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Racconti erotici sull'Incesto

Io e mio papà

By 4 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando sono a letto tutta sola ripenso alla mia gioventù, alla mia adolescenza perversa, alle mie scoperte sessuali e a come era bello il mondo colorato di tanti anni fa.
Oggi ho 29 anni e sono malinconica come mai mi era accaduto prima.
Il mio fidanzato non vuole sposarmi e il mio desiderio di maternità c’è e si sente anche se di continuo mi sento in dovere di richiedere coccole e sicurezza da chi voglio bene.
Uno di questi è sicuramente mio papà.
Uomo tutto d’un pezzo, alto, snello, brizzolato e sicuro di sé, sa come infondere sicurezza e forse, il suo lavoro, lo ha aiutato moltissimo.

Mamma è mancata cinque anni fa. Un trauma per tutti, anche per lui che, a stento, è riuscito a rifarsi una nuova vita. L’unica cosa che mi infastidisce è la sua nuova fiamma, una giovane dottoressa, che ha a malapena sette anni più di me. Troppo giovane per i suoi 50 anni? Credo di no ma a me infastidisce molto anche perché spesso mi è capitato di sentirli scopare e la cosa mi da ai nervi!

Il mio nome è Alessia e sono una veterinaria. Grazie a papà ho uno studio tutto mio e pratico l’attività ormai da un paio d’anni.
Mio padre fa il notaio ma sembra che questa vita monotona lo infastidisca, motivo per cui sta pensando di lasciare questo mestiere e godersi la sua seconda giovinezza in qualche altro stato, magari aprendosi un locale.
La sua lei, quella che io amo definire ‘la troia’ è una bella ragazza e, senza dubbio, ha un fascino che farebbe resuscitare i morti.
Alta, coi capelli rossi mossi e un fisico mozzafiato.
Io purtroppo non sono così alta ma so di poter contare sul mio fascino e sulla mia femminilità e nonostante io abbia il seno piccolo e le cosce un po’ più grosse rispetto ai cliché imposti dai trend, mi ritengo sicuramente una ‘bella gnocca’.

La settimana scorsa, tornata prima da una cena dell’associazione degli amici degli animali, mi sono ritrovata col dovermi sorbire gemiti e urla a tutto spiano. Già, mio papà e ‘la troia’ stavano divertendosi animalescamente nella loro camera da letto.
Ho cercato di distrarmi ma non ce l’ho fatta. Stavo per andar di là e dirgliene quattro sia a lui che a lei poi mi sono fermata sul ciglio della porta e’come una ragazzina o peggio, come una trama di un film porno di serie zeta, mi sono ritrovata con un tremolio alle gambe e un brivido lungo la schiena che mi portava a curiosare e non a rovinare la loro festicciola del sesso.
Come quando ero poco più che adolescente, mi accostai alla porta e provai a dare una sbirciata.
Mio padre era seduto sul letto a gambe aperte e lei, che oltre ad avere il nomignolo di ‘troia’ ha anche un nome vero, Michela, era a pecorina, a terra, che sbarleccava letteralmente il pene di mio papà. La cosa che mi fece trasalire un sogghigno e una sorta di conato di vomito fu vedere lei con un qualcosa che le spuntava dall’ano. Pareva un cono o qualcosa del genere con dei lacci’insomma, non mi era chiaro cosa fosse, lo scoprii solo il giorno dopo rovistando nei cassetti di papà: era un vibratore rosa con dei lacci a mò di criniera di cavallo.
Quella troia stava spompinando il cazzo di mio padre e poco dopo, con frasi volgari, lo invitava a incularla. Lui si è alzato, ha tolto il vibratore dal suo sfintere e ha iniziato a scoparla nel culo, sino a venirle poi sui seni.
Quella scena mi scandalizzava, mi faceva anche arrabbiare ma era anche una scena che mi riportava indietro negli anni, quando mi toccavo a guardare l’amore e il sesso che c’era tra mamma e papà.
Ora al posto di mamma, c’era michela e la cosa, oltre a demoralizzarmi, mi creò una sorta di distacco totale che mi spinse a vedere quella scena come il risultato del solo sfogo sessuale e nulla più.
Mentre lei gemeva e lui la inculava’beh, non mi vergogno a dirlo, mi sono bagnata.
Quando hanno finito, mi sono rifugiata in camera mia e ho ripensato per tutta la notte a quella scena. Pur essendo vergognosamente porno, quella situazione mi aveva eccitato parecchio.
Mi sfiorai il sesso, mi palpai il seno, mi guardai allo specchio e’decisi che potevo sfogarmi’sì, proprio così, sfogarmi pensando a papà che sodomizzava Michela. Che male c’era? Cercavo di distogliere l’attenzione dai volti e immergermi per un attimo in una fantasia peccaminosa inerente a una lei in piena goduria sotto i colpi mastodontici di un uomo vero, forte’bello!
Venni nel giro di pochi minuti e tentai anche di solleticare il mio buchino, infilandoci dentro prima un dito e poi, un pennarello.

