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Racconti erotici sull'Incesto

Benedetta

By 27 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Benedetta, casalinga, altezza medio alta, fisico asciutto ma non troppo magra, capelli e occhi nocciola, sposata con Gianni bel fisico con un pò di pancetta che non guasta, un pò brizzolato, grande lavoratore per mantenere la famiglia e con un figlio Luigi diciottenne, bel ragazzo alto e sportivo, stava preparando il bucato da mettere in lavatrice, quando si accorse che due dei suoi reggiseni presentavano delle macchie biancastre inconfondibili, dapprima le venne in mente il marito, pensava che le avesse voluto lasciare apposta un ricordino, ma poi riflettendo Gianni non lo avrebbe sprecato in quella maniera, chi allora? Fu scossa da un fremito, suo figlio Luigi si era masturbato ed era venuto sulla sua biancheria, un misto di rabbia, incredulità e angoscia la travolse, Luigi aveva fatto una cosa inaudita, frustrata e non sapendo cosa fare telefonò subito alla sua psicoterapeuta sessuologa Elisa, la dottoressa l’aveva già aiutata in passato quando tra lei e il marito si erano creati dei contrasti, avevano fissato degli appuntamenti e in pochi mesi avevano recuperato il matrimonio ma soprattutto una nuova vita sessuale era iniziata molto più appagante della precedente.
Elisa era molto brava e usava dei metodi non convenzionali di rilassamento e sblocco di pulsioni regresse, piena di fiducia fissò un incontro.
Si presentò nello studio, Elisa come sempre la mise subito a suo agio, si tolse le scarpe, si slacciò la cintura e alcuni bottoni dei pantaloni, si slacciò il reggiseno, aprì un pò la camicia e si distese sul lettino, niente doveva stringere sul corpo, in maniera che i pazienti si rilassassero completamente, la dottoressa si mise dietro di lei, le mise alcune gocce di oli essenziali sulle tempie e iniziò un massaggio, il profumo dell’unguento e le parole dolci e tranquille la fecero sciogliere come burro al sole:
-Allora Benedetta ti andrebbe ti parlare di quello che ti angoscia?-
La donna iniziò a parlare senza remore nè paura di quello che era successo, di aver trovato i suoi reggiseni sporchi dello sperma del figlio, di esserne turbata, di non riuscire a capacitarsi di come sia potuto succedere, ma allo stesso tempo ne era compiaciuta Elisa con calma le chiese di respirare a fondo e di pensare a quello sperma come a quello di un uomo che lei avrebbe trovato eccitante, di provare a dire a cosa avesse fatto se non fosse stato quello del figlio, Benedetta iniziò a respirare a fondo, si estraniò dalla stanza e si mise a pensare all’accaduto, con un filo di voce rispose:
-Penso che l’avrei annusato e forse leccato-
-va benissimo Benedetta, sai dirmi anche il perchè?
-penso per curiosità, trovare il suo seme mi avrebbe incuriosito, avrei cercato di immaginarmelo-
-Immaginarti cosa Benedetta?-
La domanda la fece riflettere un pò, senza accorgersene allargò le gambe:
-Il suo pisello, la sua lunghezza, la forma, e poi lui che si masturba, la sua faccia, la sua passione-
Come in trance, la mano entrò dentro le mutandine, non si sorprese di sentire la sua passerina umida e pulsante, il clitoride aveva fatto capolino, si passò le dita sulla lingua inumidendole, poi scese e iniziò a rotearle sul suo brufoletto sensibile, iniziò a ansimare leggermente:
-e poi Benedetta?-
-poi…. poi la sua mano stretta sul suo membro, che va sù e giù, lo sferza con voluttà, mentre con l’altra tiene in mano il mio reggiseno, la cappella e’ viola di desiderio, i testicoli gonfi di sperma, sta per venire, sta per schizzare il suo seme sul mio intimo-
Si morse le labbra, mentre infilava indice e medio nella sua intimità, il pollice a stuzzicare il clitoride, l’orgasmo salire velocemente dentro di lei:
-e poi c’e’ altro?- chiede dolcemente Elisa
-Sì, ecco viene, densi e potenti schizzi iniziano a uscire, vengono raccolti dalla coppa del reggiseno, sono bianchi e cremosi e tanti, lo riempiono, si svuota completamente, il viso contorto dall’orgasmo, io mi avvicino, prendo in mano l’intimo, sento il suo profumo, mi sale l’acquolina in bocca, lo avvicino e lo annuso, e poi… poi tirò fuori la lingua e la tuffo in quel mare bianco e cremoso, lo raccolgo, lo gusto in bocca e bevo avida, avida del suo piacere, del suo caldo nettare che mi disseta riempiendomi la pancia, siiiiiiiiii, lecco tutto e poi metto in bocca il tessuto succhiando vorace per non perdere neanche una goccia, e godo, godo anchio-
L’orgasmo la travolse, distesa sul lettino con la psicoterapeura che le accarezzava le guancie, si morse le labbra, soffocando i gemiti, si sentiva l’interno delle coscie bagnato, la passerina pulsante chiusa sulle dita, il clitoride duro e eretto, martoriato dal pollice, aprì gli occhi, vide il sorriso di Elisa, udì le sue parole tranquillizzarla:
-Molto bene, Benedetta, ti sei sfogata, abbiamo rotto il blocco che ti aveva paralizzata e angosciata, tranquilla e’ tutto normale, hai elaborato una fantasia e l’hai sfogata, molto brava complimenti!!-
La terapeuta le passò delle salviette per asciugarsi, aspettò che si riprendesse, le diede il tempo di calmarsi e di rivestirsi, poi continuò:
-Ora devi affrontare tuo figlio, devi farli capire che quello che fa non ti fa piacere, ma non devi mortificarlo, e’ un ometto e ha le sue esigenze, spiegagli che fa bene a masturbarsi ma non vuoi che ti rovini i reggiseni, mi raccomando fermezza ma anche comprensione, potresti turbarlo e fargli venire un blocco emotivo, d’accordo? fammi sapere come va-
-grazie Elisa, sei sempre la migliore, seguirò i tuoi consigli e speriamo vada tutto bene-
-tranquilla, affronta serenamente la situazione-
Benedetta tornò a casa raggiante, si era sbloccata e aveva lasciata alle spalle, rabbia e angoscia, doveva subito parlare al figlio.
Luigi era in camera sua, entrò in bagno, prese i due reggiseni incriminati e lo raggiunse, con volto sereno e voce calma iniziò a parlare:
-tesoro, dobbiamo parlare di una cosa importante-
-Si mamma che c’e’?-
Lo fece sedere sul letto con lei affianco, poi li mostrò i due reggiseni:
-Dobbiamo parlare di questi-
Alla vista dei due completi Luigi sbiancò di colpo, abbassò lo sguardo e biascicò:
-ma…mma, io…., non volevo….
-shhh tesoro, lasciami parlare, stai diventando grande, un uomo e inizi ad avere delle esigenze, degli sfoghi normali alla tua età, fai bene, io non ti sto giudicando nè ti sto dicendo di smettere, però quello che voglio farti capire e’ che non trovo giusto sporcare i miei vestiti, li rovini e costano un bel pò di soldi, non posso mica comprarne due a settimane sai, mi piacerebbe molto ma non e’ possibile, mi capisci Luigi?
-Io, mi dispiace mamma, non volevo, non so…-
-Shhh, ti ho detto che non devi vergognarti, ti capisco sai, ormai sei grande, e queste sono cose normali-
Benedetta gli accarezzava la testa, parlandogli dolcemente, ma il figlio aveva la faccia distrutta dalla vergogna, ripensò alle parole di Elisa sull’insorgere di blocchi, decise di regalargli l’intimo, invece di buttarlo via:
-Facciamo così, tienili tu, quando avrai voglia sfogati pure, ma per favore non sporcarne altri, d’accordo? ti voglio bene-
Lo baciò sulla fronte, nella speranza che tutto si fosse sistemato, lasciò i reggiseni sul letto e se ne andò.
Ma le cose andarono diversamente, già a cena Luigi tenette lo sguardo basso, silenzioso, pure il marito si preoccupò, ma Luigi stizzito chiese di essere lasciato in pace e si rinchiuse nella sua camera, i giorni seguenti furono ancora peggio a ogni tentativo di Benedetta di avvicinare il figlio si trasformava in sguardi rabbiosi e cupi silenzi, la donna non sapeva più cosa fare, il figlio era diventato intrattabile, la paura di avere sbagliato tutto la inseguiva, telefonò a Elisa spiegandole la situazione e chiedendo consiglio, la terapeuta le disse che secondo lei si era verificato un blocco nel figlio, il discorso aveva sortito l’effetto opposto, invece di tranquilizzarlo aveva scatenato la paura e la vergogna di aver commesso qualcosa di tremendamente sbagliato, questo l’aveva bloccato, rifiutando quello che aveva fatto ma anche identificando proprio in lei la causa di tutto ciò, le spiegò che forse con un pò di tempo il ragazzo avrebbe potuto metabolizzare e voltare pagina oppure il blocco avrebbe potuto sedimentarsi e rafforzarsi, peggiorando per sempre il loro rapporto e forse anche il suo futuro sviluppo, Benedetta disperata chiese cosa poteva fare, e Elisa le suggerì di forzare il blocco, avrebbe dovuto spingere il ragazzo a fare proprio quello che era diventato sbagliato e vietato:
-Mi stai dicendo che dovrei tornare indietro e spingerlo a rifare quello che faceva prima?-
-Più o meno Benedetta, devi aiutarlo a fargli capire che non era sbagliato quello che faceva ma come lo faceva-
-e cioè, non capisco-
-Luigi ha percepito la masturbazione sul tuo intimo come qualcosa di inaccettabile, devi fargli capire che ciò non e’ così, che non e’ sbagliato-
-Ma e’ quello che gli ho detto, oddio non so che fare-
-Devi forzarlo a rifarlo-
-Come scusa? non ho capito stai dicendo che devo aiutarlo a masturbarsi di nuovo nei miei reggiseni? ma torniamo come prima, non ha senso-
-No, non come prima, hai quelli vecchi no? convincilo a usare quelli, come pagliativo delle sue fantasie-
-Si, ma come faccio? sono sua madre, non posso dirgli fatti una sega nei miei reggiseni!!!!!-
-Perchè no? e’ quello che faceva e quello che desiderava, tu cosa hai fatto nelle tue fantasie? le hai realizzate nella tua mente, ma le hai soddisfatte con il corpo e hai avuto un orgasmo, e dopo ti sei sentita meglio, fidati-
-Si però, e’ diverso, le mie erano fantasie…..-
-perchè le sue no? sono pulsioni come le tue, dammi retta, parlaci e convinvilo, con calma senza rigidità, ciao chiamami se hai bisogno-
-Si, ciao Elisa, ci proverò-
Benedetta iniziò a pensare alle parole di Elisa, aveva capito il discorso del blocco, Luigi era rimasto traumatizzato dal suo discorso, aveva travisato le sue parole, era frustrato per essere stato beccato per via dei reggiseni e peggio adesso vedeva la masturbazione come sbagliata e proibita, ma cosa poteva fare? non poteva mica incitare il figlio a segarsi! o forse si? il dubbio la colpì, forse avrebbe dovuto fare così ma come? Forse era meglio lasciare passare i giorni e Luigi si sarebbe tranquillizzato, decise di essere più comprensiva e calma possibile con lui, decise di lasciarlo in pace e vedere come reagiva.
Alcuni giorni più tardi, Luigi tornò da scuola raggiante, aveva preso un ottimo voto, era sorridente e sereno come non lo vedeva da tempo, la salutò con un sorriso, pranzarono assieme parlando tranquillamente del più e del meno, si disse decisa che quello era un buon giorno per chiarire l’argomento, lavò i piatti e lo raggiunse nella sua camera, era seduto sul letto intento a leggere un fumetto, gli si sedette affianco:
-Posso? o disturbo?-
-No vieni, mamma che c’e’? ti serviva qualcosa?-
-No tesoro, volevo stare un pò con te, sono stati giorni un pò bui, eri nervoso e intrattabile, ho preso paura, temevo ti fosse successo qualcosa di brutto-
