfitto volentieri, dopo il lavoro bisogna pur rilassarsi e poi ha un culo niente male ‘

– Facci un giro, ti divertirai &egrave ancora bello stretto. Questo finocchio l’ho sverginato da poco ‘ disse il signor Kalim andandosene.

Patrick, senza alcun riguardo, si slacciò la patta, facendomi il segno dell’ombrello per farsi pompare. Il suo cazzo, per la cronaca abbastanza lungo e spesso anche se non come quello maestoso del padrone, puzzava tremendamente di piscio e di sborra, vecchi di qualche giorno; sulle prime infatti mi vennero le forze di stomaco mentre lo leccavo ma decisi di fare finta di niente per paura della possibile punizione del mio padrone. Fortunatamente non si fece fare il lavoretto di bocca fino in fondo ma me lo sfilò prima, dicendomi:

– Mettiti a pecora troietta, che ti monto ‘

– Si signore, subito ‘ risposi da schiavo diligente.

– Meglio che mi incappuccio, chissà quanti cazzi prende una battona come te ‘

Mugolava vistosamente di piacere mentre mi inculava sul tavolo dello studio; si vedeva comunque che era un esperto, mi stava facendo godere parecchio anche se non riuscivo assolutamente a venire per via della pillola; dopo circa un quarto d’ora che mi stava stantuffando con foga, decise per via della stanchezza di sedersi sulla poltrona e mi disse:

– Dai, Luana, fammi vedere quanto sei porca, fammi uno smorzacandela ‘

Ebbi non poche difficoltà a farglielo visto che ero alla prime armi, comunque mi impegnai a fondo per compiacerlo e per evitare che si andasse a lamentare con il signor Kalim; Patrick non mi risparmiò comunque un’abbondante razione di schiaffi sulle chiappe per eccitarsi di più. Quando finalmente stava per sborrare, cominciò a stringermi forte le palle con una mano, dicendomi:

– Non sei male come puttana ma non hai ancora il diritto di godere mentre ti inculo, chiaro? ‘

– Si, signore ‘ risposi ormai rassegnato.

– E poi con questo cosettino non ti perdi nulla ‘ affermò sarcastico.

Dopo aver finito, raccolse tutti i suoi attrezzi e i suoi vestiti ed estrasse una busta dal borsone, ordinandomi di mettermi a quattro zampe e di aprire la bocca:

– Ecco prendi questa e portala al tuo signore da brava cagnetta ‘ disse dandomi una sonora sberla sul sedere per farmi muovere.

– Ah! Penso proprio che ti farò lavorare ancora per me, quindi tieniti pronta. Nel mio paese i servizi con i travestiti bianchi e i negri che se li fanno vanno forte ‘ aggiunse andandosene soddisfatto.

Una volta raggiunta la porta del bagno, bussai timidamente per chiamare il padrone che mi rispose brusco:

– Vatti a cambiare e vattene, mi hai rotto le palle per oggi! ‘

– Ma avrei una busta da parte di Patrick’ ‘

– Tienila pure tu, &egrave la tua prima paga da puttana! Ti chiamerò nei prossimi giorni, rotto in culo –

( NB La prima parte &egrave il racconto 1204, la seconda il 1224, la terza il 1253 )

Mi ero reso ormai conto che ero completamente partito, ero inebriato dal rapporto con il mio Master, grazie a lui infatti avevo assaggiato il cazzo e avevo gustato con piacere il sapore della sborra e del piscio; inoltre il sottile gioco della sottomissione in cui ero coinvolto mi aveva letteralmente drogato. Mentre andavo in giro mi sorprendevo spesso a fissare dei perfetti sconosciuti ed a immaginarli in fantasiose sedute sadomaso con me come schiavo, cosa che fino a qualche tempo prima sarebbe stata assolutamente impensabile. In più, la lauta mancia che Patrick mi aveva lasciato mi aveva fatto molto comodo e mi aveva eccitato ancora di più; era fantastico pensare di poter guadagnare bene vendendo il mio corpo e la mia dignità a degli estranei che potevano disporre di me come meglio credevano.

