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OrgiaRacconti Gay

Vittoria o non vittoria

By 10 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Da qualche incontro a questa parte abbiamo perso lo smalto della vittoria. Non riusciamo più a racimolare punti e la nostra classifica scivola vertiginosamente verso il basso. E così l’umore dello spogliatoio.
Durante gli allenamenti diamo fondo a tutte le nostre tecniche e conoscenze, ci impegnamo oltre ogni limite, ma durante le partite capita sempre imprevisto che non ci permette di portare a casa il risultato. Stoppi la palla e scivola via in mano agli avversari che partono in contropiede; ti lanci verso il tiro pronto a fermarla prima che buchi la rete ma il tuo compagno la sfiora quel tanto che basta ad allontanartela dalle mani e finire nel sacco.
Per fortuna capita anche che la sorte ci arrida e i punti dei vincitori siano nostri. Quando succede l’umore torna a salire e in doccia si ride, si scherza e si festeggia. Dopo di che, via al ristorante a rinfrancare le pance oltre che gli spiriti; quindi, quando i più giovani sono andati a casa perché si fa tardi, quando gli ammogliati sono andati a casa perché si fa tardi, quando i dirigenti sono andati a casa perché si fa tardi, restiamo noi, uno sparuto gruppo di impenitenti nottambuli pronti a mangiare la notte a grossi bocconi. O anche a grossi bocchini.

Stasera ci dirigiamo al GallinaVecchia, il nostro club preferito. Oggi c’&egrave eXtr’, una serata aperta anche a lesbiche e bisex, trans e trav, una serata alternativa dove ci si diverte sempre un sacco e ci sono un sacco di buchi da riempire.
Con le nostre tute sociali faremmo un bel figurone, ci sono molti amanti del genere sportswear, ma non ci sembra corretto verso i colori sociali, gli sponsor e i nostri compagni di squadra, quindi in macchina ci cambiamo d’abito.
Il Dochi resta fedele al genere e indossa una tuta Adidas nera con le bande rosa fluo sopra ad una canottiera che fatica a contenere i suoi pettorali.
Precio si mette una maglietta aderente a maniche lunghe e dei jeans sdruciti in cui c’&egrave più carne che stoffa.
Lallo &egrave più ordinario, una camicia chiara e jeans. Se lo può permettere, &egrave un fico stratosferico. Cuccherebbe anche vestito con un sacco di juta addosso. Unico vezzo: occhialoni arancio senza lenti.
Io seguo il mio stile del momento: maglietta verde acido e jeans stretto con risvolto. Quando l’uccello mi tira dà un po’ fastidio, ma mi piace che facciano fatica a sfilarmi i calzoni.
&egrave passata mezzanotte e la sala &egrave già bella piena, la fauna &egrave varia come sempre in queste serate. Svettano maschioni a petto nudo, pantaloni di pelle e anfibi; i soliti vecchi trav alla ricerca di cazzi freschi e possenti; gruppetti di ragazze che, spaesate, cercano di capire se piacerebbe loro essere abbordate da qualcuno o qualcuna; mezzi bisex solitari alla ricerca del loro reale orientamento. Tutti, nessuno escluso, sperano di trovare di un po’ di sano sesso.
Sul palco in fondo si esibiscono due manzi in slip interdentale che attirano sguardi da tutta quanta la platea. La musica rimbomba nelle orecchie e carica l’adrenalina. Sparsi un po’ dappertutto ci sono scambi di effusioni, effusioni punto e stop. Nella sala grande &egrave assolutamente vietata qualsiasi forma di sesso. Per quello ci sono le stanze della parte privata.

Lallo, fico com’&egrave, &egrave già stato abbordato da una coppia di lesbiche; una stile camionista, camicia a quadri sopra la canottiera artificiosamente sporca, jeans oversize e anfibi, alta poco più di un metro e 50 tiene una birra in mano. L’altra &egrave molto bohemian style, porta una lunga gonna morbida con fantasia floreale, un corpetto che le cinge solo il seno (poco abbondante per giunta), e una fascetta attorno alla testa.
Penso non siano delle lesbiche dure e pure, altrimenti non avrebbero tacchinato il mio socio, e stranamente a tenere banco non &egrave la bohemian ma la camionista. Domani mi devo far raccontare tutto quanto!
Precio libera la sua parlantina e in un paio di minuti ha già agguantato un hipster con la barba lunga un palmo e alto 25 centimetri meno dei suoi. Si tengono per mano e si spostano verso una scala. Con le bocche finalmente alla stessa altezza si baciano appassionatamente. Quanto vorrei levarglielo dalle grinfie!