-No stai tranquilla, e’ tutto a posto, mi dispiace averti fatto preoccupare-
Lo strinse a sè, abbracciandolo e appoggiando la testa sulle sue spalle:
-Ne vuoi parlare?-
-di cosa?-
-hai capito sciocchino, di quello che e’ successo una settimana fa-
-mamma io….- si agitò divincolandosi
-shhhh, calmati tesoro, ti voglio bene lo sai vero?-
-si mamma, però…..-
-Lo so perchè eri nervoso sai, lo capisco, capita anche a me e a tuo padre, quando, beh, quando si trattengono certe cose-
-Mamma, anche tu e papà??-
-Certo cosa credi, siamo umani anche noi, anche se siamo i tuoi genitori, pensi forse che certe cose si smettono di farle quando si hanno figli?-
-Beh no, penso di no, però mi fa strano, insomma….-
-Ti fa strano che noi facciamo ancora del sesso?-
-mamma!!! certi discorsi insomma, dai-
-eh certi discorsi! con chi vuoi farli? con i tuoi amichetti, già mi immagino le idee strane che avete sul sesso-
-beh si, forse hai ragione, tanti discorsi ma poi niente arrosto eheheh-
-Già, tutto fumo, allora quando non ci si sfoga si diventa nervosi e intrattabili, per questo certe pulsioni vanno sfogate, tenerle dentro può fare molto male, quello che voglio dirti e che ti avevo già detto e’ che non c’e’ niente di male, ed e’ assolutamente normale, direi necessario per un corretto equilibrio-
-Hai ragione, scusami se mi sono comportato così-
-Dimmi, quanti giorni?-
-Come scusa?-
-Si dai, quanti giorni non ti tocchi e vieni insomma!!!!-
Luigi arrossì violentemente a questa domanda, però sentì il pisello irrigidirsi, sua mamma lì vicino, il suo calore, il suo reggiseno color carne sotto la camicetta estiva…
-Beh da quando….. da quando mi hai sgridato, non mi sono più toccato-
-Lo sapevo, sciocchino, ti avevo detto che potevi farlo senza problemi, solo non nei miei reggiseni nuovi, ti avevo regalato apposta quei due-
-Si però, mi sono sentito umiliato capisci, avevo paura di rifarlo, di venir sgridato di nuovo-
-ma io non ti ho sgridato, anzi ti avevo incoraggiato-
Benedetta notò il movimento del figlio, aveva un’erezione, il pisello duro si notava sotto la tuta, doveva essere pronto per venire dopo una settimana di astinenza:
-Luigi, ce l’hai duro vero?-
-Si mamma, tanto-
-beh dopo una settimana, ci credo, ne avrai tanta dentro, penso che dovresti svuotarti, ti aiuterebbe a rilassarti, non fa bene tenere dentro tutta quella roba-
-hai ragione, questi giorni ero molto nervoso, penso proprio a causa del fatto, si insomma, che non mi sono toccato-
Si guardarono intensamente, sorridendo, Benedetta con tranquillità, gli sussurrò:
-mi piacerebbe sai?-
-cosa?-
-mi piacerebbe vedere come sei cresciuto, e’ da tanto che non ti vedo nudo, l’ultima volta era grande come il mio mignolo-
-mamma davvero? vorresti vedermi nudo? vorresti vedere il mio pisello?-
-si tesoro, sempre che non ti imbarazzi, non voglio turbarti, e’ semplice curiosità, vedere come sei diventato grande-
-davvero, lo vorresti?-
-si tanto, e tu? ti va di mostrarmi il tuo pisello?-
-oh mamma, si mi imbarazza un pò però, inizia a darmi fastidio, beh così…. stretto nelle mutande, è così duro….
Benedetta gli sorrise, lo baciò sulla guancia e con la mano scese sulla pancia del ragazzo, accarezzandola:
-vuoi che ti aiuti io?
-Davvero lo faresti? per me?-
-certo, sono tua mamma, sei il mio piccolo, se posso aiutarti lo faccio volentieri, voglio vederti felice e tranquillo-
Benedetta scese ancora, il rigonfiamento era ben visibile sulla tuta, appoggiò delicatamente la mano sul membro del ragazzo, lo accarezzò dolcemente:
-Solo se tu lo vuoi-
-si lo voglio-
-chiedimelo, chiedimi di tirarti fuori il pisello-
-Si, tiramelo fuori per favore, lo voglio, lo desidero-
-d’accordo, diamo un’occhiata a questo cavallino imbizzarrito-
Benedetta afferrò la tuta, il ragazzo sollevò il bacino per sfilarla, il pisello era lì stretto nelle mutande, in piena erezione, osservò la macchia umida sul tessuto, stava rilasciando liquido, doveva essere pronto a venire, gli sorrise ancora mentre lo accarezzava:
-vuoi che continui? vuoi che vada avanti?
Il ragazzo le rispose con voce roca:
-siiii, ti prego, non fermarti-
La donna entrò con la mano nelle sue mutande, percepì l’umido del tessuto, lo prese delicatamente in mano e lo fece uscire, uhh com’e’ duro e bagnato pensò:
-voilà, ora e’ libero, mmmh com’e’ bello, ti ho fatto bene proprio bene, e’ bellissimo e lo diventerà ancora di più-
-veramente ti piace?
-si e’ stupendo- passò l’indice sopra la cappella rossa e bagnata, lo stuzzicò delicatamente:
-sei tanto bagnato, mi sa che tra un pò esplodi-
-si hai ragione, non ne posso più, ahhhhh-
-e se ti facessi un regalo, anche per via del voto che hai preso? ti piacerebbe?-
-Che tipo di regalo mamma?-
-Un regalo particolare, anzi un doppio regalo-
Benedetta si alzò sorridente, si inginocchiò davanti a lui, e guardandolo negli occhi, iniziò a slacciare lentamente i bottoni della camicetta, Luigi strabuzzò gli occhi quando vide il reggiseno, si mise seduto davanti a lei per vedere meglio, lei continuò fino all’ultimo, i lembi del tessuto si aprirono mostrandogli le curve ancora perfette dei suoi seni, la pancia soda, l’ombelico, poi mise le mani dietro la schiena e sganciò l’indumento, era senza spalline, lo sfilò senza problemi e senza dover togliere la camicetta, Luigi intravide i capezzoli scuri sul cotone bianco, osservava le aureole comparire e scomparire tra le pieghe del vestito, il pisello ebbe un sussulto, diventò ancora più duro e si bagnò ancora di più, Benedetta prese in mano il reggiseno, le coppe rivolte verso l’alto, sorridendo maliziosamente:
-Dai inizia a toccarti, questo e’ il regalo, ti dò il permesso di riempirlo con il tuo seme-
-Mamma stai dicendo veramente? vuoi che mi tocchi davanti a te, non ci credo-
-si mi piacerebbe molto vederti mentre ti masturbi, sei stato bravo, e meriti un premio, inoltre voglio che diventi una cosa normale-
Luigi si mise comodo sul bordo del letto, con la donna inginocchiata davanti a lui, il pisello teso dall’eccitazione, un filo scendeva lento sull’asta, lambendo i testicoli:
-tesoro sta colando, devi sfogarti subito-
-davvero lo vorresti? dimmelo, dimmi che ti piacerebbe vedermi segare il pisello-
-Si dai lo voglio, cosa aspetti? io dò un regalo a te e tu uno a me, voglio vederti venire, voglio vederti felice e rilassato-
-dai tesoro, riempilo, riempilo per me-
Benedetta sorrideva, aveva un bel pisello, era soddisfatta di come era cresciuto, era un quasi un uomo, Luigi lo impugnò, la cappella viola stava già eruttando, un filo continuo di liquido sgorgava fuori, iniziò a segarlo piano, il silenzio era rotto solo dal suono ritmato della masturbazione:
-dai così, fammi vedere bene come vieni- si morse le labbra, il profumo la stava iniziando a eccitare, sorrise ancora incitandolo:
-continua Luigi, così, che bello guardarti-
Il ragazzo sentì lo sperma ribollire, risalire lungo il condotto, troppi giorni senza sfogo e poi sua madre lì davanti a lui, inginocchiata sorridente con lo sguardo ammiccante:
-Mamma, ahhhh, sto già per venire, aaaaaah-
-Si amore vieni, schizza tutto fuori, riempi il reggiseno,non preoccuparti, svuotati tutto senza pensieri, fallo per me, fammi vedere come godi-
Luigi sentì lo sperma sgorgare fuori, si sporse in avanti, dirigendo il pisello verso il basso:
-Siiiiiiii, stò per venire, lo sento, cazzo cazzo, ecco la sborraaaaaaa!!! vengoooooo-
-Oh siiii, butta la sborra amore,eccola! buttala tutta fuori, tanta tanta ne devi fare tanta cosi daiiiii-
Benedetta avvicinò la coppa al pisello mentre lo sperma iniziò a sgorgare, vide sei fiotti densissimi imbiancare il reggiseno, sentì il suo profumo particolare invaderle le narici e inebriarla, subito dopo realizzò la sua fantasia, un pisello che schizzava nel suo intimo, lei che sentiva il profumo, la voglia di assaggiarlo, la passerina reagì all’improvviso, iniziò a pulsare, bagnò subito le mutandine, si morse le labbra sopprimendo i gemiti, nella speranza che il figlio non si accorgesse che si stava eccitando o forse nella speranza invece che notasse la sua passione, ancora tre schizzi uscirono dal pisello del ragazzo, sentiva il calore attraverso il tessuto, la sua mano si stava inumidendo del suo seme:
-O cazzo, si che sborrata mamma, ahhhhhh, e’ stato fantastico!-
-Si tesoro, sei stato bellissimo, quanta ne hai fatta, è fantastica veramente! ti senti bene adesso vero?-
-Oh si, avevi ragione, e’ stato stupendo, ahhh, mi sento bene e rilassato aaaaaaaahhhhh-
Il ragazzo si gettò all’indietro sul letto, il pisello bagnato di sperma, il volto rilassato e felice, Benedetta si alzò stuzzicando la cappella bagnata con l’indice:
-Oh tesoro, quanta ne hai fatta, non ci posso credere, l’hai riempito quasi a metà, uhhhh, che bello!-
-ahhh, mi sono svuotato completamente-
-ho visto tesoro, ancora un pò e l’avresti riempito-
Gli passò un fazzoletto e lo baciò agli angoli della bocca, voleva baciarlo sulle labbra ma decise di non assecondare i suoi istinti, corse in bagno, sapeva cosa il suo corpo chiedeva, si chiuse a chiave, si sedette sul water, la passerina sgorgava succhi copiosi, si abbassò tuta e mutandine fradicie, infilò due dita dentro, solleticò il clitoride già duro, la vagina accolse le dita con piacere, i succhi uscivano copiosi, stantuffava con passione, ma voleva di più, voleva sentirsi piena, la sua passerina lo chiedeva, passò a tre dita, guardò verso il basso, tre dita pensò, poche volte si era toccata così, sforzò leggermente per farle entrare, il clitoride stimolato le restituiva brividi intensi, iniziò lo sciacquettio tipico della masturbazione, temeva o forse sperava che il figlio sentisse, aumentò il ritmo, sempre più veloce sempre più a fondo, non le bastava ancora, mise anche il mignolo, si morse forte le labbra quando sforzò, ora si sentiva piena, aprì gli occhi, guardò la vagina dilatata, le dita umide, poi concretizzò la fantasia, il seme del figlio, il profumo di sperma, tuffò la lingua dentro il reggiseno e raccolse velocemente il nettare, lo tenne in bocca mentre sentiva montare l’orgasmo, esplose così,ingoio tutto d’un fiato lo sperma che teneva, lo sentì caldo scendere nel pancino, riuscì a tirare lo sciacquone appena in tempo, mentre veniva mugolando:
-mmmmmmmmmmmmmmhhh-
Gli spasmi la piegarono in avanti, iniziò a tremare tutta, le dita piantate dentro, la fighetta che le serrava pulsante, il gusto di sperma in bocca, lo stomaco riscaldato dal seme, si mise in bocca il reggiseno, succhiò avida per assaporare le ultime gocce intrise nel tessuto, si tirò un capezzolo, mentre l’orgasmo scemava, il reggiseno stretto tra le labbra, le dita che accarezzavano il clitoride ancora eretto, poi si calmò si leccò le dita assaporando il suo gusto, buono come sempre, si toccò i seni ancora alla ricerca di un ultimo piacere, poi si calmò, si guardò allo specchio, sudata, ansimante, rossa in faccia, si strizzò il clitoride e un brivido le percorse la schiena, morse forte il reggiseno e mugolò un’ultima volta:
-mmmmmmmmmmmmmmhhh-

