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Racconti Gay

La lotta continua,,,al mare!

By 29 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ultima volta che lottai risaliva all’inizio dell’estate a casa del mio Direttore a Milano che aveva organizzato un incontro con due suoi amici managers di aziende , un tedesco ed un giapponese .
Durante le ferie in spiaggia con mia moglie avevo notato persone con cui mi sarebbe piaciuto lottare, uomini e donne. Pensavo tra di me che avrei dovuto provare anche con l’altro sesso, anzi c’era una nostra vicina sui 50 con un fisico atletico, rossa di capelli, culo non molto grande, fianchi stretti, seno piccolo, abbronzatissima, un pò di cellulite e di smagliature ma nel complesso una gran fica e con un micro bikini che ne esaltava la bellezza. Come mi sarebbe piaciuto assaporarla durante un combattimento. Ma come facevo con mia moglie accanto a cercare di stabilire un contatto con un’altra donna?
Così cercai di fare amicizia con miei coetanei.
Non mi interessano le persone giovani, sicuramente atleticamente più forti ma persone intorno ai 50/60 anni come me.
Conobbi il lui di una coppia, un Ingegnere di Ancona sui 55, anche lui rotondetto come me,
un pò calvo, di carnagione chiara, non certamente un grande sportivo, che sembrava abbastanza annoiato della vita nel villaggio. La moglie una signora che mostrava inesorabilmente il passare dell’età, grassa e bassina.La tipica madre di famiglia che si trascurava.Lui era spesso in compagni di un amico, un Professore , forse più anziano ma aveva il fisico di un bodybuilder, abbronzato e sembrava che si depilasse, non avendo peli nel torace e nelle gambe e che era in compagnia di una quarantenne abbastanza attraente.
Dopo pranzo le nostre compagne si ritiravano in camera per riposarsi e noi restavamo a conversare in spiaggia, che alle 14 era quasi deserta.
Gli argomenti erano vari e trovandosi tutti anostro agio, affrontavamo discorsi anche privati.
Io che sono sempre stato abbastanza sfrontato, chiesi come andava la vita di coppia.
L’Ingegnere disse che la moglie era una rompiscatole e che era in fase discendente e che ormai i rapporti tra loro erano sporadici; il Professore invece era abbastanza soddisfatto della vita sessuale con la compagna ma che era sempre alla ricerca di novità.
Parlai del mio rapporto con mia moglie abbastanza soddisfacente ma che anch’io ero abbastanza irrequieto, e confessai, provocatoriamente, di provare attrazione anche per persone del mio stesso sesso ma solo in determinate situazioni. Mi guardarono un pò sorpresi, pensavo di essermi spinto troppo ma invece il Professore disse che lui quando parlava di ricerca di novità era proprio nei confronti di persone del proprio sesso.
L’Ingegnere che fino a quel momento era stato abbastanza silenzioso, disse di non aver mai provato ma di avere una certa curiosità.
Mi feci coraggio e tentai il tutto per tutto. Raccontai del mio primo incontro di lotta con il Direttore e di quello successivo con il manager tedesco e giapponese. Loro erano molto interessati, mi facevano domande sulle modalità della lotta, se era pericolosa, se ci si faceva male, lasciava segni, se c’erano premi, che sensazioni si provassero, etc..
Credevo di essere stato troppo audace, invece…
Erano talmente incuriositi che mi chiesere se fosse stato possibile provare.
Chi l’avrebbe mai detto che la lotta avesse così tanti estimatori.
Il Professore non alloggiava nel villaggio ma aveva una villetta nell’entroterra, propose di organizzare una serata a casa sua approfittando del fatto che la compagna doveva andare per due giorni in città per motivi di lavoro, Ma come fare a lasciare sole le nostre mogli? Mi ricordai che prorpio quei giorni ci sarebbe stata una serata di scuola di cucina con l’intervento di Vissani e che le mogli non avrebbero assolutamente perdere.
Così rimanemmo d’accordo di vederci il giovedì sera.
Io mi incaricai di andare a comprare dei perizoma maschili per l’incontro ma il professore mi stoppò dicendo che ne aveva lui a casa.
Il giovedì sera, liberi dalle nostre signore, l’Ingegnere ed io andammo a casa del Professore.
La sala della villetta era stata sgomberata dai mobili che erano stati avvicinati alle pareti, per terra c’erano diversi tappeti, il Professore aveva già pensato a tutto.
Dopo pochi convenevoli, ci recammo in bagno e facemmo tutti una doccia, poi il Professore ci diede i perizoma.
Eravamo ormai vestiti, si fa per dire e pronti per l’incontro.
Il professore aveva proprio un bel fisico, massiccio ed agile, il minislip esaltava i muscoli delle natiche e sembrava avere un sesso di dimensioni accettabili.
