Lentamente zio entrò in casa, chiuse la porta e si guardò intorno. Appena mi vide sul divano rimase immobile, forse non riusciva a credere che fossi di nuovo lì davanti a lui come la pria volta che mi aveva fatto suo. Mi alzai e andai verso di lui, immediatamente mi abbracciò e ci baciammo. Già sentivo le sue mani dappertutto. Tenendomi per i fianchi continuò a muovere la sua lingua nella mia bocca.
“Sono felice che finalmente siamo di nuovo qui…” mi disse.
“Anche io Domenico. Non vedevo l’ora…” dissi tutto tremante dall’emozione.
Finimmo sul divano, senza smettere di baciarci nemmeno per un momento. Lui si alzò in piedi e senza dire nulla iniziò a sbottonarsi i pantaloni, io lo assecondavo e cercavo di sbottonarglieli , in pochi secondi glieli abbassai e mi trovai davanti le sue mutande già gonfie. Abbassai anche quelle e come al solito mi ritrovai davanti al suo bel cazzo che stava iniziando a gonfiarsi per me. Lo presi in mano, sentì il solito calore e iniziai a masturbarlo. Mi bastò sentire una sua mano sulla testa e immediatamente aprì la bocca e lo feci entrare fino in fondo. Lo sentivo crescere dentro, iniziai a muovermi e a fare su e giù, guardandolo direttamente negli occhi. Diventava sempre più duro e non ci volle molto perché zio iniziasse a tenere ferma la mia testa per muoversi a suo piacimento. Si sedette sul divano, io mi accovacciai accanto a lui e ripresi a succhiarlo, sempre più forte, bagnando tutto il suo pube e le sue palle con la saliva. La mano di zio arrivò sul mio culo, accarezzava il nylon delle calze, stringeva le mie chiappe e poi scendeva sotto per accarezzare il mio inguine. Appena sentì la sua mano che mi accarezzava nacque subito l’erezione, lui lo capì e continuò a toccarmi. Non riuscivo proprio a concentrarmi con lui che mi toccava così, il mio cazzo divenne come il suo. Mi prese la testa per baciarmi ancora mentre la mia mano lo masturbava ancora. Mi fece girare e piegare a faccia in giù, con un rapido morso strappò appena le calze all’altezza del culo, infilò un dito e squarciò il nylon per avere accesso alle mie mutandine. Sentivo l’aria a contatto con la pelle ora che il nylon era stato strappato. La sua mano continuava ad accarezzarmi il cazzo nascosto dagli slip mentre con l’altra tirò le mutandine per farle sparire in mezzo alle mie chiappe lasciandole scoperte. Qualche morso e qualche colpo di lingua, poi la mano fece scivolare fuori il mio cazzo. Una leccata dalle palle fino alla cappella mi fece rabbrividire. Mi girai per tornare seduto e appena aprì le gambe lui affondò la sua testa in mezzo alle mie gambe. Iniziò a succhiare. Avrei voluto masturbarlo ma la sua bocca mi piaceva troppo e non riuscì a pensare ad altro. Lo vedevo affondare la sua testa per prendere tutto il mio cazzo, affamato più del solito. Con la mano iniziò a massaggiarmi le palle e poi arrivò al buco, come al solito si mise a premere, bagnò le dita con la saliva che aveva lasciato sul mio cazzo e le fece entrare. Si mise in ginocchio davanti a me e iniziò a muovere le dita, mi lasciai andare, rilassai tutti muscoli e sentì tutto il suo movimento dentro di me. Ai primi contatti con la prostata sussultai, mi tremarono le gambe. Domenico se ne accorse e iniziò a masturbarmi. Mi guardava fisso, cercava i miei occhi per dirmi di non fare resistenza e di lasciarmi andare completamente, e così feci.
