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Racconti erotici sull'Incesto

Cambiamenti in famiglia

By 13 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Tornavo a casa, dopo più di due anni di assenza, dalla ferma di leva in marina.

Alla stazione mia sorella mi stava aspettando per portarmi a casa per le vacanze; ero partito a 17 anni, poco più che ragazzino si videro tornare un giovane uomo robusto come può esserlo un marinaio, diciannove anni, fisico asciutto e muscoloso, muscoli cresciuti a fatica, non da bambolotto palestrato, duri ed asciutti, in un corpo statuario, alto e coi capelli castani corti.

Mia sorella, ventunenne, molto alta, capelli neri lisci che le arrivavano al sedere, abbondante al punto giusto, occhi neri come il buio, ampi e luminosi, cosi’ penetranti da riuscire a distrarre lo sguardo da un petto sensazionale, una coppia di globi vellutati e sodi che insieme potevano funzionare da perfetto cuscino.

Mi afferrò la testa e mi scoccò un bacio sulle labbra che mi lasciò interdetto per un istante, dopodiché mi abbracciò forte ed io dovetti incurvarmi parecchio, nella presa, a causa di quelle tettone maestose.

Dopo canonici 5 minuti di domande assillanti e risposte confuse, dettate dalla quantità e dall’emozione del ritorno ci avviammo verso la station-vagon che ci avrebbe condotti a casa.

Mia madre conviveva da un certo tempo con altro uomo, di origine indiana, da dopo la morte di mio padre, tre anni fa. Oltre a lui, la famiglia aveva guadagnato un nuovo membro, sua figlia, appena diciottenne. Ero curiosissimo di conoscere Asha la mia nuova sorella.

Arrivammo a casa, dove saltai tra le braccia di mia madre, poco più bassa di me, bionda, con la pelle chiara ed insolitamente vellutata per la sua età: capelli lunghi ondulati, occhi azzurri e grandi, da felino; mi abbraccio e mi bacio le guance, stringendomi a se con calore e affettuosità, quasi commossa.

Poi toccò a Sati il convivente di mia madre, mi strinse la mano e si presentò, mi piacque da subito c’era in lui qualcosa di molto profondo, diffondeva pace e sicurezza. Un uomo alto e slanciato, dell’età di mia madre, con capelli scuri e lucidi abbastanza lunghi da essere raccolti un una corta coda, pelle scura tipica degli indiani ed un sorriso sincero ed accattivante.

Dopo i vari convenevoli di rito chiesi dove avrei potuto sistemarmi e mia sorella mi accompagno all’appartamento di sopra, nel quale vivevano lei e Asha, mi indico’ la mia stanza e poi scese al piano di sotto, mi spogliai ed entrai nel bagno.

Finita la doccia mi recai in camera per indossare un accappatoio e prendere lo spazzolino per lavarmi i denti.

Tornai nel bagno per completare la toeletta e, forse la stanchezza per il lungo viaggio o forse per la doccia rilassante entrai distratto ed urtai col bassoventre su qualcosa di sodo ed accogliente, era mia sorella chinata a slacciarsi una scarpa, che si voltò, ancora piegata, con una faccia stupita, ed io mi immobilizzai per l’imbarazzo.

Laura: -“Scusami, credevo che avessi finito, volevo fare una doccia anche io prima di cena”.

Ancora in imbarazzo rimasi a fissarle il culo che sembrava voler scoppiare da dentro gli slip neri, Mi sorrise per un istante e poi cambiò’ visuale, piegandosi ancora di più per osservare, tra le sue gambe allargate, l’oggetto che l’aveva urtata.

Intanto io ero ancora li, fisso, con lo spazzolino in una mano e l’asciugacapelli nell’altra, e l’accappatoio aperto che lasciava scoperto il mio pisello che si rizzò nell’arco di pochi secondi.

Laura: -“Hey, ma li sotto c’&egrave qualcosa che si muove”, disse, e senza aspettare si spostò indietro e si appoggiò al mio bacino, strofinandosi un poco.

Io mi ritrassi istintivamente e le dissi: -“Scusami Laura, ma sulla nave non capita spesso di assistere a certi spettacoli, e poi… la doccia calda… la stanchezza del viaggio”

Laura: -“No, rimani li fermo, già che ci siamo…”, e si sfilò velocemente gli slip, guardandomi con una strana luce negli occhi.

Tenne il reggiseno, che le conteneva le tette, aveva rasato i peli del pube a formare un cuoricino.

Sposto’ il sedere all’indietro fino a che la punta del mio cazzo non si poggiò con decisione tra le dolci natiche pallide, lo prese con una mano e se lo infilò nella vagina già un poco lubrificata, e lentamente se lo fece scivolare dentro.

Le uscì un gemito ed io rimasi li imbambolato, con le mani occupate dallo spazzolino ed il phon, a fissarla mentre si infilzava, china ad angolo retto, stantuffò un poco, appoggiando le mani al lavandino e chiuse gli occhi, assaporando ogni centimetro che le entrava ed usciva dalla vagina, io non connettevo più, non riuscivo a capire quello che stava succedendo, sembrava tutto così innaturale…, io li in piedi, stavo assaporando le tenere e calde carni di mia sorella, che si muoveva sempre più velocemente.

