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Racconti Gay

Gita in Campagna

By 5 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti.
Sono Nicola, ma chi mi conosce sa che preferisco il nome che mi hanno dato i miei amici: ‘Cinzia’.
Chi segue i racconti di questa sezione sa della mia calda ‘femminilità’.
Vi ho anche già raccontato della mia prima esperienza con il ‘Mio Amico Vincenzo’.
Già! Colui che mi ha iniziato al mondo Gay, quello che per primo mi ha ‘fatto il culo’.
Sapete che all’epoca avevo 16 anni e frequentavo il 3 Liceo e come fui ‘iniziata’.
All’interno della scuola si cominciava a vociferare che io ero una ‘femminuccia’ e che ero anche molto brava.
Tra i miei compagni c’era Salvatore, un ragazzo un po’ timido che viveva in campagna.
Ogni tanto, quando lo incontrava da solo mi lanciava degli sguardi furtivi vergognandosi di avvicinarmi e chiedermi (cosa che ho saputo dopo) se volevo far godere anche lui.
Dopo qualche esperienza con Vincenzo ero stata avvicinata da molti ragazzi (più grandi di me) che avevano voluto godere delle mie grazie’ ed io non mi ero certo tirata indietro.
Feci io il primo passo, quindi avvicinai Salvatore e gli chiesi perché mi guardasse così, lui, arrossendo, mi rispose che aveva sentito alcune cose e voleva sapere se fossero vere.
Capito che non si sarebbe mai sbottonato gli chiesi di accompagnarmi in bicicletta a vedere alcuni mosaici in una chiesa vicina. Fu così che per la prima volta ci appartammo in un boschetto vicino il paese e gli feci la prima sega.
Sborrò in un istante.
Ma questo &egrave il passato. A fine anno lui fu bocciato e si iscrisse al Magistrale, alla fine del quale andò a lavorare con il padre e si sposò dopo poco.
Lo incontrai dopo circa dieci anni, alla fiera del paese. Era un bell’uomo abbronzato, muscoloso si vedeva che faceva vita all’aria aperta.
Mi venne incontro subito e mi abbracciò con grande trasporto ‘ forse un po’ troppo, e mi invitò ad andare a trovarlo.
Gli chiesi allora cosa facesse quel pomeriggio. Mi disse che era occupato perché doveva far montare una mucca da uno dei suoi tori. Fu così che scoprii che aveva messo su un allevamento di bovini e che aveva discreti tori da monta. In genere vendeva le dosi di seme che faceva raccogliere dal veterinario per le inseminazioni, ma le sue mucche le faceva montare ancora come si faceva una volta.
– Vuoi venire a vedere? ‘ mi fa con uno sguardo furbesco.
– Sai ‘ feci io ‘ non ho mai assistito ad una monta, quasi quasi’
– Dai, ti aspetto questo pomeriggio verso le due.
Fui puntualissima ad arrivare e scoprii che aveva mandato via la moglie e i due figli per non farli essere presenti alla monta in quanto ‘argomento tabù’, e li avrebbe chiamati al termine dell’ ‘operazione’.
Eravamo soli, quindi!
Lo accompagnai nella stalla dove in una apposita postazione, consistente in tre tubolari di ferro che formavano uno ‘stallo’ aveva legato una mucca che, data la forma stessa della struttura metallica, non poteva muoversi lateralmente, mentre davanti era fermata dalla fune che la legava.
A questo punto disse: ‘ora, però, devi aiutarmi. Non posso fare tutto da solo’
– Certo ‘ risposi ‘ sono qui per curiosità, ma anche per aiutarti, dimmi cosa devo fare.
– una cosa in cui dovresti essere molto bravo. Mentre io lo tengo per la cavezza, dovresti aiutare il toro ad infilare il cazzo nella fessa della vacca, non ti preoccupare che &egrave facile.
– ma non &egrave pericoloso? – chiesi ‘ posso toccarglielo?
– Certo – mi fa lui ‘ perciò io sto qui a tenerlo.
Sono certa che mi disse tutto questo per incoraggiarmi e perché il toro sapeva il fatto suo, in quanto se per caso il toro si fosse infuriato, hai voglia a scappare che lui non avrebbe potuto mantenere proprio niente.
Per fortuna, però, il toro capì che lo aspettava una grande scopata e fece quasi tutto da solo.
Quando vide la vacca legata allo ‘stallo’ si lanciò al galoppo trascinandosi dietro il povero Salvatore e a volo saltò con le zampe anteriori addosso alla vacca.
Io fui lesta ad avvicinarmi e, abbassandomi, allungai la mano verso quel cazzo mostruoso e strettolo lo appoggiai alla fessa della vacca. Il toro fu docile e capì che volevo aiutarlo (evidentemente era abituato) ma poi fu lestissimo ad infilarlo dentro.
Un paio di colpi e lo sfilò.
