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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Schiavo di tutti

By 5 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Chissà cosa direbbe Gianni se mi vedesse in questo momento.
Seduto a gambe accavallate nello stesso posto dove normalmente lui studia e
lavora. Gambe accavallate, cazzo dritto e una gran aria da porca arrapata
che sono sicuro che nemmeno ad uno come lui potrebbe restare indifferente.
In questa casa Gianni ci vive, ci trascorre tutta la sua vita da
studente-lavoratore, dividendo le spese (e il letto) con quella lì, la sua
‘ragazza’.
Gianni e io siamo amici, ormai da 4 anni, da quando, cioè, abbiamo iniziato
l’università. Quella lì l’ha conosciuta solo dopo, qualche mese fa, ma certo
non ha perso tempo e, liberatosi un posto nel suo appartamentino in riva al
mare, se l’è portata subito in casa.
Io invece qui non ci vivo, ci vengo solo come ospite, quando Gianni si degna
di chiamarmi, cosa che tra l’altro avviene sempre più raramente da quando
quei due dividono lo stesso tetto. Forse a lei non piaccio, o magari ha
intuito qualcosa. Ma Gianni.lui no, non credo possa immaginare niente.lo
capisco dai discorsi che fa, da come mi guarda.non ha idea di quello che si
agita dentro di me.
Io, dicevo, con questa casa non c’entro proprio nulla, a parte le sporadiche
visite, ma, a quanto pare, il mio vecchio amico, considerando la
contemporanea partenza sua e della tipa, entrambi in visita dai genitori, ha
avuto il bel pensiero di cedermi l’appartamento. Siamo a inizio giugno, le
giornate sono belle, calde e luminose e, considerato che la casa dà
direttamente sul mare, tutto questo deve aver suggerito al mio amico che
sarebbe stato un gesto molto carino quello di cedermi la casa per questo
week-end, nel frattempo che loro sono fuori..
E’ venerdì sera, Gianni e Sandra torneranno solo lunedì, e io ne ho
approfittato per starmene un po’ per conto mio, lontano da casa. Vivo coi
miei e non ho la fortuna di avere un posto tutto mio, e quindi l’occasione
mi è parsa davvero ghiotta.Ho trascorso il pomeriggio al mare, ho fatto la
doccia e ora sono qui, davanti al computer di Gianni, seduto tutto nudo
sulla sua sedia. Chissà cosa direbbe, se potesse vedermi in questo
momento. Non immaginerebbe mai che il suo amico serio e preciso, discreto e
timido, se ne stà nudo, arrapato e con tanti pensieri strani per la testa
proprio qui, a due passi dal letto dove si consumano le sue notti di
passione con Sandra.. Sono un ragazzo serio, gentile, e immagino che nulla
dal mio comportamento quotidiano lasci trasparire ciò che sento di essere in
realtà.. La mia tranquilla vita di studente, le uscite con i colleghi
dell’università, qualche storiella con ragazzette prive di interesse al solo
scopo di evitare ogni sospetto..Ma ora sono qui, nuda, col pensiero fisso di
Gianni in testa, le gambe accavallate, l’appartamento tutto per me…A dire la verità non sono nuda, o almeno non del tutto, visto che indosso
un perizoma che ho trovato in fondo ad un cassetto. Le mutandine di Sandra
sono rosse, sensuali, e provo a immaginare lei che le indossa e si muove
come una porca davanti al cazzone arrapato di lui. Provo a immaginare
l’eccitazione che sale, la immagino in calze nere autoreggenti, tacchi a
spillo, truccata come una puttana che muove il suo culo appena coperto dal
perizoma rosso come una cagna in calore e provo a immaginare me al suo
posto. Il cazzo mi fa male, non resisto, mi alzo e vado a cercare qualsiasi
altra cosa che mi faccia pensare a lui, a lei, alla loro eccitazione. La mia
sete di mutandine, indumenti, oggetti è insaziabile. Mi strofino addosso
tutto ciò che lui ogni giorno vede e tocca. Lecco la sua stilografica, la
faccio passare delicatamente tra le mie natiche eccitate. I suoi jeans sono
ripiegati sullo scaffale. Li sfioro, li annuso. Cerco qualcosa di più
personale. Le sue calze, le sue mutande. Mi sfilo il perizoma della troia e
indosso un suo boxer. Ma non basta. Ho sete di qualcosa di più intimo. Ho
improvvisamente un’idea. Loro sono andati via per soli tre giorni’con un
po’ di fortuna’Mi avvicino sculettando, di nuovo completamente nuda, verso
la lavatrice, in bagno. Proprio al fianco, noto quello che cercavo. Un
sacchetto di plastica ben nascosto tra la lavatrice e il cassettone. Sento i
coglioni bruciare, il culo palpitare. Afferro il sacchetto, non del tutto
pieno, per la verità, lo apro e trovo i preziosi regali che mi aspettavo.
