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Racconti Gay

Compagni di stanza

By 13 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Conosco D. dalle elementari, siamo sempre stati in classe assieme, anche alle medie e alle superiori.
Non siamo mai stati particolarmente amici, ma anche se non di proposito abbiamo scelto la stessa università e così, venendo tutti e due dallo stesso paesello di campagna, abbiamo deciso di prendere in affitto lo stesso appartamento per studenti.
In realtà in appartamento siamo in cinque, io, D. e altri tre ragazzi che ci siamo ritrovati in appartamento quando l’abbiamo preso.
Ci sono 4 stanze, io e D siamo gli unici che dividono la doppia, dentro ci sono due letti appaiati ma da domani la stanza sarà tutta mia perché a D. ha deciso che questa facoltà non fa per lui, così lascerà per tentare qualcosa di più adatto alle sue ambizioni.
Quello che sto per raccontare &egrave quello che &egrave successo l’ultima sera in cui abbiamo dormito nella stessa stanza e l’unico rammarico che ho &egrave che quanto &egrave successo non sia successo prima.
D. ha sempre avuto la mania di parlare di tette e di figa anche quando non era il caso, e soprattutto la sua passione &egrave il culo. Più volte, fra il serio e lo scherzo, ha detto: “un culo &egrave un culo, non mi interessa se &egrave di un maschio o di una femmina, se me lo offrono me lo faccio!”
Conoscendolo da tanto tempo ho sempre pensato che nel suo scherzare ci doveva essere un fondo di verità, magari anche inconscio.
L’ultima sera del nostro convitto, dopo la doccia, sono tornato in stanza e l’ho beccato a guardarsi un film porno sul portatile, nulla di strano se non fosse che il porno era gay.
Lui ha spento subito, si &egrave rivolto a me e mi ha detto: “non ti avevo sentito entrare” e io, prontamente per cercare di alleggerire il suo vistoso imbarazzo, gli ho risposto: “&egrave da un po’ che dormo in mutande nel letto a fianco al tuo, se ti piace quella roba sono fortunato io a non averti mai sentito entrare, ma non dalla porta”.
SI &egrave messo a ridere, ha scosso la testa poi ha detto: “hai sempre la risposta pronta”, comunque tanto &egrave l’ultima sera che dividiamo la stanza, se mi prometti che resta fra me e te ti dico una cosa.
Io: “promesso”.
Lui: “non mi sarei mai permesso di provarci con te, ma ti confesso che &egrave da quella volta che da ragazzi, negli spogliatoi della palestra dopo ginnastica mentre eravamo tutti mezzi nudi a cambiarci Marco ti ha smutandato, ti ha spinto sulla panchina, si &egrave steso sopra di te e ha simulato di incularti mentre tutti ridevamo, tu compreso, che ogni tanto mi sego pensando a una scena in cui dico a Marco di togliersi e lasciare il posto a me”.
Dopo qualche secondo di imbarazzo gli ho risposto:
“beh, segreto per segreto allora ti confido che da quella volta anch’io mi sono segato parecchie volte pensando alla cosa che dallo scherzo diventava seria, e da prima pensavo solo a Marco che me lo appoggiava, poi crescendo le fantasie si sono ampliate fino fantasticare sul fatto che mi passavate tutti uno a uno a turno”.
Lui: “tutti? anch’io?”
E io: “beh… si”
Noto che il cazzo nelle mutande gli si sta indurendo e anch’io sono parecchio eccitato e allo stesso tempo imbarazzato, ma decido che voglio stuzzicarlo un po’, &egrave l’ultima sera e rischio che finisca per mangiarmi le dita come quella volta che un altro mio conoscente ci aveva provato e io non ci sono stato, anzi ho reagito respingendolo in malo modo non perché volevo, ma perché nella nostra società “&egrave così che si deve fare”.
Mi tolgo l’accappatoio e inizio a girare nudo per la stanza fingendo di non trovare un paio di mutande nel disordine che sono molto bravo a provocare, continuo ad abbassarmi in avanti mostrandogli il culo mentre parliamo del più e del meno e mi lamento per il disordine, noto che lui mi guarda ed &egrave chiaro quello che sta pensando, ma niente, non prende l’iniziativa e io non mi voglio offrire troppo chiaramente.
