Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

CHLOE

By 2 Maggio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Il culo della nonna.

Mia madre con la quale ho un rapporto incestuoso già da qualche anno, mi prega di andare a casa di Chloe (&egrave il nome di mia nonna) e di soddisfare le esigenze della vegliarda. (Per capire il perché della richiesta vi rimando al racconto: – La soluzione al mio problema &egrave in casa ‘ cap 4 -) Dopo un’ora sono davanti all’ingresso della villa di mia nonna. Il cancello &egrave aperto. &egrave come ha detto mia madre. Mi sta aspettando. Entro e, senza scendere dalla moto, con un calcio chiudo il cancello. Per le prossime ore non voglio essere disturbato. Arrivo davanti alla porta, scendo dalla moto e mi avvicino. Anche questa &egrave aperta. La casa &egrave in silenzio. Una voce mi raggiunge.
‘Gino, sei tu?’
‘Si, nonna; dove sei?’
‘Sono nel salone. Ti sto aspettando. Raggiungimi.’
Conosco la strada. Un minuto dopo sono nel salone. &egrave enorme (saranno un 40-45 m2 ed &egrave tutto illuminato. Lei &egrave lì, distesa nuda, sul tavolo. &egrave a pancia sotto ed ha le tette che sporgono dal bordo del tavolo. Sono enormi. Ho sempre saputo che le sue gemelle sono grosse ma non credevo fossero anche cosi belle e cosi ben fatte. Sembrano due campane che aspettano di essere suonate. Lei mi sta guardando e i suoi occhi stanno sorridendo. Ha le mani appoggiate sul bordo del tavolo e tiene sollevato il busto. I biondi capelli le cascano sulle spalle. Ha le cosce allargate e le gambe alzate e con ai piedi scarpe di pelle lucida e di colore rosso. Sono incantato.
‘Va bene così? Ti piace quello che stai vedendo? Non restare lì fermo come un palo. A proposito, tiralo fuori ed avvicinati. Fammelo vedere. Credo, da quel poco che ho visto a casa tua, che tu abbia un grosso ariete fra le gambe ed &egrave quello di cui la tua nonnina ha bisogno.’
&egrave una tigre pronta a spiccare il salto per aggredire la sua preda. &egrave fantastica e merita che venga immortalata. Metto mano al portatile e le scatto una serie di fotografie che mi premunisco di inviare a mia madre.
‘Cosa fai? Mi scatti le foto? Vuoi avere un ricordo della mia carrozzeria? Quando ti decidi a farmi vedere il tuo pistone?’

‘Dopo nonna, dopo; ora mi interessa immortalarti.’
‘Non vorrai mica pubblicarle?’
‘No, stai tranquilla? Le mostrerò solo a tua nuora e le invierò a tuo figlio per fargli vedere a cosa ha rinunciato. Sai le seghe che si tirerà nel vedere sua madre nuda?’
‘Tua madre ti ha parlato del mio problema? Tuo padre completamente nuda non mi ha mai visto. Io lo provocavo dandogli in visione parti del mio corpo ed ogni volta correva in bagno a scaricarsi. Non ha mai tentato. La paura di commettere un insano gesto lo frenava. Lo capisco. Ero sua madre. Io invece avrei dovuto osare di più. Fare come ha fatto tua madre. Ti ha preso e ti ha portato a letto. Anche per me c’&egrave stata paura. Era pur sempre mio figlio. Oggi quando ti ho visto pompare il tuo pistone nel ventre di tua madre mi sono detta che sono stata una cretina, anch’io potevo farlo. Ne ho parlato con tua madre e lei mi ha dato un suggerimento. Raggiungere tuo padre, mio figlio, e fare quello che lei ha fatto con te. Mi ha convinta. Le ho chiesto se ti mandava a casa mia per darmi una spinta a realizzare il mio desiderio. Ed eccoti qui. Sei pronto a fare con me quello che tua madre ha fatto con te?’
‘Nonna, non era solo tuo figlio a tirarsi le seghe quando ti vedeva. Fin da quando ho cominciato ad apprezzare il corpo femminile tu sei stata la donna, insieme a mia madre, che popolava i miei sogni erotici. Sapessi quante seghe mi sono fatto pensando a te. Ed eccomi qui pronto ad aiutarti ad entrare nel letto di tuo figlio. Quando avremo finito ovvero quanto ti sentirai soddisfatta e sazia delle mie prestazioni, l’incesto ti sembrerà essere una fiaba bella da viverla.’
Intanto le giro intorno senza smettere di scattare foto. Arrivo dietro ed uno spettacolo molto più eccitante di quello che ho visto prima standole davanti si presenta ai miei occhi. Come ho detto ha le cosce allargate e le gambe piegate contro di esse. &egrave qualcosa da far uscire di testa il più refrattario degli uomini; si vede il suo inguine nascosto da una folta foresta di peli ricci ed ispidi tra i quali splende il rosso violaceo dell’ingresso della sua polposa vagina sopra alla quale si vede il grinzoso sfintere del suo buco del culo. &egrave un occasione da non perdere. In un battere di ciglia sono nudo ed ho il cazzo adagiato fra le sue polpose chiappe. Faccio delle zummate sul buco del culo di mia nonna ed invio il tutto a mia madre con un messaggio allegato.
‘Mammina guarda che roba. Come ha potuto mio padre farsi sfuggire questo meraviglioso dono della natura. Non chiudere il portatile che c’&egrave ancora molto da vedere.’
La risposta non si fa attendere.
‘Gino; amore di mamma, quello che vedo &egrave il buco del culo di tua nonna. Allora che fai? La sodomizzerai? Ti prego passa a modalità video. Voglio vedere quanto la inculi, metti anche il sonoro.’
Letto il messaggio afferro il mio cazzo con una mano e punto il glande sul buco del culo mentre con l’altra mano continuo a tenere il portatile puntato sulla scena. Mia nonna intuisce quello che sto per fare. Fa ondeggiare il suo bacino tentando di evitare quanto sta per accadergli.
‘Nooo! Ti prego Gino; non lo fare. Mi farai sentire dolore. Nel culo non l’ho mai preso. Li sono vergine.’
‘Nonna il tuo culo &egrave un magnete. Io sono sempre stato attratto dal tuo culo e ho sempre sognato di mettertelo nella pancia passando dalla porta posteriore. Tu aiutami a farlo entrare e vedrai che tutto sarà più facile.’
‘A parole sembra facile ma &egrave il mio culo ad essere trapanato e da quello che sento spingere contro il mio sfintere tu me lo spaccherai. Dopo dovrò fare ricorso ad un intervento chirurgico per farlo tornare come prima.’
Il portatile vibra ed un messaggio di mamma compare sullo schermo.
‘Non darle retta. Mio bel maialino. Spingi ed entra. Sfondale il culo. Fagli arrivare il glande fin nello stomaco. Dai amore di mamma che quando torni da me ti farò un bel regalo.’
Non ho bisogno di essere incitato. Inculare mia nonna &egrave stato sempre uno dei miei desideri più grossi. Un spinta più forte delle altre e mi ritrovo con i miei testicoli che sbattono contro la sua figa. Ho il cazzo completamente affondato nel culo di mia nonna. Un grido da scrofa sgozzata riempie il salone.
‘Ahahahahahhhhhh! Brutto bastardo. Ti rendi conto di quello che hai fatto. Mi hai rotto il culo. Me lo hai sfondato, spaccato.’
Ancora un messaggio di mia madre.
‘Bravo amore di mamma. Dai metti in funzione il motore e trapanale il culo come dovessi scavare un pozzo. Faglielo uscire dalla bocca. Dovresti vedermi. Sono tutta un lago. Fa presto a tornare; ho bisogno di stringerti fra le mie braccia. Prima però distruggi tua nonna.’
