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Racconti erotici sull'Incesto

Io e i miei cugini

By 11 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, sono un ragazzo di 20 anni, della provincia di Milano, moro, occhi castani; spero che il mio racconto vi piaccia.

Come tutti i ragazzi, arrivato ad una certa età ho cominciato a scoprire il mio corpo e soprattutto i cambiamenti a cui esso era sottoposto: i lineamenti del viso si fanno più marcati, la voce più profonda, spuntano i primi peli sotto le ascelle, sul petto, in mezzo alle gambe e ovviamente il mio cazzo cominciò a farsi via via più grande e a volte, quando provavo una forte eccitazione, si induriva e si ingrossava, e rimaneva in quello stato finché non riuscivo a soddisfare le mie voglie con una bella sega.

Inizialmente, per soddisfare queste voglie impellenti, ricorsi ovviamente alla masturbazione, come tutti in questa età in cui gli ormoni sembrano essere impazziti e pare quasi di non avere più il controllo del proprio corpo.

Ad un certo punto accadde però che durante le mie masturbazioni solitarie cominciai a pensare a come sarebbe stato bello farlo con qualcun altro, ma non con una persona qualsiasi, qualcuno dei miei cugini. Sì, perché con i miei cugini (quasi tutti dalla parte di mia madre) ho sempre avuto un bel rapporto: quando ci vediamo sono sempre baci e abbracci e vedo che loro mi vogliono bene come io ne voglio a loro.

Una piccola precisazione: di cugini diretti (figli quindi delle due sorelle di mia madre) ne ho solo tre, di cui uno &egrave molto piccolo, mentre gli altri (un maschio che chiamerò S. ed una femmina che chiamerò E.) hanno più o meno la mia età; poi però ho un sacco di altri cugini, figli di vari cugini di mia madre, e molti di essi hanno all’incirca la mia età.

Fatto sta che una di quelle volte in cui ero in piena seduta di masturbazione, ad un certo punto mi colse una curiosità improvvisa ed inspiegabile su come potesse essere fatto il pisello di mio cugino S. Non so spiegarmelo, comunque, quando provai ad immaginarmi la sua lunghezza, quanto potesse essere duro quando si eccitava e la tonalità di rosso che assumeva la sua cappella quando si sparava una sega, me ne venni subito con un abbondante getto di sperma; dopodiché mi abbandonai ai miei pensieri e mi chiesi come mai mi fossero venute in mente certe fantasticherie.

Continuai a spararmi seghe pensando al cazzo di mio cugino ancora per molto tempo, e poi provai a pensare anche alla figa di mia cugina (sua sorella), e anche in questo caso le mie godute furono sempre strabilianti, ma sempre e soltanto incomplete, perché solitarie.

Decisi allora che non potevo continuare a quel modo e mi impegnai a cercare di concludere qualcosa la prossima volta che avrei visto i miei cugini.

La prima volta che andai a trovarli, mio cugino mi chiese (ignaro) se volessi andare a dormire da lui: eccome se lo volevo. Così, arrivato il fatidico giorno, andai a casa sua e alla sera ci preparammo per andare a dormire, mentre nell’altra stanza mia zia e mia cugina facevano lo stesso. Purtroppo non dormivamo nello stesso letto, ma io dormivo nel suo che lui mi aveva ceduto e lui dormiva su un materasso gonfiabile sul pavimento ai piedi del letto.

Mi chiesi se le lenzuola erano state cambiate o se erano le stesse in cui aveva dormito lui, pregne ancora del suo odore e soprattutto se ci fosse rimasta ancora qualche traccia di sborra, frutto delle seghe che immagino si sparasse anche lui qualche volta.

Questo pensiero mi eccitò subito, proprio mentre mi stavo cambiando per infilarmi il pigiama ed ero rimasto in mutande; il mio uccello assunse subito proporzioni gigantesche e già la cappella faceva capolino dall’elastico delle mutande.