La notte stessa cavalcò furiosamente il marito, ripensando a quello che era successo, gli orgasmi si susseguirono, si fece impalare dal pene del suo maschio, lei sopra di lui, cavalcando quel bastone di carne, immaginando il figlio dietro la porta, con il pisello in mano un suo reggiseno nell’altra, eccitato dallo spettacolo, pronto a venire sull’indumento, riempendolo di seme giovane.
Succhiò il pisello di Gianni con foga, accolse il suo orgasmo nella bocca, succhiando e ingoiando, bevve tutto fino all’ultima goccia, lo ripulì per bene e lo tenette in bocca fino a farlo ammosciare del tutto,
Si addormentò spossata e felice, la vagina un pò irritata dalla lunga cavalcata ma appagata dalla penetrazione.
I giorni seguenti furono rosei e felici, andava tutto bene, il sesso con il marito, il ritrovato rapporto col figlio, iniziò una complicità nuova tra loro, Luigi voleva sapere tutto sul sesso e lei era ben felice di spiegargli, parlarono di rapporti vaginali e anali, cosa le piaceva e cosa no, ammise candidamente di adorare lo sperma:
-si tesoro, mi piace, adoro guardare un pisello venire, sentirlo pulsare nella mano oppure nella bocca, e poi il profumo, il gusto-
-davvero? wow!! papà e’ davvero fortunato-
-beh ma anche lui fa la sua parte, sapessi come la lecca, e’ bravissimo, mi fa venire solo con la lingua-
-sono contento che siate felici-
-e anche merito tuo sai?-
-merito mio? che vuoi dire?-
-beh dopo quello che abbiamo fatto, sono molto più eccitata di prima, ho sempre voglia e tuo padre mi accontenta sempre-
-sei stupenda mà-
Luigi era anche lui felice di poter continuare a venire nei reggiseni, gli piaceva la forma, i colori, il pizzo lavorato, ogni volta provava sensazioni bellissime, a volte ripensava a Benedetta inginocchiata davanti a lui, il viso sorridente che lo incitava a masturbarsi, quando lo faceva veniva sempre tantissimo, gli sarebbe piaciuto rifarlo, chissà forse un giorno…
Un mercoledì ribattezzato mercoledì del calcetto, perchè suo padre Gianni, usciva con gli amici a giocare, Benedetta e Luigi se ne stavano sul divano a guardare un film alla televisione, la donna si stava limando le unghie e buttava occhiate svogliate allo schermo, una scena di sesso piuttosto esplicita l’incuriosì, e non solo lei, con la coda dell’occhio notò il movimento del ragazzo, intento a sistemarsi il pisello, il segno dell’erezione si notava sulla tuta:
-ti sei eccitato cucciolo?-
-già- rispose sorridente e per nulla imbarazzato il ragazzo
-ti va di prendere un reggiseno?- gli rispose di rimando Benedetta
-davvero mamma? posso?-
-vai corri, prima che cambi idea-
-volo- il ragazzo corse in camera, prese quello nero, di pizzo, il più bello di quelli che aveva
-eccomi, sono pronto!-
-vieni qui dai, uhhh hai preso quello nero, bello, hai buon gusto, dallo a me, lo tengo io tu spogliati-
Luigi si abbassò tuta e mutande, il pisello sull’attenti, si sedette accanto a lei sul divano, accarezzandolo dolcemente:
-mamma?- ti posso chiedere una cosa?-
-si, quello che vuoi caro, dimmi-
-faresti una cosa per me?-
-certo! cosa?-
-me le fai vedere?-
-cosa? le tette della mamma?-
-si,sarebbe fantastico-
-oh tesoro, vuoi vedere i seni della mamma?-
-si mi piacerebbe moltissimo, ti prego, l’ultima volta li ho intravisti appena, sono bellissimi, dai, per favore!
-d’accordo tesoro, d’altronde li hai già visti tanto tempo fa, solo che non ti ricordi, quando ti allattavo, oh era così bello, ti tenevo la testa accarezzandoti mentre me li succhiavi-
Benedetta si sfilò la magliettina, poi spostò il reggiseno sotto i seni senza toglierlo, l’elastico glieli teneva più sù e li faceva più sodi:
-ti piacciono? li trovi belli?-
-ohhh sono stupendi, che bei seni che hai ancora, posso toccarli?-
-si dai, vieni senti come sono morbidi-
Benedetta gli prese la mano e l’appoggiò sul seno:
-accarezzali così dai-
Luigi iniziò delicatamente a saggiarne la consistenza e la morbidezza, non gli pareva vero, sua madre con i seni nudi e lui poteva toccarli, prese coraggio, con entrambi le mani gli stringeva, li spostava di qua e di là, e poi quei capezzoli scuri, aveva voglia di leccarli e baciarli:
-posso succhiarli?-
-certo- rispose Benedetta gli mise la mano sulla nuca e lo attirò a sè
Iniziò con timidi baci sulla carne bianca, piccoli e delicati, li baciò tutti e due, poi si dedicò ai capezzoli, lentamente iniziò a dargli dei piccoli colpetti di lingua:
-oh sì tesoro, così, sei bravo, molto delicato, a noi donne piace, prendili in bocca e succhiali, mi piace-
Il figlio obbedì, con dolcezza li prese tra le labbra succhiando, sentì indurirli, ci mise un po più di foga, il rumore del risucchio sovrastava la televisione accesa, Benedetta socchiuse gli occhi, dio quanto gli piaceva, se ne stava lì semidistesa a gambe aperte, il figlio in mezzo, il reggiseno appoggiato sulla sua pancia, gli accarezzava i capelli, mentre con l’altra mano scese sul suo giovane sesso, duro e umido, si soffermò sui testicoli, li prese e iniziò a spremerli con dolcezza, fantasticando su quanto potessero essere pieni di sperma, il figlio si era già masturbato nel pomeriggio, l’aveva sentito pestare sul suo giovane membro, immaginava e sperava data la giovane età, che potevano essere ancora pieni di quel nettare di cui ormai non poteva fare a meno, eccitata iniziò a bagnarsi, sentiva piccole gocce uscire e inumidire le sue mutandine:
-che bello, Luigi ahhh, continua non fermarti, e’ bellissimo, succhia tesoro succhia tutto-
Ritornò con la mano sull’asta tesa, era la prima volta che lo toccava, si meravigliò della sua spregiudicatezza, ma era suo, roba sua, l’aveva fatto lei e ora gustava quello che aveva messo al mondo tempo fa, il glande era bagnato di liquido, con l’indice e il pollice lo circondava bagnandosi le dita, poi solo con quelle due dita iniziò a fare un leggero su e giù, il ragazzo mugolò succhiando più forte, lei di conseguenza si bagnò di più:
-tesoro, che ne diresti di toccarti mentre succhi, ti voglio vedere venire così-
-si, lo voglio anch’io, riempirò il reggiseno, sei troppo bella-
Lo spero bene pensò Benedetta, Luigi si sistemò meglio, impugnò il pisello e iniziò a masturbarsi,ora succhiava con foga, era molto eccitato, la passione lo stava travolgendo con la mano libera stringeva il seno facendo sporgere il capezzolo che veniva suggellato dalle sue labbra vogliose, leccava, succhiava e mordicchiava, passava da un seno all’altro lasciandoli lucidi di saliva:
-si tesoro continua, non ti fermare, succhia più forte, non avere paura di farmi male, dai succhia e pesta forte sul pisello, voglio che ti svuoti per benino, non lasciare niente dentro, mi raccomando-
Benedetta, lo teneva a sè mentre con l’altra mano gli strizzava le palle sode, produttrici di conturbante crema, ora era partita anche lei, aveva le aureole arrossate e lucide, la vagina pulsava e reclamava sollievo, il clitoride eretto strusciava sul morbido tessuto, iniziava a mugolare, presto avrebbe dovuto toccarsi per sfogare la passione accumulata:
-mamma sto per venire- esclamò il ragazzo
-un attimo solo- raccolse il reggiseno e lo avvicinò alla cappella rossa da cui sarebbe sgorgato il prelibato nettare:
-ora puoi venire, sono qui pronta a raccoglierlo, vai pure, schizza tesoro, schizza tutto-
Succhiò fortissimo facendola gemere, osservò il liquido schizzare fuori, dei bei fiotti bianchi e densi, con premura tenne il reggiseno in modo che niente andasse sprecato,il ragazzo gemette forte godendo:
-siiiiiii, che bello vengooooo-
-si tesoro, lo vedo, quanta quanta sei bellissimo-
Luigi smise di venire, il volto rosso, sudato, guardava Benedetta con lo sguardo stravolto dal godimento, continuava a segarlo, anche se non c’era più niente, si era svuotato completamente
-uhhh, che goduta che ti sei fatto eh! bravissimo, ora vai a lavarti sù-
Lo baciò castamente sulle labbra, lo fece alzare, poi anche lei, stando attenta a non perdere il nettare raccolto, corse nel secondo bagno in preda alla passione, fece cadere pantaloncini e mutandine, si sedette sul bordo della vasca, aprì oscenamente le gambe, osservò la vagina lucida di umori, iniziò a toccarsi delicatamente, si tirò il clitoride, mise due dita dentro, non le bastavano, aveva bisogno di qualcosa di più duro e soprattutto lungo, ma il marito non c’era, al diavolo lui e le sue partite di calcetto, vide una spazzola, poteva andare bene, grossa come tre dita, lunga quanto le bastava ma soprattutto dura, questa volta leccò avida lo sperma e lo tenne in bocca, aprì l’acqua della vasca, non voleva tenersi dentro i mugolii, prese la spazzola, la puntò sulla vagina e lentamente la fece entrare, oh siiii, siiii, ah uh, la infilò tutta dentro, mugolando di piacere, assaporava il gusto dello sperma fresco e giovane,
lo sperma di suo figlio, donatole per lei soltanto.
Mentre si scopava trastullandosi il clitoride, apprezzò la durezza dell’oggetto, la spingeva tutta dentro finchè non batteva sul fondo, aveva bisogno di sentirsi picchettare l’utero, accelerò il movimento e il suo corpo reagì, umori scendevano copiosi lungo il manico facilitando la penetrazione, si strizzò i capezzoli, ahhhh un misto di dolore e piacere la travolse, mugolò forte, si scopò senza pietà, colpi fortissimi che rimbombavano dentro di lei, desiderava sfondarsi, voleva sentire piacere ma anche dolore, l’orgasmo la raggiunse, subito ingoiò, sentì lo sperma scenderle giù per la gola e riempirle la pancia, ancora un paio di colpi, si strizzò il clitoride e venne:
-aaaaaaaaaaaaahh-
L’orgasmo esplose, facendole girare la testa, sgranò gli occhi, vide la vagina spruzzare un paio di piccoli getti, aveva squirtato, non ci poteva credere, era la terza volta in tutta la sua vita che succedeva, si accarezzò i seni, attendendo che la tempesta si placasse, sfilò la spazzola lucida dei suoi umori e li leccò avida, riconobbe il gusto del suo sperma misto agli umori, ingoiò tutto mentre si accarezzava, assaporando gli ultimi scampoli di piacere, si guardò allo specchio, era distrutta, sudata, lo sguardo stralunato, i segni rossi sui seni martoriati, si era morsa un labbro senza accorgersene e aveva il segno dei denti marchiato sopra, si lavò, cercando di recuperare le energie, ma aveva ancora voglia, calcetto o no, appena il marito fosse rientrato avrebbe preteso una bella razione di cazzo, la spazzola era andata bene, ma un bel bastone di carne era un’altra cosa.
Uscì dal bagno, e trovò il figlio ad attenderla, lo guardò sgomenta, lui sorrise:
-ti sei toccata vero? hai fatto un casino-
-si, ne avevo voglia, mi hai fatto venire voglia, mi giudichi male tesoro? disse vergognandosi un pò
-no anzi, figurati come hai detto tu, ognuno ha le sue esigenze, anzi mi e’ piaciuto ascoltarti gemere-
-davvero? che caro che sei, vieni qui-
Lo abbracciò, appoggiando la testa sulle spalle, lo baciò sul collo:
-ti voglio bene-
-anch’io te ne voglio, dormi bene-
-anche tu tesoro- lo ribaciò sulle labbra, poi ognuno entrò nella sua camera.
Ma Benedetta non aveva intenzione di dormire, guardò l’ora, Gianni dovrebbe tornare tra 20 minuti, pensò speranzosa, si spogliò completamente, accese la luce soffusa del comodino, si distese sul letto a gambe aperte, accarezzandosi lentamente, l’avrebbe aspettato così, e guai a lui se non la scopava.
Come aveva previsto ma soprattutto sperato il marito rientrò, lo sentì togliersi le scarpe, posare la borsa, andare in bagno, poi aprì la porta della camera e la trovò distesa, con le gambe oscenamente aperte che si accarezzava:
-spogliati subito, vieni qui-
Il tono era imperioso e passionale, non ammetteva repliche, Gianni lo conosceva bene, era stanco della partita, ma trovare Benedetta così aperta e desiderosa, gli fece tornare le energie, la osservava masturbarsi, aveva aumentato il ritmo, intravedeva la vagina umida, gettò i vestiti a terra e le si avvicinò.
Benedetta aveva ordinato e adesso pretendeva, osservò il suo uomo spogliarsi, vide l’eccitazione crescere in lui,iniziò a toccarsi con più passione, era calda, bagnata al punto giusto e vogliosa di essere cavalcata come si deve:
-vieni, dammelo in bocca presto!-
Gianni si avvicinò a lei, le porse il pene quasi in tiro, lei lo prese subito da ingorda, succhiò vorace, mentre raggiungeva la piena erezione, vide i segni sui seni, doveva essere veramente eccitata, sostituì le dita di lei con le sue, era calda e bagnata, le solleticò delicatamente il clitoride duro e eretto, mentre le accarezzava i seni:
-sei tutta bagnata Benedetta e che bocca, come lo succhi bene, arghhh, siii-
Con le mani libere si prese cura del membro, gli teneva le palle in pugno, strizzandole, mentre con l’altra segava l’asta, la lingua vorticava sulla cappella, succhiava rumorosamente, tendendolo sempre in bocca, iniziò a sbavare ma non si fermò, continuò finchè raggiunse la massima durezza e consistenza:
-vieni, prendimi, scopami senza pietà, ne ho bisogno-
Supina alzò le gambe, offrendogli la sua passerina vogliosa, Gianni si avvicinò, puntò la cappella, spinse e entrò in lei, scivolò dentro senza fatica:
Benedetta strinse leggermente le gambe, i muscoli contratti della vagina fasciarono il pisello del marito, ora lo sentiva bene aderire in lei, lo esortò a scoparla senza remore:
-Dai, spingi forte, senza pietà, ti voglio sentire in fondo, sfondami la pancia, spaccami dai-
Gianni si fermò per un momento, aveva quasi paura, Benedetta era stravolta dalla passione ma le faceva timore, non si ricordava di averla mai vista in questo stato, iniziò a stantuffarla con foga, mentre lei insinuò una mano tra le cosce alla ricerca del piccolo bottone, iniziò a stimolarlo:
-dai più forte ti ho detto, voglio sentirti tutto dentro, muoviti- gli afferrò i capelli e lo tirò a sè, Gianni reagì con stizza e aumentò l’intensità, se era questo che voleva l’avrebbe accontentata, il letto iniziò a emettere i tipici rumori dell’amplesso, bam bam bam, era un letto particolare, era raro che facesse rumore l’avevano comprato apposta:
-Benedetta, così svegliamo Luigi-
-chissene, tanto e’ grande ormai- ma dentro di sè si disse magari!
-continua cosi ti sento tutto, ah stai picchiando forte- lo tirò per i capelli verso il suo seno:
-mordimi, forte!-
Gli fece male, Gianni per tutta risposta, morse il seno così forte da lasciare i segni dei denti:
-sììììììììì, cosìììììì, ancora ancora l’altrooooo-
L’uomo obbedì, morse anche l’altro marchiandolo, Benedetta riviveva le sensazioni di prima, la spazzola che la picchettava, il dolore misto al piacere, le mancava solo una cosa, pensò, lo sperma in bocca, voleva un altro pisello in bocca per gustare il suo sapore, per sentirlo venire, mentre un altro le riempiva la vagina.
Il marito continuava a scoparla con foga, ormai era partito, continuava a morderla sui seni, lasciando dei segni profondi, ormai li sentiva in fiamme, si contorceva dal dolore ma soprattutto dal piacere, non dava tregua neanche al clitoride, iniziò a piagnuccolare mentre alcune lacrime solcavano le guancie ma incitava ancora il marito:
-continua, non fermarti, ci sono quasi-
-anchio Benedetta anchio, vengo-
-dentro vienimi dentro, godiamo assieme daiiiii-
Appena senti il primo fiotto di sperma solcare l’utero esplose:
-siiiiiiiiiiiiiiiii- cacciò un grido, Gianni le tappò la bocca mentre mugolava:
-zitta scema! cazzo urli-
Lo sentì svuotarsi in lei, numerosi fiotti planarono nella sua pancia, così caldi, così tanti, l’orgasmo non le dava tregua, fu percorsa dai brividi, strinse ancora di più le coscie sul suo corpo nel tentativo di sentirlo meglio, usò i suoi muscoletti per mungere tutto il nettare che aveva, si sentiva piena e finalmente appagata, aveva avuto quello che desiderava, un bel randello che la esplorasse nel profondo della sua intimità, e una bella razione di sperma da gustare, il pisello iniziò a perdere consistenza, si sfilò da lei:
-dammelo in bocca, dai, voglio la sborra-
Gianni si avvicinò e le porse il pene, lucido dei loro umori, lei succhiò tutto aspirando e ingoiando, si mise due dita dentro, si trovò piena di sperma, l’orgasmo scemava lentamente, lo tenne in bocca leccando finchè non si ammosciò del tutto, sorrise al marito mentre si portava le dita alla bocca leccandole avida:
-sei stato fantastico, ti amo-
-ti amo anchio Benedetta, ma cosa ti e’ successo, non sei mai stata così-
-eh ho visto un film prima-
-un film? e cos’era un porno?-
-mmmmh sapessi, che buona, non c’e’ ne più? peccato, ne berrei dell’altra-
-sorry finita, dovrai aspettare domani-
Ma anche no pensò Benedetta se solo ci fosse Luigi qui, mmmmmh, Luigi
-chissà se Luigi e’ sveglio?-
-speriamo- sospirò la donna
-come speriamo?- la guardò strano il marito
Benedetta perse la calma, aveva detto quello che aveva pensato, e ora che faccio? si disse preoccupata:
-speriamo… di no- mentì sperando che il marito nella penombra non notasse la faccia che aveva
-a proposito, non lo trovi strano ultimamente Luigi?-
-in che senso amore?-
-mah mi sembra strano, non so, forse ha una ragazza, sai i primi amori, i primi baci-
-magari glielo succhia-
-Benedetta cosa stai dicendo? e’ ancora un ragazzo!-
-Guarda che ormai e’ un uomo, anzi da come e’ messo e’ già bello grande-
-Cosa? ma sei fuori? cosa intendi dire scusa?-
-niente, solo che stando a casa con lui più di te, mi rendo conto che ormai e’ un ometto, con le sue voglie e esigenze-
-mhhhh dovrei fare un discorsetto con lui sul sesso allora, ma quando? dannato lavoro!-
-se vuoi gli parlò io-
-tu? sei sua madre! serve un maschio per queste cose-
-si certo, già mi immagino, tutto bum bum, dentro e fuori, 5 minuti ed é tutto finito-
-mmmh forse hai ragione, inizia a parlarci tu, poi vedrò di trovare un pò di tempo anchio, buonanotte amore-
-Buonanotte tesoro-
Gianni si addormentò di botto, Benedetta pensava a come istruire il figlio alle gioie del sesso, mentre si accarezzava ancora, non completamente sazia, Luigi aveva sentito tutto, si era alzato ed era andato a origliare alla porta dei genitori, reggiseno in mano, l’aveva riempito per la terza volta, la notte passò, arrivò il mattino, Gianni andò via presto come al solito per lavoro, Benedetta preparò la colazione, Luigi si alzò per andare a scuola, mangiò e prima di uscire guardò la madre:
-stanotte ci avete dato giù pesante eh mamma?-
-oh si, tuo padre e’ stato magnifico, e adesso corri a scuola sciocchino! poi facciamo i conti!-
-non vedo l’ora, ciao!-