‘Mamma, non ti preoccupare. Quando avrò finito con tua suocera verrò a darti quello di cui hai bisogno e stanne certa che ti manderò in tilt come sto facendo con la madre di mio padre.’
‘Con chi stai parlando?’
Oh cazzo! E adesso che le dico? Meglio la verità.
‘Sto parlando con tua nuora. Vuole sapere se rispondo alle tue aspettative.’
‘Sei un figlio di puttana. Ecco a chi hai spedito le foto. Ora capisco quel tuo darti da fare a tenermi ferma mentre mi inculavi. Tua madre ha assistito a tutta l’operazione di sfondamento. Dammi il telefono che le voglio parlare.’
Le passo il telefono.
‘Non solo ti chiavi tuo figlio ma sei diventata anche guardona? Ti &egrave piaciuto vedere tuo figlio mentre me lo metteva nel culo? Potevi accompagnarlo. Avresti visto dal vivo quello che il tuo toro &egrave stato capace di fare. Mi ha sfondato il culo. Lì ero ancora vergine. Ma, a parte il dolore atroce, sono contenta che mi abbia trapanato il culo. Era un desiderio che covavo da tempo. L’avevo riservato a tuo marito. Volevo che mio figlio avesse in dono la mia verginità anale. Invece &egrave toccato a suo figlio, mio nipote, rompermi il culo. Non mi importa; figlio o padre l’importante &egrave che uno dei due l’abbia fatto. Ora per favore lascialo continuare. Ancora non ha finito. L’operazione deve essere portata a termine.’
Spegne il telefono e lo scaglia lontano; gira la testa verso di me e fissa i suoi occhi nei miei.
‘E tu, brutto pervertito, datti da fare. Porta a termine quello che hai cominciato. Altre strade stanno aspettando il tuo inquilino e non credo che tu non voglia percorrerle.’
Mi do da fare. Le stantuffo il cazzo nel buco del culo con violenza. Lei grida ma non si sottrae. Al contrario mi incita a fare di più.
‘Dai, figlio di puttana, mettici più impegno. Spaccamelo, frantumalo. Fammelo arrivare nello stomaco. Fa un male tremendo ma mi piace. Ho sempre sognato che qualcuno mi trivellasse il buco del culo. &egrave meraviglioso sentire il tuo cazzo stantuffarmelo nel culo.’
Sono al limite. Sento il piacere salire lungo il condotto uretrale ed uscire. Esplodo.
Grugnisco. Come un vulcano erutto nel culo di mia nonna tutta la mia forza.
‘Bravo. Piscia, piscia. Riempimi. Innaffia le mie budella.’
Sono sfinito. Mi tiro indietro e le sfilo il cazzo dal culo.
‘Non pensare che la partita sia conclusa. Hai ancora altre mosse da fare. Vai in bagno.
Pulisciti e fallo con accuratezza. Poi torna da me. Starò ad aspettarti nella mia camera.
Useremo il letto; sarà più comodo.’
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Parte 2^ – La nonna mi congeda

Faccio una doccia con acqua bollente. Poi prendo il disinfettante e me lo spruzzo sul cazzo innaffiandolo dal glande fino alle palle. Di nuovo acqua bollente per il risciacquo. Credo di averlo liberato dalle impurità accumulate nel mentre lo pompavo nel culo di Cloe. Mi asciugo e senza niente addosso faccio ritorno nel salone. &egrave vuoto. Mia nonna non c’&egrave. Ora ricordo. Mi ha detto di raggiungerla in camera da letto. Prima di raggiungerla raccolgo il mio telefonino portatile dal pavimento. Lei &egrave distesa nuda sul letto; mi avvicino. &egrave una meraviglia della natura; le grosse mammelle si allargano sul suo torace e trasbordano sui lati; i suoi capezzoli sembrano due missili pronti ad essere sparati verso il cielo. Il cazzo mi si indurisce. Lei si gira con il corpo verso di me. Le sue gemelle si poggiano l’una sull’altra. Allungo una mano e ne artiglio una. &egrave morbida. Sento il duro capezzolo spingere contro il palmo della mia mano.
‘Nonna hai delle tette favolose. Vorrei che fossero piene di latte per poterlo succhiare fino ad ubriacarmi. Cosa si può fare per riempirtele di latte?’
‘Per farlo ci vorrebbe qualcuno che mi mettesse incinta. Dovrei essere incinta e partorire un bambino. Solo cosi le mie ghiandole mammarie potrebbero produrre latte da farti succhiare. Purtroppo il mio periodo fertile si &egrave da anni esaurito. Le mie ovaie non sono più in grado di essere fecondate.’
‘Non tutto &egrave perduto. Promettimi che mi allatterai ed io ti dirò come fare per farti nuovamente procreare. La tue ovaie si sono atrofizzate ma Il tuo utero può ancora ospitare e far crescere un bambino.’
‘Non dire scemenze. Come potrebbe accadere?’
‘Hai mai sentito parlare di fecondazione assistita?’
‘Che roba &egrave?’
‘Si prende un ovulo di una donna fertile, lo si feconda con gli spermatozoi di un uomo e poi lo si impianta nell’utero di una donna non più fertile che farà crescere nel suo ventre il frutto di quella fecondazione fino alla nascita.’
‘Mi stai dicendo che potrei ancora procreare?’
‘Se lo vuoi sì.’
‘Oh dio! Certo che lo voglio. Posso fare un figlio il cui padre sarebbe mio figlio? dovrei trovare solo la donna disponibile a dare un suo ovulo.’
‘Quella c’&egrave. Anch’io potrei essere il padre di un figlio tuo.’
‘Vorresti ingravidarmi?’
‘Si, nonna. Mi piacerebbe molto farti fare un figlio mio. Ci pensi nostro figlio sarebbe fratello di tuo figlio; mia madre ne sarebbe la nonna e tu oltre che mamma ne saresti anche bisnonna ed io potrei abbeverarmi del tuo latte.’
‘Se &egrave vero quello che mi hai detto ti darò tanto di quel latte da farti ubriacare. Una domanda: hai mai pensato di ingravidare tua madre?’
‘Mettere incinta mia madre &egrave un pensiero che mi ossessiona. Con lei non ci sarebbe bisogno di ricorrere alla fecondazione assistita. Tua nuora &egrave ancora fertile. Se ancora non ci sono riuscito &egrave perché credo che mamma usa proteggersi. Ma io non dispero.’
‘Sarebbe fantastico. Ti auguro di riuscirci. Hai detto che la donna disponibile a darmi un suo ovulo c’è chi sarebbe?’
‘Tua nuora.’
‘Tua madre? Credi che lo farebbe?’
‘Sono sicuro che se glielo chiedi ti dirà di sì.’
‘E noi glielo chiederemo. La prospettiva di fare ancora figli mi ha eccitata. La mia micetta sta miagolando. Ti sei pulito e disinfettato? Allora vienimi sopra e mettimelo dentro, entra in me. Vieni a chiavarmi. Facciamo finta che sei mio marito e che dobbiamo procreare.’
‘Nonna, io non voglio essere tuo marito. Io sono tuo nipote e tale voglio restare. Quando ti chiavo lo faccio come nipote e non come marito.’
‘Nipote, marito che importanza ha. Tu mettimelo in corpo e sbattimi.’
‘Nonna, girati. Mettiti alla pecorina.’
‘Vuoi mettermelo nuovamente nel culo?’
‘No! quello sarà una prossima volta. Ora &egrave il tuo ventre a dover ospitare il mio sparviero e voglio ghermirti standoti dietro. Ti voglio possedere.’
‘Oh dio! La prospettiva &egrave allettante.’
Si gira e si mette carponi. Le sue fantastiche zizzacchiotte penzolano come campane. &egrave una posizione da immortalare. Metto in funzione la fotocamera e scatto una sequela di foto che mi premunisco di spedire a mia madre. Questa volta Cloe partecipa ed assume un’espressione da troia consumata.