Due paia di boxer, altrettante paia di calze. E poi una mutandina di Sandra.
Comincio ad annusare, a baciare e a leccare avidamente tutto il prezioso
contenuto. Movendo il culo, quelle stoffe odorose conoscono presto il
voglioso vigore della mia lingua e l’umida lussuria del mio cazzo.
Mi getto per terra, come impazzito, quasi drogato da quelle essenze
inebrianti. Un vortice di pensieri si muove senza freni dentro di me..Gianni
in piedi, imperioso, che mi umilia davanti a Sandra…Gianni che fotte
Sandra davanti a me urlandomi che sono una vacca e che presto mi riserverà
lo stesso trattamento..Sandra in minigonna, nel suo bellissimo fisico magro,
abbronzato, i capelli lunghi e biondi che le pendono sulla schiena, il
piccolo tatuaggio proprio sopra il culo, le gambe accavallate, truccata come
una vacca e pront a sbattersi tutti gli uomini nei bagni di una
discoteca..Comincio a muovermi come lei, torno velocemente in camera e tiro
fuori una minigonna molto corta. La indosso..sembra perfetta per il mio
fisico altrettanto magro ed eccitante. Dallo sportello dell’armadio spalanco
lo specchio e mi scopro sensuale, porca. Guardo le mie lunghe gambe lasciate
quasi completamente scoperte dalla micro-gonna. Guardo il mio ventre piatto
e penso a quella troia di Sandra che si fa montare da tutti, penso a Gianni
che da dietro mi scopre il culo e con sorpresa svela le mutandine aderenti
da troia della sua puttana personale. Cerco di muovermi come lei, di parlare
come lei, di atteggiarmi nello stesso identico modo di quella puttana. Mi
scopro lentamente il culo, mi abbasso a novanta gradi. Sono una gran vacca,
ecciterei qualsiasi maschio sulla faccia della terra se solo mi potesse
vedere così.Comincio a masturbarmi violentemente..cammino a quattro zampe
verso la scarpiera..tiro fuori un paio di scarpe da tennis molto odorose.le
annuso, le lecco.profumo di maschio, profumo di Gianni, profumo di ragazzi
che giocano a pallone, che fanno footing, che chiavano belle diciottenni e
che hanno cazzi duri e resistenti. Il mio pensiero torna al pomeriggio al
mare, ai tanti bei ragazzi che da sotto l’ombrellone ammiravo giocare a
beach volley.a quei corpi abbronzati da leccare, a quei piedi eccitanti, a
quei costumi da strappare via e tuffarcisi dentro…La città, pensai mentre
continuavo a masturbarmi, in quel periodo era piena di diciottenni e
diciannovenni che, finite le scuole superiori, si erano riversati in massa
sulle spiagge a giocare, a prendere il sole e ad eccitare tante vere puttane
come me. Chissà quanti di loro, pensai, nonostante se ne andassero in giro
con belle ragazzine, e nonostante la loro scanzonata aria da bulletti, in
realtà nascondessero una estrema voglia di cazzo…il pensiero di vedere
quei costumi che coprono giovani corpi divini sostituiti da micro-gonne,
perizomi e autoreggenti rappresenta il mio punto di arrivo.. Il cazzo mi
esplode letteralmente tra le mani, laciandomi sola, nuda e insoddisfatta
come una puttana a fine serata, dopo una notte di lavoro sul marciapiede.

Ripenso con piacere alla serata di ieri ma non ho intenzione di restare
anche stasera a trastullarmi da sola in casa. Aspetto che faccia buio e poi,
a piedi, mi incammino verso l’unico cinema porno rimasto in città. E’ poco
distante dal centro e, dalla casa di Gianni sono solo 15 minuti. Arrivo che
sono le nove e mezza. Non è certo la prima volta che mi faccio vedere da
queste parti ma, un po’ per la paura di incontrare qualcuno che mi conosce
mentre entro, un po’ per l’eccitazione che dà il varcare quella soglia, mi
sento tutta eccitata mentre, pagati gli 8 euro del biglietto, faccio il mio
ingresso nella sala semibuia. Dentro ci sono una decina di persone. Subito
tutti si girano verso di me. Sullo schermo una vacca bionda si fa montare da
due neri da paura. Presto sarò al suo posto, mi dico, mentre ripenso con un
senso di potenza a quando, la sera prima, proprio a quella stessa ora mi
illudevo di poter soddisfare le mie voglie solo leccando ed annusando abiti
e scarpe (sebbene questi appartenessero al mio Re e alla mia Regina).
