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Racconti erotici sull'Incesto

Anniversario

By 26 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

ANNIVERSARIO
Quel sabato sera Carlo aveva un impegno con i suoi amici doveva uscire con loro per una serata in discoteca. Dopo una settimana di studio svagarsi era l’ideale, del resto aveva vent’anni ed era normale alternare l’impegno universitario col divertimento. Alle 18,00 sua madre, Anna, si stava preparando perché quella sera si festeggiava l’anniversario di matrimonio di sua sorella. Quello era un’avvenimento speciale perché la sorella aveva preparato il tutto nei minimi particolari il locale, la cena e gran ballo finale. Anna era molto eccitata all’idea di quella serata perché lei, casalinga di quarantacinque anni, non aveva molte occasioni per uscire per cui non vedeva l’ora che, finalmente, quel sabato sera arrivasse. Certo per lei i preparativi sarebbero stati molto laboriosi parrucchiere, poi doccia, prove di quell’abito che aveva comprato per l’occasione, che aveva voluto fosse aderente con gonna sopra il ginocchio. Per l’occasione voleva inaugurare anche il nuovo paio di calze autoreggenti rigorosamente di colore nero su abito di colore bianco panna e una novità un bellissimo perizoma che evidenziava dei glutei ancora sodi e molto rotondi. Aveva riflettuto molto sull’opportunità di indossare quel perizoma le sembrava troppo audace, ma una telefonata con la sorella l’aveva convinta. Quest’ultima, infatti, le aveva detto”figurati lo indossano tutte le donne ormai, le persone potrebbero osservarti se non c’e l’hai o se si intravedono un paio di mutande troppo grandi dal vestito nuovo, che figura faresti?”.
Non aveva trascurato neanche il reggiseno molto ricercato, che doveva contenere un seno abbondante una quinta misura, tenuto su molto bene, quasi un capolavoro sotto quell’abito così aderente.
Capelli neri, rossetto rosso fiamma che faceva spiccare dei denti bianchissimi e due occhi marrone scuro.
Alberto, il marito, non aveva molta voglia di trascorrere una serata con parenti e dopo molte discussioni era riuscito a convincere Anna che dopotutto non era così necessaria la sua presenza. Così Anna si apprestava ad uscire da sola. Certo non le faceva molto piacere senza cavaliere ma pazienza , l’importante era cenare e ballare.
“Mamma che fai vai da sola?” disse Carlo. Si “tuo padre al solito vuole restare a casa…” disse Anna con un’aria ed un tono di voce che sembrava chiedere perché non mi accompagni tu? Dopotutto me lo devi…..
Ma figuriamoci, pensava tra se Anna, se Carlo recepiva il messaggio già pregustava la sua di serata, impensabile che stesse con parenti si sarebbe annoiato.
La risposta che ricevette, invece, la spiazzò.
Carlo inaspettatamente si offrì di accompagnarla rinunciando così alla sua serata. La cosa la inorgoglì. Certo essere accompagnata da un bellissimo ragazzo alto occhi e capelli scuri, non era cosa di tutti i giorni. Le sfuggiva il motivo di quella decisione ma non in indagò più di tanto e accettò volentieri. Neanche suo figlio veramente sapeva perché si fosse offerto. Forse, inconsciamente, era rimasto attratto da quei glutei che prepotentemente si intravedevano da quel vestito e coperti soltanto da un succinto perizoma che anzi ne accentuava le forme o da quel seno così abbondante.
Gli tornò in mente un episodio occorso quando aveva dieci anni. Era estate lui stava giocando fuori casa nel giardino che circondava la loro villa appena fuori città. Come al solito entrava ed usciva da casa il caldo quell’estate si faceva sentire. Non si era accorto della presenza di sua madre che sdraiata sul divano si riparava dalla calura, preso com’era da quello che faceva. Non aveva fatto caso che lei stava soltanto in mutande con tutte e due le braccia appoggiate sulla spalliera e che aveva il bellissimo seno in evidenza. Quando se ne accorse provò una sensazione strana mai provata prima che lo portò a guardare quello spettacolo con occhi fissi. Non dimenticò mai più quel seno enorme bianco abbondante e quei capezzoli così estesi e di colore marrone scuro. Sentì uno sconvolgimento cui data la giovane età non sapeva dare una spiegazione. Sua madre si accorse di quello sguardo fisso, ma rimase com’era non fece un movimento forse non intuendo ciò che provava il figlio.
