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Racconti erotici sull'Incesto

Elsa e il ginecologo

By 9 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Elsa e il ginecologo

Un pomeriggio ero da solo in casa, con una voglia tremenda di fottere non avrei fatto distinzione mi andava bene anche un cazzo pur di godere.
Mi aggiravo in casa come una belva in gabbia con il cazzo tra le mani che menavo di continuo, di tanto in tanto davo un’occhiata fuori per vedere se affacciata ci fosse una bella mammina da mostrargli il mio cazzo duro, ma non vi era anima viva.
Ero arrivato più di una volta vicino all’orgasmo, che rimandavo indietro arrestando la mano non volevo sborrare, ma qualche goccia fuoriusciva ed io la raccoglievo con le dita che poi mi leccavo, il sapore acro dello sperma mi piaceva tanto nonostante mi ardesse la gola.
Da qualche tempo avevo aggiunto una variante al mio autoerotismo, oltre al fallo mi masturbavo anche il buco del culo, la cosa nacque per caso mentre mi facevo il bid&egrave introdussi il dito medio insaponato nell’ano entrò tutto procurandomi una piacevole sensazione. Poi mi accorsi che da solo il dito non bastava volevo qualcosa di più sostanzioso e vi misi una bella carota, come facevo con Elsa, la carota mi dava di più rispetto al dito anche se nella mia mente si faceva strada l’ipotesi di prendere un vero cazzo, nell’attesa ci mettevo altro, cetrioli, colli di bottiglia, ho provato anche con le candele cosa che sconsiglio vivamente perché una volta nel retto la cera si scioglie.
Il mio cazzo posticcio preferito rimaneva lo stura lavandini quelli di una volta con il manico di legno e la ventosa color rosso che bagnavo sotto l’acqua e poi l’appiccicavo alle piastrelle del bagno all’altezza di cazzo, mi chinavo allargavo le chiappe e indietreggiando mi conficcavo quel manico nelle budella fino a sentirlo in pancia un piacere spasmodico, che dal buco del culo mi arrivava al cervello. Ero tentato volevo rifarlo anche se come detto era doloroso non tanto per la grandezza che sopportavo bene bensì per la sua lunghezza, mi decisi apri il mobile sotto il lavello della cucina e lo presi, mentre mi recavo in bagno lo ciucciavo come fosse un vero cazzo, stavo per appiccicarlo alle piastrelle quando suonò il campanello, mi tiro su i boxer metto lo stura lavandino nella cesta della biancheria e prima di aprire guardo dall’occhio magico era Elsa mia sorella.

– Ciao, come mai qui?
– Sono sta dal ginecologo, sei solo?
– La mamma &egrave al lavoro e le nostre sorelle in giro.
– E tu’come mai sei messo così? C’&egrave qualche ragazza in camera?
– Nessuna, perché?
– Hai l’aria sconvolta come se stessi facendo certe cose, dimmi la verità.
– Controlla, vedi magari ci fosse qualcuna.
– Allora stavi facendo il maialino tutto da solo vero?
– Anche se fosse, non ci trovo niente di male o sbaglio?
– Non sbagli, ma se esci forse qualcuna la trovi o aspetti che bussino alla porta per dirti che hanno voglia.
– Intanto tu hai bussato.
– Si, ma perché questa nonostante sia sposata &egrave sempre casa mia, ero venuta per parlare con mamma ho dimenticato che aveva il turno di pomeriggio.
– Problemi con la gravidanza?
– Affatto, tutto procede per il meglio questo mi ha detto il ginecologo poco fa.
– Sono contento, per te e mio nipote.
– Sei convinto che sia maschio?
– Si’o meglio lo spero.
– Speriamo che non abbia sempre il coso in tiro come te.
– Si vede?
– A momenti di schizza fuori dai boxer.
– Lo vuoi vedere?
– Lo conosco già.
– E’ cresciuto molto da quando lo davo a te. ‘ eravamo in cucina lei seduta ed io in piedi che me lo toccavo.
– Allora lo tiro fuori?
– Fa come ti pare, non m’impressiono se a te fa piacere mostrarmelo vorrà dire che &egrave il secondo che vedo in poco tempo.
– Il primo di chi era?
– Segreto.
– Dai Elsa, mi hai sempre detto tutto.
– Ok ma mi raccomando, non farne parola specialmente con Gino.
– Non temere. ‘ rimandai la mia esibizione, ero troppo curioso.

