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Racconti erotici sull'Incesto

Isabella e i suoi dolci ricordi

By 13 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Isabella adesso &egrave una donna adulta. Ha due figlie gemelle di 12 anni, un ex-marito sempre indietro nei pagamenti ma sempre dietro a tette e culi di giovani modelle che passano per la sua agenzia, un cane peloso e un piccolo appartamento in centro. Ha anche una mamma e un papà che vivono in campagna in un bellissimo casolare,dove lei stessa un tempo abitava.

E’ stato un giorno in cui faceva un caldo infernale, a farle decidere di passare un week end in campagna dai suoi, visto che le bambine avevano finito da poco la scuola, e che lei così avrebbe potuto lasciarle lì per qualche tempo, in modo da avere un pò di tempo a disposizione.

Quando giunsero sulla vecchia strada polverosa costeggiata dai cipressi, quasi si commosse, era molto tempo che non ritornava a “casa”.
I suoi genitori le accolsero festanti, e le misero subito a tavola, facendo loro trovare pappa con il pomodoro e prosciutto e popone. Quando consigliarono a tutte di sistemarsi nelle loro stanze per fare un pò di pennichella, Isabella attese qualche minuto e poi scese le scale, raggiungendo la cucina,dove sapeva avrebbe trovato la madre.
“come mai non stai dormendo?” le chiese.
“mamma, non ho mai dormito a quest’ora e tu lo sai” le rispose Isabella. Isabella si avvicinò ancora di più a sua madre,che era al lavello a lavare i piatti.Il suo profumo di lavanda le ricordava i tempi in cui era giovane e scorazzava per il giardino e l’orto con Piero,il figlio dell’ apicoltore, che gli portava il miele ogni mese con un camioncino dipinto dal figlio con grosse api colorate. E suo madre puntualmente la scopriva, ma non le diceva nulla. La scopriva mentre facevano “le cosacce da sgualdrina” come diceva sua madre. Ma passava e se ne andava. Oppure la vedeva tornarepiù tardi del solito e le trovava spighe tra i capelli e le mutandine sporche di umori nel cesto della biancheria. Ma quello che Isabella faceva con Piero gliel’aveva insegnato tutto sua madre. Infatti era quello che voleva ricordare mentre annusava sua madre che lavava i piatti.

Il profumo di lavanda che lei stessa preparava lo spargeva per tutta casa, e Isabella ne era terribilmente attratta. Quando era una ragazzina, sua madre era ancora giovane,essendo rimasta incinta a 15 anni e graziosa. Alta, longilinea, lunghi capelli mossi neri, occhi azzurri e due grandi seni taglia quarta. Quando capitavano nel bagno insieme, nelle giornate di caldo,mezze svestite, Isabella spesso guardava sua madre e quella massa di peli neri ispidi tra le sue gambe, nonch&egrave quei due enormi seni dai capezzoli dorai. E quando si ritrova nel letto sola, Isabella, e si strusciava contro il materasso o si infilava pennarelli proprio lì dove anche lei aveva quella massa di peli ispidi neri, pensava ai capezzoli sua madre e a come sua madre se li toccava, e a come gli diventavano eretti e duri.
Un giorno sua madre, dopo pranzo,molto tempo prima di Piero, la scoprì gemere e mugolare nel suo letto. Ripassò la sera, e si mise a sedere sul bordo del letto. Isabella leggeva. Le disse “Isabella, bisogna che io e te affrontiamo un discorso”. E cominciarono da quel giorno le interminabili chiacchierate dopo pranzo, facendo finta che entrambe facessero la pennichella, parlando invece di sesso e uomini. Ma ci fu un giorno in particolare, quando Isabella tornò a casa e confessò a sua madre che un ragazzo della scuola l’aveva prima baciata nei bagni e poi aveva cercato di infilarle le dita nella vagina ma che lei non aveva resistito al dolore che quel gesto le aveva provocato ed era scappata. Sua madre le disse ” vedi tesoro, non sempre gli uomini sono delicati e non sempre noi siamo pronte ai loro desideri, ma non aver paura di ripetere quella esperienza, perch&egrave può essere piacevole”. Isabella, invece si intestardì, dicendo che lei mai avrebbe fatto avvicinare un ragazzo alla sua topina. Allora sua madre la fece sdraiare, con delicatezza le aprì le gambe e massaggiò lentamente le cosce, sempre più vicino alla vulva. Poi le massaggiò la vulva, e scese con un dito verso il clitoride. Massaggiò quello con un dito, accarezzando l’entrata della vagina con l’altra mano, lasciando poi entrare,prima un dito,poi un’altro e un’altro ancora. E le sussurrò “non mi dire che non avevi mai provato da sola?”, “no mamma mai”. Isabella sussultava di piacere, e poi si lasciò andare un rantolo che somigliava molto a un orgasmo.

