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Racconti erotici sull'Incesto

In vacanza con la nonna e la sua amica

By 22 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un ragazzo poco più che diciottenne e praticamente da sempre passo una parte delle mie vacanze insieme con mia nonna, una bella signora che oggi ha 65 anni. Dicevo una ‘bella Signora’ nonostante l’età, grazie al fatto che nonna la si può definire una Ricca e Bella Signora, vedova di un ricco industriale lombardo che ha lasciato in eredità a lei e a mia madre una ingente quantità di quattrini oltre che una più che fiorente industria gestita da mio padre, e che ha sempre curato con estrema attenzione il suo aspetto fisico, spendendo notevoli quantità di denaro in istituti di bellezza (credo anche abbia fatto qualche sistematina chirurgica), cosmetici, parrucchieri e abbigliamento sempre all’ultima moda e sempre consono all’avanzare degli anni.

La mia famiglia possiede diversi immobili, fra cui un paio di case per vacanza, una al mare, in una ricercatissima località della Toscana, e una in montagna dove non si capisce bene se il fascino del luogo stia nello splendido paesaggio dolomitico o se nella passeggiata dei VIP sul corso principale (a voi immaginare quali possano essere queste due località).

Come dicevo, fin dalla mia tenera età ho passato buona parte delle mie vacanze estive e invernali in questi incantevoli posti insieme ai nonni prima, e poi insieme solo a nonna oltre che con i miei genitori, fabbrica permettendo, nei momenti di vacanza canonici.

Sono alcuni anni, precisamente da quando avevo 15 anni, che nonna in vacanza è accompagnata dalla sua amica del cuore, di poco più giovane di lei, che conosce da sempre e che è appena rimasta vedova.

Il livello di confidenza fra me e nonna è sempre stato molto elevato: lei è ancora adesso la persona con cui parlo di più, raccoglie le mie confidenze, mi consola nei momenti di tristezza e mi supporta nel scegliere le migliori soluzioni ai miei piccoli/grandi problemi di gioventù. Questa grande familiarità vale anche per quanto riguarda il cosiddetto pudore: farmi vedere in mutande non è assolutamente un problema sia per me sia per lei, d’altro canto anche lei non si fa problemi a farsi vedere da me in abbigliamento intimo.
E proprio nel vederla coperta della sola sua raffinatissima lingerie, ho avuto la mia prima violenta e visibilissima erezione. Solo a distanza di qualche tempo, ricordando quel momento, ho anche ricordato di aver notato il suo sorriso compiaciuto dell’effetto che aveva suscitato in me.

Ma veniamo alla appena trascorsa estate e quanto è successo fra me, nonna e la sua amica.

Siamo partiti da Milano appena terminate le scuole (ho frequentato il quarto anno di liceo scientifico e sono stato promosso al quinto e ultimo anno con un’ottima votazione), ritorno previsto agli inizi di settembre. In quella occasione mamma e papà hanno accompagnato nonna e il sottoscritto al mare e hanno passato ciò che rimaneva del sabato e della domenica con noi. L’amica della nonna ci ha raggiunto alcuni giorni dopo.
Arrivati in villa abbiamo scaricato i bagagli e abbiamo sistemato il tutto in casa, nelle rispettive camere. A seguire una bella doccia rinfrescante, e poi via al ristorante per cena.

Al lunedì mattina di buonora mamma e papà sono partiti alla volta di Milano, ci avrebbero raggiunti il 10 Agosto per rimanere con noi fino al 25.

Fino a mercoledì sera nonna e io siamo rimasti soli, infatti, solo nella sera di mercoledì è arrivata la sua grande amica.

In quei tre giorni nonna e io abbiamo sbrigato piccole faccende di casa, non ultima quella di approvvigionare la dispensa di quello che può occorrere quotidianamente, dall’acqua minerale in bottiglia, ai biscotti per il latte della colazione mattutina, allo Scottex e alla carta igienica; praticamente il garzone del supermercato poco distante da casa ha recapitato a casa nostra, e ha scaricato, un furgone intero di generi vari necessari per una permanenza di tre persone per quasi tre mesi.

Ho riallacciato i contatti con gli amici del posto che normalmente frequento nelle ore di spiaggia e qualche volta anche la sera; non amo particolarmente uscire, preferisco stare in casa a leggere o a chiacchierare con nonna o ancora ad accompagnarla nelle sue passeggiate lungo il corso a mare. Nonna cerca di spingermi verso gli amici e le amiche ma io preferisco stare con lei. Sì certo, le mie piccole avventure con le amiche di turno le ho come tutti i ragazzi della mia età, cerco comunque di conciliare lo stare con nonna, a cui voglio un bene dell’anima, e lo stare con gli amici.

Come dicevo all’inizio, nonna è una gran bella signora, che non dimostra affatto la sua età anagrafica. Alta 1.70, bionda, un seno di giusta dimensione (direi una terza) e un bel fondo schiena, sempre ben agghindata suscita sguardi di ammirazione da parte degli uomini e sguardi di invidia da parte delle sue coetanee ma anche da parte di donne più giovani. Io ho la fortuna di starle accanto! Di poterla ammirare (o forse di spiare) anche fra le mura domestiche quando porta vestiti da casa con profonde scollature, piuttosto che gonne che mettono ben in mostra sia il sedere sia le gambe, e ancora, come dicevo poco prima, l’ho potuta ammirare vestita solo della sua raffinata lingerie.

Nonna ama anche andare al cinema soprattutto ama, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, i film d’avventura e d’azione in genere. Di solito l’accompagno, anche quando siamo a Milano, e durante la proiezione si emoziona e vive, direi in prima persona, l’avventura che scorre sullo schermo. Scene magari un po’ violente piuttosto che di ‘suspense’ la emozionano particolarmente e di solito mi prende per mano e mi stringe forte, comunicandomi molto chiaramente quale sia il suo stato emotivo.

Dopo questa premessa torniamo a quella calda, in tutti i sensi, estate.

Le giornate trascorrevano tranquille, spiaggia, pranzo, riposino pomeridiano e poi ancora un po’ di spiaggia per finire con la cena e la passeggiata serale sul famoso lungomare.

Erano passati circa una quindicina di giorni, e stavamo per entrare nel periodo più caldo della stagione. Ormai tutti e tre eravamo ben abbronzati e le nostre giornate marine si limitavano alla sola mattina; il pomeriggio lo dedicavamo al riposo (io dovevo anche studiare un po’) e alle passeggiate nel tardo pomeriggio.

Avevo notato già da qualche giorno che nonna e l’amica spesso, guardandomi, sussurravano a mezza bocca qualche cosa che non riuscivo a sentire chiaramente. Ero ingenuo non capivo cosa volessero dire sorrisi, ammiccamenti e quelle parole sussurrate fra loro. Ma ecco che una sera decidemmo di andare tutti e tre al cinema a vedere un thriller piuttosto violento, L’enigmista per la precisione. Ci accomodammo nelle poltroncine, io in mezzo, nonna a sinistra e l’amica Angela alla mia destra.

Dopo la prima scena di violenza nonna mi prese la mano e così fece anche Angela. Sussulti e strette alle mie mani accompagnarono la visione di tutto il primo tempo. Durante l’intervallo chiacchierammo e scambiammo qualche impressione sul film, poi ricominciò e da subito le mie mani vennero letteralmente intrappolate nelle loro a differenza che Angela girò il polso facendo in modo che il dorso della sua mano poggiasse sulla mia coscia.

Alla prima sequenza di violenza ecco che a seguire i sussulti di entrambe le mie accompagnatrici, Angela staccò la sua mano dalla mia e la poggiò direttamente sulla mia coscia e pian piano risaliva verso la patta dei miei pantaloni. Non sapevo cosa fare, il contatto della sua mano sulla mia coscia e il lento avvicinarsi alla patta altro non causò che una mia immediata erezione.

Girai lo sguardo verso Angela e vidi che con un sorriso appena accennato aveva gli occhi fissi verso lo schermo. L’uccello mi faceva un male da bestia ero in tiro da quasi dieci minuti. Ecco che alla scena della donna con una specie di tagliola in bocca e attaccata ad un casco esplosivo, la mano di Angela si poggiò direttamente sul mio uccello e cominciò a stringere ritmicamente.

Non sapevo cosa fare, girai ancora lo sguardo e ‘. vidi Angela che guardava sempre lo schermo, ma ora con un sorrisetto sornione stampato sulle labbra. Andava avanti, non sapevo caso fare, allungai una mano verso il suo braccio, ma lei me la scostò e continuava, continuava.

Non ce la facevo più e con un paio di sussulti venni nei pantaloni. Ero paonazzo, il film stava finendo e non sapevo come fare a nascondere la macchia che sempre più si allargava sui miei pantaloni. Nonna non poteva non essersi accorta di quello che era successo, di come ero conciato ma ecco che con mia sorpresa mi si avvicinò all’orecchio e mi bisbigliò ‘Hai visto Angela che porcellina è? Prendi il mio scialle e legatelo in vita che poi a casa sistemiamo tutto’. Ero frastornato. Non sapevo dov’ero, chi ero, cosa stavo facendo ubbidii a nonna e basta. Uscimmo dal cinema e con passo svelto andammo a casa. Non scambiammo neanche una parola, tutti e tre volevamo arrivare subito a casa.

