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Racconti erotici sull'Incesto

coma

By 12 Settembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero su una strada. Giocavo con i miei compagni a pallone; e dire che non mi piaceva neppure quel gioco. La palla sfugge al mio controllo’ la inseguo cercando di fermare la sua corsa e’ una macchina portata da un cieco mi travolge in pieno’ l’ultima cosa che ricordo e il viso del conducente’ avevo 13 anni.
Quello che dico ora mi è stato raccontato.
Fui portato in ospedale. Trauma cranico’ coma vegetativo irreversibile.
Dopo una diagnosi così l’unica cosa da fare e autorizzare l’espianto degli organi e buonanotte! I miei , non senza aver consultato altri medici, autorizzarono l’espianto e spensero l’interruttore della macchina che mi teneva in vite.
Ma nessuno aveva fatto i conti con la mia voglia di vivere, o almeno di quella dei miei organi’ forse volevano restarmi attaccati ancora un po’!?
I medici stavano impazzendo!
Dovevo morire!
Non poteva essere’elettroencefalogramma piatto’ ero morto! Allora che, o chi mi teneva in vita?
Quello che so e che ricordo è un insieme di suoni, colori, sensazioni.
Tutto era come in un sogno’ed il sogno è durato 20 anni!!
– Dottore venga subito il paziente della 326′ è incredibile!!-
Erano passati 5 o sei anni di coma e l’infermiera notò un fenomeno strano’ inspiegabile!!
Avevo una erezione!
Niente di strano direte voi’ ma nessuno di voi è mai stato in coma (e spero che non vi accada mai)’ in quello stato non ci sono stimoli né meccanici ne chimici che possano indurre tale fenomeno!
A parte l’imbarazzo dei miei genitori che non potevano più far venire nessuno a trovarmi in quello strano’ atteggiamento!! Ma c’era un intero mondo medico che studiava quel particolare fenomeno’ e non solo per le dimensioni che, se pur notevoli, non destavano meraviglia!
La prima esperienza sessuale che io ricordi, l’ho avuta a 33 anni’ ma quelle che non ricordo’
Mia madre non poteva stare tutte le notti in ospedale’ inoltre non sempre era consentito. Quando le mie condizioni sembravano critiche, autorizzavano qualche parente a rimanere la notte con me’ ed una di quelle notti accadde’
Era rimasta una zia a farmi compagnia’ a quel tempo lei aveva 30 anni ed io la ricordo come una ragazza vivace, esuberante’ bella senza esagerazioni’ capelli castani, occhi marroni grandi da perdersi, corporatura media (1.60 di altezza per una 50 kg di peso). Anche se quando mi sono addormentato avevo 13 anni, qualche volta con gli amici un po’ più grandicelli andavamo a spiare le ragazze’ era più un gioco per noi più piccoli, ma non senza qualche risvolto inaspettato!! E la zia era una delle più spiate! Forse perché abitava in una villetta immersa nel verde abbastanza isolata, o forse perché l’essersi resa indipendente giovanissima (se ne era andata via dalla casa paterna a 18 anni dopo aver vinto un concorso nelle poste), fatto sta che se ne andava in giro per casa con quasi nulla addosso e’ si cambiava spessissimo!! Ero convinto che zia fosse strana, ma era tanto bella e comprensiva’ ci aveva sorpresi un sacco di volte a spiarla ma non aveva mai detto niente alla mamma’un giorno andai solo a spiarla, non so perché ma mi venne voglia di andarci’ lei era a casa e stava al telefono’ i vide! Arrossii tanto che mi sembrava di andare a fuoco, ma mi fermai come impietrito! Lei mi sorrise! Finì di telefonare e’ come se non ci fosse nessuno iniziò a spogliarsi. Tutte le altre volte, al massimo le avevamo visto le tette, o meglio, intraviste’ così non mi aspettavo di più. Mise un vestitino rosa sul letto’ tirò fuori della biancheria in pizzo’ calze velate’ poi iniziò a spogliarsi. Tolse la camiciola leggera che portava in casa’ un bottone alla volta’ piano. Poi aprì la camicia’ aveva un completino intimo bianco’ niente di ricercato, ma sul quel suo corpo ben fatto e abbronzato spiccava tantissimo. Cominciò poi a giocare con le spalline’ tirava su gli slip fino a far entrare tutto il tessuto nel solco delle natiche e fingeva di raccogliere qualcosa da terra per mostrarmi il suo fondoschiena’ tirò giù una spallina sfilando il braccio da dentro’ poi dal lato dove ancora resisteva la spallina, scostò il tessuto della coppa’appena per farmi vedere l’areola rossa’ fece lo stessa dall’altra parte’poi stirò le spalle indietro con il risultato di far sondare un seno fuori dalla coppa’ era il primo seno che vedevo!! Non sapevo stimare allora se era grande o piccolo’ vi dirò: era una terza abbondante!! Giocò a toccarsi quella tetta, pizzicandosi il capezzolo’ poi fece uscire l’altra tetta e se le palpava’ non capivo perché sembrava le piacesse tanto! Poi fece una cos che non capivo’guardando verso di me si passò la lingua sulle labbra e poi infilò una mano negli slip e sembrava stesse cercando qualcosa, perché cominciò a rovistare’ doveva essere qualcosa che le sfuggiva, ma si vede che era riuscita a trovare quello che cercava perché gridava ‘Si, si, si!-