La bionda sullo schermo stringe un cazzone in bocca e un altro tra le
chiappe. Ma gli altri spettatori paiono molto più interessati a me. Provo ad
essere naturale e, ricordando le precedenti visite in quel posto, evito di
commettere l’errore di andare subito a sedermi. Le altre volte (due, per la
precisione), mi ero presto accorto che si era trattato di un errore fatale.
Dopo pochi istati infatti mi ero ritrovato addosso il solito vecchio
pervertito che non aveva voluto saperne di andarsene. Certo non avevo potuto
essere brusco più di tanto, se non volevo rischiare di giocarmi anche gli
altri, ma nonostante questo quella presenza aveva in qualche modo inibito i
soggetti più interessanti, rovinandomi in qualche modo ‘la piazza’. Stavolta
invece rimango in piedi e aspetto. C’è un ragazzo scuro di carnagione, sui
25 anni, forse marocchino. Un paio di quarantenni niente male, un ciccione e
i soliti anziani arrapati. Poco male, penso, mentre l’eccitazione sale
inesorabilmente.
Resto appoggiato al muretto. Presto uno dei quarantenni, dopo una veloce e
strategica visita in bagno, mi si avvicina. Comincia ad accarezzarmi la
gamba. Io gli sfioro la mano e la sposto verso il cazzo..Lui comincia a
toccarmi..mentre la pompinara bionda prende un terzo cazzo negro anche in
fica, qualcun altro si avvicina e cominicia a palparmi il culo da sotto i
jeans. Piano piano mani vogliose di maschio si insinuano dentro di me e io
sento che comincio letteralmente a sbrodolare. Ma non è quello il vero
motivo per cui sono venuta in quel cinema. Per questo, mi libero a fatica
dai due assalitori, e, cercando di muovermi come una vera troia, passando
per il corridoio centrale vado a sedermi in una delle prime file. Gli uomini
sono arrapati, sopresi.non posso vederli, dietro di me, ma li sento.sento
che hanno capito che sono una troia.so che vorrebbero scoparmi tutti,
indistintamente..magari riservarmi lo stesso trattamento della troia bionda
sullo schermo. Guardo le sue gambe liscie, il su culo voglioso, immagino
Sandra che lo prende in tutte le posizioni.immagino Gianni che mi chiava da
dietro mentre due negroni me lo sbattono in faccia e io comincio a gemere
dal piacere. Sono bagnata, eccitata come una studentessa che sogna di essere
sbattuta da tutti su un marciapiede. Come uno dei ragazzini del mare che,
terminata la partita di beach volley, vanno a carezzarsi la pelle abbronzata
e a masturbarsi sotto la doccia pensando di succhiare cazzoni indossando
minigonne e perizomi, alla completa mercè di camionisti arrapati.
Mi alzo, stavolta evitando qualsiasi sguardo e puntando dritto verso il
bagno. Vado dentro un cesso e mi chiudo a chiave. Dopo qualche secondo, le
prime voci mi annunciano che i cazzi hanno seguito il richiamo. Guardo il
cesso davanti a me.l’inebriante odore di piscio non fa che aumentare la mia
eccitazione.altre voci oltre la porta del bagno.Guardo con perversa
eccitazione quelle goccioline chiare che colorano i bordi del water.sono una
vacca, una troia da monta, ma la mia porcaggine non mi ha ancora portata a
superare questo limite.torno quindi a concentrarmi sulle voci, sempre più
impazienti. Qualcuno bussa alla porta. Bene, penso, ora sono allo stremo.