Presi a muovermi a ritmo, con le mani occupate, incosciente ed estasiato da quella sensazione di umido calore, fino a che non raggiunsi il culmine del piacere e la avvertii: “Levati, Laura, sto’ per venire, non resisto, togliti, presto….”

Ma lei, per tutta risposta spinse il culo all’infuori per essere penetrata il più profondamente possibile ed io le venni dentro.

Rimasi ad occhi chiusi e bocca aperta per alcuni interminabili secondi, dopodiché, Laura si sfilò dal mio cazzo ancora barzotto, si girò e, con le braccia al collo, mi baciò sulle labbra.

Laura: – “Bentornato fratellino”, mi disse fissandomi negli occhi, poi me lo asciugò lentamente con un asciugamano e mi spinse fuori dalla stanza chiudendomi la porta davanti.

Rimasi li impalato ancora un istante, con le mani ancora occupate e l’unica idea che ebbi in quel momento fu di controllare dal buco della serratura chi fosse quella splendida donna con cui avevo appena scopato, dentro, mia sorella Laura, si stava facendo un bid&egrave.

Tornai in camera e rimasi seduto, sguardo inebetito, sul letto, con ancora lo spazzolino e l’asciugacapelli in mano.

Continua’

Mi ripresi e cominciai a prepararmi per la cena, non sapevo come comportarmi, scesi al piano di sotto mentre Laura faceva la doccia.

Incontrai di nuovo mia madre e Sati, e questa volta con loro una splendida ragazza dai tratti orientali, con la pelle scura come il padre, ed i capelli neri lisci a formare un ampio caschetto. Ci presentarono.

Sati: -“Questa e’ mia figlia Asha, e’ tornata ora da scuola, spero facciate amicizia in fretta e che i vostri caratteri si incontrino, vorrei che foste dei buoni fratelli, e’ in Italia da poco tempo e non parla ancora molto bene la lingua”

Asha:- “Io, tanto piacere, molto contenta conoscerti”

Io:- “Sono felice di avere una nuova sorella carina come te”

A cena ci raggiunse anche Laura, che con Asha si sedettero di fronte a me, i genitori ai rispettivi posti a capotavola.

Laura aiutò Asha a raccontarsi a me, parlammo delle nostre vite e facemmo conoscenza, si comportava con entusiasmo, come se non fosse successo niente, poco prima, al piano di sopra, Asha era tutto un sorriso, appariva allegramente timida.

Alla fine della cena la coppia dei 2 capifamiglia ci salutò e si ritirò in camera da letto.

Noi tre figli rimanemmo un poco a parlare e poi ci incamminammo verso l’appartamento superiore.

Io e Asha chiacchierrammo ancora un po’ in camera mia, mentre Laura si lavava i denti e si cambiava per la notte, al suo ritorno fu il mio turno.

Per ultima toccò ad Asha, lasciando me e Laura finalmente da soli.

Io:- “Sono molto imbarazzato, non riesco a capacitarmi di quel che abbiamo fatto poco fa”

Laura:- “Di che sei preoccupato, prendo la pillola se &egrave questo il tuo dubbio”

Io: -“Ma Laura, non &egrave questo il punto, io e te siamo fratelli, &egrave una cosa….”

Laura:-“…immorale?”,- aspettò un attimo ed aggiunse -“Per come la vedo io &egrave stato solo un piacevole atto d’amore, tu ne avevi bisogno ed io ne avevo voglia, siamo maggiorenni e vaccinati, ci siamo solo dati piacere, non ci vedo niente di male, spero che tu capisca”

Io:- “Non so…, mi sento confuso…, mi hai spiazzato”

Laura: -“Ti impressioni facilmente, non l’avrei detto da un marinaio”

Eravamo sdraiati sul mio lettone, viso a viso, e ci guardavamo negli occhi, quando alzò piano la gamba fino a strofinarmi il pacco.

Laura: -“E poi non dirmi che non ti &egrave piaciuto, a giudicare da quello che sento, a lui, piacerebbe averne un’altra dose”

In quel momento entrò Asha, Laura ritirò la gamba dal mio uccello di nuovo duro, Asha si piazzo in piedi vicino al letto, sembrava aspettasse qualcosa.

Laura le disse qualcosa in una lingua che non capii e Asha salì sul letto insieme a noi e si piazzo’ in ginocchio tra le nostre gambe, Laura mi abbassò rapidamente gli slip e ne balzò fuori la mia asta ormai rigida; istintivamente portai le mani all’inguine, come per proteggermi, ma Laura le tolse decisa, rimasi bloccato a pancia all’aria, con Laura che mi teneva i polsi, disse qualcos’altro a Asha, sempre in quella strana lingua.