‘Le hai inviate a tua madre?’
‘Si, nonna.’
‘Lo sai che tua madre mi piace. Le ho proposto, quando avrò finito con te, di venire a sostituirti.’
‘Sei anche lesbica?’
‘Sono una bisessuale. In mancanza del pistone di tuo padre ho imparato a trovare piacere con altre donne.’
‘Perché non ti sei fatta un’amante?’
‘Perché non ho voluto che un altro uomo albergasse il suo uccello nel mio nido. Quello l’ho conservato per tuo padre.’
‘Però con me non hai avuto remore. Anch’io sono un uomo. Ti sei fatta addirittura rompere il culo.’
‘&egrave vero. Sei mio nipote e, quando mi hai inculata, non mi &egrave parso di stare tradendo tuo padre. Sei parte integrante della famiglia e non ci vedo niente di scandaloso se mi faccio chiavare da mio nipote. Anche se il mio desiderio di avere tuo padre fra le mie cosce &egrave preponderante, tu sarai e resterai il mio amante. Segreto per il pubblico ma con tuo padre e per tua madre non ci dovranno essere segreti. Noi quattro saremo una famiglia che dimorerà sotto lo stesso tetto ed il mio letto sarà sempre pronto ad ospitare uno di voi tre.’
‘Nonna sei una maialona. Non ti facevo così puttana.’
‘Ancora non hai visto di cosa sono capace di fare. Dai vienimi dietro e mettimelo nel ventre. Ho voglia di scoprire il perché tua madre ti ha permesso di ricoverare il tuo sparviero nel suo nido.’
Mi sposto e mi posiziono dietro il suo culo. Afferro il mio cazzo con una mano e lo guido fra le grandi labbra della pelosona di mia nonna. Do una spinta con il bacino e lo sparviero si inoltra nel caldo antro del piacere. Mia nonna lancia un gemito di gradimento.
‘Sììì: bravo; finalmente sei mio. Spingi ancora. Fallo affondare nel mio ventre. Lo voglio sentire contro il mio utero. Me lo devi spaccare.’
‘Nonna, da quando non ti fai chiavare da un uomo?’
‘Da quando tuo nonno mi lasciò sola con tuo padre ancora bambino. I miei pensieri furono tutti per tuo padre. Più cresceva e più me ne innamoravo. Lo allevai con la speranza che si sarebbe preso cura della mia persona. Così non fu. Conobbe tua madre e diede a lei tutta la sua forza. Sapevo del suo sogno di avermi nel suo letto. Il resto della storia la conosci. Mi auguro che tua madre abbia ragione.’
‘Nonna quando le cose fra te e tuo figlio si saranno appianate gli dirai di me e di mia madre?’
‘Vuoi che gli dica del vostro rapporto? Che gli dica che tu ti chiavi tua madre, sua moglie?’
‘Sì! Credo che abbia diritto di sapere che sua moglie ha un amante anche se questi ne &egrave il figlio.’
‘Perché vuoi che glielo dica?’
‘Perché voglio che sappia anche di quello che c’&egrave stato fra me e te. Non mi va di tenerlo all’oscuro. I rapporti in famiglia devono essere senza segreti. Io voglio continuare ad entrare nel tuo letto e non voglio farlo di nascosto e se tutto va come spero mi piacerebbe molto che permettessi, tra l’altro, a me e tuo figlio di prenderti contemporaneamente.’
‘Vorresti che io stessi fra voi due? Uno che mi sbatte davanti ed un altro che mi sodomizza. Deve essere da pazzi.’
Con questo pensiero nella mente mi trastullo con mia nonna per ben sei mesi. Il kamasutra lo esploriamo in tutte le sue posizioni. Le proviamo tutte. Quella che più riscuote i nostri appetiti &egrave quando Cloe si mette carponi ed io la penetro standole dietro disteso sulla sua schiena e con le mani ancorato alle sue mongolfiere. Anche il suo culo &egrave soggetto alle scorrerie del mio cazzo. Una volta a settimana nonna si lascia inculare. Il suo sfintere non oppone più resistenza alla penetrazione del mio sparviero. Mia nonna si rifà di anni di astinenza. Diventa una mantide; mi divora. Con il suo consenso ho riempito di cineprese la sua villa. Il trascorrere del tempo &egrave continuamente sotto gli occhi degli obiettivi sparsi in tutta la casa. le riprese dei nostri amplessi vengono prima visionate da mia nonna e poi spedite via etere a mia madre la quale mi invita a tornare a casa.
‘Amore, non ce la faccio più ad aspettarti; la mia micina ti reclama; sono stufa di usare giocattoli di lattice per soddisfare la sua sete di te. Torna presto a casa.’
Cloe, come se avesse capito le esigenze della nuora, decide di lasciarmi andare.
‘Torna da tua madre. Io preparo la partenza. Raggiungo mio figlio, tuo padre. Porterò con me le registrazioni fatte durante la tua presenza in casa; ti prometto che le userò solo se saranno necessarie. Non mi dimenticare. Di a tua madre che non ho scordato l’invito che le ho fatto; che il discorso lo riprenderemo al mio ritorno. Dille anche della tua proposta di farmi ingravidare da mio figlio e da te utilizzando un suoi ovuli. Tu tieniti sempre in forma. Sai quella cosa della doppia penetrazione mi attizza molto. Ne parlerò con tuo padre. Spero di poterlo convincere ad accettare che voi due possiate prendermi contemporaneamente. Ora va.’
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Parte 3^
Non mi resta che fare i bagagli e partire. Per quello che mi frulla nel cervello ho poche cose da portarmi dietro. Mi bastano un paio di jeans, un paio di camice, qualche reggiseno e qualche tanga. &egrave quanto basta. Faccio una doccia, mi asciugo e vado al telefono. Compongo il numero dell’agenzia di viaggi e prenoto il volo per il Kenia. &egrave il paese dove l’oggetto dei miei sogni erotici &egrave impegnato a svolgere le sue mansioni di ricercatore. Si tratta di mio figlio. E’ lui l’incubo dei miei sogni erotici. &egrave da quando frequentava il liceo che ho cominciato a sognarlo. Poi i sogni si impossessarono della mia mente e finì che mi innamorai di mio figlio. Cominciai a provocarlo. Facevo la doccia lasciando la porta del bagno aperta in modo da farmi vedere nuda; anche la porta della camera da letto era sempre aperta, dormivo nuda per farmi vedere. In casa indossavo sempre vestitini che lasciavano vedere molto della mia carrozzeria. Gli sbattevo sotto il naso parti abbondanti delle mie mongolfiere che sapevo gli piacevano molto. Spesso con la scusa di cercare qualcosa mi chinavo e gli davo in visione il mio culo senza niente che lo coprisse; oppure quando eravamo nel salone mi sedevo sulla poltrona ed allargavo le cosce in modo da mostrargli la congiunzione delle stesse libere da mutandine. Lo guardavo negli occhi e con lo sguardo gli dicevo che lo volevo; che se lui avesse solamente tentato non mi sarei ribellata. Speravo, volevo, desideravo che mi saltasse addosso e mi facesse sua. Volevo essere violentata. Sapevo che desiderava farlo. Ma il fatto di essere sua madre lo frenava. Si rifugiava in bagno o nella sua camera e dava sfogo alla sua libidine masturbandosi. Poi conobbe una ragazza e dopo essersi laureato la sposò. Mi sentii cascare il mondo addosso. Non feci niente per farlo desistere. Pensai che era meglio. Ma così non fu. La mia mente era ormai sua. Il pensiero di farlo mio non mi abbandonò. Continuai a provocarlo. Volevo strapparlo alla moglie. Gli feci capire che se lui mi voleva ero pronta a concedermi. Non ci riuscii. Sua moglie gli partorì un figlio. Quando il bambino raggiunse l’età di dieci anni lui ebbe l’incarico di recarsi in Kenia per delle ricerche. I primi tempi tornava ogni fine settimana. Poi la sua presenza si diradò fino al punto che tornava a casa ogni 5, 6 mesi. Per una donna vogliosa come era la moglie era un periodo molto lungo. Fu cosi che, nel mentre io continuavo a tenere i contatti con lui attraverso il telefono, mia nuora lo sostituì facendo entrare il figlio, ormai diventato un uomo, nel suo letto ad occupare il posto di suo padre. Lo scoprii sorprendendoli in fragranza di incesto. Li sorpresi che stavano in cucina. Lei, nuda, seduta sul top, con le cosce allargate e lui, mio nipote, che le stantuffava il pistone nella pancia. La invidiai. Lei era riuscita a trascinare suo figlio fra le sue cosce. Restai a guardarli fornicare e la mia mente fantasticò. Mi sostituii a mia nuora ed immaginai che mio figlio era l’uomo che mi pompava il cazzo nel ventre. Fu un attimo. Tornai sulla terra e guardai gli occhi di mia nuora che si era accorta della mia presenza. Finsi di essere indignata. Mio nipote si dileguò. Restai sola con mia nuora. La invitai a palesarmi il come aveva fatto a portare suo figlio a letto; di farne il suo amante. Le confessai il mio desiderio di riempire le mie notti vuote con mio figlio; la risposta mi lasciò di stucco.