Il Dochi si perde nei meandri della sala e mi trovo da solo a guardare la pista da ballo. La miscela di ragazzi, ragazze, trav, trans e quant altro &egrave davvero fantastica. Pensare di poter scopare con tutta quella varietà mi fa vibrare di lussuria. Lascio correre gli occhi sui visi più vicini a me, cercando d’individuare qualcuno che riesca a trasmettermi la scintilla per dare fuoco alle mie polveri.
Vedo un bel tipo in canottiera slabbrata dalla quale spuntano due belle braccia e un bel petto, curato ma non troppo muscoloso. Il suo muovere il bacino mi scatena una tempesta ormonale. Sento pulsare dentro ai jeans.
‘Scusa” una voce femminile interrompe il sogno erotico che stavo iniziando. &egrave una ragazza mora quella che mi trovo davanti, capelli lunghi sciolti, un viso sorridente e belle labbra carnose. Non &egrave molto alta, ma la sua figura &egrave perfetta e due splendide gambe spuntano dagli hot pants neri che indossa sopra alle calze a rete. Già solo questo particolare mi fa eccitare.
Il mio orientamento sessuale l’ho già capito da un sacco di tempo: sono full-sex. Dare e prendere. In culo e in figa. In bocca. Donne, uomini, trans, trav. Basta che ci si diverta tutti quanti. Ma non per questo giro con un materasso sulle spalle e mi faccia sbattere dal primo che passa. Sono piuttosto selettivo, i miei partner devono piacermi sia fisicamente che cerebralmente. Non mi basta un buco in cui infilare il cazzo o un cazzo senza cuore. Non mi basta che una apra la bocca per eccitarmi, deve anche saper eccitarmi con le parole, i gesti, le idee.
‘Ti &egrave caduto questo.’ dice mostrandomi il portafogli. Il mio portafogli.
Sgrano gli occhi e mi tasto dove avrei dovuto averlo. Ovviamente, non c’&egrave.
Allungo una mano e lo prendo dalla sua. Dovrei controllare che ci sia tutto, che non mi abbia sfilato soldi, documenti e carte di credito, ma non mi sembra corretto nei suoi confronti. Se avesse voluto derubarmi non si sarebbe presa la briga di riconsegnarmi il maltolto.
La ringrazio. ‘Non so come possa essermi caduto. E’ la prima volta che mi succede.’ E’ vero, sono uno piuttosto attento a queste cose. Non mi &egrave mai capitato di smarrire alcunché nonostante le notti brave. Questo fatto mi sconvolge un po’.
‘Capita.’ risponde lei, ‘Fortuna che abbia visto proprio il momento in cui ti si sfilava. Io sono Patty.’ Allunga una mano verso di me. Gliela stringo e sorrido. Un po’ tirato, ma sorrido.
‘Piacere. Enrico, ma tutti mi chiamano Lungo.’
Alza un sopracciglio, stupita. ‘Non sei molto alto?!?!’
‘Ehhhhhh, no. Non sono molto alto.’
Patty sorride. Indica la mia patta dei jeans con espressione interrogativa.
Scoppio a ridere. Non &egrave la prima volta che capita, anzi, capita quasi sempre ma non &egrave per quella lunghezza che mi chiamano Lungo.
‘No. Anche se mi difendo bene non mi chiamano così per quello. E’ una storia molto vecchia, che risale ai tempi dell’asilo. I soprannomi che nascono da piccole cose e ti restano attaccati per tutta la vita.’
Il ghiaccio &egrave rotto. Patty sorride, vorrei sapere cosa cerca in questa serata. La invito al bar per un drink e indago sulle sue preferenze sessuali. Con in mano una birra media mi spiega che &egrave principalmente lesbica anche se non disprezza la compagnia maschile. Non &egrave interessata agli uomini che dimostrano il loro valore attraverso la forza bruta o il controllo di tutto quello che gira loro intorno. Non &egrave ‘il maschio’ della coppia lesbo, cerca in ogni modo di stare lontana dagli stereotipi e dai cliché. Si sente di vivere in un crepuscolo in cui cerca solo quello che le dà piacere.
‘Hai qualche interesse particolare, stasera?’ chiedo.
Patty sorride di nuovo, – ha un sorriso meravigliosamente contagioso, giuro che la prossima volta che lo fa la limono senza riguardo – i suoi occhi corrono lontano nel caos del locale.
Mi tiene sulle spine e poi parla. ‘Ho un’idea un po’ bizzarra, stasera.’
Dire che adoro le idee bizzarre &egrave dire poco. La incalzo. ‘E sarebbe?’