Fortunatamente la mia ansia fu sedata prontamente da una nuova convocazione del signor Kalim:

– Luana? Ti sei divertita a fare la troia davanti la macchina fotografica ? ‘

– Si, Padrone, &egrave stata un’esperienza fantastica ‘ risposi con viva soddisfazione.

– Bene, mi fa piacere. Sabato mattina alle 9 vieni a casa mia, c’&egrave del lavoro per te ‘

– Grazie signor Kalim, sono lieta di poterla servire ‘

– Lo so e sono anche che stai diventando quello che volevo: una puttana affamata di cazzo nero e senza più un filo di dignità ‘ sghignazzò orgoglioso di se stesso.

– Sono fiera di aver fatto dei miglioramenti per il mio signore ‘

– Ah! Ti avverto che anche sabato avremo compagnia ma si tratta di una donna questa volta –

Passai il resto della settimana in preda all’agitazione, sognando la prossima, straordinaria avventura erotica che mi aspettava. Comunque, il momento stabilito finalmente arrivò e mi presentai raggiante a casa del padrone; purtroppo, provai subito una prima delusione, infatti dopo aver suonato più volte il campanello dal cancelletto d’ingresso non ottenni risposta, decisi allora di entrare e di provare a bussare direttamente alla porta ma trovai un bigliettino appeso sopra:

‘Cara la mia troia ho deciso di divertirmi fino a tardi con una mia amichetta, quindi entra nella dependance e preparati adeguatamente seguendo le istruzioni che ti ho lasciato lì’

Mi indirizzai mestamente verso la stanza delle meraviglie, delusa per la fredda accoglienza e gelosa per il fatto che il signor Kalim se la stessa spassando con un’altra persona. Comunque decisi di farmi forza e di prepararmi con cura all’incontro con il padrone, nella speranza di poterlo distogliere da questa amichetta. Mi truccai con cura, cambiando più volte il colore del rossetto e del mascara per essere più attraente; mi tinsi i capelli di biondo come voleva lui e li raccolsi all’indietro per sembrare più troia durante i bocchini; indossai un completino intimo di pizzo nero veramente fino e provocante con delle bellissime calze nere velate; scelsi poi delle scarpe nere chiuse con un tacco vertiginoso per mettere in risalto il mio culetto.

Mi ammirai soddisfatta allo specchio a muro, fiera del risultato finale; aprii così l’armadio per scegliere un vestitino carino, anche se dentro di me avrei preferito incontrarlo così, senza perdere tempo in preliminari e spogliarelli. Quando aprì l’anta trovai già in mostra un’orrenda e umiliante divisa da cameriera ottocentesca, con tanto di retina bianca da mettere tra i capelli e grembiule per coprire la gonna; vi era poi un altro biglietto:

‘Indossa questo vestito, merdaccia, oggi sarai la mia sissimaid, sbriga le faccende domestiche e vieni in camera mia alle 12.30’

Anche questa volta la delusione fu cocente, decisi però di continuare lo stesso e di eseguire con impegno gli ordini ricevuti, sperando che dopo tanta attesa e fatica sarei stata ripagata con un incontro sessuale veramente speciale.

Naturalmente, incontrai serie difficoltà a svolgere i miei compiti, visto che non avevo la minima confidenza con i lavori di casa e che da maschilista convinto avevo sempre rifiutato qualsiasi coinvolgimento nel menage familiare. Finalmente, terminai la mia opera di pulizia e mi indirizzai ansiosa verso la camera del signor Kalim, sperando vivamente di aver la sua considerazione; bussai timidamente ed aspettai una risposta.

– Entra, frocio, avanti ‘ esclamò divertito il padrone.

