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É arrivata mia sorella – Capitolo 7

È tornata mia sorella

Capitolo 7

Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a william.kasanova@hotmail.com. Il mio profilo Telegram è @williamkasanova

Borio assesta una pacca sul culo di mia sorella. Con un cenno mi indica, sul volto posso leggere quasi noia che altro. «Fattela leccare».
Patrizia si gira verso di me, mi accarezza il volto e mi bacia. Le sue labbra succhiano il mio inferiore.
Chiudo gli occhi, inspirando a fondo. L’odore di sborra che riempie l’aria viziata è delizioso e mi stordisce, il calore della mano di mia sorella sul mio collo è delizioso quanto un quadretto di cioccolato.
Le sue labbra si staccano dalle mie e si avvicinano al mio orecchio destro. A stento la sento sopra il fracasso del mio cuore. «Hai sentito? Questi omaccioni cattivi vogliono che me la lecchi…»
Deglutisco. Patrizia vuole giocare, vuole che opponga resistenza… vuole… «Siediti sulla mia faccia». Non riesco a resistere. «Fottiti la mia faccia».
Mia sorella sorride, mi dà un bacio su una guancia e si solleva in ginocchio. Un attimo dopo, il mio campo visivo si riduce alle sue cosce ai lati e il suo corpo magnifico che si erige al centro. Mi sorride, mi mette le mani sulla nuca e abbassa il suo inguine sul mio volto.
Il profumo delicato della sua figa e quelle ben più aggressivo della sborra di chi l’ha scopata mi colmano la mente. Qualcuno sta accarezzando il mio sesso infiammato. È una mia mano, di cui ho perso il controllo.
Patrizia spinge avanti, la sua scivola sul mio volto, dal mento al naso. La punta passa accanto al suo clitoride, la sborra che le cola fuori finisce sulle mie labbra.
Con la mano che non sta torturando il mio inguine afferro la chiappa sinistra di mia sorella, e allungo la lingua: le grandi labbra si aprono e il sapore del sesso della mia gemella mi inebria. Gocce di desiderio e sperma piovono sul mio viso, vorrei leccarle ma non stacco la lingua dalla figa: voglio che Patrizia goda come lei ha fatto godere me.
Due mani afferrano le mie gambe e me le sollevano. Il culo si stacca dalla scrivania. Le mie cosce di appoggiano contro gli addominali di qualcuno e i polpacci sulle sue spalle.
«Adesso me la scopo davvero» dice qualcuno, ma non riesco a riconoscere la voce: le mie orecchie sono tappate dalle gambe di mia sorella.
Il mio ano si dilata mentre un nuovo cazzo entra nel mio intestino. Sprofonda, riempie il mio retto, lo tappa, inizia a muoversi avanti e indietro… mi mordo un labbro. Quanto cazzo mi mancava farmi inculare! Perché quello stronzo di Saverio si rifiuta di sfondarmi il culo?
Non devo distrarmi, ho mia sorella da soddisfare. Allungo di nuovo la lingua e la infilo tra le sue labbra. Come devo tenerla? Piatta? Di punta?
Patrizia geme, muove il suo inguine in circolo invece che avanti e indietro. La mia lingua passa attorno all’imbocco del suo utero, da cui scivola fuori la sborra di quelli che l’hanno scopata. Cola nella mia bocca, la lascio defluire nella mia gola. È una di quelle cose che una di quelle fantasie erotiche che mi sono fatta anni fa e ho sempre creduto fosse impossibile, qualcosa per la quale, a ottant’anni mi sarei pentita di non aver mai scoperto come fosse viverla davvero.
E adesso ho la mia gemella che mi fa un creampie in bocca…
E nel frattempo mi stanno scopando il culo con un cazzo e qualcuno, non so se lo stesso o un altro, mi sta ditalinando.
Le gambe di Patrizia tremano, il liquido che scivola nella mia gola aumenta di intensità e sapore. Inspira più forte, si stringe una tetta e si massaggia il clitoride. «Ale… Ale… Sì, Ale!»
Non mi sono mai sentita tanto orgogliosa quanto sentire mia sorella pronunciare il mio nome con la voce spezzettata dal piacere. Voglio che goda ancora di più… voglio fare impazzire questa puttana.
Voglio che la prossima volta che si ditalinerà pensi a me!
Le dita di Patrizia stringono i miei capelli, scopa con ancora maggiore forza la mia faccia. Si ferma di colpo, le sue cosce vibrano attorno contro la mia testa. Emette un verso gutturale.
«Va’ come viene la troia!» dice qualcuno. Uno schizzo caldo di sborra finisce contro il basso ventre di mia sorella e sulla mia faccia: qualcuno si è sparato una sega mentre facevo godere Patrizia.
Lecco la colata con ingordigia: ha il gusto della lussuria e della soddisfazione. È qualcosa che va oltre i sensi…
Mia sorella smonta dalla mia faccia, si abbassa sul mio volto, mi accarezza sorridendo e mi bacia. «Grazie Ale, sei fantastica». E mi bacia di nuovo.
Abbasso lo sguardo. Quello che mi sta inculando non è quello che si lamentava che fossi troppo sporca per lui. Eccolo lì, che mi fissa voglioso: gli faccio segno di avvicinarsi con un dito. Mi ha fatto slinguazzare da mia sorella ed è giusto che abbia un premio.