Entrammo in casa e Nonna non perse tempo, in anticamera mi slacciò la cintura e mi calò i boxer. Il mio uccello tutto impiastricciato saltò subito fuori. Nonna non perse tempo, in ginocchio davanti a me lo prese subito in bocca e cominciò a succhiare prima la cappella e poi giù fino alle palle. ‘lascia un po’ di sborra anche a me vecchia puttana!’ esclamò Angela che dietro a Nonna stava sditalinadosi furiosamente. Angela si inginocchiò e prese il posto di Nonna, continuando a succhiare il mio uccello che svettava in tutta la sua adolescenziale potenza, pronto per una nuova sborrata e così fu. Tutta in bocca ad Angela che la scambiò con Nonna in un bacio lesbico pieno di passione mentre con le loro mani letteralmente si stracciavano i vestiti di dosso. Ero stordito, super eccitato, l’uccello sempre in tiro mentre vedevo Angela e nonna baciarsi, leccarsi, accarezzarsi. Si misero in posizione tale che ognuna potesse leccare la passera dell’altra, vicinissime a me tanto che Angela allungando una mano mi prese l’uccello e mentre me lo menava lo attirava verso il culo della nonna e verso la sua bocca. Smise di leccare la figa della nonna e me lo prese in bocca, lo insalivò per bene e lo avvicino alla figa sbrodolante di nonna. Io inconsapevolmente opponevo resistenza ma Angela tirava e mi invitava ad avvicinarmi e a penetrare nonna da dietro. Non sapevo se seguire quello che mi diceva Angela o se ritrarmi. Fu proprio nonna a darmi il via quando con entrambe le mani si allargò per bene la figa, invitandomi a scoparla, ‘Ti prego entra, sfondami non resisto più! Ho bisogno di cazzo, di carne fresca e di sborra che spenga l’incendio che c’è in me!’ non mi trattenni più, entrai dentro nonna e cominciai a pompare come un forsennato mentre Angela mi leccava la palle e con un dito mi massaggiava il buco del culo. Andai avanti così per circa 10 minuti e poi finalmente sborrai tutto in figa a nonna. Rimasi dentro a gustarmi le contrazioni, mi sembrava quasi mi stesse facendo un altro pompino. Quando la tensione diminuì il mio cazzo scivolo fuori, lasciando colare la mia sborra direttamente in bocca ad Angela che si mise a leccare e a pulire nonna di tutti gli umori sia miei che suoi.
Angela non aveva avuto la sua razione di cazzo e di sborra ma si stava ampiamente soddisfacendo della lingua e del vibratore di nonna tanto che al suo ennesimo orgasmo spruzzo i suoi umori d’un botto, quasi come fosse una pisciata, imbrattando tuta la faccia di nonna. Eravamo spossati, le mie due signore visibilmente soddisfatte accasciate a terra una sopra l’altra, io con l’uccello barzotto poco distante appoggiato sul divano del soggiorno, introno a noi i nostri vestiti e le tracce del nostro godimento sparsi un po’ dappertutto. Ci trascinammo a letto, tutti e tre nello stesso lettone e ci addormentammo. Così finì la nostra prima giornata di sesso sfrenato, la mia prima giornata da gigolò, la mia prima esperienza di sesso completo, la mia prima esperienza di incesto.

Da quella prima sera tutto cambiò per il resto delle vacanze. La giornata tipo venne sconvolta e le mie due mature amanti si diedero un gran da fare con me per poter sfruttare al meglio il mio vigore.

Prima di tutto Nonna e Angela vollero che dormissi insieme a loro nel grande letto matrimoniale, così da avermi sempre a disposizione, visto anche che la data di arrivo dei miei genitori si avvicinava sempre più (eravamo arrivati a fine luglio e mancavano poco più di 10 giorni all’arrivo dei miei genitori).

Dovevo dormire nudo in mezzo a loro due che per la notte utilizzavano cortissime e trasparentissime camice da notte Tutti volevamo la nostra razione di sesso ogni giorno e allora è stato necessario anche darsi un po’ di organizzazione per sfruttare al meglio il tempo rimasto prima dell’arrivo dei miei genitori e per godere a più non posso dei nostri sensi. Nonna e Angela avevano ben chiaro in mente come organizzarci e come poter trarre il meglio da me, portandomi ogni giorno all’apice delle prestazioni e del desiderio; la mattina successiva alla nostra prima orgia, seduti intorno al tavolo per la colazione fu Nonna per prima a buttare lì l’idea di come procedere nella nostra vacanza, mantenendo il massimo della discrezione con il vicinato sia di casa sia di spiaggia.
‘Angela, Andrea dobbiamo prima di tutto promettere a noi stessi che niente di quanto e successo e di quanto succederà nei prossimi giorni in questa casa trapelerà al di fuori di questi muri’, ‘Certo Nonna’ riposi io mentre Angela annuiva, alzando la mano destra in segno di giuramento, ‘e poi dobbiamo fare in modo di sfruttare al meglio la nostra giornata, permettendo al nostro Andrea di risposarsi dalla fatica di soddisfare due troie come noi e permettendo anche a noi di riprenderci visto che noi siamo più delle ragazzine’, ‘giusto’ fece eco Angela. Nonna propose una ‘giornata tipo’ che prevedeva la sveglia non prima delle nove del mattino, la colazione condita di un poco di sesso, il resto della mattinata in spiaggia a prendere un po’ di sole e fare qualche bagnetto, un buon pranzo, un riposino sempre accompagnato con un po’ di sesso e poi via per la serata fatta di passeggiate, cinema o altro e poi a casa a scopare per l’intera notte.

E così fu fin da subito, Angela ancor prima che nonna avesse finito di parlare si era già inginocchiata davanti a me, tirandomi fuori l’uccello per il via a un superbo pompino. Si leccava e succhiava l’uccello da troia consumata, se lo faceva arrivare sino in gola, stringendolo alla base per contenere il mio impeto e la voglia di sborrare fin da subito. Nonna si sedette sul tavolo di fronte a me, si alzò la camicia da notte, mi poggiò la mano sulla nuca e mi spinse con la faccia sulla sua figa depilata ‘lecca bene la tua nonna, fammi godere, bevi tutto che poi io e Angela ti ricompensiamo’ e così iniziai una leccata delicata alla figa della nonna che sempre più si allagava di umori fino a che lei mi disse ‘cazzo! Prendi il bocca la clitoride, leccala, falla diventare dura, spompinala’. Non me lo feci ripetere due volte e sentii subito il grilletto diventare duro e allungarsi fra le mie labbra, cominciai a succhiarlo, andando su e giù con le labbra come stava facendo Angela sul mio cazzo. Nonna non durò a lungo, dopo un paio di minuti mi riempi la bocca dei suoi umori, soffocando i suoi gemiti con un tovagliolo e premendomi nel contempo la testa fra le sue cosce. Io non ce la facevo più, Angela continuava a sgominarmi e non si decideva a farmi venire. Allora mi staccai da lei, la coricai a terra e la penetrai, iniziando a dimenarmi come un forsennato, on durai molto, Angela muggiva, si contorceva mentre Nonna le sollevava e le divaricava le gambe stando in piedi a gambe larghe sulla sua faccia e mentre io correvo verso il mio orgasmo che venne dopo pochi minuti, inondando Angela di tutto quanto c’era nelle mie palle. Angela sussultò, venne in un orgasmo squassante, mentre Nonna rilascio un fiotto di urina sulla faccia e sulle tette di Angela.
Eravamo stanchi, imbrattati di noi, con le gambe che tremavano e con i muscoli addominali che ancora spasimavano per l’orgasmo appena provato. Un paio di minuti per riprenderci e poi via sotto la doccia.

Dopo 30 minuti eravamo in spiaggia, sotto il nostro ombrellone, tutti e tre con occhiali scuri per mascherare un po’ i nostri visi, Nonna e Angela fasciate nei loro costumi interi neri, io con i miei boxer colorati pronti per una mattina di riposo, di sole e di bagni.

Per il momento mi fermo qui, il mio racconto non è terminato; vorrei descrivervi cosa successe nei giorni successivi, delle porcate che le mie signore mi hanno insegnato, dei godimenti che abbiamo provato e di come si è evoluta la mia relazione con Nonna e con Angela fino ai giorni nostri.

Spero che quanto scritto qui, con una base di verità condita con un po’ di fantasia, vi sia piaciuto.

Per critiche, suggerimenti ed eventuali contributi (sarebbe bello poterli ricevere da signore) potete scrivermi all’indirizzo: firefiretongue@yahoo.it
Come promesso continuo con il narrarvi ciò che successe per il resto delle vacanze che stavo trascorrendo con Nonna, dimenticavo il suo nome è Flora, e con la sua amica Angela. Altra dimenticanza, il mio nome è Andrea.

Le giornate di vacanza continuavano con lo stesso ritmo, le mie due signore mi stavano sfruttando al massimo non perdendo occasione, salvo nei momenti trascorsi in spiaggia, per avere a che fare in un modo o nell’altro con il mio uccello.

Alla mattina quando andavo in bagno non ero mai solo, almeno una delle due si occupava di me e della mia igiene personale; quando facevo pipì Nonna o Angela mi tenevano l’uccello per poi dedicarsi alla sua ‘pulizia’ con le loro fameliche bocche. Certo che ora a ripensarci devo dire che, al di là della stanchezza che mi calò addosso dopo alcuni giorni di trattamento così speciale, il tutto mi provoca tutt’ora erezioni incontrollabili. Tornando ‘all’assistenza’ nell’igiene personale, Nonna Flora e Angela si dilettavano ogni mattina ad assistermi per la doccia, insaponandomi davanti e dietro, dentro e fuori; infatti capitava che il loro dito medio ‘casualmente’ venisse infilato nel mio pertugio posteriore il che, dopo le prime volte in cui provavo fastidio, mi provocava una immancabile erezione che subito l’altra sfruttava, menandomi l’uccello fino a farmi venire di solito sulle tette piuttosto che in faccia.
Al di là di queste amenità quotidiane, vorrei raccontarvi cosa successe una sera e la mattina dopo a posteriori di un’ottima cena e non solo.