Ridacchia sorniona. Sa che la accontenterò in ogni cosa mi chiederà, glielo ho fatto capire in molti modi, e sta giocando come la gatta col topo. Tira la corda fino a farmi esplodere di curiosità. Mi avvicino al suo viso e sfrego il naso contro la sua guancia. ‘Dimmi tutti i tuoi sogni, mia Principessa.’ e le lecco un lobo.
Una mossa azzardata? Forse, ma sortisce i suoi effetti. La Principessa in cerca di Pisello si sbottona e mi confessa quello che le ronza nella testa.
‘Voglio guardare due ragazzi che scopano mentre io me ne sto comoda a gustarmi lo spettacolo.’
Interessante, si vuol guardare un bel privé.
‘Ma senza partecipare?’
Lei alza le spalle. ‘Al massimo posso intervenire con questo.’ e dalla borsetta estrae uno strap-on rosa fluo, con un tasto lo accende e quello s’illumina attirando centinaia di sguardi.
‘Uh-uh’ davvero una buongustaia!’ lo accarezzo ipnotizzato. Adoro gli strap-on, sia indossati dalle donne che dagli uomini. Questo, poi, si accende di mille sfumatoure di rosa!!!!!!
‘Tu che ne dici?’ chiede.
‘Dico che hai trovato il tuo primo candidato.’
‘Conosci qualcuno che possa venire con noi?’ chiede. Sento già la sua eccitazione salire. Se tutto fila liscio sarà una gran serata. ‘Qualcuno di fidato, che sappia giocare secondo le regole.’
‘Sono qui con degli amici e con loro ci metto la mano sul fuoco.’ Patty s’illumina. I suoi desideri stanno diventando realtà. Non credo avrebbe fatto fatica a realizzarli in un posto come questo.
Ci gettiamo tra la folla alla ricerca dei miei compari ma non riesco a scorgerne nessuno. Che si siano già infrattati nelle salette private? Sto quasi per dire a Patty che devo abbordare qualcuno di sconosciuto, e il mio pensiero corre al tipo in canottiera slabbrata dal bacino fluente che ho adocchiato prima, quando il Dochi mi spunta davanti. Tiene per mano un Orsetto. Immagino sia la sua ultima conquista.
A colpo d’occhio &egrave un tipo carino, anche se fuori dalle mie preferenze estetiche. Ha un viso sorridente sotto al cappello da baseball tipico dei Bears. Si presenta come Dario, svizzero in città per lavoro e libertino impenitente. Dochi mi presenta come il Lungo.
‘Lungo perché….’ dice Dario indicando la mia patta e ridendo.
‘Anche” continua Dochi.
Gli spiego quello che Patty ha in mente e chiedo se andrebbe loro di partecipare.
Un breve scambio di battute e accettano di buon grado. Patty &egrave raggiante per avere tre maschi a sua disposizione.
Contatto la reception per una saletta privata. Il privé del Vecchia, oltre ad avere sale aperte a tutti, dispone anche di salette chiuse in cui tutti possono vederti dalle vetrate ma non possono entrare.
Mentre noi ci accomodiamo sul letto, Patty si siede sulla poltroncina come se fosse in tribuna. Il mio spirito agonistico inizia a farsi sentire.
Dochi e l’Orsetto cominciano a strusciarsi l’uno contro l’altro. Io li abbraccio e mi tuffo nelle loro effusioni. Dimentico Patty e mi concentro sui miei compagni. In breve ci ritroviamo nudi. Io e Dochi seduti coi cazzi dritti, lo svizzero che si dà da fare con la bocca alternando una cappella all’altra. Non sarà il mio tipo, ma con la lingua ci sa davvero fare. Ci gustiamo il pompino fatto con maestria.
‘Non sarà per questo che ti chiamano Lungo, ma per questo non possono certo chiamarti Corto.’ dice Dario mentre si sposta dal mio cazzo a quello di Dochi. Rido e gli accarezzo la testa. Lui ci dà dentro con foga e lo devo fermare per evitare di schizzargli sulla barba.
Dalla sua posizione privilegiata Patty s’&egrave spogliata e ha indossato lo strap-on, che brilla nella penombra, e se lo sta menando come fosse un uomo. Ogni tanto si porta la mano alla bocca e prende un po’ di saliva per lubrificare la sega su quel cazzo di gomma.
Quanto la vorrei qui insieme a noi! Ma ogni promessa &egrave debito e la decisione di entrare &egrave solo e soltanto sua.
