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Racconti erotici sull'Incesto

Io e la mia mamma.

By 12 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano ormai passati diversi anni da quando i miei genitori avevano divorziato. Io raramente andavo a trovare mia madre perché tra noi non c’è mai stato un ottimo rapporto. Poi come capita spesso ai giorni nostri anch’io mi sono separato. Riuscii a trovare ospitalità in un ostello. Il tempo trascorreva veloce tra lavoro e responsabilità varie. Un giorno come tanti decisi di andare a trovare mia madre, che nel frattempo non si era mai riaccasata ma viveva da sola preferendo la vita solitaria alla confusione di un altro uomo. Quell’incontro dopo qualche mese fu strano, notai subito che era diversa, molto calorosa nell’accogliermi. Chiacchierammo un po’ di varie cose senza un argomento ben preciso, poi mi alzai per andar via, lei mi accompagnò alla porta sempre con lo stesso calore di prima. Mi abbracciò e mi baciò sulla guancia chiedendomi quando sarei ritornato a trovarla. Io come mio solito le risposi che non avevo idea e che ci saremmo risentiti al telefono. Andai e nelle ore che seguirono mi ritornava a mente quel suo modo di accogliermi. Passarono altre settimane ed un pomeriggio decisi di andare nuovamente a trovarla. Mi accolse come la volta precedente. Mi fece mille domande sul dove fossi alloggiato e se avevo ripreso a frequentare la mia ex moglie o altre donne. Le risposi che ero ancora all’ostello e che con la ex avevo solo rapporti dovuti ai figli che erano nati dalla nostra unione. Lei mi chiese se avevo una situazione sentimentale in corso, le risposi che ero single e che avevo varie amicizie ma niente di definito. Ci salutammo e mi fece promettere che non avrei fatto passare altre settimane prima di ritornare a trovarla. Andai via con lo stesso pensiero della volta precedente, pensai che forse voleva che tornassi ad occupare la mia vecchia stanza dove avevo passato gli anni prima di sposarmi, forse perché l’età avanzava, aveva ormai 63 anni, e non voleva più stare da sola. Mi telefonò due giorni dopo chiedendomi di passare da lei perché doveva chiedermi delle cose. Arrivai nel primo pomeriggio prima di recarmi al lavoro. Mi fece accomodare, ci salutammo, ma questa volta il suo abbraccio fu molto più prolungato delle volte precedenti. Esordì chiedendomi se mi avesse fatto piacere vivere da lei visto che la casa era grande e non c’erano problemi di spazio e di libertà. Lì per lì pensai che avevo visto giusto e ricordando il rapporto che avevamo sempre avuto, tentennai dicendo che avevo degli orari non proprio convenzionali e che non volevo disturbarla nei miei entra esci di casa. Mi rassicurò dicendomi che potevo fare come volevo senza alcun obbligo come se fossi stato all’ostello e se volevo potevo anche invitare gente a casa, questa cosa mi fece rimanere perplesso perché non le era mai piaciuto avere gente per casa. Le risposi che avremmo potuto provare. Mi trasferii senza però lasciare la camera all’ostello sicuro che la convivenza sarebbe durata poco. La prima settimana passo veloce, mi sembrò di essere ritornato studente quando la mamma a casa ti lava ti stira e ti cucina. Un giorno rientrato a casa mi venne incontro e con dolcezza mi disse che doveva parlarmi. Ci accomodammo sul divano e guardandomi negli occhi mi disse: ‘devo chiederti una cosa che mi assilla e mi preoccupa ma devo chiedertela’, rimasi ad ascoltare facendo mille pensieri su cosa potesse essere. ‘Io dopo tuo padre non sono più stata con un uomo, averti per casa anche se poco mi ha fatto risentire un brivido che non ricordavo più’, la interruppi, ‘Mà se hai incontrato qualcuno che ti interessa posso anche andar via’. Lei sorridendo mi si avvicinò di più e abbracciandomi mi disse che si aveva incontrato qualcuno che le interessava ma che non c’era bisogno andassi via di casa. Si alzò e si diresse in bagno lasciandomi lì senza altro dire. Dopo quella chiacchierata decisi che per quella sera non mi sarei mosso di casa, sistemai alcuni documenti di lavoro, la salutai e mi misi a letto. Devo dire che ho sempre avuto l’abitudine di dormire nudo quando non fa proprio freddo e comunque anche quando fa freddo mi tolgo sempre i boxer ed il pantalone del pigiama per stare più comodo e così feci anche quella sera. Mi addormentai, non ricordo che ora fosse, fui svegliato da mia madre che dalla sua camera mi chiamava, ebbi l’impressione che stesse male, e così come mi trovavo mi precipitai da lei. Mi