Una sera uscimmo tutti e tre alla volta di un rinomato ed esclusivo ristorante della zona (entrata riservata solo a persone conosciute e tesserate accompagnate da eventuali ospiti).
Le mie due signore erano agghindate di tutto punto mia Nonna in lungo nero, mentre Angela portava un abitino sopra il ginocchio, in seta marrone a pois bianchi. Entrambe con ‘tetta libera’, con string e con sandaletti in tinta; un bel vedere!

Tavolo per tre, tovaglie lunghe fino a terra, luci soffuse e candele sul tavolo. Ristorante non affollato, in totale 4 tavoli occupati compreso il nostro, ben distanti fra loro. Personale di servizio esclusivamente femminile, con divise molto raffinate, gonna a portafoglio blu appena sopra il ginocchio, camicetta in seta bianca, niente calze, sandaletti blu chiusi sul davanti.
Già al nostro arrivo notai la cordialità con cui fummo ricevuti e come la direttrice di sala accolse in particolare mia Nonna Flora, direi da amica da lungo tempo con scambio di bacetti, chiamandosi rispettivamente per nome.
Altri ospiti del ristorante erano 2 coppie su due tavoli distinti , gli altri 2 tavoli erano occupati rispettivamente da tre donne sole e da 2 coppie. In sala quindi eravamo un totale di 14 persone più 8 cameriere.

Come al solito il mio posto era in mezzo alle mie signore.

Vi domanderete del perché di questa mia abbastanza precisa descrizione, ben presto vi accorgerete di cosa successe durante quella cena.

Arrivarono i primi piatti di portata e cominciammo a gustare le prelibatezze servite. Tutto procedeva nella normalità quando ad un tratto alla Nonna cadde il coltello che si infilò sotto al nostro ampio tavolo tondo. D’istinto feci per chinarmi per raccoglierlo ma venni subito fermato da Nonna ‘Faccio io, rilassati e continua a mangiare’. Nonna scostò la sedia e s’abbassò verso terra scomparendo sotto il tavolo, Angela sorrise e mi bisbigliò ‘Ora stai a vedere cosa succede’ . Sentii subito le mani di Nonna sulle mie cosce e poi sulla cerniera dei pantaloni che scorse subito giù liberando il mio uccello che già mostrava i primi segni di erezione. Angela mi prese la mano fra le sue ‘Rilassati e lascia fare a tua Nonna, qui nessuno fa caso a quanto succede, anzi’. Nonna imboccò subito il mio uccello e iniziò a succhiarmi la cappella, per poi passare a leccarlo per tutta la sua lunghezza. Dal ritmo di Nonna capivo bene che voleva concludere il pompino, Angela mi strinse la mano e i disse ‘Lasciati andare, lascia bere tua Nonna’ e così fu, mi lasciai andare e mi scaricai in bocca a Nonna Flora che poco dopo riemerse da sotto il tavolo, asciugandosi gli angoli della bocca e con un viso sorridente e soddisfatto mi disse ‘grazie Andrea avevo voglia di qualche cosa di caldo e saporito. Questa sera il tuo succo è particolarmente gustoso e ricco’. Infilai le mani sotto il tavolo per ricompormi, ma Angela mi fermò e mi disse di rimanere seduto e di lasciare l’uccello libero. Poco dopo si avvicinò a tavolo una delle nostre cameriere e si infilò fra me e Angela. Mi chiese se era tutto a posto e se il tutto era stato di mio gradimento. Ovviamente io annuii. Angela le cinse la vita e disse ‘Avrei anche io un po’ di sete di qualche cosa di forte e saporito, non è che magari mi dai un po’ del tuo succo, cara?’ . ‘Certamente Signora’ e si costò la gonna, notai che era senza biancheria intima e completamente depilata. Inizio a toccarsi la vagina, si penetrò con un dito allargando bene le grandi labbra, fece emergere il clitoride e iniziò ad accarezzarselo velocemente, ‘Il bicchiere Signora, il suo succo è pronto’ e rilasciò uno schizzo di liquido biancastro direttamente nel bicchiere di cristallo che Angela trangugiò in una sola sorsata, schioccando la lingua in segno di apprezzamento. ‘è stato di suo gusto signora? ‘certamente cara, come sempre sei stupenda e succosa.’ Io ero stralunato, mi guardavo in giro, guardavo gli altri avventori e vedevo che anche loro si stavano divertendo alla grande sia fra loro sia con il supporto delle loro cameriere che offrivano il loro corpo, le loro labbra e i loro pertugi per ogni desiderio avessero i Clienti. Una coppia sola alla nostra sinistra si stava sollazzando con lei appoggiata al tavolo e lui che la sodomizzava mentre la loro cameriera, inginocchiata fra le gambe di lei le stava leccando la figa facendola ululare. Le tre donne sole si stavano facendo leccare dalle loro cameriere a cui si era aggiunta la capo sala. E così via per tutti gli altri.

Tornando al nostro tavolo e ai nostri giochi, Nonna e Angela chiamarono le nostre cameriere le fecero sdraiare a terra sul tappeto e si accosciarono sui loro visi, scostandosi il loro mini intimo, per farsi lappare a dovere le loro figone. ‘Andrea vieni qui, fatti succhiare da Angela’ disse Nonna, ‘sborrale in bocca, Angela ha sete!’, raccolsi l’invito e per la seconda volta durante quella sera svuotai le mie palle. ‘Andrea adesso abbiamo voglia di cazzo, vieni qui da Nonna che ci penso io a te’. Nonna cominciò a succhiare e a leccare fino a che il mio uccello non fu di nuovo sull’attenti e prima una e poi l’altra me le scopai con vigore. Eravamo tutti infoiati, rossi in viso, sudati e tesi nel godimento. Come sentii che stavo per venire uscii da Angela, mi avvicinai alla bocca di Nonna e mi scaricai, lei bevve tutto continuando a sditalinarsi e schizzando i suoi umori a terra, formando una piccola pozzanghera. Ci accasciammo tutti a terra, io, al solito, in mezzo a Nonna e ad Angela. Le cameriere passavano fra tutti gli avventori stesi a terra, riversi sui tavoli o sbragati sulle sedie/poltrone per sincerarsi che ciascuno avesse raggiunto il proprio piacere. ‘Anna vieni qua per favore, questo stronzo mi sborrato in figa e mi ha lasciata a metà! Fammi godere!!’ si sentì in sala e Anna, la capo sala, non se lo fece dire due volte, si inginocchiò davanti alla sua ospite le mise le gambe sui braccioli della sedia e cominciò a leccarle la fica colma di sborra mentre le infilava un dito nel culo. L’ospite cominciò a dimenarsi sulla sedia, toccandosi il grosso seno e pizzicandosi i capezzoli. Venne con un urlo. Anna si alzò, si lecco le labbra, si tolse la gonna accosciandosi e iniziò a farsi un ditalino, sfregandosi velocemente il clitoride e introducendosi prima uno,poi due e poi ancora tre dita in figa. Venne anche lei gemendo. Le sarebbe piaciuto poter usufruire della collaborazione della sua ospite, ma le regole della casa lo impedivano; solo gli ospiti potevano godere dei favori delle cameriere mentre queste ultime dovevano soddisfare le necessità dei clienti ed eventualmente darsi auto soddisfazione masturbandosi al massimo utilizzando i propri vibratori.