Asha si chinò guardandomi in viso, afferrò delicatamente la mia asta alla base e ne baciò la cappella, ebbi un sussulto di piacere, Asha ne fu contenta e subito abbassò la testa ad ingoiare metà del mio arnese, si ritirò su lentamente fino a dare un altro bacio sul glande paonazzo, tolse la mano e si sistemò, allargandole, in mezzo alle mie gambe, di nuovo in ginocchio, poggiò le mani sul materasso, ai lati del mio bacino e si rituffò sul cazzo, ingoiandolo tutto fino alla base senza aiutarsi con le mani, succhiò e risucchiò, io ero in estasi, mia sorella mollò la presa e si alzò in piedi cominciando a spogliarsi davanti a me.

Si tolse dapprima l’innocente camicetta da notte, poi gli slip ed infine sganciò il reggiseno, con una lentezza particolare, era ben consapevole che 2 tette come le sue non sono affatto comuni, sgusciò dapprima il seno sinistro, maestoso e gonfio, con un capezzolo grande quanto un biscotto, e poi il gemello destro.

Alla visione della coppia ebbi uno spasmo al pene, l’eccitazione era tantissima ed io non riuscivo già più a trattenermi.

Prontamente Asha portò la mano a stringere la base del pene bloccando l’eiaculazione ed interruppe qualsiasi movimento.

Mi guardò con una buffa espressione di disappunto e poi si voltò verso Laura e ne risero un po’.

Laura tornò a sdraiarsi al mio fianco nuda, afferrò il cazzo con la mano, prendendo il posto di Asha e mi coprì la bocca con la sua, in un lungo e bagnato bacio, nel frattempo Asha si liberava del pigiama e tornava ad occupare la sua posizione.

Asha aveva 2 perfette tettine a coppa di champagne e l’inguine completamente rasato.

La lingua di Laura si intrecciava alla mia e ne potevo gustare il fresco sapore alla menta del dentifricio, senza staccarsi dalla mia bocca si posizionò cavalcioni su di me, sentii il peso delle sue tettone sul mio petto, Asha intanto mi leccava l’asta dal basso alla punta menando lentamente di tanto in tanto con la mano; Laura poggiò il cuoricino disegnato sul suo pube all mio, e Asha appoggiò il mio pisello per lungo tra le natiche di Laura e continuò a leccare.

Laura roteava la lingua sulla mia, si sollevò un poco e fece gocciolare un filo di saliva dalla sua lingua alla mia poi tornò a baciarmi.

Restammo così per qualche minuto e poi Laura si alzo di scatto e mi baciò sulle labbra.

Si rivolse a Asha e le disse qualcosa, poi si girò dandomi la schiena, si abbassò piano sull’asta, ma incontrai una strana resistenza, si stava impalando nel culo, intanto Asha le leccava il buchino per lubrificare bene, alla fine le entrai dentro. Non mi ero mai fatto un culo e questa prima penetrazione mi aprì le porte di un nuovo modo di provare piacere, quello stretto pertugio bollente trasmetteva delle sensazioni sublimi, mi sembrava che il mio uccello si fosse ingigantito, era meraviglioso.

Dopo aver abituato il buco alla presenza ingombrante del mio pisello con due affondi ben assestati si abbassò su di me, sdraiandosi di schiena sul mio petto.

Le afferrai le enormi tette e presi a pizzicare i capezzoli, Asha, cominciò a leccarle la figa, carezzandole il clitoride con un le dita, lo pizzicava e stringeva, intrufolava la lingua all’interno delle grandi e piccole labbra, leccando con maestria l’interno rosa della passera di mia sorella, mentre io cominciavo a muovermi dentro il suo budello incandescente.

Ora Asha infilò un dito dentro alla vagina, premendo verso l’alto, alla ricerca del punto G, leccandole quel fiore profumato che &egrave la sua vagina e scendendo a tratti a leccare il mio palo che affondava nel retto con foga sempre maggiore, attenta a premere nei punti giusti la base del pene appena avvertiva i segni di un imminente sborrata.

Prolungammo questa meravigliosa inculata fino a che la posizione ce lo permise, ma nel desiderio di sbattermela più forte le costrinsi a cambiare posizione, Laura si mise alla pecorina ed io le affondai il cazzo nella figa ben lubrificata e cominciai a fottere con energia, pastrugnandole le tette da dietro, Asha si incuneò sotto di lei a leccare il clitoride ed il mio pisello al nostro stesso ritmo, ingoiando le dolci lacrime di miele femminile che colavano e con entrambe le mani mi accarezzava le palle.

Non resistetti più, “Sto venendo… Laura… eccomi, sto per venire….”

Laura si staccò da me e presolo con la mano da in mezzo alle sue gambe lo indirizzò sulle labbra di Asha che si alzò leggermente, appoggiandosi sui gomiti e buttando la testa all’indietro, per accoglierlo spalancando la bocca.

Mi abbandonai alla loro abilità, poggiai le mani sulle chiappe di Laura, stringendole con energia, mentre lei spingeva la punta del mio cazzo nella bocca di Asha.

Laura: -“Fottila, dai, fottile la gola”

Cominciai a spingere, scopai quella giovane donna in bocca come fosse una vagina, i testicoli le sbattevano sugli occhi e sul naso e Asha ebbe qualche conato di vomito.

