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Racconti erotici sull'Incesto

Il miele

By 11 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano due anni che non andavo a Modena da mio cugino: non abitiamo molto distanti, solo due ore di auto, ma la pigrizia a volte è micidiale.
Questa volta però ho pensato di fare a lui e mia zia una sorpresa e sono partita per il ponte del primo novembre.
La zia mi ha accolto come sempre, sommergendomi di tortellini, mentre mio cugino Fabio mi ha scorrazzata fuori per tutta Modena: in questo periodo non ha la ragazza, ed è stato il mio galante cavaliere.
Stamattina mi sono alzata presto: a volte la troppa stanchezza fa brutti tiri e si dorme meno di quello che si vorrebbe. Mi tiro su dal letto e ascolto il silenzio della casa: la zia ha dormito fuori, dal suo nuovo compagno e Fabio dorme ancora. In casa non c’è nessun altro.
Mi stiracchio un po’ e sguscio fuori dalle coperte: tiro giù la maglietta che Fabio mi ha prestato (visto che ho dimenticato il pigiama) cercando di coprirmi meglio che posso. Per andare in bagno devo passare davanti alla sua stanza e lui ha l’abitudine di dormire a porta aperta: non vorrei pensasse male. Faccio due passi in corridoio e do uno sguardo in camera sua: dorme a pancia in giù, col viso sul braccio. Passo avanti e vado in bagno per fare pipì. Esco e mi dirigo verso le scale per scendere a prepararmi un caffè, quando sento un – buongiorno – impastato.
– Buongiorno – rispondo io mentre mi affaccio in camera sua – Dormito bene? –
– Insomma – risponde Fabio mentre si stira sbadigliando – ho sognato quella stronza della mia ex, che come al solito se la tirava –
Scoppio a ridere:
– Ti va una tazza di latte per consolarti? –
– M… m… – mi risponde lui, mentre pigramente si ributta giù.
– Ok’ ho capito – gli faccio sorridendo, vado giù, preparo e te la porto qui.
– Grazie, sei proprio un amore di cugina – mi prende in giro
Scendo e preparo un vassoio per due con quello che gli piace: caffè, latte, fette biscottate e miele e risalgo in camera sua.
Fabio si tira su e mentre sistema le coperte per fare spazio a me ed al vassoio non posso fare a meno di notare la sua erezione mattutina. Faccio finta di niente e mi accomodo, mentre lui accosta le coperte in modo che si noti meno.
Facciamo colazione e scherziamo: è vero che io sono più grande di lui di un paio d’anni, ma siamo sempre andati d’accordo.
Mentre rido della sua ultima battuta su Twilight, rivisto la sera prima in attesa del sequel, mi scivola del miele sulla gamba, dalla fetta biscottata che gli stavo preparando.
– Attenta – mi fa ridendo e con un dito lo raccoglie, portandoselo in bocca con un sorriso.
– Hei! Cosa fai’ tocchi!?! – faccio io ridendo
– Beh’ cosa c’è di male? – mi risponde
– Nulla, in fondo “non c’è cosa più divina'” gli suggerisco canzonandolo.
Una scintilla gli passa negli occhi.
– Stavo solo raccogliendo del miele – mi dice, fissandomi con un tono malizioso.
– Guarda che li è meglio non toccare, per non sbagliare miele – gli rifaccio io, assumendo a mia volta un tono di malizia.
– E allora, non ci sarebbe nulla di male – mi fa lui e, prima che possa connettere, con il cucchiaino fa colare altro miele sulla mia coscia.
Per un attimo, rimango interdetta, ma subito mi riprendo, quando Fabio si china verso di me e inizia a leccarlo.
Non so cosa dire: rimango di sale. Vorrei fermarlo, ma la situazione mi sta turbando.
Lui continua a leccare, risale lungo l’interno coscia e si sofferma nei pressi del bordino delle mutandine. Il respiro mi si fa superficiale.
– Ora vediamo com’è questo miele – mi dice e mi fa scivolare all’indietro, stendendomi sul letto.
– Fabio – protesto io poco convinta – no, non possiamo –
– Perché no’ voglio solo assaggiarti, che male c’è – mi fa lui, mentre mi apre le gambe.
Non so cosa fare; razionalmente vorrei reagire, ma non ce la faccio: sto iniziando a bagnarmi.
Lui torna con la bocca fra le mie gambe e l’appoggia sulla mia vulva, oltre le mutandine, e mi mordicchia.
Mi viene fuori un:
– Oddio! – seguito da un sospiro
Fabio continua, alternando piccoli morsi a leccatine sulla tenera pelle dell’inguine. Poi afferra i bordi delle mutandine e me le sfila.
Rimango nuda dalla vita in giù, con il suo viso fra le gambe. Riavvicina la bocca e sento la sua lingua.
E’ calda, morbida e umida. La fa passare gentilmente lungo l’apertura vaginale.
Emetto un sommesso gemito.
Inizia ad insinuarsi all’interno ed io mi spingo di più contro il suo volto.
Passa a mordicchiarmi leggermente le piccole labbra. Le succhia e le tira con delicatezza. Poi fa lo stesso col clitoride. Inizio ad ansimare.
Con la bocca si sposta sul monte di venere e me lo tortura dolcemente con i denti, poi, mentre risale con la lingua lungo il mio addome, mi sfila la maglietta.
Sono nuda.
Si sfila anche lui la maglietta e i boxer e scivola su di me, appoggiando la bocca sulla mia.
Mi bacia teneramente, così come mi aveva baciata altrove e nello stesso modo mi insinua la lingua fra le labbra, facendomi conoscere il mio sapore.
A questo punto ogni inibizione è caduta. Lo ricambio con passione, mentre gli accarezzo la schiena.
Sento la sua erezione. Ora lo sento contro di me…
– Dolce sei dolce come il miele – mi fa – ma ora vediamo se sei anche calda e soffice – mi sussurra all’orecchio.
Mi poggia quindi il membro eretto fra le gambe e teneramente spinge, facendolo entrare.
– Ooo siiii! – E’ l’unica cosa che riesco a dire
Gli cingo la schiena con le gambe, mentre lui inizia a muoversi.
Mi bacia sul volto e sul collo. Io lo accarezzo sulla schiena e sui glutei, stringendolo di più a me.
E’ delicato e si muove piano. Io contraggo i muscoli vaginali: sento Fabio gemere.
– Mmmm siii, sei magnifica cuginetta –
Si solleva sulle braccia e fa passare le mie gambe sulle sue spalle: ora lo sento molto di più in fondo a me. Spinge di nuovo e si ferma’ mi guarda negli occhi’ mentre con un braccio si tiene su, con le dita dell’altra mano descrive arabeschi sul mio ventre, attorno al mio ombelico’ ed io sento fremere la pelle e contrarsi il mio addome dal piacere datomi da quel tocco. Rimango col respiro quasi bloccato:
– No, ti prego – riesco a dire appena – continua’ –
Fabio allora ricomincia a muoversi, ancora, ancora… e veniamo insieme: il suo sperma mi riempie e si lascia scivolare su di me.
Dopo poco ci separiamo e rimaniamo distesi, l’uno di fronte all’altra. Io gli sorrido, lui anche e mi accarezza il volto e le labbra.
– E adesso? – gli faccio io – cosa dovremo fare? Come ci dovremo comportare? –
– Di cosa ti preoccupi – mi fa lui – Natale è vicino’ potrei sempre venire a trovarti’ –

Fine

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