‘Non c’&egrave voluto molto. Sapevo di piacergli. Piano, senza traumatizzarlo, l’ho indotto a confessarmi il suo amore per me. Lo ha fatto senza tentennamenti. Fu un giorno fantastico. Mio figlio mi bramava cosi come io lo bramavo. Come prima mossa gli do le zizze da succhiare. Gli uomini impazziscono quando giocano con le mammelle. Dopo gli tiro fuori il suo cazzo e gli faccio un pompino di quelli con la P maiuscola e poi lo porto a letto. Da allora non abbiamo mai smesso. Lui si &egrave dimostrato un valente stallone da monta ed un bravo amante. Per quanto ti riguarda avresti dovuto fare lo stesso. Oggi non staresti qui a rimpiangere le mancate occasioni.’
‘Come potevo? Mi frenava il fatto che si trattava di mio figlio ed anche per lui era lo stesso.’
‘Non essere falsa. Tu hai avuto paura. La tua educazione bigotta e puritana ti ha portata a vedere l’incesto come fosse un atto impuro, da condannare. Questo ti ha condizionata. Eppure esempi nella storia ce ne sono a iosa. Adamo ed Eva cosa sono se non fratello e sorella (anche se io credo fossero padre e figlia?); e cosa mi dici di Lot e le sue due figlie; di Cleopatra che sposa il fratello; di Edipo che giace con sua madre; Siamo sette miliardi di persone. Sai quante altre situazioni incestuose ci sono state e ci sono ancora nel mondo che noi non conosciamo. Un consiglio? Raggiungi tuo figlio e se lui non ci sta, violentalo.’
‘Seguirò il tuo consiglio. Basta soffrire. Ho solo bisogno di una piccola spinta. Mi mandi tuo figlio a casa?’
Gino mi raggiunse e la prima cosa che fece, senza il benché minimo tentennamento, mi sodomizzò. Mi trapanò il culo. Me lo spaccò. Usò il suo cazzo come una trivella. Sembrava stesse perforando un pozzo. Mi fece un male tremendo. Oggi mi ritrovo, grazie a mio nipote, con il culo sfondato e con un primo traguardo raggiunto: un consanguineo mi ha posseduta, mi ha chiavata. L’incesto &egrave nei meandri dei ricordi. Il tabù dell’incesto &egrave stato abbattuto. Mio nipote restò con me per circa sei mesi. Mi rivoltò come fossi un calzino: dentro fuori. Mi rovistò le viscere frullandomi il suo cazzo nel ventre. Furono giorni di lussuria che mai dimenticherò. Ed ora eccomi qui all’aeroporto di Nairobi. Intorno a me non c’&egrave nessuno. Sotto gli occhi dei doganieri e dei poliziotti che mi hanno spogliata con i soli sguardi carichi di desideri, sbrigo le pratiche doganali; vado nella hall degli arrivi. Un uomo alto circa 1,80 mi sta guardando. Lo riconosco. &egrave lui. L’oggetto dei miei sogni mi &egrave davanti. Un languore mi colpisce allo stomaco; la mia micina lancia un urlo da rompere i timpani e subito comincia a lacrimare. Mi bagno. Non mi muovo. Se lo facessi lascerei una scia di umori sul pavimento. Stringo le cosce ed aspetto che sia lui a raggiungermi. Mi &egrave vicino. Allunga le braccia per abbracciarmi.
‘Mamma!’
Gli metto una mana sul petto e lo tengo lontano. Lui mi guarda sorpreso.
‘Fermo. Rispondi prima alle mie domande. Chi sa che sono qui? Quanti sanno che sono tua madre?’
Mi guarda con occhi stralunati.
‘Nessuno sa che sei qui; nessuno sa che sei mia madre.’
‘Sicuro? Non hai mai fatto vedere a qualcuno, fosse anche un tuo collega di lavoro qualche mia foto?’
‘Mamma mi preoccupi. Tranquillizzati tue foto non ne ho quindi nessuno ti può collegare a me. Ma perché questi misteri?’
Gli tolgo le mani dal petto.
‘Capirai. Ora puoi abbracciarmi e se vuoi anche baciarmi.’
Intanto mi accorgo che i suoi occhi sono puntati a sbirciare nella mia scollatura. &egrave un segnale positivo. Ho sempre saputo che le mie gemelle lo attraevano il che mi dice che mi desidera ancora. Mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia. Lo allontano.
‘Non sai fare di meglio? Mi aspettavo di essere baciata come una donna. Ti faccio io vedere che tipo di bacio voglio.’
Con le braccia gli circondo il collo e lo costringo a piegare il capo fino a che le mie labbra non incontrano le sue. Tiro fuori la lingua e con la punta busso alle sue labbra; un attimo di esitazione e le dischiude. Ne approfitto e gli infilo in bocca la mia lingua e la faccio frullare. Lui risponde facendo mulinare la sua lingua contro la mia. Le nostre bocche restano attaccate per lunghi minuti. Intanto avverto una leggera pressione sulla mia pancia. &egrave il suo cazzo che si sta indurendo. Sposto una mano e vado ad artigliarlo. Smetto di baciarlo.
‘Hai un posto dove nessuno possa disturbarci?’
Mi guarda negli occhi e stringendomi più forte mi dice:
‘Andiamo a casa. li saremo io e te e nessun altro.’
‘&egrave distante?’
‘Con l’auto ci impiegheremo un’ora.’
Ho aspettato anni un’ora in più non &egrave la fine del mondo.
‘Andiamo. Un’ultima domanda. Sai perché sono venuta?’
‘L’ho capito quando ti ho vista e la conferma l’ho avuta quando mi hai baciato.’
‘E sei d’accordo? Se non lo sei a casa tua non vengo. Prendo il prossimo aereo e faccio ritorno a casa mia.’
‘Mamma se non ero d’accordo non ti avrei invitata a casa mia. Sono anni che aspetto questo momento.’
‘Non ti importa che sono tua madre?’
‘Certo che mi importa. Ed &egrave perché sei mia madre che non ho mai smesso di pensare a te come donna.’
‘Perché non me lo hai mai detto?’
‘Perché sei mia madre ed avevo timore di confessarti che ti desideravo come donna.’
‘Sei stato un fesso. Non avremmo perso tutti questi anni. Dai andiamo a casa tua che abbiamo arretrati da recuperare.’
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Parte 4^

Approccio come antipasto.