Continuai a scoparla in bocca, sicuro che questo fosse quello che si aspettavano da me, Laura, nel frattempo le sditalinava rapidamente il clitoride, masturbandosi anche essa, io presi la testa di Asha tra le mani e le diedi l’ultimo affondo che la innondò di sperma direttamente in gola. Fu davvero fantastica, ingoiò tutto respingendo i conati che le salivano dallo stomaco, Laura la guardava con sguardo orgoglioso.

Uscii da quella bocca, Asha ingoiò le ultime gocce che le erano rimaste in bocca e tossì, aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo, poi guardò Laura.

Laura: -“Brava Asha, sei stata fantastica” le disse in italiano e si giro’ a baciarla sulla bocca, leccandole via dal viso le ultime tracce di sperma per poi condividerle succhiandosi le lingue.

Io rimasi li inginocchiato a godermi la scena, continuando a masturbarmi il pene sazio, ormai a mezz’asta, si baciavano e si toccavano le tette, mi avvicinai ed infilai il cazzo in mezzo alle 2 bocche, rapidamente me lo ripulirono.

Ci addormentammo nudi abbracciati sul letto.

Continua’

Nella notte sogniai tette enormi, culetti rotondi e fighette depilate, immagini che mi girarono in testa fino al mattino, l’ultima immagine onirica che ricordo era la bella Asha impegnata in un prodigioso pompino; un sogno veramente realistico, troppo realistico; mentre mi svegliavo ero preda di strane sensazioni, sicuramente eccitato, confuso, poi aprendo gli occhi mi apparve l’immagine sfocata di una testa che si muoveva delicatamente in su e in giù sul mio bacino ed allora cominciai a capire.

Il piu’ bel risveglio della mia vita, Asha mi stava svegliando succhiandomi il pisello, un rantolo di piacere mi sfuggì dalla bocca, Asha alzò gli occhi e vide che mi ero svegliato, si sollevo’ continuando a masturbarmi e mi saluto’:

Asha:- ‘Buon giorno’

Poi mi sorrise e tornò al lavoro, succhiando con piu’ foga, era già vestita e pronta per uscire, cercai Laura intorno nella stanza, non c’era, mi rilassai, chiusi gli occhi e mi abbandonai al piacere di quel pompino del buon risveglio.

Asha non risparmiava fatica, era impegnatissima, saliva calda colava dalla sua bocca, lungo l’asta e scendeva sui testicoli, non resistetti a lungo, Asha se ne accorse appena in tempo, si stacco da me e mi masturbò a gran velocità, con il viso sopra alla cappella, guardandomi negli occhi, venni e le imbrattai tutta la faccia, Asha tese bene la pelle del mio membro, per permettermi di schizzare al meglio.

Quando mi vide crollare di piacere si leccò dapprima la labbra e poi scese a pulirmi per bene il pene con la lingua, rialzandosi si accorse che uno schizzo le aveva macchiato la minigonna.

Asha: ‘Uffa, questo mi scappato, oggi volevo andare scuola con questo vestito, ora devo pulire, e non ancora fatto colazione. Spero tua crema mi sazia fino a intervallo’

Si sfilò la mini e andò in bagno, comodamente sdraiato potevo guardarla mentre si dava da fare sul lavandino con del borotalco; dovevo pisciare e così mi alzai.

Io: ‘Ti dispiace se uso il bagno?’
Asha: ‘Solo se io posso aiutare’
Le sorrisi.

Poggiò la mini sul mobile, si mise al mio fianco e indirizzò il getto dentro la tazza, la circondai con il braccio e lasciai fare a lei, ma mentre orinavo mi stuzzicava il filetto con l’indice, al che il mio pisello reagì indurendosi di nuovo, la situazione diventò pericolosa, di li a poco avrei cominciato a schizzare ovunque tranne che dentro la tazza, Asha si mise a ridere e mi costrinse a piegarmi in avanti in una posizione molto ridicola, mentre lei mirava io dovetti appoggiare le mani al muro.

Asha continuava a ridere ed alla fine disse ‘Siamo pari con macchia su vestito’

Finito di orinare, Asha mi baciò velocemente sulle labbra e mi salutò ‘A dopo, ciao, io andare’, spazzolò via l’eccesso di borotalco ma la macchia si vedeva ancora, glielo feci notare ‘Guarda che si vede ancora, dovresti cambiare gonna’.

Asha ‘Non più tempo, io vado, se chiedono io dico che &egrave macchia di sboro’ e rise, poi uscì.

Mi vestii con calma e scesi al piano di sotto per fare colazione. In cucina c’era Alba, mia madre.
Non sapevo che dire, mia madre mi guardò in faccia e sorridendo mi disse ‘Ti preparo uno zabaione, che ti tira su’
Rimasi basito ma accettai lo zabaione.
Alba:- ‘Non dire niente, non serve che nascondi come avete passato la notte’

Mi porse la tazza con lo zabaione e si appoggiò al lavabo.