Mi svegliai allucinata e rimbambita e sentivo solo il rumore del televisore. Nessuna voce se non degli altri rumori che arrivavano dalla cucina.
Ad un certo punto mio papà aprì la porta della mia camera. Aveva nelle mani un vassoio. Che tenero, mi aveva portato la colazione a letto!

‘Ohi, papi, ma che ti è saltato in mente?’

‘E’ domenica e mi sembrava carino svegliarti con una sorpresa’latte tiepido, tre fette biscottate e metà mela’dovrebbe esserci la tua colazione tipo o mi sbaglio?’

‘Cacchio, grazie! Sì, sì, c’è proprio tutto!’

Lo abbracciai e mi resi conto solo dopo pochi secondi che il mio petto nudo era attaccato al suo e che, vergognosamente, il mio perizoma, era ancora in fondo al letto, questo significava che ero rimasta nuda dopo la mia masturbazione. Quando mi accorsi che ero completamente svestita, ritirai su il lenzuolo e chiesi scusa timidamente.

‘Non ti preoccupare amore’so come sono fatte le donne’vado di là ora’rivestiti’

‘Eh lo so che sai come son fatte le donne papà’me ne sono resa conto!’

Detto questo presi la mela e iniziai a mangiarla nervosamente poiché mi erano venute alla mente gli episodi della sera precedente. Mio padre si fermò alla porta e mi guardò stranito.

‘Quindi? Mamma non c’è da anni ormai. Ho diritto di rifarmi una vita, non credi? E poi anche tu hai avuto parecchi uomini o mi sbaglio? Se io so come sono fatte le donne tu sai benissimo come sono fatti gli uomini!’

Mi distrusse perché poi se ne uscì dalla camera.
Effettivamente aveva ragione ma lo richiamai in stanza. Intanto mi ero messa a gambe conserte e il lenzuolo copriva giusto la zona intima ma le mie tette erano provocatoriamente fuori.

‘Papà’hai tutti i diritti di questo mondo ma non credo che scoparti una donna a 6 metri dalla mia stanza sia così simpatico nei miei confronti. Io qui sento tutte le urla di quella stronza!’

‘Santo cielo Alessia! Quante volte ti ho detto di non chiamarla così? E poi’e poi non sapevamo che fossi tornata prima!’

‘Anche se l’avessi saputo sarebbe cambiato qualcosa? L’unica cosa che so è che anche se sono in casa, se lei te lo fa tirare tu non ti tiri indietro’o mi sbaglio?’

‘Impertinente di una ragazzina! ma che cosa vuoi da me? Sarebbe anche ora che tu andassi a vivere fuori di casa, sai?’

‘Non ti preoccupare papà’sto già cercando! Almeno potrete essere liberi di usare vibratori, cazzi finti e fruste per i vostri giochi del cazzo!’

Avevo superato ogni limite ma non me ne importava niente.
Lui si innervosì ulteriormente.

‘Voi donne siete tutte troie, ecco cosa siete! neanche il gesto d’amore come portarti a letto la colazione serve a qualcosa! Sei una troia, ecco cosa sei!’

Sbattè la porta e se ne andò in salotto. Tutti i torti non li aveva.
Inghiottii il latte, mi misi il reggiseno e il perizoma e andai in salotto per chiedergli scusa. Era appollaiato su una poltrona intento ad ascoltarsi Bach.
Mi sedetti sulle sue ginocchia e lì iniziai ad intravedere un gioco malato e irriverente che stimolava la mia psiche’

‘Papino’dai’scusami”

‘Ma sì, ti scuso è che non ne posso più di queste cose!’