La scena che mi si presentò davanti fu assolutamente desolante per il mio morale, il signor Kalim era a letto abbracciato con una bellissima donna mulatta sulla trentina, erano entrambi completamente nudi e si coccolavano amorevolmente a vicenda. La signora era veramente bella ed attraente, aveva degli stupendi capelli neri ricci a caschetto, degli enormi occhi neri in cui si sarebbe perso lo sguardo di ogni uomo, delle labbra carnose e sensuali che da sole ispiravano sesso; inoltre sfoggiava un seno sodo e florido, degno di un’attrice di rotocalco, le sua gambe lunghe e affusolate poi culminavano con due stupende chiappe nere, di scultorea bellezza. Rimasi letteralmente incantato dalla bellezza di quella donna, evidentemente mi rimaneva ancora un barlume di eterosessualità nascosto chissà dove sotto il travestimento da cameriera. La voce del padrone mi fece trasalire dai miei pensieri:

– Beh! Ti sei incantato culattone? Vieni subito qui a salutarci come si conviene ‘ ordinò visibilmente contrariato.

– Kalim, hai una camerierina niente male anche se sembra un po’ ritardata ‘ disse ridendo la ragazza.

– Lo sai, Sasha, come sono questi vermi bianchi, sono degli inferiori e poi &egrave poco che sto ammaestrando questa vacca in calore ‘

– Dai, Kalim, bisogna aver pazienza con queste cagnette travestite ‘ disse con aria sarcastica.

– Luana, oggi sarai a completa disposizione anche della signorina Sasha, capito ? ‘ mi apostrofò con aria dura e perentoria.

– Si, padrone ‘ affermai con un filo di voce per via della gelosia che montava in me.

Comunque, per dimostrare la mia devozione mi avvicinai al letto matrimoniale e cominciai a leccare e baciare, con estrema cura, i piedi dei due amanti in segno di saluto e di sottomissione. La donna, probabilmente eccitata per la situazione, cominciò a stuzzicare il mio padrone per convincerlo a fare nuovamente l’amore; il signor Kalim, apprezzate le circostanze da vero stallone, disse a voce alta:

– Tesoro, che ne dici di farci un’altra scopata mentre la nostra servetta ci va preparare la colazione e ce la serve a letto? ‘

– E’ un’idea superba, ho una voglia matta e poi adoro essere servita dagli schiavi bianchi ‘

Mi recai di corsa in cucina per evitare che i due mi vedessero piangere per l’umiliazione e la gelosia; mi risistemai con cura il trucco e mi asciugai gli occhi, preparai poi una caraffa di the con dei cornetti caldi, burro e marmellata. Misi il tutto su un carrellino con due vassoi e mi indirizzai verso la camera. Arrivata davanti la porta, sentii dei chiari gemiti di piacere che mi fecero capire che non era ancora il caso di disturbare; mi sedetti allora per terra, tentando di fare mente locale e di capire come comportarmi per il proseguo della giornata, accarezzando anche l’idea di scappare via per sempre ma mi resi conto che ormai dovevo continuare a sopportare tutto per non rovinare il mio rapporto con il signor Kalim.

Finalmente delle forti urla di piacere mi diedero il segnale che i due avevano terminato e che potevo entrare per la colazione. Non mi degnarono nemmeno di uno sguardo, il signor Kalim si tolse il profilattico usato e lo poggiò sul comodino mentre la donna si sistemava scrupolosamente i capelli; continuarono poi a formicare allegramente tra loro, visibilmente soddisfatti del rapporto appena consumato; solo dopo circa dieci minuti di completa indifferenza Sasha mi ordinò di servirli:

– Forza, puttanella bianca, che i tuoi signori hanno fame ‘ mi disse altera e superba.

– Giusto, anch’io ho molto appetito, preparaci i vassoi e poi mettiti in ginocchio accanto al letto e massaggiaci i piedi con la tua lingua di merda ‘ aggiunse il mio padrone.

Consumarono con voracità la loro colazione, parlando allegramente della splendida nottata trascorsa insieme e dei loro programmi per quel giorno mentre io assaporavo con avidità l’odore e il sapore dei loro piedi. Ad un certo punto mi ordinarono di sparecchiare e di riporre i vassoi con gli avanzi sul carrellino, stavo per andar via per portare il tutto in cucina quando la voce di Sasha mi fermò:

– Aspetta, schiavo, credo che possiamo anche concederti di mangiare un po’ dei nostri avanzi ‘

– Ma si, mangia i nostri scarti, troia ‘ ribadì il signor Kalim con aria bonaria.