“Andiamo allora” disse Anna “dai tienimi la pelliccia così la indosso meglio”. Carlo obbedì ed insieme si avviarono nel garage, che era separato dalla villa, per prendere la macchina. “Guida tu disse” con tono di comando la madre sentendosi molto più tranquilla dal momento che era certo che lui l’accompagnasse e che oramai non poteva tirarsi più indietro.

“Che serata da lupi” disse Anna, “meno male che mi accompagni”. Infatti pioveva e c’era anche nebbia.
Arrivati al locale c’erano già tutti. La tavola era già imbandita e aspettavano solo loro. Carlo, tolse la pelliccia alla madre per deporla in guardaroba. Questo gesto di galanteria fu molto apprezzato dalla madre. Questa attenzione, infatti, la fece sentire oggetto di attenzione da parte del figlio. Quest’ultimo continuò a stupirla quando le spostò la sedia e la fece accomodare. Lei si limitò a dire grazie, ma in modo molto suadente con quegli occhi neri che lo guardavano dritto nei suoi occhi e con un sorriso meraviglioso che evidenziavano una dentatura bianchissima. Questo incoraggiamento causò una serie di galanterie da parte di Carlo la prima delle quali fu di versarle del vino. Anna ringraziò stavolta con una carezza all’interno della gamba del figlio. Il suo tocco era molto leggero. Carlo sentì un fremito dentro tutto il suo corpo quasi come se avesse preso una scarica elettrica. Gli invitati erano molto allegri. Tutto sommato madre e figlio si stavano divertendo complice anche qualche bicchiere di vino che amplificava quell’atmosfera di divertimento che aleggiava nel locale. Dopo l’ennesima cortesia, Anna non era molto abituata né da parte del marito meno che mai dal figlio, si avvicinò all’orecchio del figlio e appoggiandovi la guancia gli disse “come sei galante stasera, se non fossi mio figlio e se non ci fosse tra noi molta differenza di età sospetterei che tu mi corteggiassi”. Carlo ebbe un’erezione istantanea a queste parole, ma cercò di nascondere le sue emozioni. Disse soltanto “mamma stasera sei molto bella se non fossi tuo figlio ti corteggerei veramente…” Anna fu molto lusingata da queste parole desiderando che quel bel ragazzo non fosse stato per quella sera suo figlio. Nessuno degli invitati si accorgeva dello scambio di chiacchiere e di complimenti che intercorrevano tra madre e figlio né del fatto che i due reciprocamente sfioravano i loro corpi, con le mani, in maniera molto leggera…
Arrivò il momento di ballare. Anna era eccitatissima, finalmente poteva scatenarsi. Coinvolse il figlio in balli di gruppo, latino-americani, lisci e quant’altro. Era da molto tempo che non si divertiva quella era per lei una serata perfetta. Si poteva essere perfetta se ci fosse stata una conclusione…di altra natura pensava tra se. Ci fu una pausa tra quelle danze scatenate e misero dei balli lenti. “Non mi inviti? ” disse al figlio. Mentre ballavano lei commentava l’aspetto di alcuni invitati, ma lo faceva sussurrandogli le parole nell’orecchio con la guancia appoggiata alla sua e stringendolo così che lui percepiva l’abbondanza del suo seno. Lui non avrebbe voluto farsene accorgere ma ebbe una seconda erezione in quella serata.
Chissà perché ma quella situazione le ricordò una fase della sua vita quando suo figlio aveva tredici anni. Spesso suo marito non rincasava la sera per motivi di lavoro allora Carlo, era un’abitudine che aveva da sempre, ne approfittava per dormire insieme a lei. Forse la casa era troppo grande e il fatto di dormire insieme li incoraggiava a vicenda specialmente nelle sere invernali. Certo, lei pensava, ora Carlo ha tredici anni farebbe meglio a stare da solo non è possibile che cerchi ancora la mammina per dormire. Lo pensava solamente non voleva ferirlo per cui non aveva mai affrontato l’argomento. Spesso dormivano abbracciati. A Carlo piaceva quel contatto fisico con quel corpo, quel calore, quella morbidezza di quel seno enorme. Ma crescendo quell’abbraccio gli provocava qualcosa di nuovo ed inaspettato. Anna, infatti, anche se lei indossava una camicia da notte e lui un pigiama, sentiva qualcosa di duro che le pressava il ventre, ma faceva finta di niente considerando il tutto come una cosa normale una fase della crescita e basta. Soltanto una volta cercò di evitare quella situazione prendendo con il pollice e l’indice, da sopra il pigiama, il pene del figlio e mettendolo in una diversa posizione.