L’Ingegnere era grasso, la pancia faceva una piega all’altezza del perizoma ,le natiche non sembravano muscolose ed anche il sesso era abbastanza minuscolo.
Dato che ero il più esperto dettai le regole: niente calci o pugni, evitare di fare del male, quando ci si arrende bisogna battere una mano a terra o dirlo, per il momento non stabilimmo premi.
Iniziammo il Professere ed io.
Come sempre ci scrutammo un pò, poi mi avvicinai e tentai di afferrarlo per le braccia, ci riuscii ma era abbastanza forte che rimase in piedi, poi a forza di tirare e spingere cademmo sul tappeto e ci attorcigliammo.
Lui con le gambe a forbice mi cinse la vita, uno in faccia dell’altro, io cercai di divincolarmi ma lui rimaneva tenacemente saldo alla mia vita, si girò e mi trovai di spalle a lui che prese con le gambe teneva le mie tenacemente salde ed in quella posizione prese le mie braccia, all’altezza delle ascelle e con le mani mi teneva la nuca . Mi aveva immobilizzato.
Capii che non c’erano vie d’uscita e dissi mi arrendo.
Allentò la presa e mi potei alzare. ” Iniziamo bene” pensai.
Era molto forte.
Riposammo 5 minuti e fu la volta dell’Ingegnere contro di me.
Cambia strategia e aspettai che fosse luui a fare la prima mossa. Infatti tentò di prendermi per i polsi ma mentre lo faceva io misi una gamba dietro la sua e tirando gli feci perdere l’equilibrio e cadde. Fui subito sopra di lui, sul suo torace. Era abbastanza difficile stargli a cavallo, era grosso e già sudava e quindi era scivoloso.
Inoltre era depilato e l’attrito era minore. Però rimanevo sopra e con un balzo gli bloccai le braccia stando sul suo busto.
Il mio peso lo faceva respirare male e non poteva muoversi. Tentò quasi senza volontà di liberarsi ma alla fine battè la mano in segno di resa.
Ero abbastanza esausto, non ero molto in forma. Lui addirittura era tutto sudato e con un pò di affanno.
Si riposò pochi minuti ed il Professore lo reclamò per un nuovo combattimento.
Non durò molto l’incontro, la differenza atletica era troppa e fu facile preda del Professore che gli mise una gamba intorno al collo costringendolo subito alla resa.
Ci riposammo una decina di minuti, il Professore suggerì : ” Ma perchè non continuiamo nudi? In fondo lo siamo quasi e penso che saremmo anche più liberi!” .
“Ok ” risposi e mi tolsi il perizoma. Il Professore mi seguì, e mostrò fiero il suo corpo completamente nudo e depilato con un bel sesso nonostante fosse a riposo.
L’Ingegnere fu così costretto a spogliarsi: il suo pene era piccolo e flaccido in confronto a quello del Professore ed arrossì.
Sorteggiammo gli incontri : prima io con il Professore, poi il vincente con l’Ingegnere.
Ebbe inizio il combattimento. Tutti e due nudi, io mi tuffai su lui senza dargli tempo di pensare, ci trovammo uno sopra l’altro, causalmente i nostri peni si toccavano, sentivamo la consistenza del sesso dell’altro, ci stavamo eccitando, lo sentivo ingrossarsi e pulsare contro il mio, era più grosso ed anche le palle erano consistenti col resto. Mi distrassi e lui mi giro e mi prese le gambe, mi trovavo in una strana posizione, quasi ginecologica. Lui mi teneva le gambe verso il torace con i pene che mi batteva in pancia ed il culo in bella mostra, con il buchetto quasi aperto.
Sentivo il suo pene dietro la schiena che batteva. Era proprio massiccio.tentai di divicolarmi ma non ci riuscivo, lui con una mano mi toccò il culo, continuò toccandomi le palle e lungo il pene, lo strinse con forza e mi consigliò di arrendermi. Cosa che feci, non avendo altre chances.
Fu la volta dell’Ingegnere che nel frattempo si era eccitato ed il suo pene era rigido anche se non molto lungo e grande mentre quello del Professore era rigido come una spada.
Anche questa volta l’Ingegnere fu alla balia dello sfidante che si mise a cavalcioni su di lui ed arrivò fino alla sua faccia.
Non ebbe pietà dello sventurato e con leggeri movimenti strofinò il suo sesso di marmo nella faccia, soffermandosi sulle labbra, spingendone la punta con un dito fino a fargli aprile la bocca. L’Ingegnere, nonostante l’imbarazzo non feece molta resistenza, anzi…
Ora era un’altra volta il mio turno: ero eccitato anch’io dalla vista di quell’incontro e l’Ingegnere pensai che non sarebbe stato un problema.