Alba:- ‘Vorrei solo farti capire che il tempo passa, le persone cambiano’ se la cosa per te &egrave un problema lo &egrave anche per noi’

Io:- ‘Non so cosa dirti mamma, sono solo molto impressionato’

Alba :- ‘Sai, Satinderjit e Asha hanno un concetto di libertà sessuale molto esteso, spero che la cosa non ti preoccupi’

Io:- ‘No, no, non mi preoccupo affatto, &egrave solo che non sono abituato a questo genere di libertà’

Alba :- ‘Sati disegna arredamenti per una grande azienda e guadagna bene, se ti va potrebbe trovarti un lavoro da lui, ma se preferisci ci sarebbe un posto in una filiale a Follonica’ se preferisci allontanarti’

Io: ‘Follonica?’

Alba:- ‘Se non hai nulla in programma per oggi pomeriggio potresti andarlo a trovare in ditta così vedi il posto, ci lavora anche Laura”

Io: “Si, mi sa che vado a trovarli, non ho programmi per oggi”

Alba: “Questa sera io e Sati abbiamo ospiti quì a casa, se non ti scoccia, tu e Laura potreste andare al cine”

Io: “Bella idea, ma mi sembra che ci vuoi fuori dalle scatole”

Alba: “E’ proprio così, non te la prendere”

Nel pomeriggio passai nei vecchi posti che frequentavo con gli amici ma non trovai nessuno, così, dopo un McBacon andai a trovare Laura e Sati alla sede dell’azienda, mi presentai alla segretaria all’ingresso e quella avvisò per telefono mia sorella della mia visita. Passati pochi minuti eccola arrivare elegantissima.

Mi fece visitare tutta la struttura spiegandomi questo e quell’altro con molta passione, alla fine del tour andammo nell’ufficio di Sati.

Bussò.

Saty:”Avanti”

Entrammo, Sati, in piedi accanto alla scrivania si stava congedando da una coppia di giapponesi, dei clienti, ma quando entrammo si premurò di presentarmi.

Saty: “Questo giovanotto &egrave il mio figliastro, tornato da poco dal servizio militare, Paolo, ti presento i coniugi Mikaku, amici di famiglia ed affezionati clienti”

Mi inchinai rispettoso, strinsi la mano all’uomo, pelato e bassino che mi trattenne la mano un po’ più a lungo del normale sorridendo a tutta faccia, poi mi inchinai alla donna e le accennai un baciamano, elegantissima e signorile, mi sorrise inclinando la testa e per tutta la durata della conversazione non mi staccò gli occhi di dosso.

Mentre Sati li accompagnava di fuori Laura mi sussurro’: “Mi sa che hai fatto colpo”

Io: “Sarà come dici, ma gli ometti bassi e pelati non sono il mio tipo” scherzai

Laura: “Scemo!, la moglie non ti staccava gli occhi di dosso, l’ho vista anche esaminarti la patta dei pantaloni di soppiatto, quella ti si vuole fare, credimi”

Io: “Con quel popò di marito? Ne sei sicura?” scherzai ancora.

Sati tornò e parlammo un po’ dell’azienda, mi chiese se mi interessava lavorare li con lui ma decisi di prendermi un po’ di tempo per decidere, intanto si fece una certa ora e Laura propose di uscire un po’ prima per quel cinema di cui si era parlato, Sati acconsenti.

Cenammo ad un cinese, e Laura non si risparmiò commentini sui vari dipendenti che lavoravano con lei poi si andò al multisala.

Scegliemmo il film e ci accomodammo, la sala era abbastanza vuota, forse era presto; comunque ci rilassammo sulle poltroncine per dei bei 20 minuti, ma il film non era poi un gran che.

Ad un tratto Laura sembrò trasalire e tirò fuori il cellulare che le vibrava nella borsetta, non uscì dalla sala come buona educazione insegna, nelle vicinanze c’era solo una persona due file più indietro, parlò piano, era la mamma, io continuai a seguire il noioso film sullo schermo ma Laura mi guardava sorridendo, avrei detto che mi stava prendendo in giro, mah!

Finito di parlare riinfilò il cellulare in borsetta e mi si appoggiò addosso, dopo qualche secondo sentii la sua mano appoggiarsi alla mia coscia, trovai la cosa eccitante e stetti al gioco, piano piano risalì fino alla patta, strofinò a lungo la superficie del pantalone, l’organo rinchiuso all’interno si irrigidì fino a farmi male, costretto dagli slip in una posizione non proprio comoda. Mi mossi come potevo sulla poltroncina cercando una posizione più comoda fino a che Laura mi sbottonò i pantaloni e lo tirò fuori.

Ero imbarazzato, l’ometto dietro di noi avrebbe potuto accorgersi delle nostre manovre, cercai quindi di restare impassibile per non destare sospetti e mi godetti la lenta sega che mi stava facendo mia sorella.

La sua mano tiepida saliva e scendeva sull’asta rigida, io socchiusi gli occhi per godermi meglio quelle carezze speciali poi, preso da un pensiero cercai in tasca un fazzoletto, per poter venire senza imbrattarmi i pantaloni, Laura scrutava i miei movimenti cercando di capire cosa cercavo, alla fine le porsi il fazzoletto.

Laura lo prese abbandonando il cazzo teso, ridacchiò e ci si soffiò il naso, poi se lo mise in borsetta, si liberò del giacchino e noncurante dello spettatore alle nostre spalle si chinò ad ingoiarmi la cappella, ero spaventato, l’uomo di dietro avrebbe sicuramente visto tutto, mi paralizzai.

