Skip to main content
Racconti Gay

Quella notte in cui sono diventato la preda

By 31 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Encolpio, 24 anni, sono un ragazzo con una normale e sana vita sessuale: forse non troppe ragazze ma tutte carine; ho avuto relazioni serie, storielle e avventure.
Ho un fisico ateltico, non da tartaruga, ma comunque discreto: un metro e ottanta, castano occhi verdi, complessivamente di buona presenza.

Una sera ero nella casa di campagna di famiglia a rilassarmi per staccaere un po’ dalla vita milanese.
Stavo leggendo un buon libro, sorseggiando un bicchiere di vino godendomi la pace e la tranquillità di un sabato sera di una fresca primavera.
Verso mezzanotte, dopo un paio d’ore passate in questo modo, mi pento della scelta di esiliarmi dalla città: ho voglia di fare qualcosa, fare un giro e soprattutto di bere un bicchiere: così decido di fare un salto al bar del paese per una birra e magari fare due chiacchiere con qualcuno.

Salgo in macchina e vado ma trovo il locale chiuso: nonostante sai sabato sera è ancora presto per la stagione turistica e gli indigeni, si sa, non fanno le ore piccole. Allora vado verso il paese successivo, e quello ancora dopo per cercare un bar aperto.
Non trovo nulla e mi ritrovo alle porte di milano.
A quel punto non potevo certo fare marcia indietro: arrivato fin li mi dirigo verso un locale carino ad una decina di minuti di distanza.
Non sono nella mia zona e sbaglio strada ma mi ritrovo davanti ad una discoteca: c’è un sacco di gente e perchè no? tanto un posto vale l’altro!
Parcheggio la macchina e vado all’entrata: il buttafuori mi chiede la bellezza di 25 ‘ per l’ingresso ed una consumazione.
Sconsolato metto mano al portafoglio.
Entro ma non mi rendo subito conto di dove sono: l’atmosfera ha un qualcosa di strano, come di..gay! realizzo di essere ad una serata gay: ci sono sia uomini che donne, ed è forse per questo che non realizzo subito ma quando lo sguardo mi cade sulla pista e vedo diverse coppie dello stesso sesso che ballano e limonano non ho più dubbi!
Decido di rimanere: ormai sono dentro e per bere un posto vale l’altro!
Mi dirigo verso il bar, che ovviamente è stra pieno, ma riesco ad arrivare al bancone e ordino un vodka-qualcosa.
Recuperato il drink cerco un angolo tranquillo dove bere in pace.
Do un’occhiata in giro e mi sorprendo ad essere incuriosito da quell’ambiente.
Ad un certo punto mi passa a fianco un ragazzo che non mi stacca gli occhi di dosso: il suo sguardo è intenso e diverso da ogni sguardo che abbai mai ricevuto, si intuisce un desiderio dietro ai suoi occhi. Io non riesco a non guardarlo, nonostante sia pietrificato dalla paura sono lusingato e..incuriosito.
Il ragazzo allora si passa la lingua sulle labbra, non in modo plateale o evidente, solo un accenno, solo la punta è visibile. Quel gesto mi lascia al tappeto: sono stregato.
Poi il giovane, che non si era fermato ma aveva continuato per la sua strada, distogli lo sguardo e se ne va come era venuto.
Butto giù quello che manca del mio cocktail e torno al bar: voglio bere.
Nel frattempo la situazione al bancone è peggiorata: mi infilo in coda e aspetto il mio turno: nel frattempo mi guardo intorno e provo emozioni contrastanti, sono spaventato ma eccitato, vorrei andarmene ma allo stesso tempo restare.
Arrivato il mio turno per prendere da bere sento la mano di qualcuno sulla spalla: “mi prendi un cuba, perfavore?”, mi fa un tipo da dietro sorridendomi.
Ordino per me e per lui e, mentre il barista fa i cocktail, lui riesce ad infilarsi tra la gente ed arrivare al bancone a fianco a me.
“grazie mille”
“figurati”, e nel frattempo i drink arrivano, allora lui fa al barista: “anche due shot di jagger” e poi rivolgendosi a me: ” questo per il disturbo”, mentre mi sorride di nuovo.
Non faccio a tempo a dir nulla che il ragazzo prende i miei soldi per il drink e mette quello che manca per il suo e gli shot. insisto per pagare ma la ressa non prmette discussioni troppo lunghe allora mi lascio convincere: ” dai mi offri una sigaretta e siamo a posto!”, buttiamo giù lo shot e con i drink in mano ci dirigiamo fuori dove è possibile fumare.
“mi chiamo Marco, piacere” mi dice mentre soffia fuori il fumo della sigaretta appena accesa con un tono che non lascia spazio a dubbi sulle sue preferenze sessuali, visto soprattuto il luogo in cui siamo.
“Ciao, Encolpio”, faccio per stringergli la mano ma lui mi spinge verso di lui con una mano sul mio fianco e mi bacia sulle guance.
Chiacchieriamo del più e del meno, parla più lui di me, io mi limito ad annuire e rispondere alle sue domande quasi a monosillabi: sono nervoso, finisco sia sigaretta che drink in poco tempo.
Marco è una ragazzo alto circa come me ma più minuto di me, senza un filo di barba, quasi glabro. E’ biondo, con gli occhi scuri e con due belle labbra carnose.
Lui mi racconta di lui ma io presto poca attenzione alle sue parole, sono perso nei suoi occhi e continuo a pensare che le sue intenzioni sono le stesse che potrei avere io quando parlo con una sconosciuta in discoteca, e so benissimo che più rimango li più alimento le sue speranze e più diventerà difficile evitare quello che può accadere. Ma sono pietrificato.
