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Racconti Gay

Un viaggio in macchina

By 28 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono sempre stato curioso e questa mia curiosità &egrave ricaduta anche sul sesso. Durante l’adolescenza mi accorsi, infatti, di essere bisessuale. Mi piaceva (e mi piace) il corpo maschile, oltre a quello femminile, ragion per cui nella mia giovane vita ho avuto avventure sia con ragazze (di cui ho già scritto), sia con ragazzi. Ricordo in particolare una piccola avventura avvenuta con un ragazzo che, per comodità, chiameremo Riccardo. Lo conoscevo da qualche mese e mi eccitava incredibilmente. Aveva un corpo perfetto. Non troppo muscoloso, ma definito, come piace a me. Giravano molte voci su di lui e sulla sua virilità (non so se mi capite), voci che mi facevano eccitare ancor di più e che contemporaneamente mi frenavano, visto che Riccardo sembrava un etero di ferro. Fatto sta che un giorno io e Riccardo dovevamo andare in un posto. Per comodità decidemmo di usare una macchina sola e il mio amico passò a prendermi. Durante il tragitto di tanto in tanto lanciavo occhiate al suo pacco, stretto nei pantaloni della tuta. E più guardavo, più immaginavo. E più immaginavo, più mi eccitavo. Chi ha letto i miei racconti precedenti sa per quale motivo mi sono guadagnato il soprannome di ‘toro’, sicch&egrave potrete capire quanto fu difficile nascondere la potente erezione che avevo. Vidi che anche lui notò la cosa, ma non disse nulla, limitandosi a sorridere. Ad un certo punto Riccardo decise di prendere una deviazione e ci trovammo ben presto in mezzo alla campagna, in totale isolamento. D’improvviso il mio amico fermò la macchina e mi fissò. Disse che aveva notato la mia erezione e, prima di darmi il tempo di replicare, mi diede un bacio appassionato che ricambiai ben volentieri. Appena si staccò da me mi avventai sul suo pacco. Gli abbassai subito i pantaloni della tuta e quello che uscì fu un pene enorme. Era così lungo che dovetti afferrarlo con due mani per masturbarlo per bene. Ogni tanto, poi, succhiavo e baciavo quella meravigliosa, gonfia cappella. Andai avanti per un po’, fino a che Riccardo non esplose in una colossale sborrata. Subito dopo fu lui ad abbassarmi i pantaloni. Dopo aver espresso un apprezzamento sul mio pene iniziò a rendermi il favore con un pompino favoloso, uno dei migliori che io abbia mai ricevuto. L’esito fu una devastante sborrata che il mio amico ingoiò completamente. Terminata l’opera Riccardo, lo stesso ragazzo su cui giravano voci sulla sua incredibile virilità eterosessuale, mi disse che avrebbe voluto incontrarmi al più presto a casa sua per avermi dentro di lui.

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