Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti Gay

Un anno dopo, Samuele

By 22 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Passeggiavo assorto tra gli scaffali del grosso outlet di articoli sportivi vicino a casa mia quando da dietro mi sentii picchiettare amichevolmente sulla spalla destra. Più incuriosito che infastidito decisi di voltarmi: ‘Guarda guarda che begli incontri che si fanno!’ mi sentii dire. Rimasi spiazzato, era un anno che non lo sentivo. Dal suo matrimonio c’eravamo un po’ persi ma nonostante ciò fu decisamente piacevole rivedere il vecchio caro Samuele.
Io e Samuele, come già ho raccontato, eravamo legati da una lunga e sincera amicizia il cui inizio si perdeva nel tempo, fatta di scarsa e rara frequentazione ma ricca d’intesa e complicità. A rafforzarla e rivalutarla, un anno prima, la peccaminosa avventura che ci aveva legati ancora più intimamente.
Ci scambiammo un abbraccio fraterno, breve e corpulento, come due vecchi amici. Poi i convenevoli di rito, ma Samuele era un po’ di fretta: doveva trovare un attacco per la gopro da fissare sulla sua mountain bike e fuggire a casa ché Lisa lo aspettava per uscire. Ma al mio formale ”sentiamoci una di queste sere!’, m’invito la sera dopo per un aperitivo in un bar dalle sue parti: ricco happy hour e, col fatto che conosceva i proprietari, anche i bicchieri sarebbero stati più colmi della media. Accettai di buon grado e ci salutammo con un bacetto sulla guancia.
Alle sette e mezza spaccate ero davanti al locale. Samuele tardò giusto due minuti. ‘Scusami, sto qui dietro e sono venuto a piedi’. Ci facemmo portare una bottiglia ghiacciata di vermentino della Lunigiana, ideale per rilassarsi e far sciogliere le lingue.
Parlammo del più e del meno, di come era passato quest’anno, della sua nuova passione per la bici e gopro, di lavoro ed infine, ‘acerbus’ in fundo, di lui e Lisa. ‘All’inizio ‘ raccontava ‘ era tutto rose e fiori, poi piano piano dopo qualche mese la fiammella originale &egrave andata affievolendosi. Siamo molto più sinceri tra noi, ci diciamo tutto, ma’ ma non so se sia lei che vuole qualcosa di più a letto o se sono io che ho bisogno di qualche altro svago’mi capisci vero?!’ ‘Beh ‘ risposi spiazzato ‘ mi dispiace saperti un po’ abbacchiato, ma lei cos’altro dovrebbe volere? Sei bello, atletico, simpatico e sei pure ben messo tra le gambe’se non ti ricordi, parlo per esperienza più che personale! Se invece fosse una tua mancanza, una tua esigenza di colmare un vuoto ‘ feci una infantile pausa ammiccante che però ci fece sorridere entrambi ‘ beh, ti ricordo che io sono tuo amico!’ ‘Ti confesso che più d’una volta sono stato tentato di alzare il telefono e chiamarti, sapere se ti andava di vedermi, provare a divertirci ancora, ma mi sono sempre frenato e ho tralasciato la cosa…’ lo rassicurai sul fatto che poteva chiamarmi quando preferiva’avrei valutato volta per volta. Poi osservai l’orologio: era tempo di rincasare. ‘Hai una pennina USB con te? Perché, se mi dai uno strappo a casa ti passo volentieri qualche mio video di bici, montato con scene e musica da adrenalina pura.’ Accettai volentieri.