Non era finita, era tradizione, e comunque è una normale necessità per uomini e donne, scaricare la propria vescica dopo una scopata. Le nostre cameriere si avvicinarono al nostro tavolo e mi presero entrambe sotto braccio, una da un parte e l’altra dall’altra parte, prendendo sotto braccio anche Nonna Flora e Angela, accompagnandoci verso la stanza da bagno. E sì perché non era una normale toilette da ristorante, ma una vera e propria stanza da bagno con tanto di vasche idromassaggio, docce e bidet, e in stanzini separati, le tazze. Oltre a questi normali arredamenti, nella stanza da bagno erano presenti poltrone, sgabelli e dei lettini modellati in ceramica, ciascuno dei quali disponeva anche di soffioni per doccia un po’ particolari, ovvero a forma di piccoli cazzi di lattice, di cui non capivo bene l’utilizzo, ma presto mi fu chiaro. ‘Vieni caro, non aver timore. Ora in questa stanza assisterai e godrai di uno dei riti per cui questo locale è famoso in una cerchia di pochi clienti amici e fidati’ mi disse Nonna.
Anna la capo sala ci stava attendendo completamente nuda, mostrando il suo seno abbondante e il suo sesso perfettamente depilato. Le nostre cameriere si denudarono e ci aiutarono a toglierci e a riporre i pochi indumenti che avevamo addosso. Le nostre due cameriere si sdraiarono sui lettini e Anna la capo sala si sedette su uno degli sgabelli. Le due cameriere invitarono Nonna e Angela a raggiungerle e ad accovacciarsi sopra le proprie facce mentre Anna mi fece cenno di mettermi davanti a lei. Le due cameriere iniziarono a leccare avidamente le fighe delle mie due attempate accompagnatrici, non risparmiando di lappare a dovere anche l’ano, provocando una ricca pisciata sia a Nonna sia ad Angela. Presero poi in mano i soffioni di lattice a forma di cazzo miscelarono con cura l’acqua calda e l’acqua fredda e iniziarono un lavaggio intenso e profondo delle due vagine. Ovviamente tale pratica ebbe le sue conseguenze in termini di almeno un paio di orgasmi da parte di Angela e di Nonna. Le due cameriere si alzarono dai lettini e fecero poggiare ai lettini Nonna e Angela in modo da avere a disposizione i loro ani. Diminuirono la pressione dell’acqua e pian piano introdussero nel culo di ciascuna quella sorta di clistere. Nonna e Angela avevano il viso stravolto, si mordevano le labbra per il piacere che le due donzelle stavano procurando loro. Io, in piedi davanti ad Anna che mi stava masturbando, osservavo sbalordito la scena. Dopo alcuni minuti di sodomizzazione ‘clisterica’ le due cameriere estrassero i soffioni dal culo di Nonna e di Angela e le due, tenendosi le chiappe strette, si mossero con passo spedito verso gli stanzini con le tazze per scaricarsi. Anna nel frattempo aveva imboccato il mio uccello e, tenendomi per le chiappe, mi stava facendo un succulento pompino, leccando, succhiando, facendo roteare la lingua sulla cappella. Anna mi guardava fisso negli occhi, sorridendo con gli occhi e quando si rese conto che stavo per venire, aumentò il ritmo, aprì leggermente la bocca tenendo il mio uccello racchiuso fra la lingua e il palato; io sborrai tutto quello che avevo in corpo e buona parte del mio succo andò direttamente in gola ad Anna e altrettanta buona parte uscì dalla sua bocca colando lungo il mento e bagnandole le sue tettone. Usa scena che ancora oggi rivedo nella mia memoria e immancabilmente mi fa eccitare al limite della masturbazione. Proseguimmo poi nella nostra ‘pulizia’ con una bella doccia, io, e un bel bagno per Angela e Nonna sempre assistiti dalle nostre care cameriere e dalla capo sala che non mancarono di insaponarci e di accarezzarci dappertutto.
Prima di lasciare il ristorante Nonna saldò il conto e lasciò una lauta mancia alle tre signorine che ringraziarono e ci baciarono lingua in bocca. Anna la capo sala mi fece scivolare in tasca un bigliettino con il suo numero di telefono e l’indirizzo con scritto ‘carissimo, quando vuoi chiamami sarò sempre a tua disposizione ber soddisfarti in altri mille modi e per poter ancora apprezzare il tuo prezioso gioiello’.

Arrivati a casa, andammo immediatamente a dormire tutti e tre nel lettone, al solito io in mezzo, e le mie due signore ai lati, e con il mio uccello ben stretto fra le loro mani.

La mattina seguente mi svegliai di buon ora con qualche problemino di stomaco, volai in bagno e mi inginocchiai davanti alla tazza per’ potete ben capire per cosa. Nonna arrivò subito dopo insieme ad Angela e mi chiese cosa avessi. ‘Non preoccuparti amore, ora ci pensiamo noi. Fra poco starai meglio con il vecchio rimedio di Nonna.’ Detto ciò mi fece mettere in ginocchio nella vasca da bagno ‘non esiste rimedio migliore di un clistere di camomilla tiepida’ disse tenendo in mano una di quelle perette arancioni con la cannuccia rigida. Angela preparò almeno due litri di camomilla mentre Nonna provvedeva a farmi rilassare e a rilassare il mio ano, prima baciandolo e leccandolo, poi prese un poco di lubrificante, lo spalmò sulle dita e delicatamente mi massaggiò il buco del culo. Angela entrò in bagno con il recipiente colmo di camomilla tiepida e in quello stesso momento Nonna, sentendo che il mio ano si era completamente rilassato, introdusse piano piano il dito medio per spalmarmi il lubrificante anche dentro. Fu immediata la mia erezione, Nonna allora mi prese in mano l’uccello e iniziò a menarmelo molto lentamente ‘Amore rilassati, Nonna ora ti fa una sega, mentre ti riempie la pancia di camomilla, non avere timore, rimani nella vasca, se sentirai lo stimolo di sborrare o di scaricarti fallo pure senza ritegno’ e così accadde che mentre sborravo uno schizzo potente mi uscì dal culo. Nonna si ritrasse, mi pulì e asciugò con un panno di lino, riempì ancora la peretta e me la introdusse nel culo per una seconda dose di camomilla. ‘ora cerca di trattenerti. Quando non ce la farai più siediti sulla tazza.’ Seguii le indicazioni di Nonna e nel giro di poco mi ripresi completamente.
Intanto le mie signore si erano riaccomodate nel lettone e si stavano trastullando con i loro vibratori. Le raggiunsi in camera e mi misi in ginocchio fra loro, presi in mano entrambe i vibratori e continuai a masturbarle. ‘Andrea continua così’ mi disse Nonna ‘sto per venire. Sììììììì, dai non smettere, più forte! Mettimi un dito nel culooooo!!!! Vengoooo!’ e schizzò il suo piacere sulla mia mano. Angela intanto si era messa carponi, con la testa appoggiata sul cuscino e con le mani si allargava per bene le chiappe ‘Inculami! Fammi godere del tuo cazzone!!!’ mi misi subito dietro di lei che allungò una mano per prendere il mio cazzo che indirizzò subito verso il suo buchetto ‘Spingi!!!’ fui subito dentro e iniziai a pompare mentre Angela apriva e stringeva il suo sfintere, provocandomi un enorme godimento. Andai avanti per alcuni minuti, Angela continuava nel suo apri e chiudi, oscillando anche avanti e indietro per rendere ancora più intensa la sodomizzazione. Si tratteneva dall’urlare mordicchiando il cuscino. A un tratto esplose in un intenso orgasmo amplificato dal lavoro di dita che Nonna le stava praticando sul clitoride ‘Godi troia! Senti che bel cazzone ha il mio nipotino! Andrea non sborrare, ti voglio nel mio culo!’ e mi prese l’uccello alla base, stringendo forte per evitare la mia eiaculazione. Lo sfilò del culo di Angela e con un solo movimento si mise a carponi di fronte a me, infilandoselo nel culo senza alcun problema di resistenza. ‘Fottimi!! Angela leccami la figa!!’ Angela si infilò sotto di noi con la testa fra le gambe di Nonna e iniziò a leccarla, offendo la sua figa alle labbra e alla lingua di Nonna. Angela allungò le mani fino ad arrivare alle mie chiappe e mi infilò un dito in culo, sussultai e spinsi con ancora più vigore. ‘Vengooo!! Vieni Andrea, sborrami nel culo!!!’ mi lasciai andare mentre Angela continuava a lappare la figa di Nonna e mentre si masturbava con tre dita. Sborrai nel culo di Nonna, mentre Nonna schizzava i suoi umori misti alla mia sborra che colava dal suo culo fino in viso ad Angela. Ci sdraiammo spossati e ci addormentammo. Qualche ora di sonno ristoratore, il risveglio per poi rassettare il lettone che vi lascio immaginare come fosse zuppo di noi. Una doccia ristoratrice e poi una scappata in spiaggia per goderci un poco si sole.

Alla prossima terza e ultima puntata dove Nonna Flora e Angela saranno ancora le protagoniste e dove vi racconterò di come si è evoluto il nostro rapporto e la mia passione per le donne mature.

Come al solito critiche, suggerimenti, osservazioni ed eventuali contributi/spunti sono graditi, scrivete pure a: firefiretongue@yahoo.it

Firetonge
Eccoci qui alla terza e ultima parte del mio racconto che vede come protagonisti io (Andrea), e tutte le mie mature compagne di vacanza: Nonna Flora e Angela, Anna la capo sala del ristorante, e Gina, una new entry che ci ha raggiunti in vacanza a causa dell’incidente occorso a Nonna. Mi rendo conto che forse questo capitolo è un po’ lungo, però volevo concludere il racconto, anche con l’evoluzione del mio rapporto con Nonna Flora e arrivare fino ai giorni nostri

Dopo la serata al ristorante, con tanto di orgia a cui hanno partecipato le ‘nostre care’ cameriere, le nostre giornate di vacanze fatte di sesso, sesso e poco mare (quanto basta a dimostrare una sufficiente abbronzatura) sono continuate, per così dire, in modo tranquillo e come stabilito. La media delle mie venute giornaliere era pressoché costante, attestandosi intorno alle 8-10. Questo significava anche che avevo necessità di buona nutrizione e di un po’ di risposo. Le mie due amanti era ben consce di ciò e dopo il sesso mattutino, a posteriore della andata in spiaggia e del pranzo sempre ricco di alimenti energetici, mi lasciavano riposare un paio d’ore ‘da solo e tranquillo’ nella mia stanza e non lettone fra loro. Durante questi periodi di mio riposo, Nonna Flora e Angela si sollazzavano fra loro, riscaldandosi a dovere per farsi trovare pronte per il mio uccello al mio risveglio. Nonna Flora e Angela avevano con loro un’ampia raccolta di vibratori vaginali e anali e di strumenti in grado di dare loro piacere. Ho saputo poi a distanza di tempo che uno dei loro giochini preferiti consisteva nell’utilizzare quei vibratori a mutanda, quelli da indossare, fottendosi poi reciprocamente prima una e poi l’altra preferibilmente a pecorina e accompagnando il tutto con inserimenti di cunei anali per entrambe, ovvero sbrodolate a gogò!

Intorno alla metà di agosto, se non ricordo male era il 10 agosto, avvenne un fatto, un incidente con protagonista la Nonna, e che contribuì a rinsaldare ancora di più il nostro rapporto.