La ragazza si alzò dal letto e prese un mezzo cornetto masticato dal carrellino, facendolo cadere sul pavimento vicino ai suoi piedi. Quindi mi ordinò di mettermi a quattro zampe da vera cagna e di mangiare, ridacchiando; dopo due o tre mozzichi però mi fermò dicendo:

– Aspetta a finire di ingozzarti, bestia, la tua regina vuole renderti il pasto più saporito ‘

– Grazie, signorina Sasha, lei &egrave molto buona ‘ le risposi in assoluta buona fede, senza sapere la strega che in realtà era.

Prese il condom usato sul comodino e lo svuotò completamente sul pezzo di cornetto, sghignazzando:

– Mangia la mia specialità, finocchio, cornetto alla sborra di cazzo nero, una vera goduria per i pezzi di merda bianchi’ poi aggiunse sadicamente ‘ Non capisci proprio niente, devi mangiarlo tutto in una volta ‘

Il signor Kalim, allora forse temendo di perdere il suo potere su di me, intervenne:

– Visto che Sasha &egrave stata così buona, anch’io voglio darti qualcosa per colazione ‘

– Cosa gli dai? ‘ chiese incuriosita la donna.

– Con il cornetto bisogna bere del the caldo e fresco, vero? ‘

– Si, padrone, lei &egrave troppo gentile ‘ esclamai felice di aver l’attenzione del mio signore.

– Bene, allora apri la bocca che te ne offro un po’ ‘

Mi inginocchia subito davanti al padrone che mi pisciò abbondantemente in bocca, sotto lo sguardo divertito della sua donna che lo guardava con ammirazione e che rise a lungo per la scenetta. Subito dopo, Sasha diede un bacio di ringraziamento per lo spettacolino al signor Kalim e si chiuse in bagno per una doccia rinfrescante e per sistemarsi.

Il padrone, dopo avermi squadrato per bene per apprezzare orgoglioso il suo giocattolino, mi disse:

– Bene, siamo rimasti soli, ora possiamo divertirci un po’ alla nostra maniera, non credi? ‘

– Si, sissignore, magari ‘ dissi al settimo cielo.

– Allora, vediamo i tuoi progressi come bocchinara, datti da fare alla svelta! ‘

Si posizionò al centro della stanza con il suo cazzone in bella mostra tutto per me. Sapevo di avere una grossa occasione, quindi decisi di non sprecarla impegnandomi al massimo nel lavoretto di bocca. Cominciai a leccargli per bene il buco del culo, cosa che apprezzò particolarmente, per poi risalire lentamente verso le sue grosse palle, dure e ancora gonfie come biglie, proseguii bagnandogli con la lingua ogni centimetro della sua grossa asta nera, andando sopra e sotto più volte; quando infine gli cominciai a succhiare la cappella lo sentii mugolare di piacere:

– Finalmente mi stai facendo una pompa decente, checca, dai continua così ‘ poi aggiunse

– Con questa divisina da serva sei ancora più porca! Questa pettinatura poi mi eccita un casino, succhiacazzi! ‘

Venne abbondantemente dopo circa dieci minuti, pretendendo naturalmente l’ingoio che eseguii con vero piacere. Subito dopo mi disse:

– Ora voglio farti il culo, Sasha purtroppo non lo dà ed io ho una voglia matta di allargare le chiappe a qualcuno ‘

– Sono a sua disposizione, padrone ‘ esclamai orgogliosa.

– Lo so che una puttana come te &egrave sempre disponibile, cosa cazzo credi di aver per caso scelta? ‘ disse inviperito dal mio atteggiamento di compiacimento.

Mi fece mettere a pecora sul letto, dopo avermi fatto rimanere finalmente solo con l’intimo, e mi pompò a lungo nel culo senza usare la protezione, dicendomi che era ora di inondarmi l’intestino di sborra. Proprio mentre stava scaricando le ultime gocce di seme, Sasha uscì dal bagno con una borsa da mare ed indossando uno splendido bikini; resasi conto dell’accaduto, ci guardò visibilmente alterata; evidentemente era risentita del fatto che il mio padrone aveva sfogato la sua voglia di rapporti anali con me.