Sotto gli occhi bramosi dei poliziotti e dei doganieri prendo la mano di mio figlio e sculettando mi avvio verso l’uscita. Arriviamo al parcheggio auto. Lui ha un SUV con i vetri laterali e posteriori oscurati. Anche il frontale &egrave leggermente abbrunito. Saliamo. Appena seduta allungo una mano e la porto sulla sua patta.
‘Lo hai già duro. Me lo fai vedere?’
Lui mi guarda negli occhi e poi li sposta sulle mie mongolfiere. Capisco. Niente per niente. Sbottono la camicia e un secondo dopo le mie mammelle sono al vento. Porto le mani sotto le gemelle e le sollevo.
‘Cosa ne dici? Come le trovi? Le ho curate. Sono un po cadenti ma sono ancora sode. Tranne che negli ultimi sei mesi nessuno le ha mai toccate. Non sono state sfruttate. Le ho tenute in forma per te. Se vuoi puoi toccarle. Prima però tira fuori il tuo coso. Voglio vedere cosa mi sono persa in questi anni.’
Si apre il pantalone infila la mano negli slip e tira fuori il suo sparviero. &egrave una meraviglia della natura. Non &egrave come quello di mio nipote, ma &egrave lo stesso un cazzo favoloso. Lungo, sarà un 18 cm, ed &egrave anche largo (avrà un diametro di almeno 4 cm.) e la cappella &egrave grossa come un fungo porcino: larga e grossa più del fusto. &egrave di un colore violaceo. Un raggio di sole la colpisce ed il suo colore si accende; luccica. Non resisto. Mi piego in avanti e fiondo la mia testa fra le sue gambe. Con la bocca sono sul suo largo glande. Lo bacio. Tiro fuori la lingua e lo pennello intorno alla corona e gli solletico il filetto con la punta. Lo sento gemere.
‘Ohhh! Mamma, fermati. Possono sorprenderci e saranno guai.’
‘E chi se ne frega. Non posso fermarmi. Sono anni che aspetto di assaporare il tuo uccellaccio. Tu metti in moto e parti. Guida piano e fai attenzione alla strada. Io mi prenderò cura del tuo sparviero. Trova un posto e fermati che non ce la faccio ad arrivare a casa; ho bisogno di sentirti dentro di me. Il mio ventre sta urlando tutta la sua fame. Ho il fuoco che mi sta divorando e tu hai l’idrante per spegnerlo.’
Smetto di parlare e riprendo a bearmi della magnificenza che ho davanti agli occhi. La mia lingua scorre su tutta la lunghezza della sua superficie. Arrivo alla borsa scrotale che stuzzico con la punta della lingua; apro la bocca e la circondo con le labbra; gliela succhio. Geme. Mmmhhh! Gradisce.
‘Mamma che scemo sono stato; se penso a quello che mi sono perso per non averti confessato i miei sogni mi fucilerei io stesso. Dai mamma, succhiamelo.’
Non ho bisogno di incitamenti. Lascio i testicoli e riprendo a leccarlo dal basso verso l’alto. Ancora gemiti. Con la lingua arrivo in cima al palo. Apro la bocca e mi adopero per accoglierlo nella mia cavità orale. Quando &egrave tutto dentro lo succhio con lentezza. Lui lancia un lungo ululato e da un colpo ai freni. Mi spavento.
‘Cosa fai? Perché hai frenato?”
‘E me lo chiedi? Mi stai facendo un pompino che ho sempre desiderato e mi chiedi perché ho frenato? Avresti preferito che andassi a sbattere contro qualcuno?’
‘No; tu devi sbattere me. Trova un posto appartato e fermati.’
‘Sono già fermo. Cosa vuoi fare?’
‘Prima lasciami completare quello che ho iniziato. Poi vedremo.’
Riprendo a succhiargli il cazzo. Lui ha allungato le mani e mi ha artigliato le mammelle e le pastrugna. Le sue dita hanno agganciato i miei capezzoli; li strizza. Una scarica di libidine parte dai capezzoli e raggiunge il cervello e lo manda in tilt. Godo. Un fiume di umori mi riempie la vagina. Sono un lago. Poi il vulcano erutta. Un denso e caldo magma viene sparato nella mia arida gola; potenti ed abbondanti bordate di asprigno sperma scivolano lungo la mia trachea e raggiungono il mio stomaco. Mio figlio mi sta riempiendo della sua forza; un sogno si sta avverando. La tensione si allenta ma il suo cazzo resta dritto e puntato verso il cielo. Con una agilità incredibile scavalca il sedile su cui &egrave seduto e si rovescia sul sedile posteriore.
‘Mamma, vieni dietro anche tu. Non ce la faccio ad aspettare di arrivare a casa. Ti voglio e subito.’
&egrave musica per le mie orecchie. Non chiedo di meglio. La mia età non mi permette di essere abbastanza agile da scavalcare il sedile. Apro la portiera e prima di scendere dall’auto mi sfilo la gonna e con incredibile velocità esco dalla parte anteriore ed entro nel lato posteriore dove trovo mio figlio già nudo, steso sul sedile e con il cazzo svettante come un palo. &egrave fantastico, favoloso ed &egrave mio, sono io ad averlo fatto. &egrave uscito dalla mia pancia e fra poco ritornerà là da dove anni addietro &egrave venuto a popolare i miei sogni di madre perversa, depravata ed incestuosa. Mi sfilo il tanga e lo cavalco. Con una mano impugno il batacchio e lo guido a posizionarsi fra le grandi labbra della mia affamata tigre. Lentamente, ondeggiando il bacino, mi faccio penetrare. Lui porta le sue mani sulle mie chiappe e tenta di sollevarmi.
‘Non muoverti. Lascia fare a me. Vedrai che ti piacerà molto.’
Metto in azione i muscoli vaginali e lo mungo; gli strizzo il cazzo con le mie grandi labbra.
‘Dio, mamma, come fai? &egrave fantastico.’
‘Questo &egrave niente. Aspetta e vedrai di cosa &egrave capace la tua mammina.’
I mesi trascorsi a farmi sbattere da suo figlio mi hanno permesso di arricchire le mie arti amatorie. Metto le mani sulle sue spalle, tendo le braccia e faccio ondeggiare il corpo ora verso destra ed ora verso sinistra. Le mie gemellone cominciano ad ondeggiare, come fossero campane, da destra verso sinistra e viceversa. Mi piego in avanti in modo che il loro dondolio schiaffeggi il suo viso. Gliele sbatto in faccia. Lui cerca di afferrarle con la sola bocca. Non ci riesce. Sposta le mani dal mio culo ed afferra le mie mongolfiere bloccandone il dondolio. Poi avvicina la bocca e comincia a leccarmele e di tanto in tanto avvolge i miei capezzoli con le sue caldi labbra e me li succhia. &egrave pura adrenalina quella che mi parte dai capezzoli e sale fino al mio cervello per poi diradarsi per il resto del corpo fin giù al mio ventre. Urlo.
‘Mamma hai delle zizze favolose. Mi sono sempre piaciute. Sapessi quante volte mi sono masturbato immaginando che me le sbattevi sulla faccia.’
‘Perché le chiami zizze?’
‘Perché sono grosse come quelle di una vacca.’
‘Mi stai dicendo che sono una vacca?’
‘Sì ed io sarò il tuo toro da monta. Ed ora datti da fare che non possiamo restare ancora fermi a bordo strada. Potrebbe intervenire la polizia e qui non scherzano.’
Però! Ha una fervida immaginazione. Io una vacca e lui un toro. Il mio toro. Il mio su &egrave giù diventa prima un lento galoppo poi, col il passare dei secondi, diventa frenetico. Dalle nostre bocche cominciano ad uscire suoni che somigliano molto a nitriti di stallone e muggiti di vacca. Il chiuso dell’abitacolo del SUV li fa rimbombare nelle nostre orecchie aumentando la nostra carica di libidine. Sono al limite e credo che anche mio figlio stia per arrivare al capolinea. Lo capisco dal suo respiro.