Eravamo tutte e tre sulla spiaggia in una zona buia per poter osservare il fenomeno delle stelle cadenti; al solito io in mezzo, Nonna e Angela ai miei lati che mi cingevano i fianchi. Nonna si mosse per spostarsi, ma non so come né perché, inciampò nei miei piedi e, nonostante fosse attaccata a me, cadde rovinosamente e in malo modo sulla sabbia. Risultato: caviglia rotta e tendine di Achille seriamente danneggiato e quindi all’ospedale la sua gamba sinistra, caviglia e piede furono bloccati da una sorta di fasciatura/ingessatura con prognosi di 40 giorni.

Capite bene che la situazione non era delle migliori; comunque passata la serata e la nottata in ospedale avvisammo a casa mamma e papà che ci raggiunsero immediatamente per constatare di persona il ‘danno’ e approfittarono anche per dirci che non avrebbero potuto passare le vacanza con noi a causa di una importante commessa appena aggiudicata alla nostra azienda. Morale della favola a Nonna Flora avrei dovuto badare io con l’aiuto di Angela (che doveva rientrare a Milano da lì a pochi giorni) e con il supporto di una persona di servizio che ci avrebbe raggiunti da Milano e che ben conoscevo, una signora che stava a servizio presso la nostra famiglia da sempre insieme al marito, Gina (da poco vedova, senza figli, anche lei una signora ‘matura’ nell’intorno dei 50 anni). Altro effetto collaterale è stato che la nostra vacanza si sarebbe necessariamente prolungata almeno fino a settembre inoltrato, vista la prognosi di 40 giorni fatta dall’ospedale (rientrammo a Milano intorno al 20 settembre se non ricordo male).

Nonna rimase un paio di giorni in ospedale, giusto il tempo di provvedere ai necessari esami pre e post ingessatura/fasciatura e per calmarle il dolore con farmaci piuttosto potenti. Durante quel paio di giorni Angela e io andammo a trovare Nonna negli orari di visita, il resto della giornata la occupavamo più o meno nel solito modo: sesso, sesso, un po’ di spiaggia, pranzo, riposino ristoratore, sesso. Nonna comunque non aveva perso il suo spirito, e oltre alle battutine verso Angela, per sottolineare l’attuale suo monopolio di me e non si fece scappare l’occasione di approfittare almeno parzialmente dei miei servigi e del mio uccello: mi chiese di sistemarla nel letto, alzandola un po’ e sistemandole i cuscini, cosa che le permise di infilarmi una mano nei boxer da spiaggia per palparmi per bene, provocando l’immediata erezione. Non contenta di ciò chiese ad Angela di poggiarsi alla porta d’ingresso della sua camera privata per impedire l’ingresso a chiunque. Mi tirò a sé, fece scendere il bordo dei boxer e con il sorriso sulle labbra mi disse ‘Forza Andrea fammi bere un po’ di vitamina ‘esse’ mi imboccò subito l’uccello e iniziò uno dei suoi ardenti pompini. Sarà stato per il luogo, sarà stato per la preoccupazione di essere scoperti, fatto sta che il lavorino della Nonna si protrasse per almeno quindici minuti con sua somma soddisfazione, visto che al momento del mio orgasmo le scaricai in gola almeno 5-6 fiotti di sperma che lei ingoiò senza farne uscire una goccia dalla bocca. Nonna aveva tentato anche di masturbarsi come del resto stava facendo Angela mentre stava appoggiata alla porta, ma il catetere che le era stato messo in figa glielo impediva. Era paonazza in volto, aveva voglia di godere anche lei. Chiese all’amica di avvicinarsi al letto e a me di mettermi al suo posto appoggiato alla porta, scostò le lenzuola ‘Angela ti supplico leccami fammi venire; ho una voglia da impazzire!’. Angela non si fece pregare più di tanto e continuando a masturbarsi si chinò fra le gambe di Nonna e iniziò a leccarle il clitoride facendola gemere di piacere fino a farle raggiungere il suo orgasmo con schizzo. Anche Angela riuscì a godere della sua masturbazione che portò a termine con un sommesso orgasmo, stando ancora fra le gambe di Nonna con il viso impiastricciato dei suoi umori. Qualche traccia di ciò che era successo era stato immancabilmente impresso sulle lenzuola del letto con conseguenti sorrisini e ammiccamenti delle infermiere che assistevano Nonna.

Il 2′ giorno di ospedale della Nonna arrivò Gina, andai a prenderla in stazione e l’accompagnai alla nostra casa.

L’aiutai a portare le valigie in camera sua, stavo per andarmene quando mi disse ‘certo Andrea che ti sei fatto proprio un bel ragazzo, anzi direi un bell’uomo. Quanti anni hai ora?’, ‘diciotto’ risposi, ‘e la fidanzata?’, ‘non ancora Gina, solo qualche amichetta con cui andare a cinema’, ‘solo al cinema?’ , ‘beh, diciamo solo al cinema, non sempre si riesce a combinare qualche cosa. Le ragazze della mia età sono spavalde, ma quando si tratta di arrivare al dunque al massimo ti permettono qualche toccatina e poco più’; ‘e allora come fai?’, ‘mi arrangio’, ‘capisco’ rispose lei, ma non sapeva cosa stava succedendo in villeggiatura con Nonna e Angela. ‘Certo che se avessi almeno venti anni di meno, non mi farei sfuggire l’occasione per”, ‘per cosa?’, ‘per farmi un ‘giretto’ con te, caro il mio ragazzo. Però adesso devo prepararmi per andare in ospedale dalla Nonna e poi per prepararvi la cena’. ‘Ok Gina a più tardi, andiamo insieme da Nonna, va bene?’, ‘va bene a più tardi, diciamo fra un’ora’, ‘perfetto’ e me ne andai, raggiungendo Angela in salotto.

Mi accomodai sul divano al suo fianco e subito mi cinse le spella tirandomi a sé, infilandomi a lingua in bocca, palpandomi tutto fino ad arrivare alla ‘zona rossa’. Immediata la mia reazione con il solito ‘presentat arm’ e immediato imbocco del mio uccello.
Me ne stavo beatamente sdraiato a gustarmi la bocca di Angela, sapendo anche di poter durare un buon tempo viste le recenti quotidiane venute, Angela si staccò, si alzò in piedi per far scivolare via il suo intimo, mi prese sotto le ginocchia tirandomi a sé in modo tale che rimanessi sul divano appoggiato soprattutto con la schiena sulla seduta, si mise a gambe divaricate sopra il mio uccello e me lo prese in mano piantandoselo nel culo in un solo movimento e iniziando a cavalcarmi come una forsennata. Su e giù, su e giù’un ritmo difficilmente sostenibile per lungo tempo.

Ad ogni affondo un rantolo di goduria, ‘adesso Andrea adessooooo!!! Sborrami nel culoooooo!’ , la presi per i fianchi e le assestai ancora due colpi al limite della furia, scaricandomi in lei. In quel mentre entrò Gina, che strabuzzò gli occhi davanti alla scena che le comparve davanti. ‘oh cazzo!! Angela! , Andrea! Cosa stai facendo? Ma come voi due’. Sono senza parole! Eccheccazzo!! Voglio godere anche io!!’ si avvicinò al divano ‘alla Nonna ci pensiamo dopo, ora Angela mi lecchi la figa mentre lo meni ad Andrea perché voglio anche io la mia razione di cazzo. Ora ho capito cosa sta succedendo qui! Nonna Flora, Angela, il giovane nipote, ehhh sì le vecchie buongustaie (ndr. ‘le vecchie troie’) non si smentiscono mai! Poi ce la vedremo anche con Nonna Flora appena esce dall’ospedale!!’ Angela si mise subito all’opera con la sua manina aiutata anche dal lubrificante naturale già spalmato sul mio cazzo che contribuì a rimettermi ben in piedi sull’attenti. Gina seduta al mio fianco a gambe aperte si stava facendo lappare per bene e aiutava Angela nell’opera tenendo ben aperte le grandi labbra da cui spuntava un clitoride di una dimensione che non avevo mai visto se non in qualche foto porno: sarà stato lungo almeno un paio di centimetri tanto che Angela poteva addirittura spompinarlo come fosse un piccolo cazzo. Gina si sistemò a cavallo delle mie gambe, Angela teneva ben dritto il mio uccello, accompagna dolo dentro Gina che scendeva piano piano per gustarsi ogni millimetro, ansimando e strizzandosi con forza tette e capezzoli. Gina non arrivò a impalarsi tutta che emise un grido di piacere, contraendo allo stesso tempo le pareti vaginali, aveva avuto il suo primo orgasmo ‘spingi Andrea, spingi, fottimi sono due anni che non vedo un bel cazzo come il tuo, solo le mie dita. Fottimi! Più forte, dai!!’ non me lo feci ripetere inizia a pompare, ma ero scomodo per la posizione, al che mi alzai, cingendo Gina per la vita e la feci mettere nella mia precedente posizione, schiena appoggiata al divano, gambe larghe davanti a me e io in ginocchio alla giusta altezza riuscivo a pompare ora come si deve. Cambiavo ritmo, roteavo e ogni volta Gina ‘muggiva’ di piacere. Angela aveva preso fra due dita il clitoride di Gina e le stava praticamente facendo una sega. Gina venne almeno quattro volte, lasciando un piccola pozza di umori sul pavimento davanti al divano, no ce la facevo più le presi le caviglie le aprii ancor più le gambe e venni. Angela subito si infilò fra noi ‘questo ben di dio non deve andare perso!!’ e iniziò a leccare la figa pelosa di Gina da cui colava il mio sperma per poi passare alla pulizia del mio cazzo. Dieci minuti per riprendersi, una sciacquata in bagno e poi via tutti e tre verso l’ospedale per la visita alla Nonna. Questa volta una visita tranquilla, troppa gente in giro, nessuna possibilità di ‘acrobazie’ (Nonna però non perse l’occasione di darmi una palpata al culo).