‘Sono solo gelosa del mio papà, tutto qua’Michela non è la mamma e vederti fare quelle cose cn lei”

‘Vederti?’

‘Cioè’intendevo dire’saperti lì con lei”

‘No, no’hai detto vederti’che significa? Ci hai visto? Ci hai spiati?’

‘Beh’io’no, proprio spiati no’è che sentivo dei rumori e quindi’cioè’son passata di lì e poi..boh’insomma”

‘La devi smettere di farti gli affari miei! Ti guardo mai io nella tua intimità? Eh? Rispondimi!’

”n-no”

‘E allora smettila! Anche con la mamma ci spiavi, non è così?’

‘Come’come fai a saperlo?’

‘Eh, come faccio a saperlo? ma cosa credi? Piccola mocciosa senza testa! Tua mamma lo sapeva benissimo che ci spiavi!’

‘ODDIO!’

‘Sì’ma speravo che col passare del tempo la smettessi! Hai quasi 30 anni!’

‘Ma papà, cazzo! Non ti spiavo da quei tempi!! Ieri sera son tornata prima e’e’insomma’ho visto!!’

‘E cosa hai visto?’

‘Ho visto che’come’cosa’tutto, credo”

‘Ormai sei grande piccina mia’devi sapere alcune cosette’almeno la smetterai di fare la bambina e di pensare alla mamma come se fosse una gran santa. Tua mamma, prima che il tumore la portasse via per sempre, non era quella donna che pensavi, sai?’

Rimasi di stucco. Mi prese in contropiede. Su mia madre avevo sempre avuto buoni pensieri.

‘Cosa intendi dire papà?’

‘Intendo dire che’che’insomma’era una donna a cui piaceva fare del sesso. Spesso andavamo anche con altri perché a lei’insomma, a lei non piaceva restare sempre e solo con me e io’beh’insomma’non mi tiravo indietro’

‘Stai scherzando’mamma non avrebbe mai potuto fare cose del genere”

‘Tua madre ti amava alla follia tesoro mio e amava alla follia anche me. Ciò non significa che non avesse il desiderio di particolari perversioni!’

‘Del tipo?’

‘Beh’intanto sapeva che tu ci spiavi e la cosa non le dispiaceva sai? E poi”

‘E poi?’

‘E poi, una volta ogni due/tre mesi andavamo nei privèè”

‘Ah’bella merda’bei pervertiti di merda che siete, anzi che eravate e che’che sei ancora!’

‘Pervertito io? Cosa faccio ora? Potrò scopare selvaggiamente con la mia donna o no?’

‘Sì che puoi, nessuno te lo vieta!’

‘Ah no? E le tue gelosie?’

‘Ma che c’entra! Lei potrebbe essere tua figlia, cazzarola!’

‘Già’e allora?’

‘E allora’niente’che vuoi che ti dica ma’mamma’in che senso le piaceva che la guardavo?’

‘Era una gran troia a letto, Alessia. Credimi. Adorava essere guardata e spesso ipotizzava nelle sue fantasie più recondite la tua presenza”

‘La mia’la mia’che?’

‘La tua presenza tra noi’

‘Ma ero una ragazzina!’

‘Infatti’diceva che dovevi crescere ma’non l’avrebbe mai fatto’ti amava troppo per deviarti”
”mi sento male’

‘Vai in cucina Alessia. vai a bere qualcosa e copriti per favore’

Mi alzai e la confusione che c’era non mi aveva fatto perdere però un punto del discorso.

‘Coprirmi? Ti faccio così schifo?…la mamma aprezzava no? E tu’tu che dicevi quando ipotizzava la mia”PRESENZA’?’

‘Oh beh’io’io’mi limitavo ad assecondarla”

‘Ah sì’e come?’

‘Mah Ale su’non so, non ricordo’sono passati così tanti anni’io”

‘Come la assecondavi?’

‘Uffa come sei testarda!! Le dicevo solamente che’che..insomma’che non sarebbe stato male averti lì con noi!’

