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Racconti erotici sull'Incesto

Cognatina è giusto che tu sappia…

By 26 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Dodici anni tu. Diciassette io. Fidanzato con tua sorella da appena due anni. Sei esplosa in tutta la tua verginea bellezza. Tu che bella, oggettivamente non sei come tutti potrebbero immaginare. Bassa di statura, labbra sottili sottili e quel vocino lieve ma petulante che ti contraddistingue. Dita tozze e fisico asciutto.
Tu e la tua magliettina rosa pallido, quel giorno di Agosto, con la tua amica di sempre, a ridere e giocare in cortile e io che vi prendevo in giro. Quella palla tirata troppo forte e tu che un poco dolorante, tenevi le mani strette al petto per la botta ricevuta.
Fu quella la prima volta che notai il tuo seno.
Ti &egrave cresciuto, forse troppo rispetto alla tua altezza e quella tua smania di non portare mai il reggiseno mi ha permesso, in quegli anni di contemplarne i contorni.
Così sodo e turgido neppure tua sorella che, molto più bella, quando di anni ne aveva sedici, era la mia fidanzata, la mia appassionata amante e la mia migliore amica.
Gli anni sono passati per entrambi. Tua sorella l’ho sposata, la amo come pochi possono amare e questo amore ha dato un bellissimo frutto, nostra figlia.
Il tuo corpo &egrave stato in questi anni, insignificante per poi divenire il mio oggetto principale di desiderio e tu questo non lo hai mai capito. Tu che la tua fisicità la vivi male e forse anche peggio la tua sessualità, fidanzata con un buzzurro ignorante che in comune con te non ha nulla. E dire pure che tu hai un’intelligenza sopra la norma, le tue capacità sono incalcolabili. Lui invece una capra prestata alla natura umana, qualche muscolo, forse, ma poco cervello anzi nulla. Senza un briciolo di romanticismo a te, piccola e fragile farfalla nega anche quello che un uomo farebbe per un’estranea e tu lo ami, buono si, mai violento ma certamente inadeguato al tuo cospetto. Un giorno cercando la tua mail su google, scopro un tuo sfogo in un forum in cui, con tristezza raccontavi a tue coetanee di non riuscire a raggiungere il piacere, che ancora alle prime armi in materia di arte amatoria chiedevi consigli e ti rincuoravi nel sapere che un pompino, si un pompino, gli sarebbe piaciuto. Che rabbia! Il pensiero che lui godesse di quella fortuna immeritata senza aver neppure la dolcezza di accompagnarti nella scoperta di questo mondo per te forse ancora oggi, così complesso e difficile. Così discreta da cancellare ogni messaggio perché nessuno possa mai sapere di te null’altro oltre quello che tu concedi, senza però tirartela mai. Nel tuo mondo, io si che comprendo che tu ne abbia uno tutto per te, difficilmente fai mai entrare nessuno e io non faccio differenza.
Eppure oggi che di anni ne abbiamo molti di più quel mio stare, accanto a te non muta. Tu dolce desiderio, tentatrice inconsapevole a cui cerco di rubare ogni giorno anche la più piccola attenzione, che assapora in silenzio ogni piccolo contatto.
Ricordi quella volta che, stranamente, perché non &egrave tuo stile essere così espansiva, correndo verso di me, mi saltasti addosso per abbracciarmi? Che brivido sentirti così come mai ti avevo sentita. Che dolce disperazione aver avuto il tuo seno duro e sodo contro di me e le tue gambe avviluppate ai miei fianchi mentre a stento, in quei pochi secondi, trattenevo l’erezione.
Non &egrave passata occasione negli anni che cercassi di rubarti la vista di una scollatura, di una camicetta mal abbottonata, tu che un giorno venendo a casa ti trovai in costume perché avevi troppo caldo, quella volta mi mostrasti il tuo corpo bello ed innocente senza alcuna malizia. Ah malizia! L’avessi colta una sola volta nei tuoi occhi!
Quanto ho odiato tua sorella quando, ti rimbrottava che il tuo reggiseno era sempre messo male o che la camicetta fosse troppo aperta.
Ricordo ancora quel viaggio in auto insieme, quando un tuo seno faceva capolino da quell’intimo bianco forse troppo stretto, come ti guardavo mentre ad ogni vibrazione lo vedevo uscire sempre più, come non andammo a sbattere non lo ricordo e non ho mai compreso a pieno se tu hai lasciato sempre correre o sono sempre stato molto attento io a che in fallo non mi cogliessi mai. Eppure anche questa sarebbe per me una speranza, pensare che tu voglia essere guardata, ora, mi farebbe urlare di gioia ma in realtà so che così non &egrave e non sarà mai.
Eppure tutto il mio ‘amore’ te l’ho dichiarato, così come so fare io, senza parlare mai di sentimenti, senza parole di circostanza, a te ho detto ciò che sei per me in modo che tu non lo capissi mai veramente.
Ti ho una volta lasciato un bigliettino sul parabrezza dell’auto, un gesto di sincero affetto che so tu hai conservato gelosamente. So che ogni tanto il mio pensiero ti arriva, lo sento e lo percepisco. Come sai quanto a quello che tu fai per me o con me io ci tenga. Quello smile sul post.it lo tengo attacco al mio pc da un anno e tu ogni tanto lo guardi e sorridi ma non dici mai nulla.
So di essere un tuo punto di riferimento, a tratti lo ammetti ma poi scappi, ti sto per prendere ma tu voli via e non ti vedo più per settimane intere, ti cerco e tu torni a cercami alla tua maniera. Mai quel qualcosa in più, mai la svolta tanto attesa.
Con oggi sono due le volte che ti ho detto di averti sognato, non ti ho mai raccontato nulla dei miei sogni, solo di averti vista. Eppure ormai sei la mia amante fissa. Mi addormento sapendo che di li a poco ti incontrerò. Aspetto la notte come un ragazzino attende il suo primo appuntamento.
Ieri notte mentre ti sognavo, nuda accoglievi il mio membro fra le tue calde gambe sorridevi e mi baciavi con incredibile passione. Dicono che i sogni durino pochi istanti e che le percezioni non siano chiare. Quanto &egrave falso! Ho sognato di venirti a prendere alla stazione come spesso accade e che tu mi abbia chiesto di andare a casa tua per posare la valigia. Siamo saliti e come al solito hai deciso di preparare il caff&egrave per entrambi. Lo abbiamo bevuto parlando, più tu che io. Poi il divano, io che so di essere in un sogno e che oso l’inimmaginabile, che ti accarezzo il viso poi i capelli e pian piano sbottono quella camicetta bianca così semplice e così bella. Tu che mi lasci fare senza dir nulla e che accetti piacevolmente quello che accade. Io arrivo al seno solo dopo averti baciato per lungo tempo. Vanno via poi i pantaloni di entrambi e tu, quel pompino che sul come dovesse essere fatto, anni fa chiedevi consigli su un forum, oggi a me lo regalavi con infinito piacere ma anche con tanto amore. Abbiamo fatto l’amore, si l’amore, tu seduta su di me forse per ore intere. L’orgasmo ci ha raggiunti e tu, cosa inimmaginabile, finito l’amplesso hai voluto riprendere il mio membro in bocca per ricominciare quel turbine di passione. Ti ho chiesto: Daniela, accadrà mai nella vita reale?
Un cenno del tuo capo e la sentenza.
Ci vedremo solo la notte, Daniela.
A più tardi.

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