Fu un episodio, forse, dimenticato da ambedue.
“Carlo sono le due di notte sono stanca torniamo a casa?” disse Anna. Certo passarono altri minuti prima che finissero di salutare tutti i parenti, ma ce la fecero ad uscire salirono in macchina direzione casa.
La loro villa era appena fuori città per arrivarci dovevano percorrere la statale ed imboccare una traversa di solito poco frequentata. La pioggia non era diminuita e neanche la nebbia. Durante il tragitto i due, resi allegri da qualche bicchiere di vino, ridevano. Tra una battuta ed un’altra lei gli sfiorava con un tocco meraviglioso e leggero la gamba, quasi come non volesse che lui se ne accorgesse. Ogni tanto gli poggiava anche la testa sulla spalla. Questi contatti provocavano nel figlio dei brividi, pensava che se non fosse stata sua madre gli sembrava quasi di essere provocato. Anna aveva, invece, delle contrazioni vaginali dovute a tutti quegli strusciamenti occorsi in serata che l’avevano portata a desiderare un contatto più diretto. Pensava tra se ”chissà quanto sperma avrà accumulato stasera mio figlio, certo le mie scollature e le mie forme qualcosa debbono avergli provocato”. Imboccato la traversa c’era uno slargo dove certe volte lei tornando a casa aveva notato delle auto ferme. “Accosta Carlo” disse Anna. “Perché mamma?”. Lei non rispose ma lui vide la sua espressione istintivamente accostò e spense il motore. Quella situazione gli provocò un’ulteriore erezione, ma stavolta la mano di sua madre da sopra i pantaloni percepì quello stato. Gli abbassò la cerniera e fece uscire il pene stringendolo forte con le mani. Anna spalancò la bocca ed iniziò a succhiarglielo avidamente. Le sue labbra erano morbidissime la sua lingua leccava l’asta del figlio irrorandola di saliva. Il figlio con la mano sulla testa della madre le imponeva il ritmo della succhiata spingendola con forza verso il basso, quasi non facendola respirare. Il piacere che provava era immenso nessuna donna gli poteva mai dare il piacere perverso che un rapporto incestuoso può dare. Lei era felicissima sentire il membro caldo del figlio dentro la sua bocca l’appagava come mai lo era stata. Anna sentì che le contrazioni del pene aumentavano capì che lui stava per venire. Aveva una sola voglia: quella di farlo godere tantissimo facendolo eiaculare dentro la sua bocca. La sua previsione era esatta. Lui era stracolmo di sperma lei se ne rese conto soltanto quando nel momento di ingoiarlo rischiava di soffocare. La sua vulva era un lago di umori, le contrazioni le provocarono un orgasmo accentuato dal sapore dello sperma e dalla copiosa quantità emessa.
Le provocazioni non erano finite. Anna mise la sua mano sulla nuca del figlio accompagnandolo verso il suo seno. Prontamente lui le abbassò la parte superiore dell’abito lasciandola in reggiseno. Svettava imperioso un seno quinta misura contenuto da un superbo reggiseno bianco in pizzo. Anche quello fu tolto e lui iniziò a succhiare quei capezzoli già visti e mille volte desiderati. Le mammelle erano di un bianco candido contrastante con il colore scuro di quegli enormi capezzoli. Anna gemeva dal piacere, ma non le bastava. Piano piano accompagnò la testa del figlio sul suo ventre e poi a scendere. Carlo le sollevò la gonna e vide qualcosa di inaspettato. Non credeva, infatti, che sua madre potesse indossare delle calze autoreggenti e di come le stessero meravigliosamente bene. “ Sei stupenda” le disse con un voce che tradiva l’eccitazione. “E di questo cosa ne pensi?” Lei sollevò la gonna e gli mostrò il perizoma che dopo molta esitazione aveva scelto. Il figlio non rispose ma mise la sua testa tra le gambe della madre. Vide un’altra cosa che gli fece cambiare definitivamente la sua visione della madre. Il suo pube era quasi completamente depilato, lei aveva lascito soltanto una striscia di peli. Carlo non capì più niente la cosa lo fece impazzire. Dilatò le labbra della vagina e iniziò a leccare con voracità il clitoride. Certamente mai Carlo aveva sentito i mugolii di piacere provenire dalla madre. Ma ben presto queii mugolii si trasformarono in urla di piacere. Lei raggiunse un’orgasmo fortissimo, ma lui era nuovamente eretto e con una mossa quasi senza preavviso mentre ancora la madre si riprendeva da quell’orgasmo la penetrò con forza. Le contrazioni dei muscoli vaginali davano a Carlo l’idea del piacere che provava la madre. Anche lui voleva sfogarsi e il modo con cui faceva l’amore era a dir poco selvaggio. L’eccitazione era data dal quel corpo meraviglioso, ma soprattutto dal fare qualcosa di veramente perverso e proibito: accoppiarsi con la propria madre. Si accoppiarsi perché da parte di tutt’e due l’istinto animalesco prevalse. “Vienimi sulla pancia” disse Anna accompagnando il pene del figlio fuori dalla sua vagina e masturbandolo fino a farlo venire.