Rilassai le gambe e sentì il piacere montare. Me lo riprese nella bocca succhiò più forte di prima. Tenevo la sua testa fra le mani e lo accompagnavo, mi ero promesso di non badare troppo al piacere che poteva derivare dal mio cazzo, volevo concentrarmi più sul mio culetto, fare di tutto per essere più passivo possibile e sentirmi “più donna” come spesso intendeva lui ma in questi momenti non riuscivo a resistere. Dopo lungo lavoro di bocca mi trovai in difficoltà. Le contrazioni si facevano sentire e non riuscivo a non stringere le gambe per non venire.
“Basta ti prego…. Sennò vengo.” dissi. Domenico senza dire nulla tirò fuori da me le sue dita e me le mise in bocca, mi ero bagnato per bene, sentì il sapore dei miei succhi. Leccai le dita e gliele restituì umide di saliva. Si alzò e si bagnò la mano, dopo essersi bagnato anche il cazzo tornò in ginocchio e puntò verso il mio buco. Entrò subito e iniziò a stantuffare. Teneva le mie gambe aperte, il mio cazzo tremò per i suoi colpi. Mossi un piede per togliere un sandalo e lui appena lo vide lo prese con la bocca. Entrava e spingeva in profondità, sentivo il solletico della sua lingua sotto le dita del piedino e gli sorridevo. Lui si eccitò ancora di più e aumentò il ritmo. Sentì subito il fuoco che dal cazzo saliva fino al mio petto. Poi le contrazioni finchè lentamente non iniziò a colare il liquido dalla mia cappella senza che io facessi nulla. Non ero ancora del tutto esploso ma il pre sperma aveva deciso di venire fuori, che io lo volessi o no. Con un dito mi toccai la cappella per raccogliere il liquido, volevo leccarlo. Lui non si fermava, anzi lo sentì ansimare, capì che era quasi arrivato all’orgasmo. Gli presi una mano, la portai sul mio cazzo e lui iniziò a masturbarmi. Spingeva dentro di me senza fermasi e in un attimo arrivai anche io sulla soglia.
“Oh… Oh dio… Oh si!” iniziavo a contorcermi dal piacere mentre lui mi scopava senza fermarsi un attimo “Oh si ti prego..!” gli esplosi nella mano. I primi schizzi di sperma caddero oltre la mia pancia, quasi arrivarono al reggiseno, il resto tutto sulle sue dita. Dopo che l’esplosione di piacere iniziò a scemare sentì la sua. I getti di sperma bollente dentro di me arrivarono subito dopo che io avevo iniziato a rilassarmi. Due, tre, quattro colpi e tutto il suo delizioso sperma era dentro di me. Si fermò e rimase dentro per un po’. Ci baciammo come al solito, poi lui uscì lentamente. Strinsi i muscoli per non far scappare niente e rimasi chiuso, ma poi vidi che mise una mano proprio sotto al buco.
“Forza tesoro, buttalo fuori.” mi disse.
Iniziai a rilassarmi e lentamente colò tutto fuori. Tirai più in alto le gambe e con le mani aprì il culo per far uscire meglio il tutto. Gli avevo riempito la mano. Quando capì che oramai ero vuoto, mi portò la mano alla bocca e senza che dicesse nulla la ripulì con la lingua, facendo attenzione a ingoiare tutto. Si sedette accanto a me e io mi sdraiai con la testa sulle sue gambe, vicino al viso il suo cazzo che aveva iniziato a sgonfiarsi. Il mio cuore stava rallentando. Le sue mani mi accarezzarono la testa e restammo immobili così senza dire nulla per diversi minuti.
Zio si alzò per andare in bagno, mentre era via mi alzai in piedi e mi sistemai le calze oramai strappate e la vestaglia. Rimisi i sandali e mi sedetti con le gambe incrociate aspettando che lui tornasse. Quando tornò
mi diede un bacio e mi chiese come mi sentivo.
“Mi sento benissimo adesso. Non vedevo l’ora… ho aspettato tanto questo momento sai?” gli risposi.
“Anche io non vedevo l’ora tesoro… Questa vestaglia ti sta proprio bene sai? Meglio che a tua zia!” mi accarezzò le cosce.
“Ti dispiace se vado a cambiarmi Domenico?” gli chiesi un po’ timidamente perché volevo togliere la vestaglia che a quanto pare a lui sembrava piacere tanto.
