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Racconti Gay

il mio direttore

By 22 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero in quell’ufficio da poco e tra le colleghe non c’era nessuna che mi attirasse più di tanto in compenso il mio capufficio era il classico uomo che mi faceva impazzire, alto almeno 190 massiccio con una pancia abbastanza prominente aveva un pizzo di quelli dalla base molto larga, non avevo molte speranze ma visto che tanto le donne proprio non mi piacevano, decisi di concentrarmi sul mio lato femminile cominciai ad indossare intimo femminile sotto l’abito, ero sempre in perizoma e autoreggenti, quando mi sentivo particolarmente troia indossavo anche il reggicalze, più di una volta approfittando di qualche momento di confusione mi ci ero strusciato addosso ma la sensazione era che lui non ci aveva nemmeno fatto caso, poi un pomeriggio mi chiamo nella sua stanza e mi disse “senta ho qui una relazione sul suo lavoro e non è molro soddisfacente questa sera l’aspetto dopo l’orario di chiusura per parlarne, alle 18 ero nella sua stanza, mi fa cenno di sedermi e comincia a dirmi “credo che lei non sta dando tutto quello che può, penso che la sua timidezza ed introversione le stiano tarpando le ali, verso lidi che potrebbe raggiungere facilmente” nel frattempo si era alzato e mi veniva incontro “penso che con la giusta spinta potrebbe allargare i suoi orizzonti in modo considerevole” si era fermato a pochi centimetri da me e mi ritrovavo la faccia proprio all’altezza del suo cazzo, ma mi sentivo confuso non sapevo bene come interpretare il suo discorso, lui riprende “per esempio adesso credo che tu sappia esattamente cosa fare ma hai ancora dei dubbi, che dovrò toglierti” dicendo questo aveva fatto un ulteriore piccolo passo verso di me ed aveva praticamente poggiato il suo cazzo sulla mia faccia, lo sentivo gia turgido attraverso la stoffa, mi feci coraggio allungai la mano aprii la patta e mi ritrovai a fissare un cazzo meraviglioso, lungo almeno 20 cm non particolarmente grosso ma con un cappella enorme e splendidamente disegnata, mi tuffai con la lingua su quel cazzo eccezionale cominciando a leccarlo prima sulla cappella poi scendendo fino alle palle che inghiotti per intero e quindi risalendo di nuovo verso quella splendida cappella che inghittii con vero piacere e godimento, mi alzai in piedi lo baciai elo spinsi sulla sua poltrona, mi sfilai i pantaloni e rimasi in perizoma autoreggenti e reggicalze, parve apprezzare notevolmente disse “non mi ero sbagliato sei proprio una grantroia” mi sdraiai sulla sua scrivania, mi attiro a se e comincio a solleticarmi il bukino con la lingua e con le dita sentii che si faceva largo dentro di me prima con un dito poi 2 e alla fine anche tre, mentre con la ligua aveva ripreso a leccarmi il collo, la sua cappella comiciava a spingere sul mio bukino, che subito cedette lasciando entrare quella cappella che sembrava quasi spaccarmi in 2 come al solito comincia a parlare “dai su mio bel direttore spaccami in 2 fammi tua scopami come una troia fai di me la tua schiava riempimi della tua sborra” ancora più eccitato da questo comincio a fottermi sempre con maggior vigore finchè non esplose con uno splendido orgasmo dentro di me riempendomi il ventre di sborra calda, cosa che mi fece godere riempendomi e sporcandomi con la mia stessa sborra, che il mio direttore si premuro di pulire con le dita che mi ficco in bocca. e inizio una lunga storia di chiavate che piano piano spero di riuscire a raccontarvi.

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