‘Un attimo, esco subito’, dico. Mi spoglio lentamente conservando solo le
scarpe di tela e le mutandine usate di Sandra. Si tratta di un tanga scuro
che ho trovato la sera prima nel cesto dei panni sporchi. Mi guardo e cerco
di immaginare cosa proveranno i pervertiti oltre quella porta quando mi
vedranno così.saranno sorpresi di vedere fino a che punto può arrivare quel
ragazzo apparentemente normale e dall’aria quasi timida che hanno visto
entrare qualche minuto prima nel cinema. Certo, il mio comportamento non
aveva lasciato molti dubbi circa le mie intenzioni ma, probabilmente, anche
i più ottimisti non si aspettano che il solito marchettaro di turno. Ed ecco
che invece, spalancatai la porta, si trovano di fronte un eccitante
bocchinara di un metro e ottantacinque, nuda e in tanga, la cui aria da
bravo ragazzo ha lasciato il posto ad una lingua bramosa protesa verso
qualsiasi cazzo disponibile nei paraggi. Spalanco la bocca, mi passo la
lingua sulle labbra e nel frattempo mi accarezzo i fianchi, dimenandomi e
atteggiandomi come la troia bionda in onda sugli schermi..I cazzi mi sono
presto addosso, tutti insieme.non riesco a contarli, l’ultima sensazione
razionale che riesco a trattenere è l’espressione eccitata ma incredula dei
miei maschioni. Poi, più nulla. Solo cazzi, pompini,, mani dappertutto, mani
lisce e mani rugose, lingue sulla schiena, e io sempre giù, in ginocchio, a
leccare e implorare cazzi e ancora cazzi. Non so quanto dura, né quanti ne
ho fatti sborrare. Dopo un tempo imprecisabile mi ritrovo rannicchiata sul
pavimento del bagno del cinema, in una pozza di sperma dall’odore
fortissimo. Un uomo sui 50 esce dal cesso, si mette sopra di me e mi scarica
addosso gli ultimi schizzi di sborra che mi gocciolano sui fianchi. La
mutandine è sparita, mentre i miei vestiti sono ancora dove li ho lasciati.
Mi rivesto e mi avvicino all’uscita, senza che l’addetto alla biglietteria,
rimasto solo nella sala e intento a chiudere, mi risparmi una occhiata
indecifrabile. Sarei pronta a farmi chiavare anche da lui, nonostante tutto,
ma senza un motivo apparente, lui riprende il suo lavoro ignorando la
presenza di una giovane troietta insaziabile e disponibilissima.

Mi sono proprio dato da fare, ieri sera. Seduto davanti alla tv, ripenso
all’eccitante serata di ieri senza che questo riesca però ad appagare i miei
bassi istinti. Al contrario, la voglia di maschio comincia a risalire
prepotente. E’ l’ultima sera che sono in casa da sola. Domani il Re e la sua
Troia torneranno e io sarò di nuovo un semplice ospite. Mi toccherà tornare
dai miei, per di più, con tutto ciò che questo comporta in termini di
libertà di movimento. Mi tocca sfruttare anche questa serata, è chiaro. Ma
non sono più invogliato dagli indumenti dei Sovrani né ho particolari
interessi per una nuova visita al cinema. Senza stare a pensarci troppo,
esco e mi avvio sul lungomare. Sono le 10 e c’è tanta gente per strada.
Pieno di frocetti a spasso con le loro puttanelle, di maschioni arrapati e
di troie pronte a sbocchinarli anche con lo sguardo.
Continuo a camminare e il flusso di gente, prima rilevante, si assottiglia
sempre più finchè, giunto ad una certa distanza dal centro, mi ritrovo
praticamente da solo a camminare sul marciapiede. Su internet ho trovato
qualche giorno prima precise indicazioni.c’è una zona un po’ isolata ma ben
frequentata e credo sia giunta l’ora di fare il mio esordio da quelle parti.
Il cazzo è gonfio, brucio dalla voglia. Vado sulla spiaggia e, continuando a
camminar oltre l’ultima fila di ombrelloni, mi avvicino verso la zona
segnalata sul sito. Comincio a vedere strani movimenti dietro un gruppo di
ombrelloni, ma noto un certo via vai anche dalle parti di uno stabilimento
poco più in là. Sono quasi sorpreso di vedere almeno una decina di persone
in quella zona che, al pari degli altri stabilimenti, consideravo fino a
qualche giorno fa praticamente deserta. Qualche sguardo insistente, qualcuno
che mi ripassa davanti più di una volta. Quello che mi stupisce è la media
età, molto più bassa rispetto al cinema. Ci sono anche ventenni,
trentenni.un paio di maschioni palestrati..due marocchini.alcuni sono in
piedi a parlare, altri fumano, qualcuno passeggia. Un’atmosfera strana,
quasi si fosse in eterna attesa di un qualcosa. Il mio culo è pronto, se lo
volete. Mi addentro verso la zona di passeggio e noto diversi movimenti
dietro e sopra le sdraio. Un buon numero di cazzi si dà da fare proprio
sopra quelle spiagge che magari di giorno frequentano come se niente fosse
con le loro ragazzette, i loro palloni e le loro arie da maschi bravi e
sulla dritta via..