Da quel pomeriggio,continuarono a incontrarsi e non più a parlare solamente. Sua madre le insegnò a baciare perfettamente, a soddisfarsi pienamente. Poi però senza l’aiuto di nessun’altro non avrebbe potuto insegnargli altro. Per questo si inventò l’idea di bendare suo marito ogni qual volta che volessero fare l’amore. Allora chiamava sua figlia. La prima volta, Isabella, rustica e inesperta, era emozionata e tremava da morire. Aveva paura di essere scoperta,che il segreto amore tra lei e sua madre venisse scoperto. Sua madre l’andò a chiamare sillabando il suo nome senza voce, a prese per mano, la baciò sulla bocca e la introdusse nella grande camera da letto. La prima volta la fece solamente guardare. Isabello soddisfò la sua brama di piacere davanti alla madre che sola poteva vederla. La seconda volta sua madre le insegnò a fare una sega. Le insegnò come impugnare il cazzo senza fare del male, a come giocare con le unghie sulla capella, e a come manipolare il pollice sotto la cappella. La terza volta a fare un pompino.Le insegnò come tenere la bocca senza ferire coi denti, a come leccare la cappella e l’orifizio, le palle e tra le palle e l’ano, a come massaggiare le palle mentre spompinava. E infine la quarta volta la fece salire a cavalcioni sul cazzo del marito al suo posto.Isabella tremava più di ogni altra volta. Non sentì alcun dolore acuto, solo un forte sfregamento, e poi quando sentì il cazzo raggiungere l’utero,lanciò un’urlo di piacere che sua madre dovette coprire col proprio orgasmo dato dal ditalino che si stava facendo.

Suo padre un pomeriggio si presentò nella sua camera. Isabella, non capì subito perché chiuse la porta a chiave, nonostante fossero soli in casa. Poi lui le disse ‘lo so che sei stata nel mio letto, ma non lo dirò alla mamma, se tu vorrai venire un’altra volta con me’. E quella volta fu suo padre che le insegnò altre cose. Le insegno a far contrarre la sua vagina ad arte, a scorrere secondo le necessità dell’uomo per non farlo venire subito e a leccare il cazzo in modo da fargli perdere la testa. Poi la prese, e le infilò due dite nell’ano e poi infilò il suo cazzo nell’ano e se la scopò nel culo, mentre Isabella piangeva, ininterrottamente e si solleticava il clitoride.

Quel giorno che tornò con le sue figlie, Isabella si ricordò di tutti quei pomeriggi, divisa tra le dita e la lingua di sua madre e il cazzo di suo padre, all’insaputa di entrambi. E perciò si avvicinò alla madre, le prese la mano e la portò in camera dove dormiva suo padre. Al che disse ‘ adesso tutte le cose che per anni abbiamo fatto separatamente le faremo insieme’. Fu così che lei e suo padre si ritrovarono a fare un 69 e dopo suo madre si fece inculare dal padre davanti alla figlia che si masturbava.

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