‘Amore mio vengooo!’
‘Mamma mi sto svuotando.’
‘Si figlio mio. Scarica pure la tua forza nel corpo di tua madre. Riempi la mia pancia con il tuo nettare.’
Avverto i forti schizzi del suo caldo liquido seminale infrangersi contro il mio utero. Finalmente ho realizzato il mio sogno di possedere mio figlio. L’ho chiavato.
‘Dai, mio focoso stallone, passa al posto di guida e portami a casa tua che questo &egrave solamente l’inizio. Per il continuo ci serve un posto molto più comodo di in sedile posteriore di un auto. Ci serve un letto.’
‘Mamma, perché ci abbiamo messo tutto questo tempo per incontrarci?’
‘Abbiamo avuto paura di fornicare. Siamo madre e figlio ed i pregiudizi ci hanno condizionato. Ma ci rifaremo. Vedrai. Dobbiamo recuperare tutto il tempo in cui abbiamo fantasticato di stare insieme e sollazzarci. Ora che so che mi ami non ti lascerò scappare. Hai detto di essere il mio toro. Bene me lo dovrai dimostrare. Ti avviso che sono una vacca che ha la sua caverna perennemente in fiamme e solo tu, con il tuo idrante, puoi calmare il fuoco che la divora.’
‘Mamma mi preoccupi.’
‘E fai bene a preoccuparti.’
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Parte 5^ – Tale figlio tale padre

Nuda e con rivoli di sperma che mi colano dalla figa andando ad imbrattare il sedile dell’auto mi rannicchio portando le ginocchia contro le mie tette. Anche mio figlio &egrave nudo e sta guidando mentre una mia mano impugna il suo cazzo tenendolo ben saldo come fosse la leva del cambio; lo manovro imitandolo quando cambia le marce. Se ci ferma la polizia non so come finirebbe. Di sicuro passeremmo un brutto quarto d’ora. Raggiungiamo casa senza inconvenienti. &egrave una villa del periodo coloniale ed &egrave circondata da diversi ettari di terreno. Valichiamo il cancello e dopo dieci minuti arriviamo davanti all’ingresso. Mollo lo sparviero e scendo dall’auto seguita a ruota dal mio toro. Sono sotto al portico quando sento due mani afferrarmi per i fianchi e sollevarmi da terra come fossi un fuscello. Vedo il muro della casa venirmi incontro. Allungo le braccia e le poggio al muro. Mi lascia andare tirando il mio corpo verso il suo ventre fino a farmi assumere la posizione a 90’. So a cosa mira. Allargo le cosce. Intanto il toro ha posizionato il suo spadone fra le mie chiappe. Sento il grosso glande premere contro la mia rosellina. Sta a vedere che mi vuole inculare.
‘Mamma, ho voglia di mettertelo nel culo; posso farlo?’
Ho visto giusto. Dal niente al tutto. Mio figlio vuole rifarsi di anni di privazioni.
‘Amore di mamma, il mio culetto &egrave tuo e lo avrai, non ora. Mi piacerebbe di più se me lo sbatti nel ventre. Sai, in tutti questi anni la mia mente &egrave stata sempre occupata da immagini di te che me lo sbatti nella pancia e che frulli la mia passera con il tuo sbattitore fino a frantumarmi l’utero. Dai aiutami a coronare il mio sogno. Per il culo c’&egrave sempre tempo ‘
Un secondo dopo il glande si sposta e va a posizionarsi fra le grandi labbra della mia affamata tigre. Un colpo ed entra. Affonda nel mio ventre come un coltello affonda nel burro. Le sue mani sono sui miei fianchi e tenendomi ben ferma comincia a pomparmi, lentamente, il cilindro nel ventre. Le mie tette ad ogni colpo che mio figlio mi mena nella pancia con il suo favoloso cazzo ondeggiano come campane. Sento il suo glande sbattere contro il mio utero.
‘Piano, fai piano, nessuno ti insegue; non avere fretta. Goditi la cavalcata.’
‘Mamma, ti amo, ti ho sempre amata e ti ho anche odiata.’
‘Odiata? E perché?’
‘Ti ho odiata perché non potevo averti. Mi dannavo nel bramarti.’
‘Povero amore mio. Io ti ho sempre amato e mai odiato. Anche per me &egrave stata una sofferenza non poterti portare a letto e stringerti fra le mie cosce. Ora sono qui e niente ci potrà più separare.’
‘Hai dimenticato che ho una moglie?’
‘Mio piccolo cucciolo, amore di mamma, porta a termine la galoppata poi ti racconterò una storia che ha dell’incredibile eppure &egrave successa. Dai pompa; sbattimi fino a spaccarmi l’utero; mi devi frantumare il ventre. Trattami come fossi una puttana; la tua puttana personale. Ecco &egrave così che voglio essere trattata; mi devi violentare. Dai, dai, mettici più forza; impegnati di più. Dimostrami quanto mi ami.’
Riprende a stantuffarmi il suo pistone nel mio cilindro che ormai &egrave ben oleato dalla grande produzione di secrezioni che la mia vagina sta secernendo sotto l’azione demolitrice del suo magnifico cazzo. Miagolo come una gatta perennemente in calore. Il mio cervello &egrave in stand bay; &egrave fuso. Soli e stelle mi si proiettano nella mente; mi vengono incontro a velocità vertiginosa e poi esplodono in fantasmagoriche luci. Quanto ho desiderato questo momento. La perversione viene premiata. Mio figlio mi sta chiavando ed io sto godendo nel sentire il suo cazzo stantuffarmelo nel ventre. Lo chiamano incesto; lo condannano e lo vietano. Io lo chiamo amore.
‘Si così; dai; picchiala; falla urlare. Mettici più forza. Spaccami la pancia. Ti amo; dio come ti amo. Non credevo fosse cosi bello farsi chiavare dal proprio figlio. Guai a te se ti verrà in mente di privarmi della bestia che alberga fra le tue cosce. Giuro che ti verro a cercare, te lo taglierò e lo mangerò.’
‘Mamma, non darti pensiero. Oggi ti ho finalmente trovata e niente mi separerà più da te.’
‘Amore, a me interessa che il tuo cazzo non si separi mai dalla mia figa; che non le faccia mai mancare il miele che sgorga dai tuoi testicoli.’
Poi il silenzio scende su di noi. &egrave rotto solo dallo sciacquettio che fa il suo cazzo quando affonda nel mio ventre. La mia mente &egrave preda di fantastici miraggi e non mi accorgo che lui mi ha sfilato il cazzo dal ventre e lo ha puntato sulla mia rosellina. Quando mi rendo conto di quello che sta per accadere &egrave troppo tardi. Una forte spinta ed il suo ariete affonda nel mio culo favorito anche dal fatto che non ha dovuto faticare molto per incularmi. Suo figlio gli ha spianato la strada. Ciononostante sento un dolore tremendo. Grido ed urlo come stessero sgozzando una maiala. Lui non si ferma. Continua a spingere. Sento avanzare il suo ariete lungo il budello del mio retto. La spinta si arresta solo quando il suo pube si schiaccia contro le mie natiche ed i suoi testicoli si scontrano con le mie grandi labbra.
‘Maledetto bastardo figlio di puttana. Te l’ho detto che te lo avrei dato. Non hai resistito.’
‘Mamma, non ci sono riuscito a trattenermi. Ti pompavo il cazzo nella pancia ma era il tuo culo che avevo davanti. Il buco del tuo culo mi ha attratto. Mi ha chiamato ed io ho risposto al suo invito. Ora &egrave dentro e non lo tirerò fuori se non prima di averti trivellato il budello. Ti voglio riempire lo stomaco. Quindi non ribellarti e lasciami fare.’