– Certi uomini, le corna se le vanno a cercare sto parlando di tuo cognato, ogni volta che devo andare dal ginecologo ha sempre pronto una scusa per non accompagnarmi, eppure ci tenevo tanto visto che questo bambino &egrave di entrambi e anche perché vedevo da parte del medico un certo interessamento nei miei confronti che andava aldilà della semplice visita.
– Ci ha provato?
– Fin dal primo momento, le prime volte alludeva, poi man, mano le sue perlustrazioni alla mia vagina si facevano sempre più audaci diceva che dovevo lubrificarmi bene e che il gel da solo non bastava, io gli credevo anche se ritenevo eccessivo e non regolare il fatto che mi manipolasse il clitoride.
– Ti faceva il ditalino?
– Si e che ditalino, solo un esperto come lui poteva farmi inzuppare la fregna in quel modo, seduta sulla poltrona con le gambe spalancate appoggiate sui sostegni ero nelle sue morbide mani, non riuscivo a nascondere gli orgasmi che mi procurava e quando entrava con la mano dentro di me la muoveva come fosse il cazzo di un cavallo entrava anche parte del braccio. ‘ mi stavo segando davanti ai suoi occhi mentre raccontava si vedeva che anche lei era eccitata.
– Ha fatto questo un paio di volte, dandomi piacere senza chiedere niente in cambio ma oggi &egrave successo abbiamo ‘chiavato’.
– Calma Elsa, calma altrimenti sborro.
– Smettila, e ascolta dopo magari ti faccio un bocchino se quello che ti sto dicendo lo tieni per te.
– Devi stare tranquilla e fidarti.

– Oggi non era prevista alcuna visita visto che lo fatta ieri, ma ieri prima di andar via lui mi ha detto che oggi pomeriggio era libero e se avevo intenzione di andarlo a trovare bastava che gli facessi una telefonata, se lo chiamavo sapevo a cosa sarei andata incontro non si sarebbe limitato al ditalino. Ero combattuta alla fine lo chiamato a casa mi ha risposto la moglie, dicendomi che era in bagno, ma potevo dire a lei che poi avrebbe riferito così ho fatto e oggi abbiamo scopato.
– Cosa hai detto alla moglie?
– Nome cognome, e che l’ indomani alle quindici sarei andata da suo marito perché avevo bisogno di una visita, tutto qui.
– Che tipo &egrave? ‘ intanto Elsa aveva posto due sedie lateralmente e poggiati i piedi sopra poi aveva allargato le gambe e tirato su la veste sotto non aveva le mutande.
– Ero messa così, bhe forse più comoda. ‘ con le mani allargò le grandi labbra della figa ora assomigliava geometricamente a un rombo, l’ingresso della vagina sembrava la bocca di una ‘carpa famelica’, l’interno tenero rosbif. Era cresciuta smisuratamente dall’ultima volta che l’avevo vista e anche il colore delle labbra era cambiato diventando più scuro, la cosa che m’impressionò maggiormente fu il suo clitoride era molto simile al cazzo del ‘puttino’ che piscia di continuo acqua nella fontana della piazza.

M’inginocchiai tra le sue cosce, prendendo tra le labbra quel grosso mollusco fuori dal guscio ed inizia a ciucciarlo.
– Ohhh’siii fratello cosi dai, dai. ‘ gli umori traboccavano come acqua dallo scarico di una grondaia.
Mi strinse forte la testa con le mani e si dimenava sulla sponda della sedia, come mi era già successo la prima volta anche stavolta sborrai senza che lei mi toccasse, con una differenza il mio cazzo rimase duro e lo sperma lo riversai sul suo pancione, e lei spalmò guardandomi languidamente.
– Dammi una mano, mi sto spezzando la schiena. ‘ l’aiutai a rimettersi nella posizione eretta.
– Siediti Franco. ‘ mi sedetti e lei dandomi le spalle si calò su di me ficcandosi il mio fallo nel culo, gli mordevo il collo mentre andava su e giù.
– Hai visto, fratello come &egrave ospitale il mio orifizio anale? Merito di tuo cognato se ho un buco del culo grande come quello della figa.
– Anche al medico gli hai dato il culo e vacca!
– Si’si chiamami vacca, troia, puttana’sto venendo ancora, godo’godo! ‘ anch’io sborrai nuovamente, e quando lei si alzò vidi che mi cacava sperma e altro sulla cappella.
Andammo, in bagno per ripulirci a me faceva un po’ schifo prenderlo in mano e lavarlo quindi ci penso lei sciacquandolo con la doccetta della vasca.
– Ho combinato un bel casino scusami Franco, non mi era mai successo.
– Non importa. ‘ anche a me capitava di estrarre, carote o qualsiasi altra cosa che mi infilavo nel culo sporche, ma qualcuno mi aveva suggerito il rimedio per evitare questo spiacevole inconveniente.
Il clistere questa era la soluzione, farlo un po’ prima di farti inculare, ma questo ve lo racconto in seguito quando finalmente presi un vero cazzo nel culo
FINE’

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