Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Dirtelo… non dirtelo… (2° parte)

By 23 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sudavo freddo’ mia figlia aveva il mio cazzo in mano e ci stava giocando, come se nulla fosse, mentre mio figlio mi osservava divertito.
Aspettavano una mia reazione.
Chiaramente sapevano che non avrei mai raccontato alla madre nulla di tutto ciò che era successo e quindi non erano minimamente preoccupati.
Però si aspettavano che io prendessi parte ai loro giochi, come se fosse la cosa più normale del mondo.
‘Papino, allora? Che ne pensi di un bel giochino a tre? Hai mai provato qualcosa del genere con la mamma?’
Pensai alla loro madre, a come sarebbe stata male nel sapere cosa stava succedendo.
Non le avevo mai nascosto niente, non c’erano segreti tra noi’ fino ad oggi.
Ma poi pensai che, per la prima volta dopo tantissimi anni, mi stava capitando qualcosa di veramente eccitante, che coinvolgeva solo me, che mi faceva sentire di nuovo vivo.
Avevo proposto più volte a mia moglie giochi soft, magari usando qualche gadget; ma lei non amava molto questo tipo di sessualità e quindi col tempo mi ero rassegnato.
Ci amavamo, certo, però il sesso tra noi era sempre stato un punto dolente; ne stavo prendendo atto, con consapevolezza, in quel momento.
‘Allora papà? Cosa vuoi fare? Ti va di giocare con noi?’
La voce di mio figlio mi riscosse dai miei pensieri e mi accorsi che mi guardavano entrambi, i loro sguardi carichi di aspettative e promesse sensuali.
‘Questo che mi state chiedendo è sbagliato, lo sapete anche voi’ sono vostro padre e non dovreste neanche minimamente pensarci’ l’incesto è immorale, distruttivo”
‘Papà, dai, non prendiamoci in giro. Sappiamo tutti benissimo che l’incesto è sempre stato praticato nei secoli. Non siamo due bambini costretti a far qualcosa di orribile e sgradevole; siamo due adulti che si amano e che purtroppo non potranno mai stare insieme alla luce del sole, ma che hanno scelto comunque di vivere questo sentimento, senza preoccuparci di nulla.
Ora, sappiamo benissimo che ti sei eccitato vedendoci chiavare, quindi inutile menare il can per l’aia: vuoi partecipare o no?’
In poche frasi, mio figlio aveva illustrato ciò che avevo sempre pensato, ma che non avevo mai espresso ad alta voce, per paura di essere giudicato un pervertito, un malato mentale.
Ma ancora non ero soddisfatto; volevo sapere perché avevano scelto me, il loro padre, per questi giochi.
‘Perché proprio io? Ci sono tanti uomini che pagherebbero oro per vedervi scopare o per poter accedere anche solo alla fighetta di Luna”
‘Perché mi piaci’ mi sono sempre piaciuti gli uomini con più di 40 anni’ tu ci hai sempre insegnato a vivere la nostra sessualità in maniera gioiosa ed indipendente, a non farci influenzare dai giudizi altrui. E poi, hai un bel cazzone, oltre che un fisico niente male. Sai quante volte mi sono masturbata, pensando a te che mi stantuffavi per bene?’
Guardai mia figlia con stupore; non avrei mai e poi mai pensato a ciò che mi aveva detto. Sì, a volte anche io l’avevo guardata come un uomo guarda una giovane donna e non una figlia, ma subito avevo distolto lo sguardo, vergognandomi dei miei pensieri. Ma che lei addirittura si masturbasse pensando a me!
Intanto il mio cazzo aveva ripreso a pulsare, duro e voglioso; capii che avrei provato rimpianto se non lo avessi fatto, se non avessi provato e le mie ultime remore scivolarono via.
‘Va bene ragazzi; stasera vostra madre tornerà tardi, ma per non rischiare, andremo alla casa al mare. La chiamo per dirle che usciamo a cena tutti e tre e di non aspettarci sveglia.’
I ragazzi si rivestirono in fretta; chiamai Lorella e mentre le dicevo che avremmo fatto tardi, ero eccitato e voglioso. Finalmente la fichetta bagnata di mia figlia sarebbe stata mia!
Chiusi la conversazione con la voglia di farmelo prendere in bocca da Luna.
Il cazzo, sempre più duro, premeva sulla stoffa dei jeans e non vedevo l’ora di chiavare la fica (e, perché no) il culetto sodo di mia figlia.
Improvvisamente l’uomo sempre voglioso di sesso, scatenato e animale che era in me, uscì fuori.
Dissi a mio figlio di guidare; io e Luna ci accomodammo dietro.
‘Bene, vuoi il tuo papà? Ora prendimelo in bocca, piccola puttanella.’
Mia figlia non se lo fece ripetere due volte; mi sbottonò i pantaloni e cominciò a leccarmi il cazzo, duro e voglioso di sborrare.
Era bravissima a fare pompini; improvvisamente volevo sapere quando e con chi lo avesse imparato, perché mi arrapava l’idea di mia figlia chiavata da altri, ma non le chiesi niente.
Assaporai la sua lingua e le sue labbra sulla mia cappella, il suo succhiare ora delicato, ora forte.
Finalmente arrivammo a destinazione.