Mi fermo quasi estasiato a osservare un negretto che sopra una sdraio sta
montando proprio uno dei ragazzetti del beach volley. E’ un biondino molto
giovane, del tutto simile ai fighetti che di giorno se ne vanno in giro
sulle spiagge con aria disinteressata.uno di quei tipetti con le magliette
aderenti all’ultima moda, capelli ingellati, corpicino glabro e flessuoso.e
quelle insopportabili e provocanti arie da fighetti sempre sulle loro,
magari in compagnia di ragazzine dalla fica stretta.ed ora eccolo lì,
proprio uno di loro, un bravo figlio di papà col motorino e la maglietta
firmata, la ragazzina e gli amici dello stabilimento.eccolo lì che si mostra
per quello che è.a culo in aria, nudo, a farsi chiavare da un marocchino di
notte sopra una sdraio. La luce fioca dei lampioni del marciapiede giunge
molto debole in quella zona della spiaggia ma non mi impedisce di ignorare
l’insistente sguardo del negretto puntato nella mia direzione proprio mentre
si chiava quel giovinetto. I suoi colpi di cazzo dentro quel bel culetto
sono impressionanti, ma lui al tempo stesso continua a fissarmi. Ficca due
dita in bocca al ragazzo.gli chiede se gli piace.la puttanella risponde di
sì, gli chiede per favore di continuare ancora più forte..io mi abbasso i
jeans e comincio a masturbarmi, completamente rapito da quella scena tanto
eccitante.il negretto estrae all’improvviso il cazzo e mi dice in tono
perentorio di ripulire il culo dell’amico..e proprio da brava cagnetta in
calore quale sono, mi chino a leccare, sperando di sentirmi presto puntata
quella mischia sul sedere..il ragazzo a un certo punto si libera della mia
lingua e, inginocchio davanti al negretto, comincia a supplicarlo di
pisciargli addosso.prega leccandogli al tempo stesso i piedi e le gambe.è
un’esperienza che non ho mai provato, ma non posso resistere e mi
inginocchio anch’io.l’odore dei suoi piedi nudi sulla sabbia è forte, e le
due lingue accanitamente, quasi in competizione si affannano a elemosinare
il suo piscio. Ma prima arriva la sborra, copiosa e calda che entrambi
succhiamo avidamente. Dopo un po’ segue un piscio che, approfittando della
distrazione del ragazzo, impegnato ancora sui piedi del nostro padrone, mi
prendo tutto in faccia, sulle labbra, sui capelli. Il negro, finito di
pisciare, invita il ragazzo a rialzarsi. I due mi sputano addosso e se ne
vanno, senza degnarmi di un saluto.

Rientro precipitosamente a casa. Ho voglia di odori, di sapori. Ho voglia di
sentire il piscio di Gianni e Sandra. E’ un richiamo potente e
irresistibile. Domani loro saranno di nuovo a casa e queste sono le mie
ultime ore, la mia ultima possibilità ed io devo approfittarne. L’ultima
opportunità di sentire l’odore del piscio di un Re e di una Dea, del mio
padrone e della sua bellissima troia. Rientro in casa come una furia, quasi
non ci vedo più dalla voglia. Mi spoglio in un attimo e subito sono con la
testa nel sacchetto..la mia faccia affonda in quei profumi in una ricerca
affannosa e disperata.il mio respiro, la mia lingua affogano in quei
sapori..ma non è abbastanza.neanche le sue scarpe sono abbastanza.nulla
sembra poter più placare la mia sete..Il cesso, la fogna.Capisco
improvvisamente ciò che ho da sempre desiderato di essere.un autentico cesso
dove Gianni e la Dea possano scaricare ogni volta i loro frutti
preziosi..vorrei che mi trattassero così, vorrei farmi trovare così, a bocca
aperta, pronta ad accogliere in bagno tutto ciò che loro hanno da darmi.Mio
padrone, Gianni, ti amo, e amo la tua divina schiava, sarei vostra per
sempre..Su questo pensiero, sull’amore, su una purezza assoluta che
misteriosamente si fonde al più sporco ed abbietto dei desideri i miei sensi
crollano, riversando fiumi di sperma sul pavimento del bagno.

Ora mi toccherà pulire tutto. Loro tra poche ore saranno a casa. E io
passerò la notte a leccare tutto il pavimento affinché i loro piedi divini
possano camminare su quanto di meglio una troia-bocchinara come me possa
offrirgli.

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