Che giornata terribile pensò Benedetta tornando a casa, fila in supermercato, fila in banca, pure una multa, era infastidita e nervosa, preparò in fretta il pranzo per lei e Luigi:
-Ciao mà, che faccia! giornataccia?
-si tesoro, terribile, mangiamo che ti racconto-
Parlarono della mattinata, il figlio la rassicurava e le diceva di non farsi il sangue cattivo, finirono di pranzare, sparecchiò, e iniziò a lavare i piatti, aveva finito quando Luigi si avvicinò a lei, l’abbracciò dolcemente da dietro,
le baciò la nuca delicatamente, le cinse i fianchi, continuò a darle dei bacetti leggeri sul collo:
-che caro!-
Lui le accarezzava la pancia dolcemente, iniziò a darle dei colpetti di lingua sul collo, Benedetta sospirò, apprezzando le carezze:
-andiamo sul divano, ti faccio rilassare- propose il ragazzo
Si sedettero, lei con la testa appoggiata indietro, lui al suo fianco, ricominciò a baciarla sul collo, le mani sul pancino leggere e delicate, piccoli baci teneri, si avvicinò al viso, baciò le guance, il nasino, la fronte, non tralasciò nulla, un leggero bacio sulle sue labbra, lei ferma assaporando le coccole.
La mano salì sui primi bottoni della camicetta, slacciò il primo piano piano, tornò sul collo, con la punta della lingua assaporava la pelle morbida, salì sull’orecchio, lo baciò e lo leccò, e aprì un altro bottone, vide il reggiseno azzurrino chiaro, tornò sul viso, lo riempì di baci teneri, e via un altro bottone, posò le labbra sulle sue, la baciò, Benedetta ricambiò, si scambiarono teneri baci sulle labbra socchiuse, il ragazzo mormorò:
-posso?-
-si tesoro, fai quello che vuoi-
Slacciò gli ultimi bottoni e la camicetta si aprì, rivelando la pelle bianca e profumata, scese sul mento e ancora più giù, sul collo a stuzzicarlo con la lingua, Benedetta gli accarezzava dolcemente i capelli:
-che tesoro!-
Le sfilò la camicia, mettendo in risalto i seni fasciati dall’intimo, scese su di loro, con la lingua iniziò a seguire i bordi dell’indumento:
-e’ bellissimo!- mugolò Benedetta
Continuò così, strusciava le guance su di essi, sentì i capezzoli ergersi e premere, iniziò a baciare attraverso il tessuto:
-aspetta!- si sfilò il reggiseno
-così e’ meglio-
Sgranò gli occhi alla visione di quelle morbide colline, il pisello era eretto e premeva, voleva tirarlo fuori, ma aveva ancora qualche remora, voleva che fosse lei a invitarlo:
-dai che aspetti? Continua! Sei bravissimo, mi piace molto!-
Lo attirò a se verso quei capezzoli duri e bisognosi di attenzioni,diede dei colpetti leggeri di lingua, li prese tra le labbra stringendoli dolcemente, iniziò a succhiarli, li prendeva in bocca mentre frullava la lingua sopra, passò da un seno all’altro, lasciandoli lucidi di saliva, si mise a leccare e succhiare con foga ogni centimetro di carne, smise solo quando furono completamente lucenti della sua bava:
-che bello, mi hai insaponato le tette, vieni!- esclamò Benedetta lo tirò a se verso la sua bocca, lo baciò, le loro lingue si incrociarono delicatamente, poi ancora un bacio e un altro, mentre con una mano si accarezzava i seni umidi:
-leccale ancora e toccale, mi piace sai!-
Il ragazzo scese ancora e fece come voleva, con la lingua percorse più volte la carne, con le mani palpava e strizzava piano, la vagina della donna reagì al trattamento e iniziò a inumidire il tessuto delle mutandine:
-strizzali! strizzami i capezzoli dai!-
Obbedì, umidi, li prese tra le dita e fece pressione:
-ah- gemette lei
-ti ho fatto male?-
-nooooooo! fallo ancora dai!-
-ah ah cosiiii, ancora!-
-Oh si, mmmmh. E’ bellissimo!!!-
Iniziò a dimenarsi lentamente, arcuava e rilassava la schiena lentamente come un onda, un onda di passione travolgente, i succhi uscivano copiosi, bagnando il tessuto, presto avrebbe dovuto toccarsi,era così eccitante, pensò di farlo davanti a lui, lo guardò negli occhi, accarezzò il suo sesso in tensione attraverso la stoffa:
-tiralo fuori dai-
Luigi fece scendere pantaloncini e mutande, il pisello svettava, duro con la punta bagnata, mentre una macchia umida sul pube indicava lo stato di eccitazione del ragazzo:
-dai inizia a toccarti, fammi vedere come lo fai-
Si riavvicinò a lei impugnando il membro, e iniziò un lento su e giù, calde gocce colavano sulla pancia di Benedetta, che le spalmò sulla pelle, con una mano si accarezzava un seno ancora umido con l’altra i testicoli del ragazzo, che la guardava dritto negli occhi, eccitato e compiaciuto nel vedere la madre seminuda, mise la mano sul seno libero, la baciò sulle labbra, tirò fuori la lingua e le leccò, lei lo lasciò fare:
-mmmmmmh-
Ampie e ingorde leccate solcavano le labbra di Benedetta, aprì la bocca e unì la sua lingua alla lussuriosa danza, mugolavano entrambi tra i vorticosi intrecci, poi lei iniziò a succhiargli la lingua, il ragazzo apprezzava il pompino che stava facendo alla sua lingua, avrebbe voluto sostituirla con il suo pisello ma non osava chiedere, ricambiò il trattamento, che la donna apprezzò moltissimo.
Smise di baciarla, le loro labbra si sfioravano:
-mamma! Toccati, lo so che hai voglia-
-Lo vuoi? vuoi che mi tocchi?-
-si fallo, tocchiamoci e godiamo assieme-
Non smisero di guardarsi, mentre Benedetta lasciò i suoi scrigni pieni di gustoso nettare, si infilò la mano nella tuta, scostò le mutandine impregnate dei suoi umori, sfiorò il clitoride eretto, scese ad accarezzarsi le labbra della sua intimità:
-siiiiiii, finalmente- sospirò
-ti piace?-
-tanto!-
-sei bellissima-
-anche tu-
L’eccitazione stava crescendo per entrambi, Benedetta si infilò le dita dentro, avrebbe voluto un bel pisello, pensò alla spazzola, sorrise sorniona, doveva accontentarsi, Luigi osservava estasiato il suo volto, non aveva mai visto una donna eccitata, non aveva mai visto la madre così, quegli occhi strani, così carichi di desiderio, il pisello era teso al massimo, quasi gli dava fastidio, un filo leggero colava e si depositava sulla candida pancia sotto di lui, stringeva il seno nella mano assaggiando e tastando la consistenza, osservava il movimento sotto di lui, in parte nascosto dalla tuta, lei mani si muovevano veloci a stuzzicare lembi di carne eccitati:
-devi fare una cosa per me tesoro-
-quello che vuoi mamma!-
-mettimi due dita nella bocca-
Lasciò il seno e gli porse le dita, lei succhiò girandogli la lingua intorno:
-ora strizzami il capezzolo, forte, non avere paura di farmi male, in realtà mi piace molto-
Lo prese tra l’indice e il pollice e strinse:
-aaaah-
Benedetta diede un urletto e la vagina sussultò, la sentiva pulsare e chiudersi sulle dita:
-ancora, più forte!-
-aah ahh-
Le dita di una mano entravano e uscivano mentre l’altra mano era sul clitoride bisognoso di attenzioni, ormai mancava poco, l’orgasmo stava montando dentro di lei, anche il ragazzo era al limite, la scena gli fece ribollire lo sperma, iniziò a segarsi velocemente, lei se ne accorse e aumentò
la masturbazione:
-mamma devo venire-
-vieni qui, sul mio corpo, ti desidero-
-sei sicura, vuoi che ti schizzi addosso?-
-si, la voglio su di me, voglio sentirla sul mio corpo, vieni tesoro vieni!
Iniziò a gemere e venne, potenti fiotti partirono dalla cappella congestionata, i primi, i più forti arrivarono sui seni, lasciando striature biancastre, gli ultimi si depositarono sulla pancia:
-siiiiiiii, vengooooo, ahhhhhh-
-così, falla tutta, schizzami addosso la tua sborra-
Benedetta guardò gli schizzi planare sul suo corpo lascivo, percepì delle leggere frustate calde che le solleticavano la pelle, osservò le scie bianche su di lei, guardò il viso del figlio contorto dal piacere, gemette con lui del suo orgasmo, e sentì montare il suo:
-sei stato bellissimo-
-oh sì, che sborrata magnifica mamma!-
-ora vengo anch’io, dovrai strizzarli forte, d’accordo?-
-sì-
Iniziò a contorcersi, il ragazzo le strizzava forte i capezzoli, lei gemeva delle sensazioni di piacere e dolore che arrivavano, le mancava solo una cosa, lo sperma in bocca, come se le avesse letto nel pensiero, il ragazzo raccolse con le dita il seme dal suo corpo, le avvicinò alla bocca:
-assaggiala-
Lei la aprì subito e le accolse dentro, succhiando golosa, in quel momento venne mugolando:
-mhhhhhhh-
Chiuse gli occhi, gustando l’orgasmo, il sapore del seme, le dita che frugavano la sua intimità, i bottoncini martoriati, ma soprattutto lo sguardo eccitato su di lei, il ragazzo la baciò sulla guancia, poi sul collo, le sussurrò all’orecchio:
-e’ stato fantastico vederti venire-
Benedetta teneva gli occhi chiusi, mentre Luigi raccoglieva il suo seme con le dita e glielo portava alla bocca, lei leccava come una brava scolaretta, assaporava gli ultimi brividi dell’orgasmo, lui la baciava delicatamente sul collo, lei apprezzava felice.
Luigi allora osò chiederle una cosa:
-mamma me lo fai un favore?-
-quello che vuoi cucciolo-
-voglio vederti fare l’amore, tu e papà, lo faresti per me?-
-va bene tesoro- rispose senza pensarci
-sarebbe bellissimo, ci conto allora-
-si, ora andiamo a lavarci-
Benedetta entrò in bagno e si guardò allo specchio, aveva ancora addosso il seme del figlio, raccolse quello che rimaneva, voleva gustarlo ancora, avrebbe voluto una calda sborrata nella sua bocca mai sazia, ripensò a quello che aveva appena promesso, devo essere impazzita del tutto si disse, ma si accorse che ne aveva voglia, voleva sentirsi addosso lo sguardo del figlio, voleva godere e farlo godere, si immaginava lei sopra il pisello duro del marito mentre stringeva il suo, Luigi che li guardava eccitato, sognava di venire mentre anche il suo cucciolo schizzava la sua passione, dei brividi lussuriosi le scesero lungo la schiena, iniziò a pensare come fare.