Fortunatamente il giorno prima avevo areato la casa e l’avevo pulita per bene, in caso i ragazzi avessero voluto dare qualche festa con i loro amici; avevo anche cambiato le lenzuola di tutti i letti.
Non ce la facevo più; avevo bisogno di toccare il corpo nudo di mia figlia, le sue bellissime tette (adoravo le sue tette, sode e non tanto grandi!), il suo culo magnifico, la sua fica profumata.
Ci spogliammo tutti e tre e ci chiudemmo in camera.
Spinsi mia figlia sul letto; le aprii subito le cosce e cominciai a leccarla sulla fica, bagnata, vogliosa del mio cazzo e di quello del fratello, mentre Luca glielo metteva in bocca.
Era uno spettacolo, che mi gustavo guardando tutti e tre allo specchio.
‘Papà’ oh papà’ cazzo’ sto per venire’ sei troppo bravo a leccare’ dio mio’ oddio papà’ ancora’ ancora’ ANCORA!!’
Mi venne sulla faccia, imbrattandomi dei suoi umori.
Continuai a leccarla e scoprii che era multiorgasmica.
Se non avessi praticato training autogeno per anni, avrei sborrato lì, sul letto, immediatamente.
‘Luca, ho voglia che tu mi scopi’ papà, voglio prendertelo in bocca’ adesso”
Non mi feci pregare; Luca si stese su di lei e con un colpo secco la penetrò, mentre io glielo ficcavo in bocca e giocavo con lei, che se lo faceva arrivare fino in gola.
Mio figlio, più calmo dopo la prima sborrata, la stantuffava per bene, senza la paura di venire immediatamente; io mi godevo lo spettacolo.
‘Cazzo Luna, tu sì che sei nata per chiavare’ ogni volta che ti scopo, sei sempre più troia’ sei
la mia puttana’ oh cazzo, ho l’uccello durissimo ogni volta che ti chiavo”
Era un delirio; mio figlio le sbatteva l’uccello in mezzo alle cosce, entrando e uscendo velocemente, mentre io le ficcavo in bocca il mio, senza tregua.
Mia figlia sapeva tenere botta; si vedeva che era esperta di scopate a tre.
‘Quante volte hai chiavato a tre, eh puttana? Lo dici al tuo papà?’
Le tirai i capelli e lei mugolò di piacere, mentre veniva ancora e ancora.
‘E ora, tocca al tuo culo. Su piccola, girati e dammelo”
La girai subito a pecorina; le allargai il buchetto, mentre con un dito insalivato entravo piano piano.
Era bagnata anche lì; capii che era pronta.
Il mio uccello non fece fatica a farsi strada e i suoi gridolini di piacere mi fecero capire che gradiva molto.
‘Cazzo papà’ sento il tuo uccellone duro’ oddio’ troppo bello’ oddio papà’ di cazzi di quarantenni ne ho avuto tanti, ma mai come il tuo’ mi fai godere come una porca”
Intanto mio figlio si era sistemato sotto di lei; con la lingua le leccava per bene il clitoride, mentre i miei coglioni sbattevano sul suo culo.
‘Dio mio piccola, il tuo culo sodo è stupendo’ chiavarti è troppo eccitante”
Volevo di più; volevo vedere mia figlia penetrata dappertutto.
‘Luca, scivola sotto di lei ed entrale dentro’ voglio riempire tutti i buchi di questa troietta”
Le allargai le cosce per permettere al fratello di chiavarla; lui scivolò dentro senza problemi e cominciò a muoversi, sincronizzandosi a me.
Adesso era il massimo; mia figlia impalata da me e suo fratello.
‘Cazzo’ oddio’ sto venendo ancora’ mi sento piena’ cazzo cazzo cazzo!!’
Intanto Luca le succhiava i capezzoli e le loro lingue duellavano; io la sbattevo sempre più forte.
‘Piccola, ho voglia di sborrare nel tuo culo’ sei magnifica!’
Anche mio figlio non vedeva l’ora di venire, lo sentivo.
‘Sì dai’ riempitemi contemporaneamente’ vi prego”
Non ce lo facemmo ripetere due volte; i nostri movimenti divennero sempre più frenetici, e urlammo tutti e tre per il godimento.
‘Cazzo, sto venendo, sto venendo’ oddio, sto per sborrarti nel culo’ eccomi’ eccomi!!’
‘Anche io ti sto per riempire la figa’ oddio’ sborro!!’
La riempimmo per bene, mentre gli ultimi spasmi si facevano sentire.
I buchi di mia figlia grondavano sperma e umori; ci accasciammo entrambi su di lei, sudati ma contenti.
La scopata era stata stupenda.
‘Ti è piaciuto, papino? Ti sei divertito?’
La voce di mia figlia squarciò la nebbia post-orgasmica; annuii, senza più forze.
Ora sapevo cosa significava chiavare con la C maiuscola; finora il sesso che avevo provato non era altro che uno scialbo sottoprodotto di ciò che volevo vivere realmente.
‘Ragazzi’ siete stati stupendi’ e se un giorno lo vorremo rifare”
‘Papà, hai da fare oggi?’
Li guardai entrambi.
‘No, non ho da fare’ e voi?’
Gli occhi splendenti di mia figlia dicevano che aveva ancora voglia di me, del mio cazzo, del nostro gioco’ e io l’avrei accontentata.

Leave a Reply