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Racconti erotici sull'Incesto

Baci nell’Oscurità

By 30 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Il sole si filtrava dalla finestra, e la brezza soffiava leggera, rinfrescando tutto l’appartamento. Era settembre, il calore dell’estate ormai passato, ma ancora le giornate erano belle, allegri ed illuminate. Aveva accesso un bastoncino d’incenso e messo un po’ di musica soave. Ascoltava ‘Momentos’ di Noel Schajris, una delle sue canzone preferite.
Si era presa mezza giornata dal lavoro. Era così stanca e stressata di sentir bisogno di una pausa. Il lavoro le dava noia, tantissima noia. Adesso era il suo momento, tutto un pomeriggio per se stessa. Voleva coccolarsi, stare bene e tranquilla, lontana dal caos quotidiano. Voleva sentirsi completa, umana, non una semplice e sottovalutata impiegata succube dei capricci del suo capo. Lei valeva molto di più… e lo sapeva molto bene.
Si mise una tutta bianca, leggera e comoda. Si vedeva bellissima. Elena era una carinissima ragazza trentenne, coi capelli castani oscuri, e gli occhi marroni preziosi, di una profonda dolcezza. Di carattere era tutto quanto un uomo poteva desiderare: era intelligente, delicata, matura, aveva un bellissimo e delicato senso del pudore. Era sincera e gentilissima, e molto femminile.
Scalza si mise a guardare il mare dal balcone, bevendo una spremuta d’arancia. I gabbiani sorvolavano le onde, il sole si rifletteva sul mare. Quanto era bello! Quanto era pura l’aria! Faceva dei respiri lunghi e profondi. Adorava Santa Margherita! Guardandosi in dietro, dalla porta di vetro vide il suo riflesso, aveva un prezioso corpo ed un culetto stupendo e sodo.
Adesso Elena si sentiva felice e tranquilla. Aveva tutto che potesse desiderare, indipendenza, bellezza, amicizie. In quel momento di benessere si rese però conto che le mancava solo una cosa molto importante… aveva bisogno di un uomo. Tutta la giornata l’aveva passata così, in una sorta di nostalgia romantica. Voleva qualcuno che le fossi accanto, che la potesse abbracciare con tenerezza, che la facesse sentire protetta e tranquilla. Qualcuno che l’amasse e coccolasse. Aveva bisogno di sentirsi accarezzata da un uomo, che le sue forte braccia la tenessero stretta. Voleva sentirlo vicino, poter toccarlo tutto, anche nella sua massiccia nudità, di poter stringere amorevolmente la suo intimità dura mentre lui l’abbracciava. Voleva che appagasse il fuoco che bruciava dentro di lei da ormai tantissimo tempo.
Il resto della giornata la passò leggendo i suoi libri favoriti e chiacchierando al telefono con le sue amiche. Si regalò un bagno nella vasca con delle essenze profumate. La sera, dopo aver cenato una deliziosa insalata e bevuto un bicchiere di Chianti, Elena decisi di passare dei momenti magici con se stessa.
Coprendo le finestre, si svestì completamente, accesse nella sua stanza delle piccole lampade ed alcune candele e mise ancora muscia romantica. Riemp’ il letto di cuscini e si sdraiò di fronte ad un elegante specchio inclinabile, grande ed alto da poter vedersi a corpo completo.
Elena si sentiva donna, bagnata, eccitatissima. Aveva bisogno di un cazzo forte, ma soprattutto di uno carino, comprensivo ed amorevole. Desiderava appagare questo sentimento di romantica nostalgia con del sesso sfrenato. La soffice luce arancione illuminava la sua pelle bianca delicata. Leggermente si toccava i seni, fermi come due piccoli meloni. Le piaceva tantissimo massaggiarsi le tette, sentiva un piacere straordinario.
Divaricò le gambe offrendo allo specchio la sua deliziosa passera scura. Era pelosa, un piccolo boschetto scuro ben curato, davvero preziosissimo. Emanava un soave profumo di muschio meraviglioso. Dalle labbra colavano gocce biancastre di bagnato. Era una donna bellissima!