Adesso Dochi sta scopando la bocca dell’orsetto sdraiato a pancia in su. Dochi ha una resistenza incredibile. Non ho mai conosciuto nessuno che impiegasse così tanto a sborrare. Io restituisco il piacere a Dario e mi metto a ciucciargli l’uccello. Ha un cazzetto piccolo per la sua stazza ed &egrave quasi arancio come i suoi capelli. Mi fa un po’ ridere, ma una cappella sulla lingua &egrave sempre un piacere.
Vedo il culo di Dochi muoversi avanti e indietro. Quando scopa non si ferma mai. E’ un vero manzo. Allungo una mano e lo accarezzo. Sento il caldo che emana dalla riga tra e chiappe. C’infilo un dito e il mio socio s’irrigidisce. So che prenderlo nel culo gli piace quanto darlo ma a differenza mia lui &egrave strettamente omosessuale. Dice di non aver mai toccato una donna. Ha acconsentito a Patty perché era con me e perché lei ha promesso di non intervenire se non come maschio.
Sento il suo ano rilassarsi e spingo il dito. Inizio a scoparlo con la mano. Dochi aumenta il ritmo nella gola di Dario. Patty si titilla i capezzoli. Mi chiedo se non sente il desiderio di una bella asta dura tra le labbra della sua fica che immagino fradicia.
Dochi si toglie dalla bocca di Dario e si siede sul letto. L’Orsetto si solleva e si lascia impalare dalla nerchia del mio socio. La sua espressione tradisce il suo piacere immenso per quel bel palo duro. Il suo cazzetto rosso punta al soffitto e dondola mentre cavalca Dochi. Mi avvicino e gli accarezzo il petto villoso. Il pelo non &egrave tra le mie fantasie preferite, ma durante gli amplessi mi piace fare di tutto. Scovo il capezzolo e inizio a leccarlo, con una mano gli sego l’uccello. Sento le sue mani corrermi sulla schiena e sul petto. Dietro di lui Dochi sbuffa e stantuffa.
Preso dall’orgia non mi accorgo che Patty s’&egrave portata alle mie terga e un dolore acuto mi segnala che senza complimenti m’ha sbattuto il suo dildo nel culo.
Mi volto e la guardo ringhioso. ‘Potevi avvisare.’ Lei sorride e mi manda un bacio. ‘Ti saresti perso il più bello.’ Se lo dici tu, penso.
Patty mi rifila una pacca sulla chiappa destra e inizia a muoversi dentro di me. L’ha lubrificato con del gel, oltre che con la saliva, lo sento fresco e libero di scorrere. Il dolore si placa e sale il piacere. Ho l’uccello duro che quasi mi fa male e sbatte sulla pancia al ritmo del montare di Patty.
La ragazza ci dà dentro come un uomo, sento il suo fallo correre dentro di me regalandomi calde sensazioni devo concentrarmi per non venire senza toccarmi. Mi gusto la scopata e torno ad occuparmi di Dario. Mi getto con voracità sul suo uccello dritto. Lo prendo in bocca e inizio un pompino da manuale. Gli lecco la cappella. Lo sego con la mano. Gli stringo le palle. Soffio sull’asta bagnata di saliva. L’Orsetto geme e mi stringe i capelli. Ho paura che mi sborri in bocca. Se capita, tanto meglio.
‘Basta, basta, basta” grida e mi toglie la faccia con una mano. ‘Non voglio schizzare adesso.’
Fermo il mio lavoro e lascio che Patty continui imperterrita a spaccarmi in due. Ci sa davvero fare. Immagino che sia suo solito fottere le sue compagne a questa maniera.
Dochi solleva Dario e dice che anche lui vorrebbe una bella ripassata dal cazzone di Patty. Io mi sfilo e cedo il posto al mio socio. A lui piace essere chiavato a pancia in su, mettendo in bella mostra il suo uccello e facendoselo menare dal suo scopatore.
La ragazza prende posto e spinge il suo dildo nel culo di Dochi che, dopo il primo impatto, ci prende gusto. Patty lo tiene per le gambe e mena colpi su colpi. Dochi si massaggia i capezzoli e la incita a scoparlo fino in fondo, cosa che la ragazza non si fa ripetere aumentando la pressione.
L’Orsetto mi si avvicina e mi bacia il collo. ‘Posso prendere il suo posto?’ mi chiede da bravo svizzero educato. Io gli accarezzo il cazzo e lo accompagno al mio buco di culo.
Si mette un preservativo e si fa strada dentro di me. Certo che dopo la ripassata di Patty, il cazzetto di Dario non mi fa né caldo né freddo, anche se mi piace sentire il pelo della sua pancia solleticarmi le natiche. Lo svizzero s’impegna e mi monta con la stessa passione che la ragazza ci mette nel fottere Dochi. Mi tiene per i fianchi e continua a ripetere che ho un bellissimo culo, fatto apposta per essere chiavato. Vorrei dirgli che preferisco chiavare, ma non mi sembra il momento adatto.