Così fu: lo presi con le mani tra le gambe per farlo cadere, lo presi di spalle, sebbene fosse più basso di me , il suo culo poggiava contro il mio pene, il solco anale umido per non dire bagnato mi dava una piacevole sensazione, sentivo il suo buchetto voglioso di essere penetrato, lui ansimava, sembrava una figa umida per la penetrazione. Lo curvai un pò, la punta del mio pene entrò leggermente in lui, lui strise il buchetto, come una ventosa, avrei voluto(ed avrebbe voluto) penetrarlo ma volevo continuare la lotta. Ormai era in mia balia e si arrese a malincuore voglioso com’era di essere posseduto.
Eravamo sudati ed esausti, il Professore come al solito chiese di stabilire un premio.
Suggerii : i perdenti avrebbero fatto un pompino al vincitore. La proposta fu accolta calorosamente.
Risorteggiammo le coppie per l’ultima sfida.
Di nuovo io contro l’ Ingegnere, e il vincente contro il Professore.
Rinizziammo la sfida , l’ingegnere stavolta aveva un carica addosso, mi cinse la vita, mi buttò sul tappeto, ci strofinammo, il suo pene ora era diventato durissimo, mi trovai un momento con la mano sopra , lo strinsi, non era poi così male, la cappella era bagnata, si stava eccitando, mi trovai in una strana posizione, lui vedeva il mio culo ed era vicino con il suo viso ed improvvisamente sentii la sua lingua che cercava il mio buchetto, anzi si faceva strada, l’eccitazione era fantastica, era molto bravo. Ero tentato di assaporare questo magnifico piacere ma volevo vincere e con un ccolpo di reni mi girai e con le gambe e le braccia lo strinsi forte, con una mano incominciai ad accarezzargli il pene, per mio piacere ma soprattutto per sfinirlo e sopraffarlo.
La mia mano si muoveva rapida, il prepuzio scorreva lungo il pene e risaliva, intanto il Professore si era avvicinato a gustarsi la scena, lui ansimava di piacere e come mi aspettavo venne copiosamente nella mia mano, dandomi una sensazione di piacere che però soffocai per costringerlo alla resa che non si fece attendere essendo ormai appagato.
Ora ero esausto. Il Professore mi aspettava al varco.
Andai in bagno per sciaqquarmi la faccia, respirai profondamente e mi ripresentai pronto per l’ultima sfida.
Il Professore era eccitatissimo, e mi si butto addosso con una grossa foga, ci stingevamo con ganmbe e braccia, i nosti peni si sfregavano nei nostri corpi lasciando una scia come le lumache, era il precum per l’eccitazione, lui era troppo forte per me ma lo tenevo sotto, con una mano arrivai ad accarezzargli il culo, con il medio girai intorno al buchetto fino a farmi strada, lui era sempre più eccitato ed il mio dito lo penetrava. Ma ero stanco, lui si divicolò e mi mise a pancia sotto, poi mi spostò le mie gambe fino a farmi inginocchiare e sentivo il suo pene battere contro il mio culo, il mio buchetto in quella posizione si era leggermente aperto e lui si strofinava nel mio solco alla ricerca di un pò di lubrificante. Avevo capito le sue intenzioni e non potevo oppormi, anzi ero eccitato. Lui con una mano mi teneva il pene ed io ero alla sua mercè, il suo pene era bagnato e senza forza si appoggio al mio buchetto e piano piano si fece strada. Nonostante ne sentissi le dimensioni, scivolava tranquillamente in me, e dopo pochi secondi, schizzò la sua calda crema nel mio intestino.Un getto che sembrava non finire più e accellerò il movimento sul mio pene facendomi venire a mia volta nella sua mano e spalmò la mia crema sul mio corpo.
Esausti ci accasciammo.
Ma lui dopo un quarto d’ora disse: ” Ora voglio il mio premio”.
L’ingegnere si avvicinò, si chinò su di lui, prese i bocca il suo pene flaccido che sapeva di seme e del sapore acre dell’ano, lo portò all’erezione e mi chiamò per condividerne il sapore.
Lo presi in bocca, l’Ingegnere lo teneva in mano, poi si avvicinava, sembravamo due gemelli con la mamma che ci allattava, a volte le nostre lingue si toccavano, il Professore ansimava ed improvvisamente senza preavviso ed urlando venne nuovamente bagnando le nostre faccie di seme caldo. Ora eravamo completamente sfiniti e soddisfatti.
Ma il vincitore era stato proprio il Professore od eravamo tutti un pò vincitori?
Al termine della serata ci scambiammo i cellulari con la promessa di ripetere l’incontro.

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