‘cara Gina hai visto come è diventato il mio nipotino?’, ‘certo Flora ho visto e provato, direi ottimo’ ,’vecchia baldracca, prima ti sei fatta mio marito, poi ti sei fatta me, ora il mio nipotino e poi?’ , ‘e poi si vedrà Flora! Ora però dobbiamo pensare a te. Sarò io ad accudirti con l’aiuto di Andrea per un po’ di giorni fino a che non ti sarai rimessa e poi potremo tornare tutti a Milano.’

Tornammo a casa con Nonna Flora sulla sedia a rotelle, la sistemammo in salotto su una comoda poltrona e aiutammo Angela a preparare i suoi bagagli ‘Andrea,prima di andare vorrei ancora un po’ di cazzo e di sperma nel culo, che ne dici?’, ‘certo Angela, prepara la valigia e poi preparati per bene per ‘i saluti”. Angela si sbrigò a sistemare i bagagli, andò in bagno, si accomodò sulla tazza e si fece un clistere di camomilla tiepida che Gina aveva preparato. Una pulizia profonda completata da una passata di rasoio per togliere alcune ricrescite sul pube, un bel bidet rinfrescante e per finire, così da non avere distrazioni, si spalmò per bene lo sfintere anale con una dose abbondane di lubrificante. Riapparve dal bagno coperta da un lenzuolo da bagno annodato appena sopra le sue tettone. Nonna Flora e Gina non avevano intenzione di partecipare all’addio sebbene entrambe provvidero a salutare doverosamente l’amica e compagna di letto lappando, prima una e poi l’altra, la figa dell’amica che si era sistemata a cosce spalancate sul divano del salotto. Il saluto di Nonna e di Gina ad Angela completò la lubrificazione di Angela, che ormai era più che pronta per essere ‘salutata’ da me.
Gina e Nonna Flora uscirono e una volta richiusa la porta tornai in salotto, togliendomi nel frattempo la maglietta, lasciando le ciabatte da mare nel corridoio e sfilandomi saltellando i pantaloncini da bagno. Con l’uccello barzotto mi avvicinai ad Angela che smaniava e cercava di darsi soddisfazione da sola, masturbandosi con tre dita e strizzandosi i capezzoli, distolse la mano ben zuppa dei suoi umori e mi afferrò l’uccello imburrandolo e leccando la cappella ormai già paonazza di desiderio ‘vieni qua, fottimi! Dai spingi senti come è bagnata e calda! Continua, non ti fermare!’. Ancor più stimolato dalle parole di Angela, entrai in lei senza difficoltà, fottendola con vigore e continuità per almeno una decina di minuti durante i quali lei si dimenava, massaggiandosi le tette e sgrillettandosi. Venne almeno tre volte, schizzandomi addosso i suoi umori, urlando a più non posso. La girai facendola inginocchiare a terra, Angela allungò le mani, si afferrò le chiappe e le allargò a più non posso per ricevermi tutto dentro di sé. Avevo deciso di farla impazzire, allora poggiai la cappella sul suo ano e inizia una lentissima introduzione, smaniava, come cercava di infilarselo tutto dentro io mi ritraevo ‘ti pregooo! Mettilo dentro! Non farmi morire! Fottimi il culo, cazzooo!’, spinsi fino in fondo e lei inarcò la schiena e urlò di piacere; le infilai una mano fa gambe per tastare lo stato della sua figa, un lago di umori, completamente aperta e in preda a spasmi e a contrazioni continue. Accelerai il ritmo, facendo allo stesso tempo uscire quasi tutto l’uccello dal suo culo, era in visibilio, mi afferrò per i fianchi mentre mordeva il cuscino del divano. Mi imprimeva il ritmo, ogni tanto mi fermava e stringeva e apriva il buco del culo come a suggere il mio uccello, fantastico! ‘fotti stronzo, fottimi, sborrami nel culo, dai!! Non ti fermare’ iniziai così la cavalcata finale verso il mio orgasmo che puntuale arrivò, inondando Angela di tutto quello che avevo in corpo. Mi poggiai sulla sua schiena e rotolammo a terra. Dopo alcuni minuti mi prese per mano ‘vieni andiamo in bagno, non ho ancora finito!!’ entrò nella doccia, si girò con il culo verso di me ‘lavami, pisciami sul culo’, poi si inginocchiò e me lo succhiò con cura, provocandomi solo una mezza erezione vista la recentissima intensa venuta.

Fu questo il mio saluto ad Angela, che accompagnai in stazione, la feci accomodare nel suo scompartimento sistemandole le valigie, bacetto sulla guancia e uno sfioramento quasi innocente alla se tette ‘arrivederci Andrea, ci vediamo a Milano’, ‘ciao Angela, sei stata una fantastica compagnia, grazie’ ‘grazie a te gioiello di Nonna!’ e il treno partì alla volta di Milano.

Mi incamminai verso casa, rimuginando e rivedendo le scene di sesso sfrenato di quegli ultimi giorni, mi sua mano in tasca in cerca delle sigarette e mi ritrovai in mano il biglietto che mi aveva scritto Anna (la caposala del ristorante).

Mi venne in mente che avrei potuto approfittare di quel pomeriggio ‘libero’ da impegni con Nonna Flora, visto che era a passeggio con Gina e che non sarebbe rientrata a casa se dopo qualche ora e comunque per un tempo sufficiente per poter incontrare Anna sempre ce fosse stata disponibile. Entrai nella cabina telefonica, feci il numero e dopo due squilli Anna mi rispose. I soliti convenevoli telefonici ‘Allora Andrea che stai facendo’ ‘niente, una passeggiata solitaria verso casa dopo aver accompagnato Angela alla stazione’, così è rientrata a Milano, e Nonna?’, ‘si è rientrata, Nonna è fuori con Gina che è venuta apposta da Milano per prendersi cura insieme a me di Nonna visto che si è fatta male’, ‘cosa? fatta male? Cosa è successo?. Dai non perdere tempo al telefono, dove sei, puoi venire a casa mia? Devo essere al ristorante alle 21:00 abbiamo tempo perché tu mi possa raccontare tutto e anche per’.’, ‘va bene ti raggiungo’ e in meno di 15 minuti fui a casa sua. Una bella casetta singola nello stile del posto, ben distanziata dalle altre della stessa strada, con un piccolo giardino ben curato. Suono al campanello e praticamente subito scatta la serratura elettrica del cancelletto e il portoncino di ingresso si socchiude. Entro nella fresca penombra e mi viene subito stampato sulle labbra un bel bacetto di benvenuto. Una volta abituato alla semioscurità meglio distinguo Anna che mi prende per mano per portarmi nel suo soggiorno sobriamente arredato. Lì c’è un po’ più di luce e finalmente posso ammirare Anna e la sua mise da casa: minigonna nera, canotta anch’essa nera di quelle 20XL ovvero tale da permettere una visione completa di quello in essa racchiuso, ovviamente tetta libera. Anna mi fece accomodare sulla poltrona e lei si sedette di fronte a me sull’altra poltrona del soggiorno, posizionando le gambe come per nascondere alla mia vista le sue prosperose cosce, o meglio come per nascondere qualche cosa (almeno così è stata la mia sensazione che poco più tardi si rivelò esatta).
‘Allora racconta cosa è successo a Flora, Angela come sta? La hai scopata per benino?’ e io iniziai a relazionarla di quanto successo non mancando di scendere in particolari, anche con lo scopo di iniziare a farla andare su di giri, ben sapendo che da lì a poco avrei goduto delle sue grazie. Man mano che entravo nei particolari del racconto Anna si eccitava sempre più, il culmine lo raggiunse quando le descrissi con dovizia di particolari la sodomizzazione di Angela con tanto di preparativi. Anna si era infilata le mani sotto la canotta e si trastullava il seno, apriva e chiudeva le gambe ritmicamente, così come altrettanto ritmicamente si alzava e abbassava sulla poltrona; ‘fammi vedere cosa hai sotto la gonna, allarga le gambe’. Anna non se lo fece ripetere, allargò per bene e gambe e notai che dalla sua vagina depilata spuntava un filo nero, lo tirai e spuntò un ovulo vibrante che subito reintrodussi. ‘vuoi vedere anche l’altro?’ si alzò sollevò la gonna, si curvo in avanti allargando e mostrandomi il culo. Dal suo posteriore spuntava la base di un cuneo anale che Anna faceva muovere muovendosi su e giù sulla poltrona; ‘ho preparato il mio buchino per te. Mi devi fare godere come non mai, voglio il tuo sperma in ogni dove, voglio essere usata per la troia che sono!’ mi inginocchia davanti a lei e iniziai a leccarla, sentivo le vibrazioni dell’ovulo, tirai il filo e con un ‘plop’ saltò fuori seguito da uno schizzo dei sui umori vaginali, mi passai una mano sul volto, ma Anna mi fermò, si inginocchiò davanti a me e mi leccò tutta la faccia. ‘cazzo che buon sapore che ho! Dai fammi sentire il tuo! ‘ mi slacciò la cintura e mi sfilò via pantaloni e boxer con un solo movimento, mi imboccò l’uccello e iniziò a spompinarmi. Mi leccò come sapeva fare lei non tralasciando cappella, frenulo e palle fino giù fino al mio buchino che lappò con foga mentre mi masturbava, quando introdusse la lingua nel mio buchino, non seppi trattenermi e iniziai a sborrare ‘cazzo! è mia fermo! E mi imboccò ancora l’uccello per poter assaporare tutta la mia sborra. Con una mano le stavo muovendo il cuneo che aveva piantato nel culo e così come io stavo sborrando lei non si trattenne e venne ancora rilasciando umori profumati dalla sua figona. Anna non si staccava dal io uccello, continuava a leccarlo e a succhiarlo per farlo tornare dritto e duro; dopo alcuni minuti riuscì nel suo intento, il mio cazzo era bello svettante pronto per un altro round ‘adesso inculami! è bello pronto per riceverti’ le sfilai il cuneo dal culo e, approfittando della momentanea dilatazione, introdussi subito il mio cazzo. ‘che bello! Finalmente! Il cuneo non potrà mai sostituire un bel cazzo come il tuo! Sfondami! Dai pompa forte non ti fermare, voglio tutta la sborra in culo!!!’ eravamo uno di fronte all’altra, le sue tettone che ballavano ad ogni mio colpo, il suo grilletto sporgeva dalla grandi labbra e lei lo torturava con due dita, strizzandolo, sfregandolo, masturbandolo. Un altro getto schizzò dalla figa di Anna, estrassi il cazzo dal culo e le sborrai in dentro e fuori dalla figa. Mi prese la testa con le mani e la spinse giù, ‘leccami!!!’ tiari fuori la lingua e prima con un po’ di riottosità e poi con grande gusto la ripulii di tutti i nostri umori, ‘togliti!’ e partì uno schizzo di urina a mo’ di fontana, mi alzai in piedi, presi in mano l’uccello e inizia a urinare su di lei. Anna si massaggiava tutta, si spalmava la mia urina sul seno, sulla pancia sulle cosce, mentre lei stessa continuava a urinare. Stavamo imbrattando tutto il salotto ma a nessuno dei due fregava più di tanto. Spossati ci accasciammo a terra l’una accanto all’altro. ‘vieni dammi un mano a rassettare che poi ci facciamo una bella doccia’, così facemmo per una buona mezz’ora, completamente nudi, armati di straccio e spazzolone rassettammo il soggiorno e poi via sotto la doccia ‘vieni qui bel maschio, fatti succhiare ancora!’ Anna si inginocchiò davanti a me e mi spompinò per l’ennesima volta, ‘scopami, qui, in piedi’ la presi sotto le cosce, la sollevai e la feci calare sul mio cazzo che lei teneva ben stretto in mano per ‘centrare’ la sua figa ‘più forte, più forte!!’ mi incitava. Io ero stremato, ma stavo dando il meglio di me stesso, ‘cazzo che bello!! Dai sborrami in figa!! Ora, adessoooo, vengooooo!!!’ e ci ritrovammo seduti sul piatto della doccia con l’acqua calda addosso abbracciati l’un l’altra.