Andò avanti per qualche minuto poi gridò più forte’ un po’ mi spaventai’ tolse le mani dalle mutandine, le leccò come se fossero state in un barattolo di marmellata’ poi mi sorrise’ tolse il reggiseno, tolse gli slip e’ li abbi una folgorazione: non aveva il pisello! Sapevo che le donne non erano uguali a noi’ avevano il seno, ma che non avessero il pisello’ come facevano a fare pipì? Zia si voltò di schiena e si piegò in avanti allargando le gambe’ vedevo per la prima volta una figa! Solo che non sapevo che cosa fosse’ ero curioso’ sembrava che avessero portato via con un coltello il pisello alla zia e quello che rimaneva era una ferita aperta!! Ma anche le altre donne erano così o solo zia?
Rimasi ancora un po” forse preso dalle domande, forse eccitato senza saperlo’ e si perché il pisello mi era diventato duro’ qualche amico un po’ più grande quando spiava le ragazze lo tirava fuori e lo accarezzava’ ma mi vergognavo di fare lo stesso, anche perché mi sembrava piccolo rispetto ai loro cazzetti!
Mentre aspettavo che diventasse molle mia zia si era rivestita non senza avermi regalato uno strip al contrario’ ad un tratto mi fece un cenno con la mano’ mi chiedeva di aspettare! Di li a poco arrivarono due sue amiche’ il caffè era gia sul fuoco’ parlarono un poco poi mia zia sembrava raccontare qualcosa che divertiva molto le amiche (seppi 20 anni dopo che parlavano di me).
Ad un tratto una di loro, Marina, una ventenne che oggi dico da panico, bionda, slanciata con fisico da pin up e occhi smeraldini, si alzò di scatto e si tolse la maglietta che indossava’rimanendo in reggiseno. Ad occhio i seni di Marina ero ben più grandi di quelli della zietta’ poi si alzò anche Viola, anche lei ventenne, bruna un po’ in carne ma ben fatta’ anche lei tolse la camicia e rimase in reggiseno’ qui ero sicuro che le tette fossero notevolmente più grandi della zia!!
La zia prese una bottiglia di liquore e ne versò tre bicchieri abbondanti’ poi si tolse la camicia rimanendo col reggiseno che le avevo visto indossare, ma subito si tolse la gonna rimanendo con il completino e le calze velatissime’ Marina, come se fosse stata sfidata si alzò e si tolse il pantalone, poi tolse il reggiseno e si rimise a sedere’ Viola fu incoraggiata dalle amiche e anche lei si tolse la gonna e il reggiseno, mostrandomi due tette gigantesche e sode!!
Zia si alzò e prese da un cassetto tre affari’ mi ricordavano i piselli dei miei compagni più grandi’ poi ne diede uno ciascuno alle amiche e si tolse le mutandine’ le altre fecero altrettanto. Si sedettero tutte e tre sul divano e aprirono le gambe verso di me’ seppi così che Jack lo squartatore aveva portato via il pisello a tutte le donne’ ecco perché ne hanno uno finto pensai’ma no sapevo molto di queste cose’ dopo un po’ che si strusciavano e s toccavano tra loro, zia infilò il suo vibratore nella ferita di Marina’ sentii gridare’ ma non sembrava un grido di dolore’ zia toccava le tette a Marina e con la mano spingeva quel fallo dentro la sua amica’ che crudeltà pensai’ poi vidi Viola che si passava quel coso tra le tettone e poi lo succhiava come un calippo’e senza che nessuno la costringesse si infilò quell’aggeggio nella sua ferita, ed anche lei sembrava star male’ eppure continuava a muovere il bacino e a spingerlo sempre più in fondo’ chi mi sconvolse fu Marina’ dopo aver toccato fra le gambe zia e aver leccato quel fallo di gomma, lo infilò nel buco del sedere di zia’ il fatto è che pensavo le facesse un male cane visto come gridava’ ma quello che gridava’ – si , si spingilo dentro’!- era la zia che voleva quel trattamento’ perché? Continuarono così per parecchio’ e tutte ogni tanto guardavano io cosa stessi facendo’stavo col mio pisello durissimo e con la temperatura corporea altissima’ero una specie di caffettiera che sbuffa sul fuoco’ ma non sapevo ancora cosa avesse acceso il fuoco e cosa lo alimentasse’
Non ho avuto modo di andare a trovare la zia’ vuoi perché per un po’ si era dovuta trasferire per lavoro’ vuoi perché ero stato investito tre mesi dopo quell’episodio.
Quella notte mia zia era venuta a vegliarmi.
Avevo quella erezione da almeno 15 giorni’ a volte diminuiva ma era quasi sempre al suo acme.
Quando si spengono le luci in un ospedale ed ognuno rimane solo col suo dolore, il tempo sembra piegarsi su se stesso e la notte sembra non finire mai.
Si vede che non aveva molto da fare la zia’forse per affetto o per suo piacere scosto le lenzuola che coprivano quell’obelisco e cominciò a baciarlo’ popi lo leccò con sapienza fino ad arrivare allo scroto’in quella situazione i medici avevano inserito il clistere interno con una delicata operazione di bay pass, e quindi il mio affare era libero da impedimenti’ dopo qualche leccatina zia montò sul letto e si sistemò sul la mia erezione’ si e mi scopò per due ore raggiungendo una serie infinita di orgasmi’ peccato non averli potuti condividere’ si fece penetrare anche il culo godendo come una maiala’ verso le cinque del mattino, inaspettatamente, ebbi la mia prima eiaculazione’ proprio nella bocca della zia che mi stava ripulendo dai suoi umori’ dovette ripulire anche altro e non si fece pregare per farlo’
La cosa strana è che il mio affare continuò a stare eretto’ e nessuno strumento aveva registrato qualche cambiamento’l’unico cambiamento fu che la zia volle fare qualche turno in più’

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