Il signor Kalim, capita la gelosia della donna, decise di abbandonare il campo per qualche tempo per tentare di farla calmare, lasciandomi in pasto alle sue ire; dicendo di aver del lavoro dal finire si ritirò nello studio e raccomandando alla donna di fare come a casa sua e di disporre liberamente del suo schiavo.

– Luana, vieni subito qui a baciarmi i piedi ‘ mi ordinò perentoria per chiarire subito la natura del nostro rapporto.

Mi precipitai subito a leccarle le estremità finemente racchiuse da un elegante paio di sandali con un tacco molto alto che le stavano particolarmente bene. Mentre eseguivo il mio compito, estrasse un collare per cani dalla borsa e me lo applicò, aggiungendo:

– Così capisci quello che sei, un cane da lecco come tutti i bianchi! Ho l’impressione che Kalim ti tratti troppo bene, per fortuna adesso ci sono io ad educarti per bene ‘ si affrettò a puntualizzare.

– Grazie, signorina, lei &egrave veramente buona ‘ cercai di rabbonirla.

– Aspetta a dirlo, frocetto, ora andiamo in giardino a prendere il sole. Ci divertiremo, vedrai! ‘ disse sadica.

– Ma devo venire così vestita ‘ protestai timidamente.

– Certo, così tutti possono vedere che razza di pervertito sei, stronzetto!- disse decisa.

Ci recammo così all’aperto, con lei davanti che tirava il guinzaglio senza preoccuparsi minimamente se io fossi in grado di tenere il suo passo, visto che ero a quattro zampe per suo esplicito ordine; naturalmente, una volta arrivati, mi ordinò sprezzante di sistemarle tutto l’occorrente, ombrellone, sdraio, borsone, creme ed asciugamano. Legò poi il guinzaglio al palo dell’ombrellone e mi fece mettere all’altro capo della sdraio per occuparmi dei suoi splendidi piedini; dopo circa dieci minuti, però, mi rivolse la parola domandandomi:

– Ti piace proprio farti inculare, vero? ‘

– Si, padrona, lo adoro ‘ risposi con un filo di voce.

– Io invece lo odio, non so proprio perché gli uomini ne vanno matti. Comunque, visto che ne vai matta ti voglio aiutare, troietta! ‘ mi disse ironica.

Mi fece, quindi, mettere a pecorina davanti a lei e comincio a penetrarmi il buchetto con il tacco dei suoi sandali, ridacchiando di gusto; dapprima fu abbastanza misurata ma poi, una volta preso gusto, cominciò a tormentarmi il culo con maggiore forza, facendomi anche abbastanza male.

– Ti piace farti fare il culo, verme bianco? E allora prendi e godi, stronzo! ‘

Finalmente si stancò di quel gioco sadico e sfilò i tacchi dalle mie chiappe, ormai completamente arrossate; naturalmente, pretese che le ripulissi con la lingua per bene i sandali che si erano sporcati con la mia merda, non risparmiandomi di certo pesanti insulti. Dopo di che, si stese sulla sdraio e prese il sole per circa un oretta senza curarsi più di me.

Ad un certo punto decise di accendersi una sigaretta, guardandomi con un sorriso maligno:

– Beh, non mi aiuti a fumare? Come cazzo ti hanno educato ‘

– Mi scusi, signorina, ma non so proprio cosa devo fare ‘ chiesi totalmente imbambolato.

– Devi farmi da portacenere, naturalmente. Sei degno di essere solo quello, frocio! ‘

– E come’. ‘ balbettai timidamente.

