Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Kety

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Nonostante vivessimo nella stessa città da parecchio tempo, fino a tre anni fa non ci frequentavamo moltissimo, ma ultimamente posso deliziarmi spesso della stupenda visuale che mi offre mia cugina Kety: 175 cm. di altezza, un fondoschiena tutto da mordicchiare, un paio di tette non enormi ma che stanno su da sole, delle mani nate per sparare delle gran seghe e una bocca dove far morire (dalla felicità) il proprio uccello. Peccato che tutto ciò io potessi solo immaginarlo attraverso i suoi abiti mai troppo succinti, almeno fino ad un anno fa.

Era estate e il sole picchiava in modo esagerato sulle nostre teste, costringendo tutti a vestirci molto più leggeri.

Kety venne a trovare mia madre, come spesso accadeva, per parlare e sparlare un po’ di tutti, io ero in camera mia, ma non appena mi accorsi che era in salotto, uscii dalla mia stanza per salutarla e rimasi folgorato dalla visione di un paio di gambe mozzafiato, messe in mostra da una minigonna che più mini non si può, un top che, attraverso la prepotente sporgenza dei capezzoli, mi fece capire che sotto non indossava il reggiseno.

Mi ripresi a fatica dalla visione, salutai e mi diressi in cucina per dissetarmi; rimasi in cucina più per origliare cosa si dicessero che per effettiva necessità, continuando, ogni tanto, a spiare quel corpo così eccitante, finché, ripassandogli davanti, non decisi di andare in bagno per spararmi un mega segone in suo onore.

Dopo un paio di giorni, suonò il campanello, mi affacciai alla finestra e vidi mia cugina Kety fuori dal cancelletto di casa, che si apprestava ad entrare, salì le scale ed entrò in salotto, dove mi chiese se mia madre fosse in casa, io le risposi che era uscita per fare delle commissioni, ma che sarebbe tornata subito, lei decise di aspettarla e la feci accomodare. Si sedette sul divano, le chiesi se voleva qualcosa da bere, mi disse che gradiva qualcosa di fresco per dissetarsi, le portai una menta ghiacciata e facemmo conversazione mentre sorseggiavamo le nostre rispettive bibite, finché, dopo un suo movimento scomposto, non si rovesciò mezzo bicchiere sulla camicetta che subito si inzuppò rivelando, attraverso la visione dei suoi dritti capezzoli, la totale mancanza di reggiseno.

Si diresse subito in bagno per asciugarsi alla meno peggio, mentre io, rivedendo nella mia mente quella scena, mi eccitai parecchio, tanto che al suo rientro dal bagno, feci fatica a nasconderlo. Lei, accorgendosi sia della mia eccitazione che del mio imbarazzo, si scusò con me, io le risposi che in fondo non aveva neanche bagnato il divano e che quindi non aveva niente di cui scusarsi. Kety sorrise, indicò il mio evidente gonfiore e mi disse che si scusava per avermi provocato quello stato di eccitamento, si avvicinò e mi strinse il cazzo da sopra i pantaloni, a quel punto io le risposi infilando la mia lingua nella sua bocca cercando, con successo, la sua. Le tolsi la camicia e mi dedicai a quelle stupende tette, baciandole e mordicchiandole i capezzoli, poi la presi dietro alla nuca e, facendo una leggera pressione, la spinsi verso la mia verga che nel frattempo avevo liberato dai pantaloni e dai boxer, facendogliela ingoiare fino alle palle.

Alternava un fantastico su e giù, con una leggera pressione della lingua sulla cappella, finché, dopo l’ennesimo risucchio da parte sua, non le scaricai in bocca una quantità enorme di sborra che lei, anche se inizialmente con difficoltà, mandò giù tutta. Finì di spogliarsi completamente, ed io, alla visione della sua figa pelosa, mi ritrovai nuovamente con il cazzo in tiro, la feci inginocchiare davanti a me e glielo infilai in mezzo alle sue tette, iniziando una spagnola con annesso bocchino, dopo dieci minuti volli assaggiare la sua dolce prugnetta e iniziammo un sessantanove da urlo, io alternavo la mia lingua tra la figa e il buchino posteriore, mentre lei continuava ad imprigionare il mio cazzo tra le sue tette e la sua bocca finché non la feci girare e la posizionai a smorza candela impalandola sul mio uccello. Andava su e giù sempre più velocemente, mentre io le stringevo le sue pere, finché non venimmo contemporaneamente. Kety, dopo essersi ripresa da quell’orgasmo squassante, si rialzò e si chinò per riprendersi i vestiti, io alla visione delle sue chiappe mi eccitai per l’ennesima volta e mi posizionai alle sue spalle puntando la mia cappella al suo buchino posteriore. Lei non voleva sentir ragione e si divincolava fino a quando io, prendendola con forza, non la piegai nuovamente a novanta gradi e le infilai tutto in un colpo la mia verga nel suo culo fino ad allora vergine. Urlò tutto il suo dolore finché piano piano non cominciò a mugolare il suo eccitamento. Cominciai allora a muovermi prima con calma, poi aumentando le spinte con sempre maggior vigore, aggrappandomi alle sue tette e pizzicandole i capezzoli, finché non le scaricai in culo tutta la mia sborra. Kety, sentendosi riempita l’intestino venne con un urlo spaventoso e si accasciò sul divano felice e soddisfatta quanto me.

Ci rivestimmo giusto in tempo, perché arrivò subito dopo mia madre che si mise immediatamente a chiacchierare con Kety. Le disse che era dovuta andare a fare dei documenti e che ci sarebbe dovuta tornare fra tre giorni perché non fece in tempo a fare tutto per via della coda pazzesca.

Tre giorni dopo suonò il campanello…………………………

Era Kety…………………

Leave a Reply