 

ATTENZIONE! Racconto di sola fantasia!

 

 

Passarono alcuni giorni tranquilli, Luigi ogni tanto le ricordava la promessa, lei sorrideva e gli rispondeva:

-presto, non avere fretta, devo trovare l’occasione-

Si presentò l’indomani, Gianni rientrò dal lavoro su di giri, la baciò e le palpò il culetto, sussurandole all’orecchio:

-stasera sei mia!

-mmmh, non vedo l’ora!-

La serata volò via, tra giochi di sguardi, lei e il marito, il figlio e lei, tutti aspettavano di andare a letto impazienti, finalmente arrivò l’ora, Luigi salutò, Benedetta gli sussurrò:

-resta sveglio!-

Dopo una decina di minuti disse al marito:

-basta! ne ho voglia, vai in bagno, datti una sciacquata e aspettami sul letto-

Lo disse accarezzandogli il pisello da sopra i vestiti, lei andò in bagno, si rinfrescò e andò verso la camera del figlio, era sveglio e impaziente:

-sei pronto?-

-certo, guarda-

Dal pigiama si notava l’erezione e una macchiolina, era già carico, Benedetta aveva pensato a tutto, tenendo la porta socchiusa si riusciva a vedere una parte del letto riflessa nello specchio laterale della cassettiera, tutto stava nel restare in quella zona:

-aspetta che sono entrata, dopo una paio di minuti avvicinati in silenzio alla porta, la lascerò socchiusa-

-ok grazie mamma, non vedo l’ora-

-goditi lo spettacolo- Gli disse accarezzandoglielo

La donna si diresse verso la sua camera, la luce del comodino era accesa, la camera era leggermente illuminata, perfetto si disse, Gianni era disteso sul letto, il pene eretto, se lo toccava lentamente:

-mmmmh, sei già pronto, chiudi gli occhi amore-

Aspettò un secondo poi accostò la porta, si avvicinò al letto gettando per terra i vestiti, nuda si avvicinò

-tieni sempre gli occhi chiusi mi raccomando! stasera comando io!-

-mmh, si mi piace quando fai la padrona-

Lo fece sedere sul letto, nella posizione perfetta per essere vista, si inginocchiò davanti a lui, il glande era umido e la invitava a succhiarlo, lei iniziò senza fretta, piccoli bacetti sui testicoli, risalì l’asta dura e eretta lentamente, raggiunse la punta, la baciò assaporando il liquido:

-ti farò impazzire!-

-oh si lo spero!-

Tirò fuori la lingua e stuzzicò la piccola fessura, ricca fonte di piacere, scese sulla piccola zona sensibile sotto il filetto

-ohhhh, così, che lingua!-

Girò un po’ la testa per vedere se Luigi era arrivato, intravide un’ombra, contenta si eccitò, sapere che era guardata sortì l’effetto di accendere la sua lussuria:

-ti piace? ti piace come lo lecco?-

-si si, non fermarti!-

-non ne avevo intenzione! dimmi che sono la migliore! che quello che faccio non te l’ha mai fatto nessun altra-

-oh si, sei stupenda, sei la migliore in assoluto, nessuna l’ho mai leccato come fai tu, sei porca amore!-

-non basta, dimmi che sono la più porca!