Dopo un’altra mezz’ora lascia la casa di Anna per tornare a casa di Nonna Flora, un bacio d’addio e la promessa che ci saremmo rivisti l’anno prossimo.
‘Ciao Nonna, ciao Gina’, ‘dove sei andato oggi pomeriggio?’ ‘beh dopo aver accompagnato Angela alla stazione sono andato da Anna, quella del ristorante’. ‘E bravo il mio cucciolo!! Mi sai che sei cotto a puntino! Palle vuote, vero?’ ; ‘E sì Nonna oggi mi hanno fatto sborrare a più non posso, ho bisogno di rifarmi’; ‘adesso ci pensa Gina a rimpinzarti e a farti riprendere con uno dei suoi massaggi ristoratori, poi a nanna da bravo bambino, Nonna non vuole la tua sborra questa sera, mi accontento di una bella lappata, poi ci pensa Gina a lavorarmi per bene figa e culo, vero Gina?’ ‘Certo Flora! Non mancherò’ e le fece un abbozzo di riverenza.

Gina mi preparò un’ottima cenetta, leggera e nutriente e poi mi fece distendere sul letto per un buon massaggio con olio rilassante. Le mani di Gina erano superbe e mi stavano sciogliendo tutti i muscoli. Devo dire che nonostante il super lavoro il massaggio ebbe un certo effetto sul mio uccello, che Gina non mancò di apprezzare con una succhiata sulla cappella. ‘Allora hai finito Gina, ho la figa in fiamme!! Andrea vieni da Nonna, forza!!’, raggiunsi Nonna in salotto dove stava comodamente seduta sulla poltrona grande, quella in pelle rossa, con sotto al culo un cuscino, le gambe sui braccioli, un panno bianco a coprirle il basso ventre.
Arrivammo tutte e due vicino a Nonna ‘Gina vai via! Voglio solo Andrea, lo voglio solo per me e voglio essere solo io a godere delle sue attenzioni!’ Gina si ritrasse, borbottando qualche cosa, e uscì con un ‘va bene Signora Flora, mi chiami quando avrà bisogno di me’ che mi suonava molto strano vista la confidenza che c’era fra le due.

‘Andrea vieni vicino a Nonna, non mi posso muovere e ho voglia di toccarti, di essere toccata, di baciarti e di essere baciata!’, mi avvicinai le presi il viso fra le mani e la baciai sulle labbra, intrufolando la lingua nella sua bocca, feci scivolare le mani in basso sulle spalle e poi sulle tette che liberai immediatamente dalla vestaglia che le ricopriva. Mi dedicai a succhiarle i capezzoli mentre le massaggiavo delicatamente la gamba sana. Nonna si stava godendo il trattamento, partecipava muovendo anch’essa le sue mani sul mio corpo (puntando inesorabilmente verso il mio uccello), suggendomi le labbra e la lingua. ‘Cazzo Andrea, toccami la figa”, scostai il panno e vidi le goccioline dei suoi umori brillare sulle grandi labbra, come la toccai Nonna emise un gemito ‘Leccala!! Presto!!’ avvicinai la lingua al clitoride, scesi lentamente fra le grandi labbra, le scostai e poi la introdussi in profondità roteandola, Nonna urlò e schizzò il suo piacere nella mia bocca.
Mi mise le mani sulla nuca, impedendomi di scostarmi ‘lecca tesoro, lecca non ho finito di godere. Cazzo, ecco, ecco! Mettimi un dito nel culo!!!!’ E schizzò ancora. Tolse le mani dalla nuca e mi lasciò alzare. ‘Amore grazie! Ora vai a dormire. Vai a riposare per domani’ ‘va bene Nonna, vado ma prima mi devi fare l’ultimo pompino della giornata’, presi l’uccello e lo poggiai fra le sue labbra ‘Tesoro’ disse Nonna ‘non riesco a muovermi bene. Fai tu, scopa la bocca di Nonna usala come una figa o come un buco del culo, scopa e dammi tutta la tua sborra’. Durai almeno dieci minuti. M concentrai, poggiai le mani sulla testa di Nonna, mi divenne ancora più duro e finalmente sborrai. ‘Mandami Gina per favore’ mi disse Nonna con il mio sperma che le colava dalla bocca ‘mi deve aiutare per sistemarmi e per andare a letto’.

Quella notte, e non solo, dovetti dormire nella mia camera, lasciando il lettone di Nonna per ovvi motivi di ‘ingombro’ della gamba di Nonna. Con Nonna stava Gina, pronta a servirla ad ogni suo minimo accenno.

Rimanevamo ora Nonna, Gina e io. Il nostro compito era accudire Nonna Flora, praticamente immobilizzata e comunque limitata fortemente nei suoi movimenti. Era necessario provvedere completamente alla sua igiene personale, ad aiutarla nelle sue funzioni quotidiane e soprattutto era necessario soddisfarla sessualmente, compito che spettava principalmente a me con la collaborazione di Gina. Il tono autoritario di Nonna e la remissività e l’obbedienza di Gina allo sbotto di Nonna (‘Gina vai via” Voglio solo Andrea,”, Va bene Signora Flora’.’) furono più chiari nei giorni seguenti quando appunto le nostre attenzioni dovevano essere concentrate verso Nonna.

‘Gina mi scappa! Presto vieni!’, ‘Andrea toccami la figa’, ‘Andrea leccami la figa’ , ‘Andrea fammi un ditalino’, ‘Gina portami in bagno’, ‘Gina ho caldo!’, ‘Gina ho fame!…Gina ho sete!….’ e così via erano ormai le frasi che sentivamo perentorie da Nonna. Gina veniva ‘usata’ da Nonna per le attività più vicine alla sua vita pratica, mente io ero il suo sollazzo sessuale, per cui godevo comunque di almeno un pompino quotidiano. ‘Andrea amore mio, sono stufa di ditalini e di leccate di figa! Ho bisogno di cazzo, del tuo cazzo’, ‘Nonna noi due soli però non riusciamo a combinare niente, abbiamo bisogno di Gina’.