“No tesoro. Fai quello che vuoi, sei a casa tua.” disse.
Mi alzai e andai in camera da letto. Guardai dietro la porta, mi ricordai di aver visto un vestito appeso sotto la vestaglia. Era un vestito rosso a pois bianchi, un semplice vestito di cotone, molto leggero. Sfilai le calze e rimisi la vestaglia al suo posto. Indossai il vestito, era leggero, elastico e un po’ largo. Zia doveva averlo portato molto per allargarlo in quel modo ma comunque mi stava bene. Arrivava poco sopra al ginocchio, la scollatura non è che fosse molto contenitiva (doveva essersi allentata per via dell’usura, sicuramente zia lo utilizzava in casa tutti i giorni) ma comunque mi faceva piacere mostrare la mia scollatura in quel contesto. Rimisi i sandali, sistemai al volo i capelli e sculettando tornai in salone. Dal suo sguardo capì che avevo fatto bene a cambiarmi. Appena fui abbastanza vicino mi prese mettendomi un braccio attorno ai fianchi e le sue mani furono subito sul mio culo come al solito. Guardandolo negli occhi capì che mi desiderava ancora, mi alzò il vestito e scostò le mutandine, tirando fuori il mio cazzo. In pochi secondi lo prese in bocca e mentre succhiava mi mise un dito nel culetto per poi muoverlo come sapeva fare lui. Ancora non mi ero del tutto ripreso dall’orgasmo di prima, non riuscì a resistere e dopo pochi minuti iniziai a venire. Gli venni in bocca, una cosa che non avevo mai fatto fin’ora. Lui non sembrò fare storie, appena capì che avevo finito tirò fuori il mio cazzo dalla bocca, si alzò e mi baciò. In quel momento tutto il mio sperma mi arrivò in bocca con un rapido movimento di lingua da parte sua. Mi stupì il suo non scomporsi minimamente. Sembrava lo facesse con una naturalezza che io fino a quel momento avevo ignorato o non considerato proprio. Ingoiai nuovamente tutto. Mentre continuavo a baciarlo per pulire il suo palato con la mia lingua mi chiesi se io non fossi stato la sua prima “maschietta”… Probabilmente non lo avrei saputo mai, nemmeno se glielo avessi chiesto direttamente, per questo decisi di lasciar perdere.
Con la bocca pulita, zio andò in cucina e tornò con due calici di vino bianco.
“Facciamo un brindisi a questa settimana che abbiamo davanti tesoro mio.” mi porse il calice, sapeva che mi piaceva quel vino, era lo stesso che avevamo bevuto insieme quel giorno a pranzo. Facemmo suonare i bicchieri l’uno contro l’altro e li vuotammo entrambi con un sorriso. Portai i calici vuoti in cucina e li lavai. Mentre ero impegnato con le mani nel lavandino lo sentì che arrivava alle mie spalle.
“Mmmh tesoro… Così al lavandino sembri proprio la donna di casa sai?” le sue mani mi accarezzavano le cosce e mi alzavano il vestito.
“Fammi riprendere un attimo Domenico…” dissi trattenendo una risata “Se mi fai venire per la terza volta in così poco tempo finisce che svengo.” aveva iniziato a baciarmi il collo e cercavo di resistergli mentre lavavo i bicchieri.
“Sei proprio sexy cosi tesoro mio, sei la mia casalinga, la mia porcellina domestica…” le sue mani correvano dappertutto “Non preoccuparti, ne avremmo di tempo per venire tesoro.” mi diede un pizzicotto sul culetto e tornò in salone. Asciugai i bicchieri e li rimisi nella credenza, andai in camera da letto a prendere il cellulare, mandai un messaggio a mamma per dirle che sarei tornato a casa direttamente per cena e poi tornai in salone da Domenico. Mi sedetti sul divano accanto a lui e ci godemmo parte del pomeriggio l’uno nelle braccia dell’altro.