Sfinito si accasciò per qualche minuto su di lei. Visto il freddo lei lo coprì con la sua pelliccia. Stettero abbracciati in quella posizioni per qualche minuto.
Mentre tornavano a casa Anna disse “questo è il nostro segreto, vero?” “Certamente mamma, ma……prima ed unica volta?” “Vedremo…” “Se farai il bravo..” “Cioè?” “ Debbo capire come ti comporterai a casa” “Ho paura che tu ti possa tradire….sei troppo impulsivo figuriamoci.. se tuo padre capisce qualcosa sai che risate”. Era un, monito lei gli fece capire chiaramente che non doveva ronzargli attorno specialmente per casa. Anche per questo motivo lei aveva preferito scopare in macchina. Certo se queste erano le condizioni Carlo ci stava eccome….

CAPITOLO 1
L’indomani i due si comportavano come nulla fosse. Naturalmente dovevano fare attenzione a non compiere mosse false quello che era successo era troppo grave non potevano correre il rischio di essere scoperti. Infatti, quasi per un accordo tacito non parlavano di quella serata in presenza di Alberto in casa. E, data la presenza costante di costui in casa, non avevano molte occasioni. L’unica curiosità di entrambi era sicuramente quella di sapere cosa l’uno pensava dell’altro e, specialmente questa era la speranza di Carlo, se si fosse ripetuto quell’episodio così sconvolgente.
La cosa che desiderava di più era rivedere Anna con indosso quel perizoma e potere rituffarsi in quel seno così morbido e grande. Chissà se il tutto poteva avverarsi. Ogni volta che desiderava questo aveva l’impulso di masturbarsi. E certe volte lo faceva immaginando di potere nuovamente fare l’amore con la propria madre. Non era sicuro ma forse la madre aveva capito che lui desiderava perpetrare quell’incontro aveva come l’impressione, dal suo sguardo, che lei sapesse che il figlio la desiderava al punto di masturbarsi pensando a lei.
Il fatto era che dopo quella serata non avevano potuto più chiarire quella situazione.
La televisione trasmetteva i soliti programmi. Carlo di solito la guardava dal suo letto.
Quella sera era particolarmente annoiato. Gli sarebbe piaciuto uscire anche se era di settimana, ma era inverno e faceva veramente brutto tempo. Nessuno dei suoi amici era disposto ad uscire. Aveva, quindi, optato per la televisione.
Anche i suoi genitori erano a casa e si apprestavano ad andare a dormire. Erano circa le 23,00.
Sentì bussare dalla porta socchiusa. “Avanti”, disse, era Anna.
Non era una cosa insolita, spesso lei entrava nella sua camera per dirgli qualcosa o soltanto per chiacchierare specialmente quando il padre era fuori per lavoro.
“Che fai?” chiese lei “Niente, volevo guardare un po’ di televisione, ma non c’è nulla”. “Tu?” chiese il figlio. “Sto andando a letto tuo padre mi aspetta, lo sai se non lo raggiungo non riesce a dormire. Domani deve alzarsi presto perché parte”.
Soltanto dopo Carlo si accorse di quello che indossava Anna. Era in camicia da notte di colore bianco, ma non aveva il reggiseno e guarda caso dalla camicia traspariva un perizoma nero. Carlo ebbe un sussulto e con uno sguardo dapprima sorpreso iniziò a fissare quello che la madre gli mostrava. Lei era sicura del risultato sapeva, per esperienza, che nulla eccita di più del colore della pelle nuda che traspare da un indumento. Fu lusingata da quello sguardo di desiderio, insieme sospirarono. Il loro respiro era divenuto più affannoso. Lei era ancora all’impiedi portò l’indice sollevato vicino al naso in segno di silenzio e si sedette accanto al figlio sul suo letto. Lei sapeva che Carlo indossava un pigiama ma senza mutande. Si avvicinò al suo orecchio appoggiandogli la guancia.