Succhiava e leccava, e la sua testa andava su e giù, il bracciolo che ci separava rendeva i suoi movimenti goffi ed evidenti, le dissi “C’e’ una persona dietro di noi, ci avrà visti di sicuro”

Per tutta risposta Laura si alzò a guardarlo, io impallidii, poi gli mandò un bacio soffiando sulla mano, io chinai la testa coprendomi la fronte nell’imbarazzo più totale, avrei voluto essere ingoiato dal seggiolino.

Quando si voltò di nuovo verso di me le dissi “Ma sei rincoglionita? Che cazzo fai?”

Laura: “Mettiti a posto, vado in bagno”

Non capivo, mi aveva lasciato a metà di un pompino con il cazzo duro come un sasso e pretendeva che lo mettessi via mentre lei se ne andava in bagno. Feci quello che potevo, mi sistemai alla meglio e cercai di concentrarmi sul film.

Eccola di ritorno, ora mi deve spiegare. Si avvicinava lentamente, nella semioscurità, arrivò alla nostra fila e la superò, “ma dove cazzo va?”, pensai “Non ha visto che sono quì?”, mi girai e la vidi sedersi accanto all’uomo di dietro. Lui aveva lo sguardo attonito e lei si accomodò al suo fianco fissando lo schermo. Gli appoggiò la testa sulla spalla e poco dopo la mano scivolò sulla sua coscia, a quel punto l’uomo mi guardò inebetito, io non sapevo che pesci pigliare, anche Laura mi guardò, poi la vidi scomparire accucciandosi sul suo addome, l’uomo apprezzò, scivolando sul seggiolino fino ad appoggiare la testa allo schienale, completamente stravaccato. La testa di Laura sbucava ritmicamente, poi la vidi sollevarsi e sparire accucciata tra le sue ginocchia, dovevo intervenire.

Mi alzai e raggiunsi la loro fila, l’uomo mi vide e si spaventò, fece per ritirarsi ma Laura non lo lasciò andare, mi guardò e con ancora il cazzo in bocca batt&egrave con la mano sul posto accanto all’uomo, mi invitava a sedermi; lo feci.

La guardavo pompare su quel cazzo lungo e sottile ad occhi chiusi e la cosa aggravò la mia erezione. Poi si staccò un attimo, ma solo per abbassare le spalline, non portava il reggiseno e così mise in mostra le sue belle tette enormi.

L’uomo non credeva ai suoi occhi e non aspettò un attimo per palpare e stringere quei due globi sodi e pieni, Laura lo lasciò giocare per un po’, poi se ne riapproprio, li strinse l’uno all’altro, li tirò su e si succhiò i capezzoli, poi, dopo averli pastruggnati un pochino se li allargò per poi riserrarli sull’asta umida dell’anonimo amante occasionale. Fece colare della saliva sulla cappella per lubrificare e poi cominciò una lenta sega con le tette. L’uomo impazziva di piacere, mentre lo lavorava mi guardò con occhi languidi di piacere, poi chinò la testa ed ogni volta che il glande lucido sbucava da in mezzo alle morbide tettone lei lo inghiottiva o lo leccava.

L’uomo prese a muovere freneticamente il bacino fra le sue tette mentre con le mani le sforzava la testa sul cazzo, stava per venire, lei smise di stringere la presa delle mammelle e afferrò quel tronco con la mano iniziando a masturbarlo velocemente, indirizzò la punta sulla lingua che aveva allungato fuori dalla bocca spalancata, le usci un sommesso rantolo che probabilemnte fu udito dai più vicini, poi l’uomo venne; le imbrattò la lingua e la faccia, Laura si diresse gli ultimi schizzi sulle tette e quando l’uomo si tranquillizzò lei si strofinò il cazzo sui seni, poi pulì tutto con cura usando il mio fazzoletto.

Gettò il fazzoletto e si riaggiustò il vestito per coprire il petto e poi si alzò, e senza dire niente al fortunato complice mi prese per mano per raggiungere i nostri posti di prima.

Scoppiavo dalla voglia, la scena mi aveva eccitato terribilmente, mi aspettavo qualcosa, invece restò appoggiata alla mia spalla fino alla fine del film che non riuscii a seguire, avevo tutt’altro per la testa.

Tentai di portarle la mano sul mio pisello rovente senza risultato, all’uscita dal cinema mi disse “Torniamo a casa, c’e’ una sorpresina per te”

continua…

Salimmo in macchina, guidava Laura, io le chiesi:

Io: ‘di che sorpresa parli?’

Laura: ‘siamo invitati ad una festa, a casa dei Mikaku’

Io: ‘Diamine, non sono proprio in grado di andare ad una festa, scusa se te lo dico, ma ho i coglioni che mi scoppiano, e la responsabilità &egrave tua’

Laura: ‘Ormai dobbiamo andare, mamma dice che non puoi non mancare’

Intanto, mentre guidava strofinava il mio cilindretto di marmo da sopra i pantaloni, stavo davvero soffrendo, Laura lo tirò fuori abilmente con la mano libera sempre attenta alla strada e lo massaggiò lentissimamente, si dimostrava così un’ottima pilota.