– Se proprio un buono a nulla, checca. Unisci le mani a conca e mettiti vicino a me così posso ciccarci dentro ‘

La cosa non fu molto dolorosa ma fu sicuramente umiliante, Sasha aveva infatti la capacità terribile di non farmi più sentire una persona ma solo un oggetto che lei usava quando voleva. Dopo aver finito di fumare avevo naturalmente tutte le mani sporche di cenere e chiesi il permesso di andarle a lavare ma la donna mi rispose seccamente:

– Non c’&egrave ne bisogno, ti aiuto io volentieri ‘ mi disse divertita.

Detto questo, si accucciò sulle mie mani e cominciò un’abbondante pisciata, invitandomi a pulirmi con la sua pipì e ridendo di gusto.

– Bene, hai visto quanto &egrave brava la tua regina, rotto in culo? ‘

– Si, grazie padrona ‘

– I ringraziamenti non mi bastano. Puliscimi alla svelta il sedere! ‘

Devo riconoscere in tutta onestà che quello fu un compito assai gradito, nonostante il sapore di piscio fu fantastico poter leccare nell’intimità Sasha, la quale si lasciò sfuggire anche qualche mugolio di piacere; purtroppo, la cosa durò troppo poco in quanto la sua voce interruppe il mio idillio:

– Ora ho voglia di giocare un poco con il mio cagnolino. Prendimi il frisbee e il frustino nella borsa, alla svelta! ‘

– Subito, signorina ‘ risposi prontamente.

Il gioco era in effetti piuttosto semplice, la signorina Sasha tirava il disco e io, naturalmente sempre a quattro zampe, dovevo cercare di prenderlo al volo con la bocca e riportarglielo, in caso di fallimento ricevevo dieci sonore frustate sulle chiappe per punizione. I miei primi quattro tentativi andarono penosamente a vuoto sia per la goffaggine con cui mi potevo muovere sia per i lanci quasi impossibili di Sasha, la quale godeva come una pazza nel punirmi con la frusta, facendomi contare ad alta voce il numero dei colpi ricevuti e obbligandomi a ringraziarla dopo ogni botta.

Finalmente al quinto colpo riuscii ad afferrare il frisbee al volo e lo riportai raggiante ai piedi della donna, la quale con uno strano luccichio negli occhi mi disse:

– Bravissimo cagnolino, ora meriti proprio un bel premio, non ti pare? ‘

– Come desidera lei, padrona ‘

– Stenditi con la schiena a terra ed apri la tua bocca da troia ‘

Eseguii rapidamente l’ordine chiedendomi cosa mai avesse in mente, visto che intendeva premiarmi e che aveva appena fatto pipi.

– I cani da lecco in genere vanno matti per i dolcetti, piacciono anche a te? ‘ chiese ironica.

– Si, ne vado matta ‘ risposi d’istinto.

– Bene, allora assaggia i miei, sono caldi caldi ed appena sfornati ‘ disse scoppiando a ridere.

Si posizionò con il sedere sopra la mia bocca e cominciò a spingere con forza, finalmente cominciavo a capire cosa mi aspettava. Dopo una prima forte scureggia che mi colpì precisa in volto, due piccoli stronzetti mi caddero sulla lingua e di lì dritti in gola; naturalmente ebbi istintivamente lo stimolo di vomitare ma mi feci forza ed ingognai il tutto in fretta per mettere fine a quel supplizio.

– Dovresti essermi riconoscente per le delizie che ti offro, puttana bianca ‘ disse visibilmente soddisfatta.

– Sasha ha proprio ragione, oggi ti abbiamo proprio viziato, bestia in calore ‘ disse il signor Kalim che nel frattempo ci aveva raggiunto.

– Ciao, amore, avevo proprio voglia di rivederti ‘

– Anch’io cara, non vedo l’ora di averti tutta per me- poi rivolto a me – Schiavo, pulisci il culo della padrona e fai un bel lavoro! ‘

– Si, padrone ‘ risposi amareggiato.

Dopo aver finito il mio compito, Sasha mi infilò divertita ed appagata una banconota di grosso taglio nel reggicalze, trattandomi come una squallida ballerina di un bordello malfamato, mentre il padrone mi ordinò di cambiarmi ed andarmene a casa in attesa della prossima convocazione.

Leave a Reply