Arrivammo da lui. Ci accolse la moglie, Lisa. Le chiesi se si ricordava di me e con grande limpidezza rispose ‘Come potrei mai dimenticarmi uno che all’aperitivo di matrimonio, in meno di mezz’ora, &egrave riuscito ad attaccare bottone con mia madre, l’ha fatta ridere e le si &egrave rivolto come si conoscessero da vent’anni!?! Sei stato un portento’per un attimo ho sperato fossi uno di quei tre amici gay che Samuele aveva invitato al pranzo: avresti animato la festa!’ ‘Beh, lo devo prendere come un complimento?!’ Risposi ironicamente con un sorriso a piena dentatura. Continuammo con qualche altra veloce battuta, giusto per dare il tempo a Samuele di copiarmi i video sulla pennina USB. Quindi mi congedai. Lisa incalzò invitandomi a cena e al mio indefinito ‘una sera di queste ci verrei volentieri’ Samuele concretizzò con un ‘Ok, allora venerdì sarai nostro ospite. Ti faremo sentire che magnifici gamberoni al guazzetto fa la mia dolce signora’!’ Amavo e odiavo al contempo il suo drastico pragmatismo.
Durante il viaggio di ritorno non riuscii che a pensare a Lisa: quel caschetto moro incorniciava alla perfezione due occhietti castani, vispi e dolci allo stesso tempo, che si sposavano perfettamente con la spigliatezza tipica delle ragazze toscane. Cazzo, come faceva Samuele a trovarla noiosa e piatta? Non avrei creduto manco per sbaglio che tra le lenzuola potesse essere una quelle ragazzine frigide e vergognose’anzi, secondo me era una di quelle che amava stupire il proprio uomo con ogni sorta di porcelleria. Solo la radio riuscì a distogliermi da quei contorti pensieri: stavano passando gli ZZTop.
Ed ecco venerdì. I nove rintocchi del campanile del paese mi autorizzarono ad attaccarmi al campanello. Spuntai in casa con due bottiglie di prosecco, ottimo per accompagnare i decantati crostacei. Ci accomodammo a tavola ed iniziammo a parlare del più e del meno. Il vino freddo transitava piacevole dai nostri calici alla volta delle nostre bocche. ‘Se hai paura di metterti al volante ti preparo il divano letto” mi rassicurò Samuele più volte per abbattere ogni mia resistenza al bere. Mangiammo di gusto a suon di ‘di cosa ti occupi’, di battute e racconti della nostra effervescente infanzia.
Dopo il dessert Samuele si assentò alla volta della toilette e lasciò che io e Lisa potessimo scambiare qualche pettegolezzo più intimo. ‘Mi pare strano che uno come te non abbia ancora una compagna. Insomma, voglio dire, sei carino, simpatico, colto ed intelligente’sarai mica omosessuale?!’ Restai congelato difronte a tanta schiettezza. Lisa continuò: ‘guarda che lo so che in passato Sam (così lo chiamava nell’intimità) ha avuto diversi incontri coi maschietti’m’ha raccontato del suo outing forzato, dei suoi amichetti di Firenze, di qualche avventura piccante’e poi di come io gli abbia fatto riscoprire il dolce gusto della patata!’ Questa sua spigliata dichiarazione mi spiazzò non poco ma mi liberò da ogni remora nel parlare di me. ‘A dire il vero ‘ provai a formulare un discorso sensato ‘ mi piace definirmi bisex: adoro, come dici tu, la patata, cotta in tutti modi ma se capita voglio poter assaggiare anche qualche zucchina!’ Ridemmo di gusto per le metafore che smussavano la conversazione. Continuai ‘però io e Sam ci siamo persi di vista durante i miei anni di università e non ho avuto il piacere di conoscere nessuno dei suoi amici libertini!’ ‘Cio&egrave, mi vorresti dire che tra te e lui non c’&egrave mai stato nulla? A vedere da come vi guardate e che occhiate vi siete lanciati durante la cena avrei scommesso il contrario!’ Nel frattempo Samuele era riapparso in sala da pranzo e, gelido ‘non mettere in imbarazzo il mio amico! Ma ti sembrano cose da chiedere?!’ ‘Eddai Sam ‘ continuò lei con un broncetto birichino ‘ che male c’&egrave se scurioso un po’ nella vostra vita?! Lo trovo così eccitante..’ Era evidente che il bianco avesse fatto il suo lavoro. La sua spigliatezza ora era piuttosto maliziosa sfacciataggine. Samuele si rilassò e non volendo inacidire la serata prese fiato ‘si, molto tempo fa &egrave capitato’beh, insomma, si, ci siamo divertiti insieme!’ Mi rilassai anch’io: per me non c’era problema nel confidarmi con lei ma certo non volevo compromettere nulla del loro rapporto.