Mi godetti quelle carezze per lunghi minuti, poi Laura rallentò e parcheggiò davanti ad un palazzo, abbandonandomi per tutta la manovra, mi aggiustai e scendemmo.

Laura suona il campanello, ‘si, chi &egrave?’

Laura: ‘Sono Laura con mio fratello Paolo’

citofono: ‘Siete attesi, ultimo piano’

Arrivati al piano, un uomo sull’uscio ci invitò ad entrare.

All’interno il signor Mikaku e signora ci accolsero affabilmente, di dietro, un po’ in disparte un ometto magrolino con capelli e barba molto lunghi, accanto a lui una simpatica bionda di circa 20 anni un po’ cicciottella ci sorrise.

Sig. Mikaku: ‘Io avere ottimo affare da proporre a signor Paolo, prego, sedere’

Ci sedemmo tutti, tranne il cameriere, il barbuto e la cicciottella.

Sig. Mikaku: ‘Perdoni me e mia signora per disagio di mia proposta, io e signora Mikaku appassionati di riprese artistiche, noi pregare signor Paolo di acconsentire di fare un breve videofilmato, io proporre una cifra molto ghiotta’

Io: ‘er… cio&egrave…, non capisco, che genere di filmato sarebbe a dire?’

Sig. Mikaku: ‘Io propongo cifra di 5.000 ‘uro per pochi minuti di filmato, lei piace molto a mia signora, noi vorrebbe avere buon ricordo di giovane signor Paolo, chiedo questa grande cortesia’

Io: ‘Cazz… PITA!!!, si sono una bella cifra, grazie, ma non ho ben capito cosa volete da me’

Sig. Mikaku: ‘Signora Mikaku desidera guardare signor Paolo mentre riceve piacere da molto bella donna anche lei qui, se lei vuole copia di videocassetta rimane a lei, originale a me, Signor Dario Dissegni &egrave addetto a riprese e bella donna a suo fianco &egrave Sonia, moglie di signor Dissegni’

Pensai, sarà anche cicciottella, ma ho così tanta voglia di scopare che me la farei gratis, tralaltro 5000 ‘uro sono una cifra degna di essere valutata

Laura: ‘5000 ‘uro sono una bella cifra, pensaci’

Io: ‘Va bene, ci stò, ditemi cosa devo fare, e vorrei che Laura rimanesse’

Laura: ‘Sarei rimasta comunque’

Signor Mikaku: ‘tu solo seguire noi in stanza da letto e sdraiare, unico obbligo &egrave avvertire in momento di orgasmo’

Il tecnico della telecamera si diresse in una stanza li vicino, seguito da Sonia e dal cameriere, ci alzammo anche noi, e li seguimmo, la signora Mikaku si tolse il kimono, ripresa dalla telecamera e nuda si sedette sulle ginocchia nel modo dei giapponesi sui cuscini del letto, di fronte a noi, io mi spogliai a mia volta, mi invitò a sedermi dandole le spalle, quindi, sfilò un velo da sotto il cuscino e mi bendò.

Mi fece sdraiare a pancia all’aria, poggiando la testa tra le sue gambe, scese e mi baciò la bocca, poi avvertii un caldo bacio sulla cappella, ed una mano cominciò a masturbarmi ‘ci sa fare la panzona’, pensai, mentre la signora Mikaku mi passava la lingua sul viso.

Una dopo l’altra sentivo le sue tette strofinarmi la faccia, il profumo della sua pelle mi mandava in estasi, mentre un’abile bocca sembrava volermi far uscire l’anima dal cazzo, sentivo la calda saliva colarmi sulle palle, la bocca si sfilava dal membro eretto e una lingua bollente lambiva quelle goccioline, sembrava che non volesse sprecare nulla’

Venivo baciato avidamente sulla bocca, abbandonato sul letto, il pene non era mai stato così duro, faceva quasi male, ma godevo

In un istante venni destato, qualcuno mi aveva strappato via la benda, inebetito dall’estasi ci misi un po’ a focalizzare la situazione, vidi la telecamera inquadrarmi, Sonia, di spalle inginocchiata ai piedi di un uomo gli stava facendo un pompino, il signor Mikaku, seduto su una poltrona guidava la testa di un’altra donna impegnata a sbocchinarglielo, Laura serviva lo stesso trattamento al cameriere

Non capivo, stordito non riuscivo a capire cosa non quadrasse, se Sonia era impegnata con quell’uomo chi… focalizzai bene la donna che mi stava succhiando, la testa bionda si sollevo: ‘MAMMA!!!!’

Ma che cazzo….

Mi irrigidii, ‘MAMMA, MA COSA STA’ SUCCEDENDO’

Alba: ‘Calmati Paolo, goditi le coccole di mamma, non aver paura’

Io: ‘No, mamma, davanti a tutti, con mia madre, non si può’

Laura si girò e si mise a ridere, gli altri seguirono

Ormai del tutta persa l’erezione mi guardai attorno, Sonia era inginocchiata davanti a Saty e Asha spompinava il signor Mikaku, c’erano tutti.