sorrise e mi disse ‘vedo con piacere che hai ancora questa bella abitudine’, mi resi conto così che ero nudo sotto e con il pisello in bella vista. Mi nascosi con una mano e le chiesi scusa. Ma prima che mi potessi defilare mi prese per un polso e mi chiese di infilarmi sotto le coperte. Ora pian piano ricomponevo il mosaico con le frasi ascoltate nei giorni precedenti. Mi infilai sotto le lenzuola e così potei vedere che anche lei era completamente nuda. Mi fece accoccolare a lei e mi ritrovai con la faccia su un seno e con le labbra a pochi centimetri dal capezzolo. Mi tenne stretto a se ed io un po’ imbarazzato le misi una mano sull’altro seno. Le chiesi se davvero non era stata con nessun altro uomo dopo mio padre e lei con naturalezza mi rispose di si che aveva avuto contatti con un altro uomo ed aggiunse se davvero non mi fossi mai accorto di nulla. Quella domanda non seppi interpretarla ma fu lei a togliermi subito la curiosità. Mi disse che l’uomo con cui era stata ero io, credeva mi fossi accorto che mi succhiava l’uccello la notte e fingessi di dormire quando infilava la testa sotto le coperte. Quando sentii queste parole capii il perché la mattina mi sentivo spompato e ciò accadeva tutte le mattine. Si spostò sotto le coperte e sentii subito un calore avvolgere la mia cappella. Mi stava succhiando l’uccello rimasi così a godermi quell’inaspettato pompino. La mamma continuò a pompare fino a quando senza preavviso le svuotai tutto il mio seme in gola. Mi scoprì e sorridendomi mi disse ‘vedi come sono stata brava non ho sporcato nulla ed ho bevuto tutto come allora’. La presi per il viso lo avvicinai al mio e le diedi un lungo bacio assaggiando il suo ed il mio sapore. La feci sdraiare la accarezzai e baciai su tutto il corpo scesi fino ad arrivare al meraviglioso bosco che mi aveva dato la vita, le infilai la lingua tra le grandi labbra fino a succhiarle il clitoride. Si lasciò fare godendo di ogni mio tocco. Mentre le succhiavo il clitoride mi prese la testa quasi a volermi far rientrare, mi trovai affogato nelle sue carni come inconsciamente avevo sempre desiderato ma non credevo di provare questa esperienza con la donna che mi ha dato la vita. Scoprii quanto calda era la mia mamma quando si mise in ginocchio ai bordi del letto e mi chiese di prenderla così. Appoggiai il mio bastone tra le sue gambe simulando la penetrazione ma rimanendo fuori e stimolandole solo il clitoride con la mazza. Come impazzita si dimenava cercando di impalarsi da sola ma non riuscendoci mi pregò di sfondarla perché erano troppi anni che non lo prendeva dentro. Senza indugio le poggiai il cazzo tra le grandi labbra e prima che potessi spingere io si impalò indietreggiando di colpo lasciando entrambi senza fiato. Ripresomi dall’inaspettato colpo di mia madre iniziai a penetrarla prima piano poi velocemente poi di nuovo piano cercando di non perdere il ritmo forsennato che dava con i colpi di culo. Mi sentivo cannibalizzare l’uccello dalla sua passera come fosse un’idrovora che aspira l’acqua. Solo la mia precedente venuta mi permise di resistere del tempo a quel trattamento. Quando non resistetti più la inondai di tutto il mio succo e non fu abbastanza perché la sua vagina continuava a mungere il mio pisello anche quando ormai ero svuotato. Continuò così finchè si ammorbidì dentro di lei. Mi sdraiai al suo fianco convinto che potesse bastare ma così non fu. Mi si catapultò sul pisello e con la bocca me lo fece indurire nuovamente. Si mise a cavalcioni su di me ed iniziò a cavalcarmi come una forsennata ormai non lo sentivo più ero succube di mia madre che sembrava volesse recuperare tutto il tempo perso quella notte. Dopo un po’ le promisi che se mi lasciava riposare sarei stato a sua completa disposizione in qualsiasi momento volesse. Mi prese in parola e mi lasciò riposare sdraiandosi di lato a me ma con la gamba sul mio pisello. Ci addormentammo o per lo meno mi addormentai. Quella mattina venne mamma a svegliarmi con la colazione a letto. Mi preparò la stanza da bagno per la doccia e si accomodò a godersi lo spettacolo. Uscito dalla doccia mi passò l’accappatoio e mi disse ‘amore ora posso fare colazione?’ le risposi ‘certo mamma scusa se ti ho fatto perdere tempo’, ‘non preoccuparti non era ancora pronta’ e così dicendo si sedette sul bordo della vasca, mi aprì l’accappatoio e fece colazione. Tuttora che di anni ne son passati dieci fa colazione con mio grande godimento così.

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