-ahhhh, sei la più porca, la più porca di tutte!-

-ora ti faccio andare fuori di testa-

-ooooh-

Benedetta lo prese in bocca, lentamente lo ingoiò tutto, lo sentì arrivare alla gola, si fermò e si rilassò, respirava con il naso, nel tentativo di prenderlo tutto, sforzò e si avvicinò al pube, con la punta del naso lo sfiorava, la saliva iniziò a colare fuori dalla bocca,lenti rivoli le attraversarono il mento, tuffandosi sul petto, con una mano li raccolse e se li spalmò sui seni, spinse ancora e raggiunse l’obiettivo, il naso era schiacciato contro di lui, la bava colava copiosamente:

-aaahhhh, l’hai preso tutto, sento la tua golaaaa-

Lentamente iniziò a sfilarlo, lo lascio libero, mentre sputava altra saliva sul suo corpo, spalmandola, si girò verso la porta, tirò fuori la lingua e mimò una leccata, la porta ondeggiò leggermente e si aprì ancora un po’, adesso vedeva distintamente il figlio con il suo pisello in mano che si masturbava lentamente, non riusciva a scorgerlo in viso ma se lo immaginava, gli inviò un bacio e tornò a dedicarsi al marito, riprese il pisello in bocca, e iniziò a pomparlo, producendo dei versi osceni, versi che la eccitavano particolarmente, più rumore faceva più porca si sentiva.

Iniziò a toccarsi per aumentare la sua eccitazione e la lubrificazione, presto sarebbe montata sopra a quel bastone di carne, lo ingoiò a fondo ancora un paio di volte, sperava che il marito resistesse per darle la sua bella razione.

Smise di succhiarlo e con la lingua salì sulla sua pancia, gli succhiò i capezzoli, poi il collo, lo baciò con la lingua, appassionatamente:

-stenditi!-

Fece distendere l’uomo quasi ai bordi del letto, in maniera che fossero visibili entrambi, si mise sopra di lui dandogli le spalle, la sua voglia all’altezza del viso:

-lecca!-

Scese verso il suo sesso, ricominciò a tormentarlo con la lingua, da quella posizione poteva vedere la porta e la figura seminascosta, la mano percorreva con lentezza il giovane sesso, nell’altra teneva un reggiseno, le sarebbe piaciuto prenderlo in bocca, avere i due piselli a portata, baciarli e succhiarli entrambi, iniziò a colare umori, il marito era molto bravo, la passione ribolliva dentro di lei, si contorceva agitando il bacino, mugolava di non smettere:

-non fermarti,lo senti come sono calda e bagnata?-

-oh si, sei un lago amore, cos’è successo per eccitarti-

Sapessi pensò Benedetta, ma rispose:

-tu, ho voglia di te!-

Si alzò, si mise a cavalcioni sopra di lui, lo prese in mano, avvicinò la punta, scese lentamente:

-ohhhhh cosiiiii!-

Lo accolse tutto dentro di lei, che sensazione fantastica, la riempiva completamente, aveva sempre pensato che il suo pene fosse perfetto per la sua vagina, si fermò ad assaporarlo così, chiuse gli occhi, si accarezzò i seni languidamente, si immaginava il figlio, le sensazioni che poteva provare a vederli, quello che avrebbe voluto fare, cosa avrebbe voluto lei, poi dolcemente iniziò a muoversi, senza fretta, con calma, godendo dei stimoli che le arrivavano alla testa, aprì gli occhi in direzione della porta, nulla era cambiato, lo stesso movimento lento ma inesorabile che lo avrebbe portato a godere guardando i suoi genitori fare l’amore.

Benedetta aprì la bocca, si passava la lingua sulle labbra, si accarezzava i seni e strizzava forte i capezzoli, quel mix di sensazioni la faceva impazzire, guardò verso il basso, il pene scomparire dentro di lei, accarezzò il bottoncino, poi lo pizzicò:

-mmmhhh, e’ bellissimo-

-tu sei bellissima, continua dai-

Il marito le cingeva i fianchi assecondandola nel movimento, si girò a guardarlo, aveva ancora gli occhi chiusi, si abbassò in avanti, appoggiò le mani sulle sue gambe e aumentò il ritmo, la stanza si riempì di inequivocabili rumori, era musica per le sue orecchie e per quelle del figlio, avrebbe apprezzato? ero sicura di sì, fissò la porta, lo sguardo languido, la bocca aperta dalla passione, stava arrivando al limite, e anche il marito pensava, era ancora duro dopo tutto quello che gli aveva fatto, lentamente si abbassò all’indietro, cercò di non sfilarlo da lei, a fatica riposizionò le gambe, era sdraiata su di lui, la schiena sul suo petto, aperta allo sguardo di Luigi, girò la testa per baciare Gianni:

-finisci tu, fammi venire, veniamo insieme dai!-

-si amore, tutto quello che vuoi-

Il marito iniziò a spingere con foga, la giusta velocità e possenza, entrambi non gradivano il ritmo forsennato, tipico dei film porno, lei lo incitava, lo sguardo fisso sulla porta:

-dai, così spingi, che lo sento tutto-

-si, ti faccio venire-

Era in balia del maschio e dei suoi colpi, distesa su di lui inerme, aspettava l’orgasmo che presto sarebbe salito, una mano sul seno l’altra sul clitoride, a massaggiare, a tirare e strizzare, all’improvviso esclamò:

-sto per godere! tu?-

-aspetta! ci sono quasi-

Iniziò a respirare lentamente per ritardare l’orgasmo, sbirciò in direzione la porta, vedeva il suo reggiseno posizionato verso le parti basse del ragazzo e un frenetico movimento, anche lui sta per venire, ci sta aspettando si disse, la voce del marito richiamò la sua attenzione:

-ci sono! vengo! anche tu dai!

Appena sentì il primo schizzo dentro di lei, esplose in un orgasmo travolgente, cacciò un urlo liberatorio:

-aaaaaaaaaaah-

Subito la mano di Gianni le tappò la bocca, nel tentativo di soffocare i gemiti:

-mmmmmmmmh-

Sentiva il suo uomo scaricarsi dentro di lei, brividi la percorsero e iniziò a agitarsi, un braccio la strinse forte per tenerla stretta, venne come poche volte, forse fu la migliore, ma che importava? godeva, e assieme a lei il marito e il figlio, questo la faceva impazzire di piacere, un triangolo dove tutti godevano degli altri.

Aspettò con calma la fine della tempesta, la sua e quello del marito, con mano bloccò l’uscita del liquido dal suo corpo, si girò verso di lui a baciarlo:

-è stato fantastico amore!-

-oh si, incredibile, ma cosa avevi?-

-mhh, tanta voglia di te!-

Scese a ripulirgli il pisello che andava sgonfiandosi lentamente, buttò l’occhio sulla porta ma non vide più l’ombra, che peccato! si perde i titoli di coda, si disse, ridendo mentalmente, si alzò a cavalcioni, tolse la mano,iniziò a far colare sulla pancia il prelibato nettare, osservando l’uomo:

-oh si, sei veramente una porca, mi piace!-

-lo faccio perché piace anche a te, porco!-

-Non ci credo, lo fai perché piace anche a te-

-mmmmh, si hai ragione, mi piace, mmmmh che porci che siamo-

Si frugò l’intimità alla ricerca del suo seme, lo assaporò, si chinò a raccoglierlo con la lingua dalla pancia, guardandolo e godendo dei suoi sguardi,leccò con cura, ogni goccia, ogni striatura bianca, soddisfatta, con la pancia riscaldata dal quel sublime nettare, si avvicinò a lui abbracciandolo e assaporando il calore del suo corpo, iniziarono a parlottare sottovoce, finché il marito all’improvviso le chiese:

-hai parlato Con Luigi?-

-di cosa?-

-beh non ti ricordi? li volevi fare un discorsetto…. di sesso!-

-ah già, si ci ho parlato, anzi parliamo ogni giorno-

-ah bene, e di cosa parlate?-

-di sesso ovvio!-

-gli hai spiegato come nascono i bambini?

-ma sei scemo? e’ quasi un uomo, gli ho detto come metterlo dentro a una donna, come procurarle piacere, come toccarla e leccarla…

-cosa? e lui?

-Luigi ascolta, fa un sacco di domande, e si eccita-

-come si eccita?-

-eh gli viene duro, noto la sua erezione-

-guardi il pisello a nostro figlio?-

-beh e’ estate, con i pantaloncini e’ impossibile non notarla e poi e’ messo bene sai?-

-ma sei veramente una porca!-

-io? e a te che ti sta tornando duro? porco!-

-hai ragione, mi sono eccitato ad ascoltarti, ti va un altro giro?

-Lo speravo amore!-

Attenzione: racconto di sola fantasia

 

 

Fu un inizio di estate molto torbida per Benedetta, si sentiva pienamente viva, aveva riscoperto vecchi interessi ormai sopiti, la passione per la cucina e l’arte, la pittura in particolare, sarà merito del sesso si diceva, l’intesa con il marito era totale a letto, Gianni la soddisfaceva e assecondava tutte le voglie che le venivano in mente, aveva iniziato a comprare dei sex toys, per sentirsi veramente piena nei loro amplessi.