Lisa si sedette sulle ginocchia del marito e lo baciò appassionata sulla bocca: ‘Grazie amore, lo sai quanto mi piace quando sei sincero con me, specie quando mi racconti le porcate’!’ poi volse quegli occhioni verso di me ‘e cosa avete fatto?’ Mi leccai le labbra e presi un altro sorso di prosecco ‘beh, tutto’bocca, culo,” temporeggiai un po” ‘se vuoi una volta ti racconto nei dettagli!’ Aggiunsi ammiccando con la voce carica di lussuria. ‘Mmmm’ma certo’e dimmi, com’&egrave il mio Sam con un maschietto?’ Dicendo questo gli appoggiò la mano sul pacco’ ‘ma tesoro, vedo anche tu ti stai eccitando!’ A quei discorsi il cazzo del mio amico stava prendendo forma dentro i suoi jeans. Fissai la patta, eccitato ed incuriosito. Questo provocò anche su di me la stessa reazione. ‘Ma che guardi?!’ mi chiese insistente Lisa. Provai il classico imbarazzo di chi &egrave stato beccato con le dita nella marmellata. Al che mi fissò languida dritta negli occhi e infilò la mano dentro i pantaloni del suo uomo. ‘Ti piacerebbe eh?! Lo so’ vediamo se riesco a farti bollire un po”!’
A quelle parole lo tirò fuori, svettante. Si alzò dalle ginocchia e si chinò su di lui. Gli fece scivolare il bacino sulla sedia e poggiò la sua insolente bocca su quella bella cappella gonfia. Rimasi estasiato a fissare la scena. Lei, Lisa, gli stava facendo un sapiente pompino. Ora faceva sparire il glande tra le sue labbra, ora leccava l’asta, ora mordicchiava lo scroto mentre col medio massaggiava il frenulo. Ne rimasi estasiato. Cavolo com’era brava’eccitante all’ennesima potenza.
Girò gli occhi per guardarmi. Mi vide rapito da quella scena, inebetito da cotanta maestria, eccitato dalla visione che mi stavano regalando. L’aria mi sembrò impregnarsi dei profumi che emanavano quel bel pisello gaudente coperto da quella dolce saliva e i succhi grondanti dalla sua vagina’così la immaginavo, rosa, aperta e fradicia, visto che era ancora ingabbiata sotto il vestito dentro chissà quale audace perizoma.
‘Che c’&egrave? Sei invidioso? Vorresti assaggiare anche te?’ Mi chiese allontanando la bocca dalla sua eccitante attività. Senza che io potessi anche solo pensare ad una risposta, mi tirò a sé, mi fece alzare e quindi genuflettere davanti a quel vigoroso fallo. Non servirono altri incoraggiamenti perché io decidessi di accoglierlo tra le mie labbra. Lo presi in bocca e iniziai a ciucciarlo dalla punta, poi scesi lungo l’asta. Con le mani gli massaggiavo le palle gonfie e con la lingua stuzzicavo il suo frenulo. Sam tra l’incredulità e l’eccitazione riuscì solo a reclinare indietro la testa e lasciarla penzoloni fuori dallo schienale.
Continuai per qualche minuto. Stavolta era l’attenzione di Lisa ad essere rapita, in un mix di passione e curiosità. ‘Cazzo se sei bravo! Sam &egrave rapito e muovi quella lingua con una passione…come se lo volessi mangiare.’ Mi feci audace e azzardai: ‘Posso fare anche di meglio, molto meglio con questa linguetta!’ e la mossi quasi a farla scodinzolare. Vidi il volto di Lisa caricarsi di passione e, come una baccante in preda di Dionisio, spostò un lembo di tovaglia con l’avambraccio lasciando il tavolo scoperto e vi si sedette con le gambe divaricate, alzando la gonnellina che incorniciava le sue cosce. Mi trovai davanti la visione di un perizoma bordeaux sulla cui parte inferiore risaltava un’evidente macchia scura di umori. Mi prese la nuca e condusse il mio naso proprio sulla chiazza. Ora potevo gustare a pieno quel dolce succo. Chiusi gli occhi e mi persi: quell’odore stuprò le mie narici e ogni singolo neurone rimase ingabbiato nella fitta coltre di profumi e feromoni che quella donna mi stava donando. Iniziai a leccare la stoffa delle sue mutandine, la succhiai, ci passai con foga la mia lingua avida di lei.