Meno male che non viene subito, mi sto godendo il suo stantuffare dentro di me. &egrave deciso ma delicato. Non mi tocco, altrimenti schizzo io.
Mi avvicino a Patty e le sussurro: ‘Se vuoi fare l’uomo con noi, lo devi fare fino in fondo.’
Lei mi guarda con occhi sgranati. Non ha capito o finge di non aver capito.
‘Hai dato, adesso devi anche prendere.’ le sorrido beffardo.
‘Sei un marrano.’ mi dice. Lo prendo come un complimento. La stacco da Dochi e la faccio mettere a pecorina. Il suo culo mi guarda ammiccante. Inizio a curarlo con la lingua. Prima le natiche intorno alle cinghie dello strap-on, poi lavoro il buchetto, lo inondo di saliva e ci passo sopra le dita.
Patty ansima e si gratta la patata sotto il giocattolo. Direziono la mia cappella verso il suo fiore in attesa di sbocciare. La appoggio. Si contrae. Le accarezzo le natiche. Si rilassa. Spingo. Trovo resistenza. Mi muovo piano. Non voglio farle male. Checché ne dica lei, l’intrusione improvvisa non &egrave mai piacevole. Vedo il tubetto di gel, mi allungo, lo prendo, lubrifico il suo buchetto e il mio uccello. Quando torno all’attacco trovo meno difficoltà. In due spinte sono dentro. A Patty s’&egrave mozzato il fiato ma adesso &egrave tornata a gemere e a masturbarsi.
Di fianco a noi Dario e Dochi sono avvinghiati in un 69. Le loro bocche lavorano sui cazzi con le mani attorno alle natiche, alla ricerca dei buchetti aperti. Alle vetrate scorgo le sagome indistinte del nostro pubblico. Immagino molti di loro con i cazzi in mano che godono del nostro spettacolo. Vorrei essere con loro per segarli, succhiarli, farli schizzare. Ma sono qui e devo concludere lo show, come accade quando sei in partita. Il pubblico c’&egrave ma ti devi scordare di loro.
Mi concentro sul culo di Patty. ‘Va bene così?’ le chiedo. Non sono sicuro che sia avvezza a questa pratica e non vorrei farle male.
‘Oh sìììììì” mi risponde. ‘Non parlare e scopami che sto per venire un’altra volta.’
Un’altra volta?!?!?! Non pensavo di essere così bravo. Affondo di più e aumento il ritmo. Le restituisco la manata sul culo che mi ha rifilato prima e la sento gemere più forte.
‘Un’altra.’ mi chiede. ‘Ancora!’
Non mi piace la violenza, con le sberle bisogna andarci piano. Può iniziare come un gioco e finire con i pugni in faccia. Le stringo una chiappa e spingo con l’uccello in profondità.
‘Un’altra e vengo’.’ m’implora.
Apro la mano e la abbasso sul suo culo. Sciafff’ sento il rumore dello schiaffo. Patty crolla con la faccia sul letto e grida il suo orgasmo. Sento addirttura il calore avvampare dal suo sesso. Rallento la chiavata. ‘Non ti fermare.’ la sua voce giunge smorzata dalle lenzuola arrotolate. ‘Finisci di scoparmi.’
Riprendo il ritmo. Rantoli e gridolini mi fanno capire che Dochi e Dario hanno sborrato. Manco solo io. La stanza &egrave satura di sesso. Vedo i due corpi in fianco a noi stringersi uno sull’altro nelle effusioni post-coito. Immagino il pubblico che acclama la mia performance. Regalerò loro un gol da cineteca. Sono un maledetto esibizionista!!!
Stantuffo nel culo di Patty, quando sento che ormai sono prossimo al culmine tolgo l’uccello, sfilo il preservativo e inizio a sborrarle sulle chiappe e sulla riga del culo. Intravedo gli schizzi volare dal mio glande verso la sua carne. Grido il mio orgasmo e poi spargo il mio seme con la punta della cappella. Sono stremato. Crollo sul letto e cerco di arraffare più ossigeno possibile. L’aria &egrave viziata, come noi del resto.
Patty mi si accoccola sul petto e mi lecca la spalla.
‘Pensavo che mi sarei divertita, ma questo &egrave stato uno sballo.’ Le accarezzo il culo e sento il mio sperma raffreddarsi. Vittoria o non vittoria, al GallinaVecchia si porta sempre a casa qualcosa di buono.

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