Nonna con l’aiuto di Gina si posizionò sulla sua poltrona appoggiandosi ai cuscini e ai braccioli sui erano stati stesi dei teli di lino. Le poggiammo le gambe su entrambe i braccioli, la tirammo un po’ verso l’esterno in modo tale che la sua figa risultasse fuori dalla seduta della poltrona e completamente esposta. La posizione impediva a Nonna di succhiarmi come lei amava fare, perciò si accontentò, dopo la prima volta che la scopai in bocca, di ricevere il mio sperma solo dopo che Gina mi aveva debitamente spompinato (con sua somma soddisfazione). Comunque la prima volta che preparammo il tutto Nonna era eccitatissima, era pronta con la figa completamente aperta pronta per essere penetrata a fndo. Le gambe, per evitare che scivolasse e cadesse a terra erano poggiate e bloccate sui braccioli della poltrona. Gina le si inginocchiò davanti e la leccò prima sul clitoride, poi scese fino all’ano, insalivandola per bene, passò poi a me, lo prese bene in bocca e lo fece diventare di marmo. Mi inginocchia di fronte a Nonna e introdussi il mio uccello poco poco, solo la punta, mentre Gina le massaggiava le tette. ‘Andrea, fai scivolare la cappella lungo tutta la figa, dai, sfregami il clitoride, sì adesso dentro! Scopa Nonna amore mio, scopa!’. Scopata intensa e schizzi a gogò da parte di Nonna. ‘Adesso lo voglio nel culo! Aiutatemi ad alzarmi’. Nonna si alzò dalla poltrona con l’aiuto di Gina.
Gina l’aiutava a stare in equilibrio e ne approfittava per contribuire alla goduria di Nonna (e anche alla sua visto come gocciolava). Mi posizionai dietro a Nonna, le allargai le natiche, presi un po’ di lubrificante per aumentare la lubrificazione e con un po’ di pazienza fui dentro Nonna. Non avevo ancora eiaculato, ero bello carico, Nonna voleva tutto il mio succo nel culo. ‘Sborrami nel culo Andrea, Gina aiutalo!’ Gina mi massaggiava le palle mentre io pompavo Nonna. Aumentai il ritmo e sborrai ‘Gina!!! Lecca troia!! Puliscimi dalla sborra di mio nipote!’ e Gina si chinò, posizionandosi per leccare bene il culo gocciolante di Nonna, in ginocchio a figa aperta con un dito che torturava il clitoride. Mi accovacciai davanti a lei e mentre continuava a leccare il culo e la figa di Nonna io le leccavo la figa con suo sommo piacere.

Questa scena si ripeté più volte durante l’indisposizione di Nonna e qualche volta, di nascosto da Nonna, Gina voleva che la scopassi davanti e dietro.

Dopo il periodo prescritto dai medici portammo Nonna all’ospedale per togliere l’ingessatura/fasciatura e con l’aiuto di una sedia a rotelle prima e poi di una stampella la portammo a casa da dove, il giorno successivo, partimmo per raggiungere Milano. Gina rimase a casa di Nonna per alcuni mesi aiutandola nel suo vivere quotidiano anche con il mio aiuto durante le mie visite giornaliere; avevo infatti ripreso la scuola per il 5′ anno di Liceo (poi mi aspettava l’università, Medicina per la precisione) e il mio tempo era fortemente limitato dagli impegni di studio ma non mancavo ai ‘miei impegni’ con Nonna e che mi vedevano impegnato in almeno tre venute pomeridiane, tre venute perché Nonna non ha mai voluto rinunciare ad avermi e ad avere il mio succo dentro bocca, figa e culo.

Passati i mesi di ‘ripristino’ di Nonna, io divenni il suo Cavalier servente, dopo la scuola e lo studio la raggiungevo a casa sua, l’accompagnavo a far compere, le facevo compagnia per il tè quotidiano insieme alle sue amiche. Alla faccende di casa ovviamente pensava il personale di servizio, non più Gina tornata nella propria casa in provincia di Milano.
Nonna mi presentava alle sue amiche che dimostravano come fossero almeno parzialmente al corrente delle mie capacità amatorie e della mia oramai consolidata passione per le donne mature. Nonna mi confidò che nulla aveva detto dei nostri rapporti intimi, ma si era limitata a raccontare alle sue amiche che in diverse occasioni mi aveva visto nudo mentre mi masturbavo e mentre la nostra Gina mi spompinava, si faceva scopare e sodomizzare da me con grande sua soddisfazione, ovvero aveva sostituito Gina a sé stessa. Più di una volta notai che le amiche di Nonna mi fissavano in evidente stato di semi eccitazione. Mi capitò anche di vedere un’amica di Nonna che mentre stava seduta sulla poltrona del salone e mentre sorbiva il suo tè muovesse ritmicamente le sue cosce (apri e chiudi) segno inequivocabile che si stava masturbando. Oltre a questo episodio non vi fu altro di significativo se non quella volta che ‘beccai’ un’altra amica di Nonna in bagno che si sditalinava seduta sul bordo della vasca idromassaggio con i piedi nudi poggiati all’interno della vasca stessa.

Il tempo passava, io maturavo e Non certo non ringiovaniva; il nostro rapporto era però consolidato nel più ampio senso dei termini. Nonna voleva sempre il solito servizio da me e io ero ben contento di assecondarla. Con il passare del tempo però notavo che dalla sua spavalderia nel mostrarsi nuda a me, nel mettere sempre bene in vista la sua vagina depilata e il suo forellino, tendeva a esporsi meno. ‘Andrea amore mio, devo confessarti che da un po’ di tempo a questa parte ho un po’ di vergogna a mostrarmi a te nella mia ormai decadente nudità’, ‘Nonna che dici!, sei bellissima’, ‘No Andrea le mie tette, il mio culo, la mia figona mostrano tutti i loro anni e sono sempre di più! Non posso e non voglio rinunciare a te al tuo cazzo, almeno fino a che ne avrò la forza e fino a che tu non ti stancherai. Io però provo un po’ di vergogna per il mio stato fisico. Dobbiamo escogitare qualche cosa che ci permetta di continuare a godere di noi’. Fu un attimo e mi venne l’idea. ‘semplice Nonna, bendami! Così potrò baciarti e leccarti ma non potrò vederti, che ne dici?’, ‘Geniale, Andrea!! Proviamo subito’.

Nonna trovò un pezzo di stoffa nero che opportunamente piegato mi pose sugli occhi e mi legò dietro la nuca. Così bendato ero di fatto completamente dipendente da lei, non potevo vedere i suoi movimenti e tantomeno spostarmi in modo autonomo nella camera da letto. Mi prese per mano accompagnandomi verso il centro della sua camera, mi baciò, mi slacciò la camicia e la cintura ei jeans, poco alla volta mi denudò lasciandomi in piedi lì ‘Andrea sei stupendo! Hai un fisico da fare invidia. Hai un culo e un cazzo che sono un amore. Adesso Nonna ti fa impazzire!’, io non vedevo nulla, ero teso ed eccitato per questa nuova situazione, che da un’esigenza stava diventando un nuovo e intrigante gioco fra me e Nonna. Nonna era davanti a me e i baciava sul torace, mi succhiava i capezzoli, mi afferrava per le natiche palpandole e carezzandole. Non riuscivo a prevedere completamente le sue mosse e questo aumentava la mia eccitazione. Mi prese entrambe le mani con le sue e la sentivo scendere davanti a me. Il mio cazzo teso allo spasimo, il suo respiro caldo sulla cappella. Una leccata al glande, una leccata dalle palle fino in cima. Lo imboccò completamente e sentii la sua eccitazione da come mi stringeva le mani, andò fino in fondo per poi sfilarlo, lasciandolo ricoperto della sua saliva ‘Mio amore, mi amante, mio cazzone. Adesso Nonna ti fa venire nella sua bocca e poi lo voglio nel culo!’ iniziò a spampinarmi con foga, leccava, suggeva, mi carezzava le palle. Continuò per 5 minuti. Avevo raggiunto l’apice ‘Nonna vengo!’, farfugliò un ‘Sì amore, forza!’ e venni. Continuò a succhiarmi, non mi lasciò ammosciare. ‘Andrea, mettiti in ginocchio’ scesi sul pavimento di fronte a Nonna che si stese sul tappeto e sui cuscini che già da prima aveva preparato, ‘Vieni qui mio tesoro, sfondami il culo come sai fare tu!’, mi teneva e guidava l’uccello verso il suo buchino, sdraiata davanti a me. Toccai la sua figona zuppa di umori, le feci scivolare dentro ll pollice e inizia a masturbarle il clitoride. Entrai senza fatica e inizia una lenta e costante penetrazione. Bendato come ero, ero concentrato su quanto provavo. Vedevo Nonna come qualche anno prima. Si contorceva sotto di me, smaniava ‘Fottimi! Fottimi! Che bello!! Vengoooo! Non ti fermare! Vengoooo!’ e sborrai insieme a lei. Mi misi in ginocchio, Nonna era stesa a terra. Allungai le mani per toccarla’ ‘Fermo Andrea!! Non toccarmi, voglio sentire solo la tua lingua, leccami la figa!! Sì, bravo, così senti come sono larga!! Dai lecca il bottoncino, ecco, ecco’.Vengoooo!!!’ e mi riempì la bocca dei suoi saporiti umori.

La nostra storia andò avanti ancora per un tanto tempo e poi a 70 anni compiuti Nonna mise fine al nostro rapporto, ammalandosi gravemente e finendo la sua bella ed eccitante esistenza. Prima di andarsene, una sera nella camera della residenza in cui era ricoverata, mi disse quanto bene mi aveva voluto, quanto mi amava e quanto amava farsi scopare da me. Mi toccò l’uccello, mi sorrise, mi baciò e mi congedò da lei, dopo poco se ne andò da questo mondo.

Ora sono un apprezzato medico di Milano (potrei anche fare a meno di lavorare vista la quantità di denaro, di immobili e di altri patrimoni che mia Nonna mi ha lasciato), ho circa 40 anni, sono scapolo ma convivo con quella che fu una mia cliente, ovviamente una bella signora di 55 anni che impazzisce per me e che ogni sera non manca di farmi godere con i suoi pompini per poi essere scopata e sodomizzata da me.

Come al solito critiche, suggerimenti, osservazioni ed eventuali contributi/spunti sono graditi, scrivete pure a: firefiretongue@yahoo.it

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