Tornai a casa con il reggiseno e le mutandine sotto i vestiti (un’abitudine che iniziai a prendere abbastanza in fretta in quei giorni), fu molto difficile dovermi togliere il vestito rosso per rimettere i normali vestiti maschili e lasciare zio Domenico a casa da solo. Mi lasciò andare solo dopo avermi dato un bacio e avermi infilato per bene la lingua in bocca.
Entrai in casa come se niente fosse, dissi ai miei che dopo il turno avevo accompagnato uno dei miei amici al centro commerciale e ci eravamo trattenuti lì praticamente tutto il pomeriggio. I successivi giorni andarono avanti praticamente nello stesso modo, dicevo che dovevo lavorare all’ora di pranzo e poi me la prendevo comoda facendo qualche giretto fino all’ora di cena. In realtà scendevo a casa di zio fin dalla mattina, avevo iniziato a mettere anche altre cose oltre al vestito rosso a pois bianchi: mettevo quasi sempre i leggins con una felpa rosa confetto che zia usava spesso (l’estate era passata e l’autunno iniziava a farsi sentire), sotto avevo iniziato a mettere i body neri o bianchi di zia, con delle fasce di pizzo sui lati e sul seno che veniva lasciato praticamente scoperto. Sotto all’inguine avevano le classiche clip per aprire o chiudere il body ed erano perfetti, a zio bastava aprire al volo le clip per avere subito l’accesso alla sua parte preferita del mio corpo. Avevo anche iniziato a cambiare smalto sui piedi, oltre al classico rosso iniziai a mettere anche il nero, rosa e azzurro, ma il preferito di Domenico restava sempre il rosso. Un giorno mentre mi stavo cambiando (la settimana era quasi finita) trovai in un cassetto di zia un paio di occhiali da vista. Zia Maddalena non portava gli occhiali, non capivo come mai ce li avesse. Mettendoli mi resi conto che erano occhiali con lenti neutre, probabilmente un accessorio che zia aveva preso da qualche parte per semplice vanità. La montatura nera e spessa aveva la classica forma “ad occhio di gatto”, un classico dello stile femminile. Li provai e mi guardai allo specchio, non sembrava mi stessero male… Andai in bagno a mettere un po’ di mascara e di matita sugli occhi, misi il rossetto rosso e poi provai gli occhiali. Mi facevano un bel viso, sopratutto mettevano in risalto i miei occhi marroni. Feci velocemente una coda di cavallo e lasciai due ciocche libere ai lati della fronte, mi guardai soddisfatto, così mi piacevo davvero. Andai a sedermi sul divano, accesi il televisore, ordinai una pizza per pranzo e aspettai l’arrivo di zio. Quando lo sentì arrivare rimasi immobile, mi feci trovare sul divano, vestito con leggings e felpa (diversamente da come mi trovava sempre ad aspettarlo) e quando mi vide rimase quasi senza parole.
“Wow…. Tesoro ma, dove li hai trovati quelli?” mi chiese.
“Li ho trovati per caso in un cassetto di zia, sono lenti neutre. Ho pensato di provarli. Che dici come mi stanno? Ti piacciono?” dissi mentre me li sistemavo sul naso.
“Ti stanno benissimo tesoro mio, sembri quasi un’altra persona con quelli! Ti fanno un viso stupendo…” venne a baciarmi. Ovviamente il bacio non durò poco, mi alzai e lo abbracciai mentre continuava a baciarmi con passione e a stringermi. Subito gli toccai il pacco dei pantaloni, sentivo che era già gonfio, mi ci volle pochissimo per tirarglielo fuori e iniziare a masturbarlo. Mi spinse subito verso il basso e accarezzandomi il viso mi disse di aprire la bocca, entrò subito e iniziai a succhiare.
“Si tesoro, guardami con questi bei occhi…. Brava cucciola succhia dai!” iniziava a godere.
Gli occhiali iniziavano a muoversi, non mi stavano molto stretti sul naso e muovendo la testa mentre succhiavo spesso si spostavano. Diedi la solita leccata e succhiata alle palle, erano caldissimo e il loro odore era forte e pungente. Tornai sul cazzo e lo ripresi in bocca, iniziai a muovere la lingua, tenevo sempre fisso lo sguardo su di lui e in pochi secondi lo vidi godere ancora di più. Poco dopo uscì dalla bocca, iniziò a masturbarsi velocemente.