Gianni era felice e la incoraggiava a provare, parlavano molto durante il sesso, di desideri nascosti, e di fantasie mai dichiarate.

Fu in una sera torrida che tornarono a parlare di Luigi:

-Come va con Luigi, parlate ancora?

-Si, ma torni spesso su di lui mentre scopiamo, che mi nascondi?

-Niente, semplice curiosità, con una bella figa che gira per casa, con questo caldo….

-Stai dicendo che mi guarda?

-Beh l’altro giorno ti osservava il culo, era inebetito-

-Ma dai secondo te mi punta il culetto?

-Beh se avessi la sua età, con una mamma così, ci farei un pensierino

-Che porco! Ti scoperesti tua madre!

– E tu? E’ un bel ragazzo, e tu stessa hai guardato il suo pisello, tu te lo faresti?

-Non so, no…. forse….scopami dai-

L’idea che suo figlio fosse dietro la porta ad ascoltare e a toccarsi, per poi venire sui suoi reggiseni, le procurò un forte orgasmo e di conseguenza schizzò fuori il suo liquido, non accadeva sempre, ma quando succedeva si mettevano a 69, Gianni la leccava per bene mentre lei lo finiva di bocca, gustandosi nella pancia il seme del marito.

Due giorni dopo arrivò la famigerata tegola:

-Devo andare in trasferta- esordì in Gianni

Gli occhi di Benedetta si incendiarono di colpo, i ricordi di lei incinta, da sola, con il marito via per lavoro le tornarono istantanei alla memoria:

-Mi avevi promesso che avevi chiuso con le trasferte!-

-Hai ragione, ma sono clienti importanti e vogliono me per concludere l’affare-

-Non me frega un cazzo se sono importanti! Tu non parti!-

-Hai ragione, avevo promesso, ma sono passati 18 anni dall’ultima volta-

-Sei proprio un bastardo!-

Benedetta era furiosa e lo rimase fino alla partenza del marito, i tentativi di mettere pace da parte di suo figlio, non riuscirono ad ammorbidirla. Trovare i suoi reggiseni imbrattati da Luigi,ora non le procurava nessun eccitamento, nonostante la cosa non le dispiacesse in fondo.

Arrivò il fatidico giorno, le valigie vicino alla porta, Gianni dispiaciuto che tentava un ultimo riappacificamento:

-Benedetta ascoltami, sono dispiaciuto-

-Sparisci dalla mia vista e visto che ci siamo, non lamentarti se torni cornuto!-

-Se la metti così, va bene lo capisco, ricordati di Luigi però-

Gianni pronunciò la frase chiudendo la porta di casa e un instante dopo sentì un vaso frantumarsi contro il legno e l’urlo di Benedetta:

-Sei proprio un bastardo!-

Nei giorni seguenti Benedetta era parecchio irritabile, sul lavoro aveva da ridire su tutto e tutti, si sentiva frustrata e sola, era passata dalle stelle alle stalle.

Fu una sera che la voglia ritornò, faceva caldo, era a letto canottiera e short, ripensò alle scopate con Gianni, e ai reggiseni che trovava quasi ogni giorno, immaginò cazzi dentro di lei, nella figa, nel culo, in bocca, la mano scivolò giù, due dita dentro percepirono il caldo e l’umido, dopo un po’ non le bastarono più, tirò fuori un dildo e iniziò a giocare con lui, era soddisfatta ma avrebbe voluto un pisello vero in bocca, da succhiare mentre si procurava un orgasmo, un pensiero si fece strada, c’è Luigi di là, si immaginò che entrasse nella camera in penombra, nudo e con il cazzo in mano duro e bagnato del suo liquido, che si avvicinasse a lei, che le toccasse i seni, la pancia, i capezzoli, che le porgesse il suo pene, allora lei lo avrebbe preso avida, dei suoi succhi e della sua consistenza, avrebbe lasciato che lo spingesse fino in gola, fino a farla soffocare, si sarebbe fatta profanare così,

dal cazzo di suo figlio, mentre si dava piacere, avrebbe succhiato e ingoiato ogni goccia di lui, poi al culmine si sarebbe fatta schizzare addosso, densi fiotti sul suo viso, sul collo, sul seno, sul suo corpo lussurioso.

Con quelle immagini venne, contraendo i muscoli sull’amico di gomma, le riuscì di schizzare abbondantemente, bagnando le lenzuola, si spostò dall’altro lato, tanto il bastardo non c’è, eppure le mancava, lo odiava e lo voleva, che situazione di merda! E quella frase, ricordati di Luigi, già se ne era proprio ricordata, riuscendo ad avere un forte orgasmo.

Domani vado da Elisa si disse prima di addormentarsi.

Raccontò tutto alla sessuologa, la lite con Gianni, il suo stato d’animo successivo, e ovviamente quello che aveva fatto la sera prima, con quella domanda, farei sesso con Luigi?

Elisa ascoltò in silenzio poi le disse:

-lo sai il significato della parola morale? Indica l’insieme delle norme che regolano la vita dell’essere umano e della società, se la norma fosse fare sesso con i propri figli tu lo faresti?

Benedetta restò interdetta dalla spiegazione di Elisa, il colloquio continuò sulla lite con Gianni,

se ne andò liberata da grossi pesi, era riuscita a parlare e ad essere capita, tornando con la metrò si trovò a pensare a quante cose si fanno per via della morale comune.

Tornata a casa preparò la cena, Luigi si presentò a tavola con dei pantaloncini di qualche anno fa, gli calzavano stretti e mostravano una evidente erezione:

-ti stanno piccoli, perché non li butti?

-hai ragione, ma sono solo per casa-

Mangiarono con gioia, dopo tanti giorni si respirava serenità in casa, Benedetta sistemò la cucina e si mise a lavare i piatti, quando aveva appena finito Luigi si avvicinò a lei:

-la cena era ottima, vorrei fare anch’io qualcosa per te-

Mentre lo diceva aveva appoggiato il suo pene eretto contro il suo fianco, abbracciandola dolcemente:

-cosa intendi per fare qualcosa?

-beh papà mi ha detto di prendermi cura di te-

-ah,così ha detto il bastardo?-

-mamma, per favore lascia perdere-

Benedetta si staccò da lui, ora erano l’uno di fronte all’altra, lei gli guardava il pene, stretto in quei pantaloncini attillati:

-togliteli, non ti si può guardare, li butti via-

-va bene mamma-

Luigi li abbassò alle caviglie, rilevando una grossa macchia sulle mutande grigie

-ma sono tutte bagnate! togli anche quelle!

Luigi obbedì facendo cadere anche quelle, ora aveva il pisello libero, la punta era bagnata e ricoperta dal suo liquido.

-Mi sa che bisogna fare qualcosa con lui-

Disse Benedetta mentre lo accarezzava, mise il pollice sul glande, lo roteò sopra, inzuppandosi il dito che portò alla bocca, inspirò profondamente quando ne percepì il gusto, si sedette su una sedia e iniziò a segare il cazzo, goccioline di liquido uscivano e colavano sulle dita, che prontamente finivano leccate e assaporate, l’altra mano scivolò giù a dare sollievo alla sua fighetta:

-dai che ti aiuto io-

In un attimo sfilò il vestitino leggero da casa, sotto non aveva l’intimo, e si trovò seduta a gambe aperte, con un dito medio dentro di lei, e lei che si prendeva cura di quel bel pisello, l’altra mano tormentava il clitoride, mentre Luigi le toccava i seni, tastandoli e stringendoli, un misto di piacere e leggera sofferenza, nessuno dei due parlava, i loro sguardi erano concentrati sul sesso dell’altro.

-mettine due dai- implorò Benedetta

Sentì l’indice farsi strada dentro di lei, allargarla ancora un po’, riempirla ancora un po’.

I minuti passavano mentre respiri profondi e rumori carichi di lussuria scandivano il tempo.

-Sto per venire- mormorò Luigi

-vieni, bagnami tutta, schizzami su tutto il corpo-

Serrò la presa sul pisello, frustandolo a dovere, lo tirò più vicino a sé, per non dare al pavimento quello che il suo corpo e la sua mente reclamavano, anche Benedetta era prossima all’orgasmo:

-più veloce anche tu dai-

Le dita iniziarono a stantuffarla velocemente, mentre sospiri veloci preannunciavano gli orgasmi

-ecco!- disse Luigi, mentre un istante dopo gli schizzi si riversarono sul corpo di Benedetta, il primo sulla guancia, il secondo su labbra e mento, altri sui seni, gli ultimi le imbiancarono la pancia, il profumo di sperma, e il calore come frustate sul suo corpo, la portarono al punto di non ritorno, il viso appagato di Luigi e il suo corpo imbrattato del suo sperma, le sue dita in lei, tutti questi ingredienti accesero la miccia di un orgasmo forte e spossante, bloccò la sua mano con le dita dentro di lei, mentre le contrazioni le stringevano, seguì un unico fiotto potente che schizzò dappertutto.

Si accasciò sulla sedia, lenti e profondi respiri cercavano di calmare il cuore pulsante, entrambi gli amanti si guardavano, lei si accarezzava la figa, lui raccoglieva il suo seme con le dita e glielo porgeva, Benedetta leccava avida, poi Luigi si inginocchiò e si mise a leccarla:

-aaaah, che fai?-

-ti assaggio-

La lingua percorreva le cosce alla ricerca del suo liquido, poi si attaccò alla figa, Benedetta mugolava raccogliendo lo sperma residuo sul suo corpo,a occhi chiusi si godette il trattamento,

poi disse:

-ora tocca a te-

Si sporse in avanti e prese in bocca il cazzo del figlio, succhiando ogni residuo, poi lo baciò risalendo sul suo corpo, finchè unirono le loro lingue in un bacio lascivo.

 

uriziern@gmail.com

Scrivete, se vi va!

 

 

 

 

 

 

 

 

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