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Racconti Gay

Orsetti di città

By 10 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Una città frenetica, che alterna uno sfarzo opulento a una modestia minimale. Grattacieli di diamante e street food irrisorio.
La adoro e la odio. Piena di vita ma senza tregua. Mi piace venirci ma non vedo l’ora di andarmene. Ti accoglie a braccia aperte ma i contatti umani sono ridotti al minimo. Facce senza visi troppo spesso immerse nello schermo degli smartphone.

Quando salgono in ascensore li capisco immediatamente. Ho poco tempo. Questione di secondi. Nonostante il grande numero di piani le cabine sono veloci in questa città frenetica. Devo agire. Mirare e sparare dritto al cuore. Non posso sbagliare.
Li saluto. Sono due orsetti. Grossi. Pelosi. Barbuti. Stranieri.
Si voltano e mi vedono. Sorrido e anche loro capiscono. Siamo legati dallo stesso filo di sperma.
Due parole. Poi il colpo: ‘Ho qualche birra in fresco. Che ne dite di fermarmi da me?’
Si guardano. Guardano il display dell’ascensore e anche loro pensano in fretta.
Si chiedono quale minaccia possa io rappresentare per loro. &egrave vero che potrei avere una pistola e derubarli ma loro sono in due, belli grossi e siamo in albergo. Quindi..
‘Ok.’ e scendiamo insieme al mio piano.
In camera la birra aiuta a sciogliere l’imbarazzo del primo approccio. Sono qui per turismo, di passaggio. Fra due giorni si sposteranno verso mete più calde. Sole mare e amore.
Io vengo per lavoro e, quando riesco, un po’ di svago. Ma non &egrave facile in una città così. &egrave stata una fortuna incontrare due bei tipi come loro.
Sorridono e si lasciano andare ancora di più. Individuo il maschio alfa, Eddie. &egrave quello che prende sempre la parola, esprime pareri. L’altro, Bob, si limita ad annuire e a intervenire con il contagocce.
Eddie mi chiede come siano i culi di qui. Gli dico stretti ma asciutti e non sempre fantasiosi. Piuttosto distaccati.
‘Non come noi.’ dice Eddie. Ride e rifila una pacca sulla spalla a Bob. ‘Sempre allegri e pronti al divertimento.’ mi guarda. ‘Possiamo farci una doccia?’

Esco dal bagno per ultimo. Li vedo sdraiati sul letto. In vita solo l’asciugamano. Mi rendo conto di quanto siano davvero grossi. Spero che non mi schiaccino in mezzo a loro.
‘Via questa tenda.’ dice Eddie mentre mi avvicino. Scioglie l’asciugamano e tira a sé il mio cazzo barzotto. Inizia a succhiarlo e a leccarlo.
Mmmmmmmm sento i peli della sua barba accarezzare la mia asta.
Allungo una mano e raggiungo il suo affare. Lo stringo e lo accarezzo. Lo sento gonfiarsi tra le mie dita.
Bob massaggia il suo amico sulla schiena e lo bacia. Toglie l’asciugamano dalla vita di Eddie e inizia a lavorargli il culo. Le sue dita intrecciano le mie quando raggiungono lo scroto.
Bob si inginocchia a succhiare Eddie, io mi tolgo dalla sua bocca e mi dedico al culo di Bob. Ha un cazzo piccolo per la sua mole ma un bel buco di culo che pulsa ad ogni mia lappata. Lo scopo con le dita e con la lingua. Lui gode e il suo cazzetto diventa durissimo nelle mie mani. Mi metto sotto e inizio a succhiarlo per bene, come piace a me. Lo faccio sparire tutto in bocca e gli lecco la cappella. Con le mani gli accarezzo i coglioni e il culo. Sento che ansima. Spero che non si lasci cadere altrimenti finirei soffocato.
Sono così impegnato a succhiare che non mi accorgo che Eddie si &egrave spostato dietro di me. Mi solleva le gambe con le sue forti braccia e tuffa la testa nel mio culo.
Lecca e insaliva. Poi sento che punta la cappella. Mi rilasso e attendo la spinta. Che arriva piano piano. Lo accolgo e quando &egrave dentro tutto, nemmeno lui &egrave superdotato, inizio a godere.
Mentre mi scopa mi mena l’uccello e io succhio quello di Bob.
‘Vieni Bob,’ dice Eddie, ‘guarda come diventa grosso.’ indicando il mio cazzo. ‘&egrave pronto per il tuo culo.’
Si sfila da me con un sonoro ‘pop’ e mi conduce verso l’amico. ‘Faglielo sentire.’ mi dice.
Obbedisco. Punto l’uccello. Lo sfrego sul culo che Eddie si premura di insalivare per bene e poi spingo.
Lo sento allargarsi, accogliermi. Si apre a me e lo penetro fino in fondo. Le sue chiappone ballano sotto i miei colpi. Eddie mi sprona a scoparlo per bene. Che gli piacciono i grossi calibri. Che &egrave una vera troia. Si sposta davanti e gli offre l’uccello da succhiare. Quello non si fa pregare e se lo gusta tutto quanto.
‘Giriamo.’ dice ancora Eddie, abituato com’&egrave a dirigere il gioco. ‘Anche io voglio un po’ di carne.’
Fa sdraiare Bob a pancia in su e lo impala. ‘Ti ha aperto per bene, eh?’ dice mentre lo fotte. ‘Fammi sentire il tuo giocattolone.’ dice rivolto a me.
Da dietro gli apro le grosse chiappe pelose e trovo il buco. Lubrifico e punto. &egrave già bello bagnato. L’eccitazione &egrave tanta. Spingo ed entro. &egrave più caldo di Eddie e forse più stretto.
Cerchiamo il ritmo e lo troviamo dopo qualche colpo. Spero che il letto non ceda sotto la nostra foga.
Il primo schizzo &egrave quello di Bob che viene nelle mani di Eddie. Sento il suo rantolo di goduria riempire la stanza mentre il suo sperma gli copre la pancia. Poi &egrave il turno di Eddie, che si sfila e unisce il suo seme a quello dell’amico. Il suo culo si contrae. L’aria diventa si colma di eccitazione. Manco solo io. E non mi manca molto.
‘Vieni qui.’ dice Eddie, allontanandomi da lui. ‘Vieni anche tu sulla sua pancia.’
Seguo il suo consiglio. Mi porto sopra il viso di Bob che inizia a leccarmi il culo. Mi sego e in due, tre colpi sborro come un torrente.
Dopo l’orgasmo la tensione sessuale si allenta. Le carezze diventano meno erotiche e più coccolose. Ci sdraiamo uno accanto all’altro sul letto e guardiamo il soffitto.
&egrave una strana città. A volte sembra spingerti su, sempre più su, per poi di colpo aspirarti nel vortice della sua frenesia. A volte invece ti regala momenti di estrema calma orientale.
Accarezzo la pancia pelosa di Eddie e ricevo le mani di Bob sulle cosce. Sento che potrei restare così all’infinito.
‘Tu conosci questa città.’ dice Eddie, ‘Che ne dite se andiamo a mettere qualcosa sotto i denti?’
Annuisco.
‘Vorrei provare qualcosa di asiatico.’ continua l’orsetto ‘E non solo a tavola.’

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