S. ovviamente se ne accorse e me ne chiese la ragione: io non seppi che cosa rispondergli e lui mi disse:

‘Non preoccuparti, anche io sono in questo stato’, rivelandomi il bozzo che deformava il pantaloncino del suo pigiama e di cui non mi ero nemmeno accorto. A quella vista mi eccitai ancora di più e gli chiesi:

‘Ti va di vedermi l’uccello?’. Dopo essersi assicurato che le donne di casa fossero nelle rispettive camere, si voltò verso di me e mi disse: ‘Ok’.

Allora mi abbassai le mutande, rivelando il mio pisello in tutto il suo splendore e S. dovette restarne piuttosto colpito dal modo in cui lo guardava, che faceva trapelare un certo desiderio da parte sua.

Lui, per ricambiare il favore, senza nemmeno chiedermelo, si abbassò il suo di slip e mi mostrò quel bellissimo cazzo che si ritrovava, un po’ più piccolo del mio data anche la differenza d’età, ma pur sempre rispettabile e adorabile.

Dalla sua cappella si sprigionava un odore inconfondibile, l’odore dell’eccitazione, e io non potei fare a meno di rispondere allo stimolo, cominciando a massaggiarmi il mio uccello, con movimenti lenti e misurati lungo tutta l’asta, scoprendo pian piano il prepuzio.

Anche S. cominciò un lento movimento di andirivieni sul suo pisello, che notai allora avere una pelle leggermente più chiara della mia; lo guardai in volto, notai la sua espressione di travolgimento e ne fui felicissimo, ma volevo andare oltre: feci un passo nella sua direzione e, dopo averlo guardato negli occhi per ricevere un cenno di assenso, strofinai la mia cappella sulla sua.

Questo contatto tra le superfici in assoluto più sensibili dei nostri corpi, quella terminazione ormai di colore violaceo dei nostri giovani membri in cui sono concentrate milioni di terminazioni nervose che in quel momento liberavo delle scariche elettriche che ci attraversavano da capo a piedi, provocò in noi un orgasmo simultaneo, che si manifestò in una sborrata copiosa, la quale andò a finire sulle nostre mani.

‘Ooohhh”Aaaaah’ gemevo io cercando di non farmi sentire dalle donne.
‘Mmmm’Oohhh’ ripeteva S.

Eravamo entrambi soddisfatti per quella volta: avevamo avuto entrambi la nostra prima esperienza sessuale con qualcun altro (anche se del nostro stesso sesso, ma non ci importava), ma S. in un ultimo spasmo di eccitazione, raccolse con un dito un po’ del mio seme che gli era finito sulle mani e, dopo averlo annusato con uno sguardo a metà tra la curiosità e il voglioso, se lo infilò in bocca, assaporandolo qualche secondo e dicendomi poi:

‘Mmm, &egrave buono’perché non assaggi il mio?’

Non me lo feci ripetere due volte e cominciai a leccarmi avidamente tutta la mano, imitando lo sguardo da puttana, che avevo visto sul volto di quelle ragazze nelle pagine di riviste porno comprate di nascosto, quando queste si ritrovavano con un bel cazzone davanti alla faccia e ne leccavano ogni centimetro per assaporarne il dolce frutto.

S. non rimase indifferente a questa provocazione e, dopo essersi avvicinato ulteriormente, mi baciò con foga sulla bocca, insinuando la sua lingua all’interno ed andando ad assaporare il gusto del suo stesso sperma mischiato alla mia saliva.

Per quella sera decidemmo di andare a dormire e ci salutammo con un dolce bacio sulle labbra, ma ci ripromettemmo di rifarlo il prima possibile, dopodiché ci coricammo contenti come non mai.

Questo &egrave soltanto la prima parte della storia: ce ne saranno sicuramente altre e vi racconterò come riuscii a fare partecipare anche altri dei miei cugini alle mie esperienze sessuali.

Nel frattempo spero di ricevere le vostre impressioni e i vostri commenti: spriggan1983@libero.it

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