‘In ogni caso sei e resti un bastardo. Non ho nessuna intenzione di ribellarmi. A me piace prenderlo nel culo ma avrei preferito farmi inculare con più amore e non con violenza.’
Non mi sta ascoltando. &egrave impegnato a stantuffare il suo pistone nel mio buco del culo. Lo fa con lo stesso impeto di come se me lo stesse sbattendo nella figa. Dopo alcuni minuti il dolore si &egrave un po’ affievolito ed il piacere si fa avanti. Porto una mano fra le mie cosce e con le dita vado ad accarezzarmi la passera. In particolare gioco con il mio clitoride fino a farlo erigere per tutta la sua lunghezza che nella sua massima espansione &egrave di ben 7 cm. lo artiglio e lo meno come fosse un cazzo; mi masturbo. Intanto il dentro fuori del cazzo di mio figlio nel mio culo &egrave diventato più frenetico il che significa che &egrave prossimo ad arrivare in fondo al pozzo che la sua trivella ha contribuito ad allargare e rendere più agevole l’accesso che il figlio ha già aperto. Un minuto dopo avverto il calore della sua forza investire le mie budella. Sta eruttando e mi sta riempiendo l’intestino con il suo sperma. Io non gli sono da meno. Ho raggiunto insieme a lui il mio orgasmo che scarico sul pavimento. Avrei preferito che fosse la sua bocca a ricevere il mio piacere, ma nella vita non si può avere tutto.
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Un po’ di relax

Dopo aver pisciato nel mio buchetto posteriore tutta la sua essenza di maschio infoiato, mio figlio lo tira fuori dal mio buco del culo e mi solleva prendendomi in braccio. Gli cingo il collo con le mie braccia e gli do un bacio sulla guancia.
‘Grazie. Non avrei mai sperato in tanto ardore da parte tua. Dove mi porti?’
‘In casa; nella mia camera che da oggi sarà anche la tua. &egrave il posto più adatto a continuare il discorso che abbiamo iniziato.’
‘Che avremmo dovuto fare fin dal giorno che ti innamorasti di tua madre e che non avesti il coraggio di dirglielo.’
‘Hai ragione e ti chiedo di perdonarmi. Sapessi quanto ho desiderato di sostituire mio padre nel tuo letto; di essere il tuo amante; di chiavarti. Oggi &egrave un grande giorno, il dado &egrave stato tratto. Ti ho trovata e finalmente ti ho presa. Niente mi separerà più da te.’
Intanto siamo arrivati nella sua camera. Mi deposita su letto e si avvia verso il bagno.
‘Dove vai?’
‘Vado a pulirmi l’inquilino. Mettertelo nel culo me lo ha imbrattato di parti impure e non sane e tenuto conto che ho voglia di chiavarti; di pisciarti nel ventre la mia forza; di farcire il tuo utero con il mio sperma &egrave meglio farlo con l’affare igienicamente pulito.’
‘Sapessi quante volte ho sognato sentiti dire questi tuoi desideri. Hai ragione. Quando avrai finito sarà il mio turno di fare una doccia e di pulirmi il culetto.’
‘Vuoi farla insieme a me?’
‘Meglio di no; per come la mia fornace &egrave incandescente ne io e ne tu penseremmo a pulirci, a lavarci. Fai prima tu.’
Impieghiamo molto a pulirci. Io mi feci anche dei clisteri per liberare il mio retto dalle impurità mie e dallo sperma che mio figlio aveva eruttato nella mia pancia. Sono molto soddisfatta di come si sono svolti i fatti. Mai avrei pensato che l’incontro con mio figlio avesse potuto avvenire in questo modo e con risultati inimmaginabili. Quella troia di mia nuora aveva ragione. Se non prendevo io le redini in mano l’incontro con mio figlio si sarebbe rivelato uno fiasco vuoto e devo anche ringraziare mio nipote per avermi aiutata a superare il tabù dell’incesto. Quando farò ritorno a casa non devo dimenticare di dimostrare a mia nuora ed al suo amante tutta la mia gratitudine. Un compito facile. Il difficile sta nell’informare mio figlio di quanto sta accadendo sotto il tetto di casa sua e di quanto &egrave accaduto tra me e suo figlio; se quanto concordato con mio nipote diventi un fatto compiuto &egrave un cosa necessaria da fare. Non devo scervellarmi molto. Il do lo da mio figlio.
‘Mamma, tua nuora sa che sei qui?’
‘Certo che lo sa. E sa anche il perché ti ho raggiunto. In verità &egrave stata lei a convincermi di raggiungerti. Anche tuo figlio sa il motivo per cui sono qui.’
Mio figlio mi guarda con occhi pieni di sconcerto.
‘Vuoi dire che sanno?’
‘Sì. Vieni a stenderti che ti racconto il come &egrave stato.’
Mio figlio si stende sul letto al mio fianco, poggia la testa sulla mia spalla ed un braccio va a coprire le mie lune.
‘Dai, mamma, informami.’
‘Tua moglie e tuo figlio sanno la vera ragione della mia venuta. Loro sanno che io sono qui per fare di te il mio amante.’
‘Sanno? Come fanno a saperlo?’
‘Sono stata io a dirglielo.’
‘Tuuu! E perché lo hai fatto?’
‘La gelosia e l’invidia si sono impadronite del mio cervello e questo &egrave accaduto perché un giorno di alcuni mesi fa ho sorpreso tuo figlio e tua moglie fare quello che noi due avremmo dovuto fare già da molti anni.’
‘Stai per dirmi che mia moglie ha fornicato con suo figlio?’
‘Non hanno; stanno ancora fornicando. Tua moglie e tuo figlio sono amanti. Io li ho sorpresi nel momento in cui stavano consumando un loro focoso amplesso. Erano entrambi nudi. Tua moglie stava sul top della cucina e tuo figlio stava fra le sue cosce e con il suo cazzo completamente affondato nella sorca della madre e la sbatteva come un toro infoiato. Urla e gemiti riempivano la cucina denunciando il piacere reciproco che i due stavano provando. Avresti dovuto vederli. Tuo figlio pompava il suo cazzo nel ventre materno con foga. La madre lo incitava a darci dentro con più violenza. Tua moglie mi sorprese a guardarla. Non si scompose e ne si preoccupò della mia presenza. Solo quando il figlio e lei raggiunsero l’orgasmo, comunicò al proprio amante la mia presenza. Li aggredii verbalmente e intimai al ragazzo di ritirarsi in camera sua. Poi feci a tua moglie la domanda del perché era giunta a tanto. Mi rispose che la colpa era tua; la tua assenza dal suo letto era foriera di incubi; che lei aveva le sue esigenze e non c’era nessuno a soddisfarle. Non ha mai pensato di tradirti anche se la voglia di farlo era forte. Poi cominciò a guardare vostro figlio con occhi diversi. Non più da madre ma da donna. Si propose e tuo figlio l’accettò. Lo fece entrare nel vostro letto e ti sostituì fra le sue cosce con vostro figlio. Non poteva essere diversamente. Tua moglie &egrave una bella donna e la sua carrozzeria suscita pensieri indicibili. Tuo figlio non &egrave un eunuco. Già era innamorato di sua madre. Non gli parve vero che la madre gli proponeva di farsi chiavare. La prese e da allora non ha più smesso di cavalcarla. Ti assicuro che &egrave un ottimo cavallerizzo.’
‘Tu cosa ne sai?’