Era troppo. Diventai rossa come un peperone. Stavo male, malissimo e il mio cuore iniziò a pompare come non mai. Andai di scatto in cucina e continuai a ripensare all’ultima frase che mio papà mi disse.

Cazzo che storiaccia’papà e mamma fantasticavano su di me mentre io fantasticavo su di loro nelle mie ‘gite in solitudine notturne”il pensiero mi traumatizzava ma’mi aveva appiccicato il perizoma sulla vagina. Mi ero eccitata. Eccitata parecchio.
E se le fantasie dell’incesto non fossero così cattive e insensate come tutti dicono e se io e mio papà potessimo effettivamente coccolarci più profondamente?
Queste le domande che mi fluttuarono in testa. Decisi di colpire basso. Molto in basso.
Preparai un’idea bastarda e peccaminosa per il pranzo.
Se mio papà voleva avermi anni fa, perché non avrebbe potuto volerlo ancora? In fondo si scopava una fanciulla poco più grande di me.
Ero determinata ad andare sino in fondo!

Qualche ora dopo il pranzo era pronto. Penne con pomodoro e basilico, le sue preferite.
Il tocco di classe non erano tanto le penne e il buon vino rosso che avevo messo a tavola ma come mi ero conciata per lui.
Avevo indosso dei sandali a schiava con tacchi alti, un completino intimo con perizoma e reggipetto nero, una vestaglietta trasparente nera, un collier d’oro bianco, orecchini e anelli vistosi e trucco pesante’mi sentivo davvero una di quelle maiale che si vedono nei film porno.
Quando entrò mi guardò centimetro per centimetro, spiazzato, rimase sconcertato nel vedermi conciata in quel modo. Gli sorrisi e lo pregai di sedersi. Dovevo terminare il sugo.
Una volta seduto, con la scusante di prendere il mestolino nell’ultimo cassetto, mi piegai a 90 gradi per fargli vedere il mio culo in primo piano, con le gambe leggermente aperte.
L’idea di stuzzicarlo in quel modo mi provocava sensazioni mai provate prima. Non riuscivo a trattenere un sorriso da ebete’mi sentivo la bambina cresciuta che voleva a tutti i costi farsi vedere dal proprio papà.

‘Scusami tesoro’una domanda’ma come mai sei, come dire, conciata in quel modo?’

‘In quale modo, papà?’

‘Intendo dire’sei vestita’svestita come una’come una”

‘Zoccola?’

‘Ma no’intendevo dire’sei piuttosto sexy’devi vederti con Roberto, dopo?’

‘No. Nessun appuntamento con Roberto. Pensavo ti piacesse vedermi anche un po’ così’naif!’

‘Sì’beh’sei’come dire’molto’bella’ehm’che stai preparando?’

‘Le penne come piacciono a te”

Rimanevo girata verso i fornelli per la vergogna di essermi conciata in quel modo. In realtà non sapevo ancora bene cosa diavolo stessi facendo.

‘Papà’ti piace come sono vestita?’

‘Mah’beh’direi di sì’un po’ troppo volgare forse ma”

‘Volgare per cosa? Fosse stata Michela a farti il pranzo vestita così da zoccola non ti sarebbe piaciuto?’

‘ALESSIA! Ma che modi sono questi? Sei mia figlia mica la mia donna!’

Mi girai di scatto e buttai a terra la mia vestaglia.

‘E allora? Questo corpo ti fa così schifo?…guardami!’

‘Santo cielo Ale’io’io”

‘Guarda tua figlia papino’guardami’sono o non sono bella e sensuale?’

‘S-sì’lo sei bambina mia”

‘Michela è forse meglio di me?’

‘Michela è michela, tu sei tu”

‘Dici?’ mi tolsi il reggiseno e tirai fuori i miei seni, palpandomeli davanti a lui
‘Non trovi che le mie tette siano belle? Ho 30 anni ma stanno ancora su da sole’ti piacciono?’

Mio padre era senza parole. Mi girai, misi le penne nei piatti e rimasi così, solo in perizoma.
Gli porsi il piatto e lui guardava sbalordito i miei seni e le mie gambe.

‘Cos’è, adesso ti piaccio così tanto che non riesci nemmeno a mangiare?’