“cosa fai li imbambolato? va tutto bene??” mi chiede Marco accorgendosi del mio stato di quasi trance.
“No no tutto bene..eh che è la prima volta che vengo in un posto così…insomma..gay”
Lui scoppia a ridere ” ahha, ma dai!!stai tranquillo, andiamo a ballare che ti passa”
Mi prende la mano, nel senso di mano nella mano, e mi trascina dentro, verso la pista.
Io mi lascio trsportare dalla situazione intontito dall’alcol e dall’eccitazione.
Cominciamo a ballare e lui si struscia molto, mi mette le mani ovunque, solo un veloce passaggio sul culo o sul pacco, e il mio cuore comincia ad accelerare: sono sempre più eccitato e spaventato.
Appoggia la sua fronte sulla mia e mi cinge i fianchi con le braccia.
Ormai sono suo e lui lo sa: avvicina le sue labbra alle mia, senza che queste entrino in contatto, nel frattempo le sue mani si sono spostate dalla schiena sempre più in basso.
Poi finalmente mi bacia, sento la sua lingua che si insinua in me con delicatezza ma anche con fermezza.
Le mie paure scompaiono e mi butto a capofitto nella cosa: sono stregato e mi lascio trasportare.
Sento il suo pacco gonfiarsi e spingere sul mio, già duro.
Metto le mani sulla sua schiene mentre continuiamo a baciarci muovendoci a ritmo di musica.
Marco si allontana dalla mia presa su di lui e prendendomi per meno mi porta in un angolo del locale, mi sbatte contro il muro e riprende a baciarmi. mi mette una mano sul viso che gira e rigira mentre le nostre lingue si intrecciano.
L’altra mano si muove sul mio petto verso il ventre, fino ad arrivare all’inguine mi tocca il pacco e mi sega da sopra i pantaloni.
Io faccio lo stesso sul suo.
Non so quanto tempo siamo rimasti li ma io ero come in trance. Non mi stavo rendendo conto di quello che stava succedendo.
Poi lui smettendo di baciarmi avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi dice: “vieni con me..”
Mi prende un altra volta per mano e mi porta verso il parcheggio.
Apre la macchina, una spaziosa station wagon.
Il parcheggio è buio.
Prima ancora di entrare in macchina mi ricomincia a baciare, io sono la sua puttanella, da quando è iniziata non ho ancora detto un parola o rifiutato un suo gesto, sono completamente suo.
Lui è appoggiato alla macchina, io sono difronte a lui.
Sento le sue mani che mi slacciano i pantaloni, sono teso come una corda di violino.
le sue mani si infilano nei miei boxer e si posano sul mio cazzo che non è mai stato così duro.lo muove su e giù un paio di volte, poi si sposta verso il mio culo. Mi strizza e allarga le chiappe, poi tira fuori una delle due mani, le allontana il suo viso dal mio e avvicina un dito alla mia bocca: vuole che lo lecchi, ed io non mi tiro certo indietro.
dopo un paio di mio ciucciate al dito rimette la mano nei miei boxer e avvicina il dito al mio buchino: ci passa sopra con un movimento circolare un paio di volte e poi lo affonda dentro e comincia a muoverlo su e giù.
sto impazzendo dal piacere!
Poi smette e si slaccia i pantaloni e li cala insieme alle mutande.
Avvicino una mano, con un po’ di timidezza comincio a segarlo.
Il suo cazzo e caldo e duro,la sua pelle morbida.
Con una mano muovo la pelle su e giù con l’altra gli accarezzo le palle.
Lui mi mette una mano sul viso e delicatamente me lo sposta verso il basso: vuole un pompino.
Mi inginocchio di fronte a lui. Un po’ della paura che i suoi baci avevano sconfitto ritornano.
Lui capisce:”ti piacerà, fidati di me”.
Con un po’ di titubanza me lo infilo in bocca, prima solo la cappela poi piano piano cerco di prenderlo tutto.
Mi piace.Mi piace da morire.
Lo tiro fuori e passo la lingua su tutta l’asta, fino alle palle, inizio al leccare quelle mentre con la mano torno a segarlo.
Poi torno al cazzo: mi concentro sul frenulo, lecco quello mentre non smetto di muovere le mani. e poi di nuovo tutto in bocca.
Continuo così per un po’. e mi piace.
Anche a lui piace perchè dopo qualche minuto mi toglie il cazzo di bocca e comincia a segarsi.
Io appoggio il labbro inferiore, a bocca spalancata, alla sua cappella e aspetto il suo seme.
Viene.
Partono diversi flotti che mi vanno in gola e sul viso. Lui prende e mi avvicina a se. Comincia a leccare il suo stesso sperma dalla mia faccia e lo condivide con me con un bacio.

Poi apre lo sportello della macchina e mi fa sdraiare sul sedile posteriore, lascia fuori le gambe da cui mi sfila boxer e pantaloni.
Appoggia le mi caviglie alle su spalle e mi infila la mano sinistra in bocca. E’ sparita la delicatezza di prima.
Lecco la mano mentre nel frattempo la sua destra è passata a segarmi.
Poi con violenza infila due dite fradice della mia saliva nel mio culo e comincia a farmi un ditalino. fa su e già sia con il mio cazzo che con il mio culo. sempre più velocemente.
Io vengo dopo pochissimo con un copioso orgasmo.
Raccoglie lo sperma dai miei vestiti e mi porge la mano: la pulisco con cura volentieri.
Ci rivestiamo.
Marco mi saluta con un bacio intenso:”ciao Encolpio, è stato un vero piacere”.

Leave a Reply