Fingo di non trovarle, le mutande, e dico: “va beh, le cercherò domattina, questa sera dormo senza”.
Mi metto sul letto a pancia in giù sfogliando un libro, senza coperte ne lenzuola con il culo in bella mostra, lui mi guarda, si strofina il cazzo con una mano, nella stanza c’&egrave silenzio, poi mi chiede: “non ci starai mica provando, vero?”
Io: “no, sto cercando di fare in modo che ci provi tu, sei tu quello che dice sempre che un culo &egrave un culo anche se &egrave di un uomo, quindi eccolo qua, &egrave la tua occasione, prendila al volo prima che io ci ripensi!”
Non se lo fa dire due volte, si sfila anche lui le mutande e sale sopra e comincia a strofinarsi contro di me, ha il cazzo duro come il marmo ma ancora &egrave appoggiato solo alle mie chiappe che tengo saldamente chiuse.
Mi chiede con quanti maschi sono stato e io rispondo: “nessuno, ho solo voglia di liberare la troia che &egrave in me, questa sera e mai più, quando ci ricapita?”.
Poi con le mani scendo lungo i fianchi e mi allargo le natiche per permettere al suo cazzo di incontrare il mio buchetto, lui lo appoggia li, la sua cappella &egrave umidissima, &egrave appoggiato e ogni tanto esercita una piccola pressione nel tentativo di entrare. Stiamo li a giocherellare un po’ a quel modo e la situazione la sotto &egrave sempre più umida, dopo un po’ mi rendo conto che lui non si accontenta più di strofinarlo, vuole entrare e sta spingendo più forte.
Gli chiedo di fermarsi un attimo perché altrimenti mi farà male, allora si alza, si siede sulle mie cosce mentre io sono sempre a pancia in giù, si sputa su due dita e comincia a lavorarmi il buco. Mi lascio fare e lui gioca per un bel po’ a infilarci più dita con l’intento di allargarmelo e prepararmelo per la penetrazione, poi si ristende sopra di me, lo aiuto a farsi strada fra le mie chiappe e quando incontra il mio buco inizia a spingere, io non riesco a rilassarmi ma lui ormai &egrave determinato ad entrare, penso di dover trovare un modo per prendere tempo e sorridendo gli dico: “coccolami un po’, stronzo, vuoi farmi il culo così, come fossi una puttana? Poi però mi lasci li 50 euro”.
Lui risponde con una risata poi fa: “50 euro sono parecchi, preferisco coccolarti e far finta che sia per amore”
L’atmosfera &egrave scherzosa, comincia a baciarmi sul collo e ad accarezzarmi, il suo cazzo &egrave sempre li, puntato al mio culetto già rassegnato ad essere penetrato e per nulla triste della cosa, a un certo punto, di colpo, sento un palo che mi si infila nel buco, sto per urlare ma lui mi mette la mano davanti alla bocca e mi dice: “shhh, non vorrai mica che gli altri ci scoprano, se succede i casi sono due, o ci sputtanano oppure anche loro vorranno divertirsi un po’ con il tuo culo”.
Poi, senza togliere la mano dalla mia bocca mi da un altro colpo secco e adesso sembra che quello che &egrave entrato prima fosse nulla.
Inizia a fare su e giù e io sento parecchio male, vorrei che smettesse, almeno per un attimo, magari cambiando posizione la cosa viene meglio, ma mi eccita anche sentirlo sopra di me che mi incula tenendomi tappata la bocca per impedirmi di urlare, quante seghe mi sono fatto immaginando una scena simile!
Poi il dolore se ne va e fa posto al piacere, allora inarco la schiena all’indietro per fargli capire che adesso va tutto bene e che la cosa mi piace parecchio.
Mi libera la bocca dalla sua mano e mi chiede se va tutto bene, rispondo: “puoi scommetterci!”
Dopo un po’ che scopiamo così mi chiede di cambiare posizione, lo toglie e si stende a pancia in su, vuole che mi impali sopra la sua verga dura e l’idea piace anche a me.