Un delicato sentimento di vuoto pervase nella sua vagina, la sua femminilità bramava d’essere riempita da un fallo amico e gentile. Si toccò la fessura. Scosse elettriche di piacere la scossero lungo tutto il corpo. Stringendosi con l’altra mano i capezzoli, iniziò a masturbarsi.
Chiudendo gli occhi Elena ricordò i suoi numerosi amanti, ma nessuno l’aveva appagato veramente. Le trovava tutti troppo immaturi, senza nessuna voglia di prendersi delle responsabilità e di fare sul serio. Era stanca di uomini infantili, incapaci di darle quello di cui aveva veramente bisogno.
Dal comodino prese una rosa ed cominciò ad accarezzarsi il corpo nudo. Dalle labbra vaginali infiammate passò allo stomaco, poi i seni ed i capezzoli induriti. Immaginando che il bocciolo fosse il glande di un pene prezioso, si accarezzò la bocca e le guance, fiutandolo e baciandolo con amore. La lingua sottilmente leccava il bocciolo.
Come le capitava sempre nei momenti di disperata nostalgia, i suoi ricordi tornavano verso suo adorato padre. Quell’uomo gentile e misterioso che appena conobbe, scomparso quando era ancora un’adolescente. Si ricordava molto di lui: alto, con i suoi occhi scuri, il suo bel viso, e la sua grandissima tenerezza. Era stato il suo angelo custode, sempre lì quando ne aveva bisogno di lui. Era un’oasi di tranquillità, un rifugio sicuro nei momenti di paura ed insicurezza, il confidente perfetto quando degli stronzi le rompevano suo cuore.
Lo perse così presto, in un attimo la malattia glielo tolse, lasciandola a lei e a sua mamma sole, quasi abbandonate, proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno di lui, quando neccesitava più del suo sostegno. Lo amava, lo idealizzava e le mancava moltissimo. Adesso era stanca del mondo, voleva riposare in lui.
Come aveva fatto sin da tarda adolescenza si mise a masturbarsi pensando a suo padre. Niente si sentiva sbagliato con lui. Era tutto così bene tra le sue braccia. Da quando lo perse e man mano diventò matura sentì il desiderio di sentirsi sempre più suo, di sentirsi posseduta da lui. Papi era per lei l’unico vero uomo, nessun altro poteva soddisfarla.
Lasciando volare la sua immaginazione, lo vide lì nudo al suo fianco. Grande, forte, muscoloso. Il suo uccello erettissimo. Sapeva che era dotatissimo perchè sua madre glielo aveva confidato. Più di 22 cm di lunghezza e molto voluminoso, con il prezioso glande scoperto poiché era circonciso. ‘Papi fai l’amore con me ti prego!’ sussurrò. Ed immaginò a suo padre prendendola dai fianchi e con grande fermezza e gentilezza iniziò a penetrarla, alla sua adorata figlia.
Nessun uomo l’aveva toccata così. Papà era così grande, così colmante e soddisfacente. Era uno stallone, poderoso, mascolino, e così buono, proprio quello di cui aveva bisogno lei. La sua forza mascolina la travolgeva e l’eccitava. Sopra al suo esile corpo morbido sentiva quel uomo forte, duro e muscoloso. La sua pelle ruvida, il petto ampio e peloso, l’addome fermo, le gambe forte e pelose, ed accarezzava il suo culo bello, duro come delle preziose rocce. Godeva dal calore che emanava, avvolgente e protettivo, Ondate di piacere intense, incontrollabili, la percorsero, una dietro l’altra, ad ogni sua spinta sentiva tanto piacere nello stomaco e nei seni, nei capezzoli erettissimi. Era una delizia!
Voleva che l’abbracciase e sentirsi come la sua bambina, mentre la penetrava con quella forza d’uomo gentile ed indomabile. E così fece.Anche se aveva fatto l’amore prima, niente assomigliava a questo. Lui era un vero uomo, con una energia ed un impeto stravolgente. Di un amore sincero ed incondizionato. La sua femminilità si scioglieva in lui come il burro di fronte al sole.
Papà le faceva venire gli orgasmi con una immensa facilità. La faceva sentire donna. Lui la cullava mentre la penetrava. ‘Sarai sempre la mia adorata bambina’ gli dissi, e poi venne con degli abbondanti fiotti di sperma affettuosa. Elena si addormentò come una bambina sul suo petto, giurandosi che lui non l’avrebbe abbandonata mai.

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