“La lingua tesoro, tira fuori la lingua…!” disse frenetico. Tirai fuori la lingua e la poggiai sulla cappella, rimasi immobile finché uno schizzo di sperma non partì e finì dritto su una lente.
“Oh si!” urlo dal piacere.
La sborrata continuava anche se con meno intensità, il resto mi finì sulla lingua e su parte delle labbra. Quando l’orgasmo terminò vidi la sua faccia soddisfatta, non era mai successo che venisse così in fretta. Era stato merito degli occhiali. Capì di aver fatto la scelta giusta.
Ingoiai e con la lingua mi pulì le labbra. Tolsi lentamente gli occhiali, guardai la lente schizzata di sborra e poi guardai Domenico. Sorrideva tutto soddisfatto.
“Potevi dirmelo che ti piacciono tanto…” scoppiammo a ridere entrambi. Leccai la lente con cura e mi rimisi gli occhiali, mi alzai e dopo avergli dato un bacio andai in bagno a rimettere il rossetto.
Quegli occhiali diventarono parte integrante del mio look, li mettevo sempre e spesso rischiai anche di dimenticarli sul naso quando mi cambiavo per tornare a casa, per fortuna zio me li toglieva sempre quando succedeva.
Quando tornai da lui con il rossetto sistemato mi disse che aveva una proposta per il fine settimana. “Al lavoro ci sono un paio di miei “colleghi” che mi hanno detto di voler organizzare una bella cena questo sabato sera e mi hanno chiesto se vogliamo unirci a loro. Che ne dici tesoro?”.
“Ma…. Gli hai detto di… di noi?” chiesi sbalordito.
“Bhe tesoro, sai loro due, si chiamano Giovanni e Daniele, sono dei colleghi di cui mi fido molto e con cio c’è una certa intimità. Per cui si, gli ho detto di noi.” mi accarezzò il viso.
“Ah, scusa ma non pensavo che… sai credevo fosse un segreto che noi due…. insomma hai capito no?” non so per quale motivo a non riuscivo ad ammettere ad alta voce di essere l’amante di mio zio. “Comunque si per me va bene, dove si fa questa cena?”.
“La cena si farà a casa di Daniele credo, mi farà sapere a breve. Sarà una cosa abbastanza informale, mica una cena al grand hotel tranquilla. Ovviamente siccome loro sanno di te si aspettano che tu… Ecco che tu venga vestita come fai sempre quando siamo soli io e te.” la cosa mi lasciò a bocca aperta.
“Ma… ma io non so se sarò in grado! Farlo qui in casa con te è un conto ma in pubblico con altre persone… Non so se ci riuscirò! E poi come farò ad uscire? Io mi vergogno, se qualcuno ci vedesse e…” provai a protestare ma Domenico mi strinse in un abbraccio tranquillizzante.
“Tesoro si tratta solo di una cena in casa con poche persone, sono sicuro che ce la farai e che sarai all’altezza della situazione!” mi strinse forte.
(Racconto tratto da una storia vera. I nomi dei personaggi e alcune vicende sono stati modificati per proteggere la privacy dei diretti interessati. Per qualsiasi informazione, suggerimento o domanda potete scrivere a: forbidden.fantasy@outlook.com)
Incesto figlio e mamma , situazione perversa e molto eccitante.Purtroppo in Italia ancora troppo taboo . Sono convinta che l'incesto…
Frequento le spiagge dei fiumi , ne vedo e ne combino di tutti i colori , mai successo nulla di…
Se i tuoi racconti sono fantasie , non far di ognio erba un fascio , c'è chi pubblica vicende reali…
Non preoccuparti: se saranno al livello di questo saranno perfette.
Ti ringrazio! A dire il vero stavo proprio pensando di scrivere altre storie. Spero di non deludere le tue aspettative.