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Racconti Gay

Gita a Roma

By 11 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti.
Sono sempre ‘Cinzia’ (per gli amici).
Voglio raccontarvi dell’avventura dell’altra sera.
Venerdì 4 aprile 2008.
Viene a prendermi Franco, un mio amico medico che lavora al Policlinico.
Era uscito dal lavoro e mi dice che deve andare a Roma per scambiare del materiale di ricerca con un suo collega.
Mi chiede se ero libera e se volevo accompagnarlo per non fare il viaggio da Napoli a Roma da solo.
Non avevo niente da fare, il mio ragazzo era occupato fino a tardi e a me non andava di rimanere sola senza far niente.
Ho colto a volo l’occasione di stare in compagnia di Franco perché mi piace parlare con lui.
In autostrada ci siamo fermati in Autogrill e siamo andati in bagno.
Già lì c’erano alcuni camionisti che mi guardavano di sottecchi.
Mi eccitava l’idea che loro potessero eccitarsi nel guardarmi immaginando quello che ero.
Arriviamo verso le 18,00 a casa di Adriano, il collega medico.
Lui abita solo in una casa affittata al quartiere Celio che io ho trovato bellissima.
Non perché fosse una grande casa, ma perché era un attico da cui si vedeva il Colosseo e una Villa famosa (di cui non ricordo il nome) sulla sinistra, tutta piena di verde. Sullo sfondo c’era uno dei due cocchieri alati dell’Altare della Patria.
Mentre loro parlavano di lavoro io gironzolavo per casa e sul terrazzo godendomi la vista (anche se faceva leggermente freddo).
Dopo circa un’ora hanno finito e Adriano ha detto che doveva scusarsi con me per avermi fatto aspettare e che voleva che fossimo suoi ospiti per la cena.
Franco mi ha chiesto se per me c’erano problemi e gli ho risposto di no, quindi abbiamo accettato volentieri l’invito di Adriano che immediatamente ha preso il telefono per prenotare in un locale li vicino.
Alla fine della telefonata ci ha detto che il tavolo era libero per le 21,30 e quindi avevamo del tempo per fare due passi o in alternativa ascoltare un po’ di buona musica.
Nella mia mente subito si &egrave materializzata un’idea ‘
‘No ragazzi! ‘ ho detto ‘ fa freddino rimaniamo qui’
Al ché Adriano mi risponde: ‘sei tu la padrona stasera ” e mi fa l’occhiolino, capisco che l’idea che mi era balenata nella mente non aveva colpito solo me ‘
Così Adriano mette su un po’ di musica e Franco prepara un drink mentre io mi accomodavo sul divano avendo cura di mettermi al centro per lasciare il posto sia a Franco che ad Adriano che subito si siedono ai miei due lati.
Immediatamente Franco mi prende la mano e se la appoggia sulla patta dei pantaloni ed io, sorridendo, faccio la stessa cosa anche sulla patta di Adriano.
Sento i loro cazzi crescere sotto le mie mani che sapientemente si muovevano su di loro.
Ad un certo punto si liberano degli indumenti lasciandomi allibita alla visione dei loro cazzi turgidi.
Mi lancio sul cazzo di Franco e comincio a spompinarlo come solo io so fare ‘
Mi ero messa in piedi, a gambe larghe abbassata sul cazzo che succhiavo con il culo ben in alto per lasciare la possibilità ad Adriano di leccarmi per bene.
Mentre ero intenta a leccare il cazzo di Franco sentii l’altro che appoggiava la cappella al mio culo cominciando a spingere, inarcai la schiena per agevolare l’inculatura e quasi soffocai quando, con un colpo secco, Adriano mi piantò il cazzo in profondità.
Godevo come una forsennata con quei due meraviglioso cazzi che mi trombavano.
Scambiandosi spesso di posto approfittavano di me e dei miei buchi fino al momento di godere ‘ sentii Franco che era dietro che mi riempiva il culo di sborra, serrai la bocca intorno al cazzo di Adriano che quasi contemporaneamente al suo amico mi inondò fino a soffocarmi.
Leccai piano il dolce nettare che mi avevano donato quando Adriano si allontanò un poco.
Io continuai a leccare Franco che, con grande vigoria, dopo pochi minuti cominciò ad intostare di nuovo il cazzo. Io felicissima ripresi la pompa quando sentii Adriano che mi sollevava e di peso mi spostava dietro il divano piegandomi sulla spalliera e abbassandomi la testa in modo che potessi continuare il mio bocchino a Franco che era seduto normalmente.
Adriano cominciò ad accarezzarmi il buco del culo diventando sempre più insistente. Mi infilò prima un dito, poi due, poi tre.
Ogni tanto si ungeva le dita con il gel lubrificante e mi diceva di continuare la pompa mentre allargava sempre di più il mio culo con molta dolcezza.
Ad un certo punto si mise un guanto di lattice e cominciò ad alternare nel mio culo prima le dita e poi il cazzo in un continuo andirivieni, dita (2) ‘ cazzo ‘ dita (3) ‘ cazzo ‘ dita (4) ‘ cazzo ‘ dita (4) ‘ cazzo ‘
Quando vide che quattro dita entravano facilmente, posizionato la mano a cuneo cercava di spingerla dentro.
Sentivo il culo che si apriva sempre di più. Mi faceva male però e interruppi il pompino a Franco chiedendogli di fermarsi, ma lui insisté che poi mi sarebbe piaciuto.
Mi sentivo spaccare. La mano entrava sempre più mentre loro due la guardavano entrare. Il cuneo delle cinque dita si faceva strada nel mio culo.
Era dolorosissimo e ‘ bellissimo.
Cercavo si spingere dietro in modo da agevolarlo, ma con tutto i miei sforzi non sono riuscita a far entrare la mano dentro, ma a quel punto Adriano era arrapato come un porco e allargate un po’ le dita infilò nel mio culo il cazzo insieme a tre e poiu quattro dita.
Mi chiavò così per qualche minuto facendomi sentire veramente troia e diceva a Franco: ‘guarda, guarda come entrano cazzo e dita. &egrave proprio una vacca sfondata. Dai fai sborrare il mio amico che poi ti riempio di nuovo’
E fu così che dopo qualche altro colpo mi inondarono di nuovo.
Arrivammo al ristorante verso le dieci, ma mangiai pochissimo, già ‘ avevo avuto una abbondante razione di sborra.

Baci a tutti. Cinzia
Chi mi vuole mi trova al 346.0524111
La mia email &egrave: nicmaz10@hotmail.it

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