Dalla fessa della vacca colò una quantità enorme di sborra densa e bianca.
Dopo di ché il toro, molto docilmente, si fece accompagnare alla sua stalla.
La mucca, appena Salvatore la liberò, se ne andò trotterellando felice verso il recinto dov’erano le sue compagne.
– Vieni andiamo a lavarci ‘ mi disse Salvatore
E mi accompagnò in casa.
Mentre ci lavavamo mi chiese: ‘ti &egrave piaciuto? Hai visto che sborrata che ha fatto?’
– Molto ‘ dissi io ‘ ma credo che &egrave piaciuto molto di più alla mucca.
– Già! ‘ mi fa lui ‘ ma non &egrave detto che anche tu non possa divertirti. Ricordi al Liceo?
Io già avevo capito dove voleva andare a parare e, devo essere sincera, non mi dispiaceva affatto, ma volevo fare la smorfiosa e risposi:
– a cosa ti riferisci?
– Ma come! Non ricordi le seghe che mi hai fatto?
– Ah, quelle! Certo. Vedo che tu le ricordi molto bene.
– Sicuro ‘ mi fa Salvatore ‘ non le ho mai dimenticate, eri di una bravura particolare, quasi ‘innata’. Ma sapessi che dispiacere non aver avuto di più’
– Vuoi recuperare? ‘ dissi io
Lui mi venne dietro e mi strinse alla vita baciandomi il collo ‘ SI
Io immediatamente inarcai il culo verso la sua patta e capivo che era arrapato forse più del suo toro. Infilai la mano tra il mio culo ed la sua patta e saggiai la consistenza del suo cazzo, era durissimo. Languidamente mi girai e inginocchiandomi cominciai a sbottonarlo.
– No ‘ mi dice ‘ andiamo nella stalla. Voglio fati lo stesso trattamento della vacca.
E prendendomi per mano corremmo nella stalla.
Mi tolse i jeans e mi fece appoggiare le mani alla sbarra dove prima aveva legato la mucca, poi cominciò a leccarmi il culo.
Mi infilava la lingua dentro, mi insalivava il buco, mi accarezzava le chiappe.
Poi, infilatosi un preservativo che, (guarda caso), aveva con se appoggiò il suo cazzo al mio buchino.
Non avevo nemmeno visto il cazzo che mi avrebbe trapanata che lo sentii spingere. Io cercai di agevolare l’entrata ma dalle difficoltà capii che doveva essere bello grosso.
Era ‘bello grosso’
Io mi tenevo le chiappe aperte e lui stringendo alla base il suo cazzo tentava di spingere. Era arrapatissimo, aveva dieci anni di arretrato e per l’agitazione non riusciva ad entrare.
Io, invece, avevo dieci anni di esperienza, allora cercai di allargarmi e di sforzarmi come se dovessi cagare un grosso stronzo. Fu così che entrò.
Mi sentii spaccare e tentai di fermarlo per cercare di far abituare il mio culo a quella presenza estranea ‘ ma tanto desiderata. Lui credette che volevo allontanarlo e cominciò a dirmi di stare ferma.
– Zoccola ferma, vedrai come ti sfondo. Il toro al mio confronto sarà un giocherellone. Sarai molto più contenta della vacca perché tu sei molto più vacca della vacca.
– Fermo scemo, aspetta solo un secondo. Fammi abituare. Hai un cazzo enorme.
– Ti piace allora il mio cazzo?
– Ceeeeerto che mi piace ‘ intanto il dolore si era calmato e cominciavano le ondate di calore che venivano dal profondo del culo, i brividi di piacere quando muovendomi sentivo la sua cappella che dentro di me toccava il mio punto critico ‘ dai muoviti piano, fottimi.
– Certo che ti fotto troia ‘ e cominciò a stantuffare ‘ ti chiavo come avrei voluto fare tanto tempo fa.
Io godevo come una pazza. Mi piaceva da impazzire sentire la mazza che mi sfondava inoltrandosi fino in fondo al mio culo.
– Aaaahhhhhhh che bello ”’ siiiiiiiii ‘.. sfondami tutta. Chiavami Chiavami Chiavami Chiavami.
– Siiiii. Godi troia. Ti ho pensato tanto un questi dieci anni che ora che ti tengo a portata di cazzo voglio spaccarti in due. Ahhhh. Ahhhhhhhh. Ti fotto puttana.
– Mmmmmmmm. Si sono tua. Sono la tua puttana. La tua VACCA, montami.
– Si vacca. Sei una magnifica vacca. Mi stai facendo impazzire, vengo. Vengooooooo. VENGOOOOOOOOOOO.
Sentii che contraeva le natiche e spingeva a fondo il cazzo. Stava godendo, stava godendo nel mio culo ed io ero felice.
Sentivo la sborra che rendeva scivolosa l’inculatura, la sentivo uscire dal mio culo e scorrere lungo le gambe. Doveva averne veramente molta.
Quando si sfilò mi voltai per leccargli il cazzo. Si perché io adoro leccare il cazzo che mi ha profanata.
Un bacio a tutti sul cazzo.
Cinzia
Chi mi vuole mi trova al 346.0524111
La mia email &egrave: nicmaz10@hotmail.it

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