Salgo in sella al suo bacino e mentre lo faccio il suo palo entra nel mio culo con la facilità con la quale entra nella fica di una puttana, forse era il caso di cominciare con questa posizione per poi passare all’altra, perché così sono io a decidere se, quando e quanto entra.
Mi muovo sopra di lui per un po’ stando in avanti verso il suo viso, poi mi afferra e mi abbraccia forte mentre e lui a muoversi sotto di me e a spingere il suo cazzo su e giù per il mio culo. Da quella posizione però il cazzo si &egrave sfilato dal mio culetto per un paio di volte, ma abbiamo visto che adesso rimetterlo dentro non &egrave più un problema.
Poi sempre stando sopra di lui a smorzacandela mi rimetto dritto e successivamente metto le mani dietro di me inarcandomi fino ad afferrare le sue caviglie, in questa posizione il suo cazzo batte “verso il davanti” ed &egrave davvero molto piacevole. Avevo letto molto sulla stimolazione della prostata ma non credevo fosse così facile provocarla, da solo con dita e oggetti ci avevo provato migliaia di volte, sempre con un risultato deludente d ormai mi ero convinto che si trattasse di una leggenda.
E invece mentre scopiamo così di colpo io sento un brivido incontrollato, molto forte, e senza volere sborro copiosamente nonostante ne io ne lui abbiamo messo mano sul mio cazzo.
E’ un orgasmo diverso, più lungo ed intenso, ma dopo che sono venuto non voglio più. Lui capisce e mi dice che se voglio smettere non se la prende, “avrò già un bel ricordo su cui segarmi così”, mi dice.
Torna nel suo letto e io sto li nel mio a pancia in su, gli dico che mi dispiace averlo lasciato a metà ma proprio non voglio più, mi chiede di fargli un pompino ma rifiuto, non mi va di fargli nemmeno una sega, insomma dopo quell’orgasmo che mi ha fatto godere così tanto il cazzo non mi piace proprio più.
Avevo già notato, anche quando mi masturbavo, che se prima di venire avevo voglia di un cazzo enorme che mi sfondasse il culo, dopo essere venuto non lo desideravo più anzi pensavo addirittura che la cosa facesse schifo. Ma sapevo anche che questa ripugnanza nei confronti del sesso anale dove l’ano in questione &egrave il mio durava mediamente dai dieci minuti alla mezz’ora, poi mi tornava la voglia.
Dopo un po’ a discutere fra i miei “scusa” e i suoi “non fa niente, non ti preoccupare” infatti eccola la voglia, che torna!
Mi stendo ancora a pancia in giù sul letto e gli dico: “sai che c’&egrave? Mi &egrave tornata la voglia, ti va di venirmi dentro?”.
Lui non risponde nemmeno, mi sale sopra di nuovo e senza tante cerimonie mi impala con un colpo secco del suo cazzo, poi inizia a muoversi su e giù con foga, senza alcuna paura di farmi male e io inizio a gemere, lui mi rimette la mano davanti alla bocca e mi stantuffa sempre più violentemente.
Sento i colpi del suo cazzo forti e decisi, allargo le gambe e mi sembra di sentire le sue palle che sbattono contro le mie, gli chiedo solo se &egrave dentro tutto e lui risponde che per quello dovrei mettermi a pecora, decido di accontentarlo subito mettendomi a quattro zampe sul letto, lui si mette dietro di me, me lo rinfila tenendomi le natiche allargate con le mani e spingendolo dentro finché il suo pube non arriva a sbattere contro la parte periferica del mio ano.
Poi il ritmo dei colpi cambia, mi fa rimettere a pancia in giù con lui sopra e mi ordina di allargare le gambe più che posso, eseguo e lui subito sparge nel mio culo il frutto del suo orgasmo.
Dopo avermi sborrato dentro il cazzo gli si ammoscia e il mio culo lo sputa fuori, lui si alza e torna nel suo letto, mi dice che gli &egrave piaciuto tanto e io rispondo che anche per me &egrave stato molto divertente.
Sospira, spegne la luce e prima di dormire dice: “ma guarda te, a saperlo prima!”.
Io rispondo: “quanto hai ragione!” e decidiamo di farne subito un’altra.

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