“Stasera” disse sussurrandoglielo all’orecchio, “debbo soddisfare tuo padre”. Dicendo questo infilò la mano sotto le coperte e iniziò ad accarezzargli le gambe.
“Lui è molto esigente”. Ma mentre parlava con la mano cercava il pene del figlio. Era là dritto duro come lei voleva. Iniziò ad accarezzarlo con il palmo della mano. Carlo era eccitatissimo. “Sai cosa vorrà da me tuo padre stasera? Prima mi mette alla pecorina……..” Lui si eccitava sempre di più, lei iniziò a masturbarlo con voglia e libidine. Gli stringeva il pene fino a fargli male e conficcandogli anche le unghia per la passione. Poi continuò a sussurrargli ”sicuramente poi vorrà venirmi in bocca e io ingoierò tutto il suo seme”. Carlo ansimando le chiese “come mai sei passata prima da me?”. “Erano anni che desideravo farmi due uomini. Finalmente ci sono riuscita”. Con l’altra mano contemporaneamente gli accarezzava i testicoli provocandogli un enorme godimento. Dalla scollatura della camicia da notte fece uscire i seni così grandi e prosperosi. Lui fece per baciarli ma lei lo fermò” stasera tocca solo a me poi forse vedremo”. Tutte queste mosse non facevano che aumentare l’eccitazione del figlio. Evidentemente lei sapeva come trattarlo. Aveva un tocco meraviglioso era una maestra della masturbazione la sua mano era ritmica ma dolce ad intervalli gli roteava il pene con enorme bravura. “Vieni amore tuo padre è in giro e non vorrei entrasse all’improvviso. Poi è impaziente fra un po’ tocca a lui. Ma domani va via….”. Questa promessa fu il regalo più bello che lei gli potesse fare quella sera, oltre s’intende quella visita inaspettata.
I testicoli di Carlo stavano per esplodere non ce la faceva più. Lei dagli spasmi del suo pene capì che stava venendo ed accelerò il ritmo. Le mani della madre erano piene di sperma. Lei era bagnatissima fare una sega al figlio e per giunta con il rischio di essere scoperta dal marito le avevano provocato una enorme eccitazione. Lasciò in fretta la stanza del figlio. Il marito l’attendeva…..

CAPITOLO II’
L’indomani madre e figlio si svegliarono tardi. Ambedue erano stanchi ed ognuno per motivi diversi. Lui reduce da quella masturbazione che la madre gli aveva praticato e lei per la notte d’amore trascorsa con il marito. Come preannunziato quest’ultimo era partito per lavoro per cui in cucina quella mattina a fare colazione erano da soli. Carlo vide che Anna indossava si la camicia da notte, ma sotto non aveva biancheria intima. Tutte le forme erano in bella evidenza e trasparivano. Lui a quella vista non potè resistere la prese da dietro l’abbracciò baciandole il collo e palpandole l’abbondante seno. “Dai….lasciami stare ti prego sono piena di sperma dappertutto…….tuo padre non mi ha risparmiato nulla ho la vulva spaccata a metà…dai lasciami..”. Le sue parole erano lascive come il suo sguardo e le sue movenze. Sembrava quasi avesse detto tutte queste cose non per farlo desistere ma per farlo eccitare. Ma la sua inesperienza lo portò a desistere credendo di avere sbagliato di grosso. Lei lo intuì e prima di girarsi verso di lui gli accarezzò da sopra il pigiama il membro eretto per fargli capire che le piaceva la situazione ma non era il momento. “Ti avevo detto che a casa non mi va di fare queste cose, vabbene tradire tuo padre ma non sotto il tetto dove abita, non è giusto”. Carlo rimase confuso perché si sentì da un lato respinto ma contemporaneamente quella spiegazione gli sembrò una promessa. “Dai fai il bravo dammi il tempo di riprendermi e sistemarmi. Poi si vedrà….”. Anna notò che quelle parole ebbero l’effetto di provocare un’enorme rigonfiamento da sotto i pantaloni del pigiama e naturalmente ne fu lusingata. Ebbe allora un’idea. La loro villa, infatti, aveva una mansarda molto grande che non usavano molto spesso e che di solito era adibita come appartamento per gli ospiti. “Carlo più tardi mi dai una mano a sistemare di sopra la mansarda vorrei approfittare dell’assenza di tuo padre per fare un po’ di ordine”. Lui non intuì le reali intenzioni ma ingenuamente pensò che lei lo volesse definitivamente smontare, ma ormai era completamente soggiogato da quella donna così provocante che, anche se la cosa lo annoiava, acconsentì.