Richiamo quello che mi sta scopando il culo. È uno di quelli appena arrivati. «Ehi, aspetta un attimo…»
Lui mi guarda confuso, si ferma a metà di una spinta.
Mi metto seduta sul tavolo, mi sollevo e lo faccio uscire. Ha un bel cazzo, mi piace sentirlo dentro. Scendo e mi metto in piedi. La saliva di mia sorella scivola lungo le cosce. Mi giro.
Ferrari, o come si chiama, si avvicina. Sul suo volto un sorriso soddisfatto. Gli indico di mettersi davanti a me, metto un braccio attorno al collo dell’altro: «Sollevami».
Il ragazzo sembra non capire per un istante, quindi mette le mani sotto le mie cosce e mi alza. Apro le gambe e appoggio i piedi sullo spigolo del tavolo, tenendoci in mezzo Ferrari.
I due mi guardano confusi, ma solo per qualche secondo.
«Beh, volete darvi da fare o volete perdere il vostro turno?»
Sogghignano. Il grosso cazzo torna nel mio retto, mentre Ferrari mi mette tra le cosce, le solleva a sua volta e mi scivola nella figa. Inizia a baciarmi il collo. L’altro non vuole essere da meno, e attacca con le labbra la spalla dall’altra parte.
Un mormorio di approvazione si alza dal pubblico. «Ehi, cosa state lì a guardare?» Patrizia batte le mani per richiamare la loro attenzione. «La mia gemella puritana deve passare da troia più di me? Ho tre buchi da riempire e sono tutti vuoti!»
Qualcuno ridacchia, un paio si fanno avanti: lei ne fa stendere uno sul tavolo, me mette in posizione il cazzo e vi si impala, ne fa avvicinare uno davanti e un altro dietro e in un attimo è soddisfatta.
[Magari la prossima volta anche tu. Per questa puoi accontentarti…]
Deglutisco. Già così è qualcosa che non mi sarei mai aspettata… Chiudo gli occhi e respiro con il naso. Le labbra che mi divorano mi stanno facendo impazzire, ma mai quanto i loro cazzi… Uno davanti ed uno dietro… E non è la somma della sensazione che ognuno mi dà, è quando scivolano dentro contemporaneamente, quando comprimono entrambi quello strato di me che divide il mio utero dal mio retto…
Mi sfugge un gemito, poi un altro. Sì, continuate… «Non fermatevi…»
Ferrari stacca la sua bocca dal mio collo. «Ti piace, eh, zoc-»
Gli metto una mano sulla testa e lo rimetto al suo posto. «Bacia e scopa, stronzo!»
Lui ridacchia ma non sposta le sue labbra.
Iniziano a muovere i loro bacini con maggiore coordinazione. Il mio petto si scalda, i miei seni diventano più duri e la mia figa cola ancora di più. «Così… sì!»
L’altro si scosta appena dalla mia spalla. È sceso così in basso con la bocca che sta quasi per succhiarmi i capezzoli. «Facciamo venire questa puttana…»
Le labbra di Ferrari si aprono in un sorriso.
Iniziano a scopare più forte, con maggiore coordinazione. Ogni colpo mi fa sobbalzare, le mie tette si scuotono. È come essere dentro un vibratore.
Le gambe mi tremano, un senso di stordimento avvolge la mia mente, il cuore mi batte all’impazzata. Emetto un grido roco e la schiena mi si inarca. Vengo, mi accascio sulla spalla di uno dei due. I miei piedi scivolano e rimango in mezzo ai due uomini, che continuano a scoparmi. È la pressione tra loro due a non farmi cadere a terra.
Sono la farcitura del tramezzino. Sorrido: anni fa, quando me ne aveva parlato Patrizia, ne ero rimasta disgustata… Chissà se, all’ultimo anno delle superiori, anche lei ha goduto quanto me quando è uscita con il tipo che studiava biologia e la Tartaruga Ninja…
Il tipo dietro spinge, si blocca e grugnisce. Mi mette una mano tra i capelli e me li scompiglia. «Grazie, ragazza».
Gli sorrido. Se vuoi fare un altro giro, magari davanti…
Ferrari mi stinge a sé e finisce anche lui: solleva il capo, si morde un labbro e mi sborra in figa. Esce da me, mi bacia su una guancia. «Ci rivediamo, zoccoletta».
Gli accarezzo il cazzo bagnato di sborra e desiderio. Ne è valsa la pena per entrambi, gli dico con uno sguardo.
Mia sorella è ancora intenta a farsi scopare da due dei tre: quello che spompinava è durato poco, ma sono certa che resterà a bocca asciutta ancora per poco.
Per gli altri ci sono io. Mi giro verso di loro. «Beh, avete già finito, branco di segaioli?»
Alcuni si guardano, e due si fanno avanti. A quanto pare non dispiace solo a me i tramezzini.
Il nero mi si mette dietro e affonda il nel mio culo, quello che mi aveva inculato per prima, Rossi, giusto?, questa volta si prende la figa. Quello dietro mette le mani sulle mie tette e le pasticcia, l’altro afferra le mie chiappe. Inizio a baciare prima uno e poi l’altro, le loro lingue che affondano nel mio cavo orale come i loro cazzi nel mio bacino.
Infilo una mano tra Rossi e me e mi metto a sgrillettarmi.
Già sento il piacere tornare all’attacco… questa volta sarà ancora meglio, lo sento.

Continua…

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