‘Ma io non so cosa ti stia succedendo’io’io”

‘Tu cosa? Hai la vestaglia gonfia là sotto papi’ti è venuto duro guardando tua figlia? Bene’questa cosa mi fa solo piacere’hai già una donna in casa, non vedo perché tu debba scoparti quella sciacquetta!’

‘Ma cosa’cosa cazzo vai dicendo?’

‘Taci babbo’tira fuori il tuo cazzo’voglio vederlo, voglio assaggiarlo, voglio farti vedere che Michela non è l’unica che sa fare i pompini.’

Gli aprii la vestaglia non so sotto quale forza, gli calai i boxer e il suo pene, muscoloso ed eretto come non mai, attendeva la mia bocca. Mi abbassai come se stessi pisciando su una turca e lo afferrai con la mia mano destra mentre con la sinistra mi spostavo il perizoma per trastullarmi il clitoride. Gli diedi due leccate e poi affondai il mio palato sul suo cazzo, succhiandolo avidamente, leccandolo, spompinandolo come una brava troia.

‘Oh bambina mia’hai una bocca meravigliosa’hai’una bocca’me..ra..vi..gliosa’aah’

Copntinuai a succhiare imperterrita sino a quando la mia fica pulsante pretendeva il suo cazzo.
Mi alzai, mi sfilai del tutto gli slippini e saltai sopra di lui. Presi il suo pene e me lo infilai nella mia vagina bagnata, avendo il suo viso proprio di fronte al mio.

‘Papà’senti come sono bagnata per te? Scopami come scopi Michela, fottimi come fossi la tua donna!’

Gli ficcai la lingua in bocca e lui iniziò a collaborare alla chiavata. Iniziò a scoparmi e a palparmi come fossi sua, finalmente solo sua!

‘Piccola mia sei la vipera del peccato, sei la peccatrice più stronza che io abbia mai conosciuto!’

‘Allora continua a sfottere questa stronza’scopami forte come non hai mai fatto neanche con quella troia di Michela’sbattimi’sbattimi qui sul tavolo, dai papino mio, scopami!’

Mi mise sul tavolo della cucina, mi spalancò le gambe e iniziò a sfottermi con movimenti ritmati e potenti. Sentivo il suo pene sino in gola e non vedevo l’ora di sentire il suo cazzo nel sedere, vergine sino a quel momento.

‘papà’ti piace metterlo nel culo vero? Ti ho visto mentre inculavi Michy’vuoi inculare anche me? Lo vuoi il mio buco papà?’

‘Ti voglio tutta piccola puttana di papà’girati che te lo infilo dentro, dannata stronza!’

‘Inculami papà’sbattimi come una vacca di strada, scopa tua figlia, usami come una puttana, fammi male, inculami, inculami, inculami forte’sono tutta tua papà!’

Mi inculò decisamente forte sino a farmi urlare dal dolore.

‘Tieni! E’ tutto per te! Fammi godere piccola mia, fai godere il tuo papà!’

‘Ooh sì bastardo’rompimi tutta’fai di me ciò che vuoi!’

‘Puttanella, io sto per sborrare’ti sborro nel culo?’

‘No’aspetta’tiralo fuori!’

Mio padre tirò fuori il cazzo dal mio sfintere, se lo stava menando e stava per eiaculare. Presi il piatto con dentro le pennette al sugo e gli feci cenno di sborrare nel piatto.
Sborrò copiosamente su tutta la pasta.
Fiacco e sudato, si sedette sulla sua sedia.

‘oh signùr’ma che diavolo abbiamo combinato Alessia?’

‘Non preoccuparti papà’abbiamo dato solo libero sfogo alle nostre voglie’in fondo devo aver preso dalla mamma no? Ho sempre avuto voglia di scoparti babbo”

‘Anche io ti avrei scopata figliola ma’adesso che fai’salti il pranzo?’

‘Fossi matta’le penne con sopra la tua sborra saranno un toccasana per il mio stomaco”

Mentre iniziavo a deglutire le penne al pomodoro e sperma, mio papà si spogliò del tutto, mi allargò le gambe, si sedette per terra e iniziò a leccarmi la fica.

‘Questo è per farti provare un orgasmo culinario’tu mangia che io ti faccio venire, piccola troia’

Si’la sua ‘piccola troia’ quello che avrei sempre voluto essere.

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