Il pranzo era ottimo lei ci sapeva fare. I discorsi però erano molto vaghi Carlo avrebbe sperato altro, però che strano pensava ieri sera mi ha masturbato ed ora si è tirata indietro. Che crudele mi ha fatto eccitare e sperare in qualcos’altro e invece. Lei vedeva un turbamento nel figlio e pensava che avesse dei sensi di colpa, ma non voleva svelare le proprie intenzioni. “Allora d’accordo più tardi mi aiuti va bene?” disse, Carlo annuì. Nel pomeriggio Carlo notò che la madre era stata molto tempo in bagno e non capiva il perché ti tanti preparativi, in fondo avrebbero dovuto lavorare. Sul tardi lei lo chiamò ed insieme salirono in mansarda. Carlo notò che la madre era particolarmente truccata e che quel trucco le stava molto bene la rendeva attraente e lo eccitava perché provocante. Entrarono e lui le fece qualche complimento” Sei molto bella sai?” “Grazie trovi?” “Si mamma tanto sei molto provocante..non faccio che pensare a te da quella sera della festa..” “ Si anche io ti penso e ti desidero da morire, sai mi sono accorta che ti masturbi forse mi pensi quando lo fai?” E’ per questo che ieri sera sei entrata nella mia stanza e me lo hai fatto?”Si non mi andava che sprecassi il tuo seme prezioso e te lo volevo fare io.” Lui con questi discorsi perse la testa ed inziò a baciarla sul collo. “Si..disse lei abbandonandosi fammi tutto quello che ti passa per la mente”. La iniziò a spogliare. Aveva un profumo buonissimo le succhiava la parte di seno che fuoriusciva dal reggiseno, lei iniziò a gemere di piacere. Carlo continuò a spogliare la madre la quale gli aveva fatto una grossa sorpresa. Calze reggicalze perizoma. La fece sdraiare su un divanetto e continuò a baciarla dappettutto. “Sei eccitante da morire mamma non puoi capire l’effetto che mi fai”. “ Lo potrò capire da come farai l’amore con me” replicò lei. Le sfilò il perizoma e iniziò a succhiarle il clitoride turgido e bagnato. Lei aveva degli orgasmi a ripetizione niente la eccitava di più del fatto che il proprio figlio le potesse leccare la vulva. Carlo non ne poteva più stava esplodendo. Lei lo capì gli si inginocchiò davanti ed iniziò a succhiargli l’uccello. Lo faceva con avidità bagnandolo di saliva e facendolo entrare tutto in bocca. Non aspettava altro che il figlio le schizzasse in bocca per potere riassaggiare il sapore del suo sperma. Le spinse il membro più dentro che poteva e le venne in gola. Lei, però, continuò a succhiarlo. Il suo scopo era chiaro farlo indurire nuovamente. Raggiunto lo scopo si sdraiò. “Penetrami ma con forza, sfondami…”. Carlo non se lo fece ripetere due volte movendosi e spingendo il suo pene più forte che poteva nella vagina materna. Lei urlava dal piacere era quello che voleva veramente. “Non venire subito amore della mamma, falla godere più che puoi la tua mammina”. Il bacino di Anna si muoveva ritmicamente assecondando i colpi del figlio. Questo però non le bastò più si alzò e si mise alla pecorina. “Sfondami..dai…”. Il figlio la montò con furia e violenza lei era all’apice della goduria. “senti amore con tuo padre lo faccio sempre..” accompagnò il pene sull’orifizio anale. Carlo dapprima spinse delicatamente poi senti le contrazioni della madre e arrivò a penetrarla completamente. Le urla di piacere erano fortissime. “Spingi bimbo mio spingi”. Il figlio a questo invito non potè più resistere e le venne dentro.”Siiiiiiiiiiii dai……” disse lei.
Quella notte dormirono insieme come quando lui era piccolo. “Ora sei tu il mio nuovo uomo”. Fu la promessa di lunghe notti di sesso.
FINE

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