Poi le afferrai con un morso e le feci scendere fino alle caviglie. Con un naturale gesto le calciò via e la mia bocca tornò a dedicarsi a quel bocciolo ricolmo di rugiada. La mia lingua leccava, s’insinuava roteava, mordevo le sue labbra, limonavo con la sua vulva, strizzavo tra i denti il suo clitoride gonfio. La scenda era senza dubbio estasiante. E Samuele non poté restare indifferente. Mi sollevò il bacino, poi sentii la sua mano abbracciare i miei fianchi e andare a posarsi sulla mia patta. Deciso sganciò la fibbia della mia cintura, quindi mi calò pantaloni e boxer fino ai piedi. Restai lì, eccitato, con la testa immersa in Lisa e le chiappe in bella mostra alla mercé di Samuele.
Mi sentii mordicchiare le palle, poi la sua mano scorrere lungo la mia asta. Io inesorabile continuavo a leccare, mentre una mano aveva scostato le spalline del vestito di Lisa e le stava torturando i seni, piccoli e sodi e l’altra partecipava con la lingua all’estasi di quelle rosee intimità.
Poi la lingua di Samuele nel mio solco. Mi leccò il buco del culo, lo inumidì bene, quindi uno, due tre dita s’insinuarono in me, mi masturbarono, mi violarono, per far posto al suo turgido uccello. Mi sentii impalare con decisione. E poi, mani sui fianchi, scandivo i colpi che Samuele affondava in me. Prima lento, poi sempre più veloce. Cercavo di tenere il tempo con le mie dita dentro la fica di Lisa. Non so se ci stessi riuscendo: il piacere era tanto forte da offuscare i sensi e le percezioni. Sarei arrivato a dubitare persino di muovermi se non fosse stato per l’ansimare della fanciulla. Con gli occhi persi sul suo monte di venere tentai di immaginarne lo sguardo: era forse più godereccio o più stupito, più estasiato o più perverso?! Di certo doveva essere di grande ispirazione per Sam: un po’ di colpi decisi, le sue mani si strinsero sulle mie spalle, poi un rantolo e un dolce calore nel mio intestino. Sam si sfilò, esausto, refrattario e si lasciò andare sul divano. Sollevai il busto. Sentii la sua dolce crema calda colarmi fuori, dallo sfintere fino lungo le cosce. Fissai Lisa dritta negli occhi, le afferrai le natiche, sode e rotonde, accostai a lei il mio bacino e fu mia.
La penetrai con vigore anche se il mio pisello sarebbe scivolato dentro senza sforzo, tanto era bagnata. La pompai con forza, con tutto me stesso. La baciai. Sentii le sue unghie sulla mia schiena, sotto la camicia. Una contrazione, quindi un urletto’stava godendo.
Mi feci leccare le dita e iniziai a sfregarle sul suo soffice ano. ‘Prima prendi quello del mio amore” mi sussurrò all’orecchio.
Non me lo feci ripetere. Mi sfilai da lei, girai Samuele a pecorina sul divano, mi sputai sulla punta delle dita e iniziai a giocare con il suo culetto. Eccitato com’era non faticò a lasciarmi entrare. Era pronto. M’insinuai in lui. Ma anche io ero al capolinea e dopo poche vigorose pompate mi scaricai completamente.
Uscii moscio e ci accasciammo l’uno accanto all’altro.
Lisa sorseggiò un ultimo goccio di vino e venne ad accoccolarsi tra noi due. Mise le braccia al collo del suo Sam e gli sussurrò qualcosa all’orecchio’mi piace pensare che fosse un ‘Ti Amo’.

Leave a Reply