Mi feci cadere con la testa all’indietro, tra le cosce della signora Mikaku, mia madre mi si arrampicò addosso, strofinando il suo corpo sul mio.

Le sue tette mi percorsero tutto il busto ed alla fine appoggiò la bocca sulle mie labbra, volevo piangere, non mi ero mai sentito così turbato.

Alba: ‘Lasciati andare Paolo, lascia che la mamma si prenda cura del suo cucciolo, fammi contenta, vedrai sarà bello’

Lacrime scesero dai miei occhi, mia mamma me le leccò con appassionata lentezza, provai un brivido che fece smuovere il mio uccello ormai molle.

Mamma se ne accorse e decisa scese a strofinare le tette sul pisello, mi arresi.

Guardai mamma mentre si stringeva il cazzo fra le tette, fissandomi con uno sguardo felino, in quel momento non era mia madre, era solo una femmina eccitata.

Vergognosamente l’uccello era tornato in tiro, tutti si avvicinarono al letto, mentre Alba, mia madre, continuava a farmi una sega con le tette, succhiando la cappella nonappena sgusciava dal mezzo.

Laura si staccò dall’uccello del cameriere e lo avvicinò al culo di mia madre, diresse la punta sulla figa e la fece penetrare, mamma trasalì di piacere e prese a spompinarmi velocemente, sembrava volerlo mangiare, Laura massaggiava ora le palle dell’uomo.

Volsi lo sguardo ad Asha, la vidi mentre cavalcava a gambe spalancate, di schiena il signor Mikaku, seduto sulla poltrona, vedevo quel piccolo uccello entrare ed uscire dalla sua figa depilata, mentre entrambi mi fissavano estasiati.

Saty, in piedi, sfondava con abilità Silvia, seduta su un tavolo, che, a occhi chiusi emetteva dei gridolini ogni volta che il mastodontico pene del mio patrigno le affondava dentro.

L’odore del sesso riempiva la stanza, ora mia madre si solleva da me, l’uomo dietro si stacca da lei con un umido ‘POP’, lei mi si mette sopra a pecorina, e si abbassa sul mio cazzo, il cameriere sale sul letto ed, aspettato qualche secondo la penetra nel culo.

Attraverso il sottile budello che separa l’utero dall’intestino sentivo la rigida intrusione in quel corpo che mi ha dato alla luce, pene contro pene, stavo scopando mia madre in coppia con uno sconosciuto.

Non resistetti molto, da sotto guardavo dondolare le tette di Alba, mentre con sguardo perso nel vuoto si muoveva sui nostri cazzi, goccioline di sudore le colavano dalle tempie, lungo il collo per poi raggrupparsi attraverso il torace, fin sulle tette per poi colarmi addosso, profumo di donna, il profumo di mamma.

Io: ‘stò per venire’, dissi con un filo di voce, ‘stò per venire’ ripetei con più voce.

Subito allertati, il cameriere scese dal letto, mia madre si sfilò dal mio cazzo e scese anch’essa, raggiunse il centro della stanza, Laura mi trascino di fronte a lei che intanto si era seduta in ginocchio con la bocca spalancata e la lingua di fuori.

Laura mi masturbava velocemente, mia madre mi leccava la cappella e le palle.

Venni come non mai, nella bocca spalancata di mia madre, schizzi bianchi a raffica le solcavano il viso dalla fronte fino sugli occhi, le riempii la gola.

Spossato mi allontanai, mentre mia madre si faceva inquadrare la lingua strapiena di sperma, serrava le labbra per poi riaprire la bocca compretamente asciutta, leccandosi poi le ultime goccioline, attenta a non togliersi dagli occhi quella fastidiosa crema.

Subito si presentò anche il cameriere, Saty e il signor Mikaku si misero in cerchio, Laura masturbava Saty, Asha e la signora Mikaku masturbavano il signor Mikaku, Sonia accontentava pure Dario il cameraman, massaggiandogli la patta chiusa dei pantaloni.

Alba succhiava il randello del cameriere con foga fino a che anch’egli non le sborrò sul viso ed in bocca, subito dopo toccò anche a Saty, mia madre aveva la faccia bianca di sperma.

Per ultimo toccò anche al signor Mikaku, tutti vennero nella bocca di mia madre, la quale ingoiava sapientemente il tutto a favore di telecamera.

Tutti gli uomini abbandonarono la scena, mentre le donne leccavano la faccia di Alba, a turno la baciavano in bocca, passandosi il prezioso seme. Alla fine tutto il liquido seminale fu raccolto nella bocca di mia madre che ci giocò un poco con la lingua e poi lo ingoiò, inquadrata in primo piano.

Alla fine applaudirono tutti, me e mia madre, la quale ringrazio con un inchino, mio padre la raggiunse baciandola.

Laura raggiunse me e mi baciò, la sua bocca sapeva di aspro, rimasi un po’ disgustato ma mi sentivo leggero ed entusiasta di quella serata morbosa, la lingua di mia sorella mi girava tra i denti, si staccò e mi disse: ‘Bravo!’

continua?

Zabrini@email.it

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