‘Questa &egrave la seconda parte della storia. Confessai a tua moglie il mio desiderio di averti nel mio letto e le chiesi se mi avrebbe aiutata a realizzarlo. Mi rispose che l’unico modo di portarti a letto era di raggiungerti e fare quello che lei aveva fatto con suo figlio e se tu non ci saresti stato ti avrei dovuto violentare. Il mio subconscio mi diceva che non ci sarebbe stato bisogno di violentarti. Sapevo che tu mi volevi. Sapevo che il fatto di essere madre e figlio ci frenava. La paura dell’incesto era troppo forte. Chiesi a tua moglie se era disposta a parlarne con vostro figlio del mio problema; di convincerlo ad aiutarmi a superare il tabù che per anni mi ha frenato dall’entrare nel tuo letto e farmi possedere. Non dovette impegnarsi molto nel convincere mio nipote a farmi visita. Sapevo che lui mi desiderava. Spesso l’ho sorpreso a guardarmi con occhi carichi di bramosia. Quello stesso giorno venne a casa e ci restò per circa sei mesi. La paura di commettere incesto svanì ed eccomi qui.’
‘Ti sei fatta chiavare da tuo nipote?’
‘Si e come ti ho detto tuo figlio &egrave un ottimo cavallerizzo. Abbiamo fatto delle lunghe galoppate e ci fermavamo solo quando le forze ci abbandonavano. La mia sete di piacere era smisurata e la sua giovane età lo ha aiutato molto nel saziare i miei appetiti. Non sono mai riuscita a sfiancarlo. Ha usato il mio corpo come fosse un giocatolo. Mi ha sbattuto il suo batacchio in tutti i posti adatti a riceverlo.’
‘Te lo ha messo anche ‘?’
‘Nel culo? &egrave stata la prima cosa che ha fatto. Sì mi ha sodomizzata. Mi ha trivellato il culo fino a sfondarmelo e non mi pento per averglielo lasciato fare. Ho provato un forte dolore quanto me lo ha messo nel culo; lì ero vergine. Un ultima cosa. Di tutto quello che mi ha fatto tua moglie ne &egrave a conoscenza. Il mandrillo si &egrave premunito di tenerla informata. Del rapporto anale ha anche ripreso l’atto e lo ha spedito a tua moglie. In giro c’&egrave un filmino che riprende la trivellazione del mio culo ed ha anche il sonoro. L’originale lo ha lui e la copia l’ha tua moglie.’
Quello che gli sto dicendo lo sta eccitando. Il suo cazzo sta crescendo e si sta indurendo. Ne sento la spinta contro una mia coscia.
‘La tua perversione si sta ingigantendo. Sapere che tuo figlio mi ha cavalcato ti ha messo in ebolizzione gli ormoni. Dai vienimi sopra e mettimelo dentro. Poi ti racconterò anche dei propositi prospettati da mio nipote.’
Allargo le cosce; lui si distende su di me; gli stringo le cosce sui fianchi e porto le gambe ad incrociarsi dietro la sua schiena un piccolo movimento e sento il suo cazzo entrarmi nel ventre.
‘Dai amore di mamma, datti da fare. Sbattimi. Fammi capire quanto mi ami. Fammi gridare.’
Chloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) Parte 7^ Relax

Mi sbatte fino a mandarmi in tilt il cervello; mi sfianca. Dove prendeva tutta quell’energia? In un momento di pausa glielo chiedo.
‘Figlio mio, amore di mamma tua, da dove ti viene tanta forza? La mia pussy &egrave diventata incandescente a furia di sentire il tuo sbattitore frullare nel mio ventre.’
‘Mamma le mie energie sono il frutto di anni di desideri inappagati. Ho tanta di quella forza accumulata che potrei farti diventare un accumulatore di sperma. Peccato che non posso anche ingravidarti. Ho sempre bramato metterti incinta. Volevo che tu partorissi un figlio mio. Ho desiderato diventare il padre di mio fratello.’
‘Amore mio &egrave venuto un momento che anch’io ho desiderato che tu mi impregnassi. Fare un figlio con te sarebbe stato il coronamento dei miei sogni.’
‘Dio, mamma, quante occasioni abbiamo perduto.’
‘Una la stiamo recuperando. Certo il tempo perso &egrave tanto ma vedrai che ci rifaremo. In quanto al darti un figlio la cosa si può fare.’
‘E come? Tu non sei più biologicamente fertile.’
‘Hai mai sentito parlare di fecondazione assistita o di utero in affitto?’
‘Certo. Non venirmi a dire che saresti disposta ad ospitare nel tuo utero un ovulo di un’altra donna?’
‘Se sei tu a fecondarlo perché non dovrei. Avremmo un figlio nostro. Tu saresti padre di tuo fratello ed io sarei madre ed anche nonna di un figlio tuo. In quanto alla donna disposta a darci un suo ovulo da farti fecondare non dobbiamo cercarla molto lontana. C’&egrave. &egrave tua moglie. L’idea mi &egrave stata suggerita da tuo figlio. Fra una galoppata e l’altra gli confidai che avevo tanto desiderato diventare madre di un figlio tuo. Lui mi disse che la cosa era fattibile e mi parlò della fecondazione assistita. Aggiunse anche che anche lui desiderava impregnare sua madre. Concordammo che ne avremmo parlato con i nostri partner di letto fiduciosi che non ci sarebbero state opposizioni. Il birbantello ha anche espresso il desiderio che, se la cosa si concretizza, di sottopormi, ad una ulteriore inseminazione con la variante che il seme che feconderebbe l’ovulo di tua moglie fosse il suo.’
‘Mio figlio vuole fare un bambino con te. Cosa gli hai risposto?’
‘Ho accettato. Ci pensi? Io diventerei mamma altre due volte. Una volta sarei mamma di un figlio concepito con il contributo del seme di mio figlio che avrebbe fecondato un ovulo di mia nuora per poi impiantarlo nel mio utero. Sarei madre e nonna. La seconda volta il mio utero ospiterebbe un altro ovulo fecondato questa volta dal seme di tuo figlio, mio nipote. Sarei madre e bisnonna. Nello spazio di quattro/cinque anni sarei nuovamente mamma per ben altre due volte. Mi auguro che non troverai obiezioni.’
‘No. Avere un figlio da mia madre &egrave sempre stato un mio sogno e se questo può realizzarsi con il contributo di mia moglie ben venga. Sono un po’ perplesso sul fatto di farti inseminare da mio figlio e sono anche dubbioso sul fatto che mio figlio voglia ingravidare la madre. Il figlio che daresti a tuo nipote sarebbe il frutto di una fecondazione di un ovulo donato da un consanguineo; altrettanto sarebbe il figlio che mia moglie avrebbe con suo figlio. Non sarebbe geneticamente sbagliato?’
‘Non lo so e non mi interessa saperlo. Mi sta solamente bene diventare madre. Se hai un’altra soluzione al fatto che io dia un figlio a tuo figlio tirala fuori.”
“Se proprio vuoi dare un figlio a tuo nipote potremmo consigliarlo di non usare un ovulo della madre; qui ci sono molte donne che sarebbero disposte a farsi prelevare ovuli da impiantare, una volta fecondati, in uteri che non siano il loro.”
“Dovremmo pagarle? Va bene. Conosci già chi potrebbe essere disponibile?”
“Sì, te la farò conoscere.”
“Ci vai a letto?”
“E’ una bella ragazza. Sì. E’ la mia amante. Ti dico subito che, cosi come &egrave accaduto per mia moglie nemmeno questa ragazza ti ha mai sostituito nei miei pensieri.”
“Parole magiche; sento i miei ormoni saltellare come fossero impazziti; &egrave tuo compito calmarli. Dai vieni a domarli.’
Mi fa mettere a pancia sotto e con il culo sollevato. Si stende sulla mia schiena e mi circonda il torace con le braccia ancorando le sue mani alle mie gemellone e prima di infilzarmi con il suo spido mi sussurra nell’orecchio:
‘Dio mamma, sai quando latte scorrerà da queste tue zizze. Spero che mi concederai di nutrirmi allattando anche il tuo primogenito.’
‘Amore ti farò succhiare il mio latte fino a farti ubriacare. Quando avremo finito di fornicare chiameremo casa tua e metteremo al corrente del come stanno le cose fra me e te e di quello cha abbiamo concordato.’

6
1

Leave a Reply